Sintesi cronologica della Resistenza a Roma

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LA RESISTENZA A ROMA
8 settembre 1943- 4 giugno 1944
1943
luglio
16 luglio 1943: bombardamenti alleati sui quartieri meridionali della città, particolarmente al Tuscolano e a
San Lorenzo.
24-25 luglio 1943: nella notte riunione del Gran consiglio del fascismo che approva un ordine del giorno
proposto da Dino Grandi e da altri dodici gerarchi nel quale si chiede al re di riassumere il comando delle
forze armate, come è sua prerogativa costituzionale, esonerando Mussolini.
25 luglio 1943: nel pomeriggio Mussolini si reca dal re a villa Savoia per rassegnare le dimissioni da capo
del governo. Dopo l’udienza viene arrestato. Il maresciallo d’Italia Pietro Badoglio viene nominato capo del
governo. Alle ore 22.45 la radio comunica l’avvenuta sostituzione di Mussolini con il Maresciallo Badoglio,
nelle strade della città ci sono manifestazioni di gioia per la caduta del fascismo, emblemi e gagliardetti
fascisti vengono distrutti un po’ ovunque.
28 luglio 1943: il governo vieta la ricostruzione dei partiti politici fino alla fine della guerra e dispone, senza
fissarne le modalità, la liberazione dei detenuti politici.
agosto
31 luglio 1943: riunione del comitato dei partiti antifascisti in casa del democristiano Giuseppe Spataro.
1 agosto 1943: il coprifuoco viene posticipato alle 22.30 e dura fino alle 5 del mattino.
9-10 agosto 1943: lo Stato Maggiore mette a punto il sistema difensivo di Roma, articolato in una difesa
interna ed una esterna.
12 agosto 1943: bombardamento aereo alleato su Roma che colpisce i quartieri Tiburtino, Prenestino,
Casilino, Tuscolano.
settembre
8 settembre 1943: alle ore 18,30 il generale Dwight Eisenhower annuncia da radio Algeri l’armistizio tra
l’Italia e le forze alleate. Inizia la difesa e la Resistenza di Roma da parte della divisione Granatieri di
Sardegna e di reparti dei Lancieri di Montebello.
9 settembre 1943: Il Re, la sua famiglia. Il Maresciallo Badoglio con i membri del governo lasciano Roma e
si imbarcano a Ortona (Abruzzo) diretti a Brindisi, già in mano alleata. Intanto si combatte contro i tedeschi
a Monterotondo, a Manziana e alla Magliana.
Si forma a Roma il Comitato Centrale di Liberazione Nazionale sotto la presidenza di Ivanoe Bonomi,
composto dai seguenti partiti: Partito d’Azione, Partito Comunista, Democrazia Cristiana (De Gasperi),
Democrazia del Lavoro, Partito Liberale Italiano e Partito Socialista Italiano (Pertini).
10 settembre 1943: i combattimenti, a cui partecipano tutte le armi e anche i civili, sono particolarmente
intensi alla Montagnola e a Porta San Paolo; risultano fallimentari ma costituiscono uno dei primi atti di
resistenza Si concludono le trattative per la resa della città tra il Maresciallo d’Italia Enrico Caviglia e il
Maresciallo Kesserling, comandante delle armate tedesche in Italia. Roma è dichiarata “città aperta”: le
truppe germaniche si impegnano a presidiare solo i punti strategici e a mantenersi ai margini della città
stessa. Alla guida civile e militare della città è posto il conte Carlo Calvi di Bergolo.
11 settembre1943: Il Maresciallo Kesserling con un proclama a sua firma dichiara territorio di guerra tutta
l’Italia centrale e meridionale.
12 settembre 1943: un’ordinanza di Kesserling sottopone la popolazione dei territori occupati alle leggi di
guerra tedesche.
14 settembre 1943: viene razionato il gas, erogato solo 4 ore al giorno.
20 settembre 1943: i tedeschi impongono al Governatore della Banca d’Italia la consegna della riserva
aurea: 118 tonnellate d’oro.
22 settembre 1943: vengono richiamate alle armi le classi 1921-1925 per essere adibite al servizio del
lavoro in Germania. Pochi si presentano. A Torre di Palidoro due tedeschi vengono feriti a causa dello
scoppio di una bomba mentre frugano in una cassa. I tedeschi ritengono che si tratti di un attentato e
trascinano davanti al plotone di esecuzione 23 civili, tra i quali il Vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo
D’Acquisto. Questi, benché del tutto estraneo al fatto si autoaccusa dell’ipotetico attentato, viene fucilato, e
salva così gli altri innocenti. Sara decorato con la Medaglia d’oro.
A Palazzo Braschi si insediano i nuovi esponenti del fascismo romano: Pino Bardi, Guglielmo Pollastrini e
Carlo Franquinet che, per il loro comportamento vessatorio, saranno definiti dai romani “la banda di Palazzo
Braschi”.
23 settembre1943: dopo essere stato liberato dalla prigione sul Gran Sasso Mussolini forma la R.S.I. e
conferma che Roma è “città aperta”. Il generale Calvi di Bergolo e gli altri ufficiali dello Stato Maggiore
presenti a Roma si rifiutano di giurare fedeltà alla repubblica fascista quindi i tedeschi li arrestano e li
deportano nei campi di concentramento in Germania. In questa circostanza fugge dal Ministero della Guerra
il Colonnello del Genio Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, che diverrà comandante del Fronte
Militare della Resistenza e che verrà ucciso il 24 marzo 1944 alle fosse Ardeatine.
Violando ogni accordo le truppe tedesche attraverseranno Roma in forza, dirette al fronte di Cassino.
26 settembre 1943: il tenente colonnello delle S.S. Herbert Kappler, comandante della Gestapo e delle S.S.
a Roma, ordina ai rappresentanti della comunità israelitica della città la consegna di 50 Kg d’oro entro 48
ore, pena la deportazione della comunità.
28 settembre 1943: l’oro viene consegnato alle SS a via Tasso.
ottobre
7 ottobre 1943: viene emanato l’ordine dai tedeschi di disarmate e deportare in Germania i Carabinieri
ancora in servizio. La popolazione li protegge, anche rischiando la fucilazione. Gran parte dei Carabinieri di
Roma entreranno nella Resistenza.
13 ottobre 1943: L’Italia dichiara guerra alla Germania e diventa cobelligerante con gli Alleati.
16 ottobre 1943: le SS razziano 2091 ebrei dal Ghetto e da tutta Roma. Si riunisce per la prima volta
clandestinamente il CNL e decide la guerra di resistenza.
17 ottobre 1943: l’erogazione del gas a Roma è ridotta a tre ore al giorno. Iniziano i primi sabotaggi.
20 ottobre 1943: appello ufficiale del governo Badoglio a tutta la popolazione dell’Italia occupata dai
tedeschi perché con ogni mezzo cerchi di provocare più danni possibili al nemico.
Iniziano molti episodi di resistenza armata a Roma e dintorni organizzati dai GAP (gruppi di azione
patriottica)
27 ottobre 1943: rastrellamento tedesco nei quartieri di Montesacro, Tufello e Valmelaina: 2000 persone
vengono fatte marciare lungo la via Nomentana e, dopo un discorso di un ufficiale tedesco di minaccia
contro chi sostiene i partigiani, vengono trattenuti 200 uomini destinati al lavoro obbligatorio.
novembre
Serie di azioni dei Gap contro tedeschi e fascisti.
dicembre
6 dicembre1943: giunge a Roma la Missione speciale dell’OSS ( Office of Strategic Service) della V
Armata Americana; la missione è composta da ufficiali e sottufficiali italiani del SIM ( Servizio
informazioni militari) dipendente dal comando alleato. Si tratta di due nuclei radiotrasmittenti comandati dal
Capitano Sorrentino ( poi ucciso il 4 giugno 1944 alla Storta) e dal sottotenente Arrigo Paladini.
10 dicembre 1943: Il Colonnello Montezemolo, comandante riconosciuto dal governo Badoglio del Fronte
Militare clandestino, trasmette a tutti i raggruppamenti militari di resistenza la circolare 333/op in cui, su
disposizione del governo di Bari, sono definite tutte le direttive per la condotta della guerriglia.
19 dicembre 1943: Il coprifuoco è anticipato alle ore 19 e dura fino alle 6 del mattino. Vengono sospesi i
permessi di circolazione.
20 dicembre 1943: Poiché molte azioni partigiane sono state eseguite in bicicletta un bando tedesco ne
proibisce l’uso.
1944
gennaio
4 gennaio 1944: parte dallo scalo Tiburtino un treno per Innsbruch, che trasporta 292 rastrellati definiti
“elementi indesiderabili”.
19 gennaio 1944: bombardamento alleato su p.zza Bologna e Porta Maggiore. Tutti i disoccupati dai 16 ai
60 anni devono essere avviati al lavoro obbligatorio, ai renitenti saranno tolte le tessere annonarie.
20 gennaio 1944: nuovo bombardamento sulla città.
22 gennaio 1944: gli alleati sbarcano ad Anzio e Nettuno.
25 gennaio 1944: il coprifuoco è anticipato alle 17. Viene catturato dalle SS il colonnello Montezemolo.
febbraio
2 febbraio 1944: a Forte Bravetta vengono fucilati 10 partigiani.
3 febbraio 1944: assume la funzione di questore di Roma Pietro Caruso e nella stessa notte viene violata
l’extra territorialità della Basilica di San Paolo da parte dei militari fascisti e della polizia, arrestati ebrei e
alti ufficiali; forte polemica tra il governo fascista e il Vaticano. Caruso costituisce una banda di torturatori
comandata dal dottor Pietro Kock, detta “banda Kock”, che in alcune pensioni della città tortura gli
oppositori politici. Rastrellamento al quartiere di Montesacro.
12 febbraio 1944: bombardamento alleato sui quartieri Salario, Tiburtino, Esquilino, Ostiense, Portuense,
Monteverde, Trionfale.
14-15-16 febbraio 1944: altri bombardamenti. Roma bombardata dagli anglo-americani per la presenza di
importanti obiettivi militari tedeschi.
25 febbraio 1944: trasferimento da Roma di 28 ebrei verso il campo di concentramento di Fossoli.
marzo
2 marzo 1944: in viale Giulio Cesare, sotto la caserma, un folto gruppo di donne manifesta contro il
rastrellamento di circa 1.000 uomini; viene uccisa Teresa Gullace, mentre tenta di passare un pacco di abiti
al marito.
23 marzo 1944: alle ore 15 circa un gruppo di 16 partigiani dei GAP attua in pieno giorno un attentato
contro una compagnia di polizia tedesca del Battaglione «Bolzen», un reparto armato di 160 uomini in
marcia lungo via Rasella. Una carica esplosiva nascosta in un carretto viene fatta esplodere al centro della
colonna tedesca, mentre altri partigiani lanciano bombe e sparano raffiche di mitra verso la coda del reparto,
causando 33 morti tra i tedeschi ( di cui 26 deceduti all’istante, 6 morti in ospedale nella notte e uno
deceduto nella mattinata del 24), oltre a numerosi feriti. Sul luogo rimanevano uccisi, oltre ai militari
tedeschi, due civili, uno dei quali era un bambino. Con l’arrivo dei rinforzi i tedeschi effettuano
rastrellamenti nelle vie circostanti. Il generale Maeltzer del comando tedesco, per ordine espresso del
Maresciallo Kesselring, ordina che 10 italiani dovessero morire per ogni tedesco ucciso.
24 marzo 1944: come rappresaglia per l’attentato del giorno precedente e per vendetta verso la popolazione
romana, ostile all’occupazione germanica, le SS prelevano 335 detenuti dai carceri di Via Tasso e Regina
Coeli e li massacrano alle Cave Ardeatine. La strage è compiuta nella notte e in segreto.
Le vittime: 270 prigionieri della polizia tedesca rinchiusi a Via Tasso e a Regina Coeli scelti dal colonnello
delle SS Dollmann e da Kappler, altri 50 tratti sempre da Regina Coeli furono designati dal questore di
Roma Caruso ( sarà ucciso dopo la liberazione della città a Forte Bravetta). Alla notizia della morte del
soldato tedesco ricoverato in ospedale Kappler aggiornò la lista con altri 10 ostaggi e ne aggiunse 5 in
soprannumero.
Nelle liste venne incluso un gran numero di ebrei e di uomini considerati pericolosi per la loro attività
politica ed anche un numero notevole di individui senza alcun precedente politico.
26 marzo 1944: il Comando tedesco a Roma pubblica un comunicato nel quale si dice che nel pomeriggio
del 23 marzo 1944 elementi criminali hanno seguito un attentato con lancio di bombe contro una colonna
tedesca di polizia in transito per via Rasella, In seguito a questa imboscata 32 uomini della polizia tedesca
sono stati uccisi e parecchi feriti, la vile imboscata fu eseguita da comunisti-badogliani. Sono ancora in atto
indagini per chiarire fino a che punto questo fatto è da attribuirsi ad incitamento angloamericano. Il
comando tedesco è deciso a stroncare l’attività di questo banditi scellerati. Il comando tedesco perciò ha
ordinato che per ogni tedesco ammazzato saranno fucilati 10 comunisti badogliani: quest’ordine è stato
eseguito. Non viene comunicato né il luogo della strage né il nome dei caduti.
25 marzo 1944: la razione di pane viene ridotta a gr.100.
30 marzo 1944: rastrellamento alla Borgata Gordiani e al Quadraro, nelle due borgate il coprifuoco è
fissato alle 16.
aprile
1 aprile 1944: iniziano di fronte ad un forno di via Tosti le manifestazioni delle donne contro la riduzione
giornaliera della razione di pane.
7 aprile 1944: tedeschi e fascisti uccidono a sangue freddo, al ponte della Magliana, dieci donne che
avevano invaso il forno Tesei, fornitore delle truppe tedesche.
17 aprile 1944: rastrellamento al Quadraro di 2.000 uomini, di cui 744 , di età compresa trai i 15 e i 55
anni, vengono inviati nei campi di concentramento e di sterminio in Germania.
maggio
11 maggio 1944: inizia la battaglia degli anglo-americani per la liberazione di Roma; tutto il fronte, dal
Tirreno all’Adriatico è in movimento vero Nord.
27 maggio 1944: con la comunicazione in codice “Annamaria è promossa” gli Alleati fanno sapere ai
dirigenti della Resistenza che stanno per sferrare l’attacco decisivo verso Roma.
giugno
2 giugno 1944: dai microfoni di Radio Londra viene trasmessa in tutta Roma la parola "Elefante": si tratta
del messaggio in codice che segnala alla Resistenza italiana che ha inizio l'attacco finale per la liberazione
della città.
3 giugno 1944: Le SS nella notte tra il 3 e il 4 abbandonano la storica sede di via Tasso, bruciando buona
parte dei documenti, e apprestandosi a portare con sé alcune decine di prigionieri. I tedeschi compiono le
ultime fucilazioni a Forte Bravetta e scappano verso Nord.
4 giugno 1944: Alle prime luci dell'alba di domenica 4 giugno un contingente di canadesi, che fanno parte
delle avanguardie alleate, e di partigiani di Bandiera Rossa (brigata partigiana comunista laziale), si
apprestano ad entrare nella capitale attraverso la Casilina; le SS rimaste ripiegano malamente, abbandonando
anche un autocarro carico di prigionieri, che riusciranno quindi a salvarsi, grazie all'aiuto della Resistenza
cittadina.
Le avanguardie della V Armata Americana entrano a Roma da porta San Giovanni; i detenuti politici di
Regina Coeli vengono liberati e così gli ultimi detenuti di Via Tasso che non erano stati fucilati o deportati a
Nord. I tedeschi in fuga compiono l’ultimo massacro a Roma: un altro autocarro, carico di prigionieri, viene
fatto fermare dagli ufficiali sulla Cassia, in località “la Storta” e i 14 partigiani e prigionieri alleati, vengono
fatti allineare lungo un sentiero e uccisi.
La sera del 4 giugno 1944, dopo nove mesi di occupazione tedesca, Roma è una città libera, grazie alle
azioni di Resistenza portate avanti dai partigiani, che hanno spianato la strada all'arrivo degli alleati.
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