Diodi organici luminescenti G. BALDACCHINI, S. GAGLIARDI, S. GAMBINO, S. LORETI, R.M. MONTEREALI, A. PACE ENEA, UTS Tecnologie Fisiche Avanzate P resso il Laboratorio Laser a Stato Solido del Centro Ricerche ENEA di Frascati sono stati cresciuti e caratterizzati nell’aprile 2002 i primi diodi organici elettroluminescenti basati su Alq3, la cui ampia banda di emissione nel verde è centrata a 530 nm. Per la prima volta in Italia è stato realizzato un OLED (Organic Light Emitting Diode) che utilizza una struttura innovativa a doppio strato LiF/Al come catodo, ottenendo prestazioni paragonabili a quelle riportate nella letteratura scientifica più recente (figura 1). Le significative prestazioni ottenute in termini di luminanza (12445 cd/m2 @ 20 V) ed efficienza luminosa (46 lm/W@ 20 V, misurate presso il Laboratorio di Fotonica Molecolare dell’Università di Roma “La Sapienza”, soddisfano i requisiti per una nuova generazione di display leggeri, ultrasottili e ultrapiatti, nonchè flessibili, grazie al possibile utilizzo di substrati plastici. Gli OLED, che posseggono un’alta brillanza con consumi ridotti e superiori caratteristiche di contrasto, sono i candidati ideali per un’ampia applicazione in nuovi prodotti audio e video (telefonia mobile, car stereo, car navigation, flat pannel display ecc.), che si prospettano di gran lunga superiori alle attuali prestazioni degli LCD (Liquid Crystal Display). Tutte queste caratteristiche hanno da tempo destato l’attenzione di grandi aziende internazio- Figura 1 Un dispositivo OLED (campione #11) avente la struttura ITO/TPD/ Alq3/LiF/Al. Il diodo, alimentato in corrente continua a 1,6 mA, emette luce verde osservabile a occhio nudo nali (Pioneer, Kodak, Sony, Toshiba, Philips, Sanyo, Samsung ecc.) che hanno investito grandi capitali nella ricerca e sviluppo di questi nuovi materiali, come confermato dalle ultime indagini di mercato (figura 2). Inoltre da pochi mesi sono stati introdotti sul mercato almeno due prodotti di largo consumo, un apparecchio elettrico per barba della Philips ed una macchina fotografica della Kodak, che utilizzano per la prima volta schermi luminosi OLED. I diodi realizzati a Frascati sono stati cresciuti su substrati di vetro ricoperti con un film sottile di ITO (Indium-Tin-Oxide, In2O3:Sn) commerciale della Delta Technologies avente uno spessore di ~ 180 nm ed opportunamente “patternato” presso il CR ENEA di Portici. Il film di ITO è utilizzato perchè è un materiale conduttore trasparente e possiede una elevata funzione di lavoro, pari a 4,9 eV, che lo rende particolarmente adatto come elettrodo iniettore di lacune per un OLED. Tra i materiali organici trasportatori di elettroni e che siano contemporaneamente efficienti emettitori di luce visibile, 8-Hydroxyquinoline aluminum (Alq3) è uno tra i più studiati. Una diamina aromatica, N,N’diphenyl-N,N’-bis(3-methyl phenyl)-1,1’-biphenyl-4,4’-diamine (TPD), è stata usata come materiale per il trasporto delle lacune. Essa mostra una eccellente capacità di iniettare e trasportare lacune, ed una buona capacità di bloccare gli elettroni in corrispondenza della superficie di confine HTL/ETL (HTL, Hole Transport Layer/ETL, Electron Transport Layer). Un diodo tipo è mostrato in figura 3. I materiali organici e il catodo metallico sono stati depositati tramite evaporazione termica ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 4/03 note tecniche NOTE TECNICHE 83 NOTE TECNICHE 800 700 milioni di $/USA 600 500 400 300 200 100 0 2001 business consumo 2002 2003 2004 comunicazioni industria 2005 anni computer trasporti Fonte: Opto & Laser Europe, January/February 2001 Figura 2 Crescita prevista del mercato degli OLED per i prossimi anni (US market-research company Stanford Resources) A1 Alq3-ETL TPD-HTL ITO VETRO EMISSIONE Figura 3 Schema del diodo organico realizzato: substrato di vetro, anodo trasparente (ITO), strato organico trasportatore di lacune (TPD), strato organico trasportatore di elettroni ed emettitore di luce (Alq3), catodo metallico (Al). Gli spessori degli strati di ETL e HTL sono di circa 50 nm utilizzando rispettivamente crogioli aperti in molibdeno e spire in tungsteno. I diodi sono stati realizzati depositando nell’ordine TPD, Alq3 e Al senza aprire la camera di deposizione, impedendo così ogni possibile con- 84 taminazione durante la crescita dei vari strati. Sono stati poi realizzati diodi aventi gli stessi spessori di TPD ed Alq3, ma depositando un film ultra-sottile di Fluoruro di Litio (LiF), di spessore inferiore a 5 nm, tra lo strato emettitore di Alq3 e il catodo metallico di Al. I risultati ottenuti mostrano un miglioramento nell’iniezione degli elettroni ed una più alta efficienza luminosa se paragonata con la struttura in cui l’elettrodo è costituito di solo Al. Inoltre, si prevede di migliorare ulteriormente le prestazioni del prototipo realizzato mediante l’ottimizzazione degli spessori degli strati e delle loro condizioni di preparazione, al fine di diminuire il valore della tensione di soglia, attualmente di circa 10 V. Come si è detto in precedenza, gli OLED sono già entrati per alcuni prodotti nella fase di produzione industriale a causa delle loro superiori caratteristiche, ma una loro diffusa commercializzazione è per ora frenata dalla vita media del materiale organico stesso (di circa 5-10 ore), che lo rende ancora non adeguato per un prodotto industriale di largo consumo, nonostante i progressi nell’incapsulamento dei dispositivi. È noto infatti che questi prodotti organici luminescenti, ed in particolare Alq3, subiscono un fenomeno di degradazione specialmente se sono immersi in atmosfera dove sono attaccati dall’ossigeno e dalla umidità. Per questo motivo, ancora oggi, in molti laboratori vengono ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 4/03 studiati intensamente i processi di degradazione e di stabilizzazione dei composti organici luminescenti. Nei Laboratori di Frascati questi studi sono iniziati da qualche anno ed i risultati ottenuti fino ad ora sono stati superiori alle aspettative. Infatti, alcuni meccanismi di degradazione sono stati compresi e sono stati scoperti due metodi, uno di natura chimica e l’altro di natura fisica, che aumentano in modo considerevole la vita media dei film di Alq3. Queste scoperte sono state oggetto di due brevetti e stanno per essere diffuse tramite opportune pubblicazioni fra la comunità scientifica. In particolare, i brevetti sono stati depositati in ambito internazionale in collaborazione con società nazionali che hanno espresso interessi per un possibile sfruttamento industriale. Naturalmente la ricerca e lo sviluppo di questi materiali relativamente nuovi continua utilizzando anche i vecchi ma collaudati metodi di spettroscopia ottica. Nota Hanno contribuito a questa linea di ricerca in varie fasi durante il suo svolgimento le seguenti persone: D. della Sala (ENEA) e tutti i suoi collaboratori presso il CR ENEA di Portici, F. Michelotti, M. Bertolotti and F. Onorati (Università di Roma, La Sapienza), C. Calì (Università di Palermo), R.B. Pode (University of Nagpur), e T. Baldacchini (Boston College). Questo lavoro è stato parzialmente finanziato dal progetto europeo E.R.D.F. FOTO.