N. 35 — Ge nn aio 20 1 http://www.riforma.net/sav— Circolare dell’Associazione Su questioni di etica non ci si divide? Spesso certi pastori, nel nostro caso appartenenti alla chiesa valdese, contestano le prese di posizione del movimento Sentieri Antichi Valdesi come “gravemente scismatiche” ed auspicano la necessità di rimanere insieme agli altri per “dialogare”, sostenendo che “non ci si divide sull’etica”. L’idea è che, anche se non ne siamo d’accordo, sarebbe necessario accettare, in particolare, chi ha posizioni favorevoli alla normalizzazione dell’omosessualità ed ai matrimoni fra persone dello stesso sesso e dialogare con loro senza creare opposti schieramenti “o peggio” dividere la chiesa. Ecco, per esempio, quanto recentemente scrive il past. E. Fiume nel forum “Riforma protestante” di Facebook: Non la nostra giustizia ma la Sua “Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono - infatti non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio - ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, (…). Dov'è dunque il vanto? Esso è escluso. Per quale legge? Delle opere? No, ma per la legge della fede; poiché riteniamo che l'uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge. (…) c'è un solo Dio, il quale giustificherà il circonciso per fede, e l'incirconciso ugualmente per mezzo della fede. Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No di certo! Anzi, confermiamo la legge” (Romani 3:21-31). “Personalmente penso che l'unità della sposa di Cristo fondata nella parola e nei sacramenti non debba essere scalfita da qualsiasi posizione etica. Chi rompe la comunione (e così esorta a fare) su questi temi, si assume una responsabilità gravissima. Alla fine, citando Vittorio Subilia: "Io non mi occupo di etica perchè... non sono cattolico". Torniamo a discutere ANCHE di predestinazione, di teologia dei sacramenti, di autorità della Scrittura, di canto e preghiera... staremmo tutti meglio” (E. Fiume). Da dove esce la balzana idea che non ci si possa dividere su questioni etiche? L’ortoprassi è sempre radicata nell’ortodossia! La storia del Cristianesimo rende ampia testimonianza del fatto che i disaccordi in campo etico possono essere così seri da causare legittime e persino necessarie divisioni. Le aspirazioni ed argomentazioni del liberalismo in campo etico e mora- Il punto fermo ed imprescindibile che l'Apostolo afferma e dimostra in questa sua lettera è: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”, cioè sono squalificati ai Suoi occhi. Criteri di giustizia inferiori non valgono. Ogni nostra giustificazione Dio la respinge. Chi poi, conoscendo la legge di Dio, si sforza di applicarla diligentemente, si trova ben presto sommamente frustrato: il peccato pesa come una zavorra, gli impedisce di elevarsi e da essa non riesce a liberarsi. È una vera e propria maledizione. “Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione" (Galati 3:10). Continua a pag. 2, seconda colonna Iscriviti a Sentieri Antichi Valdesi come: Socio, oppure Simpatizzante, oppure Osservatore Tramite il modulo all’indirizzo: http:// www.riforma.net/sav/principidibase/ formularioadesione.htm Non c'è dunque via d'uscita da questa situazione? Sì, una via d'uscita esiste, ed è quella che Dio, nella Sua grazia e misericordia, provvede. Con i nostri sforContinua a pag 2. prima colonna 1 6 zi, meriti e presunte virtù non possiamo conseguire per noi stessi alcuna valida giustizia. Il Signore e Salvatore Gesù Cristo, però, nel quale si manifesta l'amore di Dio, ha conseguito Egli stesso un tesoro di giustizia, di meriti e di virtù del quale ce ne vuole far dono, affinché su quella base noi possiamo essere accolti da Dio e salvati. Con fiducia, così, tendiamo le nostre mani verso di Lui, accogliamo questo dono, questo “lasciapassare”. Esso diventa nostro. Con questo attestato soltanto le porte di Dio si apriranno per noi. È il Suo dono per noi. Ogni dono è gratuito, sennò non sarebbe più dono. Non lo dobbiamo meritare, solo accogliere con fede. Crediamo in Lui, crediamo che quanto Egli ha compiuto sia valido, valido per noi personalmente, come afferma la Bibbia. le certamente non possono essere definite “secondarie”. Il non rispetto e la non conformità alla legge rivelata di Dio, quella che da sempre è stata considerata tale, è altrettanto grave che il pregiudizio arrecato alla non condivisione, ad esempio, della dottrina della Scrittura come Parola di Dio o della soteriologia biblica. L’etica biblica, infatti, non è una “questione di opinioni” o di “semplici interpretazioni diverse”. La morale (il nostro comportamento) è altrettanto rivelata e specificata da Dio nelle Scritture quanto i principi teologici di base della fede cristiana. L’etica biblica non è riducibille ad un non meglio precisato e soggettivo concetto di “amore” (e il resto sarebbe “discutibile”) ma è definita dalla rivelazione della legge di Dio fin dalla creazione dell’essere umano, impressa nella coscienza delle creature umane e riassunta nel Decalogo. Cristo è venuto e, per coloro che Lo accolgono, ha conseguito la giustizia di cui hanno bisogno. Inoltre, attraverso il Suo sacrificio, la Sua morte in croce, Egli ha espiato completamente la pena che essi dovevano scontare per i loro peccati. Chi si affida a Lui ne è totalmente liberato. Ecco perché l'Apostolo dice: “Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia (...) nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù”. L’etica, inoltre, è radicata nella dottrina e nella prassi dei sacramenti. Unità nella vita sacramentale implica unità nella vita morale (tant’é vero che l’applicazione della disciplina ecclesiastica verso chi infrange le regole della decenza morale che devono caratterizzare il cristiano, implica biblicamente la sospensione o l’esclusione dalla partecipazione alla Cena del Signore). Le istruzioni e le esortazioni di carattere etIco sono intrinseche all’iniziazione cristiana del Battesimo. La transizione significata dal Battesimo è descritta come rinascita e nuova creazione, indicando con esso uno stile di vita trasformato. La rappresentazione della morte e della risurrezione di Cristo nel Battesimo pone a morte il vecchio uomo e ne fa rinascere il nuovo. La prima lettera di Pietro, considerata talvolta un sermone battesimale, descrive la nuova vita etica che accompagna una nuova condizione di vita: Nessuno quindi ha più base alcuna per vantare superiorità sugli altri. Non può esserci alcuna meritocrazia quando si tratta della nostra accoglienza di fronte a Dio. A qualunque nazione apparteniamo, qualunque sia la nostra condizione, per quanto gravi siano i nostri peccati, se ci affidiamo alla Persona ed all'opera di Cristo, saremo accolti da Dio, non per merito nostro, ma per merito di Cristo. La giustizia che porto a Dio non è, così, la mia, ma quella di Cristo, il mio Signore e Salvatore. “...poiché c'è un solo Dio, il quale giustificherà il circonciso per fede, e l'incirconciso ugualmente per mezzo della fede”. "Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell'ignoranza; ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo». (...) Avendo purificato le anime vostre con l'ubbidienza alla verità per giungere a un sincero amor fraterno, amatevi intensamente a vicenda di vero cuore, perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio (...) Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, del'ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza..." (1 Pietro 1:14-16,22-23;2:1). Si vanifica forse, in questo modo, quanto moralmente la legge di Dio esige? No! Anzi, confermiamo la legge, perché Dio non abbassa per noi il livello di quanto Egli esige, né semplicemente “passa un colpo di spugna” sui nostri peccati e ci perdona, non pretendendo più che noi ci conformiamo alla Sua legge. Cristo ha pienamente onorato quanto la legge prescrive, lo ha fatto come uomo per noi e su quella base, sulla base di quella giustizia perfettamente adempiuta, affidandoci ad essa, noi siamo salvi. Ricevere questa grazia, vuol dire, di fatto, trasformare la nostra vita. Riconosciamo i nostri peccati e la condanna che essi meritano, ci ravvediamo da essi e accogliamo, per fede, la Persona e l'opera di Cristo. Questo “farà differenza” nella nostra vita perché, con gioia e volentieri, desideriamo compiacergli in ogni cosa, non per meritarci qualcosa, ma come espressione della nostra riconoscenza verso di Lui. Inizia così in noi fin da oggi, in comunione con Dio, un percorso di santificazione che avrà pieno compimento in cielo. Ecco perché l'Evangelo di Cristo è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede in Lui. Oltre a ciò, una sostanziosa porzione di Colossesi delinea le esigenze etiche della vita battesimale (Colossesi 2:2-3:17). I battezzati sono “messi a morte” al riguardo di tutto ciò che è terreno: impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria, ira, collera, malignità, calunnia, parole oscene... Questo ed altro dev’essere sostituito da: sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza e Continua a pag 3 prima colonna 2 perdono. I battezzati devono rivestirsi d’amore e lasciare che la pace di Cristo governi il loro cuore. Devono ammaestrarsi ed ammonirsi gli uni gli altri in ogni sapienza. Sebbene che il Battesimo sia molto più che un’esortazione morale, è anche quella: un’esortazione fondata sul nuovo rapporto stabilito con Dio e l’un l’altro forgiata dal Battesimo. La liturgia come impegno etico innesca un cambiamento reale nell’individuo attraverso il ricevere il Battesimo e la Cena del Signore, un cambiamento che comporta azioni etiche in armonia con la nuova condizione della persona incorporata in Cristo e nel corpo ecclesiale attraverso questi due sacramenti. Questo impegno etico non è solo una decisione di agire in maniera etica, ma qui l’etica segue, è conseguenza dell’essere. L’ontologia sacramentale crea un corpo, il corpo ecclesiale di Cristo. Questo corpo è conformato a Cristo secondo il modello della Sua morte e risurrezione, una conformità che comporta un obbligo di tipo etico verso un’azione etica secondo quel modello normativo. Discerniamo quel modello nella vita ministeriale di Gesù così come le Sacre Scritture lo descrivono e prescrivono. beato Dio, che egli mi ha affidato" (1 Timoteo 1:7-11). "Infatti vi sono molti ribelli, ciarloni e seduttori delle menti, specialmente tra quelli della circoncisione, ai quali bisogna chiudere la bocca; uomini che sconvolgono intere famiglie (...) Perciò riprendili severamente, perché siano sani nella fede, e non diano retta a (...) a comandamenti di uomini che voltano le spalle alla verità. Tutto è puro per quelli che sono puri; ma per i contaminati e gli increduli niente è puro; anzi, sia la loro mente sia la loro coscienza sono impure. Professano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti, essendo abominevoli e ribelli, incapaci di qualsiasi opera buona" (Tito 1:10-16). La separazione da coloro che pervicacemente si contrappongono alla sana dottrina ed alla sana morale (e vorrebbero giustificarlo) è prescritta dalla Parola di Dio. "Come si addice ai santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi; né oscenità, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento. Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi seduca con vani ragionamenti; infatti è per queste cose che l'ira di Dio viene sugli uomini ribelli. Non siate dunque loro compagni; perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce - poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità - esaminando che cosa sia gradito al Signore. Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele; perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto" (Efesini 5:3-13). Il fatto è che quel “non ci si divide sull’etica” lo consideriamo il sofisma ipocrita di chi, come conseguenza ultima della critica biblica “scientifica” (che svuota le Sacre Scritture della loro autorità ultima), abbraccia il relativismo moderno non solo nel campo dell’etica, ma anche in quello della teologia. Assume così come criterio di unità della chiesa quel riduzionismo estremo che permette loro non solo di avere “comunione fraterna” con chi ha posizioni diverse dalle loro nel campo dell’etica, ma anche di accogliere come “fratelli” pure tutti coloro che, come oggi accade, mettono in questione praticamente tutti i principi fondamentali della fede biblica come sono precisati nel Credo apostolico nelle Confessioni di fede della Riforma. Con sconcertante equivoco anti-storico, si fa passare, infine, per “dogmatismo alla cattolica” o “fondamentalismo” la fermezza senza compromessi alle dottrine bibliche come se non fosse altrettanto rigorosa ed aliena da compromessi la fede dei Riformatori protestanti e delle Confessioni di fede della Riforma. Il loro conclamato protestantesimo è, di fatto, figlio non della Riforma, ma dell’umanesimo liberale anti-dogmatico. "Vogliono essere dottori della legge ma in realtà non sanno né quello che dicono né quello che affermano con certezza. Noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne fa un uso legittimo. Sappiamo anche che la legge è fatta non per il giusto ma per gl'iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e gl'irreligiosi, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i mercanti di schiavi, per i bugiardi, per gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina, secondo il vangelo della gloria del Il “non ci si divide sull’etica” viene evocato nel nostro caso, con il pretesto dell’amore, di fronte alla pretesa revisionista di normalizzare e “benedire” le pratiche e le unioni fra persone dello stesso sesso, cosa che poi sfocia ineluttabilmente e dimostrabilmente nella revisione del concetto biblico di matrimonio, dottrina di Continua a pag 4 prima colonna 3 struttura fondamentale dell’essere umano come lo descrive la Scrittura, una struttura stabilita in Cristo in rapporto con la chiesa. importanti, anzi, fondamentali implicazioni che riguardano l’identità stessa della teologia e dell’antropologia cristiana (biblica e riformata). Lungi dall’essere una “questione secondaria” che “non dovrebbe dividere la chiesa”, essa altera, di fatto, uno degli stessi capisaldi della dottrina cristiana e che si pone ad un livello simile a quello della Giustificazione, articolo rispetto al quale sta in piedi o cade la chiesa stessa. La questione dell’omosessualità, cosa di cui la cultura contemporanea bombarda costamentente le chiese tanto da spingere alcune a conformarsene, accettandola, non può essere considerata una “questione secondaria”. La nostra concezione dell’omosessualità, infatti, implica e dovrebbe esserne informata dalle nostre persuasioni di teologia antropologica, sulla natura e l’autorità delle Scritture e se crediamo esservi una legge di natura e coma la comprendiamo in rapporto alla cultura. Non possiamo concordare su Cristo se siamo in disaccordo su questioni sostanziali dell’insegnamento morale. Di importanza fondamentale è la legge di Dio nella creazione, l’immagine di Dio e nella vita cristiana. A questo riguardo, qui da noi le chiese BMV, si sono palesemente allontanate dall’insegnamento che consideriamo autentico della legge e dell’Evangelo e quindi da Cristo. Il loro insegnamento va dunque avversato senza compromessi in ogni circostanza con i modi ed i mezzi che caso per caso si giudicano più efficaci e necessari, senza lasciarsi intimidire o sedurre dalle loro argomentazioni. Vedasi anche: Dichiarazione su fede ed omosessualità Domande poste frequentemente sull'omosessualità Non si tratterebbe di ideologia? Ma lo rivelano essi stessi! Gli ammonimenti dimenticati della Bibbia su “gli ultimi tempi” e l’omosessualità È il revisionismo di questa natura che si rivela di fatto come scismatico nell’ambito dell’ortodossia biblica e non viceversa, un fenomeno simile a quello dell’Arianesimo che un tempo pretendeva prevalere e lottava per prevalere. Se quello era un revisionismo nel campo della cristologia, oggi siamo di fronte ad un attentato revisionistico alla stessa antropologia cristiana (il concetto di imago Dei, “una carne fra due esseri complementari che insieme costituiscono l’immagine di Dio e che è orientata alla procreazione) e al concetto stesso di matrimonio, di rilevanza teologica fondamentale in quanto descrive il rapporto stesso fra Dio ed il Suo popolo o chiesa attraverso la storia. Ogni domenica (Dio volendo) il testo biblico e la predicazione dal Lezionario Comune Riveduto, a cura del past. Paolo Castellina. Vedi: http://riforma.net/ index.php?title=Studi_biblici Il revisionismo moderno in campo teologico ed antropologico è esso che si è allontanato dalla tradizione storica della chiese e che ha provocato e provoca uno scisma dalla maggior parte dei cristiani che si attengono alle fondamenta teologiche e morali della Bibbia. Gli scismatici non sono, quindi, coloro che seguono la tradizione ma gli innovatori e i revisionisti che modificano, con il pretesto dell’aggiornamento, millenni di pensiero e di pratica cristiana. Con essi non si può e non si deve avere comunione. Se essi riescono a sfuggire alle legittime sanzioni che dovrebbero avere da parte della disciplina ecclesiastica, ad essi non può essere riconosciuto lo status di fratelli in fede, nemmeno di “fratelli che sbagliano”. Se non si ravvedono dalle loro posizioni eversive, comunque tentino di giustificarle, vale per noi il comando evangelico: “Se rifiuta d'ascoltarli, dillo alla chiesa; e, se rifiuta d'ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano” (Matteo 18:17). I nostri siti web http://riforma.net/sav http://www.valdesi.eu il nostro forum su FaceBook https://www.facebook.com/ groups/sentieriantichivaldesi/ Scriveteci a: [email protected] "Sentieri Antichi Valdesi" Borg. Garnier 5, Villar Pellice, 10060 Torino, Italia Le emergenti differenze fra le chiese sulla natura del matrimonio cristiano, a cui il dibattito sulla condotta omosessuale si è rapidamente trasformata, sono molto serie. Le differenze su questa questione compromettono profondamente l’unità della chiesa perché i disaccordi fra lo statuto ontologico di ciò che un tempo era considerato matrimonio è al tempo stesso un disaccordo etico e dottrinale: è un disaccordo sulla 4