ESERCIZI DI MATEMATICA FINANZIARIA DIPARTIMENTO DI ECONOMIA E MANAGEMENT UNIFE SUPPOSTO ALLA DIDATTICA- DOTT.SSA PICCAGLI IRENE A.A. 2016/2017 Esercizi 2 Rendite nel regime composto Esercizio 1. Un capitale di 1500e viene costituito in un anno a regime composto con 12 versamenti mensili anticipati di 100e per le prime 11 mensilità e una dodicesima rata pari a R∗ . Sapendo che il tasso di costituzione annuo è 4, 907%, determinare la rata R∗ . Soluzione. L’equazione da impostare, portandosi all’epoca temporale tm = 12, ossia al dodicesimo mese, è: M = (R∗ + M 0 ) · (1 + im ), dove M 0 è il montante di una rendita periodica, posticipata, a rata costante pari a R, costituita da 10 termini e capitalizzata poi di un mese per portarla all’epoca tm = 11 piú la capitalizzazione della rata R dall’epoca t = 0 all’epoca t = 11, ossia: M 0 = R · (1 + im )11 + R · s10eim · (1 + im ) = = R · (1 + im )11 + R · (1 + im )10 − 1 · (1 + im ). im Allora abbiamo che: M =(R∗ + M 0 ) · (1 + im ) =R∗ · (1 + im ) + R · (1 + im )12 + R · (1 + im )10 − 1 · (1 + im )2 im da cui si ricava M (1 + im )10 − 1 − R · (1 + im )11 − R · · (1 + im ). 1 + im im Ricordando la conversione periodale di tassi √ im = 12 1 + i − 1, R∗ = si ha dunque che √ M (1 + i)5/6 − 1 12 √ √ R∗ = 12 − R · (1 + i)11/12 − R · 12 · 1+i∼ = 367, 27e. 1+i 1+i−1 1 2 ESERCIZI DI MATEMATICA FINANZIARIA Rendimento di un B.O.T. Esercizio 2. Acquistate a 1600e un B.O.T. di durata 12 mesi e valore nominale pari a 2125e, poi lo vendete dopo 8 mesi ad un prezzo tale che il vostro rendimento sia doppio dell’acquirente, supposto che quest’ultimo porti il titolo a scadenza. Quanto é il vostro rendimento? Soluzione. Per voi che vendete il B.O.T., l’equazione è 2 P =A· 1+ r , 3 ove P è il prezzo di vendita dopo 8 mesi, A = 1600, mentre r è il rendimento. Per l’acquirente che porta a scadenza il titolo, l’equazione è 1 r N =P · 1+ · , 3 2 ove N è il nominale, mentre al posto di r abbiamo messo r/2, perché abbiamo ipotizzato che il rendimento dell’acquirente sia la metà del vostro. Eliminando P (che non si conosce), ricavandolo da ambo le equazioni, si trova N 2 , A· 1+ r = 3 1 + 6r da cui 1 2 5 r + r − 0, 328125 = 0. 9 6 La suddetta equazione di secondo grado nell’incognita r ha come unica soluzione positiva r = 37, 5%. Esercizio 3. Una banca si offre di acquistare per voi sul mercato un titolo a zero coupon di nominale N = 1000e, in scadenza tra 18 mesi, al prezzo di acquisto A = 980e, maggiorato dell’aliquota fiscale del 12, 5% sul plusvalore. Siccome siete un ottimo cliente, la banca vi concede uno sconto del 4% sull’importo complessivo da pagare. A quanto ammonta il rendimento netto finale? Soluzione. Applicare l’aliquota fiscale del 12, 5% al plusvalore al momento dell’acquisto, vuole dire che, in realtá, oltre ad A = 980e, si paga anche 0, 125 · (N − A) che diviene e = A + 0, 125 · (N − A) = 980 + 0, 125 · (1000 − 980) = 980 + 2, 50 = 982, 50e. A Se poi la banca concede uno sconto del 4% sull’importo complessivo da pagare, allora dobbiamo in realtà pagare al momento dell’acquisto e − 0, 04 A e = 0, 96 A e = 0, 96 · 982, 50 = 943, 20e. A=A ESERCIZI DI MATEMATICA FINANZIARIA 3 Il rendimento netto finale r si ricava dall’equazione: 3 N =A· 1+ r 2 ossia 2 N − A 2 1000 − 943, 20 ∼ r= · = · = 0, 040147 = 4, 0147%. 3 3 943, 20 A Piani di ammortamento Esercizio 4. Un debito di 1000e viene rimborsato a tasso annuo i = 10% in 5 anni, ma con sole 3 rate costanti pari a R, alle epoche t = 1, 3, 5. Stilare il piano di ammortamento in 2 modi: nel primo, visualizzate le voci fondamentali (quota capitale, quota interesse, rata e debito residuo) solo relativamente alle epoche t = 0, 1, 3, 5, mentre nel secondo, visualizzate le voci fondamentali relative a tutte le epoche, con il vincolo che le rate, alle epoche t = 1, 3, 5, siano sempre pari a R. Attenzione: almeno un tipo di piano va stilato in funzione di R. Soluzione. Nel primo modo, la prima riga del piano è assolutamente standard, sapendo che I1 = 100 e la rata è R, quindi C1 = R − 100 e D1 = 1100 − R. Per le altre due righe, relative alle epoche t = 3 e t = 5, le formule relative alla rata e al debito residuo sono le stesse, mentre per la quota interesse bisogna usare quella col salto di epoche, che, in questo caso, in cui il salto è sempre di due anni, è data da I3 = D1 · [(1 + i)2 − 1] = 0, 21 D1 e, allo stesso modo, I5 = 0, 21 D3 . Dunque, partendo alla seconda e terza riga sempre dalla quota interesse, e, ricordando che la rata è sempre R, passando poi alla quota capitale e infine al debito residuo, si trova il seguente piano: k Ck Ik Rk Dk 0 0 0 0 1000 1 R − 100 100 R 1100 − R 3 1, 21R − 231 231 − 0, 21R R 1331 − 2, 21R 5 1331 − 2, 21R 3, 21R − 1331 R 0 Dall’equazione (dovuta al fatto che devo imporre che l’ultimo debito residuo sia nullo) D5 = D3 (1 + i)2 − R = 0, ricavo che R = 1610, 51 − 2, 6741 R 4 ESERCIZI DI MATEMATICA FINANZIARIA da cui R ' 438, 341. Nel secondo modo, si scrivono le voci relative a tutte le epoche, con le formule standard, ma alle epoche t = 2, 4 la voce relativa alle rate è nulla. In tal modo, il piano è automatico: la prima riga è uguale a quella precedente, k Ck Ik Rk Dk 0 0 0 0 1000 1 R − 100 100 R 1100 − R 2 0, 1R − 110 110 − 0, 1R 0 1210 − 1, 1R 3 1, 11R − 121 121 − 0, 11R R 1331 − 2, 21R 4 0, 221R − 133, 1 133, 1 − 0, 221R 0 1464, 1 − 2, 431R 5 1, 2431R − 146, 41 146, 41 − 0, 2431R R 0 poi si va sempre avanti prima con la quota interesse, poi la rata (o zero o R), poi la quota capitale, infine il debito residuo. Alla fine il piano risulta come sopra. Dall’equazione (dovuta al fatto che devo imporre che lultimo debito residuo sia nullo) D 4 = C5 ricavo che 1464, 1 − 2, 431R = 1, 2431R − 146, 41 da cui R ' 438, 341. Esercizio 5. Un prestito di 40000e viene rimborsato in 60 mesi a rata costante al tasso mensile im = 0, 3675%. Dopo 30 mesi, si decide una proroga del rimborso per una durata complessiva pari a 120 mesi. a) Determinare la rata R pagata nei primi 30 mesi; b) determinare la rata R0 pagata nei successivi 90 mesi, se la proroga é a costo nullo; c) determinare la rata R00 pagata nei successivi 90 mesi, se la proroga comporta una penale dell’1% sul debito residuo; d) tornando al caso (b), dimostrare che il tasso mensile effettivo si é abbassato rispetto a im , ma é maggiore dello 0, 35%. Soluzione. a) Sia D0 = 40000e. La rata nei primi 30 mesi corrisponde alla rata mensile costante del rimborso del prestito in 60 mesi, ossia senza la proroga, quindi 0, 003675 im ∼ = 40000 · R = D0 · = 744, 085e. −60 1 − (1 + im ) 1 − (1, 003675)−60 ESERCIZI DI MATEMATICA FINANZIARIA 5 b) Calcoliamo il debito residuo dopo 30 mesi, abbiamo che D30 = D0 · 1 − (1 + im )−60+30 1 − (1, 003675)−30 ∼ = 40000 · = 21099, 36978e. 1 − (1 + im )−60 1 − (1, 003675)−60 Allora, la rata R0 pagata nei successivi 90 mesi, se la proroga é a costo nullo, è pari a R0 = D30 · 0, 003675 im ∼ = 21099, 36978 · = 275, 767e. −90 1 − (1 + im ) 1 − (1, 003675)−90 c) La rata R00 pagata nei successivi 90 mesi, se la proroga comporta una penale dell’1% sul debito residuo, è pari a R00 = (D30 + 0, 01 D30 ) · = 1, 01 D30 · im = 1 − (1 + im )−90 im = 1, 01 R0 = 278, 525e. 1 − (1 + im )−90 d) Sia x∗m il tasso mensile effettivo nel caso in cui la proroga sia a costo nullo. Questo significa che x∗m è il corrispettivo mensile del TIR associato al discounted cash-flow dell’intera operazione finanziaria, ossia x∗m é l’unica soluzione appartenente al dominio finanziariamente significativo ]−1, +∞[ dell’equazione G(xm ) = 0, ove (1) G(xm ) = −40000 + R · 1 − (1 + xm )−30 1 − (1 + xm )−90 + R0 · · (1 + xm )−30 . xm xm Si ricordi anche come la funzione G(xm ) sia monotona strettamente decrescente sul suo dominio e, come detto, si annulli solo per xm = x∗m . Pertanto, il fatto che, sostituendo nella formula (1) xm con im = 0, 3675%, otteniamo G(im ) = −40000+R· 1 − (1, 003675)−30 1 − (1, 003675)−90 +R0 · ·(1, 003675)−30 < 0, 0, 003675 0, 003675 ci permette di dedurre immediatamente che im > x∗m . Sostituendo invece nella formula (1) xm con 0, 35% otteniamo G(x) = −40000 + R · 1 − (1, 0035)−30 1 − (1, 0035)−90 + R0 · · (1, 0035)−30 > 0, 0, 0035 0, 0035 quindi x∗m > 0, 35%. Possiamo concludere dunque che x∗m ∈ ]0, 35%; 0, 3675%[. 6 ESERCIZI DI MATEMATICA FINANZIARIA Applicazioni del TIR: il TAEG Esercizio 6. Un esercente vende televisori LCD, ciascuno di valore 926, 44766e, a rate costanti, su 8 mesi, con TAEG pari al 10% e rata pari a R = 120e. a) Se l’esercente offre l’opzione per cui, pagata la penultima rata, il cliente in difficoltà possa pagare l’ultima rata immutata un mese dopo, qual è il tasso realmente applicato tra il settimo e il nono mese? b) Tornando ad un piano senza interruzioni, supponiamo che la rata effettivamente pagata sia maggiorata dell’1% rispetto a R a causa di commissioni bancarie caricate sui clienti. Fornire allora una stima per difetto ed eccesso del TAEG effettivamente applicato con differenza massima tra i tassi per eccesso e difetto di un punto percentuale. Soluzione. a) Nel piano classico, il cash-flow dell’operazione è il seguente: (a0 , R, R, R, R, R, R, R, R), ove R = 120e. Tra il settimo e l’ultimo mese, il debito residuo all’epoca t = 7/12 è pari a: 120 D7 = 1 , (1 + x∗ ) 12 ove x∗ rappresenta il TIR dell’operazione che sappiamo coincidere col TAEG, ossia il 10%. La suddetta formula esprime il fatto che l’attualizzazione dell’ultima rata deve coprire il debito residuo rimasto al mese precedente. Se invece l’esercente offre l’opzione per cui, pagata la penultima rata, il cliente in difficoltà possa pagare l’ultima rata immutata un mese dopo, il cash-flow è il seguente: (a0 , 120, 120, 120, 120, 120, 120, 120, 0, 120). Pertanto, se consideriamo il debito residuo all’epoca t = 7/12, abbiamo che 120 D7 = 2 , (1 + x0 ) 12 perché questa volta l’attualizzazione è relativa ad un periodo di due mesi, ma a tasso annuo x0 incognito. Uguagliando le due espressioni di D7 trovate, risulta 120 120 ⇒ (1 + x∗ ) = (1 + x0 )2 , 1 = 2 ∗ 0 (1 + x ) 12 (1 + x ) 12 ossia x0 = √ 1 + x∗ − 1 = p 1, 1 − 1 ∼ = 0, 0488 = 4, 88%. ESERCIZI DI MATEMATICA FINANZIARIA 7 Dunque, sempre stando ad un confronto tra tassi annui, il tasso effettivamente applicato negli ultimi due mesi con l’opzione si è parecchio abbassato rispetto a quello del 10% applicato senza opzione. b) Supponiamo che in realtà la rata effettivamente pagata sia maggiorata dell’1% rispetto alla rata R = 120e. Dunque, la nuova rata è pari a R∗ = R + 0, 01 R ∼ = 121, 20e. (2) La rata R, nel piano classico, é data da xm R = D0 · 1 − (1 + xm )−8 e, trasformando il tasso mensile in annuale, si trova che 1 R = D0 · (3) (1 + x) 12 − 1 2 1 − (1 + x)− 3 . Ora, basta riscrivere la (3) con R∗ al posto di R, ossia 1 (4) ∗ R = D0 · (1 + x∗ ) 12 − 1 2 , 1 − (1 + x∗ )− 3 dove x∗ è il nuovo tasso annuo effettivo globale TAEG∗ . Confrontando la (3) con la (4), otteniamo, essendo R∗ > R, che x∗m > xm , quindi il nuovo TAEG deve essere superiore al vecchio, ossia TAEG∗ > 10%. Se poniamo x∗ = 12% nella formula (4), otteniamo 1 D0 · (1 + x∗ ) 12 − 1 2 1 − (1 + x∗ )− 3 1 (1, 12) 12 − 1 ∼ = 926, 44766 · = 120, 805 < R∗ − 23 1 − (1, 12) Se poniamo x∗ = 13% nella formula (4), otteniamo 1 D0 · (1 + x∗ ) 12 − 1 2 1 − (1 + x∗ )− 3 1 (1, 13) 12 − 1 ∼ = 926, 44766 · = 121, 204 > R∗ − 23 1 − (1, 13) Dunque il tasso incognito deve stare tra il 12% e il 13%, ossia 12% < TAEG∗ < 13% (tra l’altro, è vicinissimo al 13%, perché R∗ = 121, 20).