Laura Giuliani Simona Foddai Valeria Ayala Luna Ciarrocca Mattia Giovannoni CHE COSA SONO I POLIMERI?? Un polimero è una macromolecola, ovvero una molecola dall'elevato peso molecolare, costituita da un gran numero di gruppi molecolari secondari, uguali tra loro o diversi, uniti "a catena" mediante la ripetizione dello stesso tipo di legame (covalente). Nella descrizione dei polimeri, si introducono i termini "unità ripetitiva" e "monomero", che però non sono sinonimi: infatti un'unità ripetitiva è una parte di una molecola o macromolecola, mentre un monomero è una molecola composta da un'unica unità ripetitiva. Nel seguito, quando si parla di "monomeri" s'intendono dunque i reagenti da cui si forma il polimero attraverso la reazione di polimerizzazione. Per definire un polimero bisogna conoscere: la natura dell'unità ripetitiva; la natura dei gruppi terminali, ossia le unità che si trovano agli estremi della macromolecola; la presenza di ramificazioni e/o reticolazioni; gli eventuali difetti nella sequenza strutturale che possono alterare le caratteristiche meccaniche del polimero. Esempio di polimerizzazione POLIMERIZZAZIONE MONOMERI UNITÀ RIPETITIVA POLIMERO POLIMERIZZAZIONE ETILENE POLIETILENE LEGAME COVALENTE TIPI DI POLIMERI Esaminiamo due tipi di polimeri: naturali e sintetici. I polimeri naturali Ci sono svariati tipi di polimeri naturali. Tra questi, ricordiamo l’RNA e il DNA che sono fondamentali nella genetica e nei processi vitali. Infatti l’RNA messaggero è quello che rende possibile la sintesi dei peptidi (piccole sequenze di amminoacidi alla base delle proteine), delle proteine e dei degli enzimi (proteine che catalizzano una reazione biologica). Gli enzimi sono un supporto per la chimica negli organismi viventi e i peptidi formano alcuni dei componenti strutturali più interessanti della pelle, dei capelli e perfino delle corna. Altri polimeri naturali comprendono i polisaccaridi (polimeri dello zucchero) e i polipeptidi come seta, cheratina e capelli. Anche la gomma è un polimero naturale, costituito esclusivamente da carbonio e idrogeno. Enzima in azione Molecola di DNA Monosaccaride costitutivo Polisaccaride Macromolecola di gomma siliconica TIPI DI POLIMERI I polimeri sintetici Il primissimo polimero sintetico è stato naturalmente il cuoio, un polimero naturale modificato. Si tratta di una forma reticolata artificialmente delle proteine che si trovano nella pelle degli animali. La concia della pelle è stata scoperta migliaia di anni fa. Polimeri sintetici che comparvero un po’ più tardi sono derivati di un polimero naturale, la cellulosa, che si trova nel legno, nel cotone, e nella carta, e che è stato modificato chimicamente. Tali polimeri hanno un posto particolare nella storia del polimero poiché la loro invenzione, in modi diversi, è stata la molla che ha dato il via all'invenzione dei polimeri sintetici che continua tutt'oggi. Gli scienziati hanno iniziato a produrli nella seconda metà del diciannovesimo secolo, molto prima di sapere effettivamente cosa fosse un polimero. Concia della pelle, antico e inconsapevole metodo di produzione di un polimero sintetico Fibre di cellulosa Le Materie plastiche Le materie plastiche sono materiali organici o semiorganici ad elevato peso molecolare, cioè costituite da molecole con una catena molto lunga (macromolecole), che determinano in modo essenziale il quadro specifico delle caratteristiche dei materiali stessi. Le materie plastiche possono essere costituite da polimeri puri o miscelati con additivi o cariche varie. I polimeri di base sono essenzialmente di origine sintetica, cioè derivati dal petrolio, ma vi sono anche materie plastiche sviluppate partendo da una matrice naturale. La IUPAC (Unione internazionale di chimica pura e applicata) nel definire le materie plastiche come "materiali polimerici che possono contenere altre sostanze finalizzate a migliorarne le proprietà o ridurre i costi", raccomanda l'utilizzo del termine polimeri al posto di quello generico di plastiche. termoplastici, termoindurenti ed elastomeri I materiali polimerici puri si dividono in: termoplastici: acquistano malleabilità, cioè rammolliscono, sotto l'azione del calore; possono essere modellati o formati in oggetti finiti e quindi per raffreddamento tornano ad essere rigidi; tale processo può essere ripetuto tante volte ⇒ materie plastiche propriamente dette termoindurenti: dopo una fase iniziale di rammollimento per riscaldamento, induriscono per effetto della reticolazione; nella fase di rammollimento per effetto combinato di calore e pressione risultano formabili; se vengono riscaldati dopo l'indurimento non tornano più a rammollire, ma si decompongono carbonizzandosi; ⇒ resine elastomeri: presentano elevata deformabilità ed elasticità ⇒ gomme termoplastici termoindurenti elastomeri Noi e i polimeri… La natura, nelle organizzazioni più complesse, utilizza le macromolecole: siamo fatti di polimeri Molto prima che esistesse la plastica ed i polimeri sintetici, tantissimi anni addietro, fino all'inizio della vita sulla terra, la natura utilizzava i polimeri naturali per rendere possibile la vita. Dove li possiamo trovare? Sono ovunque ! Nei carboidrati ,nelle proteine, nei muscoli, nella pelle, nelle cellule, nelle ossa ..nel DNA… Noi e i polimeri…i carboidrati I carboidrati o glucidi (= dolce): prima sorgente di energia per gli organismi. carboidrati monosaccaridi polisaccaridi Noi e i polimeri…i carboidrati Monosaccaridi = singolo zucchero caratteristiche e reattività determinate dai gruppi funzionali - Gruppo alcolico -OH -gruppo aldeico –CHO -gruppo chetonico C=O A seconda del numero di atomi di carbonio si dividono in: - Triosi - Pentosi -tetrosi -esosi Noi e i polimeri…i carboidrati Polisaccaridi = più zuccheri sostegno Hanno funzione di cellulosa : costituita da un gran numero di molecole di glucosio riserva energetica Amido composto da due polimeri: amilosio (che ne costituisce circa il 20%) amilopectina (circa l'80%) Noi e i polimeri…il DNA Le informazioni per la riproduzione cellulare contiene Le informazioni per la sintesi delle proteine Avviene nel CITOPLASMA DNA NUCLEO RNA messaggero 1 - Trascrizione A ogni tre basi sulla molecola di DNA (tripletta) corrisponde un certo amminoacido. Un tratto di DNA che codifica per una determinata proteina è chiamato gene. Determinano la struttura primaria delle proteine, cioè la sequenza degli amminoacidi proteina 2 - Traduzione GENE Noi e i polimeri…il DNA struttura del DNA: doppia elica due filamenti appaiati di DNA che formano una microscopica e lunga scala a chiocciola i cui gradini sono le quattro basi A, G, C e T (adenina, guanina, citosina e timina). Gli accoppiamenti delle basi : l’adenina si lega solo con la timina (A·····T) e la guanina soltanto con la citosina (G·····C) Noi e i polimeri…le proteine 1 - vi presentiamo gli aminoacidi Famiglia di molecole che hanno una estremità acida e una basica alcuni Li sintetizziamo altri Li mangiamo Gli aminoacidi si legano tra di loro per le estremità CATENE PEPTIDICHE Le catene di aminoacidi si piegano in una materia particolare formando delle proteine contenenti migliaia di aminoacidi LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE Noi e i polimeri…le proteine LINEARI TRIDIMENSIONALI • NUMERO • TIPO • DISPOSIZIONI ATTIVITA’ BIOLOGICA DA SVOLGERE Noi e i polimeri…le proteine STRUTTURA PRIMARIA E’ una sequenza ordinata degli aminoacidi, determina sia la forma che la funzione che essa svolge STRUTTURA SECONDARIA La proteina si ripiega creando una struttura ad α-elica o foglietto β (la loro disposizione nello spazio) Noi e i polimeri…le proteine STRUTTURA TERZIARIA La proteina si ripiega ancora su se stessa (forza attrattiva) Noi e i polimeri…le proteine STRUTTURA QUATERNARIA la struttura è costituita da due o più subunità distinte, che si associano fra loro mediante deboli legami elettrostatici Se però alle «nostre» proteine cambiamo alcune proprietà quali temperatura e acidità dell’ambiente nel quali si trovano, Le molecole proteiche cambieranno forma, perché la conformazione nativa non è più «la forma giusta». DENATURAZIONE 1) Versare 250 ml di latte intero in un baker. In questo momento il PH del latte è debolmente acido (tra 6 e 7) 2) Far passare la temperatura del latte da 20° di temperatura ambiente a 50° tramite la piastra riscaldante e utilizzando un termometro con sonda per tenere sotto controllo la temperatura 3) Aggiungere al latte riscaldato 40 ml di aceto. A questo punto si noterà il separarsi della caseina, che galleggia sopra il siero 4) Con l’ausilio del colino filtrare la caseina dal siero, in un altro baker. Il PH del siero ora è intorno a 4-5 . Dalla caseina alla galalite La caseina può essere resa insolubile per immersione in formaldeide. Brevetto di Friedrich Adolph Spitteler e Wilhelm Krische : la GALALITE La galalite fu usata negli anni trenta per articoli di gioielleria, penne, manici d'ombrello, i tasti bianchi del pianoforte, bottoni. Si racconta che fu un gatto che, urtando casualmente una bottiglia contente formaldeide il cui contenuto finì nella sua ciotola del latte, a suggerire a Spitteler l’uso di tale reagente Nel corso della storia, l’uomo ha tentato prima di imitare la natura ( ) e poi di inventare strutture nuove ( ). Lo scopo, in entrambi i casi, era quello di ottenere La plastica è un materiale molto antico, infatti esistono materie plastiche naturali ricavate da elementi come il corno, la tartaruga, l’ambra, la lacca e la gommalacca. Questi sono stati utilizzati dall’uomo da secoli I primi esperimenti per ottenere materie plastiche semisintetiche ebbero luogo nel XIX secolo. Nel 1862 , ma non riscosse molto venne inventata la , che successo. Nel 1869 venne inventata la venne utilizzata per produrre i colletti delle camicie, le palline da ping-pong e dai dentisti per produrre le impronte dentali Nel 1909 nacque la , la prima plastica interamente artificiale. Fu usata nella produzione industriale di vari oggetti. Nel 1920 nacque la formica. . Nel 1963 Giulio Natta inventò il XIX secolo vennero effettuati i primi esperimenti in Inghilterra e Stati Uniti. 1862 l’inglese Alexander Parkes inventò la parkesina, costituita da: cellulosa, acidi e sostanze oleose. Essa venne inventata allo scopo di sostituire il corno e l’avorio, che si stavano esaurendo ed erano inoltre costosi. 1869 John Wesley Hyatt inventò la celluloide costituita da: cellulosa, canfora e acidi. venne inventata allo scopo di sostituire l’avorio, caro e costoso. La celluloide venne utilizzata per produrre: colletti delle camicie, palline da ping-pong e gli impianti per i denti. 1909 nacque la prima plastica sintetica interamente artificiale, la bachelite, creata dal chimico belga Leo Baekeland. 1920 invenzione della formica, utilizzata maggiormente nelle industrie di vari oggetti e per i piani delle cucine. 1930 vi erano già 16 tipi di plastiche, molte delle quali derivanti dal petrolio. 1950-60 ormai erano diffuse le plastiche di vario tipo. 1963 Giulio Natta vince il premio Nobel per il propilene, che divenne insostituibile; la ricerca era ormai attivissima. L'alto peso molecolare che i polimeri sono in grado di raggiungere conferisce loro proprietà meccaniche e tecniche decisamente superiori a quelle dei materiali non polimerici. I polimeri si possono utilizzare per la creazione di microchips, per l’industria aerospaziale, automobilistica, la fabbricazione delle batterie ricaricabili. Ci sono inoltre polimeri resistenti alla fiamma, al calore, agli agenti chimici e polimeri elastici. I polimeri hanno anche applicazioni domestiche. Intrecciando e le normali usate per le lenze è possibile creare in grado di uguagliare le prestazioni - per rapporto peso/potenza - di un motore a reazione. Sarà così possibile produrre protesi ed esoscheletri indossabili, maneggevoli ed economici, ma le possibili applicazioni o sono numerosissime, e includono anche la microchirurgia. Un è in grado di re la in retine di ratti ciechi. Lo ha dimostrato una ricerca dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova, che apre la strada alla sperimentazione di protesi visive nei casi in cui i tessuti della retina siano solo parzialmente danneggiati da malattie come la retinite pigmentosa o la degenerazione maculare senile. La seta è una fibra proteica prodotta da alcuni insetti dell'ordine dei lepidotteri oppure dai ragni. La seta utilizzata per realizzare tessuti si ottiene dal bozzolo prodotto da bachi da seta, nella maggior parte appartenenti alla specie Bombyx mori. A volte vengono utilizzate anche alcune specie della famiglia Saturniidae. Il nylon è una famiglia di polimeri sintetici (poliammidi), il cui capostipite - il nylon 6,6 – fu sintetizzato per la prima volta il 28 febbraio 1935 da Wallace Carothers alla Du Pont di Wilmington, Delaware (USA). I nylon sono usati soprattutto come fibre tessili e per produrre piccoli manufatti (polimero termoplastico). Il primo prodotto commerciale fu uno spazzolino da denti con le setole in nylon. Il primo successo del nylon: calze da donna (1940). Durante la Seconda Guerra Mondiale, il nylon venne ampiamente impiegato per realizzare le calotte e le funi dei paracadute. Occorrente - 3,1 ml di NaOH (idrossido di sodio). - 0.9 ml di EMDA (esametilendiammina) in soluzione acquosa. - 25 ml di cicloesano - 0,5 ml di cloruro di adipoile -acqua 1) Mettere in un beaker con 25 ml di H2O l’idrossido di sodio e l’esametilendiammina. 2) Mettere in una beuta il cicloesano e il cloruro di adipoile. 3) Versare molto lentamente il contenuto della beuta (soluzione organica) nel beaker con la soluzione acquosa. Osservare la formazione del polimero ( nylon 6,6) all'interfaccia. La plastica è molto preziosa, deriva dal petrolio, . Processo di cracking polimerizzazione Monomeri Polimeri Per degradare, le materie plastiche impiegano un tempo molto lungo La stessa natura opera “riciclando” polimeri naturali esistenti Cellulosa enzimi Glucosio Il consiste nella lavorazione meccanica di oggetti in plastica. Si possono ottenere: • Polimeri termoplastici macinati • Polimeri termoindurenti macinati 1 fase: vagliatura 2 fase: aspirazione 3 fase: selezione per materiale 4 fase selezione per colore 5 fase : imballaggio Le balle dopo essere state vendute vengono aperte e lavate in tre stadi 1 stadio: prelavaggio, rotazione 2 stadio: friction washer 3 stadio: risciacquo Il prodotto così ottenuto viene centrifugato e depolverizzato 1 fase: triturazione 2 fase: lavaggio 3 fase: asciugatura 4 fase: densificazione 5 fase: estrusione 6 fase imballaggio e spedizione