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Così i nostri ragazzi seguono i cattivi esempi
Ecco perché imitiamo gli altri. Se i comportamenti sono pessimi, molti ragazzi li riproducono
scambiando la finzione con la realtà. Sotto accusa la Tv, i videogames e l’indifferenza dei genitori.
La scimmia guarda i gesti degli altri e subito li imita. Lo fanno spesso anche gli umani, infatti si
dice "scimmiottare". Fino a poco fa, non si capiva da dove nascesse questo comportamento. Ora,
per merito dei ricercatori italiani Marco Iacoboni e Giacomo Rizzolatti, si sa che esso nasce da
speciali neuroni che spingono a specchiarci nei nostri simili e a imitarli. Perciò li hanno chiamati
neuroni specchio.
Marco Iacoboni, che insegna alla facoltà di Medicina dell’Università della California a Los
Angeles, spiega tutto nel libro I neuroni specchio, appena uscito da Bollati Boringhieri Editore. In
una intervista a La Stampa del 14 maggio, il professore dice che queste cellule cerebrali sono legate
anche al senso morale. L’età più esposta a simulare gli atteggiamenti che ci circondano è
l’adolescenza. «L’adolescenza», dice il professor Iacoboni, «è il momento più tumultuoso di
sviluppo del cervello, insieme con la fase da zero a tre anni».
Qui sta il punto. La scoperta dei neuroni specchio può avvicinarci a una delle più gravi emergenze
del nostro tempo, che ogni giorno finisce nelle cronache: i piccoli criminali, i bulli, il branco, i
ragazzi che vanno alla scoperta precoce e irresponsabile del sesso, usano alcol e droghe, fanno
violenza ai più deboli, giù giù fino allo stupro e all’assassinio: così è finita Lorena, povera piccola
martirizzata a Niscemi da tre coetanei. È un pauroso pianeta giovanile, abitato da adolescenti che
non sanno distinguere il bene dal male. Ci ha colpiti tutti al cuore la frase di uno dei ragazzini
assassini di Niscemi che, appena finita la confessione, ha detto al giudice: «Adesso posso
andarmene a casa?».
Ed eccoci alla scoperta dei ricercatori italiani. «La prima funzione dei neuroni specchio è capire le
azioni degli altri», dice il professor Iacoboni. Questo porta a un apprendimento imitativo. Se gli
esempi sono buoni, si costruisce un ponte che ci mette in sintonia con i nostri simili , ci aiuta a
capire il prossimo. Al contrario, se gli esempi sono pessimi, le menti ancora in formazione possono
arrivare a "scimmiottarli" con conseguenze nefaste. Tutto questo già lo sapevamo, ma ora la ricerca
avanzata ce ne fornisce una prova scientifica.
I ragazzi oggi si specchiano nel peggio della Tv. Vedono Criminal Minds , tanto per citare uno solo
dei sanguinolenti telefilm americani, e apprezzano le imprese dei serial killer paranoici più che
l’abilità degli investigatori. Giocano con i videogames dove si impara che picchiare dà una grande
soddisfazione, uccidere è facile, la violenza è un’arte e la vittoria sugli individui scarsi di muscoli e
di pistole è un successo da trasferire nella vita vera. Così una generazione meno attrezzata e più
trascurata, che non sa distinguere tra finzione e realtà, si immedesima nel male.
Ho letto che un videogame orripilante, e non ne cito il nome per non fargli altra pubblicità, è stato il
regalo più acquistato da padri e madri. Saranno gli stessi che protestano contro gli insegnanti
quando puniscono i figli; gli stessi che si ribellano se scatta una denuncia contro i loro "bravi
ragazzi". Sono genitori irresponsabili, ciechi davanti alle radici del male. Lo specchio che riflette
gesti ed emozioni altrui, e li riproduce, quando diventa deformante crea piccoli mostri.
1) Svolgi un riassunto del testo che ne metta in evidenza gli argomenti principali.
2) A partire dal testo, scrivi una lettera ai due ricercatori raccontando loro la tua esperienza
personale e descrivendo la situazione nell`ambiente in cui vivi.
3) Sempre tenendo presente il testo, svolgi –argomentandole- tue considerazioni personali sul
problema della violenza giovanile.