WEB/ - P1 1 WEB/ - P2 • Introduzione • La produzione • Le curve di costo • La concorrenza perfetta • Il monopolio • Le barriere all’entrata – La teoria del prezzo limite • Gli oligopoli e la concorrenza monopolistica • Esempio di analisi: il settore dell’alluminio 2 1 WEB/ - P3 • Value Partners è la più grande società di consulenza strategica di origine italiana • Nata nel 1993 dall’iniziativa di 15 consulenti che volevano realizzare un progetto: - Creare valore per le aziende clienti - Sviluppare soluzioni originali, per creare e sfruttare discontinuità • Value Partners è cresciuta costantemente ed è diventata un gruppo, integrando la capacità di sviluppare una visione strategica con quella di rispondere a problemi complessi di change management e di innovazione tecnologica 3 WEB/ - P4 Numero di professional e support staff 410 Yearly growth rate above 30% 62 VP Tech 72 VP Web 64 Value Partners Brazil 335 36 237 13 37 53 59 40 101 27 30 30 gennaio 1993 147 Value Partners Italy 187 212 74 dicembre 1996 dicembre 2000 dicembre 2001 Management Consulting VP Finance VP Ventures dicembre 2003F 4 2 WEB/ - P5 2000-2002, Percento del fatturato di Gruppo Strategie 11% di portafoglio Gestione dei processi funzionali (R&D, produzione, distribuzione, marketing, finanza,. . .) 26% 12% Riprogettazione dei processi critici (logistica integrata, sviluppo prodotti, commerciale, . . .) Organizzazione e gestione del cambiamento 14% Strategia IT 15% 22% Strategie di business (prodotti, mercati, canali,. . .) 5 WEB/ - P6 ( 2000-2002, Percento del fatturato di Gruppo, Numero di clienti* ) Numero di clienti serviti nel periodo Altri settori industriali 10% e di servizio (22) Trasporti e logistica (6) 3% Energia e utilities (4) 7% Immobiliare e (8) infrastrutture Largo consumo e retail (8) 38% Telecom, media (21) ed editoria 8% 11% Istituzioni finanziarie (19) 11% 12% Auto e componenti (5) * Sono considerate singole grandi Aziende all’interno di grandi Gruppi; nel caso di Gruppi multibusiness, sono considerate singole Aziende per settore di attività 6 3 WEB/ - P7 Paesi in cui abbiamo lavorato - Il 35% del nostro fatturato è generato da progetti realizzati all’estero Finlandia Federazione Russa Svezia - I nostri professionisti hanno 20 nazionalità diverse Gran Bretagna Polonia Olanda Belgio Francia Germania Svizzera Spagna Rep. Ceca Austria Slovacchia Ungheria Italia Turchia Grecia USA Giappone Cuba Egitto Nigeria Messico Venezuela Bolivia Perù Congo Brasile Australia Argentina Cile 7 WEB/ - P8 Consulenza strategica Consulenza IT a supporto del business Sviluppo di soluzioni avanzate per la sicurezza IT Finanza straordinaria Investimenti nell’innovazione Strategia di portafoglio e di business Organizzazione e gestione del cambiamento Riprogettazione di processi e funzioni critici IT consulting su piattaforma web Solution concept Rapid prototyping and development Strategie IT System Integration Soluzioni d’impresa Merger & Acquisitions Mercato dei Capitali Investor relations Analisi delle opportunità di investimento Valorizzazione Disinvestimento 8 4 WEB/ - P9 Il corso ha come obiettivo l’analisi dell’evoluzione delle strategie aziendali negli ultimi 50 anni, fornendo una panoramica essenziale, ma non esaustiva delle basi dell’analisi competitiva attuale LE BASI DELLA STRATEGIA IL MARKETING STRATEGICO - Strategie interne (funzione di produzione, ottimizzazione dei costi) - Strategie esterne (concorrenza perfetta, monopolio, mercati contendibili, barriere all’entrata) - Schema di Porter WHAT’S NEXT? - L’evoluzione della Net Economy - Differenziazione dell’offerta - Value chain analisys - Elementi costitutivi della Networked Company - Gestione del portafoglio prodotti - Modelli di business emergenti: B2B, B2C, B2B2C E-CRM, eProcurement, E-BPR, eProduct Development) - Impatto della strategia sull’organizzazione - Gestione dei progetti di E-business - SWOT Analisys - Equilibri di mercato (Cournot, Bertrand, Stakelberg, Chamberlin,..) ‘50 STRATEGIA E TECNOLOGIA ‘80 2000 2010 Anni La strategia moderna poggia le proprie basi negli studi dell’economia classica, del marketing strategico e delle frontiere offerte dalle nuove tecnologie 9 WEB/ - P10 • Introduzione • La produzione • Le curve di costo • La concorrenza perfetta • Il monopolio • Le barriere all’entrata – La teoria del prezzo limite • Gli oligopoli e la concorrenza monopolistica • Esempio di analisi: il settore dell’alluminio 10 5 WEB/ - P11 Le strategie aziendali degli anni 50 – 60 sono focalizzate sull’ottimizzazione interna del sistema produttivo, complice anche un mercato in forte espansione e “con poche pretese” A partire dall’analisi di • Processo produttivo: dai fattori di produzione ai prodotti finiti • Curve di costo di breve e di lungo periodo È possibile determinare • • Il dimensionamento ottimo minimo della struttura produttiva Il livello di produzione del sistema che massimizzi i profitti d’impresa L’esempio di successi a cui si ispira “l’economia della produzione” è la struttura organizzativa del modello “T” (Henry Ford) 11 WEB/ - P12 Il processo produttivo trasforma i fattori produttivi (materie prime, macchine, ore di lavoro umano, progettazione – input) in risultati (prodotti vendibili sul mercato, beni intermedi, “inquinamento” – output). Sia Y l’insieme degli output e y un suo generico elemento costituito dal vettore ordinato di tutti gli output output Sia X l’insieme degli input e x un suo generico elemento costituito dal vettore ordinato di tutti gli input input y ∈ Y, y = {y1 , y 2 ,..., y m } x ∈ X, x = {x1 , x 2 ,..., x n } Definiamo processo produttivo la relazione tra input ed output, ossia una corrispondenza tra gli elementi di X e quelli di Y: X → Y con x∈ X y∈Y 12 6 WEB/ - P13 Se la corrispondenza che determina il processo produttivo gode delle proprietà di efficienza, è possibile definire una funzione di produzione continua, monotona e concava ! " # $ Proprietà Conseguenze La Funzione di Produzione (FdP) misura il massimo livello di output che può essere ottenuto da un dato ammontare di input Ipotesi: frontiera dell’insieme di produzione Esiste un livello oltre il quale non si può produrre più output con lo stesso ammontare di input output insieme di produzione input L’obiettivo è dimostrare l’esistenza di una dimensione ottima minima ragionamento alla base delle considerazioni strategiche Proprietà della funzione di produzione Continuità È possibile variare infinitesimamente l’output variando infinitesimanente l’input Monotonicità Incrementando uno o più input l’output deve restare costante o aumentare Concavità Incrementando anche un solo input, l’output cresce, ma ad un ritmo progressivamente decrescente 13 WEB/ - P14 La FdP di riferimento presenta un solo output e due input: il lavoro ed i servizi da capitale (considerati costanti nel breve periodo) # Ci concentreremo su funzioni di produzione con un solo output e due input: Lavoro e Servizi da Capitale Lavoro Y = f (L , K Servizi da Capitale ) con (L , K ) ∈ X Operiamo una seconda semplificazione “temporale”: Breve Periodo Lungo Periodo Nel breve periodo si suppone costante lo stock di capitale. Esso viene infatti immobilizzato nei vari investimenti strategici dell’impresa: Nel lungo periodo lo stock di capitale non può più essere considerato costante. La quantità di produzione diviene una funzione in due variabili: Y = f ( L, K ) = F ( L ) Y = f (L , K ) f : ℜ2 → ℜ 14 7 WEB/ - P15 L’andamento caratteristico della FdP è rappresentabile tramite una curva monotona crescente, limitata, passante per l’origine, concava nel primo tratto e convessa nel secondo # % Y Capacità limite del sistema / Impianto Ymax Avviamento dell’impianto Punto di Flesso Y (0 ) = 0 Non lavorando non si produce Zona a rendimenti marginali decrescenti Zona a rendimenti marginali crescenti L Aumentando il lavoro di una quantità x, l’output aumenta di una quantità y con: Aumentando il lavoro di una quantità x, l’output aumenta di una quantità y con: y<x y>x 15 WEB/ - P16 Il rapporto fra la produttività marginale e la produttività media definisce l’elasticità della funzione di produzione in un punto L0 % Data una funzione di Produzione Produttività Media in L0 Produttività Marginale in L0 # Y = f (L ) definiamo: Y Y (L0 ) β= L0 atn(α) Y(L0) α = Y ′(L0 ) L0 L atn(β) Elasticità della FdP ηYL = α β ηYL > 1 la produttività media aumenta: il contributo produttivo di ogni lavoratore aggiuntivo (produttività marginale) supera quello dei lavoratori preesistenti (produttività media) • Se ηYL < 1 la produttività media diminuisce • La produttività media è massima quando η YL = 1 • Se 16 8 WEB/ - P17 La produttività media risulta massima nel punto L0 che rende unitaria l’elasticità della funzione di produzione & Y ′ (L ) Y (L ) L 3 dY (L ) ⋅ L − Y (L ) dL =0 L2 Y (L ) max L L Massimizzando la produttività media dY (L ) Y (L ) = dL L ⇔ Y (L ) Y ′ (L ) 2.5 Y (L ) L 2 1.5 1 0.5 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 17 WEB/ - P18 Lo studio della FdP di lungo periodo prevede l’analisi delle curve di livello, Isoquanti di produzione # Nel lungo periodo i servizi da capitale non sono più costanti. La FdP diventa una superficie nello spazio… …le cui curve di livello f (K ,L )= cost sono dette Isoquanti di produzione K 10 8 6 10 10 8 8 4 6 l 4 6 k 4 2 2 Y 0 2 L In termini pratici, nel lungo periodo, è possibile dotarsi di più impianti, acquistare asset aziendali, variando parallelamente il livello di lavoro 18 9 WEB/ - P19 La pendenza di un isoquanto è definita dal saggio marginale di sostituzione tecnica, che indica di quanto occorre aumentare (diminuire) l’impiego di un fattore se si vuole diminuire (aumentare) l’impiego dell’altro fattore " &'( $ Il MTRS è pari al rapporto tra le produttività marginali dei due input. K MTRS = A ∆K YL′ YK′ Angolo α B ∆L L 19 WEB/ - P20 La forma degli isoquanti determina il grado di sostituibilità tra i fattori ! • Se il MTRS non cambia lungo l’isoquanto abbiamo la massima sostituibilità (fattori perfettamente sostituibili). K • Se il MTRS varia tra valori estremi (tra 0 e ) allora abbiamo la minima sostituibilità (fattori perfettamente complementari): il processo produttivo richiede un rapporto fisso tra i due fattori. perfettamente complementari grado intermedio di sostituibilità perfettamente sostituibili L 20 10 WEB/ - P21 Dalla mappa degli isoquanti di produzione è possibile determinare i rendimenti di scala dell’intero sistema ( Si ipotizzi che aumentando l’impiego di tutti i fattori produttivi di un fattore di proporzionalità λ la produzione aumenti proporzionalmente di µ. Si avranno: Rendimenti di scala decrescenti Rendimenti di scala costanti µ <λ Rendimenti di scala crescenti µ =λ (es. impianto produttivo “lineare”) µ >λ (es. impianto per lo stoccaggio di materiali chimici) K Isoquanti Omotetici 2λK λK K Gli Isoquanti Omotetici incrociano i raggi dall’origine sempre con la stessa pendenza 2µY Y µY L λL 2λL L 21 WEB/ - P22 ) Si abbia un’azienda con funzione di produzione di Cobb-Douglas Y = Lα K β Si calcoli: • La produttività marginale del lavoro • La produttività media del lavoro • L’elasticità della produzione rispetto al lavoro • La produttività marginale del capitale • Il saggio marginale di sostituzione tecnica Si determini inoltre la forma degli isoquanti al variare di α e β e si traggano le debite conclusioni gestionali sui rendimenti di scala di tale FdP 22 11 WEB/ - P23 • Introduzione • La produzione • Le curve di costo • La concorrenza perfetta • Il monopolio • Le barriere all’entrata – La teoria del prezzo limite • Gli oligopoli e la concorrenza monopolistica • Esempio di analisi: il settore dell’alluminio 23 WEB/ - P24 Per analizzare il funzionamento di un’impresa occorre porre attenzione alle strutture gerarchiche, chiarire qual è l’obiettivo d’impresa e definire il contesto istituzionale, ovvero le forme di mercato * Gerarchia Obiettivi Gerarchicamente esiste un problema di incentivi: Assumeremo che sia la massimizzazione dei profitti correnti • Fra proprietario dei capitali e manager (valorizzazione dei capitali col minor rischio contro accrescimento del proprio Sebbene: potere di mercato) • Fra manager e intermediari creditizi (capitale a prestito per imprese rischiose contro garanzia di restituzione dei prestiti) • Fra manager e lavoratori (massimo impegno con minima retribuzione contro garanzia occupazionale con minimo sforzo). • Ignori la dimensione intertemporale • L’impresa operi in un contesto incerto (non sa se venderà il proprio prodotto, non sa a che prezzo lo venderà, non sa se troverà gli input necessari, né a quale prezzo li pagherà) Forme di mercato • Concorrenza perfetta nei mercati di beni e fattori: l’impresa è price-taker e non ha limiti di produzione, pertanto fissa gli input e, di conseguenza, l’output • Concorrenza imperfetta nei fattori e perfetta nei beni: l’impresa subisce il salario fissato dai sindacati o il costo del capitale fissato dalle banche, per cui sceglie la combinazione di input meno costosa e quindi l’output • Concorrenza perfetta nei fattori e imperfetta nei beni: l’impresa sa che il prezzo di vendita è collegato alle quantità vendute per cui sceglie la combinazione di input meno costosa, e poi fissa il prezzo di vendita oppure la quantità Obiettivo dell’analisi è la minimizzazione dei costi di produzione 24 12 WEB/ - P25 Lo studio della minimizzazione dei costi di produzione può essere condotto in due scenari differenti: nel breve e nel lungo periodo Breve periodo Lungo periodo Se vi è un solo fattore variabile, il lavoro, non vi è una reale scelta tra combinazioni alternative L’impresa deve scegliere la combinazione dei fattori che corrisponda al costo di produzione minimo per unità di prodotto La quantità di fattore domandato ed i costi di produzione dipendono dall’output che si vuole effettuare Data la mappa degli isoquanti, occorre individuare un punto su ciascun isoquanto, associato al minor costo Nella realtà vediamo che esiste anche una scelta ottima fra isoquanti, ad esempio legata al numero di persone qualificate presenti in una determinata area, lo spazio edificabile, ecc… 25 WEB/ - P26 Nel breve periodo la funzione di costo risulta la somma di costi fissi (i servizi da capitale) e costi variabili (il lavoro) # Sia w il salario per unità di lavoro ed r il costo d’uso dei servizi del capitale, definiamo la funzione di costo: C = w⋅L + r ⋅K Costi fissi FC (nel breve periodo k è costante) Costi variabili VC con la produzione L = f (Y ) Costo medio per unità di prodotto (ATC) Costo medio fisso per unità di prodotto (AFC) Costo medio variabile per unità di prodotto (AVC) TC w ⋅ L + r ⋅ K = Y Y FC r⋅K = Y Y VC w ⋅ L (Y ) = Y Y * Vero perché Y(L) risulta monotona, derivabile e Costo marginale in Y0 (MC) dC dY =* Y =Y 0 w Y ′( L 0 ) Y ′ ( L0 ) ≠ 0 ∀ L 0 ∈ D 26 13 WEB/ - P27 I costi medi totali (ATC) e variabili (AVC) per unità di prodotto sono minimi quando uguagliano i costi marginali & +' min ATC = min Y Y + TC (Y ) Y min AVC = min Y dTC (Y ) ⋅ Y − TC (Y ) dY =0 Y2 MC = Y VC (Y ) Y dVC (Y ) ⋅ Y − VC (Y ) dY =0 Y2 dTC (Y ) TC (Y ) = = ATC dY Y dVC (Y ) VC (Y ) = = AVC dY Y MC = 27 WEB/ - P28 Ipotizzando i costi variabili con rendimenti prima decrescenti e quindi crescenti si possono tracciare qualitativamente gli andamenti delle curve di costo di breve periodo + C TC = FC + VC C dC , Y dY VC Costo medio variabile (AVC) Costo medio fisso (AFC) Costo marginale (MC) Costo medio totale (ATC) FC Y Y 28 14 WEB/ - P29 Nel lungo periodo la strategia interna d’impresa impone la scelta della combinazione dei fattori che minimizzi il costo di produzione per unità di prodotto # Nel lungo periodo la strategia aziendale può fare leva su due fattori: lavoro e servizi da capitale C = f (L , K ) = w ⋅ L + r ⋅ K Costo unitario del lavoro Costo unitario dei servizi da capitale Definiamo Curva di Isocosto la retta determinabile lasciando il costo totale costante C = w ⋅ L + r ⋅ K = cost Il raggiungimento dell’obiettivo strategico richiede, a parità di costi, la scelta del livello di produzione più alto, ovvero la determinazione del livello di costo più basso compatibile con dato livello di produzione 29 WEB/ - P30 La combinazione ottima è definita dalle coordinate del punto di tangenza (A) fra retta di isocosto e l’isoquanto di produzione & Definito il budget di costi si determina la combinazione dei fattori K e L che massimizzano la FdP dell’impresa max f (K , L ) K ,L C (K , L ) - cost = 0 ∇f ( K , L ) = λ ⋅ ∇C ( K , L ) C (K , L ) − cost = 0 f L′ f′ = K w r Isoquanti di produzione w − r Rette di isocosto Il prodotto aggiuntivo che si ottiene spendendo un euro in più nel fattore capitale deve essere uguale al prodotto aggiuntivo che si ottiene spendendo lo stesso euro nel fattore lavoro 30 15 WEB/ - P31 L’aumento del prezzo di un fattore ne determina una riduzione dell’impiego (sotto l’ipotesi mantenuta di lasciare inalterato il livello di output) ! Se aumenta il costo del lavoro K e/o si riduce il costo d’uso del capitale r′ < r w′ > w il lavoro diventa relativamente più costoso del capitale e l’impresa riallinea le scelte strategiche (A→B) B Il fattore lavoro viene così parzialmente sostituito dal fattore capitale A − w′ r′ − w r L 31 WEB/ - P32 Facendo variare le esigenze di produzione dell’impresa, si individua la sequenza delle combinazioni di lavoro - capitale ottime per il sistema individuando il sentiero di espansione della produzione K Sentiero di Espansione B A Se gli isoquanti sono omotetici (ovvero la funzione di produzione è omogenea di grado 1 e quindi presenta rendimenti di scala costanti), allora il sentiero di espansione sarà dato da una retta L 32 16 WEB/ - P33 Confrontando le strategie aziendali su differente scala temporale si può concludere che la curva di costi di lungo periodo risulta essere l’inviluppo di quella di breve ( ! ( K = K * = f Y * , w, r Dato valore ottimo di capitale (K*) nello stato (Y*, w, r) In corrispondenza di Y* la scelta dei fattori nel breve periodo coincide con quella ottima del lungo periodo C AC1BP Se Y≠Y* lo stock di capitale è inappropriato, e quindi l’impresa sopporta dei costi aggiuntivi dovuti alla impossibilità di aggiustare ottimamente il fattore K AC3BP MC1BP ) ACLP MCLP AC2BP MC2BP In corrispondenza dei punti di tangenza i costi marginali di breve e lungo periodo devono coincidere MC3BP Y 33 WEB/ - P34 L’espansione della capacità produttiva nel breve periodo tende, invece, a disottimizzare la configurazione del sistema non potendo modificare il capitale K Per passare dal primo al secondo isoquanto nel lungo periodo l’impresa adegua sia L che K passando dal punto A al punto B K Sentiero di espansione di lungo periodo B K A C Nel breve periodo può modificare solo L e quindi è costretta a passare dal punto A al punto C (condizione non ottimale per il sistema) Sentiero di espansione di breve periodo L 34 17 WEB/ - P35 Rispondere alle seguenti domande: Quale delle seguenti affermazioni è vera: • I costi medi totali sono sempre maggiori o uguali ai costi medi variabili • I costi medi fissi non aumentano mai all’aumentare dell’output Un’impresa produce la medesima quantità di output con due impianti diversi. Se il costo marginale relativo al primo impianto è superiore a quello relativo al secondo, come può l’impresa ridurre i costi mantenendo invariata la quantità prodotta? Nel lungo periodo l’impresa opera sempre in corrispondenza del livello minimo di costi medi che devono essere sostenuti per produrre una data quantità di output utilizzando la dimensione d’impianto ottima. Vero o Falso? 35 WEB/ - P36 Si abbia un’azienda con funzione di produzione di Cobb-Douglas Y = Lα K β Supponendo di essere nel breve periodo si calcoli: • La domanda condizionata di lavoro • La funzione di costo minimo • Si calcolino ATC, AVC, AFC, MC • Si faccia un grafico qualitativo delle precedenti funzioni 36 18 WEB/ - P37 , Si abbia un’azienda con funzione di produzione di Cobb-Douglas Y = Lα K β Supponendo di essere nel lungo periodo: • Impostare il problema di ottimizzazione dei costi • Determinare il valore di Y, L, K e C nel punto di ottimo • Calcolare ATC e MC • Trarre le adeguate considerazioni sui redimenti di scala 37 WEB/ - P38 • Introduzione • La produzione • Le curve di costo • La concorrenza perfetta • Il monopolio • Le barriere all’entrata – La teoria del prezzo limite • Gli oligopoli e la concorrenza monopolistica • Esempio di analisi: il settore dell’alluminio 38 19 WEB/ - P39 L’interfacciarsi con un mercato a domanda limitata impone alle imprese di affiancare all’ottimizzazione dei processi le scelte strategiche “esterne” - • • L’impostazione dello sviluppo strategico su elementi esecutivamente “INTERNI” si riconduce ad un problema di ottimizzazione più o meno complesso Le aziende si interfacciano invece con mercati di prodotti e fattori a domanda limitata, per cui, l’obiettivo di generazione di profitto, impone di: Competere “Esternamente” su prezzi, quantità e caratteristiche dei prodotti / servizi Ottimizzare “Internamente” i processi La quantificazione del profitto è la misura del successo di una azienda 39 WEB/ - P40 Esistono tre approcci distinti che giustificano l’obiettivo di massimizzare il profitto ./ ! 0 Approccio evoluzionista Approccio marxiano Approccio istituzionalista Perché chi si comporta secondo questo canone ha maggiori possibilità di sopravvivenza (gli azionisti investono più volentieri, le banche li considerano più affidabili, hanno maggiori risorse provenienti dall’autofinanziamento) Perché il capitalismo si descrive proprio come valorizzazione del capitale attraverso lo sfruttamento del lavoro umano sottomesso alla proprietà privata delle macchine, ed il profitto è la misura dell’efficienza di tale processo Perché in molti casi gli azionisti remunerano il manager attraverso la compartecipazione agli utili come forma di incentivo, ed il profitto diventa l’obiettivo di un management efficiente 40 20 WEB/ - P41 Le ipotesi di partenza per lo studio sono quattro ! Omogeneità del prodotto Price- Taking Perfetta mobilità di beni e fattori Perfetta informazione Tutte le imprese producono lo stesso prodotto, ossia fronteggiano la stessa massa di consumatori (assenza di differenziazione) Ogni impresa ritiene di essere troppo piccola per influenzare i prezzi, tutte si comporteranno esclusivamente in risposta ai segnali di prezzo (assenza di monopolio) Esistono delle opportunità da sfruttare: imprese, fattori produttivi e/o consumatori si muoveranno per approfittarne (assenza di barriere alla migrazione) Per poter approfittare delle combinazioni (di consumo o di produzione) più convenienti, occorre esserne informati (assenza di asimmetria dell’informazione) 41 WEB/ - P42 Si consideri il caso di un’azienda che si interfaccia con mercati di prodotto e fattori in concorrenza perfetta e si suddivida l’analisi in breve e lungo periodo & ! • • ! L’impresa opera in mercati concorrenziali sia sul mercato dei fattori che su quello dei prodotti L’impresa è price taker in entrambi i mercati (Ritiene di non poter modificare i prezzi con i propri comportamenti in quanto la sua dimensione è trascurabile rispetto all’intero mercato) Questo significa che essa si limita a ricevere dal mercato dei segnali di scarsità relativa dei prodotti, e agisce di conseguenza Continuiamo a suddividere l’analisi in breve e lungo periodo 42 21 WEB/ - P43 L’obiettivo di una azienda che operi in concorrenza perfetta è quello di produrre una quantità di prodotto tale da potersi posizionare nel punto B del grafico sottostante 1 Costi totali Si consideri: • Il ricavo marginale dalla vendita di un prodotto è costante • Il costo marginale di produzione dipendente dalla tecnologia di produzione e dal costo di acquisto del fattore produttivo Ricavi = prezzo * quantità A B Per massimizzare i profitti risulta: Quantità Quantità ricavo marginale = costo marginale max ( p ⋅ Y − C (Y )) Y Profitti / Perdite = Ricavi - Costi p= dC = MC dY 43 WEB/ - P44 In termini di curve di costo, questo equivale a scegliere le quantità associate ad ogni prezzo lungo la curva dei costi marginali 23 p • L’impresa fa profitti positivi quando il prezzo supera il punto B • Tuttavia conviene produrre anche quando il prezzo è fra A e B: Copertura di una parte dei costi fissi, in cui incorrerebbe comunque anche non producendo AC B A AVC MC = Ricavi Y 44 22 WEB/ - P45 Dall’analisi precedente si ottiene la curva di offerta di impresa nel breve periodo e, per somma, quella dell’industria ! ! p La curva di offerta dell’impresa nel breve periodo è inclinata positivamente se i costi marginali sono crescenti, ovvero la produttività marginale dell’unico fattore variabile è decrescente MC Offerta nel breve periodo AC AVC Condizione di chiusura La curva di offerta dell’industria si ottiene sommando le curve di offerta delle singole imprese presenti sul mercato Y p Impresa 1 Impresa 1 + Impresa 2 Impresa 1 + Impresa 2 + Impresa 3 Impresa 1 + Impresa 2 + Impresa 3 + Impresa 4 L’inclinazione della curva di offerta dell’industria sarà pari a 1/n l’inclinazione di quella della singola impresa Y 45 WEB/ - P46 Il prezzo di equilibrio viene determinato dall’intersezione della domanda e dell’offerta di mercato Prezzo Offerta dell’industria Prezzo di equilibrio Sotto ipotesi di concorrenza perfetta il prezzo di equilibrio appare come un dato sia alle imprese che ai consumatori (price taking) Domanda di tutti i consumatori Quantità Determinato il prezzo sul mercato, dato l’elevato numero di competitors, l’impresa: • Riterrà di fronteggiare una domanda infinitamente elastica (orizzontale) per la produzione • Deciderà di produrre la quantità che rende il costo marginale uguale al prezzo 46 23 WEB/ - P47 Riportando nella curva dei costi il prezzo di equilibrio dell’impresa è possibile quantificare l’utile dell’azienda ! p 0 Equilibrio di mercato Equilibrio di impresa p MC = Profitto Unitario p2 ATC Profitti Perdite p1 Y Y1 Se il prezzo di mercato è p2, l’impresa nel breve periodo fa profitti. Se invece il prezzo che si afferma è p1, l’impresa fa perdite Y2 Y Utile = Margine ⋅ Volume Utile = (MC − ATC ) ⋅ Y Entrambe le situazioni sono non mantenibili nel lungo periodo: • La prima induce una uscita dal mercato • La seconda attira imprese concorrenti 47 WEB/ - P48 L’impresa trae beneficio dal produrre, ed essa produce ogniqualvolta il prezzo eccede il costo medio variabile, chiamiamo tale beneficio Surplus del Produttore I consumatori preferiscono consumare di più a prezzi inferiori, mentre le imprese preferiscono vendere di più a prezzi superiori • L’utilità dei consumatori è funzione decrescente dei prezzi • Il profitto dell’impresa è crescente con il prezzo di vendita dei beni Il beneficio di produrre si traduce in Surplus dell’Azienda Un’azienda produce se MC > AVC Surplus Azienda = ( p - AVC ) ⋅ Y = = (Ricavi − VC − FC ) + FC = = Profitti + FC Il surplus andrà: • A ripagare una parte dei costi fissi • A generare profitto 48 24 WEB/ - P49 In prima approssimazione il surplus del produttore può essere considerato pari all’area del triangolo che sovrasta la curva di offerta MC = Profitto Unitario Prezzo Per la singola impresa, che uguaglia il prezzo a MC, il surplus è dato dalla differenza tra MC e AVC moltiplicata per le quantità prodotte Prezzo di mercato Surplus del produttore Y* VC = MC (Y ) dY 0 Volume di vendita (Y*) Quantità 49 WEB/ - P50 Lo scambio di mercato è dunque apportatore di benefici sia per i consumatori che per i produttori I consumatori ottengono quantità positive del bene ad un prezzo inferiore ai loro prezzi di riserva Prezzo Surplus del consumatore Surplus del produttore Le imprese producono quantità del bene ad un prezzo superiore al costo minimo di produzione Offerta Domanda Quantità 50 25 WEB/ - P51 Nei mercati concorrenziali, la concorrenza tra imprese e/o tra consumatori spinge la produzione e lo scambio fino all’equilibrio fra utilità, ricavo e costo marginali I consumatori consumeranno i beni fino al punto in cui l’utilità marginale eccede il prezzo di acquisto Utilità Marginale = Le imprese produrranno fino al punto in cui il prezzo di vendita eccede il costo di produzione Ricavo Marginale = Costo Marginale Finché il costo marginale è inferiore alla utilità marginale, le imprese “vorranno servire” i consumatori Il prezzo convoglia informazioni sul come orientare la produzione 51 WEB/ - P52 Nel lungo periodo l’impresa può modificare lo stock di capitale e di conseguenza decidere di disinvestire totalmente (uscita dal mercato) oppure creare da zero nuova capacità produttiva (ingresso nel mercato) + Dato che: • La presenza di extra-profitti regola l’ingresso e l’uscita di un’impresa dal mercato • L’obiettivo aziendale di uguagliare p=MC È possibile affermare che: Le imprese entrano nel mercato se: Mercato stabile se: Le imprese escono dal mercato se: MC > AC p = MC = AC MC < AC p > AC p < AC 52 26 WEB/ - P53 In un mercato stabile nel lungo periodo le imprese fanno profitti nulli ! C (Y ) ⋅Y = Y = p ⋅ Y − AC ⋅ Y = ( p − AC ) ⋅ Y = 0 π = p ⋅ Y − C (Y ) = p ⋅ Y − Detto π il profitto si ha: • Finché π>0 entrano nuove imprese, la curva di offerta d’industria si sposta verso destra e il prezzo di mercato si abbassa. • Quando π<0 escono vecchie imprese, la curva di offerta d’industria si sposta verso sinistra, la produzione si contrae ed il prezzo di mercato si alza. Nel lungo periodo vi è un unico prezzo sostenibile, dato dal costo medio minimo 53 WEB/ - P54 Rilassando i vincoli di capitale, le n imprese presenti sul mercato potranno scegliere la dimensione ottimale per minimizzare i costi, soddisfacendo ciascuna 1/n della domanda totale Equilibrio di mercato Prezzo Equilibrio di impresa Costi SMC SAC LAC p LMC Data la domanda di mercato del prodotto, si determina il numero di imprese presenti Quantità Se tutte le imprese hanno accesso alla medesima produzione, vorranno produrre le medesime quantità Quantità 54 27 WEB/ - P55 1 • • • • • Nel lungo periodo la curva di offerta è orizzontale in coincidenza con il punto di minimo della curva di costi fissi Variazioni della domanda producono variazioni nel numero delle imprese presenti e non nelle quantità prodotte dalla singola impresa Ciò rimane valido se non variano i prezzi dei fattori produttivi Se la funzione di produzione presenta rendimenti costanti di scala, la curva di costo medio è costante, e quindi il suo punto di minimo è indeterminato Non è possibile individuare né il numero esatto di imprese né la quantità prodotta da ogni singola impresa, ma questo è valido solo in teoria …… 55 WEB/ - P56 4 Un’azienda che opera in un mercato concorrenziale presenta le seguenti curve di costo di breve e di lungo periodo: 1 C BP = w ⋅ Y α K − β α 1 +r⋅K C LP = Y α +β w α α +β r β α +β α β β α +β β + α α α +β Si determini: • La curva di offerta di breve periodo • La curva di offerta di lungo periodo Sapendo inoltre che l’impresa ha una FdP di Cobb-Douglas* determinare: • L’elasticità della curva di offerta (rapporto tra la variazione percentuale della quantità offerta al variare del prezzo) nel breve e nel lungo periodo * Y = Lα K β 56 28 WEB/ - P57 5 Si analizzi un settore in cui operano m imprese in concorrenza perfetta, caratterizzate dalle seguenti funzioni di costo minimo Breve periodo Lungo periodo C BP = α + β ⋅ Y + γ ⋅ Y 2 + δ ⋅ Y 3 C LP = β ⋅ Y + γ ⋅ Y 2 + δ ⋅ Y 3 Data la domanda di mercato p = σ −τ ⋅Y Si determini nel breve e nel lungo periodo: • La curva di offerta di impresa • La curva di offerta di industria (approssimando ove necessario la curva di offerta al primo ordine) • Il prezzo di equilibrio di mercato • Il numero di imprese a regime (nel lungo periodo) 57 WEB/ - P58 • Introduzione • La produzione • Le curve di costo • La concorrenza perfetta • Il monopolio • Le barriere all’entrata – La teoria del prezzo limite • Gli oligopoli e la concorrenza monopolistica • Esempio di analisi: il settore dell’alluminio 58 29 WEB/ - P59 Il monopolio è una forma di mercato in cui dal lato dell’offerta è presente un’unica impresa price maker, che si confronterà con una domanda di elasticità finita . Il monopolio è una forma di mercato in cui un unico venditore offre un prodotto per il quale non esistono stretti sostituti Caratteristiche Descrizione • L’unico produttore è cosciente del fatto che quantità maggiori possono essere vendute solo abbassando il prezzo No price-taking: • In concorrenza perfetta: una strategia che comporti un aumento del prezzo al di sopra di quello dei concorrenti azzera la domanda, viceversa una riduzione al di sotto della concorrenza attira tutta la domanda di mercato Elasticità finita della domanda • In assenza di concorrenza:una variazione del prezzo fa variare la quantità domandata di una quantità finita Il monopolista analizzerà la curva dei ricavi per determinare la strategia che massimizzi i profitti 59 WEB/ - P60 In un mercato monopolistico i ricavi marginali sono funzione del prezzo di vendita e dell’elasticità della domanda alle quantità vendute Dato il ricavo al variare dei volumi di vendita MR = Il ricavo marginale è la somma fra: • L’aumento dei ricavi dovuto alle nuove vendite (p) • La perdita di fatturato dovuta al fatto che la produzione è ora offerta ad un prezzo inferiore R = p (Y ) ⋅ Y dR Y = p + Y ⋅ p′(Y ) = p ⋅ 1 + ⋅ p′(Y ) = dY p = p ⋅ 1− 1 1 = p ⋅ 1− =0 p ηp − ⋅ Y ′( p ) Y ηp è l’elasticità della domanda alle quantità vendute • ηp>0 • Ogni unità venduta apporta al fatturato dell’impresa un beneficio inferiore al prezzo di vendita pre-esistente • Se p è lineare, MR è massimo se ηp=1 60 30 WEB/ - P61 Data una dipendenza lineare della domanda rispetto al prezzo Y =α − β ⋅ p R = p ⋅Y = p= α 1 Y − Y2 β β I ricavi hanno forma parabolica η Se Y → 0 dY p α ηp = − ⋅ = ... = − 1 dp Y Y MR = α 1 − ⋅Y β β Se Y = α Se Y = α dR α 2 = ... = − Y dY β β 2 MR = 0 η ⇔ → +∞ p η p p = 0 Y = =1 α 2 61 WEB/ - P62 " $ Prezzo (p) α β MR = α 2 − Y β β p= Ricavo marginale α 1 − ⋅Y β β Domanda Quantità (Y) Ricavi / Elasticità della domanda α 2 R= ηp = 1 α Y −1 Elasticità della domanda α 1 Y − Y2 β β Ricavi Quantità (Y) 62 31 WEB/ - P63 Anche in un mercato monopolistico l’impresa produrrà fino al punto in cui il costo marginale di una unità aggiuntiva è inferiore o uguale al ricavo marginale che quella stessa unità arreca all’impresa • L’impresa sceglierà la quantità di produzione che soddisfa la condizione di uguaglianza tra ricavo e costo marginale. Il prezzo sarà determinato dalla domanda Oppure • L’impresa fissa il prezzo aumentando il costo marginale di un margine di ricarico. La quantità da produrre verrà determinata dalla domanda Prezzo MR = p 1 − Profitti = Y (Ricavi - AC) 1 ηp = MC MC AC p= Profitti ηp η p −1 MC Margine di ricarico, Mark-Up (>1) Domanda = Ricavi MR Quantità 63 WEB/ - P64 Il monopolio puro comporta una perdita di efficienza, poiché l’utilità marginale dei consumatori eccede i costi marginali di produzione ! ! Equilibrio monopolistico di lungo periodo Prezzo Equilibrio concorrenziale di lungo periodo • I consumatori hanno una perdita di surplus pari alle aree A+B, mentre l’impresa ottiene un aumento di profitti pari all’area A A B LAC = LMC * MR • Il triangolo B rappresenta una perdita netta di efficienza causata dal monopolio Domanda Quantità * Per semplicità si è presa in considerazione una LAC orizzontale 64 32 WEB/ - P65 Al fine di ridurre l’inefficienza del monopolio l’impresa può adottare politiche di prezzo a seconda dei clienti che ha di fronte. Esistono tre forme di discriminazione . * ! ! Discriminazione del primo tipo Discriminazione del secondo tipo Discriminazione del terzo tipo Ogni unità viene venduta ad un prezzo diverso, equivalente al prezzo di riserva del consumatore. (Es. tariffe personalizzate per assicurazioni o cellulari) Quantità diverse a prezzi diversi. (Es. le politiche di sconto) Consumatori diversi, prezzi diversi. (Es. tariffe differenziate per l’utenza). 65 WEB/ - P66 Nella discriminazione del primo tipo, il monopolista può abbassare i prezzi per attrarre nuovi consumatori senza essere costretto a rivedere i prezzi praticati ai clienti precedenti - Prezzo • Il ricavo marginale coincide con la curva di domanda • Il monopolista abbasserà il prezzo fino ad eguagliare il costo marginale, producendo come in concorrenza perfetta • La domanda assorbe tutto il surplus del consumatore • Non vi è perdita di efficienza, perché l’ultimo consumatore uguaglia la sua utilità marginale al costo marginale. MC Domanda = MR Quantità 66 33 WEB/ - P67 Nella discriminazione del secondo tipo i consumatori fronteggiano la stessa struttura tariffaria, dove i prezzi praticati dipendono dalle quantità consumate Prezzo Essendo finito il numero degli scaglioni, non viene estratto tutto il surplus del consumatore MC Domanda Quantità 67 WEB/ - P68 Un monopolista produrrà meno e guadagna di più di un’impresa che si relazione con un mercato di tipo concorrenziale • Essendo il prezzo fissato dall’impresa superiore al costo marginale, l’impresa produrrà meno che in concorrenza perfetta, e quindi impiegherà meno fattori produttivi. Essa farà profitti positivi in quanto p > MC > AC • Quanto più rigida è la domanda (ηp bassa), tanto più elevato sarà il margine di ricarico e più elevato sarà il prezzo praticato • Un’impresa monopolista richiede meno fattori produttivi, produce meno e guadagna di più di una impresa concorrenziale Presentando extra – profitti, i mercati monopolistici sono attrattori per nuove imprese, pertanto possono sussistere solo in presenza di barriere all’ingresso adeguate 68 34 WEB/ - P69 La nascita di un monopolio è dovuta a diversi fattori, i principali sono il possesso esclusivo di una risorsa, una licenza governativa e la presenza di economie di scala ./ Possesso esclusivo di alcuni input fondamentali alla produzione Licenze governative Economie di scala Ad esempio il proprietario di una zona contenente una sorgente di acqua minerale sarà l’unico a poter vendere quell’acqua. Chi detiene il brevetto di una particolare invenzione può sfruttarlo per produrre un bene non imitabile (es. le macchine fotografiche a sviluppo istantaneo della polaroid) Il governo può ritenere opportuno di produrre determinati beni o garantire determinati servizi direttamente o affidarne la produzione ad imprese private in regime di monopolio tramite licenze (es. Telecom e ENEL sino a qualche anno fa…) Esistono situazioni nelle quali all’aumentare della dimensione dell’impresa il costo unitario di produzione si riduce. L’impresa più grande opera a costi unitari minori tendendo a formare un Monopolio Naturale 69 WEB/ - P70 6 Sia dato un settore monopolistico con Domanda di mercato Y =α − β ⋅ p FdP del monopolista Y = LK Funzione di costo nel breve periodo (K=cost) C = w⋅ Y + r⋅K K Si determini: • Ricavi e costi marginali del monopolista • La quantità di beni immessi sul mercato • Il prezzo di equilibrio Discutere analiticamente e graficamente quando l’impresa fa profitti 70 35 WEB/ - P71 • Introduzione • La produzione • Le curve di costo • La concorrenza perfetta • Il monopolio • Le barriere all’entrata – La teoria del prezzo limite • Gli oligopoli e la concorrenza monopolistica • Esempio di analisi: il settore dell’alluminio 71 WEB/ - P72 Una corretta strategia d’impresa non può prescindere dall’analisi delle minacce di entrata di nuovi competitors nel mercato + Sia in un mercato perfettamente concorrenziale, che in un monopolio la presenza di extra– profitti induce nuovi competitors ad entrare nel mercato: con alcune differenze: In un mercato concorrenziale • La strategia di ogni impresa è indipendente da quella degli altri competitors (price - taking) • Variando la dimensione del mercato non variano i profitti d’impresa, ma solamente il numero di imprese presenti In un monopolio • L’ingresso di un concorrente condiziona la strategia del monopolista (price maker) La teoria del prezzo limite, la teoria dei mercati contendibili e la teoria dei giochi modellizzano tale situazione 72 36 WEB/ - P73 Definiamo barriera all’entrata quei costi fissi e irrecuperabili che una impresa deve sostenere per entrare in un mercato 7 * • Una barriera all’entrata si definisce come un costo addizionale in cui incorrono le imprese che cercano di entrare in un dato settore, ma non quelle che già vi operano (Stigler) • Una barriera all’entrata può essere identificata nei vantaggi che le imprese di un settore hanno nei confronti dei nuovi entranti e nei maggiori investimenti che queste ultime devono effettuare per ottenerli (Bain) In un mercato con barriere all’entrata le imprese operanti sono in grado di ottenere una redditività maggiore rispetto ai potenziali entranti 73 WEB/ - P74 La presenza di barriere all’entrata in un settore può avere differenti origini: presenza di economie di scala, necessità di investimenti immateriali, vantaggi assoluti di costo o barriere istituzionali * Origine Descrizione Se esistono economie di scala può essere difficile riuscire ad entrare nel mercato qualsiasi sia la scelta: Economie di scala • Costruzione di un impianto con capacità inferiore a quello del leader di mercato e saturazione • Costruzione di un impianto di uguali capacità rispetto al leader senza saturarlo Investimenti immateriali Vantaggi assoluti di costo Barriere istituzionali Know How, Fedeltà alla marca, ecc… (Sunk Costs) Possesso delle minierre più ricche, del terreno più fertile, di un brevetto… Legislazione, licenze, concessioni, ecc… 74 37 WEB/ - P75 In un mercato contendibile non esistono barriere all’ingresso e/o all’uscita, per cui non esiste un prezzo p’ al quale una entrante può vendere una quantità di beni x’ facendo profitti 7 • Un mercato è contendibile se in esso e da esso è possibile, per qualsiasi soggetto, entrare ed uscire senza costo. Ciò implica che: - Non esistono vincoli amministrativi - Tutti i concorrenti potenziali hanno accesso alla medesima tecnologia delle imprese esistenti Una configurazione industriale {n; x1 … xn; p} è sostenibile se: ∃/ p ′,x ′ > 0 con p ′ < p per cui x ′ ⋅ p ′ − c ( x ′ ) > 0 In un mercato contendibile non si fanno extra - profitti 75 WEB/ - P76 Nella teoria del prezzo limite viene fissato un valore di p per il quale le nuove imprese hanno convenienza ad entrare nel mercato 7 • Ipotesi: il monopolista mantiene inalterata la quantità prodotta, in qualsiasi circostanza, anche in seguito all’entrata del concorrente • Nel modello di Bain – Sylos – Labini – Modigliani viene indicato un livello dei prezzi oltre i quale un’impresa ha convenienza ad entrare, anche in presenza di economie di scala crescenti 76 38 WEB/ - P77 La teoria dei giochi è un utile strumento interpretativo della teoria del prezzo limite 7 . La teoria dei giochi è lo strumento di cui ci serviremo per interpretare la teoria del prezzo limite Un gioco è caratterizzato da Giocatori partecipanti Mosse disponibili Risultati Le imprese in concorrenza tra loro, oppure l’impresa ed il sindacato aziendale Lo spazio delle azioni che possono essere intraprese dai giocatori I guadagni conseguiti da ogni agente una volta scelte le mosse da tutti gli agenti (payoff del gioco) 77 WEB/ - P78 Come in ogni problema di scelta, siamo interessati agli esiti del gioco La soluzione del gioco può esistere o non esistere, a seconda: Della struttura dei payoff Della distribuzione dell’informazione tra gli agenti Strategie dominanti • Quelle strategie che garantiscono un payoff più elevato indipendentemente dalle scelte di tutti gli altri agenti • Per ipotesi un agente utilizza una strategia dominante quando la possiede • Definiamo un equilibrio in strategie dominanti tutte le volte che ogni agente possiede almeno una strategia strettamente dominante 78 39 WEB/ - P79 La matrice dei payoff di un gioco indica quali saranno i payoff per ciascun giocatore in corrispondenza di ciascuna combinazione di strategie 8! ! In ogni cella della matrice il primo valore corrisponde al payoff del giocatore A, il secondo a quelli del giocatore B Giocatore B Giocatore A Sinistra Destra Alto 1,2 0,1 Basso 2,1 1,0 Nell’esempio entrambi i giocatori dispongono di una strategia dominante poiché: • Il giocatore A preferirà scegliere Basso perché garantisce payoff maggiori di Alto indipendentemente dalla scelta dell’altro giocatore • Il giocatore B preferirà scegliere Sinistra perché garantisce payoff maggiori di Destra indipendentemente dalla scelta dell’altro giocatore 79 WEB/ - P80 Si dirà che un vettore di strategie è un Equilibrio di Nash se data la decisione di qualsiasi giocatore i rimanenti faranno le medesime scelte 9 . Siano: • si la strategia scelta dall’agente i • s-i le strategie degli altri giocatori • U(si,s-i) il payoff associato alle scelte si* è un equilibrio di Nash se: ( ) U i si* , s − i > U i (si , s − i ), ∀i Un equilibrio in strategie dominanti è sempre un equilibrio di Nash, ma non tutti gli equilibri di Nash sono equilibri in strategie dominanti 80 40 WEB/ - P81 Un equilibrio di Nash è una coppia di aspettative per le quali, quando la scelta dell’avversario risulta nota, nessuno dei due giocatori vorrebbe cambiare la risposta 9 . Non esistono strategie dominanti: • Quando A sceglie alto, B sceglierà sinistra • Quando A sceglie basso, B sceglierà destra Giocatore B Giocatore A Sinistra Destra Alto 2,1 0,0 Basso 0,0 1,2 La condizione Alto-Sinistra è un equilibrio di Nash: • Se A sceglie Alto la cosa migliore da fare per B è scegliere sinistra • Se B sceglie Sinistra A è costretto a scegliere Alto 81 WEB/ - P82 L’individuazione di un equilibrio di Nash richiede di determinare le funzioni che forniscono la miglior risposta per ogni data scelta degli avversari # Definiamo Funzione di Reazione quella relazione matematica che, dati gli s-i fornisce si* si* = f (s−i ) L’equilibrio di Nash è dato dall’incrocio delle funzioni di reazione, ovvero * dall’insieme di strategie si che soddisfano la seguente condizione s *A = f ( s B* ) s B* = g ( s *A ) 82 41 WEB/ - P83 L’interazione fra i giocatori può avvenire secondo tre differenti criteri; si avranno pertanto giochi simultanei, giochi sequenziali e giochi ripetuti : . Giochi simultanei Giochi sequenziali Giochi ripetuti Gli agenti scelgono simultaneamente, nessuno può osservare direttamente la scelta contemporanea degli altri Esiste un ordine delle mosse, chi sceglie per primo deve formularsi delle congetture (backward induction) su come reagiranno coloro che muoveranno successivamente, dopo aver osservato le proprie mosse. Due agenti si trovano a fronteggiare ripetutamente la stessa situazione. In questo caso una strategia è una sequenza di mosse, ciascuna per ogni ripetizione del gioco a mosse simultanee in un solo periodo (detto gioco costituente). 83 WEB/ - P84 La forma estesa è un utile strumento per analizzare le strategie degli avversari nel caso di giochi ripetuti : ! Un gioco sequenziale si caratterizza nella forma estesa Sinistra [1,9] Alto Destra [1,9] A A deve scegliere Alto o Basso B conoscendo la mossa di A sceglierà di conseguenza B Sinistra [0,0] Basso Destra [2,1] L’analisi del gioco parte dalle foglie dell’albero Supponiamo che A abbia fatto la scelta: • Se è Alto B ha indifferenza (comunque il payoff sarebbe 9) • Se è Basso B sceglie sicuramente destra (1 > 0) Sapendo ciò A sceglie sicuramente Basso perché: • Guadagna 2 perché B sceglie destra • Se sceglie Alto il payoff e 1 84 42 WEB/ - P85 In maniera più analitica è possibile determinare la funzione di reazione di un giocatore in un gioco sequenziale facendo ricorso al valore atteso dagli avversari ! Si supponga che il giocatore A scelga per primo, e che il giocatore B scelga per secondo, allora: s *A,t = f ( E [sB ,t +1 ]) La miglior scelta di A all’istante t dipende dalla aspettativa su cosa sceglierà B all’istante t+1 sB* ,t +1 = g (s A,t ) La miglior scelta di B è data dalla sua funzione di reazione ( ( )) = g (s ) s *A ,t = f ( E [s B ,t +1 ]) = f g s *A ,t s B* ,t +1 * A ,t 85 WEB/ - P86 ' . Si abbia una situazione iniziale di monopolio dove vigono le caratteristiche del prezzo limite Non Entra [0, πiM] Entrante Guerra [πig, πig] Entra Monopolista Accomoda [πic, πic] • Se il concorrente decidesse di entrare anche se i prezzi del settore sono al di sotto del prezzo limite, il monopolista potrebbe trovare conveniente non continuare a produrre la stessa quantità e preferire una situazione di equilibrio (πic) • Se l’impresa continuasse a produrre la medesima quantità, si avrebbe un eccesso di offerta che spingerebbe il prezzo al di sotto del costo medio di produzione: l’inevitabile guerra dei prezzi comporterebbe perdite per entrambe le imprese (πig) 86 43 WEB/ - P87 ' . * Una barriera all’entrata può essere rappresentata da un livello minimo “K” di investimenti in pubblicità necessari per vendere in un mercato Monopolista Se la minaccia non è credibile il monopolista non avrà nessun interesse ad attuarla Sostiene K Non Sostiene K Concorrente Potenziale Non Entra Entra Non Entra [πiM -K, 0] Entra [πiM, 0] Monopolista Se il costo K (barriera all’entrata) è maggiore del profitto πic, l’impresa entrante deciderà di restare fuori dal mercato Accomoda [πic -K, πic -K] Guerra Accomoda [πig -K, πig -K] [πic, πic] Guerra [πig, πig] 87 WEB/ - P88 ; Rispondere alle seguenti domande: Gli equilibri con strategie dominanti sono sempre equilibri di Nash? E gli equilibri di Nash sono sempre equilibri in strategie dominanti? Supponiamo che l’avversario non giochi la strategia corrispondente all’equilibrio di Nash. La giochereste voi? Dato il seguente gioco sequenziale, qual è l’equilibrio del gioco? Il giocatore B preferirà muovere per primo o per secondo? Sinistra [9,1] Alto Destra [9,1] B A Sinistra [0,0] Basso Destra [1,2] 88 44 WEB/ - P89 • Introduzione • La produzione • Le curve di costo • La concorrenza perfetta • Il monopolio • Le barriere all’entrata – La teoria del prezzo limite • Gli oligopoli e la concorrenza monopolistica • Esempio di analisi: il settore dell’alluminio 89 WEB/ - P90 L’interazione dinamica di un duopolio trova descrizione in letteratura nei modelli di Cournot, Stackelberg e Bertrand + Il prezzo di vendita dipende dalle quantità prodotte si produce una situazione di interazione strategica Esistono tre differenti modalità di interazione fra i due concorrenti nella definizione di prezzo e volumi di vendita Modello di Cournot Modello di Stackelberg Modello di Bertrand Le imprese decidono simultaneamente le quantità da produrre, ed il mercato determina il prezzo Una impresa decide per prima le quantità da produrre (leader) e l’altra decide di conseguenza (follower). Una volta determinate le quantità, il mercato determina il prezzo di vendita. (Gioco sequenziale) Le imprese decidono simultaneamente il prezzo al quale mettono in vendita il loro prodotto, i consumatori si rivolgono al miglior offerente determinando le quantità vendute 90 45 WEB/ - P91 Nel modello di Cournot nell’ipotesi di rendimenti costanti di scala, l’interdipendenza strategica appare nella definizione dei profitti d’impresa & Sia la domanda di mercato data da p = a − b (Y A + YB ) Nell’ipotesi di rendimenti costanti di scala, che assicurano costi marginali costanti, si determinerà l’interazione strategica fra A e B π A = p ⋅ Y A − c ⋅ Y A = ... = π B = p ⋅ YB − c ⋅ YB = ... = = aY A − bY A2 − bY AYB − cY A = aYB − bYB2 − bYAYB − cYB I profitti delle due imprese dipendono dalle quantità prodotte YA e YB 91 WEB/ - P92 Dalle curve di iso-profitto si possono desumere i comportamenti di A rispetto alla concorrenza; A consegue il massimo profitto se B non produce nulla (A si comporta da monopolista) & ! YB a−c b Pendenza = 1/2 Curva di reazione di A a−c 2b Per ogni scelta di B, l’impresa A individua la risposta migliore (pari dalla curva di isoprofitto tangente alla quantità scelta da B) Punto di massimo profitto per A YA 92 46 WEB/ - P93 Le curve di reazione di A e di B sono determinabili mediante derivazione parziale a partire dalle funzioni di profitto & Impresa A max π A (YA , YB ) YA YA = Impresa B ∂π A =0 ∂YA max π B (YA , YB ) YB a−c 1 − YB 2b 2 L’equilibrio di Nash sarà dato da: YB = a−c 1 * − YB 2b 2 a−c 1 * YB* = − YA 2b 2 YA* = ∂π B =0 ∂YB a−c 1 − YA 2b 2 YA = YB = a−c 3b 93 WEB/ - P94 Rappresentando la situazione di equilibrio graficamente si evince che il livello di profitto di equilibrio non è quello massimo conseguibile dal duopolio & p Nash = 1 2 a+ c 3 3 π ANash = π BNash = Y Nash YB (a − c )2 Funzione di reazione di B 9b 2 a−c = Y A + YB = 3 b Equilibrio di Nash-Cournot a−c 3b Il livello di profitto di equilibrio non è il massimo profitto conseguibile. Esistono numerose coppie che permettono di raggiungere curve di isoprofitto più basse / migliori (Area in grigio). Funzione di reazione di A a−c 3b YA 94 47 WEB/ - P95 Se le imprese A e B si accordano formando un cartello, si posizioneranno sul mercato come un monopolista & < max ( pYmon − cYmon ) Se le imprese si accordano formando un cartello massimizzano il profitto come un monopolista Ymon con p = a - bYmon π mon = (a − c )2 4b YB L’accordo di cartello può prevedere che A e B producano ciascuno la metà della quantità πmon e conseguendo la metà di Ymon . Funzione di reazione di B Equilibrio di Nash-Cournot Funzione di reazione di A a−c 4b a−c 4b Equilibrio collusivo (cartello) a−c 4b 2 1 (a − c ) = 2 4b YAcart = YBcart = π Acart = π Bcart Ovviamente non devono poter entrare altri competitors YA 95 WEB/ - P96 L’accordo fra le due imprese può anche non essere paritetico, la curva dei contratti è l’insieme dei possibili accordi che A e B possono raggiungere & YB Funzione di reazione di B L’accordo può prevedere una diversa ripartizione sia delle quantità da produrre che dei profitti conseguenti (Curva dei Contratti) La posizione lungo la curva dei contratti dipenderà dal potere contrattuale delle parti. Funzione di reazione di A Curva dei contratti YA 96 48 WEB/ - P97 Le due imprese non si accordano per mantenere il cartello perché vi è un incentivo a deviare quando l’altro rispetta l’accordo & Se A si aspetta che B continui a rispettare l’accordo producendo la quantità concordata. La sua miglior risposta si individuerà sulla sua curva di reazione. In questo caso otterrà un profitto maggiore, mentre chi viene ingannato guadagnerà meno. YB Funzione di reazione di B Deviazione di A dall’accordo di cartello Funzione di reazione di A a−c 4b 3(a − c ) 8b Equilibrio collusivo (cartello) YA 97 WEB/ - P98 Rispettare l’accordo sarebbe più conveniente del comportamento egoistico, ma rompere l’accordo conviene ancora di più & Non rispettare gli accordi è una strategia dominante. Soltanto se fosse possibile introdurre delle punizioni per le eventuali defezioni il cartello potrebbe sopravvivere con γ = (a − c )2 Impresa A Impresa B b Accordo (Cartello) Accordo (Cartello) Non Accordo (Cournot) 1 1 γ, γ 8 8 9 3 γ, γ 64 32 Non Accordo (Cournot) 3 9 γ, γ 32 64 1 1 γ, γ 9 9 98 49 WEB/ - P99 Nel modello si Stackelberg l’impresa leader può disporre di maggiori profitti, in quanto decide anticipando il comportamento dei concorrenti & = • • • YB Funzione di reazione di A • Funzione di reazione di B Sia A il leader e B il follower A anticipa il comportamento di B La miglior reazione di B una volta nota la scelta di A è individuata lungo la curva di reazione di B Pertanto A sceglie la quantità associata alla curva di isoprofitto tangente alla curva di reazione di B Equilibrio di Nash - Cournot Vi è un guadagno nell’assumere una posizione di leadership su un mercato, nessuna impresa è disposta a concedere il primato per non ridurre profitti, il raggiungimento di un equilibrio di Stackelberg dipende dalla credibilità del contendente Equilibrio di Stackelberg Equilibrio collusivo (cartello) YA 99 WEB/ - P100 Nel modello di Bertrand i consumatori si rivolgeranno all’impresa che offre il prezzo migliore & > Se i consumatori si rivolgeranno all’impresa che offre il prezzo migliore, la curva di domanda d’impresa sarà del tipo pA Domanda (inversa) di mercato a 1 − pA b b 1 a 1 YA = − pA 2 b b 0 se p A < pB se p A = pB se p A > pB pB c Costo marginale YA 100 50 WEB/ - P101 Anche nel modello di Bertrand se le imprese formassero un cartello farebbero profitti superiori, tuttavia si ripresenta il dilemma del prigioniero, per il quale ad una azienda risulta più conveniente non rispettare l’accordo & > • Anche in questo caso vi sarebbe un incentivo ad accordarsi su un prezzo di cartello, come nel modello di Cournot • Tuttavia l’incentivo a non rispettare l’accordo sarebbe troppo elevato, in quanto uno si guadagnerebbe l’intero mercato • Poiché la miglior risposta ad ogni prezzo fissato dall’avversario è una riduzione infinitesima dello stesso, alla fine entrambe le imprese abbasseranno il prezzo fino ad eguagliare il costo pA = pB = c 101 WEB/ - P102 Riportando in un grafico i tre modelli si può desumere come il diverso grado di concorrenzialità tra le imprese e la struttura stessa del processo concorrenziale determina quantità prodotte e profitti delle imprese p Monopolio = Cartello Y = a−c 2b 2 (a − c ) 3b 3(a − c ) Stackelberg = Leadership Y = 4b a−c Bertrand = Concorrenza Y = b Cournot - Nash = Non cooperazione Y = c Y 102 51 WEB/ - P103 Le diverse imprese per competere fra loro hanno a disposizione strategie tradizionali e strategie “credibili” Strategie Tradizionali Abbassamento dei prezzi Differenziazione del prodotto Crea una differente percezione del prodotto ed un conseguente aumento dei costi, a cui sarebbe conveniente sottrarsi attraverso un accordo collusivo, che però non è credibile (tranne se sancito per legge) Tende ad azzerare i profitti dei potenziali entranti: non costituisce una minaccia credibile (deterrenza all’entrata) Può concernere sia la variazione nelle apparenze dei prodotti senza sostanziale differenza nella qualità e costi (differenziazione orizzontale) oppure di variazione nella qualità del prodotto e aumento dei costi (differenziazione verticale) Tagliarsi i ponti alle spalle Contrattualistica Asimmetria informativa Lettera dal notaio, dichiarazioni alla stampa Definizione di operazioni strategiche di copertura (es. investimenti per poter costruire nuovi impianti a costi ridotti) Costruzione di holding estere (trading companies) per ridurre appositamente i margini di settore, manovre di bilancio Pubblicità Strategie Credibili 103 WEB/ - P104 Chamberlin presenta una versione degli effetti della concorrenza di prezzo meno rigida di quelle di Bertrand, la curva di domanda che l’impresa fronteggia risulta una spezzata in corrispondenza del prezzo praticato & . Dato un prezzo di mercato l’impresa si aspetti reazioni diverse a seconda che essa intenda ridurre o aumentare il prezzo: Se riduce il prezzo attrae tutta la domanda di mercato dei prodotti p Se aumenta il prezzo perde una quota di clienti a favore delle imprese concorrenti Domanda di impresa se tutte le altre si comportano in modo identico Domanda di impresa se le altre imprese tengono fissi i loro prezzi Y Il modello di Chamberlin fornisce le basi per l’analisi di Porter mediante teoria dei prodotti sostitutivi 104 52 WEB/ - P105 Porter ha esteso l’analisi della concorrenza definendo la competizione globale nel settore, in cui intervengono fornitori, acquirenti, potenziali entranti e prodotti sostitutivi Minaccia di nuove entrate Potenziali Entranti Potere contrattuale degli acquirenti Concorrenti nel Settore Fornitori Acquirenti Potere contrattuale dei fornitori Rivalità fra le imprese esistenti Prodotti sostitutivi Minaccia di prodotti e/o servizi sostitutivi 105 WEB/ - P106 Secondo Chamberlin le imprese, pur offrendo un prodotto unico devono sottostare al timore che nuovi concorrenti possano servire i propri clienti & . • Nel breve periodo l’impresa può fare profitti, ma questo induce l’ingresso di imprese concorrenti (uno spostamento verso sinistra della domanda di prodotti che si rivolge all’impresa) • Lo spostamento proseguirà finché il prezzo di vendita non coincide con il costo medio di lungo periodo, in coincidenza col quale l’impresa fa profitti nulli • La concorrenza monopolistica si differenzia da quella perfetta perché il prezzo di vendita rimane superiore al costo marginale di produzione • Le imprese sono contente di aumentare la produzione se si espande la domanda 106 53 WEB/ - P107 Nelle situazioni di monopolio puro non esistono rivali, mentre in concorrenza perfetta il numero di imprese è talmente elevato che tutti ignorano gli avversari & ! • La situazione di monopolio puro è in grado di fornire all’impresa monopolista il massimo profitto ottenibile su un mercato offrendo una tipologia di prodotto ad un determinato prezzo • La concorrenza perfetta è in grado di fornire il maggior surplus al consumatore. Le imprese sono infatti costrette a produrre nel modo più efficiente che la tecnologia rende possibile e offrono sul mercato il proprio prodotto ad un prezzo pari al costo minimo di produzione 107 WEB/ - P108 Nella realtà la maggior parte dei settori industriali sono costituiti da un gruppo ristretto di aziende leader che si controllano a vicenda 1 • Secondo Cournot in una situazione di oligopolio ciascuna azienda massimizza il profitto, date le proprie aspettative relative alle scelte di output dell’altra. Tutte le aziende conoscono prezzi e quantità offerte dei concorrenti • Secondo Stackelberg anche in presenza di curve di costo identiche vi possono essere comportamenti strategici differenti. Una delle imprese assume posizione di leader ottenendo un profitto superiore rispetto ai follower • Secondo Chamberlin ogni impresa di confronta, a causa delle proprie caratteristiche, con una struttura di mercato di tipo monopolistico rispetto all’unicità del proprio prodotto, ma di tipo concorrenziale rispetto alle aziende che producono prodotti sostitutivi • Secondo Bertrand la situazione di oligopolio si risolve nella progressiva omogeneizzazione delle strutture di costo, spinte da una competizione sui prezzi che porta le aziende a convergere sulla dimensione di impianto in gradi di offrire un prezzo concorrenziale 108 54 WEB/ - P109 ? Rispondere alle seguenti domande: Se si considera un cartello in cui ciascuna impresa abbia costi marginali identici e costanti. Se il cartello massimizza il profitto totale dell’industria, come dovrà essere suddiviso l’output fra le imprese? È possibile che l’impresa leader realizzi in corrispondenza dell’equilibrio di Stackelberg un profitto inferiore a quello che realizzerebbe nell’equilibrio Cournot? Impostare un gioco simultaneo che rappresenti la situazione di due imprese (A e B) che in un oligopolio di Bertrand debbano decidere se rispettare o meno un accordo di cartello (p=a-bY) ……le imprese hanno curve di costo identiche e costanti 109 WEB/ - P110 • Introduzione • La produzione • Le curve di costo • La concorrenza perfetta • Il monopolio • Le barriere all’entrata – La teoria del prezzo limite • Gli oligopoli e la concorrenza monopolistica • Esempio di analisi: il settore dell’alluminio 110 55 WEB/ - P111 La produzione di alluminio primario nella CEE ha avuto la massima espansione del 1989, da quel momento ha visto un lento declino 7 Produzione tons (.000) 2400 2300 Produzione CEE dal 1987 al 1992 2200 2100 2000 1987 1988 1989 1990 1991 1992 Anni Produzione tons (.000) 5000 Produzione di alluminio primario nel mondo (1992) 4000 3000 2000 1000 0 USA CEE Canada Australia Brasile Norvegia Venezuela India Paesi produttori 111 WEB/ - P112 Vi sono 13 aziende che producono alluminio primario distribuite in 7 nazioni della CEE 7 Tons (.000)/anno Nazione Azienda Germania 1987 1988 1989 1990 1991 1992 738 744 743 720 690,3 602 367 78 136 120 126 149 148 150 152,4 153 150 341 294 352 355 355,2 322 328 335 326 286,1 359 162 194 418 459 233 226 220 232 217,7 161 166 269 271 277 270 253,6 294 300 297 290 293,5 235 98 175 244 114 127 VAW aluminium AG Hoogovens Aluminium GmbH Leichtmetall-Gesellschaft mbH Hamburger Aluminium-Werk GmbH Grecia Aluminium de Grece Spagna INESPAL Aluminio Espanol S.A. Francia Aluminium Pechiney Italia Alumix Paesi Bassi Aluminium-Delfzijl Pechiney Nederland N.V. Regno Unito British Alcan Aluminium Anglesey Aluminium pic Fonte: Statistiche economiche europee 112 56 WEB/ - P113 La quota cumulata dei primi quattro produttori è uno degli indici più utilizzati per descrivere la struttura del settore 7 Produzione cumulata (%) 100 Le prime 4 aziende contano per il 51% della produzione 80 60 40 20 0 0 1 2 3 4 5 6 7 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Aziende Produzione cumulata (%) 100 Le prime 4 nazioni contano per il 75% della produzione 80 60 40 20 0 0 Nazioni Fonte: Statistiche economiche europee 113 WEB/ - P114 L’indice di Herfindal è quello più utilizzato per indicare il grado di concentrazione di un settore 7* @ ! L’indice di Herfindal è la sommatoria delle quote di mercato elevate al quadrato Indice cumulato 1 0,9 0,8 0,7 L’accentuata concavità della curva rivela un’alta concentrazione del settore 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Aziende Fonte: Statistiche economiche europee 114 57 WEB/ - P115 Infine la curva di Lorentz descrive l’ineguaglianza delle aziende presenti nel settore 7 7 La curva di Lorentz è la cumulata delle quote di mercato sommate secondo un ordine crescente Indice cumulato 1 0,9 0,8 - L’area compresa tra la curva di Lorentz e la bisettrice del quadrante indica la disomogeneità della distribuzione delle quote di mercato - Pur essendo molto concentrato, il settore dell’alluminio non è caratterizzato da grandi differenze delle aziende in termini dimensionali a causa dell’assenza di operatori molto più piccoli e/o molto più grandi degli altri 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Aziende Fonte: Statistiche economiche europee 115 WEB/ - P116 In una prima ipotesi la situazione creatasi nel settore dell’alluminio ricorda quella prospettata nella teoria dell’oligopolio di Bertrand > • Le aziende presenti nel settore della produzione di alluminio primario non godono di extraprofitti. Infatti, questo è definito come un settore maturo con un livello di profitti normali. • Il modello di Bertrand comporta infatti la progressiva omogeneizzazione delle strutture di costo, spinta da una competizione sui prezzi che porta le aziende a convergere sulla dimensione ottima degli impianti Le considerazioni tecniche precedenti portano ad indicare una relazione fra dimensioni dell’azienda, struttura del mercato e prestazioni attese L’efficienza non dipende solamente dalla struttura del settore. Vi possono essere altri fattori che non permettono il conseguimento di extraprofitti 116 58 WEB/ - P117 Una analisi approfondita tende a definire il settore dell’alluminio come un mercato contendibile, senza barriere all’entrata, alcune aziende hanno scelto come fattore critico di successo l’integrazione a valle 9 * Si potrebbe affermare che il settore della produzione di alluminio primario sia un mercato contendibile. Ciò permette di giustificare alcune strategie intraprese dalle azienda Per fare profitti oltre il livello normale occorre introdurre una “Barriera all’entrata”: • Le spese pubblicitarie • Le economie di scala • Clienti, Fornitori, Qualità, Efficienza…… Il fattore critico di successo individuato da alcune aziende del settore dell’alluminio è quello di possedere quote del mercato a valle (margini elevati ed imprese differenziate) Molte aziende si sono integrate a valle, creando o acquisendo aziende di estrusione di alluminio nei diversi mercati paese, per assicurarsi una quota di clienti 117 WEB/ - P118 La scelta strategica di integrazione, però, ha portato le aziende del settore in un gioco del prigioniero con la conseguente perdita degli extraprofitti transitori * Integrandosi a valle le aziende hanno aumentato i risultati per effetto delle quote possedute in un mercato con alti margini e bassa competitività Extraprofitti Impresa A Impresa B Non Integrarsi Integrarsi Non Integrarsi 1 ; 1 0 ; 3 Integrarsi 3 ; 0 0 ; 0 Se anche i concorrenti adottano la medesima strategia il vantaggio svanisce Presumibilmente la redditività sarà peggiorata a causa dell’intensità di capitali dovuta agli investimenti fatti Come nel dilemma del prigioniero la reazione a catena dei concorrenti porta ad un equilibrio di lungo periodo ed alla perdita dei vantaggi 118 59