U
n gioco
da ragazze
PREVENIRE il carcinoma della
cervice uterina con il Vaccino
ANTI PAPILLOMA VIRUS (HPV)
Rosa Giuliani
Dipartimento di Oncologia Medica
Ospedale San Camillo Forlanini
Roma
Leonardo Emberti Gialloreti
Dipartimento di Sanità Pubblica
Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
Cora N. Sternberg
Dipartimento di Oncologia Medica
Ospedale San Camillo Forlanini
Roma
PREMESSA
D
al 2007 è disponibile in Italia il vaccino
contro il Papillomavirus umano (HPV),
il virus che causa il carcinoma della cervice uterina
(tumore del “collo” dell’utero). La vaccinazione
riduce le infezioni dovute al virus HPV e, quindi,
riduce la possibilità di ammalarsi di tumore della
cervice uterina.
Il nuovo vaccino contro l’HPV è un evento di notevole importanza. Per questo, abbiamo accolto con
entusiasmo l’idea di compilare un opuscolo che
spieghi in modo semplice e sintetico le principali
informazioni riguardo questo vaccino.
Cos’è il virus HPV e qual è il suo legame con il
tumore della cervice uterina?
In cosa consiste il vaccino?
A chi è rivolto il programma di vaccinazione?
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Infezione da HPV
e tumore della
cervice uterina:
qual è il nesso
tra i due?
I
l carcinoma della cervice uterina, la
regione anatomica che corrisponde alla
zona di passaggio tra utero e vagina, rappresenta, a livello mondiale, il secondo tumore
più frequente nelle donne. Nel 2006 si sono
avuti 510.000 nuovi casi di cancro della cervice uterina in tutto il mondo. La fascia d’età
più colpita è quella tra i 30 ed i 55 anni.
La CAUSA principale del carcinoma della cervice uterina è un virus, che prende il nome di
papilloma virus umano (HPV , che corrisponde all’abbreviazione inglese di Human
Papilloma Virus).
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Cos’è il virus
HPV?
A
d oggi sono stati individuati più
di 100 tipi diversi di virus HPV.
I differenti tipi vengono identificati attraverso
numeri progressivi (HPV 1, HPV 2, HPV 3,
ecc.).
Circa 40 di questi tipi colpiscono la zona
genitale.
La maggior parte di essi sono innocui o poco
dannosi, perché il più delle volte il virus
viene eliminato dal sistema immunitario
dell’organismo. Quando ciò non avviene, l’infezione da HPV può portare allo sviluppo di
lesioni benigne o di lesioni cancerose. I
diversi tipi di HPV si distinguono in due grandi gruppi in base al loro potenziale di provocare tumori (potenziale cancerogeno):
- Virus a basso potenziale cancerogeno
(per esempio HPV 6 o HPV 11): questi tipi di
HPV sono responsabili di lesioni benigne,
chiamate condilomi o verruche genitali.
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- Virus ad alto potenziale cancerogeno
(per esempio HPV 16 o HPV 18): questi tipi
di HPV possono causare il tumore della cervice uterina, perché questi virus, penetrando
nelle cellule, TRASFORMANO le cellule normali in cellule tumorali.
Tuba di Fallopio
Ovaia
Utero
Cervice
Vagina
Vulva
6
Come
si trasmette
il virus HPV?
I
l virus HPV si contrae principalmente per via
sessuale. E’ la forma più diffusa di malattia a
trasmissione sessuale nel mondo. Il virus si trasmette da persona a persona, soprattutto durante i rapporti sessuali.
E’ stato calcolato che entro 5 anni dall’inizio
dell’attività sessuale oltre il 50% delle donne
contrae un’infezione da HPV.
I fattori associati ad una maggiore probabilità di
infezione sono:
• elevato numero di partner
• promiscuità del partner
• precocità nell’inizio dell’attività sessuale
• condizioni di maggiore suscettibilità immunitaria.
ATTENZIONE!!!!
Per trasmettere il virus non è necessario che ci sia
scambio di liquidi biologici, è sufficiente il contatto
fra cute o mucose ano-genitali. Per questo, la contraccezione con metodi di barriera (preservativi)
non protegge dal rischio di trasmissione di virus
HPV, perché il profilattico non riveste tutta la cute
della regione ano-genitale maschile.
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Contrarre
un’infezione
da HPV significa
sviluppare
con certezza
il tumore della
cervice uterina?
M
olte infezioni da HPV sono solo
TRANSITORIE perché il nostro
SISTEMA IMMUNITARIO riesce ad ELIMINARE il
virus senza ulteriori conseguenze.
In altri casi però il virus PERSISTE nelle cellule che
infetta, e ne causa la PROGRESSIVA
TRASFORMAZIONE in cellule NEOPLASTICHE
(tumorali).
L’esito dell’infezione è condizionato:
✔ dal TIPO di HPV
✔ dalla CARICA VIRALE
(cioè dalla quantità di virus trasmesso)
✔ dalla CAPACITA’ dei virus di INTEGRARSI
nelle cellule epiteliali della cervice uterina.
L’intervallo di tempo tra il momento in cui si contrae l’infezione da HPV e quello in cui si verifica la
trasformazione tumorale è lungo: si tratta generalmente di anni.
E’ utile ricordare che il virus HPV, oltre a causare il
cancro della cervice uterina, può anche aumentare il
rischio di sviluppare tumori della vulva, della vagina,
del pene, dell’ano, della cavità orale e della laringe.
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CHE TIPO SEI?!?
A
bbiamo visto che esistono almeno
40 tipi di HPV che “scelgono” di
infettare le zone genitali. Sappiamo anche che
DUE tipi di HPV sono responsabili di circa il
70% dei carcinomi della cervice uterina: si tratta
di HPV 16 e 18.
TIPI BUONI, MA NON TROPPO….
Il 90% dei casi di condilomi genitali ( lesioni
benigne) sono associati invece ad infezioni da
HPV 6 ed 11, che sono considerati HPV a basso
potenziale oncogenico (a basso rischio di sviluppare un tumore).
D’altra parte, anche se si tratta di lesioni benigne, sono comunque patologie da non sottovalutare: una donna su dieci soffrirà di condilomi
genitali nell’arco della propria vita e molte
avranno episodi ricorrenti, che potranno necessitare di terapie mediche o chirurgiche, anche
di lunga durata.
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Ora che c’è
il VACCINO posso
evitare di fare
il PAP TEST?
N
O! Il vaccino NON SOSTITUISCE il
PAP test.
Il PAP test è un test semplice e poco invasivo che
individua cellule sospette che potrebbero trasformarsi, o che si sono già trasformate, in cellule cancerose. Il ruolo del PAP test nella prevenzione del
cancro della cervice uterina è quindi fondamentale.
Resta fondamentale anche dopo l’introduzione
della vaccinazione.
Lo screening con PAP test, grazie alla diagnosi precoce di forme neoplastiche e preneoplastiche, ha
drasticamente ridotto la mortalità per carcinoma
della cervice.
Il PAP test, tuttavia, NON PREVIENE l’infezione da
HPV, la quale, come abbiamo visto, è la causa di
questo carcinoma.
In ogni caso, è necessario continuare ad effettuare
il PAP test perché i vaccini attualmente disponibili
non proteggono contro TUTTI i tipi di HPV ad alto
potenziale cancerogeno, ma solo contro gli HPV 16
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e 18 (che causano il 70% dei carcinomi della cervice uterina).
Inoltre, non conosciamo ancora l’efficacia a
lungo termine del vaccino. In altre parole, ancora
non sappiamo se vaccinarsi una sola volta senza
fare altri “richiami”, proteggerà per tutta la vita
oppure no.
E’ importante dunque che tutte le donne, anche
quelle che eseguiranno la vaccinazione, continuino a sottoporsi regolarmente ad esami ginecologici e a PAP test.
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IL VACCINO
P
er la prevenzione delle infezioni
da HPV e del carcinoma della cervice uterina sono stati approvati due vaccini:
un vaccino quadrivalente contro i tipi HPV 6,
11, 16 e 18 (Gardasil®) ed un vaccino bivalente contro HPV 16 e 18 (Cervarix®).
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E’ PERICOLOSO
VACCINARSI? NO!
I
vaccini sono costituiti da particelle
proteiche purificate dette VLP (dall’inglese Virus-Like Particle), che costituiscono
l’involucro esterno (detto capside) dei virus
HPV. Sono quindi privi del materiale genetico virale responsabile del danno cellulare (è
come se si trattasse di virus “vuoti”).
Proprio perché le VLP contenute nel vaccino rappresentano solo l’involucro esterno,
non esiste alcun rischio di trasmissione di
un’infezione da HPV legato alla vaccinazione: non si tratta, infatti, di un virus
“addormentato”che potrebbe “risvegliarsi”,
ma di un involucro virale, di un contenitore
“vuoto”, quindi innocuo.
Il nostro sistema immunitario riconosce
come estranee le VLP e produce anticorpi
contro di esse. Questi anticorpi
RICONOSCONO i virus HPV che vengono a
contatto con l’organismo vaccinato (perché
hanno le stesse VLP sulla loro superficie
esterna) e li ELIMINANO.
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Oltre 40.000 giovani donne d’età compresa tra
15 e 26 anni hanno partecipato a sei differenti
studi clinici internazionali per testare la sicurezza e l’efficacia del vaccino. La comunità scientifica internazionale e le organizzazioni istituzionali che hanno il compito di approvare i nuovi farmaci, hanno considerato altamente attendibili i
risultati di questi studi.
Entrambi i vaccini hanno dimostrato di essere
intensamente immunogenici, ovvero di essere
capaci di far produrre anticorpi contro HPV fino
a livelli 50 volte superiori rispetto a quello che
normalmente fa il nostro sistema immunitario.
Quest’elevata produzione di anticorpi provocata dal vaccino previene le infezioni da HPV (con
un’efficacia superiore al 90%) e, conseguentemente, previene lo sviluppo di lesioni precancerose.
Il vaccino quadrivalente, che protegge da HPV
6, 11, 16 e 18, è risultato efficace anche nel
prevenire i condilomi nel 96% delle donne vaccinate.
Il vaccino bivalente, che protegge da HPV 16 e
18, ha dimostrato di poter ridurre anche le infezioni sostenute da altri HPV ad alto rischio, ad
esempio HPV 45, 31 o 52 (cross-efficacia).
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ATTENZIONE
Non è stata dimostrata l’efficacia del vaccino
in donne che hanno già contratto un’infezione da HPV. Per questa ragione la vaccinazione
è per ora riservata a donne che non abbiano
iniziato ancora una vita sessualmente attiva
ed è dunque proposta ALLE RAGAZZE
ADOLESCENTI.
E’ possibile vaccinarsi anche se si sono già
avuti rapporti sessuali, ma, in questo caso,
il beneficio del vaccino è discutibile.
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VACCINARSI???
E’ un gioco da
ragazze!
L
a vaccinazione è semplice.
Consiste in tre iniezioni intramuscolari (proprio come le altre vaccinazioni!):
• Prima iniezione
• Seconda iniezione: 1-2 mesi dopo la prima iniezione (in base al vaccino)
• Terza iniezione: 6 mesi dopo la prima
iniezione
Per ora non è previsto un “richiamo” oltre il
sesto mese, anche se questa possibilità non
andrà del tutto esclusa in futuro: infatti, ancora non sappiamo esattamente per quanti anni
sia efficace la vaccinazione eseguita.
Il vaccino è ben tollerato. Gli effetti collaterali
più frequenti, mal di testa, dolori muscolari,
dolore ed arrossamento localizzati in corrispondenza della sede di iniezione, stanchezza, non durano a lungo e scompaiono spontaneamente.
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Tutte le ragazze e le loro famiglie dovrebbero
pertanto discutere l’eventualità di una vaccinazione con i propri medici di riferimento (medico di famiglia, ginecologo, pediatra, medico
scolastico). L’età raccomandata per la vaccinazione è 11-12 anni, anche se è possibile vaccinare a partire dai 9 anni. In Italia la legislazione
è diversa da regione a regione. E' necessario
rivolgersi agli uffici competenti delle ASL della
propria regione.
Probabilmente, nei prossimi anni saranno sviluppati nuovi tipi di vaccini. L’ideale sarà arrivare ad un unico un vaccino efficace contro
tutti i tipi di HPV ad alto rischio.
La vaccinazione contro HPV è efficace, anche
se alcune questioni restano aperte:
• chi vaccinare? (solo donne o anche uomini?)
• quando vaccinare? (solo adolescenti o anche
altre fasce d’età?)
• come vaccinare? (è necessario un richiamo
dopo qualche anno? Se sì, quando?).
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Per rispondere a queste e ad altre problematiche sono attualmente in corso studi clinici
internazionali.
In ogni caso, già oggi sappiamo che il vaccino
è uno strumento fondamentale per prevenire
il carcinoma della cervice uterina. E’ per questo che ti invitiamo a discutere con il tuo
medico la possibilità di utilizzarlo.
Adesso che conosci i fatti, non permettere che un virus decida il tuo futuro!
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Sul problema della vaccinazione contro il Papilloma virus
si può consultare il sito del Ministero del Lavoro, della Salute
e delle Politiche Sociali all'indirizzo Internet
http://www.salute.gov.it/speciali/piSpecialiNuova.jsp?id=75
Questo opuscolo è stato
realizzato grazie alla:
Fondazione
Samuel & Barbara Sternberg Onlus
Via Aurelia 559 - 00165 Roma
tel.06 66510620 - fax 06 6630771
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e alla:
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E’ possibile stampare le Guide
in formato Pdf dal sito
http:///www.accmed.org/ffc
Opuscoli pubblicati
“Combattere il dolore per combattere senza il dolore”
E. Arcuri
“Consigli alimentari durante il trattamento oncologico”
M. Antimi, A. M. Vanni
“Radioterapia. Guida pratica per il paziente”
U. De Paula
“Quello che è importante sapere sul carcinoma del colon-retto”
G. Mustacchi, R. Ceccherini
“Ipertrofia prostatica benigna: guida per il paziente”
M. Lamartina, M. Rizzo, G. B. Ingargiola, M. Pavone Macaluso
“Trapianto di midollo osseo o di cellule staminali periferiche”
M. Vignetti, A. P. Iori
“La dieta nel paziente con insufficienza renale cronica”
B. Cianciaruso, A. Capuano, A. Nastasi
“Chemioterapia... se la conosci, non la temi”
T. Gamucci, S. De Marco
“Sopravvivere al cancro infantile. Tutto è bene quel che finisce bene”
J. E. W. M. Van Dongen - Melman
“Mieloma Multiplo”
A. Nozza, A. Santoro
“Neoplasie del colon-retto. Una terapia per ogni paziente”
G. Beretta, R. Labianca, A. Sobrero
“Occhio... alla bocca”
F. Cianfriglia, A. Lattanzi
“Occhio a quel neo che cresce!”
I. Stanganelli
“Tumori e AIDS: prevenzione e terapia”
G.D. Vultaggio, U. Tirelli
“La terapia ormonale nel carcinoma mammario”
Giovanna Masci, Armando Santoro
“Il tumore del pancreas”
Roberto Labianca, Giordano D. Beretta, Alberto Zaniboni, Luigina Rota
“I tumori dei giovani adulti - La mammella”
Eugenio Cammilluzzi, Antonio Maria Alberti et al.
“Perché devo smettere di fumare”
Massimo Pasquini, Cora N. Sternberg
“Perché proprio a me? - Come affrontare il disagio emotivo quando si ha un
tumore”
Barbara Barcaccia, Teresa Gamucci
“Nausea e vomito da chemioterapia: cosa fare?”
Sonia Fatigoni, Mara Picciafuoco, Fausto Roila
“Un aiuto al paziente con reazioni cutanee in corso di terapia con Cetuximab”
Olga Martelli, Andrea Mancuso, Samantha Marenda, Roberto Labianca
Progetto grafico, impaginazione
e illustrazioni:
© 2009 Forum Service Editore s.c. a r.l.
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