ISTITUTO DI GENETICA DELLE POPOLAZIONI DEL CNR DI ALGHERO L’ Istituto di Genetica delle Popolazioni del CNR di Alghero, ha come suoi progetti principali lo studio di malattie genetiche nella popolazione sarda. Questi studi si sono articolati in due direzioni diverse: studio di pazienti provenienti da tutta la Sardegna e studio di piccoli villaggi isolati di una regione particolare dell’Isola, l’Ogliastra. La Sardegna ha una popolazione con particolari caratteristiche genetiche dovute all’isolamento geografico e al basso tasso di immigrazione che hanno causato una “deriva genetica” che la differenzia dalle altre popolazioni europee. La sua posizione centrale nel Mediterraneo ha certamente permesso l’approdo sulle sue sponde di diverse popolazioni in diverse epoche preistoriche. Un tale fatto giustifica le leggere differenze genetiche che si riscontrano in diverse aree dell’ isola. Tuttavia la popolazione mostra una sorprendente uniformita` nella frequenza di certi marcatori genetici quali gruppi sanguigni rari o antigeni HLA che suggeriscono un unico gruppo comune di “fondatori”. L’isola e` stata molto studiata dal punto di vista genetico soprattutto per quel che riguarda malattie monogeniche qui particolarmente diffuse quali la talassemia e la carenza di G6PD. L’osservazione piu` importante e` infatti dovuta al fatto che tutte le malattie monogeniche studiate in Sardegna sono state associate ad una singola mutazione diffusa in tutta l’isola che porta ad ipotizzare un effetto fondatore all’interno di una piccola popolazione originale. A differenza delle malattie monogeniche, le malattie multifattoriali presentano un quadro molto più complesso e di difficile soluzione. Alcuni paesi isolati della regione Ogliastra posseggono quelle caratteristiche di isolamento geografico (vedi foto) e caratteristiche istorico/demografiche tali da renderli dei modelli ideali per lo studio di malattie multifattoriali. Tali paesi hanno un’origine antica, hanno subito una lenta crescita senza immigrazioni dall’esterno, hanno vissuto in grande isolamento fino a tempi recenti con alti tassi di endogamia e di consanguineità. Manifestano quindi per lo meno nelle generazioni più vecchie quelle caratteristiche di omogeneita` genetica ed ambientale che li rende particolarmente adatti ad essere usati come modelli per tali studi. Questi studi sono facilitati dall’omogeneita` ambientale riscontrata in questi paesi dovuta alla mancanza di industrie inquinanti e al conservatorismo culturale e comportamentale delle popolazioni che hanno mantenuto abitudini e tradizioni stratificate per eta` e per sesso. Il coinvolgimento delle popolazioni locali ha favorito la creazione del Parco Genetico dell’Ogliastra, un Consorzio a cui partecipano oltre ad enti finanziatori privati ed enti pubblici di ricerca, alcuni paesi Ogliastrini quali Talana e Perdasdefogu. Il Parco Genetico dell’ Ogliastra (Parco Genos) ha avuto un grande impatto territoriale I paesi membri hanno infatti creato delle strutture di supporto alla ricerca: Talana ha allestito un ambulatorio/laboratorio di 70 mq fornito di apparecchiature per la separazione e conservazione di campioni di sangue (vedi foto) e Perdasdefogu ha allestito un ambulatorio/laboratorio di 340 mq che da` anche la possibilita` di svolgere programmi di formazione per giovani diplomati dell’Istituto Tecnico locale, finanziati da fondi regionali. (vedi foto) Il progetto di ricerca dell’IGP ha ricevuto una grande attenzione da parte della stampa e delle televisioni sia nazionali che internazionali attratte dall’idea che l’isolamento geografico potesse diventare un vantaggio da sfruttare dal punto di vista genetico e che potesse rappresentare per le popolazioni locali un veicolo di sviluppo culturale e sociale. Tanta attenzione mediatica ha stuzzicato la curiosità di un potenziale investitore, il Dr. Renato Soru, che dall’incontro con Mario Pirastu ha fatto nascere la società Shardna Lifesciences. Con l’apporto di capitali privati, tale società ha potenziato il progetto di ricerca in Ogliastra assumendo medici per condurre la ricerca epidemiologica sul campo, ingegneri informatici per creare il supporto informatico necessario alla gestione della enorme mole di dati generati. Un Protocollo di Intesa redatto con il Consiglio Nazionale delle Ricerche che partecipa come azionista alla Società, ha sigillato per la prima volta in Italia una partnership mista pubblico/privato. (vedi foto relative alla firma del documento) Una parte del personale dell’IGP si è pertanto trasferito in comando presso la società. PROGETTO OGLIASTRA: Identificazione di Geni associati a Malattie Multifattoriali attraverso lo studio di isolati genetici Obiettivi del Progetto: Studio demografico, epidemiologico e genetico di popolazioni isolate per l’identificazione di geni associati a malattie multifattoriali comuni e a Tratti Quantitativi ad esse associati come fattori di rischio. Introduzione La ricerca sull’identificazione dei fattori di rischio genetici associati a malattie multifattoriali comuni si e` negli ultimi anni concentrata sullo studio di isolati genetici per trovare soluzioni ai problemi posti dalla complessita` generata dalla molteplicita` di variabili coinvolte in tali studi. Si sono pertanto moltiplicati a livello internazionale gli studi di popolazioni che sono geograficamente isolate (Iceland, Sardegna, ) o che hanno avuto un’origine ben definita nel tempo (Quebec, Tristan da Cunha, Hutterites) o che, per isolamento culturale seppur senza isolamento geografico, hanno mantenuto un certo grado di inbreeding (i.e. Bedouin Arabs, Hasidic Jews). Numerosi geni alterati sono stati identificati come causa di rare malattie monogeniche grazie a studi condotti in isolati genetici dove il quoziente di kinship e` piu` alto che in popolazioni aperte ed il Linkage Disequilibrium si estende su ampie regioni cromosomiche (Puffenberg et al. 1994; Scott et al. 1995; Hästbacka et al. 1992; de la Chapelle 1998; Peltonen et al. 1999). Nel caso delle malattie multifattoriali il successo pero` e` stato molto meno eclatante anche perche`, per il mappaggio di geni associati a malattie complesse, non tutti gli isolati sono equivalenti ed alcune caratteristiche sembrano essere particolarmente importanti (Peltonen 2000). E` di fondamentale importanza una conoscenza approfondita della storia demografica e sociale locale e la determinazione del numero di fondatori, la modalita` di crescita e l’attuale dimensione della popolazione, il tasso di immigrazione, di endogamia, di consanguineita` e la presenza di deriva genetica (Freimer et al. 1997; Kruglyak 1999; Wright et al. 1999; Risch 2000). Inoltre, in alcune popolazioni l’isolamento geografico ha prodotto anche una certa omogeneita` culturale che si traduce in conservatorismo nelle abitudini alimentari e stili di vita. Questa omogeneita` ambientale, pur stratificata per sesso e per eta`, comporta una riduzione del background “noise” ambientale e quindi facilita l’identificazione di fattori puramente genetici (Terwilliger and Weiss 1998, Terwilliger and Goring 2000). La scelta delle popolazioni isolate da studiare deve anche tenere conto della possibilita` di ricostruire accurate e veritiere genealogie grazie alla disponibilita` di documenti scritti quali i registri ecclesiastici e demografici. Questa risorsa da` un vantaggio molto significativo nella pianificazione degli studi genetici (Peltonen et al. 2000). Come sappiamo, la Chiesa Cattolica ha creato una preziosa fonte di documentazione demografica attraverso la compilazione dei Quinque Libri in ogni parrocchia del mondo cattolico sin dalla fine del sedicesimo secolo. Quando l’intera popolazione e` essenzialmente un grande albero genealogico, e` molto probabile che gli individui affetti abbiano ereditato gli stessi alleli di predisposizione “identici per discendenza” (IBD) da un antenato comune. Grandi alberi genealogici che includono individui affetti dalla stessa patologia aumentano il potere dell’analisi di linkage dato che la probabilita` a priori di condivisione di un segmento genomico e` estremamente bassa nel caso di parenti lontani e quindi l’evidenza di condivisione IBD indica la presenza di fattori genetici che contribuiscono alla patologia. L’analisi di aplotipi condivisi IBD in parenti affetti ha quindi un grande potere quando si utilizzano tutte le informazioni genealogiche disponibili. In ogni caso, oltre alla ricostruzione genealogica, e` importantissimo stimare accuratamente il numero di fondatori della popolazione sotto studio. Infatti la probabilita` di identificare varianti geniche associate a malattie comuni e` maggiore in popolazioni isolate derivanti da pochi fondatori (10 – 100) non imparentati, perche` si ipotizza che le varianti geniche presenti in un a tale popolazione siano in numero minore di quelle presenti in popolazioni aperte (Gillian and Todd 2000; Wright et al. 1999; Kruglyak 1999; Bourgain et al. 2001). Un altro fattore molto importante di cui tenere conto e` la dinamica di crescita della popolazione (Wright et al. 1999; Kruglyak 1999). Studi condotti attraverso simulazioni computerizzate hanno dimostrato che una lenta crescita durante la prima fase della formazione della popolazione, aumenta la perdita di eterogeneita` genetica (Kruglyak 1999). Un lungo periodo di crescita costante seguito da una espansione recente aumenta il Linkage Disequilibrium nella popolazione mentre un’espansione iniziale seguita da una lenta crescita lo diminuisce. In popolazioni “inbred” di formazione abbastanza recente (10-20 generazioni) sara` facilitata l’identificazione di segmenti “identici per discendenza” (IBD) in individui che manifestano lo stesso fenotipo vista la diminuita eterogeneita` genetica presente nella popolazione (Houwen et al. 1994; Nikali et al. 1995; Wright et al. 1999; Peltonen 2000). Lo studio condotto dall’IGP nei villaggi isolati dell’Ogliastra ha applicato le seguenti metodologie per stabilire quanto tali popolazioni corrispondano ad il modello ideale per essere utilizzate per un veloce ed economico raggiungimento degli obiettivi della ricerca Metodologie applicate Tale studio si è pertanto basato su un approccio multidisciplinare per esaminare: L’evoluzione demografica dell’isolato e la sua origine che ne possono determinare l’estenzione del Linkage Disequilibrium presente nella popolazione attuale. Studi condotti attraverso simulazioni hanno dimostrato che una lenta crescita durante la prima fase della formazione della popolazione seguito da una espansione recente aumenta il Linkage Disequilibrium nella popolazione, mentre un’espansione iniziale seguita da una lenta crescita lo diminuisce. Si sono condotti pertanto studi storici e archivistici sulle popolazioni in oggetto. Il numero di fondatori. La probabilita` di identificare varianti geniche associate a malattie comuni e` maggiore in popolazioni isolate derivanti da pochi fondatori (10 – 100) non imparentati, perche` si ipotizza che le varianti geniche presenti in una tale popolazione siano in numero minore di quelle presenti in popolazioni aperte. Si sono condotte pertanto analisi delle linee ereditarie paterne e materne attraverso lo studio di marcatori del cromosoma Y in maschi non imparentati per parte materna e del DNA mitocondriale in un campione random della popolazione. La ricostruzione genealogica della popolazione. Quando l’intera popolazione e` essenzialmente un grande albero genealogico, e` molto probabile che gli individui affetti abbiano ereditato gli stessi alleli di predisposizione “identici per discendenza” (IBD) da un antenato comune. Grandi alberi genealogici che includono individui affetti dalla stessa patologia aumentano il potere dell’analisi di linkage dato che la probabilita` a priori di condivisione di un segmento genomico e` estremamente bassa nel caso di parenti lontani e quindi l’evidenza di condivisione IBD indica la presenza di fattori genetici che contribuiscono alla patologia. L’analisi di aplotipi condivisi IBD in parenti affetti ha quindi un grande potere quando si utilizzano tutte le informazioni genealogiche disponibili. Si sono quindi raccolti tutti i dati anagrafici per gli ultimi 400 anni contenuti negli archivi vescovili e negli archivi municipali. Indagine epidemiologica per identificare le patologie prevalenti nella popolazione isolata sotto studio, la loro distribuzione all’interno di grandi famiglie estese ed i tratti quantitativi (QT) da analizzare ad esse associati. Teams di medici conducono visite generali e specialistiche delle popolazioni oggetto di studio; vengono raccolti campioni di sangue e sono sottoposti ad analisi ematologiche di routine e specialistiche; vengono raccolti dati storici relativi allo stato di salute della popolazione negli archivi degli ospedali locali. Analisi genetica. La selezione degli individui da sottoporre a genotipizzazione e` resa particolarmente efficiente ed economica attraverso la conoscenza della posizione genealogica di ciascun individuo all’interno di famiglie estese discendenti da antenati comuni. La genotipizzazione e` condotta in fasi successive che utilizzano mappe di marcatori polimorfici e SNPs (Single nucleotide polimorphisms) via via piu` densamente distribuiti sulla piccola porzione del genoma identificata come associata. Creazione di un sistema informatico integrato per il trattamento e l’analisi delle informazioni raccolte La Base Dati è stata realizzata utilizzando la versione 8.1.7 del sistema di gestione di basi di dati relazionale Oracle che è attualmente il database più utilizzato dalle compagnie Biotecnologiche. I dati raccolti, sono di tipo genealogico, genetico, fenotipico e ambientale provenienti dai diversi villaggi in studio. La raccolta delle informazioni avviene secondo due modalità differenti: sia come import automatico dei dati da sequenziatore, analisi di laboratorio, dati raccolti sul territorio (fenotipi, dati anagrafici etc.) che tramite maschere di immissione dati. Sono stati elaborati degli applicativi che permettono agli utenti di estrarre i dati che soddisfano a criteri da essi impostati per poi processarli tramite software standard di analisi statistica. Contestualmente si è provveduto alla progettazione ed implementazione di nuovi algoritmi di analisi maggiormente adatti alle esigenze determinate dallo studio di popolazioni isolate. Analisi statistica. Nella ricerca si utilizzano due principali study designs: l’analisi qualitativa comporta lo studio di un numero anche limitato di soggetti affetti da una data malattia ma opportunamente relazionati fra loro in famiglie o discendenti da comuni antenati. L’analisi quantitativa comporta l’analisi di tutta la popolazione e di tutte le famiglie che la compongono e studia i Tratti Quantitativi (QT). I due approcci comportano percio` una diversa selezione dei campioni da analizzare e diversi metodi di analisi statistica. Una popolazione omogenea permette di ridurre la variabilità dei fattori eziologici (sia genetici, che ambientali) e famiglie estese che comprendano soggetti “geneticamente omogenei” (relativamente alla presenza dello stesso gene di suscettibilità) risulta in un’analisi più potente. Nell’analisi qualitativa, l’utilizzo di famiglie estese, con più soggetti affetti implica una maggiore probabilità che vi siano gli stessi geni di suscettibilità coinvolti (anche se questa condizione dipende dalla frequenza del gene-malattia nella popolazione). In aggiunta, la scelta delle famiglie per l’analisi di linkage massimizza il numero delle meiosi informative relative al gene di suscettibilità che deve avere un’alta probabilità di segregare nella famiglia. Tra i diversi metodi di analisi proposti per l’analisi di fenotipi quantitativi finalizzati alla identificazione e alla localizzazione tramite linkage di loci di suscettibilità (QTL), il metodo delle componenti della varianza si sta rivelando un approccio molto potente ed efficace. Nell’analisi dei tratti quantitativi è possibile considerare tutte le informazioni fenotipiche raccolte a livello di popolazione utilizzando congiuntamente tutte le informazioni genealogiche contenute nel database. Il metodo delle componenti della varianza rappresenta un’estensione dei metodi classici che si basano sulla ripartizione della varianza fenotipica totale in componenti dovute a fattori genetici (rappresentati dalla componente poligenica) e ambientali, per poterne valutare il loro contributo relativo. Per ogni posizione del genoma viene valutato se una significativa parte della varianza fenotipica possa essere attribuita ad un QTL presente in quella data posizione cromosomica. Per ciascun marker e per ciascuna posizione cromosomica, la varianza fenotipica totale viene suddivisa nelle seguenti componenti: una componente dovuta ad un gene principale in linkage con il marker (o i markers, nell’analisi multipoint) studiato, una componente poligenica dovuta ad altri geni non in linkage con il locus-malattia e una componente ambientale. Analisi bioinformatica Con la disponibilità della sequenza del genoma umano è diventato possibile “in silico” la rapida identificazione di tutti i geni all’interno della regione di interesse seguito dallo screening di mutazione del gene candidato aiutato dalle informazioni sulla sua struttura genica. Nella prima fase le sequenze nucleotidiche genomiche della regione in esame, definita dai marcatori molecolari individuati dall’analisi statistica, sono prelevate dalle varie banche dati (NCBI, Celera Genomics) e comparate fra loro con l’obiettivo di creare un’unica sequenza di riferimento (consensus sequence). Una prima analisi bioinformatica permette di identificare e “mascherare” le sequenze ripetute che rappresentano una considerevole quantità del nostro DNA genomico e che possono alterare l’attendibilita’ dei risultati. La sequenza “mascherata” di DNA viene comparata con le sequenze dei geni noti depositate nelle banche dati con una conseguente identificazione e localizzazione dei suddetti. Seguendo la strategia del cosidetto “candidate approach”, di tali geni, vengono sequenziate le regioni codificanti e regolative sia in individui affetti che in individui di controllo. Risultati raggiunti Analisi demografiche e ricostruzioni genealogiche: raccolta di dati primari negli archivi comunali e nell’archivio Vescovile di Lanusei. Sono stati raccolti tutti i dati contenuti nei Quinque Libri relativi ai paese di Talana, Perdasdefogu, Urzulei e Triei. Tali dati sono relativi ai battesimi, alle cresime, ai matrimoni, alle morti e allo “stato delle anime” degli abitanti di questi paesi a partire dal 1590 per Perdasdefogu ed Urzulei, e dal 1643 per Talana e Triei. I dati di nascita, matrimonio e morte, conservati negli archivi comunali sin dal 1868, sono stati raccolti fino al 1928 (secondo le regole imposte dalla legge sulla privacy). I dati relativi alla popolazione attualmente residente nel paese sono stati raccolti oralmente intervistando i residenti previo consenso informato. In totale sono stati finora inseriti nel database 26.890 individui collegati da 22.300 legami di parentela. E’ stato creato un database anagrafico, storico e contemporaneo, per la ricostruzione genealogica di tutta la popolazione. Sono state compilate schede cartacee raccogliendo le informazioni relative agli atti di battesimo, di matrimonio e di morte per tutti e 3 paesi in studio. I dati raccolti nell’Archivio vescovile di Lanusei sono ora trasferiti su supporto informatico dai borsisti di Perdasdefogu utilizzando un software appositamente creato dal personale informatico di SharDNA sul database Oracle in cui ogni individuo viene identificato attraverso un numero di ID unico generato dal computer e messo in relazione con gli ID dei genitori. Attraverso questo sistema è possibile identificare per ogni set di persone prescelte tutti gli antenati da loro condivisi. Il database contiene sino a questo momento i dati genealogici, sierologici, clinici e genetici dei paesi sinora analizzati. Il sistema informatico messo a punto garantisce l’anonimato dei partecipanti al progetto dato che i dati “sensibili” raccolti attraverso le indagini cliniche, genetiche ed epidemiologiche, vengono riferiti esclusivamente a dei numeri e non ai nomi delle persone. Le identità delle persone vengono criptate e le relazioni tra gli individui sono elaborate da un piccolo gruppo di persone estranee alla ricerca. Il database ed il programma PedNavigator messo a punto dalla Società Shardna permettono di ricostruire in maniera automatica gli alberi genealogici relativi alle persone inserite nel database, di identificare i potenziali antenati comuni relativi a individui presenti nel database e calcolare quindi gli step meiotici che li separano, il grado di consanguineità e di inincrocio. L’analisi degli archivi ecclesiastici e municipali fornisce la possibilià di fare uno studio demografico e di determinare il ritmo di crescita dei vari paesi. Inoltre l'analisi dei dati archivistici relativi ai matrimoni permette un calcolo approssimativo del coefficiente di consanguineità della popolazione dato che la consanguineità degli sposi richiede una dispensa vescovile e pertanto il grado di consanguineità viene sempre specificato. L’analisi demografica è un fondamentale mezzo di conferma che il paese scelto per lo studio abbia effettivamente tutte quelle caratteristiche che lo rendono assimilabile al modello di popolazione isolata ipotizzata come ideale per questo tipo di studio. Creazione di una biobanca e di una seroteca Con la supervisione dei ricercatori dell’Istituto di Genetica delle Popolazioni del CNR, e con il personale del Parco Genos è stata creata una biobanca contenente varie aliquote di DNA, plasma, siero e globuli bianchi di ogni individuo prelevato. Sono stati raccolti e catalogati sinora circa 2800 campioni di sangue da ciascun adulto della popolazione di Talana e di Perdasdefogu. I tecnici di laboratorio hanno provveduto all’estrazione del DNA dal sangue intero fresco di tutti gli individui partecipanti al progetto. Le piccole aliquote di plasma, siero e globuli bianchi vengono conservate nel freezer a –80o C per essere utilizzati in seguito per analisi biochimiche speciali o ulteriori estrazioni di DNA. Data l’enorme quantità di aliquote provenienti da ciascun campione accumulate sino ad ora, si sta provvedendo a razionalizzare ed organizzare la conservazione e la catalogazione. E’ in fase di elaborazione un sistema di controllo dell’uso di ciascuna aliquota conservata ed un sistema di “magazzino” per la gestione della Biobanca e della Seroteca. Su ogni campione di sangue prelevato sono state eseguite le analisi cliniche sierologiche e l’emocromo in collaborazione con la ASL di Lanusei. Per ogni individuo sono stati valutati i seguenti parametri: emocromo e formula leucocitaria, azotemia, glicemia, creatininemia, sodiemia, potassiemia, calcemia ,fosforemia, cloremia, magnesiemia, colesterolemia totale, colesterolo HDL ,colesterolo LDL, trigliceridemia, uricemia, transaminasi seriche (got/ast-gpt/alt), bilirubina totale, bilirubina diretta, bilirubina indiretta, proteine totali, albumina, fosfatasi alcalina, colinesterasi e htsh ultrasensibile. Indagine epidemiologica: Identificazione di malattie complesse prevalenti nei villaggi ogliastrini prescelti. E’ stata condotta un’indagine epidemiologica per identificare le malattie complesse presenti sul territorio. In collaborazione con i medici della Società Shardna, sono state condotte visite generali e specialistiche nei paesi di Talana, di Perdasdefogu e di Urzulei volte a determinare la prevalenza di malattie comuni multifattoriali in tali popolazioni. Sono state compilate schede informative attraverso interviste individuali con i residenti dei paesi coinvolti. Screening Generale condotto sulla popolazione di Talana, di Perdasdefogu e di Urzulei. Nel corso del 2003 il gruppo di lavoro ha completato 1480 visite a Perdasdefogu, 982 visite a Urzulei mentre a Talana ne sono state condotte finora 442 e sono ancora in corso. Sono stati rilevati i seguenti dati Dati socio-anagrafici Dati sulle abitudini di vita (principali fattori di rischio) Dati relativi all’anamnesi personale ed eventuale familiarità Esame obiettivo con rilevazione delle misure antropometriche (peso, altezza) e di altri tratti quantitativi (per es. pressione arteriosa) Analisi chimico cliniche sui campioni biologici raccolti. I campioni di sangue sono stati sottoposti ad analisi per circa trenta parametri quali l’Emocromo, la Glicemia, l’azotemia, la creatininemia, l’uricemia, gli elettroliti sierici, i livelli di ormone tiroideo ed il profilo lipidico. Gli screening specialistici sono stati effettuati su tutta la popolazione basandosi sulla prevalenza di alcune patologie. Tali screening specialistici consistono sia di esami clinici che di esami strumentali. Screening oculistico Il progetto di ricerca e` svolto in collaborazione con la Clinica Oculistica dell’Università di Cagliari. Gli obiettivi generali sono determinare la prevalenza di patologie oculari nella popolazione di Talana e condurre uno studio dei tratti quantitativi della morfometria oculare. Il disegno dello studio è di tipo osservazionale trasversale. Nel periodo compreso fra ottobre 2001 e luglio 2002 è stato effettuato uno screening oculistico sulla popolazione del paese. Lo screening è stato condotto da due oculisti specialisti che hanno visitato 791 persone, di età compresa fra i 5 e gli 89 anni; tutte le persone hanno aderito alla ricerca in conformità alle norme etiche sul consenso informato e alla legge sulla privacy (L. 675/96). La visita oculistica prevede una anamnesi oculare specialistica personale e familiare, l’esame obiettivo con osservazione biomicroscopica del segmento anteriore e posteriore dell’occhio, la valutazione dell’acuità visiva e l’esame della refrazione, l’oftalmometria, la valutazione della motilità oculare (stereopsi), l’esame del senso cromatico mediante test di Ishihara, la misurazione della pressione intraoculare, l’esame biometrico e la retinografia. Gli esami strumentali sono stati eseguiti con l’ausilio di: lampada a fessura, ottotipo, autorefrattometro, tonometro ad applanazione e biometro oculare. Personale che opera sul campo: due oculisti specializzati. I tratti della morfometria oculare quali la lunghezza assiale, la profondità della camera, lo spessore del cristallino e il raggio di curvaturea corneale sono i principali componenti della refrazione oculare. I vizi di refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo ecc) sono una manifestazione delle relazioni che intercorrono fra tali componenti oculari. Sebbene da molti studi risulta che la genetica giochi un ruolo determinante nella morfometria oculare non sono ancora stati identificati loci che ne influenzano l’espressione. Screening dei disturbi cognitivi e della demenza Per l’identificazione di soggetti con sindrome dementigena al di sopra del 60mo anno di eta` in una prima fase è stata condotta\ un’ anamnesi specialistica patologica e familiare dei disturbi di memoria e altri deficit cognitivi. Verrà condotto un esame obiettivo per la valutazione dello stato fisico generale, un esame neurologico ed una valutazione cognitiva, comportamentale e funzionale globale. Sui soggetti identificati nella prima fase verrà condotta una valutazione neuropsicologica ed esami di laboratorio (VES, emocromo con formula, glicemia, ASAT, ALAT, creatinina, azotemia, elettroliti sierici, Vitamina B12 e folati, TSH, VDRL). Verranno utilizzati inoltre i seguenti Test per la valutazione dei disturbi cognitivi e comportamentali: Mini Mental State Examination, Activity of Daily Living, Instrumental Activity of Daily Living, Geriatric Depression Scale, Test dell’Orologio, Geriatric Depression Scale, Hachinsky Ischaemic Scale, Racconto di Babcock, 15 Parole di Rey, Fluenza fonetica e semantica, Token test, Matrici attenzionali e numeriche, Copia disegni Screening per l’osteoporosi Il progetto di studio sull’Osteoporosi ha l’obiettivo di determinare la prevalenza di tale patologia nella popolazione di Talana e di quantificarne e caratterizzarne la componente genetica. Il disegno dello studio è di tipo osservazionale trasversale. Contestualmente alle visite dell’indagine epidemiologica generale, si conduce una rilevazione strumentale della densita` minerale ossea tramite un’analisi automatica osteosonometrica ed osteosonografica del tessuto osseo (DBM Sonic Bone Profiler). Tale esame è utile per l’identificazione di soggetti a rischio di osteoporosi, e inoltre fornisce il tratto quantitativo densità minerale ossea. Al momento a Talana sono state effettuate 333 misurazioni. Il personale che opera sul campo e`costituito da due medici specialisti e un’infermiera professionale addestrati all’utilizzo dello strumento. Screening per l’ipertensione arteriosa essenziale Questa patologia e` gia` stata individuata nello studio condotto dall’IGP a Talana come prevalente nella popolazione con un’incidenza del 10%, paragonabile a quella della popolazione caucasica. Come parte dello studio vengono eseguite visite cardiologiche come parte dello studio sull’ipertensione a Talana. Gli obiettivi sono di due ordini: approfondire la caratterizzazione fenotipica dei soggetti che fanno parte dello studio sull’ipertensione e studiare i tratti quantitativi della morfometria del cuore. Il disegno dello studio è di tipo osservazionale trasversale. Lo studio prevede di effettuare un elettrocardiogramma (ECG) ed un ecocardiogramma color doppler a tutti gli abitanti di Talana che partecipano all’indagine epidemiologica generale. L’ECG intende rilevare: segni di ipertrofia ventricolare sinistra, disturbi della conduzione, disturbi del ritmo (ovvero ritmi sopraventricolari, ritmi ventricolari e battiti prematuri), sindrome del QT allungato, alterazioni dell’onda T e del tratto ST. In occasione dell’ECG, ad ogni soggetto viene anche rilevata la pressione arteriosa seguendo il protocollo delle linee guida suggerite dalla Società Europea dell’ipertensione. L’ecocardiogramma viene effettuato in tre modalità. Normale (misurazioni mono e bidimensionali), per rilevare gli spessori e la morfologia del cuore al fine di valutare il rischio cardiovascolare. Eco doppier che consente di effettuare le misurazioni del flusso trans mitralico con cui si valutano la funzionalità cardiaca diastolica e i fattori di rischio per l’ipertensione. Eco color doppler, che mappando le velocità con il colore (parametri di cinetica) consente di valutare la cinetica del ventricolo sinistro e i fattori di rischio per la cardiopatia ischemica. Al momento le visite effettuate a Talana sono state 200 e si prevede di terminare alla fine del 2004. Il personale che opera sul campo e`formato da un cardiologo specializzato per l’ecocardiogramma e due medici specialisti addestrati per l’ECG. Screening per la Nefrolitiasi Anche questa patologia e` gia` stata identificata nello studio preliminare condotto a Talana dall’IGP. Vengono quindi raccolte anamnesi specialistiche riferite alla patologia nefrolitiasica e sugli affetti individuati ed i loro familiari vengono condotte le seguenti indagini strumentali: Ecografia e Radiografia renale, Ecografia renovescicale. Sono raccolte le urine delle 24 ore ed urine fresche per l’analisi della uricosuria e determinazione del pH urinario. Vengono esaminati gli eventuali calcoli espulsi dai pazienti e viene esaminato il sedimento urinario. Su un campione di sangue vengono determinati gli elettroliti sierici e l’uricemia. Vengono esaminate, con la collaborazione degli uffici di Igiene, le acque delle sorgenti identificate come fonti di acqua potabile utilizzate dalle popolazioni in esame. Screening per l’obesita` Il progetto si propone di studiare le abitudini alimentari della popolazione di Perdasdefogu, per caratterizzare gli alimenti tipici locali in riferimento ai macro e micronutrienti (per integrare i data base alimentari nazionali), individuare le associazioni tra obesità e alimentazione e infine quantificare e caratterizzare la componente genetica dell’obesità. Il disegno dello studio è di tipo caso controllo e prevede 2 gruppi di casi (soprappeso e obesi) e 1 gruppo di controlli (normopeso). La selezione del campione da studiare è effettuata tramite una procedura di campionamento stratificato non proporzionale. La base di campionamento è costituita dalla lista dei 1517 soggetti, 63% dei residenti a Perdasdefogu, di età superiore ai 18 anni compiuti che hanno partecipato all’indagine epidemiologica svolta da Shardna nel corso del 2002-2003 e dei quali si dispone di un campione di sangue, del DNA in stock, della valutazione dei principali parametri di assetto lipidico e del dato sull’indice di massa corporea. La base di campionamento viene suddivisa in tre strati in base ai valori del BMI che qualificano il soggetto come normopeso (n = 702), soprappeso (n = 545) e obeso (n = 270). Da ogni strato vengono estratti casualmente 110 individui. Ai soggetti selezionati viene mandata un lettera che li invita a partecipare allo studio. Tutti i soggetti che aderiscono allo studio vengono sottoposti al protocollo di indagine che prevede un’anamnesi ponderale, fisiologica, patologica e farmacologica, la rilevazione delle misure antropometriche per il calcolo del BMI, le circonferenze del polso, della vita, dei fianchi e dell’addome, un esame strumentale (bioimpedenziometria) per la misurazione della quantità di massa grassa e massa magra e infine la compilazione un questionario quali-quantitativo per la valutazione delle abitudini alimentari. Il questionario comprende due parti: una relativa ad abitudini alimentari generali (quanti pasti consumano giornalmente, che tipo di acqua bevono, il consumo di spezie ecc) e l’altra comprende un elenco di circa 270 alimenti (compresi quelli tipici) per i quali è necessario indicare la quantità di consumo abituale (servendosi di fotografie per le diverse dimensioni della porzione oppure indicando direttamente la quantità in peso dell’alimento) e la frequenza di consumo (n° volte a settimana, mese o anno). Al momento a Perdasdefogu sono state effettuate 325 visite ed è in corso l’analisi dei dati. Screening per le Tireopatie La prima fase di screening della popolazione di Talana ha gia` permesso di identificare le tireopatie come problema molto diffuso nella popolazione. Pertanto, per l’identificazione di soggetti affetti da tireopatie si conduce un’ anamnesi specialistica ed un esame obiettivo seguito da analisi strumentale (Ecocolor Doppler del collo) e da un prelievo ematico (Fase I: dosaggio ormonale del TSH, dosaggio del TPOAb; Fase II: dosaggio delle frazioni libere degli ormoni tiroidei FT3 e FT4; Fase III: esami di medicina nucleare, esami citologici) Screening per le cefalee Il progetto di ricerca viene svolto in collaborazione con il Centro Cefalee dell’Università di Ferrara. Gli obiettivi sono ricercare i geni rilevanti per la eziopatogenesi dell’emicrania e i geni rilevanti per la diversa risposta antiemicranica ai farmaci analgesici di tipo antinfiammatorio non steroideo (FANS). Il disegno dello studio è di tipo osservazionale trasversale. La parte clinica del progetto si basa sulla caratterizzazione del fenotipo emicranico e nel quadro di questa caratterizzazione clinica della individuazione del tipo di risposta all’azione antidolorifica dei FANS nell’attacco acuto di emicrania. La prima fase dello studio rientra nell’indagine epidemiologica generale sulla popolazione di Perdasdefogu, Talana e Urzulei. Tutti coloro che nelle visite dell’indagine epidemiologica sono risultati affetti da emicrania costituiscono la base di campionamento per lo studio sulle cefalee vero e proprio. Una volta identificato un gruppo di pazienti, essi verranno chiamati per sottoporsi alla visita per la cefalea che ha il fine di diagnosticare l’emicrania e definire il tipo di risposta ai FANS (ovvero definire se e quanto l’attacco emicranico viene trattato efficacemente con farmaci di tipo FANS, inclusa l’aspirina). Il ruolo del medico neurologo che effettua la visita è quello di effettuare l’esame clinico ed anamnestico dei soggetti. Lo strumento utilizzato nelle visite per la diagnosi di cefalea è l’anamnesi. Si tratta della raccolta della storia personale della malattia che deve essere eseguita con domande mirate in modo tale che le risposte fornite permettano di individuare gli aspetti più salienti per la corretta diagnosi di emicrania. Il cui primo scopo è quello di distinguere una cefalea primaria (tra cui rientra l’emicrania) da una secondaria espressione di un processo patologico più o meno grave. I dati anamnestici fondamentali sono: familiarità per cefalea, età di comparsa della cefalea ed eventi eventualmente associati a tale esordio, durata e periodicità della malattia, durata e frequenza del singolo attacco cefalalgico, qualità e intensità del dolore, sede del dolore, disturbi che accompagnano (o eventualmente precedono) il dolore, fattori scatenanti, aggravanti e migliorativi, trattamenti utilizzati. La visita si conclude con una valutazione neurologica generale (esame della postura, della forza e del tono muscolare, della sensibilità, dei riflessi e dei nervi cranici) per escludere la presenza di condizioni patologiche in grado di determinare una cefalea sintomatica. Al momento sono state effettuate 170 visite a Perdasdefogu, 40 ad Urzulei e 40 a Talana dove sono tutt’ora in corso. Studio delle malattie complesse e Tratti Quantitativi Analisi di aplotipi e livelli circolanti dell’enzima convertitore dell’angiotensina I. Il sistema Renina Angiotensina (SRA) è ritenuto responsabile del controllo della pressione arteriosa e del metabolismo del sodio. Il SRA coinvolge principalmente quattro molecole: l’angiotensinogeno, la renina, l’enzima convertitore dell’angiotensina I e il recettore di tipo I dell’angiotensina II (codificati rispettivamente dai geni AGT, REN, DCP1 e AGTR1). Il nostro studio si è occupato in particolare dell’enzima convertitore dell’angiotensina I e dei suoi livelli circolanti. La variante D del polimorfismo inserzione/delezione del gene DCP1 è stata associata ad alti livelli di ACE circolante ed è stata collegata ad un incremento del rischio di malattie cardiovascolari. I dati sinora raccolti non permettono una visione chiara del fenomeno e suggeriscono che l’associazione tra genotipo ACE e malattie cardiovascolari possa essere influenzata sia da fattori genetici che da fattori non genetici. Abbiamo studiato alcune varianti molecolari del gene DCP1 e la concentrazione plasmatica dell’ACE nella popolazione di Talana. Per ogni campione è stato definito il livello sierico di enzima e sono stati analizzati 10 polimorfismi biallelici (SNPs), che coprono la regione di nostro interesse. Questi polimorfismi sono stati scelti sulla base di precedenti studi che ne hanno dimostrato l’associazione con i livelli di ACE circolante. I livelli di enzima nella nostra popolazione hanno una distribuzione normale e mostrano una correlazione significativa (P< 0.05) sia con il sesso che con l’età. La distribuzione del Linkage Disequilibrium (LD) mostra due zone di ricombinazione tra ext1 e lo SNP1 and tra SNP 2 e il 4. Il valore Massimo di LD (D’> 0.9) è compreso tra gli SNPs 4, 5, 6, 7 e tra l’1 e il 5. L’analisi di associazione di ogni singolo SNP suggerisce una correlazione tra tutti gli SNPs del gene DCP1 con la media dell’attività enzimatica dell’ACE circolante. Attraverso l’analisi degli aplotipi abbiamo ristretto la zona di interesse dallo SNP 4 al 7, dove sono stati identificati due aplotipi comuni DGG2 (50%) e IAA3 (40%), descritti precedentemente in altri gruppi etnici. Abbiamo riscontrato un valore medi di 26.1 U/l per i livelli di ACE negli omozigoti IAA3, 43.5 U/l negli omozigoti DGG2 e di 34.1 U/l negli eretozigoti IAA3/DGG2. Le medie dei livelli di ACE del genotipo DGA3 combinato con IAA3 e DGG2 mostrano un valore intermedio tra quello osservato tra gli eterozigoti (IAA3/DGG2) e gli omozigoti (IAA3 and DGG2). La ricombinazione di questi due aplotipi più comuni ha creato degli aplotipi rari (10%) che differiscono per un solo o per alcuni SNPs inclusi in piccoli blocchi di Linkage Disequilibrium (LD). L’effetto additivo di questi marcatori può essere osservato tramite il riarrangiamento degli aplotipi , in cui differenti blocchi di LD, definiti dagli SNP 6–7 e SNP 8–9, mostrano variazioni nelle medie dei livelli di ACE. I due aplotipi più frequenti sono stati identificati precedentemente in altre popolazioni ma mostravano effetti differenti sull’attività enzimatica dell’ACE. Il nostro studio mostra che le differenze nei blocchi di aplotipi sono responsabili della variazione nell’attività dell’ACE suggerendo che queste regione genomiche contengano importanti varianti funzionali del gene DCP1. Identificato un gene di suscettibilità per la nefrolitiasi da acido urico. La nefrolitiasi da acido urico è una malattia complessa abbastanza frequente che rappresenta il 20% di tutte le nefrolitiasi. Era da noi stato identificato un locus per la suscettibilità a tale patologia sul cromosoma 10q21-q22 studiando un piccolo gruppo di pazienti di Talana. Per restringere la regione e per identificare eventuali geni di suscettibilità abbiamo studiato altri pazienti appartenenti all’isolato genetico. Consultando diversi data base abbiamo creato una sequenza di consenso ed abbiamo identificato 36 nuovi SNPs contenuti nei 1.2 Mb della regione critica. Abbiamo quindi identificato un aplotipo di 200 Kb in linkage disequilibrium (LD) più prevalente nei casi che nei controlli. Nei controlli che presentavano questo aplotipo il pH urinario risultava essere molto basso e questo è uno dei fattori di rischio più importanti per la calcolosi renale. Attraverso l’analisi di sequenza e una ricerca nei database abbiamo potuto stabilire che un nuovo gene è contenuto in questo intervallo. La caratterizzazione molecolare che è stata condotta usando analisi di EST e strategie di RT-PCR e RACE, ha rivelato che era composto da 15 esoni che coprono una regione di circa 280 Kb che per splicing alternativo generano alemno 4 proteine di 407, 333, 462 e 216 aminoacidi. L’ultima proteina è interamente contenuta nel blocco in linkage disequilibrium associato con la nefrolitiasi. L’analisi della struttura condotta al computer suggerisce che questa sia una proteina di membrana con vari siti di glicosilazione nella parte N terminale. L’analisi mutazionale della proteina ha rivelato una singola variante in un singolo nucleotide che causa un missenso nell’esone 4 (Ala62Thr) in forte associazione con la nefrolitiasi da acido urico (p= 0.0096) L’analisi conformazionale computerizzata ha rivelato che la presenza della Treonina in posizione 62 causa un notevole cambiamento nella struttura secondaria del giro dell’alfa elica suggerendo che tale mutazione abbia una potenziale ricaduta biochimica. Analisi della componente lipidica nel siero Abbiamo ipotizzato che le popolazioni da noi studiate possano essere strumentali all'identificazione di loci implicati nella regolazione di QTLs come i livelli di lipidi del siero. Il nostro studio è stato svolto sulla popolazione di Talana su un unico pedigree complesso di 16 generazioni. Il campione in studio ha incluso 758 oggetti, per i quali sono stati misurati :colesterolo totale (CT), LDL e livelli HDL. Tutti gli individui analizzati sono stati genotipizzati con 654 marcatori molecolari spaziati adeguatamente su tutto il genoma. Abbiamo seguito un metodo multi-step basato sull’aumento della complessità dei pedigree e sulla massimizzazione dell’ereditabilità del tratto all’interno delle famiglie. Nella prima fase l’analisi di associazione delle variance components è stata condotta usando 5 grandi famiglie (la più piccola di 32 individui, la più grande di 206 individui) per un totale di 261 campioni fenotipizzati. I valori di ereditabilità erano tutti altamente significativi (0,40 per CT; 0,37 per LDL e 0,41 per HDL). Il valore di lod multipoint più elevato è stato localizzato sul cromosoma 18 (Z=2.07) in associazione con le LDL. La stessa regione è stata trovata egualmente in associazione colesterolo totale (Z=1.84). Altre regioni che mostravano valori di LOD multipoint > 1 sono stati riscontrati per il cromosoma 2, 4 e 18 per TC e LDL, e per il cromosoma 1, 3 e 19 per HDL. Fra le regioni candidate descritte in letteratura in associazione con i livelli lipidici il valore più significativo è stato riscontrato utilizzando una famiglia di 936 individui che ha permesso l’associazione del colesterolo totale con il cromosoma 19p13.2. In questa regione genomica è presente il gene candidato LDLR che potrebbe avere un ruolo preponderante nella nostra popolazione. Genetica del gusto amaro L'incapacità di percepire il sapore amaro della feniltiocarbamide (PTC) è una delle caratteristiche ereditate più studiate in varie popolazioni, ma gli studi genetici sinora pubblicati hanno fornito risultati inconsistenti e contraddittori. Recentemente, uno studio di linkage ha identificato un nuovo locus in associazione con la sensibilità al gusto amaro sul cromosoma 5p15 e alcune evidenze dell’esistenza di un secondo locus sul cromosoma 7q. Abbiamo intrapreso lo studio di questo tratto ereditabile nella popolazione di Talana. I fenotipi sono stati determinati usando 6 soluzioni scalari di PTC. L'assegnazione qualitativa della soglia di gusto per la PTC in 280 individui analizzati ha identificato in questa popolazione il 75% di taster (persone sensibili al gusto amaro) e il 25% di non-taster (individui insensibili). Abbiamo utilizzato circa 400 marcatori molecolari (microsatellite) adeguatamente spaziati su tutto il genoma per analizzare 110 individui selezionati. L'analisi parametrica e non parametrica effettuata con i programmi LINKAGE e GENEHUNTER, ha mostrato valori statisticamente significativi nella regione cromosomica 7q35 (un peak lodscore per l’analisi a due punti di 3,03 per il marcatore D7S661 e un lodscore multipoint di 2,77). Il fenotipo è stato analizzato inoltre come tratto quantitativo utilizzando il programma SOLAR che ha confermato la localizzazione sul cromosoma 7. Abbiamo ottenuto valori significativi di associazione con il tratto studiato nella stessa regione del cromosoma 7 precedentemente identificata con l’analisi parametrica e non parametrica. Questo risultato conferma precedenti studi che hanno assegnato una associazione tra la sensibilità al gusto amaro della PTC e la regione cromosomica che circonda l’antigene del gruppo sanguigno Kel. Bibliografia Bourgain C, Genin E, Holopainen P, Mustalahti K, Maki M, Partanen J, Clerget-Darpoux F (2001) Use of Closely Related Affected Individuals for the Genetic Study of Complex Diseases in Founder Populations. Am J Hum Genet 68:154-159. de la Chapelle A, Wright FA (1998) Linkage disequilibrium mapping in isolated populations: the example of Finland revisited. Proc Natl Acad Sci U S A 95:12416-12423 Freimer NB, Service SK, Slatkin M (1997) Expanding on population studies. Nat Genet 17:371-373 Gillian CLJ and Todd JA (2000) Strategies in complex disease mapping. 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