Le fasi della storia di Israele

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Le fasi della
storia di Israele
Una ricognizione della
Bibbia
I. ETA’ DEI PATRIARCHI
2000-1850 a.C.
Dalla Mesopotamia alla
Palestina
La Mesopotamia è
abitata da vari popoli,
tra cui gruppi di semiti.
L'aumento della
popolazione provoca
l'emigrazione di alcune
tribù nomadi di pastori,
guidate da patriarchi;
esse si spostano verso
occidente alla ricerca
di terre non sfruttate
dove far pascolare le
loro greggi.
I. ETA’ DEI PATRIARCHI
2000-1850 a.C.
Dalla Mesopotamia alla
Palestina
Tra esse c'è anche la
tribù di Abramo,
partito dalla città
sumera di Ur che si
stabilisce nella zona
semidesertica che
divide la Palestina
dall'Egitto.
Alcune di loro arrivano in
Palestina chiamata terra
di Canaan, collinosa,
fertile e ricca di acqua
I. ETA’ DEI PATRIARCHI
2000-1850 a.C.
Dalla Mesopotamia alla
Palestina
Questa storia è
raccontata in ben
tre libri della Bibbia,
ovviamente in
maniera più o meno
estesa a seconda
dei diversi libri
Libro della Genesi
Capp. 12-50
Primo Libro delle
Cronache
Capitolo 44 del
Libro del Siracide
I. ETA’ DEI PATRIARCHI
2000-1850 a.C.
Dalla Mesopotamia alla Palestina
Abramo
I
personaggi
più
importanti
sono
Giacobbe
Isacco
Giuseppe
I. ETA’ DEI PATRIARCHI
2000-1850 a.C.
Dalla Mesopotamia alla Palestina
La storia di Abramo è raccontata nei capitoli
11-25 della Genesi intrecciandosi, a partire
dal capitolo 21, con quella del figlio Isacco
Innanzitutto il narratore
biblico cerca di creare un
legame tra la storia di Noè
e quella di Abramo, per
cui, dopo aver raccontato
il famoso episodio della
torre di Babele, inserisce
una genealogia (ossia una
discendenza) che porta
da Sem (primogenito di
Noè e, secondo la Bibbia,
progenitore di tutti i SEMITI)
fino ad Abramo
Genesi 11,10: Questa è la discendenza di
Sem […]; 24 Nacor aveva ventinove anni
quando generò Terach; […]27 Questa è la
posterità di Terach: Terach generò Abram,
Nacor e Aran: Aran generò Lot. […] 29
Abram e Nacor si presero delle mogli; la
moglie di Abram si chiamava Sarai […]30
Sarai era sterile e non aveva figli. 31 Poi
Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di
Aran, figlio cioè del suo figlio, e Sarai sua
nuora, moglie di Abram suo figlio, e uscì con
loro da Ur dei Caldei per andare nel paese
di Canaan. Arrivarono fino a Carran e vi si
stabilirono. 32 L'età della vita di Terach fu di
duecentocinque anni; Terach morì in Carran.
I. ETA’ DEI PATRIARCHI
2000-1850 a.C.
Dalla Mesopotamia alla Palestina
Alla morte del padre Terach, Dio comanda ad
Abramo di spostarsi dalla terra di Carran verso
un territorio che Lui gli avrebbe indicato
Il Signore disse ad Abram:
«Vàttene dal tuo paese, dalla
tua patria e dalla casa di tuo
padre, verso il paese che io ti
indicherò.
2 Farò di te un grande popolo
e ti benedirò, renderò grande il
tuo nome e diventerai una
benedizione. 3 Benedirò coloro
che ti benediranno e coloro che
ti malediranno maledirò e in te si
diranno benedette tutte le
famiglie della terra»
Come possiamo notare le
promesse di Dio sono
molteplici:
A fronte dell’ordine di
abbandonare
tutte
le
sicurezze legate alla casa
di suo padre, Abram
riceverà
- Un nuovo paese
- Un popolo (e quindi
una discendenza)
- Una benedizione
I. ETA’ DEI PATRIARCHI
2000-1850 a.C.
Dalla Mesopotamia alla Palestina
Queste promesse, però, sembrano non
avverarsi mai. E allora Abramo si
industria da solo…
Diventa
ancora
più
ricco
ingannando
il
faraone,
facendogli credere che Sarai
fosse sua sorella. Il faraone la
prende
come
moglie
e
ricompensa Abramo con greggi
e armenti fino a quando Dio
punisce il faraone e tutta la
corte con grandi piaghe e il
Faraone gli restituisce la moglie,
cacciandolo via (con tutte le
sue ricchezze) e rimandandolo
nella regione del Negheb, a sud
di Canaan
Nonostante Sarai fosse una
donna molto avvenente,
era sterile ed era ormai
diventata vecchia. Per
non lasciare tutti i propri
beni ad un servitore,
secondo
l’usanza
dell’epoca, si accoppiò
con Agar, la schiava della
moglie, la quale partorì un
figlio chiamato Ismaele
I. ETA’ DEI PATRIARCHI
2000-1850 a.C.
Dalla Mesopotamia alla Palestina
Fino a quando Dio
non mantiene la sua
promessa e Sara,
nonostante l’età
avanzata, darà alla
luce Isacco
21 Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva
promesso. 2 Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia,
nel tempo che Dio aveva fissato. 3 Abramo chiamò Isacco il figlio che gli
era nato, che Sara gli aveva partorito. 4 Abramo circoncise suo figlio
Isacco, quando questi ebbe otto giorni, come Dio gli aveva comandato. 5
Abramo aveva cento anni, quando gli nacque il figlio Isacco. 6 Allora Sara
disse: «Motivo di lieto riso mi ha dato Dio: chiunque lo saprà sorriderà di
me!». 7 Poi disse: «Chi avrebbe mai detto ad Abramo: Sara deve allattare
figli! Eppure gli ho partorito un figlio nella sua vecchiaia!»
I. ETA’ DEI PATRIARCHI
2000-1850 a.C.
Dalla Mesopotamia alla Palestina
Ma non finisce qui!
Ad un certo punto, infatti, Dio chiede ad
Abramo di sacrificare il figlio Isacco.
La richiesta viene esaudita da Abramo,
ma Dio interviene prima che Isacco
fosse sacrificato
E tutti vissero felice e
contenti… forse!
I. ETA’ DEI PATRIARCHI
2000-1850 a.C.
Dalla Mesopotamia alla Palestina
Il secondo patriarca è
Isacco. In realtà la sua
storia è molto più breve
sia di quella del padre
Abramo che del figlio
Giacobbe. La sua storia,
infatti, sembra un po’
copiata da quella di
Abramo.
Ricordate
questo
episodio?
«Non scendere in Egitto, abita nel paese che io ti indicherò. 3
Rimani in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché a te
e alla tua discendenza io concederò tutti questi territori, e
manterrò il giuramento che ho fatto ad Abramo tuo padre. 4
Renderò la tua discendenza numerosa come le stelle del cielo e
concederò alla tua discendenza tutti questi territori: tutte le
nazioni della terra saranno benedette per la tua discendenza; 5
per il fatto che Abramo ha obbedito alla mia voce e ha
osservato ciò che io gli avevo prescritto: i miei comandamenti, le
mie istituzioni e le mie leggi».
6 Così Isacco dimorò in Gerar. 7 Gli uomini del luogo lo
interrogarono intorno alla moglie ed egli disse: «E' mia sorella»;
infatti aveva timore di dire: «E' mia moglie», pensando che gli
uomini del luogo lo uccidessero per causa di Rebecca, che era di
bell'aspetto. 8 Era là da molto tempo, quando Abimèlech, re dei
Filistei, si affacciò alla finestra e vide Isacco scherzare con la
propria moglie Rebecca. 9 Abimèlech chiamò Isacco e disse:
«Sicuramente essa è tua moglie. E perché tu hai detto: E' mia
sorella?». Gli rispose Isacco: «Perché mi son detto: io non muoia
per causa di lei!». 10 Riprese Abimèlech: «Che ci hai fatto? Poco
ci mancava che qualcuno del popolo si unisse a tua moglie e tu
attirassi su di noi una colpa». 11 Abimèlech diede quest'ordine a
tutto il popolo: «Chi tocca questo uomo o la sua moglie sarà
messo a morte!».
12 Poi Isacco fece una semina in quel paese e raccolse
quell'anno il centuplo. Il Signore infatti lo aveva benedetto. 13 E
l'uomo divenne ricco e crebbe tanto in ricchezze fino a divenire
ricchissimo: 14 possedeva greggi di piccolo e di grosso bestiame
e numerosi schiavi e i Filistei cominciarono ad invidiarlo.
I. ETA’ DEI PATRIARCHI
2000-1850 a.C.
Dalla Mesopotamia alla Palestina
Il
secondo
patriarca
è
Giacobbe. La
sua
vita
fu
avventurosa
Figlio secondogenito di Isacco riesce a
carpire con l’inganno la benedizione
del padre e il diritto di primogenitura
Per sposare la donna di cui era innamorato, la miss
universo Rachele, lavorò sette anni presso il suocero che
però, la notte delle nozze, gli fece trovare Lia, la sorella
maggiore, donna dagli occhi smorti… Giacobbe lavorò
altri sette anni e alla fine si sposò con Rachele.
Scappando dal fratello maggiore, Esaù, che era
arrabbiato per essere stato raggirato, Giacobbe si
imbatte con un angelo del Signore con cui lotta tutta la
notte. Al termine della lotta, Giacobbe chiese la
benedizione di Dio che lo chiamò Israele
Egli ebbe 12 figli che secondo la tradizione
divennero i capi delle dodici tribù di Israele.
Questa storia dei figli si lega direttamente
alla storia di Giuseppe
II. ESODO
 1700-1250
permanenza in
Egitto e ritorno in
 Palestina
Una grave carestia spinge alcune tribù
semite verso li fertili terre d'Egitto, dove
rimarranno 400 anni. Lì esse acquistano
una posizione importante nella società
egiziana: intelligenti ed esperti negli
affari, gli ebrei si arricchiscono e
controllano una parte dell'economia
del paese. La loro intraprendenza
provoca l'invidia e la paura della classe
dirigente egiziana, che scatena contro
loro una violenta persecuzione. Alcune
tribù pacificamente, altre in fuga,
escono dall'Egitto e, attraversando il
deserto del Sinai, giungono in Palestina,
dove occupano le zone centrali.
Personaggio
principale: Mosè
Libri in cui viene
raccontata questa
storia:
Esodo
Numeri
Siracide
II. ESODO
La situazione di partenza
8 Allora sorse sull'Egitto un nuovo re, che non aveva
conosciuto Giuseppe. 9 E disse al suo popolo: «Ecco
che il popolo dei figli d'Israele è più numeroso e più
forte di noi. 10 Prendiamo provvedimenti nei suoi
riguardi per impedire che aumenti, altrimenti, in
caso di guerra, si unirà ai nostri avversari,
combatterà contro di noi e poi partirà dal paese».
11 Allora vennero imposti loro dei sovrintendenti ai
lavori forzati per opprimerli con i loro gravami, e così
costruirono per il faraone le città-deposito, cioè
Pitom e Ramses. 12 Ma quanto più opprimevano il
popolo, tanto più si moltiplicava e cresceva oltre
misura; si cominciò a sentire come un incubo la
presenza dei figli d'Israele. 13 Per questo gli Egiziani
fecero lavorare i figli d'Israele trattandoli duramente.
14 Resero loro amara la vita costringendoli a
fabbricare mattoni di argilla e con ogni sorta di
lavoro nei campi: e a tutti questi lavori li obbligarono
con durezza.
II. ESODO
Un’ulteriore complicazione
15 Poi
il re d'Egitto disse alle levatrici degli Ebrei, delle
quali una si chiamava Sifra e l'altra Pua: 16 «Quando
assistete al parto delle donne ebree, osservate
quando il neonato è ancora tra le due sponde del
sedile per il parto: se è un maschio, lo farete morire;
se è una femmina, potrà vivere».17 Ma le levatrici
temettero Dio: non fecero come aveva loro
ordinato il re d'Egitto e lasciarono vivere i
bambini. 18 Il re d'Egitto chiamò le levatrici e disse
loro: «Perché avete fatto questo e avete lasciato
vivere i bambini?». 19 Le levatrici risposero al faraone:
«Le donne ebree non sono come le egiziane: sono
piene di vitalità: prima che arrivi presso di loro la
levatrice, hanno gia partorito!». 20 Dio beneficò le
levatrici. Il popolo aumentò e divenne molto
forte. 21 E poiché le levatrici avevano temuto Dio,
egli diede loro una numerosa famiglia. 22 Allora il
faraone diede quest'ordine a tutto il suo popolo:
«Ogni figlio maschio che nascerà agli Ebrei, lo
getterete nel Nilo, ma lascerete vivere ogni figlia».
II. ESODO
Uno su mille ce la fa!
Da
questo
comando
del
Faraone di salva
un bambino che
si chiama Mosè
e che viene
adottato niente
di meno che
dalla figlia del
Faraone
II. ESODO
Uno su mille ce la fa!
2 Un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in
moglie una figlia di Levi. 2 La donna concepì e partorì un
figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre
mesi. 3 Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese
un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi
mise dentro il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva
del Nilo. 4 La sorella del bambino si pose ad osservare da
lontano che cosa gli sarebbe accaduto. 5 Ora la figlia del
faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue
ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Essa vide
il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a
prenderlo. 6 L'aprì e vide il bambino: ecco, era un
fanciullino che piangeva. Ne ebbe compassione e disse:
«E' un bambino degli Ebrei». 7 La sorella del bambino disse
allora alla figlia del faraone: «Devo andarti a chiamare
una nutrice tra le donne ebree, perché allatti per te il
bambino?». 8 «Và», le disse la figlia del faraone. La
fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. 9 La
figlia del faraone le disse: «Porta con te questo bambino e
allattalo per me; io ti darò un salario». La donna prese il
bambino e lo allattò. 10 Quando il bambino fu cresciuto, lo
condusse alla figlia del faraone. Egli divenne un figlio per
lei ed ella lo chiamò Mosè, dicendo: «Io l'ho salvato dalle
acque!». Esodo 2,1-10.
II. ESODO
Ma quando cresce Mosè conosce la sorte degli ebrei e
in seguito ad un delitto è costretto a scappare
11 In quei giorni, Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi fratelli e
notò i lavori pesanti da cui erano oppressi. Vide un Egiziano che
colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli. 12 Voltatosi attorno e visto
che non c'era nessuno, colpì a morte l'Egiziano e lo seppellì nella
sabbia. 13 Il giorno dopo, uscì di nuovo e, vedendo due Ebrei che
stavano rissando, disse a quello che aveva torto: «Perché percuoti
il tuo fratello?». 14 Quegli rispose: «Chi ti ha costituito capo e
giudice su di noi? Pensi forse di uccidermi, come hai ucciso
l'Egiziano?». Allora Mosè ebbe paura e pensò: «Certamente la
cosa si è risaputa». 15 Poi il faraone sentì parlare di questo fatto e
cercò di mettere a morte Mosè. Allora Mosè si allontanò dal
faraone e si stabilì nel paese di Madian e sedette presso un pozzo.
Esodo 2,11-15.
II. ESODO
Stabilitosi a Madian,
incontra
una
manifestazione
di
Dio in un roveto che
pur bruciando non si
consuma
3 Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo
suocero, sacerdote di Madian, e condusse il
bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio,
l'Oreb. 2 L'angelo del Signore gli apparve in una
fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò
ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel
roveto non si consumava. 3 Mosè pensò: «Voglio
avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo:
perché il roveto non brucia?». […] Il Signore disse:
«Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e
ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti;
conosco infatti le sue sofferenze. 8 Sono sceso per
liberarlo dalla mano dell'Egitto e per farlo uscire da
questo paese verso un paese bello e spazioso,
verso un paese dove scorre latte e miele […] 10
Ora và! Io ti mando dal faraone. Fà uscire
dall'Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». 11 Mosè disse a
Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e per far
uscire dall'Egitto gli Israeliti?». 12 Rispose: «Io sarò
con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato:
quando tu avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto,
servirete Dio su questo monte». (Esodo 3,3-12)
II. ESODO
Il faraone però da quell’orecchio non ci vuole sentire e
allora Dio ricorre alle maniere forti: le dieci piaghe
II. ESODO
A questo punto il faraone permette al popolo di
partire, anche se poi se ne pente e li insegue
Il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di
me? Ordina agli Israeliti di riprendere il
cammino. 16 Tu intanto alza il bastone,
stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli
Israeliti entrino nel mare all'asciutto. 17 Ecco
io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così
che entrino dietro di loro e io dimostri la mia
gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui
suoi carri e sui suoi cavalieri. 18 Gli Egiziani
sapranno che io sono il Signore, quando
dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i
suoi carri e i suoi cavalieri». (Esodo 14,15-18)
II. ESODO
A questo punto il faraone permette al popolo di
partire, anche se poi se ne pente e li insegue
Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore
durante tutta la notte, risospinse il mare con un
forte vento d'oriente, rendendolo asciutto; le
acque si divisero. (Esodo 14,19)
21
27 Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far
del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre
gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il
Signore li travolse così in mezzo al mare. 28 Le
acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri
di tutto l'esercito del faraone, che erano entrati nel
mare dietro a Israele: non ne scampò neppure
uno. 29 Invece gli Israeliti avevano camminato
sull'asciutto in mezzo al mare, mentre le acque
erano per loro una muraglia a destra e a sinistra
(Esodo 14,27-29)
II. ESODO
Dopo tre mesi di cammino nel deserto, il popolo arriva al
Sinai. Qui avvengono due avvenimenti decisivi
L’alleanza
20 Dio allora pronunciò tutte queste parole: 2 «Io sono il Signore, tuo Dio,
che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di
schiavitù: 3 non avrai altri dei di fronte a me. 4 Non ti farai idolo né
immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù
sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. 5 Non ti prostrerai
davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio
geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla
quarta generazione, per coloro che mi odiano, 6 ma che dimostra il suo
favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i
miei comandi. 7 Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio,
perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano.
8 Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: 9 sei giorni faticherai e
farai ogni tuo lavoro; 10 ma il settimo giorno è il sabato in onore del
Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua
figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il
forestiero che dimora presso di te. 11 Perché in sei giorni il Signore ha fatto
il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno
settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha
dichiarato sacro.12 Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i
tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio. 13 Non uccidere. 14 Non
commettere adulterio.15 Non rubare.16 Non pronunciare falsa
testimonianza contro il tuo prossimo.17 Non desiderare la casa del tuo
prossimo.Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né
la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che
appartenga al tuo prossimo». (Esodo 20,1-17)
II. ESODO
Dopo tre mesi di cammino nel deserto, il popolo arriva al
Sinai. Qui avvengono due avvenimenti decisivi
Il vitello d’oro
32 Il popolo, vedendo che Mosè tardava a
scendere dalla montagna, si affollò intorno ad
Aronne e gli disse: «Facci un dio che cammini alla
nostra testa, perché a quel Mosè, l'uomo che ci
ha fatti uscire dal paese d'Egitto, non sappiamo
che cosa sia accaduto». 2 Aronne rispose loro:
«Togliete i pendenti d'oro che hanno agli orecchi
le vostre mogli e le vostre figlie e portateli a me». 3
Tutto il popolo tolse i pendenti che ciascuno
aveva agli orecchi e li portò ad Aronne. 4 Egli li
ricevette dalle loro mani e li fece fondere in una
forma e ne ottenne un vitello di metallo fuso.
Allora dissero: «Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che
ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto!». 5 Ciò
vedendo, Aronne costruì un altare davanti al
vitello e proclamò: «Domani sarà festa in onore
del Signore». 6 Il giorno dopo si alzarono presto,
offrirono olocausti e presentarono sacrifici di
comunione. Il popolo sedette per mangiare e
bere, poi si alzò per darsi al divertimento. (Esodo
32,1-6)
II. ESODO
Dopo circa quarant’anni di peregrinazione nel deserto, il popolo giungerà alla terra
promessa. Non sarà, però, Mosè a guidarli, ma il suo successore Giosuè
34 Poi Mosè salì dalle steppe di Moab sul monte Nebo, cima del Pisga,
che è di fronte a Gerico. Il Signore gli mostrò tutto il paese: Gàlaad fino a
Dan, 2 tutto Nèftali, il paese di Efraim e di Manàsse, tutto il paese di Giuda
fino al Mar Mediterraneo 3 e il Negheb, il distretto della valle di Gerico,
città delle palme, fino a Zoar. 4 Il Signore gli disse: «Questo è il paese per il
quale io ho giurato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe: Io lo darò alla
tua discendenza. Te l'ho fatto vedere con i tuoi occhi, ma tu non vi
entrerai!».
5 Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nel paese di Moab,
secondo l'ordine del Signore. 6 Fu sepolto nella valle, nel paese di Moab,
di fronte a Bet-Peor; nessuno fino ad oggi ha saputo dove sia la sua
tomba. 7 Mosè aveva centoventi anni quando morì; gli occhi non gli si
erano spenti e il vigore non gli era venuto meno. 8 Gli Israeliti lo piansero
nelle steppe di Moab per trenta giorni; dopo, furono compiuti i giorni di
pianto per il lutto di Mosè. 9 Giosuè, figlio di Nun, era pieno dello spirito di
saggezza, perché Mosè aveva imposto le mani su di lui; gli Israeliti gli
obbedirono e fecero quello che il Signore aveva comandato a Mosè.
(Deuteronomio 34,1-9)
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