L x.e ,j La irnpere romano dinastia Flavia L'anno dei quattro imperatori (69 d.C.) Dopo la morte di Nerone il mondo romano andò incontro a un anno di guerra civile e militare per la successione all'impero. Fra il 68 e il 69 d.C., infattl, si avvÌcendarono ben quattro im- peratori, Galba, Otone, Vitellio e Tito Flavio Vespasiano, ognuno dei quali era stato acclamato dagli eserciti delle diverse province. Per un anno Roma fu dominata da lotte fratricide e sanguinose stragi, mentre il senato cercava invano di riportare Ì'ordine. Alla lotta poLrtica parteciparono non soÌo i pretoriani, ma anche le truppe ordinarie. Lanno cìei quattro lmperatori vide dunque la definitiva ascesa dei ceti militari, ai quali era ormai evidente infatti di poter avere un ruolo neÌ determinare le sorti delÌa politica imperiale, promuovendo e sostenendo 1l proprio comandante anche essendo di stanza lontano da Roma. Segnò inoltre i1 rafforzamento delle province, che in- tervennero attlvamente nel1a scelta dell'imperatore. Vespasiano 169-79 d.C.): il ripristino dell'autorità imperiale e la riforma dell'esercito Alla fine, fra i quattro imperatori prevalse Vespasiano, uno dei generali di Nerone; alla testa di un forte eserclto raccolto in OrÌente entrò vittorioso a Roma, dando inizlo alla dinastia Flavia. Vespasiano fu il primo imperatore non appartenente all'aristocrazia di Roma. Discendente da una modesta famiglia della Sabina, ed estraneo ancor più dei predecessori aÌ rispetto per l'autorità e i privilegi del senato, VespasÌano non ebbe scrupoli nelÌ'allontanare dal senato gli elementi ostiÌi e nel sostltulrÌi con altrl a lui favorevoli. § "Perun;e ner o|ef" Secondo Lo storico Svetonio, Vespasiano avrebbe messo una tassa suL preLìevo deLL'urina (utilizzata per tingere i panni) dai gabinettl pubblici (che da Luì presero iL nome popolare di "vespasiani"). Riniproverato dal figLio Tito come fatto sccnveniente, L'imperatore avrebbe risposto "pecunia non olet", c:vvero "iL denaro non ha odore". :t, a:,1 L a';: )- nn -? --i" §:'.:r:l;:t.1i lit:f, tiì,:l1r!ri I, ^- t-! - llll ì - l. -'-., n§!'- Con la morte di Nerone, viene acclamato imperatore dalle Cradito al senato, dopo pochi mesi si inimica la plebe romana e i soldati, delusi per non avere ottenuto i privilegi richiesti. Vienr assassinato dai pretoriani. Viene eletto al posto di Galba; già governatore della Lusitania (l'attuale Portogallo) e comandante delle , governa per soli 95 giorni, sconfitto da Vitellio. Viene eletto dalle e appoggiato da tutto I'Occidente. Entra in ltalia con il suo esercito, che si abbandona a violenze di ogni genere. Viene assassinato in seguito a una ribellione dei soldati e della plebe. Già governatore in Africa e comandante in Palestina, viene acclamato da quelle del t e , della dell' ln seguito alla morte di Vitellio, entra a Roma. Egli era inoltre dotato di una lunga esperienza militare e conosceva quindl bene la situazione degll eserciti e il grave pericolo derivante da una loro ribellione contro l'autorità del governo centrale. Vespasiano, una volta salito al potere, cercò infatti di far uscire l'impero dalla crisl politica in cutf si dibatteva; iì problema plù urgente che affrontò fu queÌlo di limitare la potenza destabiLizzante degli eserciti e di ricondurli alla loro funzione naturale, al di fuori dl ogni eventuale interferenza politlca. A tale scopo Vespasiano attuò una profonda riforma con cui oltre a smobilitare alcune legioni, incoraggJlò l'aÌlontanamento dalla carriera militare degÌi ltalici, piu legati alìe clientele di Roma, e nello stesso tempo aumentò il reclutamento fra i provinciali dei centri urbanr piu lonranizzal i. Una taÌe iniziativa doveva avere in seguito importanti conseguenze: essa, infatti, se da un lato favorì iì ripopoÌamento della penisola e il rltorno di un certo numero di cittadini alla produzione asricola, 2 La dinastia Giutio-Ciaudia e iFlavi ___ ne della cittadinanza e g? incoraggiando con ogni mezzo f ingresso nel senato e ncÌla vita politica ed economica dello Stato di elementi provinciaii pro_ rrenienti soprattutto dalla Gallia e dalla Spagna. Questa iniziativa rese vivissima l'ostilità del senato nei suoi riguardi. Attraverso queste iniziative, Roma, cla città-stato impellnata a difendere i priviÌegi r.lei noblÌÌ e dei Vespasiano smobilita alcune legioni; allontana dall,esercito gli ttalici, più legati alle clientele di Roma, e aumenta i soldati fra i provinciali delle città romanizzate {*t,ts*gue*:=e : limitazione della potenza dell'esercito, che ha effetti destabilizzanti ripopolamento dell'ltalia incremento della produzione agricola dali'aÌtro contribuì sreg*,Èiw*: ricchi, si andava ormai trasformando in Stato sopranazionale e universale. Vespasiano, a tal scopo, riorganizzò to Stato su più solide basi costituzionali, promul.... ,:tìrsm glando neÌ69 d.C., con la collabo- A*tneratico perdita da parte dell'ltalia della funzione di Statoguida dell'impero rallentamento della diffusione della lingua latina nei territori conquistati &§ razione deÌ senato, Ia Lex de im- regime politico che §l perio Vespasiani. una specie di I non derivalapropria *'tS ffiil ..CarLa autorità costituzionalr , ,, far perdere all,Italia la sua funzione di Stato-guida deÌl'impero, in favore a e investitrrra dare;#i:ffi :l;::ffii:[,;" ro che mirava a g iu rid ico al principato, Iegalizzando il potere che dal tempo dÌ Auim^^,-^+.--i -^,-^.^i -.-^^ gursto gli lmperatori roniani ^: ^rro+a rrti si erano trarnanclati in via ,ii.à,. delle province. La valorizzazione delle province e la nuova legge per l'impero ;;:,....'-,,,.:i::termine 'i:i: Lerrlrrne :22?":';:;::""t' prima L,potere,,, indica un volta i poteri deÌ sovrano rispetto I sistemadigoverno in al senato e rlconosceva fra llaltr,t cui l'autorità politica, considerata come 1a piena Ìegalità del regime auto" .r".**daDio, cratic* deÌÌ'imperatore, autorizza- ' è esercitata to ora a compiere qualsiasl atto ri- I da chi detiene il potere religioso. tenuto lndispensabile per la difc lltermine puo essere sa e il prosresso detto Srato. con , ;;;;;;i"ancheper l'evidente conseguenza cli rende,' indi.ur.unaforma re sempre più inconsistente il pc- r di monarchia so politico dei senatori. r assoluta, in cui il "",, Questa Ìegge sanciva per la Come già prima di lui aveva tentato di fare Ì,imperatore Claudjo, VespasÌano mirò anzitutto al_ Ìa piena valorizzazione del monclo provinciaIe, attuando un processo di romanizzazione nelle provlnce occidentali mediante l'ampia concessio_ ormai sottanto l'imperart-,re e otl organi supremi dello Stato costi- si,fa adorare :::il" come un dio. tuivano la vera base del potere, al dl fuori cli ogni possibile rivendicazione dell'elemento militare e con assoluta escÌusione dl oqni catattere r.:r i;:r,...,..,,,,.,- flgll2 monarcilia. La politica estera e interna di Vespasiano In polltica estera, Vespasiano allargò iÌ territorio dell'impero attuando numerose campagne milltari in Britannia e in Germania, dove fu occupato tutto iÌ territorio compreso fra il Reno e il Danubio e fu costruita una cinta fortiiìcata, chiamata limes ("confine" in Ìatino), costituita da un insieme di fosse, paÌizzate, torri di controllo e accampamen, ti stabili, che sarebbe stata ulteriormente allungala dagli imperarori SUCr'esSivi. § ;.ex de rmperi* /espasr'**i TavoLa bronzea con i.a trascrizione delLa Lex de imperio Vespasioni oggi conservata ai Musei CapitoLini dj Roma , ul 3B Vespasiano inoltre aveva incal-icato L'impero roman0 il ficllio Tito diportare a termine l'assedio di Gerusaìemme. che oppose una strenua resistenza linché fu presa d'assalto e clistrutta t70 d.C.l. Trc anni dopo venne conqulstata, nou senza gravi dif{'icoltà, anche la fbrtezz.a cli Masada, ultima roccaforte dei li belli. ln seguito Ia Palestina lu nuclvamcnte asso!l!,lettata. Anche neÌ campo delle opere pubbÌiche e della tutela artistica Vespasiano si djstinsc l)er la sua attiviLa: itllltti dttte irrìzin r nJnrL'l'usL' cost"rllì"ll fra cui il famoso anflteatro Flavio, noto come Colosseo, e aprì nuove strar,le. Inoltre protesse lettere e arti e rifbrmò i costr-rmÌ, punenclo gli scanciali e frenancio il Ìusso stnodato. Vespasiano provrricle tra l'altro a rcndere p1ù efllciente l'amministrazione delLa giustizia, a sopprimcre i lribr-rnali di lesa maestà e a risanare Ie finanze clello Stal' r, ol-ll'liri dissangluatc c1allc spese di Nerone e daglli sconvol gimenti provocati daÌia gucrra civlle del 69 d.C. A turbare il corso del suo reg,lno intcrvenncro tre gravi calamità, che funestarono in nlodo partlcrllar-c' Rolna e l'ltalÌit: nel 79 d.C. Ia sparrentosa eruzione del Vesuvio che distrusse le citlà di Ercolano, Stabia e Pompei sepolte sotto una coltre di cene re e fi'rnglct; nell'80 cl.(.. ur-ra terribile pestilenza, che clecirnò Ìa popoÌazione itaÌiana c delL'impero, c rl grandc incendio di Roma. che c-listrusse il Campicloglio e gran parte clclla città, non ancori'r clel tutto ricostt'uita dopo qr-rello clel ti4 d.C. PrÌma cli potcr far frontc a tali calauità, il'1ll settembre ciell'81 cl.C., Tito uorì, mcntt'e i prt'turtani acclamavano imperatore iÌ frateLìtl Tito Flavio Domiziano, 91ià indicato dal padre Vespasiano come eventuale succcssorc. lÈruztour DhuroRE v) YslltTisne del Vesuvio l-e. PLinio il Vecchio si trr:t,dva a Ì4iseno, dave teneva IL 24 agcsto, verso le due il contando aelie flotta. Tito (79-81 d.C.), "delizia del genere umano" Nel 79 cì..C. t* f*r't*:rx *i §n:**; Vespasiano mtlrì. Gli succedette Tito, che ciurante il suo breve ilrpero tèce dl tt-ttto per atlenua- gLi le il contlasto con i1 senato' A Masarla si eranc a:sei'raElìaiì ultiml rjbeì.|i, i quall preferironc darri 1a morle jnsieme alLe ncqLi e ai figLi pìutlo:to che essere latti priglonieri La :,n: neL Ceserlo Ci jl daL vincitorie. forte:za naturale è posta s i coLLina roccioEa Lr:C.r ; .;lts:- 1g, :131 I'l';;iu, bassc a destra sono visiblLi 1 resl.ì dell'accarnpafienlo loinano. instaurando in tal moclo un clii-na cli collaborazione politica' e per clLLesto fu delìnito 'clelizia tlel genele ul-nano" ilalla storioglrafla uflìcjale, anrhe csplessione della classe aristocratico-senatoria. ponteridione, mia ntadre lo avverti che si vedevs unc nube di vastità e di appcrenzc insoi.ite [...]. EssenCaEli p0rs0 una cosa notevoLe e degna cii essere studi*la più do vicino, mise in mare alcune quadrirerni e si diresse colù donde gl.i aLtri fuggivano [...]. 6ià camincicvs a ccrdere sulle navi cenere sempre più densa e calde quanto più si avvicinava; cddevano anche pcnici e pietre onnerite, cotte e scartposte daLfuctco; pai ecco che da un improvviso ritir,trsi deLLe ocque venne a lui inpedito cli accostcrsi al Lidc. [...] Altrove ornai aggiornava, mc colòt era notte più nera e più fitto d'ogni aitrc notte, rotta tuttavia Ca numerase Jaci [stetle] e Lumi" Decisero perciò di avviarsi aL Lido e di vedere dc vicinc che cosc permettesse iI mare, ancora ninucciosrt e impraticabile. 2 Ie C t0llTl tauoratorio Autore trt TitO aSSgdia GgfUSalgmmg ÉJ gtio di vesposiano trt L NeL e futuro 70 d.C., come ci narra questo brano di Tacito, egLi assediò la capitale Ge- rusalemme, f! vittoria venne costruito a Roma l'Arco di Tito. EI f TU d Gerusalemme: città la distrusse e ne disperse lo popolazione. A celebrazione della prin- cipate detta Giudea, regìone storica detta Patestina annessa nel 6 d.C. come prefettura atta provincia romana di Siria. sto ri Posti gli accampamenti dinanzi alle mura di Gerusalemme, Tito schierò le legioni in pieno assetto di combatti- . mento. A loro volta gli Ebrei disposero 1e milizie sotto le mura stesse, in modo che - qualora le cose fossero andate bene - essi avrebbero potuto avanzare, se o g rafi co legioni: Tito disponeva di quattro legionì: tre erano accampate su[ lato orien- ; i Tacito *pera lnnales Data I-Ii secolo d.C. Tipotogia fonte testo Nese province orientati Tito, Jiimperatore, fronteggiò la rivoLta della Giudea. (tr :) 3g La dinastia Giullo-Claudia e iFlav ta[e de[[a città, mentre una, sul versante occidentate. occupava iI Monte degtì 0[ivi. attura tatticamente importante per [a difesa di Gerusa[emme. invece fosse- ro andate ma1e, avrebbero ayuto un luogo in cui rifugiar- fame: [a strategia di Tito consistette neI ridurre [e si. [...] I Romani si accinsero allora ad espugnare la città, poiché non pareva loro conveniente aspettare che la fame riserve di cibo e acqua de- costringesse i nemici ad arrendersi; essi, inoltre, deside- fortificazioni: [a più ìm- ravano vivamente affrontare subito i pericoli, alcuni per ponente e ìmportante da un punto di vista strategico era [a Fortezza Atonìa, che i Romani riuscirono a conquistare con un attacco a sorpresa, cog[ìendo g[i assediati ne[ sonno. gti assediati, continuando a permettere ai pettegrìni di entrare in città per [a consueta visita aI tempio in occasione de[[a Pasqua ebraìca (che cadeva proprìo ìn queI perìodo), ma impedendo loro di uscire. volontà di resistere: parte degti Ebrei riusci a trovare [a fuga attraverso ga[[erie sotterranee, ma [a maggior parte dì essi resistette stren uamente allattacco romano, ratlentandone ['avanzata. l' innato valore, altri per istinto sanguinario e per desiderio di fare botdno. Lo stesso Tito pensava a Roma e aveva fretta che Gerusalemme cadesse. Ma la citt)r era su un'altura e perciò assai di{ficile da espugnare; e, per di più, era munita di così poderose fortificazioni che sarebbero ba- macchine: per espugna- giovani, maschi e femmine; rurti armati, quelli che appena poteyano portare le armi, e moltissimi dotati di un'audacia assai maggiore di quel che il loro numero potesse lorp consentire. Uomini e donne erano animaci dalla stessa ostinata volontà di resistere; e questo anche perché, nel te da una grossa trave po- di una sconfitta, erusa Le m m chine mititari costitu'ista su un carretto e munita all'estremità di una testa di bronzo a forma di ariete, e a[[e torri d'assedio. essi - bilì di combattere, servendosi di terrapieni e costruzioni in [egno trainate da buoi, [e cuì pare- ti giacché la natura del luogo non consentiva assalti e sorprese G re Gerusatemme i Romani ricorsero agti arìeti. mac- correvano il pericolo di essere strappati al loro paese: cosa che dava ioro pirì paura di vivere che di morire. caso Tale era la città e tale il popolo contro cui Tito BassoriLievo deLl'arco di Tito con iL trionfo de[[ìmperatore dopo La conquista dì . state a difendere anche una città posta in pianura. [...] Seicentomila erano - a quanto si dice - gli assediati: vecchi e - sta- di graricciati, nonché di tutte le macchine di vecchia e di nuova inven- . erano rivestite di pet[ì a protezione dei dardi nemici; a[['interno vi erano diversi piani e in cima un "ponte levatoio" che permetteva ['accesso sut- zione, adatte ad espugnare la città. [e mura. e. Per C0filPHtll0tHt '1 . Quali diverse motivazioni spingevano, secondo Tacito, i soldati romani all'assedio di Cerusalemme? 2. Chi partecipo alla difesa della città? 3. ! Perché, nel giudizio di Tacito, la resistenza degli abitanti di Cerusalemme fu particolarmente accanita? 4B SroRrA PTH lmmAGrNr Giochi e divertimenti: t'anfiteatro, i gtadriatori A Ror. c'erano diversi modi per far divertire il popolo e nello stesso tempo distrarlo dalle tensioni sociali. Molti deidivertimenti preferiti dai Romani in età imperiale si svolgevano nell'anfiteatro, una rielaborazione tutta romana del teatro greco, e nel circo. Molto diffusi in tutte le grandi città dell'impero, glianfiteatri erano in genere diforma ellittica e circondati da gradinate disposte in file concentriche. Gli spettacoli, che avevano Iuogo in corrispondenza dei giorni festivi del calendario romano, erano divaria natura: le rappresentazioni teatrali (ludi scaenici), le corse dei cavalli e quelle delle bighe, le cacce con le fiere (venafiones), che consistevano in esibizioni di animali addomesticati, le battaglie navali (naumachiae) e i combattimenti dei gladiatori (ludiqladiatod), di gran lunga i più amatie i più seguiti. e il ciligo II Colosseo [anfiteatro Flavio o Colosseo era ì[ più importante edificio detl'età ìmperla[e. Venne così chiamato per Le sue gigantesche proporzloni e per la vicinanza a una colossale statua dì Nerone, chiamata appunto Colossus dal popolo. Iniziato da[L'imperatore Vespasiano e compLetato da suo fig[ìo Tito neLt'80 d.C., costituisce una detle pìù mirabiti opere detl'ingegneria romana: aveva 50.000 posti a sedere. ma poteva contenere fino a 80.000 persone, dato che a[[a popolazione povera era riservata [u[tima gradinata con soli posti in piedi. Un sistema di canal.i permetteva dì trasformare j 3600 metri quadrati det['arena in uno specchio d'acqua per [e battagtie navati. Nei sotterranei erano custodite [e bestie feroci provenìenti datlAfrica e datt'0riente, che tramite apposite gabbie venivano fatte salire in su- perficie. A copertura si utitizzavano grandi tendoni (vetari) che difendevano il pubblico dai cocentì raggì deL soLe o da improvvisi acquazzoni che servjvano anche a regotare gLi e effetti acustici. I j 't 1 # -:: 41 SronrA prE lmmocrHr r$t v.}"1q1 I combattimenti I combattimenti potevano svolgersi tra due gladiatori oppure tra gtadiatori e bestie feroci, come tori, orsi e leoni. Vi erano quindi dìversi tipì dì gtadiatori, armati in modo differente: iI reziario (retiarius) aveva un tridente per tenere lontano l'avversario e una rete per catturarlo, iI mjrmi[[one (mirmiLlo) si dìfendeva con una spada corta e uno scudo, iL laqueator era armato dj laccio e mazza, l'eques duetlava a cava[[o. iLdimachaerus era provvisto di due cotte[[i; il provocator infine aizzava gl"i attri gtadìatori a combattere. A volte g[ì scontri erano simulati e combattuti con armi rese inoffensive. ma più spesso erano at['uttimo sangue. cioè termjnavano quando uno dei due contendenmoriva: in questo caso i[ gtadiatore poteva sfuggire a[[a morte solo uccidendo iI proprio avversario. In a[cuni combattimenti, però, iL gtadjatore perdente gettava [o scudo in segno di resa: in questo caso era ['organizzatore de[[o spettacolo (ìn seguito ['ìmperatore) a decjdere det[a sua vita. attenendosi solitamente alle inc'itazionì deI pubbtico. tj Le corse a[ circo Ne[ cìrco si svolgevano [e corse con i carri, che davano origine a spettacotari scene di tifo da parte de[[e migtiaja di Romani che per ore datte gradinate urLavano e incitavano ì[ guidatore preferito, contraddistìnto solitamente da una casacca verde, rossa, bianca o azzurra. A[ centro det[a pista si trovava [a spina, aj tati delta quaLe c'erano [e mète, due cìppi destinati a essere pericotosamente sfiorati dai carri jn competizìone che vi gìravano attorno. come si vede in questo mosaico del II seco[o d.C. provenìente da Lione. 4? ar{ L,mpero roinan§ Domiziano (81-96 d.C.), monarca assoluto Domiziano, che dalta storiografia antica filosena_ toria è prescntato come un nuovo Nerone. accu, sato di uno sfrenato amore per gÌi spettacoli, di una toÌle prodigalità e di una particolare ferocia, in realtà dimostrò di avere notevoli capacità di governo. In politica interna, Domiziano sorvegliò Ì'applica_ zione delle leggri e iÌ funzionamento dei tribunali, preoccupandosi di questioni di bilancio, favoren_ do le attività economiche e portando a compimen to o iniziando numerose opere pubbliche. Domizlano tuttavia entrò ben presto in contrasto con il senato: non solo egli governava con la collaborazione di consiglieri di sua flducia, non più scelti fra i membri delÌ'aristocrazia senatoria, ma pretendeva di essere onorato quale "padrone e dio" (dominus ac deus), con una fori,UIJ::T.J]iU mula che rievocava la sglradita immagiBusto marmoreo ne di una monarchia di tipo orientale. de LL'im peratore Dorniziano conservato ln politica estera Domiziano. forte al Louvre di Parigi. dell'appogglo deÌl'esercito, si impew gnò a proseguire la conquista della Britannia, spingendosi con il generale Gneo Gìulio Agricola al di là del lin-rite meridionale della Caledo, nia (Scozia). Nell'S3 d.C. inoltre l'imperatore condusse personalmente una campagna contro le beliicose po_ l-a i*ggie *li §**rizjano Restì de[a Domus FLovia, Ia parte pubbLica deLLa reggia che insieme aLLa Donus Augustana, l,a parte privata, costitu'iva iL patazzo degii' 'inrperatori sul PaLatino. polazioni della zona del Reno, rafforzando ìa presenza romana nelÌe due nuove province delta Ger_ mania superiore e della Germania inferiore. anche attraverso iÌ perfezionamento del limes. ll regime di terrore e la fine della dinastia Flavia Domiziano non riuscì a ottenere altrettantl successi militari neÌÌ'Europa orientale, nell'area corrispon dente alÌ'attuale Romania, dove le legioni romane furono sconlìtte dai Daci, i quali si impegnarorro pero ln un'attiva partecipazione alla difesa dell,impero in quelÌ'area. La pace con I Dacl, considerata dagli avversari di Domiziano un vergognoso compromesso, fece aumentare l'attrito fra imperatore e senato. Si giunse così a una Iotta serrata, fatta di congiure e di repressioni, che colpirono anche numerosi membri della corte imperiaie. Nel g6 d.C., in seguito a una nuova cospirazione di cui faceva pafte la stessa moglie di Domiziano. Domizia Longina. iÌ principe, appena quaran, tacinq uenne, venne pugna- lato a morte: in tal modo anche la dinastia ciei Flavi, come quella dei Giulio-Claudi, si concludeva nel sanque. GUIDA att0 sTU0t0 '1. Qual era lo scopo della riforma dell,esercito di Vespasiano? 2. Che cosa turbò il corso del regno di Tito? 3. Perché Domiziano entrò in contrasto con il senato? LÌ ? l-a iirl:li* llt::lrl,ll,:i:t;;: in r i,-ll,-l 43 SINTE§I 7 ' Augusto designa come suo erede Tiberio (1.4-37 d.C.), con iI quate ha inizio Ia dinastia Giulio-Claudia. Tibe- bliche. La seconda moglie Agrippìna gti fa adottare i[ fig[iastro Lucio Domjzio Nerone per designarlo come successore; poi [o avveLena. Nerone diviene imperatore (54-6S d.C.). Dopo cinque anni di regno avveduto ed rio, nonostante promuova importantì iniziative per sostenere i picco[ì pro- prietari, non sana i profondi contrasti fra l'ltalia, gelosa della preminenza sino al lora goduta di paese-guida, e le province, di cui cresce ['importanza economi- equìlÌbrato. iI gìovane sovran0 intende [iberarsi datte interferenze deLta madre Agrippina. Una votta e[iminata Agrippìna, egLi dà ljbero sfogo ai suoi pìani ca e politìca. In potitica estera Tjberio affronta Le rìbeltioni de[[e legìoni stanziate in Pan- assolutistici. Intanto nonia e suI Reno, sedate poi daI nipo- te Germanico. L'improvvisa morte in Oriente di Germanico genera a Roma un ctjma di violenze, sospetti e deLazioni; su di sé Nerone accusa i cristiani di essere i verj responsabi[i e dà jnjzio atla prima persecuzione contro di loro. La Tiberio si ritira definitìvamente a Caprì (26 d.C.), da cuì governa attraverso Lucio Elio Seiano, prefetto del pretorio, e istituisce tribunali di lesa maestà neL 64 d.C. La ca- pitate è funestata da un terribite jncendjo, dj cui viene incotpato [o stesso imperatore. Per attontanare ogni sospetto svolta tjrannica det['imperatore induce j suoi avversari politici a ordire diverse congìure ai suoi danni, mentre nelte province porta a vere e proprie rjbetlìonì. Deposto daI senato e dichjarato nemico pubbtìco, Nerone sì suicida dopo un inutiLe tentativo di fuga (68 d.C.). che condannano a morte chìunque manchì di rispetto atta persona deL['ìmperatore. Net 37 d.C. a Tiberio succede il figlio di Germanico, Caligola (37-41 d.C.), che dopo otto mesi di buon governo manìfesta segni di follia e tenta di instaurare una monarchia teocratica di tipo ellenistico. In breve tempo ì[ suo comportamento fotte provoca congiure che ne ;'2.' RLLa morte di Nerone segue neI 69 d.C. un anno di anarchia, nel corso del qua[e si succedono quattro imperatori (Gatba, Otone, Vjtelljo. Flavjo Vespasiano). Fra [oro prevale Vespasiano, acc[amato dalte [egioni orienta[i. Vespasiano (69-79 d.C.), un jtalico, discendente da una modesta famigtia rie! La Sabina, è ì[ primo imperatore ryLg1istocratico e con [ui inizia la dinastia dei Tiivffiuccedono j suoi due figLi, prima Tito e poì Domìziano. Vespasiano rilorma l'esercito cercando di [imitarne iI potere, smobiLjta a[cune l.egìoni ed causano [a morte. I pretoriani eteggono dunque imperatore Tiberio Claudio Nerone (41-54 d.C.), frate[[o di Germanico. CLaudio estende la cittadinanza ad alcune province e si circonda di una burocrazia di corte formata da liberti; compie imprese vittoriose in Mauritania, Britannia merjdionate, Palestina e Giudea; interviene ne[a realizzazjone di opere pub- espetle gtiltalici, più Legati a[[e c[ientete di Roma. Continua iI programma di valorizzazione delle province" estendendo it diritto di cittadinanza e favoren- do [a partecìpazione de'i provinciaLi aI governo de[[o Stato, provvedimenti che portano aL declino deI ruol"o guida deL[a penisola ìtaUana ne[['ambito deLl'jmpero"!-ilnlzlb atla costruzione del[2n- fiteatro FLavio, noto come Cotosseo, e in potìtìca estera rinsalda i confini jn GaLlia, Brìtannia e GdiiììàIrneiTE jt fiqtjo Tìto conquista [a Patestjna: rjcostituzionati, promulgande. con ['as, senso del senato, La lex de imperio sp a si a n i, go_ir Losqqpq {_!gg4rz:!§j potere irerente aL p ll governo di Tito, iniziato net 79 d.C., è breve e funestato da gravi calamità: ['eruzione del Vesuvio, [a pestitenza e ['in, cendjo di Roma deLt'80 d.C. NeLt'81 gI"i succede iLfratetlo Tito Flavio Domiziano (81-96 d.C.), che si pone sin da subjto ìn -- contrasto con iI senato, dando alta pro, pria monarchia un indirizzo assolutistico di stampo orientale" Domiziano rafforza i confini de[t'impero e prosegue [a conquista de[[a Britannia, oLtrepassando i[ [imite meridionale detta Caledonia (Scozìa); neL[a regìone del Reno consolida iL Limes, mentre neIl'Europa orientale subisce una cocente sconfitta dai Daci. Questo insuccesso contribuisce al deterioramento dei rapporti dellimperatore con ìl senato finché, per una congiura, Domiziano muore pugnalato (96 d.c.). Pffiffi *#STffiU§ffiffi Lffi Completa la cronologia. 14 41 d.C. d.C. Diventa imperatore 69 d.C. Muore Tiberio e diventa imperatore 70 d.C. Diventa imperatore . 64 d.C. Scoppia un 79 d.C. grande . consegue l'inizio della i verso ll figlio di Vespasiano Muore il figlio a Roma e ne . l'anno in cui si avvicendarono imperatori distrugge tempio di nominato dai pretoriani E 96 d.C. Con I'assassinio di dinastia dei Ve- orìrrìro",r,-" " il - si conclude la