Dottorato in SCIENZE DELLA COGNIZIONE E DELLA FORMAZIONE A.A. 2005/2006 ciclo XXI Alessandra Aiello Venezia, 15 gennaio 2006 Dewey John, Democracy and Education The MacMillan Company, New York 1916. tr. it. Democrazia e educazione, Sansoni Editore, Milano 2004; introduzione di Carlo Sini, tr. di Enzo Enriques Agnolotti, Paolo Paduano, pp. 396 1. Abstract Dewey, fautore di una nuova pedagogia scientifica, guarda quest’ultima in feconda continuità con la filosofia, intesa come teoria generale dell’educazione. La democrazia è devota all’educazione perché un governo che dipende da un suffragio popolare non può prosperare se coloro che eleggono e seguono i loro governanti non sono educati; soprattutto, più che una forma di governo è prima di tutto un tipo di vita associata, di esperienza continuamente comunicata. Una società mobile, ricca di canali distributori dei cambiamenti deve provvedere all’educazione dei suoi membri in termini di iniziativa personale ed adattabilità. Si esige quindi una partecipazione collettiva e non elitaria al progetto comunitario e al suo senso condiviso. Dewey, supporter of a new scientific pedagogy, watches this discipline in continuity with philosophy, meant as a general theory of education. The democracy is devout to education because a government who depends on a popular ballot cannot prosper if those who vote their governants are not educated; moreover, more than a shape of government education is first of all a type of associated life, of communicated experience. A mobile society, rich of distributing channels of changes must supply to the education of its members in terms of personal initiative and adaptability. Therefore, is demanded collective and not elitarian participation to the communitarian plan and its shared sense. 2. Recensione <<Un oncia di esperienza è meglio che una tonnellata di teoria, semplicemente perché è soltanto nell’esperienza che una teoria può avere un significato vitale e verificabile>>1 All’interno del testo preso in esame, il pensiero pedagogico di Dewey si salda con quello politicosociale e con una dimensione filosofica generale. L’educazione alla crescita e al cambiamento, alla creatività personale e alla collaborazione sociale è l’educazione alla vita e per questo si ha bisogno di realizzarsi e di cooperare in una società duttile e libera. In tal senso la democrazia diventa una forma di educazione personale e collettiva; l’educazione a sua volta è la messa in pratica di un esperimento operativo di vita comunitaria democraticamente libera e mutuamente responsabile. La concezione della vita che si esalta si attiene all’esperienza, il cui fulcro è, per Dewey, “la sua perenne instabilità, cioè quell’aspetto metamorfico che esige da ogni essere vivente una capacità di adattamento e di cambiamento continui per poter perdurare e sopravvivere. Nell’uomo questa esigenza si potenzia straordinariamente dando vita alla cultura, intesa come continua invenzione di nuovi mezzi e strumenti di sussistenza e di crescita intellettuale e morale”.2 Le idee pedagogiche di Dewey si estendono in un più ampio orizzonte di considerazioni politiche e sociali: l’evoluzione tumultuosa della società americana suscita problemi complessi di cui l’autore si fa interprete ed opinionista come sostenitore e al contempo critico della società transfrontaliera che l’America di quel tempo rappresentava. Egli combatte ogni tendenza totalitaria, dogmatica, e ravvisa nelle origini storiche degli stati uniti un’occasione di rinnovamento per il futuro dell’umanità, nonostante la sua consapevolezza dei limiti dell’industrialismo americano. Lo strumentalismo di Dewey considera il pensiero un’azione concreta determinata dalla situazione problematica e dal tentativo di porvi rimedio trasformando la condizione di partenza in un nuovo orizzonte di vita e di idee, in una comunità etica. 1 2 John Dewey, Democrazia e educazione, Sansoni, Milano 2004, p.156 Sini, Presentazione, in John Dewey, Democrazia e educazione, op. cit. p. XVI [email protected] 1 Dottorato in SCIENZE DELLA COGNIZIONE E DELLA FORMAZIONE A.A. 2005/2006 ciclo XXI Alessandra Aiello Venezia, 15 gennaio 2006 In tal senso, la democrazia, più che una forma di governo è una forma di educazione personale e collettiva e, a sua volta, l’educazione è la messa in pratica di un esperimento operativo di vita comunitaria e mutuamente responsabile.3 La continuazione dell’esistenza è assicurata solo tramite costanti rinnovamenti. L’educazione consiste nella trasmissione per mezzo della comunicazione, intesa come processo in cui si partecipa all’esperienza finchè essa diventa patrimonio comune, modificando la disposizione di entrambe le parti che vi partecipano. Via via che le società diventano più complesse, aumenta la necessità di un insegnamento formale o intenzionale, e quanto più si estende l’insegnamento formale, tanto maggiore si profila il pericolo di creare una indesiderata scissione tra l’esperienza e ciò che si impara a scuola.4 L’ambiente sociale è veramente educativo nei suoi effetti solo fin dove l’individuo partecipa e condivide un’attività comune. Quando la società diventa complessa si avverte la necessità di creare un ambiente sociale speciale che provveda a sviluppare le capacità degli immaturi che svolgono la funzione sociale di semplificare e ordinare gli aspetti da sviluppare, purificare ed idealizzare i costumi, creare un ambiente meglio equilibrato.5 Gli impulsi naturali dei giovani non si accordano con gli usi della vita e del gruppo: di conseguenza, devono essere diretti. Tale auspicato controllo consiste nell’indirizzare gli impulsi che agiscono su qualche mira specifica: l’agire degli altri si manifesta mediante la scelta di stimoli che provocheranno determinate reazioni. Laddove i giovani agiscono socialmente, essi devono riferire il loro modo di agire a ciò che fanno gli altri e a combinarsi con essi. Il che dirige la loro azione verso un risultato comune e crea reciproca comprensione tra i partecipanti. Tutti infatti intendono la stessa cosa anche se stanno seguendo azioni differenti. Questa comprensione comune dei mezzi e dei fini dell’azione è l’essenza del controllo sociale. Il compito dell’educazione è di raggiungere questo controllo interno attraverso l’identità di interesse e di intesa.6 Il potere di crescere, cioè di imparare dall’esperienza, significa formarsi alle abitudini che danno il potere di utilizzare l’ambiente per scopi umani. Le abitudini attive implicano pensiero, invenzione e iniziative. Il criterio per valutare l’educazione scolastica è dato dal grado con cui essa ha saputo trasmettere il desiderio di svilupparsi continuamente.7 Dewey critica le idee di educazione come preparazione sulla scia di Froebel o educazione come svolgimento di stampo hegeliano: l’idea di educazione che egli sostiene è una idea di ricostruzione continua dell’esperienza, idea distinta dall’educazione come preparazione per un futuro remoto, come svolgimento, come formazione esterna (Herbart) e come ricapitolazione del passato.8 Un criterio costruttivo di educazione deve basarsi su un ideale sociale particolare, che può essere misurato sulla base di sue fattori: il grado con cui gli interessi di un gruppo sono condivisi da tutti i suoi membri e la libertà con la quale esso si comporta con gli altri gruppi. Una società è democratica quando permette a tutti i suoi membri di partecipare a condizioni uguali a quel che ha di buono e che assicuri un riadattamento flessibile alle sue istituzioni attraverso lo scambio delle diverse forme di vita assicurata. Una simile società deve avere un tipo di educazione che interessi personalmente gli individui alle relazioni e al controllo sociale e sappia formare le menti in maniera che possano introdurre cambiamenti sociali senza provocare disordini. L’attualità del problema educativo, in una società scossa da profondi mutamenti, viene messa alla luce nel testo tramite costanti riferimenti all’esempio americano, con le potenzialità del sistema e le inevitabili ineguaglianze che esso produce. Dopo gli sconvolgimenti globali di cui l’America si è resa (più o meno volontariamente) simbolo, la parola democrazia risuona al contempo un obiettivo ambizioso da raggiungere e un traguardo costantemente messo a repentaglio. Quasi un secolo fa Dewey ravvisava nella sua America un potenziale motore di rinnovamento per il mondo. A distanza di cento anni è l’Europa ad aver preso 3 Ibidem, p. IX-XIX Ibidem, p.10 5 Ibidem, p.25 6 Ibidem, p. 45 7 Ibidem, p.60 8 Ibidem p.88 4 [email protected] 2 Dottorato in SCIENZE DELLA COGNIZIONE E DELLA FORMAZIONE A.A. 2005/2006 ciclo XXI Alessandra Aiello Venezia, 15 gennaio 2006 il posto dell’America nel tentativo di stabilire gli equilibri globali tramite la democrazia che si avvale dell’educazione come sistema capace di superare la gerarchia delle discipline per porsi come interprete e dei mutamenti che l’azione della specie umana può determinare nel mondo. 3. Indice dell’opera Presentazione, prefazione I. L’Educazione come necessità della vita. Il rinnovamento della vita per mezzo della trasmissione . Educazione e comunicazione . Il posto dell’educazione formale II. L’Educazione come funzione sociale . La natura e il significato dell’ambiente . L’ambiente sociale . l’ambiente sociale in quanto educativo . la scuola come ambiente speciale III. L’educazione come direzione . l’ambiente in quanto dirige . Tipi di direzione sociale . Imitazione e psicologia sociale . Alcune applicazioni all’educazione IV. L’Educazione come crescita . Le condizioni della crescita . Le abitudini come espressione della crescita . portata educativa del concetto di sviluppo V. Preparazione, sviluppo e disciplina formale . L’educazione come preparazione . L’educazione come svolgimento . L’educazione come allenamento delle facoltà VI. .L’educazione conservatrice e progressiva .L’educazione come formazione .L’educazione come ricapitolazione e retrospezione .L’educazione come ricostruzione VII. Il concetto democratico nell’educazione .Quel che implica l’associazione umana . L’ideale democratico .La filosofia platonica dell’educazione .L’ideale “individualistico” del XVIII secolo . L’educazione nazionale sociale VIII. Scopi nell’educazione .La natura dello scopo . Il criterio della bontà dello scopo . Applicazioni all’educazione IX. Sviluppo naturale ed efficienza sociale come scopi .La natura come provveditrice di scopi .L’efficienza sociale come scopo .La cultura come scopo X. Interesse e disciplina Il significato dei termini L’importante dell’idea di interesse nell’educazione Alcuni aspetti sociali del problema XI. Esperienza e pensiero La natura dell’esperienza La riflessione nell’esperienza XII. Il pensare nell’educazione L’essenziale del metodo XIII. La natura del metodo L’unità delle materie di studio e del metodo Il metodo sotto l’aspetto generale e individuale Gli aspetti del metodo individuale XIV. Natura di ciò che si impara L’oggetto di studio dell’educatore e dell’educando Lo sviluppo della materia di studio nell’allievo La scienza o conoscenza razionalizzata L’oggetto dello studio come elemento sociale XV. Gioco e lavoro nel corso di studi Il ruolo delle occupazioni attive nell’educazione Occupazioni utili Lavoro e gioco XVI. Il significato della geografia e della storia L’estensione del significato delle attività primarie La natura complementare della storia e della geografia La storia e la vita sociale attuale XVII. Le scienze nel corso di studi Il logico e lo psicologico La scienza e il progresso sociale Naturalismo e umanesimo nell’educazione XVIII. Valori educativi Riconoscimento e apprezzamento La valutazione degli studi La valutazione e l’organizzazione dei valori XIX. Il lavoro e lo svago L’origine dell’opposizione La situazione attuale XX. Studi intellettuali e pratici L’opposizione di esperienza e vera conoscenza La teoria moderna dell’esperienza e della conoscenza L’esperienza come sperimentare XXI. Gli studi fisici e sociali: naturalismo e umanesimo Lo sfondo storico dello studio umanistico L’interesse scientifico moderno per la natura L’attuale problema educativo XXII. L’individuo e il mondo La mente come cosa puramente individuale La mente individuale come agente di riorganizzazione Conseguenze educative XXIII. L’educazione professionale Il significato di professione Il posto degli scopi professionali nell’educazione Possibilità e pericoli attuali XXIV. La filosofia dell’educazione Esame critico La natura della filosofia XXV. Teorie sulla conoscenza La continuità contro il dualismo Scuole di metodo XXVI. Teorie sulla morale L’interno e l’esterno L’opposizione di dovere e interesse Intelligenza e carattere La socialità e la moralità. 4. Nota biografica sull’Autore Nato nel 1859 a Burlington nel Vermont, John Dewey studiò alla John Hopkins University, dove ricevette una formazione di tipo neohegeliano. Di Hegel fece sua la concezione che la realtà è una totalità rispetto alla quale le singole parti sono elementi costitutivi, non individualità indipendenti: egli si servì di tale concezione per concepire unitariamente il rapporto tra soggetto e oggetto, tra mente e corpo, tra coscienza e natura, tra Dio e mondo. [email protected] 3 Dottorato in SCIENZE DELLA COGNIZIONE E DELLA FORMAZIONE A.A. 2005/2006 ciclo XXI Alessandra Aiello Venezia, 15 gennaio 2006 Su di lui influirono comunque il pragmatismo di Peirce e James e le dottrine dell'evoluzionismo darwiniano: attraverso l'influenza della biologia evoluzionistica e del pragmatismo di Pierce, l'iniziale assunto idealistico di Dewey si trasforma in strumentalismo naturalistico. A seguito all'influenza dell'evoluzionismo darwiniano, egli concepisce la totalità del reale non più idealisticamente come spirito, ma come natura, ovvero come il risultato del continuo interagire tra il singolo organismo e l'ambiente in cui esso vive. In tale prospettiva, la filosofia perde la sua funzione prettamente conoscitiva e si assume il compito di rendere consapevole l'uomo degli elementi di disordine e di conflittualità che continuamente emergono nel rapporto tra individuo e ambiente e fornire gli strumenti, insieme logici e operativi, adeguati a risolvere tali problemi. Studiò anche presso l'università del Michigan, dove si specializzò in Psicologia. Dal 1894 al 1904 insegnò all'università di Chicago dove fondò la "scuola laboratorio" per bambini che si basava sui nuovi princìpi pedagogici introdotti da Dewey stesso. Dal 1904 al 1929 insegnò alla Columbia University di New York, città dove morì nel 1952. 5. Bibliografia essenziale dell’autore Le opere più importanti di Dewey sono Esperienza e natura (1925), La ricerca della certezza (1929), Logica, teoria dell'indagine (1938), Come pensiamo (1910), Saggi di logica sperimentale (1916), Natura e condotta dell'uomo (1922), Una fede comune (1934), L'arte come esperienza (1934), Il conoscente e il conosciuto (1939), Teoria della valutazione (1939), Libertà e cultura (1939), Democrazia ed educazione (1916), Esperienza ed educazione (1938), Educazione oggi (1940). 6. Riferimenti sitografici 1. Centro degli studi su Dewey (Università dell’Illinois) http://www.siu.edu/~deweyctr/ 2. Il sito della Bowling Green State University http://www.bgsu.edu/departments/acs/1890s/dewey/dewey.html 3. Scheda biografica e sintesi del pensiero di Dewey (The Internet Enciclopedia of Philosophy) http://www.iep.utm.edu/d/dewey.htm 4. Il testo completo di democrazia ed educazione http://etext.lib.virginia.edu/toc/modeng/public/DewDemo.html [email protected] 4