LA STORIA DELLA 2° GUERRA MONDIALE IN ITALIA “a braccetto della filatelia con la quale ricorda alcuni fatti e curiosità” Con una breve premessa della guerra degli italiani al di fuori dei confini nazionali - Balcani, Russia e Africa. – 1939 Nei primi giorni del mese di maggio arriva una doccia fredda che sembrava un preallarme delle intenzioni belligeranti. Viene annunciata la distribuzione delle Carte Annonarie: di fatto un razionamento alimentare. La quantità delle razioni individuali veniva fissato mensilmente dal Ministro delle Corporazioni, e i generi alimentari venivano differenziati a secondo degli alimenti o dell’età. Carta Annonaria per zucchero, grassi e sapone Carta Annonaria per giovani da 4 a 18anni Carta Annonaria per adulti da 19 a 65 anni Carta Annonaria per adulti oltre 65 anni Il 10.5.1940 i tedeschi attaccano la Francia e, per aggirare la poderosa “Linea Maginot”, invadono: Olanda, Belgio e Lussemburgo. Il 9.6 sono alle porte di Parigi (entreranno il 13). Mussolini, visti i successi tedeschi, certo della vittoria nazista, il 10 giugno dichiara guerra a Francia e Inghilterra. Qui due documenti che, per data di partenza, riportano la storica data della dichiarazione di guerra a Francia e Inghilterra 10.6.1940 Lettera da PM 29 (Div.ne Fanteria “Cagliari”) dislocata sul confine italo-francese. La PM 29 prenderà parte alle operazioni di guerra contro la Francia, arrivando sino alle porte di Modane (23.6). Cartolina illustrata da Roma a Merano. GUERRA NEI BALCANI 1940-1941 28 ottobre 1940 Mussolini, senza avvisare l’alleato tedesco, decide di attaccare la Grecia partendo dalle basi in Albania (era stata occupata dall’Italia nell’aprile 1939 e Vittorio Emanuele III ne diventò re), convinto di ottenere un facile successo. Non fu così e venne costretto a chiedere l’aiuto di Hitler. L’intervento tedesco si fece attendere per diversi mesi perché Hitler, saputo delle intenzioni di Mussolini, cercò di dissuaderlo. Infatti nell’autunno del 1940, per rafforzare lo schieramento contro la Russia, stava stringendo delle nuove alleanze con: Ungheria, Romania, Bulgaria e Jugoslavia (anch’essa obiettivo di Mussolini). Il 27.3.1941, con un colpo di stato interno, la Jugoslavia rovesciò il sistema di alleanze a favore degli inglesi. Hitler per vendicarsi dell’affronto il 6.4.1941 invase la Jugoslavia e contemporaneamente dichiarò guerra alla Grecia. Fu l’inizio di una nuova guerra lampo. L’esercito italiano ebbe parte minore in queste vicende belliche, dimostrando ancora una volta, la netta inferiorità rispetto all’alleato tedesco. Il 17.4 gli jugoslavi firmavano la resa e contemporaneamente le corazzate tedesche entravano in Grecia costringendola alla resa il 24 aprile. 17.4.1941 Biglietto Postale , per via aerea,da PM 32 (Div.ne Fanteria “Marche”) a Milano 26.4 La PM 32 era in schierata in Albania nel corso del conflitto italo-jugoslavo. Giorno nel quale gli jugoslavi firmarono la resa. 16.10.1942 Lettera, per via aerea , da PM 76 (16°Div.ne Fanteria “Pistoia”) a Carpi (MO) 21.10 La PM 76 era in dislocata in Grecia 27.7.1943 Biglietto Postale, in franchigia per le Forze Armate, da PM 550 (Comando Superiore delle FF. AA. in Egeo) a Milano La PM 550 era di stanza a Rodi . Nel mese di aprile del 1943 vennero sovrastampati dei francobolli con la scritta P.M. (Posta Militare). Vennero distribuite alle truppe italiane, di stanza nei territori occupati, onde evitare speculazioni dovute al fatto che potendosi acquistare i francobolli con moneta locale li si pagava molto meno del valore facciale, con discreto guadagno rivendendoli in Italia. Le forti rimanenze furono poi poste in vendita in Italia, per uso civile, a partire dal 13.7.1944, per carenza di altri valori. Qui sotto vediamo alcuni di questi francobolli Posta ordinaria Posta Aerea Francobolli per servizio espresso Documenti affrancati coi valori P.M. 28.5.1943 Lettera raccomandata espresso da PM 70 (Div. ne Fanteria “Arezzo”) a Genova 2.6 La PM 70 era in Albania e svolgeva attività di vigilanza sul confine greco-albanese. 15.7.1943 Cartolina illustrata, per via aerea, da PM 23 (Comando Superiore 11^ Armata) a Pavia La PM 23 era in Grecia ad Atene. GUERRA IN RUSSIA 1941-1943 22.6.1941 Hitler attacca la Russia senza dichiarazione di guerra. Mussolini vuole intervenire per rimediare alle brutte figure fatte in Grecia, Albania e Jugoslavia. Hitler rifiuta l’aiuto, poi trovandosi in difficoltà, lo accetta. Il 17.7 arriva in Russia il C.S.I.R. (Corpo di Spedizione Italiano in Russia. Nel luglio 1943 diventerà ARMIR -230.00 uomini-) che viene dirottato sul fronte occidentale dove conquista un’area di complessi industriali. Intanto i tedeschi si avvicinano a Mosca; le condizioni climatiche precipitano, le temperature raggiungono i - 20° che poi, nei giorni 5-7 dicembre, diventarono - 35°. Le armi dei soldati dell’Asse quando sparano vanno in frantumi e molti soldati, male equipaggiati, muoiono congelati. L’11.12 i russi liberano una vasta zona attorno a Mosca; nello stesso giorno Germania e Italia dichiarano guerra agli Stati Uniti, entrati in guerra contro il Giappone. Il conflitto diventa Mondiale. Vista la brutta piega che la guerra sta prendendo Hitler decide di assumere personalmente il comando delle operazioni. I tedeschi riescono a conquistare terreno e il 14.8.1942 accerchiano Stalingrado. La resistenza sovietica, incrollabile, respinge questi attacchi. Il sogno tedesco di conquistare la Russia comincia a svanire. Il 13.5.1943 a Stalingrado i tedeschi vengono completamente annientati e le loro armate vengono distrutte. In Italia tornarono circa 85.000 soldati, gli altri morirono uccisi dal nemico o dal gelo durante la ritirata che percorsa a piedi per circa 300km.. 22.9.1942 Lettera da PM 53 (3° Div. ne Fanteria “Ravenna”) a Roma 15.10 La PM 53 era dislocata in Russia, in questa data era impegnata nella battaglia sul Don. LA GUERRA IN AFRICA 1941-1943 La Libia, colonia italiana dal 1912 (al termine della guerra italo - turca la Turchia ne riconosce la sovranità italiana), viene attaccata dalle truppe inglesi che, tra gennaio-febbraio 1941, conquistano parte di territorio giungendo a Bengasi (Cirenaica). Dopo un’illusoria conquista della Somalia britannica e francese, le truppe italiane vengono respinte e perdono sia la Somalia che i territori dell’Impero etiope: tutta l’Africa Orientale Italiana, che era composta da Eritrea, Etiopia, Somalia è persa (l’Etiopia era stata annessa all’Italia dopo la guerra italo - etiopica del 1935/36, al termine della quale venne inglobata anche l’Eritrea, colonia italiana dal 1890). Hitler invia in Libia rinforzi: le truppe dell’Asse (italo-tedeschi) riconquistano Bengasi. Nel febbraio 1942 le truppe dell’Asse riprendono l’avanzata ed entrano in Egitto. In ottobre una massiccia controffensiva inglese respinge l’attacco e ricaccia in Cirenaica le truppe dell’Asse. Nel gennaio 1943 gli inglesi conquistano la Tripolitania e la Tunisia; il 13.5 si ha la capitolazione delle forze dell’Asse in Africa. L’Italia perde anche la Libia. Qui due corrispondenze partite dalla Libia 27.6.1940 Lettera espresso da Tripoli a Napoli 30.7 27.8.1941 Lettera da Bengasi a Meldola (FO) Qui alcune corrispondenze partite dalle tre colonie che formarono l’ Africa Orientale Italiana Somalia Eritrea Etiopia Africa Orientale Italiana IL FRONTE DELLA GUERRA SI SPOSTA IN ITALIA Il 10.6.1943 le truppe alleate, anglo-americane, sbarcano sull’isola di Pantelleria e l’11 la liberano scacciando i presidi italo - tedeschi. Il giorno 12 anche Lampedusa viene liberata. Si gettano le basi per lo sbarco in Sicilia. 10.6.1943 Lettera raccomandata espresso da Squinzano (LE) a Confienza (PV) 14.6 Giorno dello sbarco Alleato sull’isola di Pantelleria. 11.6.1943 Biglietto Postale da Nervi (GE) a Imperia. Giorno della liberazione dell’isola di Pantelleria. Il 10.7.1943 le truppe anglo-americane sbarcano in Sicilia, l’Isola viene occupata in 40 giorni con la conquista di Messina il 17 agosto. Gli alleati emettono una serie di francobolli, di occupazione, denominata AMGOT (Amministrazione Governo Militare Alleato). Il 23.8 viene emesso il primo da 15 cent. mentre gli ultimi, il 5£. e 10£., vengono emessi il 20.10. Furono gli unici francobolli ammessi all’uso, in Sicilia, sino al 31.8.1944, poi vennero tollerati sino al 30.9.1944. 23.9.1943 Lettera spedita da Palermo il primo giorno della ripresa del servizio postale, interprovinciale, da questa città. Viene “rispedita al mittente”, come da nota manoscritta, perché erano ammesse alla spedizione solo corrispondenze aperte. L’invio delle corrispondenze chiuse venne ripristinato solo dal 12 ottobre successivo. 14.3.1944 Lettera spedita da Siracusa a Vittoria (RG). Affrancata con francobolli del Regno, non ammessi all’uso, viene tassata con francobollo AMGOT da £.1 Lettera spedita da Palermo il 29.8.1944 penultimo giorno d’uso obbligatorio dei francobolli AMGOT. 1943 Re Vittorio Emanuele III si rese conto che la sconfitta italiana in Sicilia avrebbe portato ad una crisi politica, che come effetto avrebbe avuto la caduta del fascismo. Il 25.7 fece arrestare Mussolini, che venne portato a Ponza, poi all’Isola della Maddalena ed infine venne imprigionato a Campo Imperatore sul Gran Sasso. 25.7.1943 Lettera da Chiavenna (SO) a Seveso (MI). Giorno dell’arresto e della destituzione di Mussolini. 1943 Dopo l’arresto di Mussolini il re mette a capo del Governo il Maresciallo Pietro Badoglio che il 28.7 scioglie il Partito Fascista e avvia trattative segrete con gli Alleati perché, per sganciarsi dalla Germania, l’Italia ha bisogno del loro aiuto. Il 12.8 gli Alleati incontrano a Madrid il Gen. Castellano per trattare l’Armistizio. L’accordo viene raggiunto il 20.8, ma Castellano non ha potere di firma e chiede di consultare Roma, vengono concessi all’Italia 10 giorni per una risposta. Alla scadenza del termine non avendo ancora ricevuto risposta gli Alleati chiedono (pena la ripresa dei bombardamenti) un incontro. Il 1°settembre la risposta italiana è affermativa e il 3.9 a Cassibile (SR) il gen. Castellano, con delega di Badoglio, firma l’ Armistizio; nello stesso giorno gli Alleati sbarcano a Reggio Calabria e iniziano l’invasione dell’Italia continentale. 3.9.1943 Lettera per la Svizzera da Civenna (CO) a Imier. Giorno della firma dell’Armistizio. Alle 17,30 dell’ 8 settembre 1943 Radio Algeri , prima al mondo, viene trasmesso il testo dell’Armistizio: “Qui è il gen. Eisenhower. Il governo italiano si è arreso incondizionatamente a queste forze armate. Le ostilità tra le forze armate delle Nazioni Unite e quelle dell’Italia cessano all’istante. Tutti gli italiani che ci aiuteranno a cacciare il tedesco aggressore dal suolo italiano avranno l’assistenza e l’appoggio delle nazioni alleate”. Alle19,42 Badoglio annuncia, via radio, la firma dell’Armistizio. 8.9.1943 Lettera spedita in Abbiate Guazzone (VA). Giorno dell’Annuncio dell’Armistizio. Il 9.9 il re e l’intero Stato Maggiore fuggono, con un convoglio di auto, per timore di rappresaglie tedesche dirigendosi a Brindisi via Pescara. Qui il comandante dell’aeroporto espresse il proprio sdegno per la fuga e non diede disponibilità di aerei, nel timore che i piloti si ribellassero ad una azione “indecorosa”. La comitiva dei fuggiaschi decise allora di imbarcarsi a Ortona sulla corvetta Baionetta. Brindisi venne così raggiunta il pomeriggio del giorno 10. Qui si stabilisce il governo Badoglio, nasce il così detto “Regno del Sud”, di fatto subordinato all’amministrazione Alleata, territorio che si estende dalla Sicilia alla provincia di Salerno. Mentre il rimanente , sino al nord, era in mano ai tedeschi, appoggiati dalla R.S.I., ai quali veniva gradualmente tolto e, man a mano che il fronte si spostava a nord, veniva restituito alla sovranità del governo italiano. 9.9.1943 Lettera espresso da Livorno a Stienta (RO) Documento che riporta la data della fuga re,da Roma, col suo Stato Maggiore. Sul retro della lettera nota manoscritta. “Evviva l’armistizio! Lo sappiamo solo in questo momento.” Il 9 settembre sera Roma era già stata occupata dai tedeschi. In quel periodo molti reparti italiani dislocati sui vari fronti, in particolare quelli nelle isole dell’Egeo, Corfu’, Cefalonia. Vennero lasciati allo sbando, senza sapere dell’accaduto e soprattutto senza ordini precisi. Cefalonia è conosciuta purtroppo per “l’eccidio” che i tedeschi perpetrarono nei confronti dei soldati italiani della “Divisione Acqui “, che si rifiutarono di deporre le armi. Tra il 13 e il 23.9, 1300 morirono in combattimento, e altri 5000 circa, vennero massacrati nonostante avessero deposto le armi. Lettera da Milano 17.9.1943 a PM 2 (Divisione Acqui). Viene restituita al MITTENTE il 15.7.1945 dopo vari tentativi. Si vedono, sul fronte/retro, note e bolli datari diversi, indicazioni varie cancellazioni. Il tutto dovuto ai fatti sopra esposti. Da una ricerca su Internet il militare risulta essere morto il 22 settembre in combattimento o per fucilazione. Retro della busta Nel corso del conflitto il fronte di guerra, che continuava a spostarsi dal Sud Italia verso il Nord, creava difficoltà al servizio postale e le corrispondenze di frequente non potevano giungere al destinatario. 21.9.1943 Cartolina Postale espresso da Chiaravalle (AN) a Bari. Viene rispedita al mittente con timbro: “Al mittente non recapitata per eventi bellici”. Il fronte di difesa tedesco, in questo periodo, era disposto lungo la “Linea Gustav” (linea sulla direttrice Roma/mar Tirreno, Pescara/mar Adriatico) e quindi la corrispondenza non poteva essere recapitata. 1943 Napoli viene evacuata dai tedeschi, dopo le epiche “quattro giornate, 27/30 settembre 1943, ed i reparti alleati entrano in città il 1° ottobre 1943. Il 10.12 viene ripristinato il servizio postale, per l’occasione vengono soprastampati tre francobolli del Regno d’Italia, serie Imperiale, con scritta su tre righe: “GOVERNO MILITARE ALLEATO”, francobolli che vennero distribuiti anche in Campania e in Puglia. I tre francobolli emessi dagli Alleati 29.2.1944 Lettera raccomandata (con fascetta di censura) da Corato (BA) a Bari 2.3 1975 1993 Vengono emessi due francobolli che ricordano la Resistenza e le quattro giornate di Napoli. Il 13 ottobre 1943 viene stipulato il primo atto politico del governo del Regno del Sud: la dichiarazione di guerra alla Germania. Il re e Badoglio pensavano che l’Italia con questo gesto avrebbe potuto evitare le clausole severe della resa incondizionata e magari ottenere la qualifica di Alleata. Qui due documenti che, per data di partenza, riportano quella storica a della dichiarazione di guerra alla Germania 13.10.1943. 13.10.1943 Cartolina illustrata da Alberoni (VE) a Fiorano al Serio (BG). 13.10.1944 Biglietto Postale raccomandato da Chiaravalle (AN) a Arsoli (Roma). Il 22 gennaio 1944 gli Alleati sbarcarono ad Anzio cogliendo di sorpresa i tedeschi. Lo scopo era quello di creare una testa di ponte oltre la Linea Gustav e costringere i tedeschi a distogliere ingenti forze sul fronte di Cassino. A Cassino gli alleati il 15.2 sganciarono 400 ton. di bombe sul Monastero radendolo al suolo, convinti che fosse occupato dal nemico. In realtà non era così; i tedeschi avevano dato al Vaticano la parola, mantenendola, che non sarebbero mai entrati nel Monastero. La distruzione dell’Abbazia però finì col favorire le truppe tedesche che si installarono tra le macerie controllando gli Alleati, da una posizione dominante a quota 900mt. Questo fronte rimase bloccato per circa 5 mesi. L’ Abbazia venne poi conquistata il 17.5 22.1.1944 Manoscritti spediti in Napoli. Giorno dello sbarco Alleato ad Anzio. Qui sotto alcuni francobolli emessi per ricordare i fatti sopra detti 1995 emissione di un francobollo che ricorda lo sbarco di Anzio. 1951 Emissione di due francobolli che ricordano la distruzione (55£.) e la ricostruzione (20£.) del Monastero di Montecassino. 1994 Emissione di un’altro francobollo che ricorda il 40° anniversario della distruzione del Monastero L’11 febbraio 1944 il governo Badoglio si trasferisce da Brindisi a Salerno, che diventa la capitale del Regno d’Italia. Regno ridotto ai minimi termini (Regno del Sud) che comprende tutto il territorio a sud di Salerno e cioè le provincie di: Bari, Brindisi, Lecce, Taranto e le regioni: Calabria, Lucania, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Nello stesso giorno gli Alleati assegnano la giurisdizione di questi territori al governo italiano. 11.2.1944 Lettera raccomandata da Piove di Sacco ( PD) a Brugine (PD). Giorno del trasferimento del governo da Brindisi a Salerno e assegnazione della giurisdizione dei territori, del Regno del Sud, al governo italiano. 1944 Gli Alleati dopo la lunga stasi di Cassino (quasi 5 mesi di fronte bloccato, da gennaio a maggio), conclusasi con il ritiro dei tedeschi, riprendono la loro avanzata verso il nord Italia e il 12.5 iniziano l’attacco alla “Linea Gustav” che viene sfondata il 16.5. La marcia riprenderà poi verso Roma che verrà liberata il 4.6.1944. 12.5.1944 Lettera da Urbino a Mercatino Conca (PS) 27.5.1944. Documento che viaggia nel periodo dei combattimenti per lo sfondamento della Linea Gustav. Il 4.6.1944 gli alleati entrano in Roma: Il giorno seguente re Vittorio Emanuele III, che aveva promesso di abdicare quando la città sarebbe stata liberata non abdica e nomina Luogotenente il figlio Umberto II. 5.6.1944 Lettera raccomandata da Roma alla città del Vaticano 3.7.1944. Documento che viaggia il giorno della nomina a Luogotenente di Umberto II. Il tempo di percorrenza è lungo perché gli alleati bloccarono la corrispondenza, per controllarne il contenuto , verificata l’idoneità appongono il timbro ACS (Censura Alleata) e la rimettono in corso. 1944 Gli Alleati avanzarono per raggiungere l’ultimo baluardo difensivo, la “Linea Gotica”, che i tedeschi stavano rafforzando, linea che collegava il Tirreno con l’Adriatico e attraversava la penisola dalla Versilia alle valli di Comacchio. Gli Alleati avanzarono e liberarono Ancona (18.7) a Livorno (19.7). Puntarono poi su Firenze dove i tedeschi, per rallentarne l’avanzata, fecero saltare tutti i ponti sull’Arno. Il 4.8 i primi reparti inglesi erano alle porte della città e, il 22.8 e, dopo sanguinosi combattimenti la liberarono. Il 21.9 la linea viene sfondata e gli alleati entrano Rimini e il 9.11; Il 4.12 viene raggiunta Ravenna. A questo punto le azioni ristagnarono per alcuni mesi a sud di Bologna. Agli inizi di aprile gli Alleati iniziarono l’offensiva all’interno delle valli di Comacchio; la linea di difesa venne definitivamente sfondata il 17.4.1945 ad Argenta (FE), il 20.4 arrivarono a Bologna. Il 25.4 controllavano il Po, da Cremona alla foce. Lo stesso giorno il C.L.N.A.I. (Comitato Liberazione Alta Italia) proclamò l’insurrezione generale, giorno ancora oggi ricordato come giorno della Liberazione, mentre gli Alleati dilagavano da Genova a Torino e dilagarono in tutto il nord Italia. I tedeschi capirono di avere perso e il 29.4, firmarono la resa, che entrò in vigore il 2.5. Con questa tutti i territori dell’Alta Italia fino all’Isonzo (esclusa Trieste, che il 1.5 venne occupata dalle truppe di Tito) passavano all’amministrazione militare alleata. 2.5.1945 Lettera da Avellino a Bari. Giorno della firma della resa tedesca. L’entrata degli jugoslavi a Trieste fu motivo di grande preoccupazione per gli Alleati che però, il 12.6.1945 firmarono un accordo col quale si stabilì di dividere la Venezia Giulia in due zone “Zona A” (Trieste, Gorizia e Pola) che assieme alla provincia di Udine, rimasero sotto amministrazione militare Alleata. La “Zona B”, comprendente il rimanente territorio, sotto controllo Jugoslavo. L’unità dello Stato si raggiunse solo quando gli Alleati, l’1.1.1946, restituirono all’Italia questi territori. L’indipendenza venne poi ottenuta il 14.12.1947 con l’entrata in vigore del trattato di Pace firmato a Parigi il 10.2.1947. Anche in questo caso gli Alleati emisero francobolli italiani che vennero soprastampati AMG-VG (Amministrazione Militare Alleata - Venezia Giulia). Qui alcuni dei francobolli soprastampati AMG-VG 22.12.1945 Cartolina Illustrata da Pola a Baura (FE). 10.4.1946 Lettera per la Francia, da Cormons a Blanc Mesnil, con bollo e fascetta di censura. Campione d’ Italia Grazie alla sua posizione, completamente isolata dall’Italia il Comune di Campione d’Italia (CO) non aderì alla R.S.I. e si mantenne fedele alla monarchia. Col consenso della Legazione italiana di Berna, e previo accordo con le autorità svizzere, emise nel 1944, francobolli per la corrispondenza dirette in Italia e all’interno della Svizzera. Qui i francobolli emessi Qui due documenti inviati all’interno della Svizzera 12.7.1944 Lettera da Campione a Liestal 30.3.1945 Cartolina illustrata da Campione a Zurigo LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 1943 Il 12.9 truppe scelte tedesche liberarono Mussolini, prigioniero sul Gran Sasso e lo condussero a Monaco di Baviera. Qui discusse della situazione del nord Italia in una serie di colloqui con Hitler. Inizialmente depresso e incerto Mussolini fu convinto da Hitler per costituire un governo fascista al nord. (sembra sotto minaccia di Hitler che in caso contrario ridotto l’Italia “peggio della Polonia”. il 18 settembre, via Radio Monaco, proclamò la prossima costituzione di un nuovo Stato Fascista Repubblicano del quale sarebbe diventato Capo. 18.9.1943 Cartolina Postale da Oleggio (NO) a Pinerolo (TO). Giorno dell’annuncio, della prossima costituzione del nuovo Partito Fascista Repubblicano. 23.9.1943 Veniva costituito presso l’ambasciata tedesca di Roma il nuovo governo usando l’espressione di: “Stato Fascista Repubblicano d’Italia”. Il 28 settembre nel corso del suo primo Consiglio dei ministri, presso la Rocca delle Caminate (FO) il nome viene cambiato in “Stato Nazionale Repubblicano”. Per gli esperti di diritto costituzionale il 23.9 è comunque la data della nascita del Nuovo Stato che, dal 1° dicembre, prenderà il nome di: REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA (RSI) detta Repubblica di Salò perche si insediò, per ragioni di confine vicino alla Germania, il Governo. Alla fine di novembre venne costituita la Guardia Nazionale Repubblicana (G.N.R.). con compiti di polizia giudiziari e militare. L’esercito del nuovo Stato era formato dall’apporto della vecchia M.V.S.N. (Milizia Volontari Sicurezza Nazionale -fondata il 23.1.1921-) e da quanto rimaneva dell’Arma dei Carabinieri e del corpo di Polizia dell’Africa Italiana. 23.9.1943 Lettera espresso da Pisa a Stienta (RO) 23.9 Giorno della costituzione del Nuovo Stato Repubblicano che dal 1° dicembre diventerà REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA. La RSI fu in realtà un protettorato tedesco, sfruttato dai nazisti per legalizzare alcune loro annessioni, voluto dal Terzo Reich come apparato per amministrare i territori occupati del Nord e del Centro Italia, lo Stato della RSI era infatti una struttura burocratica non dotata di potere autonomo. L’intero apparato della Repubblica di Salò era infatti controllato dai militari tedeschi. La creazione della RSI sotto diretta tutela tedesca fu l’inizio della caccia all’ebreo anche sul territorio italiano, cui contribuirono anche reparti e bande della RSI. Talvolta il movente era costituito da ricompensi in denaro che i tedeschi versavano per ogni ebreo a loro consegnato. In totale dall’Italia vennero deportati, nei campi di concentramento e di sterminio circa 8.500 ebrei. Il 14.11.1943 si tenne, a Verona, la prima assemblea nazionale del Partito Fascista Repubblicano (PFR) dove nel quale si affermavano i principi della socializzazione dei beni di interesse collettivo. La legge sulla socializzazione venne approvata il 12.2.1944 e definì la nuova forma dell’economia RSI. Alcuni punti di questa legge non piacquero alle masse operaie e il 1° marzo 1944 iniziarono scioperi operai che paralizzarono tutta la produzione bellica dell’Italia settentrionale Scioperi che fecero capire l’antifascismo ormai dilagante. I principali responsabili degli scioperi, oppositori del fascismo, vennero poi arrestati e deportati in Germania. La gran parte degli italiani, militari e civili, non si riconobbe nella RSI. Molti si diedero alla macchia, arruolandosi nella resistenza armata contro i nazifascisti. La Resistenza fu un fenomeno complesso perché sostenuto da diverse motivazioni: politiche, ideologiche, religiose, sociali, destinate comunque a favorire una presa di coscienza politica e democratica e a gettare le fondamenta del nuovo Stato democratico - repubblicano. La caduta della RSI e il termine della guerra avvennero nel 1945 in quattro tempi: - il 25 aprile con lo scioglimento del governo Mussolini. - il 28 aprile la cattura di Mussolini a Dongo (CO) da parte dai partigiani del CLNAI, mentre tentava di fuggire in Svizzera su di un camion tedesco vestito da caporale dell’esercito germanico. - il 29 aprile fucilazione di Mussolini e caduta della RSI. - il 2 maggio entra in vigore la resa firmata a Caserta. Una resa incondizionata, assieme a quella dei tedeschi sul territorio italiano, che impose alle Forze Armate Repubblicane (RSI) la consegna delle armi, anche se alcuni reparti, presenti in Venezia Giulia e Piemonte, si arresero solo nei primi giorni di maggio. La RSI tra fine 1943 e inizio 1944 emise propri francobolli soprastampando i precedenti con scritta G.N.R. successivamente con Fascetto e/o scritta R.S.I. Infine tra il 6.1944 e 2.1945 emise francobolli definitivi. Alcuni valori delle emissioni provvisorie del 1943-1944 Alcuni valori delle emissioni definitive del 6.1944-2.5.1945 1945 Commemorativa dei Fratelli Bandiera Qui due lettere che portano, per data di partenza l’1.12.1943, giorno del cambio del nome dello Stato che diventa: REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 1.12.1943 Lettera espresso da Vittorio Veneto a Milano 1.12.1943 Lettera raccomandata, con tassa a carico destinatario, da Como a Lecco (CO) 2.12 12.2.1944 Lettera raccomandata da Verona a Lecco Giorno della approvazione della legge sulla socializzazione discussa a Verona nel novembre 1943 Qui tre corrispondenze affrancate con francobolli soprastampati G.N.R. 5.7.1944 Lettera da Brescia a Milano 7.7 28.3.1944 Lettera raccomandata da Brescia a Modena 31.3 Affrancatura “mista” con francobollo del Regno da £.1 18.8.1944 Lettera raccomandata da Torino a Bordighera (IM) Affrancatura “mista” GNR e francobollo provvisorio RSI da 75c. Qui tre corrispondenze affrancate con francobolli provvisori soprastampati R.S.I. con scritta e/o fascetto 13.3.1944 Lettera da Verona a Roma 7.7 13.7.1944 Lettera raccomandata da Firenze a Milano 18.7 15.2.1944 Lettera raccomandata da Rieti a Milano 16.2 Affrancatura “mista” provvisori - definitivi Qui tre corrispondenze affrancate con francobolli definitivi 20.10.1944 Cartolina illustrata espresso da Lecco a Busto Arsizio 1.4.1945 Lettera raccomandata da Torino a Ponte Vico (BS) 8.4 20.10.1944 Biglietto Postale espresso da Lomazzo (CO) a Brescia 25.10 Terminata la guerra, stante la difficoltà dei collegamenti, le strade erano ancora disastrate, le Regie Poste autorizzarono alcune compagnie private al trasporto ed alla distribuzione. Le corrispondenze venivano regolarmente affrancate, con la tariffa in corso e annullate col timbro della località di partenza, alla tariffa veniva applicata la marca del Corriere che la prendeva in carico. In questo caso vediamo la marca da 10£. della società SABE – società Anonima Barbera Editore - che eseguiva il servizio in Venezia Giulia e un collegamento con Firenze 2.11.1945 Lettera Bagnarola (UD) a Trieste 5.11 L’eccidio delle Fosse Ardeatine 1944 il 23 marzo un gruppo di 12 partigiani, con una bomba confezionata con 18kg. di esplosivo, compì un attentato, in via Rasella a Roma, nel quale morirono 32 militari tedeschi e due civili, poi il giorno seguente, a causa delle ferite riportate, morì un’altro militare. In un primo momento il comandante tedesco, Kurt Malzer, della piazza di Roma, per vendetta voleva distruggere tutto il quartiere ed eliminare gli abitanti. Poi alcuni suoi collaboratori lo convinsero a recedere e decisero per una rappresaglia. In totale i condannati avrebbero dovuto essere 330 (10 ogni militare morto), prima di iniziare l’eccidio l’ufficiale incaricato contò cinque uomini in più, portando il totale a 335 vittime, ma il comandante decise di procedere ugualmente. Al termine dell’eccidio decisero poi di controllare che tutti fossero morti. Fecero camminare i carnefici sui corpi e verificato che alcuni erano ancora in vita, spararono una seconda volta. La crudeltà spinse poi il comandante a far eseguire un altro turno di spari che vennero compiuti su tutti i cadaveri per “sicurezza” della morte. Al termine di dell’annientamento i soldati del genio tedesco fecero esplodere le entrate delle gallerie per sbarrarne le entrate per mantenere tutto segreto. Il tutto avvenne in una serie di gallerie abbandonate in via Ardeatina, da qui il termine “eccidio delle Fosse Ardeatine” 2015 viene emesso un francobollo che ricorda l’eccidio delle Fosse Ardeatine L’eccidio dei Sant’Anna di Stazzema Dalla fine del 1943 fino all’estate 1944 la popolazione di Sant’Anna di Stazzema (LU) ebbe un notevole incremento per l’arrivo di sfollati sospinti in queste terre dalla’avanzamento del fronte bellico e dai bombardamenti degli anglo-americani che avanzavano da sud. Nel mese di agosto 1944 la popolazione aveva superato mille unità. Inoltre i partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto nessuna operazione contro i tedeschi. Nonostante ciò la mattina del 12 agosto tre reparti delle SS salirono a Sant’Anna, mentre un altro chiudeva ogni via di fuga a valle. Gli uomini del paese fuggirono nei boschi per non essere deportati mentre donne,vecchi, bambini, restarono nelle loro case convinti che a loro non sarebbe successo nulla. I nazifascisti rastrellarono i civili, li chiusero nelle stalle e nelle cucine delle case e li uccisero con colpi di mitra, bombe a mano o colpi di rivoltella. In mezza giornata vennero ammazzati circa 560 civili che dopo lo sterminio vennero bruciati. Ma questa volta non si trattò di rappresaglia (ovvero risposta ad un attacco del nemico): si trattò di un vero e proprio atto terroristico premeditato e curato in ogni dettaglio per annientare la popolazione e tenerla sotto controllo col terrore. L’obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento tra i civili e le formazioni partigiane presenti nella zona. Conclusioni a cui arrivò il Tribunale militare di La Spezia che eseguì le indagini sin dall’epoca dei fatti. Indagini che terminarono solo nel 2005. 2002 emissione di francobollo che ricorda l’eccidio di Sant’anna di Stazzema Scultura all’interno del monumento ossario L’eccidio di Monte Sole -conosciuto come “strage di Marzabotto”1944 E’ conosciuto come strage di Marzabotto perché questo era il più grande dei comuni colpiti (Grizzana, Morandi, e Monzuno ) sulle pendici del monte Sole in provincia di Bologna. Il comandante tedesco Kesseing aveva scoperto che a Marzabotto agiva con successo la brigata Stella Rossa e voleva dare un duro colpo a questa organizzazione e ai civili che l’appoggiavano. dalle rappresaglie naziste. La mattina del 29 settembre quattro reparti delle truppe naziste accerchiarono e rastrellarono un vasta area di territorio. Si mossero all’assalto di cascine e scuole e fecero terra bruciata di tutto e di tutti. Nella frazione Casaglia la popolazione atterrita si rifugiò in chiesa a pregare. Irruppero i tedeschi e uccisero il sacerdote e tre anziani. Le altre persone, raccolte nel cimitero , furono mitragliate: 195 vittime tra cui 50 bambini. Fu l’inizio della strage in ogni località , ogni frazione, ogni casolare fu setacciato dai nazisti e non fu risparmiato nessuno: alla fine dell’inverno sotto la neve venne trovato il corpo decapitato del parroco Giovanni Fornasini . Fra il 29 settembre e il5 ottobre, dopo sei giorni di violenze inusitate il numero delle vittime civili era stato spaventoso: circa 770 morti. Le voci che immediatamente cominciarono a circolare relative all’eccidio furono negate dalle autorità fasciste che le indicò come diffamatorie. Solo dopo la Liberazione si verificò l’entità del massacro. 1994 emissione di francobollo che ricorda il 50° anniversario della strage di Marzabotto Il II° Corpo d’ Armata polacco 1944 Agli inizi dell’anno l’intero corpo d’armata, che venne formato in Russia nel 1941, venne trasferito sul fronte centrale italiano sotto il comando del generale Anders, dove svolse inizialmente operazioni ausiliarie. Successivamente partecipò poi ad alcune tra le più importanti battaglie per la liberazione. In ottobre entra in azione sugli Appennini ed assieme ai reparti alleati conquista e libera Faenza 1944 l’11.5 partecipa al primo attacco, e il 17 partecipa al secondo e decisivo attacco di Montecassino, la prima bandiera a sventolare il giorno 18, sulle rovine dell’Abbazia, è proprio quella polacca. 1944 il 15.7 inizia l’attacco al città di Ancona, e 18.7 e dopo sette sanguinose battaglie conquista la città. 1945 il 21.4, dopo 12 giorni di lotta aspra e spietata i reparti polacchi ed italiani entrano insieme a Bologna. L’emissione sotto esposta (seguita da un’altra uguale con colori diversi), emessa nel 1945, ricorda la gloria e il sacrificio compiuto dai componenti di questo eroico corpo di spedizione. Venne autorizzata dal Comando del II° Corpo Polacco, previa autorizzazione dell’Amministrazione postale italiana che la ritenne poi valida all’uso postale. Francobollo che ricorda la conquista di Montecassino Francobollo che ricorda la conquista di Ancona Francobollo che ricorda la conquista di Bologna Francobollo che raffigura il gen. Anders. Emissioni dei C.L.N. (Comitati di Liberazione Nazionali) Il 29.3.1945, alla vigilia dell’insurrezione dell’Alta Italia, i C.L.N.A.I. firmarono un documento, da sottoporre al Comando Alleato, nel quale dichiaravano di sottostare alla autorità Alleata e al governo italiano. Con la sottoscrizione a tutti i C.L.N. venivano lasciati compiti e prerogative dell’amministrazione locale e il controllo dell’ordine pubblico, rinunciando ad essere soggetto autonomo assoggettandosi alle prerogative del governo. Ciò nonostante alcuni C.L.N., in qualche caso con l’assenso del Prefetto, e su sollecitazione dei filatelisti, emisero dei francobolli. Qui sotto alcuni francobolli emessi dai C.L.N. ritenuti “regolari” perché distribuiti dagli uffici postali C.L.N. di Ariano Polesine (RO) C.L.N. di Barge (CN) C.L.N. di Parma C.L.N. di Arona C.L.N. di Maccagno (VA) C.L.N. di Savona C.L.N. della Val Bormida (AL) Qui sotto alcuni francobolli emessi dai C.L.N. ritenuti “non regolari” perché distribuiti privatamente C.L.N. di Sesto Calende (VA) C.L.N. della Valle d’Aosta C.L.N. di Imperia C.L.N. di Cuneo Tra il 1944-1945 le difficoltà nei trasporti causati dai bombardamenti e dalla carenza di collegamenti influì negativamente anche sul servizio postale. Alcuni Comuni ovviarono alla situazione organizzando un collegamento col più vicino centro postale in attività, coprendo le spese con l’esazione di una sopratassa su tutte le corrispondenze applicando, su queste, apposite marche di fattura locale normalmente annullate con bolli postali. Qui sotto alcuni francobolli emessi da alcuni Comuni Comune di Castiglione d’Intelvi (CO) Comune di Guidizzolo (MN) Comune di Dizzasco (CO) Qui sotto un lettera che viaggia il giorno successivo alla firma della resa della R.S.I. storicamente è un riferimento importante perché il documento porta, per data di partenza, il giorno 3.5.1945, cioè il primo giorno nel quale l’Italia è libera dall’oppressione nazi-fascista. 3.5.1945 Lettera da Saletto (PD) a Milano 5.5