PRO NATURA NOVARA ONLUS GRUPPO MALACOLOGICO NOVARESE Gianfranco Vischi ([email protected]) n. 22 dicembre 2014 Il genere AUSTROHARPA A cura di Paolo Cesana Alla famiglia HARPIDAE, a cui appartiene il genere Harpa, con le sue inconfondibili conchiglie apprezzate dai collezionisti di malacologia e che comprende una quindicina di specie e alcune forme, vi si annovera un piccolo gruppo predatore di appena 5 rare specie, il genere: Austroharpa, di solito di grandezze più piccole del più numeroso genere Harpa, con apertura ampia, e anch'esse senza opercolo e con la caratteristica costolatura verticale che contraddistingue la famiglia. Sono molluschi tropicali, che vivono lungo i litorali australiani e dal colore del nicchio più tenue e delicato che il genere Harpa. Veniamo ora a una rapida descrizione delle specie, in ordine alfabetico. Austroharpa exquisita (Iredale- 1931) vive nei mari a ovest dell'Australia, Queensland e Tasmania, la sua conchiglia ha un delicato colore bruno-roseo o bianco e una grandezza che oscilla circa tra i 20 e i 50 mm. Austroharpa learorum (Hart & Limpus- 1998) vive nel sud dell'Australia, nicchio con costolature abbastanza spesse, il suo colore è bianco a volte con qualche maculazione sfumata di nocciola, è di dimensioni modeste, intorno ai 25 mm. Austroharpa loisae (Rehder- 1973) ha conchiglia bianco panna o bruno-rosaceo, west Australia, apertura larga (come tutte le specie della famiglia) è anch'essa ovest australiana, di misura intorno ai 35 mm. Austroharpa punctata (Verco- 1896) dalle forme, costolature e colorazione armoniose e delicate, sul roseo con piccolissimi puntini bruni, vive a sud dell'Australia, anche questa bella conchiglia ha dimensioni abbastanza modeste, attorno ai 20 - 40 mm. E infine, sempre in ordine alfabetico, Austroharpa wilsoni (Rehder- 1973) con nicchio bianco-roseo o panna di piccole dimensioni sui 25 - 35 mm. west Australia. Allegate si possono ammirare foto di queste graziose, rare e delicate conchiglie. 1 Austroharpa exquisita Austroharpa learorum Austroharpa loisae Austroharpa loisae Austroharpa punctata Austroharpa punctata 2 Austroharpa punctata Austroharpa wilsoni Austroharpa wilsoni Austroharpa fossile NAUTILUS Nautilus è un genere di molluschi cefalopodi tetrabranchiati, considerato estinto in seguito ai ritrovamenti fossili risalenti al Paleozoico, che è stato osservato per la prima volta in vita solamente nel 1829, pertanto è classificato come fossile vivente, per quanto la sua conchiglia, proveniente dai commerci con le Indie orientali, fosse ben nota ed usata in oreficeria già nel secolo XVII. 3 4 I Nautilus sono diffusi in mare aperto, dalla superficie ad una profondità di 500 metri, principalmente nell'Oceano Pacifico occidentale (soprattutto dalle Isole Figi alla Nuova Guinea) e nell'Oceano Indiano. Il nautilus si presenta come una grossa conchiglia (anche oltre i 20 cm di diametro) con l'apertura rivolta verso l'alto in cui vive un corpo molle con una grossa testa composta da occhi grandi, un rugoso mantello posto a protezione di metà capo e carnosi tentacoli intorno ad un becco simile a quello di un pappagallo, con cui l'animale rompe le corazze dei crostacei di cui si nutre. I tentacoli sono molto numerosi, e organizzati in diversi ordini o anelli concentrici attorno alla bocca dell'animale; la gran parte di questi tentacoli è fissata alla base ad una sorta di "fodero" da cui il nautilus può estenderli o ritrarli a piacimento. A differenza di quelli di seppie, calamari e polpi, i tentacoli del nautilus non hanno ventose, ma la loro superficie ruvida e irregolare permette comunque una presa molto salda su qualunque oggetto solido. La conchiglia ha una superficie liscia e bianca con screziature rosso arancio, è sottile e liscia, avvolta dorsalmente su uno stesso piano (avvolgimento esogastrico), il che tuttavia non implica una torsione dei visceri come nei gasteropodi. 5 Il nicchio è concamerato, presenta cioè un canale che collega i vari compartimenti e permette al gas azotato ivi contenuto di passare attraverso i setti trasversali che delimitano le camere, favorendo il galleggiamento dell'animale, nella sua tipica posizione verticale, tramite opportune regolazioni di pressione. I setti, inoltre, sostengono strutturalmente la conchiglia quando l'animale si immerge a grandi profondità ed è sottoposto a pressioni notevoli. Il nautilus, intervenendo sulle varie percentuali di liquido e gas nei vari setti, effettua una grande escursione batimetrica (di profondità) tra il giorno (dove si sposta a profondità di 500 metri) e la notte (dove si avvicina alla superficie dell'oceano). All'interno del nicchio sono presenti circa 34-36 zone divise da pareti di madreperla, chiamate setti, che aumentano di numero con l'aumentare dell'età: sono le camere che il corpo dell'animale occupa a mano a mano che aumenta di dimensione. Solo l'ultimo e più esterno dei setti è occupato costantemente dalle parti molli dell'organismo, dotato di circa 90 tentacoli privi di ventose, di un becco corneo, una radula ed un imbuto ottenuto dalla modificazione del tubo. La deambulazione è libera: il nautilus si sposta espellendo con forza l’acqua dai sifoni del mantello, con una modalità però differente da quella degli altri cefalopodi; difatti in seppie e polpi il sifone è solo un tubo carnoso, e la spinta necessaria per espellere l'acqua attraverso di esso è fornita dalla contrazione di tutto il mantello, che è fortemente muscolare. Al contrario, nel Nautilus il mantello è molto ridotto e senza muscoli, e la propulsione necessaria viene fornita dalla rapida contrazione del sifone, che nel nautilus è dotato di potenti muscoli. L'emissione del getto d'acqua provoca una spinta da cui deriva il movimento retrogrado (a "marcia indietro") dell'animale, che permette anche rapidi cambiamenti di direzione. Proprio all'interno del sifone sono posizionate le branchie, che sono così sempre ben ossigenate dalla continua corrente d'acqua che scorre nel sifone stesso. Un'altra differenza tra il nautilus e gli altri molluschi cefalopodi è la sacca dell'inchiostro. A causa delle suddette differenze nell'anatomia del mantello, il nautilus non possiede una sacca dell'inchiostro, che non potrebbe comunque utilizzare. 6 Della famiglia dei Nautilidae sopravvivono oggi solo 5 specie, tra cui N. pompilius, la più conosciuta e diffusa. • • • • • Nautilus belauensis Nautilus macromphalus Nautilus pompilius Nautilus repertus Nautilus stenomphalus Conchiglia di Allonautilus scrobiculatus (al centro) confrontata con due conchiglie appartenenti a specie del genere Nautilus (a sinistra N. macromphalus; a destra N. Pompilius). 7 8 In Italia i pochi esemplari in cattività si trovano presso l'Acquario Nautilus del Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige e presso l'Acquario del Parco le Navi di Cattolica (Rn). Si tratta di un essere molto delicato: per mantenerlo è stata realizzata una vasca speciale di circa 1000 litri di volume, dove la temperatura viene mantenuta costantemente a 18-20°C. L'acquario è illuminato con una tenue luce blu, perché il Nautilus non è abituato ai colori aggressivi. 9 10 La sua bellissima conchiglia gli ha però creato anche qualche problema, dato che i pescatori fino a qualche secolo fa le raccoglievano per farle lavorare agli argentieri e trasformale in coppe e lucerne. Inoltre il Nautilus fa delle uova grandissime, poche ma enormi. Quasi quanto un uovo di piccione. E quando si schiudono escono fuori dei piccoli Nautilus, vere miniature dei genitori". Fonte: Vikipedia e altro MALACOLOGI PER PASSIONE Vi presentiamo due nostri amici collezionisti: Fabio Porfiri (sulla destra) che è noto nel mondo malacologico da numerosi anni. Come un po' tutti noi si è dedicato al collezionismo malacologico fin da bambino per poi continuare. Adesso si diletta a collezionare cypraee e pezzi rari di altre famiglie. Vive a Roma. Emanulele Rossi (a destra) è suo nipote che è entrato nel mondo malacologico solo da qualche anno instradato dallo zio ma che oggi è un vero esperto della famiglia dei conidae. Auspichiamo una collaborazione da parte loro per il nostro bollettino. 11 VALVERDE, DOVE LA COLLINA INCONTRA IL MARE Valverde pur essendo in collina ai piedi dell’Etna, a circa 300 metri sul livello del mare, ha sempre avuto una grande relazione con l’immensa distesa blu marina. Si narra che i pescatori di Acitrezza che salavano le acciughe nel mese di maggio, dopo 90 giorni iniziavano a venderle, proprio in occasione della ricorrenza della festa della Madonna di Valverde, l’ultima domenica di agosto. La tradizione è stata ripresa dalla Pro Loco valverdese che si è fatta promotrice della “Sagra della acciuga”, che viene svolta ogni anno. Ma la grande relazione Valverde-mare si appalesa con il magnifico “Museo delle conchiglie Franco Marescotti”, ubicato presso locali di villa Cosentino, che mette in esposizione diverse specie di conchiglie, tra le più belle che la natura ha creato nel corso dell’evoluzione, provenienti da tutto il mondo, con varietà di forme e di colori degli esemplari esposti, che stimola la curiosità della gente. Tra le varie descrizioni presenti nel museo, citiamo: le conchiglie, di varie forme e dimensioni, portano spesso splendide ornamentazioni che le rendono uniche e riconoscibili. Anche le più semplici con superfici lisci o leggermente rugose presentano caratteri distintivi per ogni specie, utilizzati dagli studiosi per il riconosciuto tassonomico. In natura esistono diverse classi. I “gasteropodi” il cui corpo è tipicamente asimmetrico e la forma quasi sempre a chiocciola. Molti di questi, nel passato, venivano utilizzati dalle popolazioni mediterranee per ottenere la porpora, un colorante rosso naturale. I “bivalvi” presentano conchiglie molto varie, ma sempre caratterizzata da due valve. Molte delle specie conosciute vengono abitualmente utilizzate a scopo alimentare. Popolarmente vengono chiamati frutti di mare, i più comuni i mitili, le vongole e le ostriche. Inoltre vi troviamo i 12 monoplacofori, i solenogastri, i caudofoveati, i cefalopoli, gli scafopodi, e i poliplacofori. Le conchiglie, che rappresentano queste ultime tre classi, hanno un aspetto molto differente tra loro: si va dalla forma a scudo a otto placche dei poliplacofori, alla conchiglia a zanna di elefante degli scafopodi, alla grande varietà di soluzioni adottate dai cefalopodi. La raccolta di conchiglie del museo di proprietà del Comune di Valverde, proviene dalla collezione privata del professore Francesco Marescotti, studioso di architettura di rilievo internazionale. Nato a Pesaro nel 1908, morto a san Gregorio di Catania nel 1991, fu docente presso l’università di Firenze e Catania. Uomo di grande statura intellettuale, fu tra i primi ad affrontare in Italia i problemi sociali dell’architettura. “Democrazia è anche questione di metri quadrati” è l’espressione icastica che testimonia la sua sensibilità. Per il grande impegno nella ricerca di soluzioni architettoniche nell’insegnamento e nelle realizzazioni pratiche, oggi è considerato uno dei maestri dell’architettura italiana moderna e come uno dei più grossi cultori del movimento razionalistico. La collezione faceva parte dei bene essenziali del maestro e occupava ampi spazi della sua casa sangregorese. Le conchiglie erano la sua più grande passione, strettamente connessa all’altra coinvolgente passione verso il mare e verso qualsiasi altra testimonianza di vita marina. Il museo e gestito dalla Pro Loco, tutte le conchiglie sono state catalogate, ed illustrate dall’esperto Angelo Lo Bue. Il museo delle conchiglie a Valverde, oggi, ospita la più ricca collezione di esemplari del meridione d’Italia. Trattasi di un museo capace di raccontare la storia dell’uomo attraverso le conchiglie e ciò grazie al compianto collezionista Francesco Marescotti, al quale è stato intitolato il museo per aver trasmesso la passione per questi meravigliosi gioielli del mare. L’inaugurazione cadde a proposito del centesimo anniversario della sua nascita, 1908-2008. Gazzettinonline 21.9.2014 13 IL SEGRETO DEL BENESSERE? UNA CONCHIGLIA FILIPPINA Massaggi con conchiglie calde, un nuovo trattamento per dimenticare ansia e stress! LavaShells, il massaggio con le conchiglie Le vacanze e il relax sono ormai lontani ricordi che appartengono all'estate che se ne sta andando in questi giorni? La nostra mente pensa all’improvviso a quel lontano caldo abbraccio del sole, alle letture sonnacchiose sulla spiaggia e alle passeggiate con la musica nelle orecchie. Tutte queste favolose sensazioni possono ritornare semplicemente regalandovi un momento di relax all’insegna del “bellessere” con i massaggi LavaShells e GlacialShells di Bionike Resort, il primo resort di BioNike a Garbagnate Milanese. LavaShells è l’innovativo trattamento che arriva direttamente dall’Oriente, un massaggio delicato grazie all’utilizzo di grandi conchiglie originarie delle Filippine. I nicchi vengono puliti e trattati in modo naturale, senza l’utilizzo di composti chimici e diventano, in questo modo, lisci e “delicati al tatto”, pronti per accarezzare la pelle e infondere un armonioso benessere. Il segreto è racchiuso all’interno, nel cuore della conchiglia, dove viene inserito un composto, completamente naturale, che, formato da magnesio, ferro con l’aggiunta di una soluzione salina, crea una reazione esotermica sprigionando benefico calore. Bastano soli dieci minuti e la conchiglia è pronta per il massaggio e può mantenere il calore per oltre un'ora. Il GlacialShells è l’altro incredibile massaggio che, oltre ad eliminare fastidiose infiammazioni (il calore scioglie le contratture e rilassa il muscolo), è ottimo anche per chi segue un regime alimentare a basso contenuto calorico. La sua azione, infatti, permette di ridurre i grassi e rappresenta una soluzione alternativa per combattere l’antiestetica cellulite, l’incubo peggiore di tutte le donne. Il massaggio GlacialShells è indicato, inoltre, per il trattamento della pelle del viso rigenerandolo e restituendo alla cute la naturale luminosità. I massaggi GlacialShells e LavaShells assicurano momenti unici di benessere. Un’esperienza che coinvolge tutti i sensi e garantisce una sana pausa di relax fisico e mentale. Blasting News Salute 19.9.2014 INVASIONE DI ACCIUGHE SULLE COSTE DELLA CALIFORNIA, NESSUNO NE AVEVA MAI VISTE TANTE 16 luglio 2014 Maxi invasione di acciughe su alcune spiagge della California, turisti affascinati da questo strano fenomeno, nessuno ne aveva mai viste tante I bagnanti della spiaggia di La Jolla Shores, California, sono rimasti letteralmente estasiati dalla maxi invasione di acciughe che è stata fotografata sia qui che in altre spiagge della California, notoriamente famose per i colori chiari e cristallini. Il professor Dave Checkley dello Scripps Institution of 14 Oceanography dichiara che l’avvicinamento dei pesci, in prevalenza acciughe, così vicini alle spiagge, è un fenomeno estremamente raro. I branchi di acciughe si trovano a diversi chilometri dalla costa, al massimo si spingono a 1-2 chilometri dalle spiagge, ma in decine di anni non si era mai vista una tale concentrazione di acciughe a ridosso delle spiagge. Come mai milioni e milioni di acciughe si sono avvicinate così tanto alle coste della California? Forse per le temperature dell’Oceano Pacifico (in questo tratto) più basse del normale. Centinaia di turisti estasiati hanno potuto prendere pinne e maschera e giocare con gli sciami di acciughe, qui a lato potete vedere una foto di quanto accaduto. ECCEZIONALE INVASIONE DI ALGHE IN CINA, MARE COME UN TAPPETO VERDE: LE IMMAGINI STORICHE Popolazione in festa da una parte, governo preoccupato dall’altra: evento raro e mai di queste proporzioni, peggio del terribile 2008 con oltre 30.000 metri quadrati di mare invasi dalle alghe Le alghe nel 2013 hanno invaso una spiaggia nella città cinese di Qingdao. È la più grande crescita di alghe nella storia della Cina. Le acque al largo della costa della città di Qingdao, nella parte orientale del paese, hanno cambiato il loro colore per un’invasione incredibile di alghe che ha lasciato la spiaggia inaccessibile per turisti e gente del posto. Il fenomeno ha costretto il governo locale a ripulire le spiagge, tramite la rimozione di circa 20 tonnellate di materiale faunistico al giorno. Le alghe sono apparse vicine alla costa fino ad occupare quasi 30.000 metri quadrati di acqua e sabbia. L’ultima volta che questo fenomeno si è verificato è stato nel 2008, ma allora le alghe che coprono solo 13.000 metri quadrati di superficie. Piante marine che tuttavia non risultano tossiche e non provocano danni alla salute umana. Alcuni centri balneari approfittano di questo fenomeno in quanto di fatto diventa una vera e propria occasione turistica. 15 16 FORSE NON LO SAPEVATE MA NEL MONDO ESISTE UN’ISOLA FATTA QUASI INTERAMENTE DI CONCHIGLIE, UNA VERA MERAVIGLIA CHE POTRETE VISITARE SOLO RECANDOVI IN SENEGAL Si tratta dell’isola di Fadiouth, caratterizzata da un piccolo villaggio che si può raggiungere solo attraversando un ponte di 400 metri e che offre ai turisti un panorama davvero molto particolare: un’enorme distesa di conchiglie utilizzate per ogni cosa, anche per costruire gli edifici. L’isola ne è piena, tanto che se ne trovano anche a 5 chilometri di profondità, ma non solo. Come accennavamo anche le case sono fatte di conchiglie pressate con il fango, ma non finisce qui perché il cimitero, ebbene sì, è una delle maggiori attrazioni di questa isola e per un motivo davvero sorprendente. 17 Si tratta di un luogo unico al mondo perché costruito interamente di conchiglie e dove riposano in pace cristiani e musulmani. Piccoli e grandi arbusti spuntano qua e là tra le tombe e anche i sentieri sono ricoperti da conchiglie delineando un luogo veramente suggestivo. La tradizione vuole che gli abitanti di questo luogo abbiano raccolto le conchiglie per secoli usandone poi i gusci per edificare qualsiasi cosa. Questo piccolo villaggio di pescatori, all’estremità di Petite Côte è ora diventato meta di turismo per la sua innegabile originalità. 18 LIBRI E RIVISTE SCAPERROTTA, BARTOLINI e BOGI ACCRESCIMENTI – Volume VI Stadi di accrescimento dei molluschi marini del mediterraneo In questo VI volume sono illustrate oltre 124 specie arrivando quindi in totale a ben 756 trattate nei 6 atlanti pubblicati. Gli autori confermano l’intenzione di continuare anche se difficilmente si potrà mantenere il ritmo sostenuto fino ad ora di un volume all’anno. I nuovi accrescimenti da isolare sono sempre più difficili da trovare ma, grazie alle ricerche degli autori e dall’aiuto di amici e collezionisti il cammino intrapreso risulta ben tracciato. Ed: L’Informatore Piceno – 2014 Pag. 192 - € 65 19 GIANNUZZI-SAVELLI, PUSATERI, MICALI, NOFRONI. & BARTOLINI. ATLANTE DELLE CONCHIGLIE MARINE DEL MEDITERRANEO – Heterobranchia - Vol. V Testo in italiano con tarduzione completa in inglese. Pag. 210 - Ed. 2014 - € 80 Il volume è dedicato agli Heterobranchia che include le superfamiglie Architectonicoidea, Homalogyroidea, Pyramidelloidea, Murchisonelloidea, Rissoelloidea, e le restanti Valvatoidea Heterobranchia non ancora assegnate ad altre superfamiglia. In considerazione della variabilità di questi gasteropodi e della difficoltà a percepirne i caratteri diagnostici, anche se in possesso di buone fotografie, gli autori hanno deciso di allegare una appendice al volume in cui si riassumono le principali caratteristiche morfologiche di queste specie, per facilitarne l'identificazione. Il libro, oltre al testo, comprende 41 tavole a colori con circa 900 foto, che mostrano le 210 specie riconosciute che vivono nel Mediterraneo. GUILLÉN, A. G. POLYMITA - THE MOST BEAUTIFUL LAND SNAIL OF THE WORLD Ed. 2014 – Pag. 359 - € 158 Questo genere, che Lovell A. Reeve ha definito "forse la più variegata di tutte le conchiglie terrestri", comprende specie cosi belle specie che seducono la mente umana. Sia nel bene (come presente nella malacofauna cubano) che nel male (a causa della sua bellezza la specie è troppo commercializzata ed utilizzata spesso come souvenir). Adrián González ha tracciato la storia delle Polymita nel tempo, documentato il suo ambiente naturale attraverso splendide fotografie, e fornisce in questo libro un racconto approfondito delle sei specie riconosciute. Infine presenta una panoramica delle minacce da parte delle attività umane che hanno afflitto queste specie che alla fine può determinarne addirittura l’estinzione. Ma indica anche 20 chiaramente il modo in cui le attività di conservazione devono essere intraprese per salvare questi gioielli della biodiversità cubana. DOURSON, D. C. KENTUCKY'S LAND SNAILS AND THEIR ECOLOGICAL COMMUNITIES Ed. 2010 – Pag. 298 - € 48 Era dal 1962, quando John B. Burch pubblicò il suo classico lavoro sulle conchiglie terrestri del Kentucky. Da allora, molte nuove specie sono state descritte, le forme sono stati elevati a specie e ci sono stati una serie di revisioni tassonomiche. Tuttavia, le informazioni sono rimaste ambigue contrassegnate da un elevato numero di pubblicazioni non sempre concordanti tra loro. Questo è il primo libro del suo genere in più di 50 anni che copre il territorio del Kentucky e i suoi stati confinanti. Il volume è ampiamente illustrato con centinaia di fotografie a colori e disegni. Ci sono mappe di distribuzione della contea per ogni specie trattata. Una chiave pittorica facilita il riconoscimento; adatta sia al principiante sia al malacologo esperto. Il libro comprende anche informazioni interessanti su ambiente, ecologia, dieta e riproduzione, Ci sono poi valutazioni conclusive sui parassiti di questi gasteropodi, sui benefici complessivi e i danni che possono provocare sulla fauna selvatica e sugli esseri umani. EVENTI MALACOLOGICI Gli eventi malacologici 2015 che inizieranno nel mese di marzo a Bologna verranno segnalati nel prossimo numero del Bollettino. 21