4. settore grafico - IIS Falcone

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Il settore grafico
La grafica nel settore industriale
Definire che cosa si debba intendere precisamente per “settore grafico” non è molto
semplice, in primo luogo per come viene inteso più comunemente il termine “grafico” ma
anche, e soprattutto, per la complessità che lo contraddistingue.
Le accezioni più diffuse attribuite al termine “grafico” sono, infatti, quelle di uno schema,
per esempio un diagramma, per la rappresentazione di dati secondo specifici parametri di
classificazione, criteri di aggregazione, ecc. oppure della registrazione dell’andamento di
un fenomeno nel tempo, per esempio, il tracciato delle scosse sismiche oppure, ancora, di
qualcosa inerente il disegnatore artistico o pubblicitario.
Questi significati sono tuttavia molto poco legati a quanto si intende nel mondo industriale
per “settore grafico”.
In realtà, si intende per industria grafica l’industria relativa alle tecniche di stampa. Quindi,
secondo una definizione classica, all’industria grafica fanno capo le attività che
trattano l’insieme dei procedimenti tecnologici che concorrono alla realizzazione
dello stampato attraverso le fasi sequenziali di preparazione o prestampa, stampa e
poststampa.
- La fase di prestampa parte dall’inizio di un progetto grafico e si conclude con la
produzione della forma di stampa e la loro installazione sulla macchina di stampa.
- La fase di stampa consiste nella riproduzione di testi o immagini sul supporto di stampa
e contempla l’impiego di procedimenti e tecnologie anche molto differenti tra loro in
funzione di vari elementi quali la tipologia di prodotto, la tiratura, il materiale del
supporto di stampa, ecc... La stampa è naturalmente la fase fondamentale dell’intero
processo grafico. Nella grandissima parte dei casi, prestampa e poststampa sono fasi
esclusivamente di servizio.
- La fase di poststampa comprende la plastificazione e le diverse operazioni della
legatoria che conducono al prodotto finito.
Le forti interazioni con produzioni affini hanno determinato l’allargamento del settore
grafico fino a comprendere:
- la cartotecnica,
- la trasformazione della carta e del cartone
Non solo, è considerevolmente aumentata la rilevanza assunta come supporto di stampa,
oltre che della carta, di altri materiali quali tessuti e materiali plastici; pertanto del settore
grafico si considera facciano parte anche le imprese produttrici di
- imballaggi flessibili stampati.
Un’altra notazione interessante riguarda ancora l’appartenenza o, quanto meno, il
coinvolgimento nel settore grafico di grandi imprese di altri settori che si sono dotate di
attrezzature per la stampa in proprio di parte dei propri fabbisogni favoriti in questo anche
dalle opportunità offerte dalle tecnologie di stampa digitale.
Le produzioni che riportano al settore grafico si sono dunque notevolmente diversificate
nel tempo espandendone di conseguenza i suoi confini e modificandone sensibilmente la
composizione.
Per rappresentare meglio la situazione reale il settore è ora chiamato, più propriamente,
grafico-cartotecnico con una distinzione in più comparti per una migliore comprensione
della sua articolazione.
In funzione della loro collocazione nella filiera grafica, le aziende si sono attrezzate per la
fornitura ad altre aziende del settore grafico di uno o più servizi attinenti il prodotto finale
oppure per la realizzazione di prodotti specifici appartenenti a un comparto.
L’importanza che le specializzazioni hanno assunto nel settore grafico è tale che in
ASSOGRAFICI, l’Associazione Nazionale Italiana delle Industrie Grafiche Cartotecniche e
Trasformatrici, si sono costituiti alcuni Gruppi Nazionali di specializzazione con l’intento di
fornire assistenza e servizi per comparti che, proprio per le loro peculiarità, necessitano di
iniziative mirate.
Per completare l’inquadramento del settore grafico-cartotecnico, occorre considerare che il
settore è uno degli anelli, il principale in termini di fatturato, della filiera della carta e della
stampa. La filiera si estende dalla produzione della materia prima, alle macchine per la
realizzazione dei prodotti intermedi e finali, all’editoria per completarsi con la stampa e le
lavorazioni cartotecniche.
Oltre al settore grafico-cartotecnico, della filiera fanno pertanto parte anche i settori:
-
delle macchine per la grafica e la cartotecnica;
della produzione di carta e cartone;
dell’editoria libraria;
dell’editoria di giornali quotidiani e di periodici.
La realtà italiana del settore grafico-cartotecnico
Secondo i dati dell’ultimo censimento delle imprese (2015), il settore grafico-cartotecnico
italiano consta di circa 25.000 aziende, più di 16.000 quelle grafiche cui se ne aggiungono
più di 4.000 cartotecniche, circa 6.000 del comparto editoria di libri, periodici ed altre
attività editoriali.
Oltre il 95% delle aziende ha meno di 20 addetti e solo il 2% supera i 50 addetti.
Complessivamente tutto il settore (2015) occupa quasi 205.864 persone, distribuite per il
60% circa nelle imprese grafiche e la parte restante nelle imprese cartotecniche.
Dall’analisi dei risultati aziendali, nel 2014 si rileva che sono alquanto differenziati da
impresa a impresa e si aprono anche nuovi spazi di mercato per quelle aziende che ne
sanno approfittare, realizzando buone performance; se il 64% delle aziende subisce un
calo dei ricavi, in media del 11,2%, il 36% delle imprese incrementa il giro d’affari,
mediamente dell’11,9%.
A fronte di una modesta diminuzione complessiva della produzione di stampati classici, si
evidenzia ancora nel 2014 la crescita di alcuni segmenti come il labelling e l’imballaggio
stampato, in particolare flessibile ed in generale si sviluppa la fase di nobilitazione dello
stampato. Diverse imprese grafiche tradizionali cercano di trasformarsi in fornitori di servizi
integrati di comunicazione, rivolgendo il proprio business verso le nuove attività legate al
web (Web-toprint, app), le campagne cross-media e la creatività.
Fonte: http://assografici.com/content/compendio-statistico-2015
Nuove prospettive
Articolo interessante su nuovi media e comparto stampa:
http://www.metaprintart.info/i-mercati-e-la-vita-in-azienda/12274-industria-grafica-trend-eprospettive/
http://www.digitaldocument.it/index.php/2014/06/23/la-pubblicita-ibrida-che-effetto/
Dove vanno i media
Passando ad altri argomenti, ma non meno significativi per quanto concerne
l’evoluzione della comunicazione, è stato presentato lo scenario media, per
rispondere alla domanda se la tecnologia sia amica o nemica della stampa.
Ne ha parlato Antonello D’Elia del GruppoM la struttura che si occupa di
ricerche sui media per conto delle grandi agenzie di pubblicità. Un punto di
vista interessante in quanto GruppoM è il trait-d’union tra la domanda e
l’offerta.
La pubblicità sui device mobili è in forte crescita
Questo è un tema focale per il futuro delle aziende che stampano prodotti
commerciali, perché la tendenza a sostituire la carta con l’etere nella
comunicazione sia verso il consumatore, sia tra aziende è ormai inarrestabile.
«Tutti noi – ha detto D’Elia – stiamo vivendo una rivoluzione digitale,
trasformazione che si basa soprattutto su internet e i nuovi dispositivi quali
smartphone, tablet, ecc.»
Questa rivoluzione impatta sui processi di stampa e distribuzione, ma anche
sul modo in cui le persone usano i media indipendentemente dal supporto
(carta o schermo).
Basti vedere i dati relativi alla pubblicità dal 2000 a oggi. Non è una novità
che quotidiani e soprattutto periodici stiano soffrendo ormai da tempo
dell’invasione di internet che ha visto crescere gli investimenti pubblicitari da
1 a 19 miliardi in questi ultimi anni, contro un calo della pubblicità su mezzi a
stampa del 22% nel solo 2013.
Ormai è un dato di fatto che per mantenersi informati sia sempre più favorita
la ricerca non solo su PC ma sui dispositivi in mobilità (iPad, Smartphone,
tablet).
Mentre nel 2010 erano 3,3 milioni quanti ‘navigavano’ in mobilità, nel 2013 se
ne contavano 17,8, un incremento che dimostra come anche uno stampatore
inveterato debba fare i conti con il virtuale.
Su questo rimandiamo a un nostro articolo di prossima pubblicazione in cui si
descrivono le più recenti innovazioni in fatto di App per la comunicazione, un
tema di cui si è accennato nell’incontro Kodak, definendo questo fenomeno
come ‘convergenza’.
In pratica l’87% delle persone (non solo giovanissimi) si tiene in contatto con
la realtà mediante motori di ricerca e blog in tempo reale, dimostrando che le
App per tablet, iPhone e altri dispositivi mobili sono sempre più strategici per
la comunicazione, che risulta anche personalizzata e contestualizzata.
Ripensare la carta
E allora, come pensare la carta nell‘era della convergenza? “Ripensare la
carta” e quindi ripensare al ruolo della stampa in funzione dei nuovi bisogni,
del nuovo modo di vivere (molto di più fuori casa). Come rendere quindi più
funzionale questo processo della comunicazione pubblicitaria (ma anche
informativa)? Mediante la pubblicazione (o la pubblicità) elettronica interattiva
e la realtà aumentata, ancora troppo poco nota da noi, ma ampiamente
utilizzata da alcune aziende all’avanguardia.
La spesa con lo smartphone grazie alla realtà aumentata
Interessanti infatti i filmati che hanno mostrato come la utilizzano alcune
aziende.
Motorola usa una pagina pubblicitaria per dimostrare caratteristiche salienti
del prodotto e sorprendere il lettore che entra, per così dire, nel prodotto;
Nivea trasforma la pagina (stampata) pubblicitaria in un caricatore del
telefonino (da usare in spiaggia, ovviamente); in altri casi si utilizza per una
demo reale delle potenzialità del prodotto o per mostrare un tutorial sul suo
funzionamento. Si utilizzano quindi riviste e cataloghi stampati come punti di
partenza per far entrare il lettore in un mondo dell’etere. Neppure tanto
virtuale se seguiamo l’esempio di Tesco in Sud Corea: qui mediante affissioni
(carta stampata quindi) che tappezzano le stazioni della metropolitana
riproducendo gli scaffali di un supermercato, le persone al ritorno dal lavoro in
attesa dei treni fanno letteralmente la spesa con lo smartphone e come
rientrano si trovano il carrello con la spesa sulla porta di casa (vedere per
credere).
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