la compagnia
"I NUOVI ISTRIONI"
Diretta da Paolo Ferrarelli
presenta
CECHOV A COLORI
TRE DIVERTENTISSIMI ATTI UNICI
DI ANTON CECHOV
L'ANNIVERSARIO
LA DOMANDA DI
MATRIMONIO
L'ORSO
Teatro Piccolo di San Nilo –
dal 7 al 28 marzo
Grottaferrata (via del Grottino) tutte le
domeniche ore 16.30;
POSTO UNICO: € 13,00
DIRITTO AL PREZZO RIDOTTO € 11,00 SOLO
CON PRENOTAZIONE
Per prenotazioni e info:
cell. / 388. 6185653 - 328. 6144516328. 3098049
o vai sul sito: www.inuovistrioni.com
Ufficio Stampa: Claudia Spagnoli
TEL. 380.7930036 ([email protected])
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PERDERE
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" I NUOVI ISTRIONI"
Dal 7 al 28 marzo a Grottaferrata, al teatro Piccolo di San Nilo la compagnia
teatrale I Nuovi Istrioni, diretta dal regista e musicista Paolo Ferrarelli e da sua
moglie Marina Mercuri, porterà in scena “Cechov… a colori”, riadattamento dei tre atti
unici “L’Anniversario”, “La domanda di matrimonio” e “L’Orso” scritti
dal grande
autore russo tra il 1884 ed il 1891.
Perché “Cechov a colori”? Perché a partire da piccoli fatti, da particolari circostanze,
questi scherzi o “vaudeville”, un genere teatrale in voga in Francia nel ‘700, sono in
grado ancora oggi di riprodurre il meccanismo complesso, dettagliato e variopinto
della realtà che ci circonda: i sentimenti, le passioni ed i tipi umani che popolano
queste storie fanno di questo spettacolo un’opera universale, uno spaccato dell’eterna
comédie humaine; “Cechov a colori”, perché nonostante il suo umorismo garbato ma
sottilmente ironico sia rivolto alle peculiarità della società russa del suo tempo, esso
riesce perfettamente, attraverso immagini
vivaci
e molto colorite, a sollecitare
l’immaginazione di un pubblico moderno e decisamente smaliziato, richiamandone
l’attenzione verso le debolezze e le contraddizioni che da sempre e per sempre
caratterizzano l’umanità.
Il testo, infatti, è intessuto di contenuti simbolici capaci di evocare, sorridendone, gli
aspetti grotteschi del vivere quotidiano al di là di qualsiasi connotazione spaziotemporale.
Uno dei temi evocati è quello del rapporto uomo-donna di cui la regia ha voluto
evidenziare alcuni momenti fondamentali: l’esplosione improvvisa ed incontrollata
della passione (L’Orso), la richiesta matrimoniale (La domanda di matrimonio), il
rapporto ormai consumato (L’Anniversario), tutti illustrati attraverso una speciale
lente di ingrandimento costituita dall’occhio
ironico dell’autore. L’ironia come
strumento distanziatore diventa dunque una chiave di lettura del mondo ma anche
una forma di difesa, di protezione da una realtà a volte cinica e senza scrupoli.
Anche per questa stagione teatrale I Nuovi Istrioni hanno deciso per una loro precisa
scelta e vocazione artistica di confrontarsi con un’opera del teatro classico,
interpretandola in maniera il più possibile fedele e aderente all’originale, ma cercando
al contempo di veicolare al pubblico il loro specifico messaggio, la loro poetica. L’idea
di fondo che ispira la compagnia di Paolo Ferrarelli ruota attorno ad un tema caro ad
Italo Calvino e che così ha magistralmente riassunto: “Perché leggere i classici?:
perché un classico è un testo che non smette mai di dire ciò che ha da dire”.
Ebbene, il lavoro dei Nuovi Istrioni si incentra proprio sulla riscoperta dei grandi
classici, dei linguaggi universali, intramontabili anche in uno scenario, quello attuale,
che vede il prevalere della destrutturazione delle forme e dei codici in tutte le
espressioni artistiche: nel teatro come nel cinema, nella pittura come nella musica.
Ma lungi dal proclamare un retrivo conservatorismo, l’intento degli attori è quello di
“parlare a tutti” attraverso il teatro e la letteratura, anche a distanza di secoli, da uno
speciale e privilegiato punto di osservazione:
“E’ qui che emerge il valore del racconto – osserva Ferrarelli - il prodigio della
narrativa, che parla di uomini, donne e situazioni immortali, con le loro debolezze, le
loro fragilità e i loro punti di forza, un racconto cominciato con i poemi omerici e che la
civiltà occidentale, più che mai oggi, ha ancora bisogno di ascoltare”.
Con questo lavoro, inoltre, I Nuovi Istrioni proclamano il trionfo dell’arte del fare, del
poiein, dell’artista inteso come faber, impreziosendo l’opera del grande autore russo
con costumi d’epoca realizzati a mano e scenografie originali, con l’intento di
sottolineare, attraverso un forte impatto visivo che richiami le atmosfere dei luoghi e
del tempo in cui l’opera è ambientata, quell’attenta e sia pur bonaria ironia, di un
Cechov giovane che, tuttavia, già prelude ai grandi temi della maturità.
Nascono così i costumi, confezionati appositamente sulla base dei bozzetti ideati dalla
costumista Giorgia Andreatta, realizzati in panno colorato con
applicazioni e
decorazioni dipinte a mano che ne fanno dei veri e propri pezzi unici. L’idea dei costumi
per questo allestimento si è sviluppata in stretta correlazione al progetto scenografico, allo
scopo di sottolineare il carattere grottesco dei personaggi e delle situazioni dei quattro episodi.
Tutti i costumi da lei disegnati sono stati creati per evocare lo stile della moda russa di fine
ottocento, tuttavia completamente reinterpretato in una chiave decisamente ironica.
La scenografia, ideata da Paolo Ferrarelli è caratterizzata da cambi di scena a vista
ed è realizzata in modo suggestivo grazie all’impiego di tele dipinte a mano da Marina
Mercuri. Le musiche e le luci contribuiscono a completare un lavoro estremamente
curato,
nel
rispetto
e
nella
piena
armonizzazione
dell’immagine
complessiva
dell’opera.
Si tratta senza dubbio di una concezione davvero particolare e sempre più rara nel
panorama del teatro attuale, in cui si tende a prediligere il ricorso alla tecnologia e a
strumenti multimediali per ottenere un risultato il più possibile perfetto ma troppo
spesso artificiale.
“Con quest’opera di Cechov – dichiara il regista Paolo Ferrarelli – abbiamo voluto
mettere in scena uno spettacolo in cui tutti gli elementi concorrono a creare
quell’unicum artistico, quell’organismo complesso, che non è la semplice somma delle
parti bensì la loro organizzazione, l’inscindibile compresenza di drammaturgia,
recitazione e allestimento”.
Calendario spettacoli: dal 7 al 28 marzo al Teatro Piccolo di San Nilo –
Grottaferrata (via del Grottino) tutte le domeniche ore 16.30;
Ufficio Stampa: Claudia Spagnoli
380.7930036 ([email protected])
Per prenotazioni e info: cell. 388. 6185653 - 328 6144516 - 3283098049
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