Brugiafredo Elisa 3b – Il sonno e le sue patologie

ISTITUTO D’ ISTRUZIONE SUPERIORE SOLERI – BERTONI
LICEO DELLE SCIENZE UMANE - SALUZZO (CN)
BRUGIAFREDDO ELISA
III B
IL SOCIALE COME SCIENZA
DOCENTE REFERENTE: PROF. SSA Nadia Miretto
IL SONNO E LE SUE PATOLOGIE
BIBLIOGRAFIA: Maria Bruna Fagiani, Lineamenti di psicopatologia dell’ età evolutiva, Carocci
Nell’età evolutiva i disturbi del sonno dei bambini sono molto importanti e per tanto devono essere
studiati accuratamente e in modo scientifico. I disturbi del sonno molto spesso possono essere
legati a disturbi psichici più o meno gravi. In questo ambito gli studi sono molto aumentati negli
ultimi decenni e grazie all’EEG (elettroencefalografica) possiamo individuare le varie caratteristiche
del sonno e le similitudini e le diversità tra il sonno del bambino e quello dell’ adulto. Un esempio
notevole di queste differenze è l’avvicendarsi delle fasi sonno e di veglia che si modifica durante lo
sviluppo del bambino.
Le ricerche sul sonno hanno potuto individuare due fasi di quest’ ultimo.
La prima fase è quella detta del sonno REM (rapid Eye Mnvement) nel quale
l’elettroencefalografica del sonno è molto simile a quello della veglia e la persona ha molte
possibilità di svegliarsi. In questa fase sono presenti molti movimenti rapidi del corpo ma anche un
rilassamento muscolare che avviene però solo dai due anni in poi. Nel bambino di pochi mesi
invece i movimenti sono scarsi e molto lievi.
La seconda fase è quella denominata del sonno NREM, ovvero del sonno calmo. Il sonno NREM
può essere più o meno profondo. Durante il sonno di una persona si susseguono interrottamente
fasi NREM e REM; ed è proprio in quest’ ultima in cui nella nostra mente vengono elaborati i vari
sogni. Come già accennato prima le caratteristiche del sonno cambiano gradatamente durante
l’età evolutiva. Innanzitutto le fasi REM E NREM si alternano in modo diverso a seconda dell’età.
Nel neonato il sonno – veglia che di norma presenta un ciclo di 3 - 4 ore si sussegue in un periodo
di tempo pari alle 24 ore. Durante l’età dei sei mesi il sonno – veglia è di 4 - 6 ore. Crescendo nel
bambino la fase REM diventerà più breve rispetto a quella NREM. Circa a tre anni il sonno del
bambino è simile a quello dell’adulto. Il sonno NREM inizia nella prima parte della notte mentre
quello REM diventa più lungo e continuato nel mattino. Proprio per questo le persone ricordano
solo i sogni che vengono fatti al mattino. Bisogna però tener conto che solamente nell’adolescenza
la durata del ciclo del sonno – veglia diventa pari a quello dell’adulto. Quest’ ultimo si aggira
intorno a circa 90 - 120 minuti. Dagli studi è emerso che i disturbi del sonno sono dissonnie e
parassonnie.
Le dissonnie possono essere di tre tipi: a) insonnia, b) disturbi dell’addormentamento e c)
ipersonnia.
Nell’insonnia possiamo individuare principalmente due fasi. Durante quella dei due anni di vita
l’insonnia può essere a sua volta comune in cui il bambino non riesce a dormire per esempio per
via di un ambiente rumoroso. Il problema si può risolvere facilmente eliminando le cause che
hanno portato all’insonnia; oppure si può manifestare un’insonnia precoce severa nella quale il
bambino può essere molto agitato, urlare e muoversi in modo sistematico oppure al contrario il
fanciullo resta immobile e silenzioso. Quest’ ultima è una forma molto rara di insonnia che spesso
può essere un accorgimento per diagnosticare l’autismo nel bambino. La seconda fase
dell’insonnia è quella che si manifesta durante l’adolescenza. Può essere presente
nell’adolescente sia in modo saltuario sia in modo permanente legato principalmente a problemi
familiari o scolastici.
Il secondo tipo di dissonnia è quella dei disturbi dell’addormentamento che purtroppo è molto
frequente sia nei bambini sia negli adulti. Spesso i bambini mettono in atto delle strategie per non
andare a dormire o chiedono ripetutamente di potersi addormentare con un genitore al fianco, con
la luce accesa e con un oggetto a loro particolarmente caro (orsacchiotto, copertina, succhiotto).
I terzo tipo di dissonnia è invece quella detta dell’ ipersonnia. Questo disturbo si può manifestare
dopo i dieci anni e le persone interessate sono colpite da sonnolenze improvvise e accessi di
sonno dipiù o meno lunghi. È presente inoltre la difficoltà del risveglio.
Le parassonnie sono disturbi che si fanno vivi durante il sonno. Anche le parassonnie come le
dissonnie possono essere di tre tipi.
Il primo è quello del disturbo da incubi. Questi sogni angoscianti compaiono nella fase del sonno
REM e si manifestano con maggior intensità tra i due e i cinque anni. Qualche volta il sogno è
legato ad esperienze che hanno traumatizzato fortemente il bambino ma, la maggior parte delle
volte, si tratta di una situazione immaginaria. Il bambino si sveglia piangendo e ansimando. Dopo
essere stato calmato è capace di spiegare che la sua paura è stata causata da un sogno ed il
mattino può ricordare il contenuto dell’ incubo.
Il secondo tipo di parassonnia è quella del disturbo da terrore nel sonno. Questo disturbo è molto
simile a quello precedente. Il bambino si sveglia anche qui gridando e piangendo. La differenza sta
però nel fatto che il bambino non è sveglio e non riconosce le persone che gli stanno attorno e il
mattino non ricorda il sogno. Questi episodi compaiono dai due anni in poi, per dissolversi
normalmente nell’ adolescenza. In rari casi questo fenomeno può presentarsi anche negli adulti.
Le scene di paura si manifestano durante la fine della fase del sonno profondo.
Il terzo tipo di parassonnia è invece quello del sonnambulismo. Il sonnambulismo occasionale è
presente nel 10 - 30% circa dei bambini mentre è raro il sonnambulismo ricorrente. Questo
disturbo interessa soprattutto il sesso maschile. Il sonnambulismo compare nell’ ultima parte del
sonno NREM. Gli episodi di sonnambulismo possono iniziare dopo che il bambino ha imparato a
camminare e a muoversi in modo sicuro e indipendente. La fase nella quale il sonnambulismo è
più frequente è quella che va da i due agli otto anni e spesso svanisce con l’età. Durante il
sonnambulismo avviene attività motoria e i movimenti possono essere più o meno articolati. In
alcuni casi c’è il rischio che il soggetto metta a rischio la propria salute fisica aprendo per esempio
finestre e porte.
I disturbi del sonno sono per tanto da tenere in considerazione nel bambino ma soltanto quando si
presentano in modo sistematico e ripetitivo per evitare che si sviluppino sempre più
frequentemente e possano provocare alcuni problemi psichici non di poco rilievo.