Prof. Emma Rabino Massa Ordinaria Antropologia Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, Università di Torino Italy Direttore del Museo di Antropologia ed Etnologia dell’Università di Torino I. Educare a Nutrire il Pianeta – Energie per la vita: TRADIZIONE INNOVAZIONE FUTURO V.A. T.I.F.V.A. Premessa: Sauze di Cesana “Lo Grand Sauze, in occitano Sàuze ‘d Cesan-a” è un piccolo Comune di 256 abitanti. Si trova fra la Val Susa e la Val Sangone, comprende una superficie di 78,52 Km., la sua altitudine varia da 1560m. nel paese a 2.090 m. al Rifugio Alpi Plane in Valle Argentera. Il monte più alto è la Punta Ramiere che raggiunge i 3.303m. Lo studio della popolazione sauzina risulta particolarmente interessante in quanto si tratta di popolazioni rese omogenee al loro interno dai processi di adattamento all’ecosistema alpino e da un lungo periodo di endogamia causata dall’isolamento geografico, climatico, seppur nel nuovo millennio questa popolazione inizia a risentire dell’immigrazione. Evoluzione demografica Abitanti migrati censiti nel 2012 Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 9 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: Romania 72,80% L’antropologia si interessa al comportamento alimentare umano in un’ottica che supera la considerazione degli aspetti strettamente nutritivi, ma analizza anche il suo ruolo sociale e adattativo. Poichè l’alimentazione è un buon indicatore dell’adattamento all’ambiente, sono state considerate le caratteristiche qualitative e quantitative e le trasformazioni nel tempo dell’alimentazione correlandole ai ritmi di invecchiamento delle popolazioni alpine. Infine, allo scopo di analizzare la componente genetica dei processi di invecchiamento sono stati ricostruiti alberi genealogici, per valutare l’eventuale esistenza di famigliarità della longevità. Il programma si propone di studiare la storia del popolamento alpino, mediante l’analisi degli aspetti biologici e culturali che hanno agito favorendo l’adattamento a un ambiente spesso ostile. Grazie alle loro caratteristiche ambientali e demografiche queste popolazioni rappresentano un campione valido per valutare l’influenza dei diversi fattori, quali lo stile di vita e l’alimentazione, sui processi di invecchiamento e sul loro stato di salute. Si intendono analizzare le caratteristiche genetiche e funzionali al fine di valutare i flussi migratori e i processi microevolutivi in rapporto all’adattamento all’ecosistema montano. In particolare l’analisi di alcuni polimorfismi del DNA nucleare e mitocondriale, permetterà di valutare la posizione di queste popolazioni individuando gli aplotipi dei fondatori nel quadro del popolamento dell’Arco Alpino Occidentale e dell’Europa. Obiettivi antropologici: Sostenibilità, trasferibilità e duplicabilità Il progetto a carattere antropologico, si propone di esaminare la relazione tra struttura genetica alimentazione e malattie. In numerose ricerche, è stata riconosciuta una correlazione tra alti livelli di colesterolo e insorgenza di malattie cardiovascolari. La finalità di questa ricerca è quella di valutare, in comunità isolate, il rapporto tra il polimorfismo delle apolipoproteine, in particolare le ApoE e le patologie cardiovascolari e degenerative. L’apolipoproteina E (ApoE) del plasma umano è una glicoproteina polimorfica di 299 aa che gioca un ruolo centrale nel trasporto del colesterolo e nel metabolismo delle particelle lipoproteiche e perciò è associata al rischio di sviluppo di malattie cardiovascolari Inoltre, negli ultimi anni, è stata oggetto di interesse a causa delle sue implicazioni nella malattia di Alzheimer e nell’invecchiamento. La forma ApoE4 è risultata avere una maggiore affinità per la proteina b dell’amiloide, la quale potrebbe contribuire alla formazione di placche senili. Nel plasma umano l’Apo E è associata con i chilomicroni, le lipoproteine a bassissima densità VLDL (Very Low Density Lipoprotein) e alle lipoproteine ad alta densità HDL (High density lipoprotein). La ApoE4 è stata associata con più alti livelli plasmatici di colesterolo a causa della sua ridotta affinità per il recettore della proteina correlata alla lipoproteina LRP (Lipoprotein Related Protein receptor). Questo può conferire una predisposizione per l’aterosclerosi in individui che esprimono questo fenotipo. L’allele ApoE2, al contrario, è associato a bassi livelli plasmatici di colesterolo a causa della ridotta affinità dell’ApoE2 per il recettore delle LDL, che causa il rallentamento del legame delle particelle lipoproteiche. L’analisi di questi polimorfismi nelle comunità rurali isolate è significativa in quanto, a causa dell’alta endogamia, tali popolazioni hanno conservato caratteristiche biologiche e frequenze geniche peculiari. La valutazione della relazione tra struttura genetica, alimentazione e malattie rientra nei programmi di miglioramento della salute e degli osservatori epidemiologici, i risultati della ricerca potranno trovare un applicazione pratica nei programmi di interventi preventivi. Metodi Fasi della ricerca anno 2014: • • • • prosecuzione le indagini tramite questionario sulle abitudini alimentari di queste popolazioni rurali dell’ecosistema alpino e nuovi immigrati. svolgere analisi biochimiche al fine di valutare, più oggettivamente, la relazione tra componenti nutrizionali e patologie tipizzazione fenotipica dei polimorfismi ApoE su campioni di plasma mediante la tecnica di isoelettrofocalizzazione seguita da immunoblotting con siero specifico anti-ApoE tipizzazione dei genotipi mediante estrazione del DNA e PCR. Risultati attesi Sulla base del fatto che il comportamento alimentare è un buon indicatore antropologico per il miglioramento della salute, i risultati attesi permetteranno: • • la caratterizzazione genetica delle popolazioni con particolare riguardo alla distribuzione del polimorfismo ApoE. la verifica di eventuali squilibri alimentari e la loro correlazione con le patologie. Ricadute sul servizio sanitario La ricerca sul comportamento alimentare e la valutazione della relazione tra struttura genetica, alimentazione e malattie a V.A., saranno utili per promuovere una campagna di programmi salutistici e interventi di prevenzione rispetto alle patologie descritte.