La razza come mito 4. Huxley: il mondo nuovo Gli studi di Ashley Montagu Nel 1942, l’antropologo inglese Ashley Montagu pubblica La razza. Analisi di un mito in cui confronta la definizione di razza che emerge dalla discussione scientifica moderna (a partire dalle riflessioni provenienti da biologia, antropologia e linguistica) con il razzismo inteso come pregiudizio politico-culturale di fronte a ciò che è diverso, che acuisce in forme inedite il meccanismo di difesa e di reazione. “L’idea di razza è uno dei miti più pericolosi e più tragici del nostro tempo. I miti sono tanto più efficaci e pericolosi quanto meno se ne riconosce la vera natura. Molti di noi si compiacciono nel ritenere che siano i popoli primitivi a credere nei miti, mentre noi ce ne siamo completamente liberati. Noi possiamo essere convinti che il mito sia una spiegazione fallace che conduce alla delusione e all’errore sociale, ma di solito non ci rendiamo conto che noi stessi condividiamo con tutti gli uomini di ogni tempo e luogo la facoltà di creare miti (mitopoiesi), e che ognuno di noi ha la sua scorta di miti, derivata dal patrimonio tradizionale della società in cui viviamo. Nei tempi antichi credevamo nella magia, nell’ossessione, negli esorcismi, nelle forze soprannaturali buone o cattive, e ancora in tempi recenti credevamo nella stregoneria. Oggi molti di noi credono nella razza. La razza è la stregoneria del nostro tempo; il mezzo col quale esorcizziamo i demoni. È il mito del giorno d’oggi; il mito più pericoloso dell’uomo”. (A. Montagu, La razza. Analisi di un mito, Torino, Einaudi, 1966, p. 21) Secondo Montagu, dal punto di vista biologico esistono razze umane determinate sulla base delle caratteristiche differenziali trasmissibili per eredità, ma non tutti i gruppi umani possono essere così classificati. Tutti i popoli dell’Europa occidentale appartengono alla stessa razza, quella bianca, le cui differenze sono minime e locali (per cui i tedeschi, presi nel loro complesso non differiscono dagli inglesi in modo tale da poter essere classificati come una varietà distinta). In realtà, tutti gli esseri umani sono il frutto di mescolanze per ciò che concerne l’origine, la trasformazione graduale e la sovrapposizione di caratteri fisici tra i diversi gruppi di individui e per questo motivo è difficile stabilire una linea distintiva sicura e netta anche tra i tipi più diversi. L’influenza del pensiero di Thomas Huxley sul nipote Aldous Thomas Huxley, biologo e filosofo inglese, sostiene che nella situazione attuale esistono non sottospecie o razze ipotetiche, ma gruppi etnici misti, che dal punto di vista genetico non possono essere isolati nelle loro componenti originali o liberati dalla variabilità che è conseguenza degli incroci del passato. Queste teorie hanno grande influenza sulle idee guida sia scientifiche sia filosofiche del nipote scrittore e saggista Aldous Leonard Huxley che, oltre alla laurea in Lettere, consegue anche quella in Scienze biologiche a Oxford, nel 1917. How beauteous mankind is! O brave new world that has such people in’t! [Com’è bello il genere umano! Oh magnifico nuovo mondo che contiene simili abitanti!]. Queste sono le parole che William Shakespeare fa pronunciare da Miranda ne La Tempesta da cui Huxley trae ispirazione per il proprio titolo Brave New World – Il mondo nuovo, romanzo di fantascienza di genere distopico scritto nel 1932. 1 Temi del romanzo Brave new world anticipa temi quali lo sviluppo delle tecnologie della riproduzione, l’eugenetica e il controllo mentale usati per forgiare un nuovo modello di società. L’autore ritrae, con sguardo cinico e triste, una comunità grottesca: “Nel mondo nuovo della mia favola si praticavano normalmente l’eugenetica e il suo contrario, la disgenia. In una serie di bottiglie, ovuli biologicamente superiori, fertilizzati da spermatozoi biologicamente superiori, ricevevano le migliori cure prenatali, e finalmente si decantavano nelle categorie Alfa, Beta, e persino Alfa Più. In un’altra serie di bottiglie, assai più numerosa, ovuli biologicamente inferiori, fertilizzati da spermatozoi inferiori, subivano il Processo Bokanovsky e il trattamento prenatale con l’alcool e con altri veleni proteinici. Se ne decantavano creature quasi subumane, ma pur sempre capaci di lavoro non specializzato; anzi, opportunamente condizionate, e detensionate dal libero e frequente accesso al sesso opposto, sistematicamente distratte dai divertimenti gratuiti, reindotte ai moduli della buona condotta mediante dosi quotidiane di soma, davano la garanzia di non infastidire mai i loro superiori”. (Aldous Huxley, Ritorno al Nuovo Mondo, 1958) In questo mondo gli embrioni umani vengono prodotti e fatti sviluppare in apposite fabbriche secondo quote prestabilite e pianificate dai coordinatori mondiali. Non esistono più vincoli familiari di alcun tipo: nelle scuole vengono insegnate non solo specifiche pratiche di contraccezione per evitare nascite naturali, ma viene anche affidata al singolo la possibilità di scegliere il proprio nome e cognome. Ognuno appartiene a tutti, afferma Huxley e questo non può non far ricordare l’utopia platonica descritta nella Repubblica. Collegamenti con l’utopia della Repubblica platonica Socrate sostiene che “per gli amici tutto è comune. La procreazione e l’allevamento dei figli sono una questione importantissima per la politeia”. [Repubblica, 449c-d] Nel V libro della Repubblica, Socrate e i suoi interlocutori discutono sulla famiglia intesa come problematica politica, in quanto primo luogo in cui vengono costruiti i principi morali dei futuri cittadini. Socrate sostiene l’uguaglianza delle donne attraverso una prima giustificazione funzionalista e biologica: nella polis ideale, i vari gruppi si distinguono secondo una funzionale divisione del lavoro, ciascuno fa quello che gli riesce meglio. Non c’è motivo per assegnare compiti differenti in base al sesso: alle donne deve essere offerta la medesima educazione degli uomini. Socrate prosegue con una seconda tesi secondo cui “nessuna donna deve coabitare con nessuno in particolare, ma donne e figli devono essere in comune; i genitori non 2 devono sapere chi è loro figlio, e i figli devono ignorare chi, in particolare, è loro genitore”. [457d] Socrate porta avanti un ragionamento utopico, senza porsi il problema dell’attuazione pratica del suo progetto, egli propone un disegno di accoppiamenti eugenetici, finalizzato al miglioramento della razza, e determinato politicamente da parte di autorità che non esitano a ricorrere, qualora ce ne sia bisogno, alla menzogna e all’inganno. Questo progetto è indispensabile a combattere il desiderio erotico che spinge uomini e donne a unirsi tra loro, che sostituisce con una necessità geometrica, funzionale a creare legami in grado di rafforzare l’unità della città: “la città dovrebbe diventare simile a una grande famiglia, in cui tutti coloro che appartengono alla generazione precedente si devono considerare genitori di tutti coloro che appartengono alla generazione successiva, e viceversa”. [458d ss] Le caste nella società del mondo nuovo Huxley prevede che gli uomini, nella sua società, siano divisi in caste, create tramite il controllo dello sviluppo degli embrioni ottenuto con la privazione dell’ossigeno. I tre ceti, i gamma, i delta e gli epsilon sono costituiti secondo un grado decrescente d’intelligenza. Il processo di educazione viene sostituito con il condizionamento psicofisico, che inizia sin dall’infanzia. Per esempio, i bambini delta vengono suggestionati affinché sviluppino determinate inclinazioni e delle particolari predilezioni: nei primi mesi di età, di fronte alla visione di libri e di fiori, vengono investiti, a ogni tocco, da una scossa elettrica. Il regime ritiene che i bambini delta non debbano sviluppare interesse per la lettura, né amore per la natura poiché il controllo di questa classe viene mantenuto attraverso l’ignoranza e determinando a priori come possano spendere il loro tempo libero. Huxley, nell’immaginare il condizionamento per mezzo delle scosse elettriche, si ispira agli studi di Ivan Pavlov, medico e fisiologo russo, vincitore del Premio Nobel nel 1904 per le sue scoperte sui processi digestivi. Attraverso una serie di esperimenti sui cani, Pavlov e il suo gruppo erano giunti a formulare la teoria del riflesso condizionato. Per gli individui del mondo nuovo la pratica del condizionamento è considerata normale tanto da usare il termine ‘condizionato’ al posto di ‘educato’; la suggestione avviene attraverso la ripetizione ipnopedica continua di slogan, grazie ai quali ognuno viene indottrinato ad amare la propria collocazione sociale, il colore della propria uniforme, la vita cui sarà destinato secondo la casta cui appartiene. ‘Utopica’ e ‘ideale’ sono aggettivi che denotano questa società tecnologicamente avanzata, priva di povertà e guerra, composta di uomini liberi da preoccupazioni, sani e permanentemente felici grazie al soma, una droga che attraverso l’euforia garantisce il controllo sociale. Quale prezzo ha tutto ciò? L’impossibilità di attuare una vera scelta, libera e consapevole a proposito di sé stessi, del significato dell’amore, della famiglia, dell’arte, della filosofia, in una parola di che cosa sia differenza. 3 I cittadini sono felici, ma chi può percepire l’artificio di questa sterile felicità? Solo il selvaggio John, un errore di contraccezione, partorito in una riserva localizzata nel Nuovo Messico mantenuta in uno stadio pre-sociale (un ipotetico stato di natura) per ragioni di studio e di turismo a beneficio degli abitanti del resto del mondo. John sa leggere e si appassiona alle opere di Shakespeare, un volume finito chissà come nella riserva e scampato alla distruzione dei libri operata secoli addietro nel mondo nuovo. John, una volta trasferito nella società si scontra e si confronta con la novità e, se da un lato l’attrazione verso Leonina Crowe lo spinge a voler conoscere ed entrare all’interno di questa nuova condizione, d’altra parte gli usi e costumi di queste persone lo terrorizzano. Franco Battiato, Fetus, 1971 L’album d’esordio di Franco Battiato è ispirato proprio al romanzo Il mondo nuovo di Huxley, che descrive una società distopica in cui ogni individuo è costruito in laboratorio, e agli scritti di Paramahansa Yogananda. Il tema principale dell’album è esemplificato nel testo della canzone Fenomenologia: È incerto il processo mentale, la voce è marmo e cemento vivo malgrado me stesso... Difficile attuare il controllo, attorno i miei occhi c’è nebbia, i contorni si fanno imprecisi... Ho già scordato la mia dimensione e forze sconosciute mi strappano da me... L’esotomia, I’IBM-azione, de-cloro-de-fenilchetone, essedi-etilizzazione han dato vita alla programmazione. x = a (sen *t) x2 = a (sen wt + y) Le due formule che concludono il brano, se rappresentate in uno stesso grafico, sono due sinusoidi di uguale ampiezza ma sfasate di un’unità (gamma), il che risulta essere la rappresentazione in due dimensioni dell’elica del DNA. 4