I LEPIDOTTERI DELLE DERRATE ALIMENTARI Una

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I LEPIDOTTERI DELLE DERRATE ALIMENTARI
Una panoramica delle tignole, come combatterle o, meglio, come prevenirle.
Il problema negli ambienti industriali, nelle mense e accenni alle
problematiche domestiche.
Premesse
I lepidotteri (Lepidoptera) altro non sono che le ben note farfalle ed il loro
nome scientifico, di derivazione greca, significa: ali con squame.
Vengono poi chiamate genericamente tignole quelle farfalle che si sviluppano
sulle sostanze alimentari, da non confondere con le tarme nome utilizzato dai
più per indicare quelle farfalline che attaccano gli indumenti. La differenza
non è comunque così marcata in quanto alcune tarme sono anche tignole
perché in grado di attaccare anche alcune sostanze alimentari.
Se facciamo una classificazione delle tignole in funzione del tipo di cibo che
attaccano ci accorgiamo subito che non sono specifiche ma, pur avendo delle
preferenze alimentari, possono proliferare su più substrati (vedi tabella 1).
L’attacco può cominciare in campo per quanto riguarda Sitotroga cerealella,
ma per le altre specie è successivo, in quanto si tratta di insetti specifici dei
prodotti conservati e quindi si compie soprattutto nelle fasi di stoccaggio (sia
delle materie prime che dei prodotti finiti) e di lavorazione.
Ricordiamo che gli adulti non attaccano solo materie sfuse: infatti pur non
potendo penetrare direttamente all’interno delle confezioni, possono deporre
le uova su piccoli residui alimentari (p. es. accumuli di briciole, semi o
sfarinati, negli angoli dei ripiani) e le larve che nascono sono poi in grado di
forare, con le loro mandibole, sia cartone che plastica.
Le specie più diffuse
Le specie più diffuse nel nostro Paese hanno la caratteristica di avere un
ciclo breve a temperature ottimali non eccessivamente elevate (vedi tab. 2).
Per questo motivo la plodia (Plodia interpunctella) e l’efestia o tignola grigia
della farina (Ephestia kuehniella) sono le tignole che possono in circa 3
settimane compiere per intero il loro ciclo e quindi, in caso questo non venga
in alcun modo rilevato, nel giro di pochi mesi l’infestazione può apparire,
perché ormai grave e per questo visibile, come un caso di emergenza.
Un fattore favorevole allo sviluppo delle tignole è poi dovuto al fatto che le
derrate alimentari, dopo essere state raccolte in campo, spesso in paesi
tropicali, possono sostare per diverso tempo nei magazzini dei luoghi di
origine talvolta a condizioni di temperatura ottimali per gli insetti. Poi ci sono i
lunghi viaggi in mezzi di trasporto magari non correttamente disinfestati o in
promiscuità con altre derrate. Infine le soste nei vari magazzini di transito,
anche in questo caso per tempi confacenti allo sviluppo delle tignole.
1
La lotta
E’ importante sapere come combattere le infestazioni, ma lo è ancor di più
imparare a prevenirle.
L’osservazione diretta non è sufficiente, perché generalmente le infestazioni
sono latenti e si sviluppano in un primo tempo sul substrato di origine. Gli
adulti possono quindi accoppiarsi e deporre senza fuoriuscire ed essere
avvistati. Inoltre generalmente le tignole prediligono orari crepuscolari per i
loro spostamenti, riducendo la possibilità di essere viste.
Alcuni segni della loro presenza sono le bave sericee prodotte dalle larve,
che possono apparire come ragnatele sulle derrate stesse, sui residui di
lavorazione ma anche sulle pareti e strutture. Pupe ed adulti possono essere
avvistati, le prime sugli angoli alti dei muri o dei bancali, i secondi posati sui
soffitti e nelle zone alte delle pareti. Questo fenomeno è determinato
dall’etologia delle larve che, a maturità tendono, ad abbandonare il substrato,
forando anche cartoni e pellicole plastiche e a portarsi nelle zone alte dei
locali, per tessere un leggerissimo bozzolo protettivo ed impuparsi.
Diventa perciò necessario, ovunque vi siano scorte e/o lavorazioni alimentari,
l’impiego di mezzi atti a rilevare la presenza di tignole e questo appare ancor
più evidente nei grossi magazzini di transito e laddove coesistono molteplici
derrate potenzialmente infestate/infestabili.
Il mercato mette a disposizione differenti tipi di trappole a feromoni specifiche
per Plodia interpunctella, per Ephestia cautella, per Sitotroga cerealella, per
Tineola bisseliella o per gruppi di tignole quali plodia più efestia (intesa come
tutte le specie del genere Ephestia) od il solo gruppo efestia.
La trappola agisce in questo modo: un emanatore di “profumo” (il feromone
specifico (vedi tab. 3), sintetizzato chimicamente, che in natura è prodotto
dalle femmine) viene posizionato adiacente ad una superficie collante,
generalmente protetta da un tettuccio; se si impiega un numero di trappole
basso i maschi verranno attratti, persino una molecola è sufficiente,
voleranno verso la fonte e resteranno infine invischiati. Questo metodo,
generalmente impiegato per il monitoraggio delle tignole, viene denominato
trap test. L’uso di trappole ad imbuto (tipo mass trap) fornite di un sacchetto
per la raccolta massiva dei maschi, è invece idoneo alla lotta così come
l’impiego di un elevato numero di trappole, serve, non alla cattura, bensì ad
ostacolare l’incontro tra i due sessi e quindi a ridurre i possibili
accoppiamenti. Questa tecnica di lotta viene definita come “il metodo della
confusione sessuale”.
Le trappole per il monitoraggio vanno sostituite in relazione alla durata delle
“cartucce” e all’azione collante: polvere e insetti riducono la funzionalità.
Il controllo periodico delle trappole consente una stima dell’infestazione.
In breve possiamo riassumere così le linee guida della lotta alle tignole:
2
-
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Prevenzione attraverso il controllo delle merci in entrata, la pulizia,
l’ordine, la facilità nel poter ispezionare, la riduzione dei tempi di
stoccaggio, l’uso di confezionamenti idonei (p.es sottovuoto) e trattamenti
periodici su mezzi di trasporto e locali vuoti.
Monitoraggio con trappole a feromoni
Lotta con trappole a feromoni
Trattamenti in caso di necessità sulle strutture e pareti con prodotti idonei
e impiego di gas.
Il problema nella filiera alimentare
La 155/97 responsabilizzando i titolari delle industrie alimentari (intese nel
senso lato imposto dalla legge) sulla qualità della produzione, produce un
aumento di attenzione verso l’igiene e quindi anche riguardo al problema
delle infestazioni. Quindi, se il rischio c’è (e posso assicurare che anche negli
ambienti più protetti il rischio di infestazione c’è sempre!) bisogna fare
qualcosa per minimizzarlo.
I provvedimenti da adottare sono praticamente gli stessi sia in un pubblico
esercizio, un ristorante, una mensa, che in un magazzino di un industria
alimentare o un grasso depositi di derrate. Ciò che cambierà sono
essenzialmente le tecniche di controllo che dovranno essere maggiori, mirate
ed il più possibile precise, in quanto il “prezzo da pagare” in caso di
infestazione è maggiore.
Nella dispensa di una mensa saranno sufficienti, contro le tignole le verifiche
dirette sul materiale in entrata, osservando che non presentino tracce di
infestazioni (bave sericee, rosure, spoglie di insetti, fori sospetti, ecc.).
L’immagazzinamento in dispense fresche preserverà da infestazioni
successive, insieme a controlli periodici e tempi di stoccaggio brevi. Di chiaro
ausilio potranno essere le citate trappole a feromoni menzionate.
Nei grandi depositi e nelle industrie alimentari saranno sempre fondamentali i
controlli delle merci in entrata, eseguiti a campione, ma suffragati da
numerosi altri tipi di test, in relazione al tipo di derrata. Il filth test e
l’incubazione a temperatura ottimale dei campioni sono quelli più diffusi.
Ricordiamo infine che anche la nostra dispensa domestica può essere di
gradimento per le tignole. I consigli sono sempre gli stessi: guardare bene le
confezioni prima di comprarle, consumare gli alimenti in tempi brevi oppure
conservarli in recipienti chiusi ermeticamente. Verificare infine altre possibili
fonti di infestazione presenti nella casa: oggetti decorativi in pasta salata o
con spighe e fiori ornamentali, frutta secca, soprattutto noci e arachidi e
accumuli di residui alimentari che si depositano dietro o tra i mobili della
cucina.
IR/5 maggio 2006
3
Tab. 1 - Le tignole e i loro substrati alimentari. (da terminare)
Pasta
+
Cioccolata
+
Cacao
+
+
+
Funghi secchi
+
Carne e pesce
essiccati
Noci
+
Frutta secca
legumi
Semi
+
+
+
Farine
Cereali
Plodia interpunctella
Ephestia kuehnialla
Ephestia cautella
Ephestia elutella
Ephestia figulilella
Corcyra cephalonica
Sitotroga cerealella
Pyralis farinalis
Tinea granella
Paralipsa gularis
+
Tabella 2 - Le specie più diffuse e la durata del loro ciclo:
SPECIE
DURATA DEL CICLO
T ottimale (°C)
23-305 gg
18-34
Plodia interpunctella
21-130 gg
25-30
Ephestia kuehniella
60-150 gg
31
Ephestia cautella
50-150 gg
Ephestia figulilella
60-150 gg
25
Ephestia elutella
1-7 mesi
27-28
Sitotroga cerealella
Tinea granella
45-140 gg
28
Corcyra cephalonica
45-60 gg
26
Pyralis farinalis
159-529 gg
24
Paralipsa gularis
4
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