professional professional plasticità neuronale in visione la capacità del sistema visivo di modificare le PROPRIE risposte Plasticità neurale e apprendimento percettivo Dott.ssa Antonella Vecchies, Dott. Tiziano Testa, Prof.ssa Clara Casco* Università degli studi di Padova, LIRIPAC (laboratori interdipartimentali di psicologia clinica e applicata), centro dei disturbi visuo-attentivi Di.VA. (dpss.psy.unipd.it/liripac/laboratori.php) * Dipartimento di Psicologia Generale. Università degli studi di Padova. Responsabile centro Di.VA presso LIRIPAC P er plasticità celebrale si intendono le modificazioni della risposta neuronale che permettono al sistema nervoso di adattarsi a mutate condizioni, come lesioni o ictus, o all’acquisizione di nuove abilità. La plasticità neuronale in visione è la capacità del sistema visivo di modificare le proprie risposte in modo da adattarsi ai cambiamenti degli input visivi. La dimostrazione che il sistema visivo è plastico anche in età adulta, ha aperto nuovi sviluppi per la riabilitazione visiva. Vi è ampia evidenza sperimentale che un percorso riabilitativo produce, nella corteccia visiva adulta, plasticità neuronale ed evidenti modificazioni fisiologiche ad essa associate. La plasticità neuronale ottenuta tramite allenamento ripetuto, permette di migliorare le prestazioni visive anche in età adulta. In visione, l’apprendimento percettivo, è la tecnica riabilitativa in grado di modulare sia le proprietà di risposta dei singoli neuroni che la capacità dei neuroni visivi di connettersi in reti neuronali. Con il termine ‘apprendimento percettivo’ si vuole descrivere un processo con il quale gli individui, attraverso lo svolgimento ripetuto di compiti visivi mirati, vanno soggetti ad un miglioramento a lungo termine nelle abilità allenate. Il miglioramento è locale e mirato per la zona retinica allenata, specifico per lo stimolo appreso e monoculare (non si osserva trasferimento dell’apprendimento all’altro occhio). Questi aspetti dell’apprendimento sono i requisiti per inferire la plasticità neuronale. L’apprendimento percettivo può migliorare la risposta non solo a singoli elementi dell’immagine ma anche alle loro interazioni spaziali, riflettendo in questo secondo caso un fenomeno di plasticità specifico per le interazioni tra i neuroni della rete alla base del compito allenato. Questo tipo di plasticità consiste in un aumento delle interazioni neuronali eccitatorie ed una riduzione delle interazioni inibitorie ed è osservata in adulti con visione normale e patologica. L’aumento della facilitazione e la riduzione dell’inibizione che stimoli vicini esercitano sullo stimolo target, indotti dall’apprendimento percettivo, si traduce in una riduzione del rumore esterno, e quindi in un aumento del rapporto segnale /rumore (SNR) dell’attività neuronale. Il risultato ultimo di questo fenomeno di plasticità è una riduzione della soglia al contrasto per lo stimolo target. Durante l’ultima decade è stato infatti dimostrato che la risposta di contrasto di un singolo neurone visivo è modulata, tramite interazioni laterali nella corteccia visiva umana agli stadi precoci di analisi visiva, dai neuroni circostanti, se stimoli ottimali cadono sul loro campo recettivo. Polat ed altri hanno dimostrato che la sensibilità al contrasto a bassi livelli può essere incrementata attraverso il controllo dei parametri di stimolo. La struttura di queste tipiche forme di stimolazioni è una configurazione Gabor, isomorfica alla forma del campo recettivo nella corteccia visiva dei neuroni con risposta lineare, i cui parametri (orientamento, frequenza spaziale, fase, contrasto), se appropriati, attivano in modo ottimale i neuroni stessi. Gli stessi studiosi hanno scoperto che la sensibilità al contrasto può essere aumentata in soggetti umani adulti attraverso una procedura chiamata mascheramento laterale, che consiste nel chiedere ai soggetti di rilevare la presenza di una Gabor di fissazione presentata affiancata da Gabor collineari iso-orientate (Figura 1). Quando i soggetti vengono sottoposti ripetutamente a queste stimolazioni precise e specifiche, si ha un significativo miglioramento della sensibilità al contrasto e dell’acuità visiva in modo particolare nei soggetti ambliopi, nelle miopie e presbiopie lievi. PLASTICITÀ NELL’AMBLIOPIA L’Ambliopia è una riduzione della funzione visiva non attribuibile ad una alterazione della struttura oculare o della via visiva. È causata da una anomala esperienza visiva durante il periodo critico dello sviluppo visivo. La terapia standard della ambliopia consiste nella penalizzazione dell’occhio “sano” per mezzo di una benda o dell’atropina in campo oftalmologico. Si considera comunemente che dopo gli 8-9 anni non sia più possibile un recupero della funzionalità visiva. Nell’adulto un deficit visivo unilaterale è considerato irrecuperabile perché la maturazione si considera terminata. Adulti ambliopi sottoposti per molte settimane a ripetute sedute di apprendimento percettivo, opportunamente seguiti nel trattamento, hanno ottenuto un sostanziale miglioramento nell’acuità di vernier nell’occhio ambliope. Questo miglioramento è associato ad un aumento della facilitazione che i le Gabor a fianco esercitano sulla Gabor centrale, un risultato indicativo di una modulazione plastica delle interazioni laterali a lungo raggio nella corteccia visiva. Questi studi forniscono una possibilità al trattamento dell’ambliopia basato sull’apprendimento percettivo. PLASTICITÀ NELLA PRESBIOPIA La presbiopia è quella condizione fisiologica dell’apparato visivo in cui viene meno la capacità accomodativa ed insorge negli emmetropi intorno ai 45 anni. La curva di sensibilità al contrasto mostra una riduzione di sensibilità per le alte frequnze spaziali ed uno spostamento del picco verso le basse frequenze spaziali rispetto ai soggetti non presbiti. La riduzione del contrasto nell’immagine causata dalla ridotta capacità accomodativa potrebbe causare una risposta neurale nella corteccia visiva primaria più debole e lenta, con conseguente difficoltà nell’identificazione delle lettere e difficoltà nell’abilità di lettura. Migliorare la funzione visiva nei presbiti è di importanza scientifica e pratica. PLASTICITÀ NELLA MIOPIA In soggetti con miopie lievi e con stabilità del difetto rifrattivo negli ultimi 6 mesi, l’apprendimento percettivo è in grado di incrementare l’acuità visiva e la sensibilità al contrasto per le frequenze spaziali allenate. PLASTICITÀ NELL’ AFFOLLAMENTO Per molti bambini con disturbi di apprendimento, la difficoltà nella lettura è causata da una rilevante componente visiva. L’affollamento è un disturbo della visione periferica che riduce drasticamente la capacità di lettura. Utilizzare testi ingranditi o spaziature fra le righe non risolve il problema. Un training personalizzato mediante apprendimento percettivo nella periferia della retina riduce l’inibizione che le Gabor a fianco provocano sulla Gabor target. La riduzione dell’inibizione in periferia è fondamentale per ridurre l’affollamento e migliorare la velocità di lettura. PLASTICITÀ NELL’IPOVISIONE In uno studio pilota, abbiamo per la prima volta in letteratura evidenziato in soggetti ipovedenti con scotomi centrali un miglioramento della visione periferica, in modo specifico per il locus retinico preferenziale (prl) e non prl. Questo risultato importante apre nuove prospettive per riabilitazione dell’ipovisione i soggetti con degenerazione maculare. CONCLUSIONI L’apprendimento percettivo ripristina le interazioni laterali facilitatorie e riduce quelle inibitorie nella corteccia visiva primaria, un fenomeno che prende il nome di plasticità neuronale. La procedura di apprendimento percettivo non può essere applicata in maniera generica ed indifferenziata, ma lo stimolo (frequenza spaziale), l’eccentricità e le relazioni spaziali tra gli elementi della configurazione stimolo (distanze tra target e Gabor fiancheggianti) devono essere personalizzate ad ogni singolo paziente in base alla valutazione oftalmologica ed optometrica del disturbo presente, alla valutazione psicofisiologica e psicofisica della risposta neurale e funzionale. Le numerose potenzialità offerte dall’apprendimento percettivo, se enucleate e validate tramite un approccio interdisciplinare al disturbo visivo, aprono nuovi orizzonti nel campo dell’optometria. Fig. 1 Mascheramento laterale 42 | PROFESSIONAL OPTOMETRY | OTTOBRE 2011 PROFESSIONAL OPTOMETRY | OTTOBRE 2011 | 43 professional BIBLIOGRAFIA 1. Chung, S. T. L. (2007). Learning to identify crowded letters: Does it improve reading 2. speed? Vision Research, 47, 3150–3159. 3. Chung, S. T. L., Li, R. W., & Levi, D. 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