Le domande più frequenti: Che cos’è l’inquinamento atmosferico? Quali sono i principali inquinanti? E’ importante le meteorologia? Chi inquina? Proviamo a rispondere……………. Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] 1 L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO L’atmosfera è una miscela di gas che circonda il nostro pianeta ed è caratterizzata da profili di temperatura, pressione e composizione variabili con la latitudine. L’atmosfera è un comparto ambientale molto dinamico e la sua composizione, temperatura e capacità di autodepurazione hanno subito molteplici variazioni fin dalla formazione del nostro pianeta. La fascia maggiormente interessata dall’inquinamento è chiamata troposfera ed è quella più prossima alla superficie terrestre e si estende per circa 14 Km. In questa zona la composizione gassosa è pressoché costante: 78.00% di N2, 20.95% di O2, 0.93% di Ar, 0.037% di CO2, 0.00005% di H2 e Ne, He, Kr e Xe in tracce. Molti degli inquinanti presenti nell’aria provengono da sorgenti naturali: i vulcani emettono SO2 e altri composti solforati, gli oceani SO42-, Cl- e CO32-, gli incendi di foreste CO, CO2 e idrocarburi incombusti; le piante emettono terpeni ed altri idrocarburi non metanici ed infine le tempeste di sabbia contribuiscono al trasporto di particelle metalliche. Ma a partire dalla metà del XVIII secolo, prima con la Rivoluzione Industriale e poi con la crescita smisurata degli agglomerati urbani, abbiamo assistito ad una sempre maggiore richiesta di energia, di prodotti chimici e di combustibili fossili per le produzioni industriali ed i trasporti. Le emissioni generate da queste attività antropogeniche hanno alterato la naturale composizione dell’aria come in nessun altro periodo storico. Di fronte a questi tragici eventi è nata l’esigenza di conoscere l’origine dell’inquinamento dell’aria, i meccanismi di dispersione, le conseguenze e i modi per combatterlo. Alla fine degli anni ’50 appaiono, in alcuni paesi americani ed europei, le prime leggi aventi come obiettivo il controllo della qualità dell’aria. Progressivamente, l’Unione Europea ha creato una legislazione sopranazionale che, sostituendo le legislazioni nazionali dei Paesi aderenti all’Unione, ha lo scopo di determinare gli obiettivi comuni di qualità dell’aria e i valori limite delle sostanze inquinanti. Gli inquinanti primari Vengono definiti primari gli inquinanti direttamente emessi dalle sorgenti. I principali inquinanti primari sono emessi dai processi di combustione di qualunque natura, ovvero gli idrocarburi incombusti, il monossido di carbonio, gli ossidi di azoto (principalmente NO), il diossido di zolfo, il particolato ed i COV(Composti Organici Volatili). I COV, alcuni dei quali cancerogeni, rivestono un ruolo di fondamentale importanza nelle reazioni di smog fotochimico. Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] 2 Gli inquinanti secondari Vengono definiti tali le specie che si formano a seguito di trasformazioni chimico-fisiche degli inquinanti primari. Fra i processi di formazione degli inquinanti secondari, particolare importanza è assunta dalla serie di reazioni che avvengono fra gli ossidi di azoto e gli idrocarburi in presenza di luce solare. Questa catena di reazioni porta all’ossidazione di NO a NO2, alla produzione di O3, formaldeide, HNO3, nitrati e nitroderivati in fase particellare. L’insieme degli inquinanti secondari così prodotti viene definita smog fotochimico e rappresenta una delle forme di inquinamento più dannose per l’ecosistema. L’uso del termine smog, derivante dall’unione di smoke (fumo) e fog (nebbia), è dovuto alla forte riduzione della visibilità che si determina nel corso degli episodi di inquinamento fotochimico. In questi casi si assiste alla formazione di un grande numero di particelle di notevoli dimensioni, che contribuiscono alla diffusione e all’assorbimento della radiazione solare. Per innescare questo processo è necessaria la presenza di luce solare, ossidi di azoto e composti organici volatili. Le città poste in aree geografiche caratterizzate da radiazione solare intensa e temperature elevate (es. aree mediterranee) sono i candidati ideali per gli episodi di inquinamento fotochimico, poiché gli ossidi di azoto ed i COV sono fra i componenti principali delle emissioni nelle aree urbane. Gli effetti dell’inquinamento atmosferico I fumi e le polveri prodotti dalle attività agricole ed industriali, agendo da nuclei di condensazione per il vapore acqueo, favoriscono la formazione di nebbie, foschie e precipitazioni. Tutto ciò causa l’aumento della torbidità atmosferica e la riduzione della visibilità, soprattutto nelle aree altamente industrializzate. L’immissione in atmosfera di gas acidi, quali SO2 e NO2, provoca la diminuzione del pH delle precipitazioni, che possono avvenire per via umida o secca. Gli effetti principali sono: solfatazione dei carbonati di edifici e monumenti; dissoluzione del terreno, con conseguente perdita di sali nutritivi; morie di pesci per shock acido; riduzione della fotosintesi nella vegetazione. Ma sono l’effetto serra e la riduzione dello strato di ozono a preoccupare di più, poiché i danni da essi provocati si ripercuotono sull’intero Pianeta. L’effetto serra è provocato dall’aumento del tenore di CO2 nella troposfera, in conseguenza dell’incremento del consumo di combustibili fossili e del disboscamento, attuato per disporre di nuovi spazi agricoli. Nell’arco di poco più di un secolo la sua concentrazione è aumentata da 285 ppm a 350 ppm. La terra emette, come un corpo nero, a circa 300 K. Tale emissione cade nell’IR, cioè nella regione spettrale in cui cade anche l’assorbimento di CO2. Il calore che la terra rilascerebbe quindi nello spazio è trattenuto dal diossido di carbonio, che a sua volta lo riemette a λ maggiore verso la terra, provocandone il riscaldamento. Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] 3 Per quanto concerne la riduzione della fascia di ozono sull’Antartide si sono avanzate diverse ipotesi. Quella più accreditata considera come causa principale l’azione di sostanze chimiche come i CFC (clorofluorocarburi), che accelerebbero i cicli di distruzione dell’ozono nella stratosfera. Queste molecole sono inerti nella troposfera ed essendo molto leggere giungono nella stratosfera, dove invece reagiscono con l’ozono, contribuendo alla sua distruzione. Per questo motivo i CFC, utilizzanti come propellenti nelle bombolette spray e come refrigeranti, sono stati messi al bando con il trattato di Montreal del 1987. I PRNCIPALI INQUINANTI Ossidi di azoto (NO, NO2) Gli ossidi di azoto (NO, N2O, NO2 ed altri) sono generati in tutti i processi di combustione in cui venga impiegata l’aria come comburente, qualsiasi sia il tipo di combustibile utilizzato. L’ossido di azoto (NO) è un gas incolore, insapore ed inodore. E’ prodotto soprattutto nel corso dei processi di combustione ad alta temperatura assieme al biossido di azoto, viene poi ossidato in atmosfera dall’ossigeno e più rapidamente dall’ozono producendo biossido di azoto. Il biossido di azoto (NO2) è un gas tossico di colore giallo-rosso, dall’odore forte e pungente e con grande potere irritante; è un energico ossidante, molto reattivo e quindi altamente corrosivo. L’ NO2 svolge un ruolo fondamentale nella formazione dello smog fotochimico in quanto innesca, in presenza di COV e irraggiamento solare, la formazione di ozono ed altri inquinanti secondari. La principale fonte antropogenica di ossido di azoto è data dalle combustioni ad alta temperatura, come quelle che avvengono nei motori degli autoveicoli: l’elevata temperatura che si origina durante lo scoppio provoca la reazione fra l’azoto dell’aria e l’ossigeno formando monossido di azoto. Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] 4 Quando i fumi vengono mescolati con aria allo scarico si forma una significativa quantità di biossido di azoto per ossidazione del monossido ad opera dell’ossigeno. In generale le emissioni di ossidi di azoto, in particolare per l’NO2, è maggiore quando il motore funziona ad elevato numero di giri (arterie urbane a scorrimento veloce, autostrade, ecc.). Essendo un gas molto irritante il biossido di azoto può provocare patologie a carico dell’apparato respiratorio (bronchiti,allergie,etc) ed agisce inoltre sull’emoglobina ossidandone il ferro contenuto in essa perdendo così la capacità di trasportare ossigeno. Gli ossidi di azoto contribuiscono inoltre alla formazione di piogge acide e favoriscono l’accumulo di nitrati sul suolo che possono provocare alterazioni di equilibri ecologiciambientali. Ozono (O3) E’ un gas tossico di colore bluastro, di odore pungente, dotato di un elevato potere ossidante. E’ presente nella stratosfera (la fascia dell’atmosfera che va dai 10 ai 50 Km di altezza) dove viene prodotto dall’ossigeno molecolare per azione dei raggi ultravioletti solari. In stratosfera costituisce una fascia protettiva nei confronti delle radiazioni UV generate dal sole. Quando questo inquinante è presente nelle immediate vicinanze della superficie terrestre è un responsabile della formazione di smog fotochimico, che si verifica soprattutto nei mesi estivi quando l’irraggiamento solare è più intenso e la temperatura è più elevata. L’ozono si forma attraverso reazioni fotochimiche che coinvolgono gli ossidi di azoto e i COV. Basse concentrazioni di ozono possono provocare irritazioni alla gola, all’apparato respiratorio e agli occhi, a livelli più elevati possono verificarsi alterazioni alle funzioni dell’apparato respiratorio e attacchi di asma . Gli effetti principali sulla salute dell’uomo sono irritazione della gola e bruciore degli occhi, che si manifestano già a concentrazioni basse, soprattutto sui soggetti aventi problemi d’asma. Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] 5 Per quanto riguarda la vegetazione, l’effetto ossidante della molecola si esplica nell’inibizione della fotosintesi e del trasporto delle sostanze nutrienti dalle radici alle foglie e nell’accelerazione dell’invecchiamento. L’ozono provoca inoltre danni ai materiali ed ai monumenti, causando un depauperamento del patrimonio artistico e culturale, nonché ingenti perdite economiche. Tra gli effetti dell’ozono troposferico sull’ecosistema si deve annoverare il suo contributo all’effetto serra, dovuto alla capacità di assorbire nell’infrarosso, con un effetto pari a 2000 volte quello di una molecola di CO2. Monossido di carbonio (CO) Il carbonio, che costituisce lo 0.08% della crosta terrestre, è in grado di legarsi chimicamente con l’ossigeno formando il monossido di carbonio (CO) ed il biossido di carbonio (CO2). L’ossido di carbonio (CO) o monossido di carbonio è l’inquinante gassoso più abbondante in atmosfera ed è infatti l’unico per i quale le unità di misura sono espresse in mg al m3. Il CO è un gas incolore, inodore, infiammabile, e molto tossico, in quanto si fissa nell’emoglobina del sangue, bloccando il trasporto dell’ossigeno nelle varie parti del corpo colpendo così il sistema nervoso centrale ed il sistema cardio-vascolare. Si forma durante le combustioni delle sostanze organiche, quando sono incomplete per difetto di aria (cioè per mancanza di ossigeno). Le emissioni naturali e quelle antropogeniche sono oramai dello stesso ordine di grandezza, e questo fa chiaramente comprendere quale sia il trend inquinante che si è instaurato nel corso dell’ultimo secolo. Il monossido di carbonio è estremamente diffuso soprattutto nelle aree urbane a causa dell’inquinamento prodotto dagli scarichi degli autoveicoli, soprattutto a benzina. Le concentrazioni più elevate nei gas di scarico si riscontrano quando il motore funziona al minimo, condizioni tipiche di traffico urbano intenso e rallentato. Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] 6 Le principali emissioni naturali sono dovute agli incendi delle foreste, alle eruzioni dei vulcani, alle emissioni da oceani e paludi e all’ossidazione del metano e degli idrocarburi in genere messi naturalmente in atmosfera. Materiale Particolato (PMx) Il materiale particolato è formato da tutto il materiale non gassoso che è presente in sospensione nell’aria. La natura delle particelle è molto varia: polveri sospese, materiale organico disperso dai vegetali (pollini), dall’erosione del suolo e dei manufatti, lavorazioni industriali, dall’usura di asfalto, pneumatici, freni, frizioni, dalle emissioni di scarico degli autoveicoli, in particolare quelli dotati di ciclo diesel. Il traffico veicolare urbano contribuisce in maniera considerevole all’inquinamento da particolato e sospeso e costituisce inoltre il principale veicolo di trasporto e diffusione di altre sostanze nocive. Il rischio sanitario legato alle particelle sospese dipende, oltre che dalla loro concentrazione, dalla loro dimensione: particelle con diametro superiore a 10 µn → si fermano nelle prime vie respiratorie particelle con diametro compreso tra i 5 e i 10 µn → raggiungono la trachea ed i bronchi particelle con diametro inferiore ai 5 µn → possono raggiungere gli alveoli polmonari gli studi epidemiologici dimostrano una correlazione tra le polveri sospese e la manifestazione di malattie croniche delle vie respiratorie, in particolare asma, bronchiti ed enfisemi. Non bisogna inoltre dimenticare gli effetti indiretti, in quanto il particolato agisce da veicolo di adsorbimento di sostanze ad elevata tossicità, quali ad esempio gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e i metalli. Per queste ragioni il D.M. 25/11/94 ha affiancato alla tradizionale misura del particolato totale sospeso quella del PM10 (frazione inalabile), cioè della frazione con diametro aerodinamico inferiore a 10 µn e con il D.M. 60 del 2/4/02 ha previsto limiti esclusivamente per la frazione PM10. Inoltre, con il D.M. 60 del 2/4/02 viene indicata la misurazione della frazione di Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] 7 polveri con diametro aerodinamico inferiore a 2.5 µn, per il quale però non sono ancora previsti limiti normativi. Benzene Il Benzene è un idrocarburo aromatico incolore, liquido, volatile ed infiammabile. In aria è presente ovunque, derivando dai processi di combustione sia naturali (incendi boschivi, emissioni vulcaniche) che artificiali (provenienti sopratutto dalle emissioni industriali e gas di scarico dei veicoli a motore alimentati a benzina) nonché dalla combustione della materia organica (come il fumo di tabacco). I carburanti per autotrazione contengono anche altri idrocarburi aromatici come il toluene e parecchi isomeri meta, orto e para dello xilene. La normativa italiana fissa, a partire dal 1 luglio 1998, il tenore massimo di benzene nelle benzine all’1%. Il benzene viene inoltre impiegato come additivo in vernici, lacche, coloranti, tinture, linoleum e come solvente per resine, oli e cere. La maggior fonte di esposizione per la popolazione deriva dai gas di scarico degli autoveicoli alimentati a benzina (70% del totale delle emissioni di tale inquinante), ma non deve essere sottovalutata l’esposizione “indoor”, poiché il benzene tende ad accumularsi nei luoghi chiusi, dove l’aria ristagna di più che all’aperto ed impregna tessuti e materiali porosi. Il Benzene è una sostanza cancerogena per l’uomo. E’ stata classificata: • dalla UE come cancerogena di categoria 1 (R45); • dalla I.A.R.C. (International Agency for Research on Cancer) nel gruppo 1 (cancerogene accertate per l’uomo); • dalla A.C.G.I.H (American Conference of Governamental Industrial Hygienist) in classe A1 (cancerogeno accertato per l’uomo). Dall’esposizione ad elevate concentrazioni si riscontrano danni acuti al midollo osseo, mentre un’esposizione cronica può causare la leucemia. Studi di mutagenesi evidenziano inoltre che il benzene agisce sul bagaglio genetico delle cellule. Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] 8 IPA (idrocarburi policiclici aromatici) Gli IPA costituiscono un numeroso gruppo di composti organici formati da uno o più anelli benzenici. Si tratta di sostanze solide a temperatura ambiente, sostanze scarsamente solubili in acqua, degradabili in presenza di radiazione ultravioletta, sono contenuti nel carbone e nei prodotti petroliferi, ad esempio gasolio e olii combustibili. Vengono emessi in atmosfera come residui di combustioni incomplete in alcune attività industriali e nelle caldaie Gli IPA sono inoltre presenti nelle emissioni degli autoveicoli sia diesel che benzina. Negli autoveicoli a benzina l’utilizzo di marmitte catalitiche riduce l’emissione di IPA nell’ordine dell’80-90% (European Commission Ambient air pollution by PAH). A livello di ambienti confinati il fumo di sigaretta e le combustioni domestiche prive di ventilazione possono costituire un’ulteriore fonte di inquinamento da IPA. L’emissione di IPA nell’ambiente risulta molto variabile a seconda del tipo di sorgente, del tipo di combustibile e della qualità di combustione. La parziale sostituzione del carbone e degli oli combustibili con il gas naturale ai fini della produzione di energia ha costituito un indubbio beneficio in termini di emissioni di IPA. Si rileva però che si sta parallelamente diffondendo la combustione di biomasse per il riscaldamento domestico. Se da un lato questa tendenza è favorevole in quanto non incide sul bilancio dei gas serra, va tenuto sotto controllo per quanto riguarda le emissioni di IPA, NOx e polveri. Le emissioni di tali sostanze da un impianto a biomassa sono infatti da 5 a 10 volte superiori rispetto ad un impianto alimentato con combustibile liquido (kerosene, gasolio da riscaldamento, ecc.). La diffusione di tali combustibili non deve dunque contrastare con gli obiettivi di risanamento della qualità dell’aria! La maggior concentrazione di IPA si trova nelle aree urbane attraversate da traffico veicolare intenso, sono adsorbiti e trasportati da particelle carboniose (fuliggine) emesse dalle stesse fonti che li hanno originati, soprattutto nella frazione < 2.5 um. Gli IPA sono tra i composti organici volatili più pericolosi per la salute dell’uomo, il loro assorbimento può avvenire per inalazione di polveri, aerosol o vapori, essendo presenti come sostanze adsorbite sul particolato (per IPA con 5 o più anelli), per ingestioni di alimenti contaminati o attraverso la cute. In particolare il benzo(a)pirene è stato scelto anche a livello normativo come indicatore di esposizione per l’intera classe degli IPA poiché è disponibile una vasta letteratura scientifica ed è stato classificato dalla IARC come cancerogeno accertato per l’uomo. Il valore obiettivo da raggiungere secondo il 2004/107/CE è pari a 1 ng/m3 su media annuale. METALLI Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] 9 I metalli pesanti costituiscono una classe di sostanze inquinanti diffusi in tutte le matrici ambientali (aria, acqua e suolo) e derivanti da fenomeni naturali di erosione e da attività antropiche. Veicolati dal particolato atmosferico,i metalli provengono dalle sorgenti descritte nella tabella seguente, in cui si riportano anche i principali effetti sull’organismo ed i valori obiettivo: METALLO ORIGINE Cadmio Industrie minerarie siderurgiche Cromo Industrie minerarie e siderurgiche, Materiali cementizi Industrie minerarie e siderurgiche Arsenico e Rame Combustione, Materiali cementizi nichel combustione Cobalto Materiali cementizi Zinco Materiali cementizi piombo Batterie, benzina EFFETTI SULL’UOMO VALORE OBIETTIVO entro il 31/12/2012 Enfisema polmonare. I suoi composti sono classificati come cancerogeni dalla IARC Dermatiti da contatto, cancro polmonare 5 ng/m3 fortemente tossico e risulta letale se assunto in dosi maggiori di 200 mg. L'avvelenamento può avvenire per ingestione o inalazione di polveri o gas che lo contengono. Alterazione della sintesi dell’emoglobina e del tessuto connettivo osseo , promozione di epatite, cirrosi, danni renali Dermatiti da contatto, cancro polmonare. I suoi composti sono classificati come cancerogeni dalla IARC Gozzo da ipotiroidismo, alterazioni fibre muscolari cardiache e disturbi neurologici Disturbi del sistema nervoso centrale, anemia, febbre,pancreatite Anemia emolitica e danni neurologici 6 ng/m3 / / 20 ng/m3 / / 1 ug/m3 Cadmio Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] 10 E’ un metallo di transizione tossico e raro, tenero di colore bianco-argenteo con riflessi azzurri. L’immissione naturale del cadmio nella biosfera deriva da attività vulcanica, incendi boschivi etc.. Circa l’85-90% delle emissioni di cadmio nell’aria deriva però da fonti antropogeniche, principalmente dalla fusione e dal raffinamento dei metalli non ferrosi, dalla combustione di combustibili fossili e dall’incenerimento di rifiuti urbani. Inoltre, l’impiego in campo agricolo di fertilizzanti fosfatici e pesticidi, contenenti il cadmio come impurità e l’incremento di batterie ricaricabili al Nichel-Cadmio hanno dato luogo ad un notevole incremento di questo elemento nell’ambiente. Nichel E’ un metallo bianco-argenteo, duro, malleabile e duttile. E’ un metallo poco presente sulla crosta terrestre (0.008%), contrariamente al nucleo, dove è un componente principale. Viene utilizzato nell’industria dell’acciaio e delle leghe, soprattutto per i componenti elettrici. Il 90% di nichel immesso in atmosfera deriva da da fumi sviluppatisi nei processi di fusione, incenerimento di rifiuti e dal fumo di sigaretta. Non è tossico per le piante che possono accumularne quantità elevate, il nichel è considerato un oligoelemento essenziale per la crescita di alcuni mammiferi. Nell’uomo il solo composto conosciuto in grado di causare effetti nocivi è il Nichel carbonile, per il quale vi sono sospetti sulla sua responsabilità al cancro polmonare. Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] 11 Piombo E’ un metallo molto tenero, denso, duttile e malleabile, di colore bianco-azzurro appena tagliato e grigio scuro se esposto all’aria, possiede anche una bassa conducibilità elettrica. Il Piombo risulta essere il metallo più tossico presente nell’aria ambiente, fonte principale è la combustione delle benzine da autotrazione, dove quest’ultimo è presente negli additivi antidetonanti, ma notevole è l’apporto dovuto alle fonderie e alla combustione del carbone. Fonti secondarie sono la produzione di cavi e accumulatori. La presenza del piombo nell’aria è diminuita però negli ultimi 15 anni grazie all’eliminazione del piombo dalle benzine e all’adozione di sistemi di raccolta e riciclaggio delle batterie per auto. Numerosi studi riportano che la contaminazione da Piombo dovuta al traffico veicolare segue una duplice funzione a partire dalla strada: un primo esponente è il particellato grossolano che si deposita entro 5 metri dal margine stradale ed un secondo esponente sono le particelle più piccole che si depositano entro un raggio di 150 metri. Arsenico Dal punto di vista chimico, l'arsenico manifesta proprietà intermedie fra i metalli e i non metalli. In natura si ritrova allo stato libero sotto forma di masse granulari grigio-biancastre, ed è un costituente di vari minerali. L'arsenico è usato in grandi quantità nell'industria vetraria per eliminare il colore verde causato alla presenza di impurezze di composti del ferro. Viene talvolta aggiunto al piombo per aumentare la durezza di quest'ultimo, ed è usato nella preparazione dei gas tossici militari (come la lewisite e l'adamsite). Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] 12 Fino alla scoperta della penicillina, l'arsenico era utilizzato in medicina, in particolare per il trattamento della sifilide; attualmente è stato sostituito dai sulfamidici e da altri medicinali. LA METEOROLOGIA La concentrazione degli inquinanti nell’atmosfera è determinata dal numero e dall’intensità delle sorgenti, dalla distanza da tali sorgenti, dalle trasformazioni chimico-fisiche a cui vengono sottoposti, ma soprattutto dalle condizioni meteorologiche locali (per i fenomeni di inquinamento a scala locale) e dalle condizioni meteorologiche locali e a grande scala (per i fenomeni di inquinamento a grande distanza dalle sorgenti). La meteorologia dell’atmosfera rappresenta molto spesso il parametro chiave per lo studio della genesi, dell’entità e dello sviluppo, sia nel tempo che nello spazio, di un evento di inquinamento atmosferico. Dato che i moti dell’aria interessano scale temporali che vanno dalla frazione del secondo alle decine di anni e scale spaziali che vanno dal centimetro alla lunghezza del cerchio massimo terrestre, i fenomeni in studio possono essere visti su diverse scale. La circolazione degli inquinanti su scala locale dipende dal tipo di sorgente, dalla topografia del sito, dall’intensità del vento, dai profili adiabatici di temperatura e dalle condizioni meteorologiche. L'inversione termica ad esempio è un particolare fenomeno atmosferico e meteorologico che impedisce la dispersione locale degli inquinanti provocando un ristagnamento degli stessi sulla superficie terrestre. Mentre, normalmente, all'aumentare della quota altimetrica la temperatura dell'aria diminuisce, perché, al contatto con il suolo l'aria si riscalda e tende a diminuire il suo peso specifico e ad alzarsi. Questo ha come risultato che - una volta riscaldata e salita di quota - l'aria è sottoposta a una pressione inferiore, essa pertanto si espande e si raffredda nuovamente. La temperatura del suolo e quella dell'aria sono dunque in ogni caso strettamente legate. Durante un'inversione termica accade il fenomeno opposto: salendo, l'aria si riscalda, invece di raffreddarsi. Ciò può accadere sia in quota che al suolo. L'inversione termica genera aria è fortemente stabile, quindi blocca ogni rimescolamento verticale. Le inversioni termiche al suolo sono più frequenti durante la stagione invernale durante i periodi di alta pressione e scarsa circolazione dell'aria. Durante le notti serene e con assenza di vento a causa della rapida perdita di calore degli strati prossimi al suolo si forma un cuscinetto di aria gelida a basse quote. Durante il giorno i raggi solari non riescono tuttavia a riscaldare il suolo sia per la loro ridotta inclinazione sia per la corta durata delle giornate, sia infine spesso a causa della neve che riflette la luce (fenomeno detto "albedo"), l'aria a contatto con il terreno si raffredda dunque molto rapidamente, raggiungendo temperature inferiori rispetto agli strati sovrastanti. La temperatura risulta quindi più bassa in pianura che in montagna. Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] 13 Il fenomeno può essere accompagnato dalla formazione di nebbia fitta e persistente o smog nello strato di aria fredda bloccato a basse quote. Anche la nuvolosità, il vento e le disomogeneità topografiche influenzano le caratteristiche dispersive dell’atmosfera. Le nuvole riducono sia il riscaldamento diurno che il raffreddamento notturno, mentre il vento, rimescolando l’atmosfera, tende a riportare i gradienti di temperatura al valore adiabatico. Le caratteristiche topografiche creano invece una disomogeneità orizzontale di temperatura. In città, ad esempio, si assiste ad una dispersione del calore dal centro alle campagne circostanti, generando la discesa di aria ricca di inquinanti in periferia. Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] 14 GLOSSARIO Aromatici (composti): Termine che fa riferimento al gruppo di idrocarburi e di loro derivati caratterizzati dalla presenza di uno o più anelli di atomi di carbonio. Sono presenti nel greggio e si formano in alcuni processi di raffinazione finalizzati alla produzione di componenti per benzina. La particolare attenzione rivolta negli ultimi anni agli idrocarburi aromatici deriva dalla evidenziata nocività dei loro vapori, specialmente del benzene, che ha portato alla limitazione dei contenuti massimi ammessi nelle benzine finite e all’adozione, a breve, di specifiche cautele operative nelle stazioni di servizio stradali. Atmosfera: La miscela di gas che avvolge la Terra. L’atmosfera può essere suddivisa in una serie di strati sovrapposti sulla base della sua composizione o dei moti, generalmente determinati dalla temperatura. La fascia più vicina alla Terra à la Troposfera che raggiunge un’altezza di circa 8 km nelle regioni polari e 15 km a livello dell’Equatore. La Stratosfera, che raggiunge un’altezza di circa 50 km sovrasta la troposfera. La Mesosfera si estende dai 50 agli 80-90 km di altezza. Sopra di essa è presente la Termosfera (che comprende la Ionosfera). Al di sopra dei 400 km di altezza si estende la Esosfera che gradualmente si dirada fino allo spazio esterno. Lo scambio di gas fra i vari strati atmosferici è relativamente ridotto. Benzene: Sostanza chimica costituita da 6 atomi di carbonio e 6 atomi di idrogeno, con struttura aromatica, dal caratteristico odore pungente; a temperatura ambiente volatilizza assai facilmente. Benzina: Carburante ottenuto dalla raffinazione del petrolio e costituito da numerosi composti idrocarburici presenti in proporzioni variabili a seconda del ciclo produttivo e del tipo di utilizzo. Benzina verde (benzina super senza piombo): Miscela di idrocarburi. Si presenta liquida alle normali condizioni ambientali di temperatura e pressione. È costituita da tagli di diverse lavorazioni di raffineria, senza l’aggiunta di additivi di piombo. Deve necessariamente essere usata dai veicoli equipaggiati con la marmitta catalitica. Combustibile: Un materiale o una sostanza che dà origine ad una reazione di combustione. Sulla base dello stato in cui si presentano a temperatura e pressione normale, i combustibili si distinguono in solidi, liquidi o gassosi. Vengono utilizzati per generare riscaldamento, luce, Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] - 15 - vapore o energia. Quelli utilizzati per alimentare i motori a combustione interna sono detti carburanti. Combustibile fossile: Sostanze combustibili di origine vegetale o animale (petrolio, carbone, gas naturale, oli pesanti); si sono originate nel corso di milioni di anni per l’esposizione ad elevati valori di pressione e calore all’interno della crosta terrestre. L’utilizzo di questi prodotti comporta la liberazione in atmosfera di anidride carbonica e spesso di idrocarburi incombusti, metano e monossido di carbonio, gas nocivi responsabili dell’effetto serra e delle piogge acide. Combustione: Ossidazione chimica accompagnata da generazione di energia. Degradazione dell’ozono: La distruzione chimica della fascia dell’ozono per azione di reazioni chimiche. Effetto serra: Fenomeno che si verifica quando l’irradiamento verso l’alto del calore che la terra riceve dal sole, è bloccato da uno strato di gas presenti nell’atmosfera, in modo simile a quanto avviene con la parete di una serra. Questo provoca l’aumento della temperatura del pianeta. L'inquinamento atmosferico e l’abbattimento delle foreste, sono tra le cause di questo fenomeno che ha indotto un aumento del 30% della anidride carbonica e dell’1% della temperatura. Conseguenti all’effetto serra sono alcuni cambiamenti climatici che si manifestano in alcune regioni con piogge ed uragani frequenti e con siccità in altre. Gas serra: Ogni gas che assorbe la radiazione infrarossa nell’atmosfera. Fra i gas serra vi sono il vapore acqueo, l’anidride carbonica, il metano, l’ossido nitroso, i fluorocarburi alogenati e l’ozono. Idrocarburi: Gli idrocarburi sono composti formati unicamente da aggregazione di atomi di Carbonio e Idrogeno. I combustibili fossili sono costituiti per lo più da idrocarburi. Alcuni di questi sono i maggiori inquinanti dell’aria. A seconda delle loro caratteristiche chimiche si distinguono in: saturi (tutti i legami sono semplici) e insaturi (contenenti doppi o tripli legami), lineari e ramificati, alifatici e aromatici (vedi voce). Impatto ambientale: L’insieme delle modifiche apportate all’ambiente da un processo, un’attività o un’opera dell’uomo. Comprende le emissioni gassose, i rifiuti solidi e i consumi di acqua, di energia e di materie prime. Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] - 16 - Indicatore ambientale: Parametro qualitativo o quantitativo capace di rappresentare una situazione ambientale complessa, cioè lo “stato” di uno spazio geografico costituito da componenti naturali, biotiche e abiotiche, e da componenti antropiche (attività residenziali e di consumo, attività economiche, testimonianze storiche e culturali ecc.). L’indicatore ambientale è necessariamente costituito dalla sintesi di diversi indicatori settoriali quali indicatori ecologici, socio-economici, urbanistici, culturali. Inquinamento atmosferico: Ogni variazione della normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica, dovuta alla presenza nella stessa di uno o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da alterare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell’aria, da costituire pericolo ovvero pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell’uomo, da compromettere le attività ricreative e gli altri usi legittimi dell’ambiente, da alterare le risorse biologiche e gli ecosistemi ed i beni materiali pubblici e privati. Inquinante: Qualsiasi sostanza immessa direttamente o indirettamente dall’uomo nell’aria ambiente, che può avere effetti dannosi sulla salute umana o sull’ambiente nel suo complesso. Monitoraggio ambientale: Controllo svolto attraverso la rilevazione e misurazione nel tempo di determinati parametri bio-fisici che caratterizzano l’ambiente. NOx Ossidi di azoto : Un gruppo di gas che causano le piogge acide e altri problemi ambientali come lo smog. L’utilizzo di combustibili fossili, come il carbone e la benzina rilascia gli NOx nell’atmosfera. Ossidazione: La trasformazione chimica di una sostanza combinandola con l’ossigeno. Ossidi: Composti formati da due elementi dei quali uno è sempre lvossigeno. Alcuni ossidi sono le principali sostanze inquinanti dellvatmosfera. Ozono: Gas formato da tre atomi di ossigeno (O3) presente in concentrazioni rilevanti negli strati alti dell’atmosfera terrestre (da 15 a 60 km di altezza) dove costituisce una fascia protettiva nei confronti della radiazione ultravioletta del sole. Negli strati bassi (troposfera) in determinate concentrazioni può costituire un fattore inquinante per l’ambiente e la salute umana. Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] - 17 - Pioggia acida : Il risultato della contaminazione da biossido di zolfo e da ossidi di azoto dell’acqua atmosferica, in forma di pioggia, nebbia, neve, ecc. Precursori dell’ozono: Composti chimici, come il monossido di carbonio, il metano, composti organici volatili e ossidi di azoto, che in presenza della radiazione solare reagiscono con altri composti chimici per formare ozono, per lo più nella troposfera. Smog (termine derivato dall’unione di smoke=fumo e fog=nebbia): Nebbia mista a fumo che ristagna sulle grandi città. Lo smog propriamente detto è lo Smog Invernale causato da elevate concentrazioni di particolato e anidride solforosa, in presenza di alta umidità (>80%) e temperature da -3° a 5°C. Il termine smog fa comunque riferimento anche allo Smog Fotochimico causato da elevate concentrazioni di ozono e di ossidanti fotochimici, in condizioni di temperatura sui 25-35°C, bassa umidità e velocità del vento inferiore a 2 m/s. Le emissioni di ossidi di azoto e di composti organici volatili dovute ai gas di scarico automobilistico sono la principale causa di formazione dei precursori dello smog fotochimico, degli ossidanti fotochimici e dell’ozono. Soglia di allarme: Livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunto il quale si deve immediatamente intervenire (a norma del D.L. 4-081999 n. 351). Arpa Piemonte Codice Fiscale – Partita IVA 07176380017 SC 08 Dipartimento provinciale della Provincia di Asti SS 08.02– Attività istituzionali di produzione Piazza Alfieri, 33 – 14100 Asti – Tel. 0141390011 – fax 0141390031 - E-mail: [email protected] - 18 -