Formazione
ALESSANDRO MARIANI
La formazione è una categoria-guida del XXI secolo. Oggi sulla formazione c’è un forte
investimento da parte di molti saperi, ma anche dell’immaginario collettivo, sociale, economico
e individuale. Secondo l’autore, la formazione rappresenta un tema del tempo presente, come
pure un “principio di speranza” per un futuro ipotizzabile/realizzabile.
English
Formation is a guide-category the XXI century. Today on the formation there is a strong
investment from many knowledges, but also of collective, social, economic and individual
imaginary. According to the author, formation is a theme of the present time, as well a “principle
of hope” for a future conceivable/realizable.
Parole chiave
Formazione; soggetto-individuo-persona; pedagogia; neo-Bildung; postmoderno.
Keywords
Formation; subject-individual-person; pedagogy; neo-Bildung; postmodern.
La centralità di una categoria-guida
Da più parti (dalle scienze umane all’economia, dalla politica all’ingegneria) si sta indicando la
formazione (dal latino formatio, da forma, rapportata per metastasi al termine greco μορφή, che
propriamente significa figura, specie, faccia, delineazione esemplare di un’opera; in senso
traslato designa l’immagine integrale di un essere completo, perfetto, modello di imitazione)
come una categoria-guida (accanto ad altre categorie epocali: complessità, globalizzazione, m
ondialità
, differenza, etc.) per “abitare” il XXI secolo. Oggi sulla formazione c’è un forte investimento
dell’immaginario collettivo, di quello sociale, di quello economico, ma anche di quello
individuale. Essa rappresenta – di fatto – una struttura e un tema del presente, come pure una
speranza per un futuro ipotizzabile e realizzabile.
In particolare, la formazione rappresenta il proprium della ricerca pedagogica (qui intesa come
“filosofia della formazione dell’uomo”) secondo un’accezione psicologica, ma anche in chiave
sociale e antropologica, come un “osso di seppia” del fare-pedagogia, oggi. Ovvero, le scienze
della formazione (psicologia, sociologia, filosofia, antropologia, linguistica, etc.), coordinate dalla
pedagogia, si occupano dell’agire formativo e del suo realizzarsi in vari rapporti (interpersonali,
comunicativi, sociali, etc.) e in relazione a quella costellazione di valori a cui la pedagogia
stessa si richiama: la libertà dell’individuo, il diritto alla formazione per tutti i soggetti, il rispetto
della dignità della persona, lo sviluppo di una democrazia cognitiva e di una cittadinanza attiva,
l’emancipazione di tutti i popoli, la diffusione planetaria di saperi/competenze, etc.
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Formazione
La formazione come processo aperto
Negli ultimi decenni la riflessione sulla formazione si è fatta progressivamente più sfumata,
complessa e sottile rispetto al passato. Anche la nozione di Bildung (l’“esito naturale” della
tradizione greco-cristiano-borghese della paideia, dell’humanitas e della paideia Christi, a cui la
formazione si è legata “costitutivamente”) ha sofisticato – nel corso della seconda metà del
Novecento – il proprio significato, assumendo sempre più quello di una Bildung senza Bild, di
una formazione senza una forma pre-costituita, rigida, statica. Ormai, infatti, stiamo
abbandonando un’idea fissa, immobile, stabile ed univoca di formazione per acquisirla come
processo aperto, complesso, dinamico, inquieto, costantemente in fieri ed in progress. Pertanto,
se formare significa ipotizzare una forma e contribuire ad assegnarla ad un soggetto (inteso nel
suo divenire sociale e nel suo acquisir forma individuale e personale), oggi tale intervento non
può guardare esclusivamente ad un modello di riferimento, bensì mirare ad un multiversum di
possibilità, in modo da restituire ad ogni singolo individuo la propria specificità – unica e
irripetibile – rispetto a schemi, valori e paradigmi extraindividuali. Da qui emerge una nozione
alta di formazione, intesa come formazione umana dell’uomo, dell’individuo, del “soggetto come
persona” che, proprio attraverso la formazione, può – al contempo – “conoscere se stesso” e
“coltivare l’umanità”. Una formazione come progetto esistenziale che sviluppi nel
soggetto-individuo-persona la capacità di giudicarsi criticamente, la possibilità di mettersi nei
panni dell’altro, di capire la sua storia, di intuire le sue emozioni, di valorizzare le sue
potenzialità.
Sul soggetto “postmoderno” si sta affinando una vera e propria neo-Bildung che si allarga alla
problematizzazione contemporanea, si carica di inquietudini e si apre al travaglio
autenticamente formativo della formazione, oltre ogni mito dell’armonia, oltre la stabilità classica
della forma, oltre l’invarianza dell’equilibrio, per qualificarsi – secondo una logica esistenziale,
etica, problematica – in termini aperti, senza sintesi, decostruttivi. Una formazione critica e
senza centro, della ricerca e dell’inquietudine, legata più al formarsi che alla forma in sé, più al
processo di acquisizione di una forma personale che all’obiettivo di uno statuto invariante.
Attese dalla formazione
I cambiamenti che stiamo vivendo sono senza precedenti, sono collegati con il potere della
scienza-tecnica e con l’inesorabilità della globalizzazione e certi obiettivi, capacità e
conoscenze domani potrebbero non essere più adatti. Tali cambiamenti richiedono nuove
formae mentis e nuovi processi formativi. Dunque, la formazione è la categoria più organica e
più adeguata – strutturale e reggente – per pensare la “condizione postmoderna” che
caratterizza il nostro tempo. Così, se riflettiamo attorno alle scienze umane – di cui la pedagogi
a
è
certamente tributaria –, possiamo raggiungere un’articolazione più adeguata rispetto alla
densità/ricchezza che la società deve mantenere per salvaguardare la centralità della
formazione dell’individuo. Evidentemente siamo ben al di là della nozione corrente,
intensamente caratterizzata per una funzionalità tecnica, cognitiva, organizzativa. Anzi, nella
“postmodernità”
il formarsi si è fatto sempre più instabile, anche sempre più in crisi, come sempre più
articolato/disarticolato, facendo perdere alla nozione di forma il carattere di struttura compatta,
fissa e armonica, per farle assumere un volto nuovo, inedito, contrassegnato dalle infrastrutture
dinamiche e problematiche del processo formativo, piuttosto che dal traguardo della forma.
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Formazione
Infatti, nell’età della “formazione per tutta la vita” (si pensi alla “formazione in servizio”, alle
“università dell’età libera”, all’“educazione permanente”, ai “circoli di studio”, etc.), nel tempo del
disincanto e di una ri-miscelazione tra età, generi, modelli culturali, ruoli sociali, siamo sottoposti
ad un effetto-dispersione che è, però, anche un effetto-possibilità poiché ci si forma sempre e
ovunque.
La ricerca pedagogica attuale non ha cancellato i concetti di educazione e di istruzione, ma li ha
affinati guardando ad un mutamento lessicale relativo alla stessa formazione. Una torsione di
significato rispetto sia alla prospettiva ideologica (che ha guardato all’educazione come ad un
dispositivo di conformazione del soggetto-individuo) sia a quella economico-sociale (che ha
insistito sulle competenze tecnico-professionali del soggetto-lavoratore). Così, siamo in grado di
cogliere la formazione come un annodamento culturale storicamente significativo, attualmente
centrale e prossimamente cruciale.
BIBLIOGRAFIA
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