Informativa sulla diagnosi prenatale

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Dott. GAETANO C. CAMPAGNA
Medico Chirurgo
Specialista in Ostetricia e Ginecologia
21100 VARESE
Via Lazio 32 - tel. 0332/262111 - Cell. 338/2454237
http://www.docvadis.it/gaetanoclaudio-campagna/index.html
INFORMATIVA PER LA DIAGNOSI
PRENATALE DELLA SINDROME DI DOWN ED
ALTRE ANEUPLOIDIE MEDIANTE
PROGRAMMI DI INDAGINE INVASIVI E NON
INVASIVI.
Gentile Sig.ra …………………………………………….,
per cromosomopatia si intende una qualsiasi alterazione (numerica o strutturale) correlata con una chiara e
documentata patologia che interessi uno dei 46 cromosomi del patrimonio genetico della specie umana.
Il termine scientifico per definire tale patologia è ANEUPLOIDIA, definendola monosomia quando manca
un cromosoma e trisomia quando è presente un cromosoma in soprannumero.
Tali patologie vengono definite comunemente sindromi ed in particolare, tra le più ricorrenti, la trisomia
del cromosoma 21 è denominata sindrome di Down, quella del 18 sindrome di Edwards e quella del 13
sindrome di Patau.
Le alterazioni cromosomiche sono molteplici, in molti casi si manifestano con grossolane alterazioni del
feto, in altri casi, invece, le malformazioni fetali sono di difficile individuazione con l’ecografia prenatale
o possono mancare del tutto come accade nella Sindrome di Down in un’elevata percentuale di casi (circa
il 20%).
La qualità di vita post-natale è gravemente pregiudicata in presenza di determinate cromosomopatie mentre
in altre non esiste una significativa differenza rispetto ai nati con un regolare corredo cromosomico.
Il consenso informato che pongo alla sua attenzione riguarda la possibilità di riconoscere prima del parto
se un feto è affetto da cromosomopatie.
Il riconoscimento prenatale di una aneuploidia è possibile in modo certo solo con la diagnosi invasiva
(villocentesi, amniocentesi, cordocentesi).
L’esame morfologico dei cromosomi non rivela però le diverse migliaia di sindromi genetiche e/o difetti
congeniti studiati in letteratura, in cui il corredo cromosomico è normale. Su specifica indicazione è
possibile eseguire l’indagine per rilevare alcune tra le malattie genetiche autosomiche (come ad esempio
l’anemia mediterranea e la fibrosi cistica), mediante diagnosi invasiva.
La diagnosi invasiva, tuttavia, espone la gestante al rischio di aborto: l’amniocentesi ha un rischio di aborto
stimato in letteratura intorno allo 0,5-1%. Per le gravidanze gemellari tale rischio è doppio.
Le indagini non invasive sono rappresentare dall’indagine ecografica e da esami biochimici. Recentemente
si è resa disponibile anche la possibilità di ottenere il DNA fetale circolante nel sangue materno mediante
un semplice prelievo.
Va infine compreso che le anomalie fisiche del feto possono esistere anche in assenza di anomalie
cromosomiche.
ECOGRAFIA: l’indagine ecografica inizia con la valutazione della translucenza nucale tra 11 e 13+6
settimane, mentre una valutazione più completa della normalità anatomica fetale si effettua tra la 18° e la
22° settimana. Tramite l’esame ecografico è possibile individuare circa l’80% dei feti con anomalie
cromosomiche.
Quindi tra 11 e 13+6 settimane si effettua un esame ecografico atto a verificare alcuni parametri fetali, il
più importante dei quali è la misura (biometria) della translucenza nucale. “La valutazione della
translucenza nucale non è un esame diagnostico”, ma ha lo scopo di identificare quelle gestanti il cui
feto ha un aumentato rischio di cromosomopatia. L’individuazione di una translucenza nucale normale
non esclude che il feto possa essere affetto da cromosomopatia od altra sindrome genetica ed in ogni
modo, il Sistema Sanitario Nazionale consiglia di eseguire lo studio del cariotipo fetale nella paziente che
abbia una di queste caratteristiche, indipendentemente dall’esame ecografico:
a) età uguale o superiore a 35 anni, al momento del parto
b) precedente figlio affetto da anomalia cromosomica
c) genitore portatore di riarrangiamento strutturale non associato ad effetto fenotipico
d) genitori con aneuploidie dei cromosomi sessuali
e) anomalie malformative evidenziate ecograficamente
f) probabilità di 1/250 che il feto sia affetto da Sindrome di Down (o altre aneuploidie) sulla base di
parametri biochimici valutati col “test combinato”.
TEST COMBINATO: l’indagine si effettua tra 11-13+6 settimane combinando i dati dell’ecografia per
traslucenza nucale ed il bi-test su sangue materno. Esiste anche un TEST INTEGRATO che unisce al bitest un ulteriore prelievo da 15 a 20 settimane. Tali tests servono a ricalcolare il rischio della gestante
relativamente alla possibilità che possa generare un feto affetto da trisomia 21 (sindrome di Down) e
trisomia 18 (sindrome di Edwards) (vedi tabella del rischio). Usando tali esami biochimici si aumenta la
possibilità di individuare feti affetti fino al 90-92%, con una quota comunque alta di falsi positivi del 5%.
NON INVASIVE PRENATAL TESTING (NIPT): è un test di screening che permette l’analisi del DNA
fetale che circola nel sangue della madre: in circa 7 gg. si possono quindi escludere le anomalie dei
cromosomi 21, 18, 13, X ed Y (denominato PrenatalSafe), oppure esaminare tutto il corredo cromosomico,
per escludere anche le altre anomalie cromosomiche meno frequenti (denominato PrenatalSafe Karyo),
raggiungendo la certezza pressoché totale nell’esclusione della S. di Down. Il limite di tale procedura è
dovuto al fatto che il DNA esaminato proviene dalla placenta e non direttamente dal feto, per cui in caso di
riscontro di qualsiasi anomalia cromosomica esiste la necessità di confermarla tramite un’amniocentesi,
anche se i falsi positivi sono statisticamente rari.
La seguente tabella riassume il rischio di Sindrome di Down in rapporto all’età materna.
Le ribadisco che circa nel 20% dei casi i feti affetti da sindrome di Down non presentano segni ecografici
o biochimici che possano indicare al ginecologo che esiste un maggior rischio.
In conclusione, se Lei rientra in qualunque fattore di rischio sopra elencato sono tenuto a raccomandare di
eseguire l’indagine invasiva (villocentesi, amniocentesi) per lo studio del cariotipo fetale e le ricordo che
in questi casi il Servizio Sanitario Nazionale dà la possibilità di ricorrervi in ambiente ospedaliero con
esenzione totale dal pagamento.
I parametri di rischio sulla base dei quali formulo le mie raccomandazioni sono indicati dal Ministero della
Salute in considerazione dell’incidenza statistica degli episodi abortivi riconducibili all’indagine invasiva
(1/250), rapportati all’incidenza statistica dei nati da gestanti trentacinquenni affetti da aneuploidie (1/250)
e principalmente da sindrome di Down.
Considerata la diversa natura del rischio abortivo per diagnosi invasiva e del rischio di partorire un feto
affetto da aneuploidie e che tali rischi sono anche percepiti in modo diverso da soggetto a soggetto, il
medico è chiamato ad informare la gestante e ad indicare le indagini più opportune in relazione al singolo
caso, ferma restando la libera determinazione della gestante stessa la quale ben potrà, sulla scorta della
propria libera scelta, ricorrere alla diagnosi prenatale invasiva anche in assenza di qualunque fattore di
rischio ritenendo insopportabile il dubbio di partorire un feto affetto da aneuploidie ovvero, esattamente al
contrario, non ricorrere alla diagnosi prenatale invasiva anche in presenza di elevati fattori di rischio,
ritenendo insopportabile il rischio abortivo, magari per proprie convinzioni etiche e/o religiose.
In assenza di fattori di rischio suesposti l’esecuzione su base volontaria degli esami è a carico della gestante:
amniocentesi e villocentesi da 700 a 880 € (cariotipo tradizionale o molecolare); “test combinato”
(ecografia e bi-test) 200 € ed infine il test del DNA fetale su sangue materno per 21,18,13,X,Y
(PrenatalSafe) 555 €, test del DNA fetale su sangue materno per tutto il cariotipo fetale (PrenatalSafe
Karyo) 805 €.
Con queste brevi note l’ho resa edotta dei limiti, dei vantaggi e dei rischi delle indagini non invasive e di
quelle invasive onde consentirle di serenamente decidere quale metodica scegliere e l’ho altresì informata
dell’opportunità di formulare qualunque domanda in relazione alle informazioni rese.
Varese il ....../……/…………
Dr. .Gaetano Claudio Campagna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Io sottoscritta Sig.ra ……………………………......................... nata a …………………………………..
il ……/……/…………. e residente a …………………………………………….. dichiaro che le
informazioni di cui al presente modulo informativo mi sono state oggi lette e spiegate dal ginecologo e di
aver ricevuto copia del presente modulo informativo sottoscritto dal ginecologo , il quale ha reso ampia
disponibilità a rendere in qualunque momento tutti i chiarimenti del caso ed ogni ulteriore informazione ed
a fornire anche materiale scientifico illustrativo.
Io sottoscritta esprimo il consenso al trattamento dei dati personali e sensibili esclusivamente a fini di
diagnosi e cura da parte del ginecologo.
Varese il ……/……/…………
firma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Io sottoscritta infine, in Varese in data ……/……/………… alle ore … : … dichiaro di aver letto
attentamente la suestesa informativa e di aver richiesto ulteriori spiegazioni in ordine alle seguenti
questioni: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . ricevendo esaurienti informazioni e quindi, alla luce di una compiuta revisione del dettagliato
processo informativo con il quale il ginecologo mi ha resa edotta e consapevole della decisione:
 dichiaro di autorizzare senz’altro la diagnosi prenatale invasiva:
 Villocentesi
 Amniocentesi
oppure
 dichiaro di autorizzare senz’altro la diagnosi prenatale non invasiva:
 Test Combinato
 Prenatal Safe
 Prenatal Safe Karyo
oppure
 consapevole del rischio legato alla mia età (o dovuto a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
...................................................................................)
dichiaro di voler comunque eseguire la diagnosi non invasiva, riservandomi di eseguire l’amniocentesi (o
la villocentesi o cordocentesi) che mi è stata necessariamente raccomandata dal ginecologo.
oppure
 avendo compreso quali sono gli esami e controlli disponibili in gravidanza, sia con metodica invasiva e
non invasiva, per la ricerca delle anomalie cromosomiche fetali e consapevole del livello statistico di rischio
della gravidanza attualmente in corso, dichiaro di non voler eseguire nessuno degli esami suindicati.
Sig.ra ………………………………………………………….
firma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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