Socrate Socrate è il primo convinto oppositore dei sofisti. Non nega la forza della dialettica, non disconosce l’importanza dell’attività retorica, indica però un fine diverso da quello teso soltanto alla convinzione virtuosa di chi ascolta anzi trasforma quel fine in un mezzo di purificazione intellettuale. La verità per lui e i suoi seguaci emerge dal dialogo. L’unica certezza è rappresentata dalla necessità di discutere. La situazione in cui Socrate si trova ad operare è complessa, si torva infatti a dovere affrontare l’annoso problema della filosofia greca: dualismo tra verità (essere, ragione, valore) e realtà empirica (mondo del divenire). Questo problema nasce con l’eleatismo che afferma che essere = logos = realtà, e cioè che l’essere, la ragione e la verità sono un’unica ed indivisibile cosa. Con i sofisti la filosofia affronta una nuova crisi (quella valoriale), che però si può ricondurre al dualismo di cui abbiamo già parlato. Questa crisi consiste nel: - non riconoscere un unico principio, quindi un’unica legge morale di condotta. - la realtà non è più unica, è frammentata e confusa - in una tale realtà è impossibile fare riferimento ad un unico essere, o ad un unico principio, così come non è più possibile parlare di un unico valore. - di conseguenza è anche impossibile pensare ad un’unica forma di conoscenza. - ciò che vale è solo la potenza indiscussa del linguaggio. In base a quanto detto è facile comprendere che non esiste più un’unica verità, un unico essere, un’unica ragione, (logos ≠ verità ≠ essere ≠ realtà) per cui: - l’essere (la verità, la legge, la realtà) non esiste; - se pure esistesse, non sarebbe conoscibile; - se pure fosse conoscibile, non sarebbe comunicabile (Gorgia); - e inoltre l’uomo è misura di tutte le cose (Protagora). Da questa critica corrosiva dei sofisti ad ogni assoluto trascendente e metafisico nasce il RELATIVISMO etico-valoriale (per cui non esiste un’unica legge valida ed uguale per tutti) e l’INDIVIDUALISMO (ciò che è importante sono le vedute particolari). Come Socrate cerca di risolvere questa crisi? Cioè, come tenta di conciliare verità (essere, valore supremo) e realtà effettuale (molteplice divenire)? (A) Socrate scopritore dell’anima Socrate inizia la sua riflessione dal protagoreo “l’uomo è misura di tutte le cose”, ma dice anche che se l’uomo è misura di tutte le cose, è perché l’uomo riconosce come propria una misura, ovvero solo se nell’uomo vi è qualcosa in grado di misurare. Questo qualcosa, dice Socrate è l’anima. L’anima è misura di tutte le cose, in quanto regola, “forza del logos, del discorso con sé e con gli altri. Essa è quel continuo riflettere, controllare, provare…”. [Cfr. A.Banfi, I presupposti dell’opera di Socrate]. Con l’anima nasce per la prima volta l’idea che esista nell’individuo un unico centro, un unico polo, un’unica dimensione a cui fanno capo tutti i ragionamenti, tutte le emozioni, tutte le sensazioni dell’uomo. L’anima è l’identità in cui ogni uomo si raffigura. È quella dimensione interiore che raccoglie l’uomo in ogni istante della sua vita e che resta identica a sé anche nel continuo divenire di sensazioni, stati d’animo, ecc… - con gli eleati: la verità = essere = logos, quindi essa si conquista con il puro pensiero. - con i sofisti: la verità non è, e il logos e la ragione non sono un unico concetto, essi si frammentano diventando i tanti discorsi che l’uomo può fare. - con Socrate: la verità esiste e ciò che può misurarla nel caos del divenire è l’anima. Ciò significa che con Socrate è il singolo uomo che con la propria anima si può porre alla ricerca dell’essere, della verità, del valore. (GNOTI SAUTON = conosci te stesso) Socrate così risponde all’esigenza di riconciliare verità (essere, ragione) e realtà effettuale (mondo empirico del divenire) attraverso quella che viene definita una svolta etico-morale. È la mia anima (polo soggettuale dell’individuale e del razionale) che attraverso le proprie scelte, il continuo riflettere e interrogarsi, si avvicina sempre di più alla verità. Se l’uomo riuscisse a raggiungere la verità diventerebbe tale e quale a Dio, quindi non potrà mai arrivare a questo traguardo; è per questo motivo che la ricerca della verità diventa un indiamento, un mezzo di avvicinamento a Dio. (B) La svolta etica Per il fatto che Socrate risolve la crisi rivolgendosi all’interiorità dell’uomo, si è soliti parlare di una svolta etica. La svolta etica sta a significare che l’uomo può conoscere la verità solo se la cerca: l’uomo cioè deve cercare la verità, si deve porre alla sua ricerca. - con gli eleati: o si è nella verità o non lo si è (trascendenza dei valori). - con i sofisti: non esiste nessuna verità (relativismo valoriale). - con Socrate: il punto non è se si è o no si è nella verità, ma se ci si decide a cercarla (svolta etica). (C) Passaggio dalla vita contemplativa alla vita attiva L’anima diventa così il luogo, cioè il medium, il mezzo attraverso il quale l’uomo dal molteplice (non essere) arriva all’essere, alla verità. Essa è quella dimensione dell’individuo non da intendere come principio diversificatore dal corpo. Essa è vita, motore intelligibile, ciò che è proprio ad ognuno di noi. L’anima, la mia interiorità, la mia coscienza, è il luogo in cui io decido, interpreto, comprendo, progetto, scelgo il mio essere: è esigenza di ordine e di armonia1. L’anima è il principio unificatore del molteplice divenire2, principio di identità e di consapevolezza. (D) Metodo (da: meta = per + odos = via) L’anima dunque per arrivare a scoprire la verità, il vero essere, si deve porre alla sua ricerca. Ma quale via (cioè qual è il metodo) essa deve percorrere per arrivare alla verità e all’essere? 1) il primo passo, dice Socrate, è ammettere di non sapere, cioè ammettere che io non sono completo, che mi manca qualcosa. Solo riconoscendo la propria ignoranza l’anima è spinta alla ricerca. Solo sapendo di non sapere io riconosco che sono carente, che in me c’è un vuoto, una necessità, un bisogno che è bisogno di bene, bisogno di essere compiuti. 2) La mancanza, il bisogno che io sento, proviene da dentro di me. Allora dice Socrate: “conosci te stesso!” (gnoti sauton). La via della ricerca conduce l’uomo dritto alla sua anima e “una vita che non faccia di tali ricerche non è degna di essere vissuta”. Ciò significa che l’uomo, ogni uomo, deve scendere nelle profondità della propria anima quasi come un “palombaro” scende nelle profondità dell’acqua per scoprire i misteri dell’anima, il mistero della propria misura, del proprio logos, del proprio ordine interiore. “Ciò infatti che mi è più vicino, più proprio mi è anche più ignoto e sconosciuto!”. Senza la conoscenza del proprio logos, della propria misura, cioè senza far continuo riferimento ai propri principi, l’uomo si perderebbe nel continuo divenire del mondo senza dare una direzione giusta alla propria via! Conosci te stesso! Trova la tua misura, il tuo logos, il tuo discorso interiore, il 1 per il greco armonia = misura, ordine, equilibrio, a tal proposito ricorda Pitagora: l’armonia è numero e, nella misura in cui il numero in quanto astrazione può essere colto con il logos, l’armonia coincide con il nous, la ratio. 2 questo principio unificatore del divenire è il concetto. tuo essere! Interrogati sul molteplice, su che cos’è una cosa, cerca sempre di individuare il cuore profondo, il fondamento delle cose, ovvero il loro essere e la loro verità. 3) Chiediti il che cos’è una cosa (il ti esti), cerca sempre l’essenza (l’ousia) dei tuoi atti, cerca di definire i concetti. 4) Il momento in cui l’anima è guidata a scoprire se stessa e la sua misura è individuato da Socrate nel dialogo. (E) Il dialogo Perché? Perché il dialogo è il momento in cui l’anima nasce o, meglio, partorisce. È il momento in cui essa, chiedendosi il che cos’è una cosa, scende nelle profondità del suo logos. Il dialogo pertanto ha una funzione: - - - Pedagogica: (ped-agogia significa “guidare il fanciullo”, dal greco paidos = ragazzo + agein = condurre) con il dialogo Socrate guida l’anima del fanciullo a partorire (maieutica). Egli dichiarando di non sapere, costringe il fanciullo a trovare in sé le risposte alla domande che con insistenza pone (per es. cos’è il coraggio, la virtù, …). Ognuno di noi ha la propria misura, il proprio logos, la propria anima, il proprio principio vitale! Etica: (ricerca delle norme che guidano le azioni) attraverso il dialogo l’uomo guadagna conoscenze, colma il suo vuoto, amplia il suo sapere e, per Socrate, è il sapere che dirige l’azione.3 Pertanto solo attraverso il dialogo l’uomo fa chiarezza sui principi che guideranno la sua azione. Politica 4: Socrate spezza la struttura fonologica (passiva) dell’argomentazione retorica dei Sofisti e sottrae all’arbitrio e al relativismo il vivere e l’agire comune (politica). Ontologica: è tramite il dialogo che si supera la parzialità dei punti di vista e si giunge alla comprensione dell’universale. Questo è l’essere delle cose, la loro ousia, che dice che l’essere si guadagna non immediatamente ma con la mediazione del dia-logos. N.B. : il concetto di mediazione è di fondamentale importanza per comprendere la filosofia a venire. Con Socrate ma già prima con i Sofisti, l’atto conoscitivo non è più immediato perché con la scoperta dell’anima passa attraverso essa. L’importanza di Socrate sta nell’aver messo in luce che il sapere di cui si è privi potrà essere raggiunto a condizione che il suo contenuto sia visto come determinazione universale e quindi come oggetto di pensiero. 3 4 Intima unione tra gnoseologia ed etica. Solo conoscendo il bene l’uomo può realizzarlo. Ponendosi il problema del Bene per l’uomo (dove bene = essere e vero), Socrate fa coincidere la sua ricerca col dialogo. Questo significa che solo nella comunanza o nella comunità del rapporto interpersonale l’uomo può superare la parzialità e la relatività dei punti di vista. Questa comunanza, comunità è anche il vivere politico.