Estate spericolata su fiumi, monti e cieli della Val

Estate spericolata su fiumi, monti e cieli della Val Trebbia, vacanze da atleti
Scritto da Il Secolo XIX
Mercoledì 05 Agosto 2009 08:42 -
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{page:Section1;} --> Sgombriamo subito il campo da equivoci: la Val Trebbia non è soltanto
pace bucolica, lunghe passeggiate contemplative riflettendo sulle liriche di Caproni, o molle ozio
sotto un castagno sonnecchiando grati dell'ombra. Nossignori, c'è anche altro, e ottimo pane
per i denti di chi preferisce alla tranquillità una vacanza avventurosa. E che predilige sport e
passatempi che presuppongono sangue freddo, spirito di sacrificio e un pizzico di passione per
il brivido.
E quindi, largo a chi ama l'arrampicata su roccia, il canyoning, il trekking più duro, le ripidissime
salite in mountain bike, e perfino l'ebbrezza da emuli di Icaro del volo libero in parapendio.
Il canyoning, per esempio, chi è costui? In lingua italica si chiama torrentismo, e si pratica
gettandosi giù da torrenti e rivi più o meno derapanti con l'aiuto di bastoni e corde; ebbene, in
Val Trebbia si trova l'occorrente: torrenti seminascosti da fittissimi faggi e castagni che scorrono
tra rocce di arenaria, quadri idilliaci dal punto di vista naturalistico e perfetti per gli appassionati.
I torrenti adatti (alcuni splendidi anche per discese in kayak) si propongono secondo una scala
di varie difficoltà: le evoluzioni più belle si fanno nel Rio Grande, che si presenta con un salto di
quasi 20 metri, nel torrente Orezzoli, con il suo "scivolo".
Parlando invece di parapendio e deltaplano, l'appuntamento prediletto per gli uomini (e donne)
volanti è al pianoro di Zeppado, e poi anche il Monte Penice, non lontano da Bobbio al confine
piacentino.
Ridiscendendo a terra sempre nella Val Trebbia di confine, per i rocciatori, c'è Ponte Barberino,
sulla statale 45, su un sentiero che si arrampica su roccia nera levigata dall'acqua, con itinerari
di arrampicata in forte strapiombo.
Ma per i meno temerari, la scelta ideale resta sempre il caro, vecchio trekking, e qui davvero
c'è una infinita possibilità di variazioni sul tema: dovunque si vada, si materializzano sentieri e
sentierini deliziosi immersi in un panorama da cartolina, perfetti sia per i neofiti che per i
camminatori più esigenti e spericolati.
Solo qualche esempio, tra centinaia: per i principianti senza eccessiva riserva di fiato, la bella
"traccia" che porta a Bosco da Fontanarossa (Gorreto), 30 minuti di cammino; per gli
espertissimi, ecco la salita a Monte Alfeo, 15 chilometri piuttosto impegnativi da percorrere in
circa 5 ore.
E per i fanatici della bici? Mountain bike, ovviamente, e largo spazio anche per loro: in hit
parade ci sono il percorso Montebruno-Barbagelata, il Torriglia- Lavagnola e la bellissima (e
faticosa!) salita al monte Antola con partenza da Capanne di Carrega. Ovverossia: come
tornare dalle ferie con qualche chilo in meno e la pancia che non c'è più.
Mara Queirolo
(Articolo tratto da Il Secolo XIX del 05/08/2009)
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