GLOSSARIO DEI TERMINI NOTEVOLI DI LETTERATURA

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GLOSSARIO DEI TERMINI NOTEVOLI DI LETTERATURA
ACCUMULAZIONE figura per la quale si sommano in serie (ma non necessariamente in
modo ordinato) diversi elementi, siano essi nomi, aggettivi, verbi o frasi. Esempio:
“Ricorderò sempre quella bella donna, gentile e intelligente, piena di vita, dai molti
interessi”.
ACCUSATIVO ALLA GRECA l'accusativo (presente nel greco, nel latino e in altre lingue
indoeuropee) con il quale si esprime l'idea di attinenza e relazione. Nell'italiano gli
corrispondono quei costrutti che sottintendono “per quanto riguarda”, “relativamente a”.
Esempio: “Sparse le trecce morbide”.
ADYNATON figura retorica con la quale si richiama un evento di per sé irrealizzabile per
dare più forza, in maniera quasi paradossale, a una propria affermazione. Un esempio da
Leopardi: “Prima divelte, in mar precipitando spente nell'imo strideran le stelle / che la
memoria e il vostro amor trascorra o scemi”.
ALLEGORIA figura retorica per cui si assegna a un termine o a una serie di termini del
discorso un significato nascosto, diverso da quello letterale, con una corrispondenza sempre
logicamente verificabile tra il significato letterale e quello nascosto.
ALLITTERAZIONE figura retorica che consiste nella ripetizione intenzionale, all'inizio o
all'interno di due o più parole, di un suono o una serie di suoni identici: “Tra l'erbe e' fior
venia la mala striscia, / volgendo ad ora ad or la testa, e 'l dosso / leccando come bestia che
si liscia”.
ANACOLUTO
tipo di costruzione molto frequente nel parlato e usato nello scritto
quando si vuole imitare la lingua parlata. Un elemento di una frase perde la sua funzione
logico-sintattica, restando privo di un ruolo specifico all'interno del periodo. E' quindi una
sorta di volontaria rottura della norma sintattica; frequente è il caso del cambiamento
improvviso del soggetto: “Quell'uomo, che non vuole sbagliare, tutti lo devono consigliare”.
ANADIPLOSI figura retorica per la quale si riprende, all'inizio di un verso o di una frase,
una parola o un sintagma finale del verso o della frase precedente. Se la ripresa avviene tra
le due strofe si ha il procedimento delle COBLAS CAPFINIDAS. Esempio: “Ma la gloria
non vedo / non vedo il lauro e 'l ferro ond'eran carchi”.
ANAFORA figura retorica per la quale si ripete una parola o un gruppo di parole all'inizio
di più versi o frasi successivi. Il suo contrario è la CATAFORA con la quale si intende la
ripetizione di parole o gruppi di parole alla FINE di frasi o versi successivi
ANALESSI in un testo di tipo narrativo si parla di analessi quando vengono presentati
(dall'autore o da un personaggio) avvenimenti accaduti prima di tutti i fatti inseriti nella
narrazione. E' sinonimo di FLASHBACK. Il suo contrario è la PROLESSI che consiste
nell'anticipare qualcosa che deve ancora accadere.
ANASTROFE figura retorica consistente nell'inversione dell'ordine abituale delle parole.
ANTIFRASI figura retorica con la quale si usa una parola o un'espressione con valore
opposto a quello comune, con fine ironico o espressivo.
ANTITESI figura retorica che consiste nell'accostamento di due immagini di senso opposto.
ANTONOMASIA figura retorica basata sulla traslazione, che consiste nell'adoperare un
nome o un'espressione comune in un'accezione specifica universalmente nota. E'
un'antonomasia la sostituzione di un nome proprio di persona con il nome comune che
rappresenta una delle sue qualità o caratteristiche più riconoscibili (Dante per indicare
l'Italia dice “del bel paese là dove 'l sì suona”.
APOSTROFE figura retorica che consiste nel rivolgersi direttamente a una persona o cosa
personificata, presente o assente, interrompendo lo sviluppo del discorso. Famose sono le
apostrofi in Dante.
ASINDETO tipo di coordinazione che non prevede l'uso di congiunzioni.
ASSONANZA somiglianza tra due parole data dall'identità dei suoni vocalici.
BILDUNGSROMAN termine tedesco che significa “romanzo di formazione”. E' un
particolare sottogenere del romanzo nel quale si segue la formazione morale, sentimentale e
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intellettuale di un personaggio nel complesso passaggio dall'adolescenza all'età adulta.
CAPTATIO BENEVOLENTIAE espediente retorico, generalmente posto all'inizio del
componimento, con il quale l'autore intende sollecitare nel lettore o nel dedicatario un
atteggiamento benevolo verso la propria opera. Esempio: “E io: «O creatura che ti mondi /
per
tornar
bella
a
colui
che
ti
fece,
/
maraviglia udirai, se mi secondi».
CESURA pausa ritmica all'interno di un verso, che corrisponde solitamente anche a una
pausa del senso: “Ritornava una rondine al tetto / l'uccisero: cadde tra spini”.
CHIASMO figura retorica che consiste nella disposizione incrociata degli elementi
costitutivi di una frase “Siena mi fé, disfecemmi Maremma”.
CLIMAX procedimento retorico che consiste nella disposizione di frasi, sostantivi e
aggettivi secondo una gradazione ascendente, a suggerire un effetto progressivamente più
intenso; per esempio buono, migliore, ottimo.
CONGEDO serie di versi con cui si può chiudere le canzone. E' anche detto commiato.
CONSONANZA uguaglianza delle consonanti di una parola a partire dalla vocale tonica.
CORRELATIVO OGGETTIVO tecnica poetica tipica della raccolta Le occasioni di
Eugenio Montale con la quale un dato emozionale viene oggettivato attraverso il riferimento
a un oggetto o a un paesaggio in grado, senza alcuna mediazione dell'autore, di evocare
quella particolare condizione emozionale. Questa tecnica è mutuata dal poeta angloamericano Thomas Stearns Eliot.
DITTOLOGIA struttura linguistica costituita da due elementi della stessa categoria uniti
dalla congiunzione “e”. Esempio: “Movesi il vecchierel canuto e biancho”.
ELLISSI figura retorica che consiste nell'eliminare, all'interno di un particolare enunciato,
alcuni elementi, così da ottenere un particolare effetto di concisione. Esempio: “A buon
intenditor, poche parole”.
ENALLAGE figura retorica che utilizza una parte del discorso con la funzione di un'altra:
“Respira profondo”, anziché profondamente.
ENDIADI figura consistente nell'esprimere un concetto mediante due termini
complementari, coordinati tra loro, in sostituzione di un unico sostantivo accompagnato da
un aggettivo o complemento. Esempio: “Vedo splendere la luce e il sole” per “vedo
splendere la luce del sole”.
ENJAMBEMENT dal francese, “scavalcatura”. Si verifica quando in una poesia il periodo
sintattico non termina alla fine del verso, ma lo travalica, proseguendo nel verso successivo.
EPANADIPLOSI figura retorica consistente nel riprendere alla fine di una frase o di un
verso una parola già usata all'inizio della stessa frase o dello stesso verso. Esempio: “Vede
perfettamente ogni salute / chi mia donna tra le donne vede”.
EUFEMISMO figura retorica adoperata per attenuare un'espressione ritenuta troppo cruda,
irriguardosa, come è per esempio convenzione, in determinati contesti, usare il verbo
“andarsene” per “morire”.
FIGURA ETIMOLOGICA espressione con cui si indica l'uso, nell'ambito della stessa
frase, di due parole aventi in comune l'etimologia, come per esempio “selva selvaggia”.
HYSTERON PROTERON figura retorica che consiste nell'inversione dell'ordine logicocronologico di due azioni. Esempio: “Tu non avresti in tanto tratto e messo / nel foco il
dito”.
INTERROGATIVA RETORICA frase interrogativa che contiene già in sé la risposta. E'
usata quando il richiedente non ha bisogno di informazione, ma vuole enfatizzare un
concetto di cui è già convinto. Esempio: “Napoleone Bonaparte non fu forse un grande
generale?”.
IPALLAGE figura retorica che consiste nell'attribuire a un termine di una frase una
qualificazione, una determinazione o specificazione che logicamente spetterebbe a un
termine vicino: “Un ribatte / le porche con sua marra paziente”.
IPERBATO quando due termini che dovrebbero stare insieme, sono separati: “Mantoani per
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patria ambedui”.
IPERBOLE consiste nell'esagerare in difetto o eccesso l'espressione di un concetto (donna
angelo).
IPOTASSI forma di sintassi basata sulla subordinazione.
LITOTE figura retorica che consiste nell'attenuazione di un concetto mediante la negazione
del suo contrario: “Don Abbondio non era nato con un cuor di leone”.
LOCUS AMOENUS termine latino che significa “luogo piacevole”. Antico artificio
letterario, il locus amoenus si configura come spazio naturale sereno, non turbato dai
travagli della storia. La sua immagine stilizzata consiste spesso in un boschetto o in una
radura con erba verde, bei fiori, un fresco ruscello.
METAFORA figura retorica che consiste nella sostituzione di un termine con una frase
figurata che con il termine sostituito condivide almeno una qualità. La metafora è una sorta
di paragone abbreviato (in cui è stato eliminato il nesso di paragone). Esempio: “Achille è
un leone”.
METONIMIA figura retorica che consiste nel sostituire un nome con un altro legato al
primo da un rapporto di dipendenza di significato; per esempio un rapporto di CAUSA
EFFETTO (di trista vergogna [rossore] si dipinse), l'OPERA PER L'AUTORE, MATERIA
PER OGGETTO (legno per nave), CONTENENTE PER CONTENUTO.
ONOMATOPEA riproduzione attraverso parole, o sequenze di parole, di suoni o rumori
naturali.
OSSIMORO figura retorica basata sull'antitesi di singole parole che vengono accostate con
effetti paradossali e i cui significati sono, sul piano logico, in forte contrasto: “Ghiaccio
bollente”.
PARONOMASIA figura retorica generata accostando due parole che hanno suono simile
ma significato diverso: “Più volte volto”.
PERSONIFICAZIONE figura retorica con la quale l'autore introduce nella propria opera
un'entità astratta e la tratta come un personaggio, facendola parlare e agire.
POLIPTOTO figura retorica che prevede la ripetizione, a distanza ravvicinata, della stessa
parola in forme diverse. Esempio: “I miei morti che prego perché preghino
per me, per i miei vivi com'io invece...”.
POLISINDETO è una sequenza molto marcata di congiunzioni tra due o più parole o
enunciati.
PRETERIZIONE figura retorica che consiste nel non voler fare un'affermazione, ma col
fatto stesso di dire ciò la si introduce. E' spesso introdotta da locuzioni come “per non
parlare di”, “taccio di”.
RETICENZA figura consistente nel lasciare in sospeso un discorso, spesso facendone
intendere il seguito. Esempio: “Ascoltaci, altrimenti ...”.
SENHAL nella poesia provenzale, espressione fittizia o soprannome con cui i poeti
indicavano la persona oggetto del canto (per lo più la donna amata).
SIMILITUDINE figura retorica consistente nella creazione di un paragone attraverso la
mediazione di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali (come, simile a, a somiglianza di).
SINEDDOCHE figura retorica relativa all'ambito del significato consistente nella
sostituzione di una parola con un'altra che con la prima ha una relazione di quantità. L'uso
più frequente riguarda la parte per il tutto.
SINESTESIA procedimento retorico che consiste nell'associare termini che afferiscono a
sfere sensoriali diverse (urlo nero).
TENZONE disputa poetica in cui un poeta sfidante propone un tema e lo schema metrico, e
lo sfidato deve rispondergli con le stesse rime e lo stesso schema.
ZEUGMA figura retorica che esprime il collegamento di un solo verbo a due o più termini
di una frase quando questi richiederebbero ognuno singolarmente un verbo specifico:
“Parlare e lagrimar vedraimi insieme”.
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