PROGETTI CARPE DIEM
Presenta
Raccontar sogni…Onèirata lèghein
Incontri imprevedibili con grandi autori dell’antichità greca,
presentati e letti da
Andrea Macaluso
Oneirata leghein: Raccontar sogni è un inedito ciclo di letture-performance dedicate ai grandi autori dell'antichità
greca. Un affascinante viaggio nella letteratura della Grecia antica suddiviso in tre serate, ciascuna dedicata ad un
diverso genere letterario: la storia, la favola, la parodia. Creato appositamente per il Festival internazionale del cinema
archeologico “Valle dei Templi” di Agrigento, e ancora oggi in scena dopo quattro anni di ininterrotto successo.
Le parole della letteratura più antica e più ricca della civiltà occidentale tornano a risuonare in veri e propri “incontri
imprevedibili”, con una formula tanto originale quanto accattivante. L'autore è introdotto e raccontato al pubblico
attraverso una panoramica sulla sua vita, le sue opere e il tempo che ha vissuto. Seguono poi le prime parole del testo,
in greco antico, per assaporare ancora una volta il magico suono di una lingua scomparsa e, senza soluzione di
continuità, la lettura dei testi. Una lettura, accompagnata da un commento musicale d'eccezione (dall'antico flauto greco
di Domna Samiou, alle raffinate ballate notturne di Manos Hadjidakis, alle indimenticabili colonne sonore dei film di Theo
Angelopulos composte da Eleni Karaindrou.) si inseriscono, poi, alcuni interessanti o curiosi rari filmati.
VENERDI 19 MARZO
La storia:
Tucidide La peste di Atene
HIERAPOLIS – Film di Folco Quilici (2008)
Luciano Il viaggio sulla luna
Scrivo dunque di cose che non vidi, né v'ebbi parte in alcun modo, né seppi da altri;aggiungi pure che non esistono assolutamente e che non possono
in nessun caso aver luogo. E farà bene il lettore a non crederci affatto.
Luciano, Storia vera
Scrivere la storia: una magnifica invenzione dei Greci. Che con questa parola (istorìa) pensarono non solo
all'esposizione e all'interpretazione degli eventi del passato, ma più in generale alla ricerca, all'investigazione, che
risponde all'inesauribile ansia conoscitiva dell'uomo.
TUCIDIDE : LA PESTE DI ATENE
(Storie, II 48-52)
Tucidide è il grande storico per eccellenza, maestro di stile e modello di altissimo rigore intellettuale. Il grandioso affresco
che egli ci lascia della peste di Atene (430 a.C.) costituisce una delle pagine più celebri della letteratura di tutti i tempi.
Nel breve arco di poche pagine egli ne fa una descrizione che per l'allucinata esattezza dei particolari e la drammatica
immagine della città ammorbata costituisce un capolavoro d'inarrivabile potenza. Sarà un esempio imprescindibile per
quanti, nei secoli a venire, si misureranno con una materia simile: da Lucrezio a Boccaccio, da Manzoni a Camus.
HIERAPOLIS (Italia, Folco Quilici, 2008)
Pamukkale, ovvero "Castello di cotone", è un sito nella valle del Meandro dove l'acqua forma straordinarie formazioni di
calcare, bianche come il frutto del cotone. Su questo scenario grandioso, tornano alla luce i resti dell'antica Hierapolis,
città greca, romana e cristiana.
LUCIANO: IL VIAGGIO SULLA LUNA
(Storia Vera I 1-26)
Luciano di Samosata è un personaggio a dir poco singolare. Vissuto in piena età imperiale, fu maestro di retorica e
conferenziere dotato di una verve brillante e spigliata. Il suo capolavoro, la “Storia vera”, è il primo incredibile esempio di
narrazione fantascientifica. Frutto di un'affascinante e liberissima fantasia che si diverte a giocare con una super realtà
letteraria, è una continua demistificazione, iperbolicamente paradossale, al di là dei limiti imposti da credenze o fedi di
ogni genere, che con estrema ironia svela l'assurdità delle false invenzioni letterarie, filosofiche e scientifiche. La pagina
che narra del viaggio sulla luna lascia letteralmente di stucco: non solo per l'innegabile potenza profetica o per le infinite,
successive rielaborazioni letterarie che vanta (dall'Ariosto a Jules Verne), ma soprattutto per la raffinata, impalpabile arte
poetica di cui costituisce un prezioso gioiello.
VENERDI 26 MARZO
La favola:
Esopo Le favole
Aristofane La Pace
Ho aggiogato uno scarabeo per salire dagli dèi:è scritto nelle favole di Esopo,che questo è l'unico volatile giunto fino ai numi!
Aristofane, La Pace
Quante volte abbiamo ascoltato con gran piacere le famose parole “C'era una volta...?” Il bisogno di raccontare e di
sentir raccontare è antico quanto l'uomo e le origini della favola si perdono nelle profondità di un remotissimo passato.
La Favola però, assume nel mondo antico aspetti diversi. E' sì quel racconto tanto fulmineo quanto efficace i cui
protagonisti sono spesso gli animali, talvolta gli uomini o gli dèi, che acquista autonoma forma e dignità letteraria con
l'opera del greco Esopo. Ma, secondo la definizione latina, è anche fabula scaenica, cioè racconto da rappresentare in
teatro, in forma di dramma o commedia. E il padre della commedia di tutti i tempi è senza dubbio il grande Aristofane.
ESOPO: LE FAVOLE
Forse vissuto nel VI sec. a. C. (ma le notizie sulla sua vita si confondo nel mito), Esopo inaugura e porta al suo massimo
splendore il genere della favola. Dotati di quell'estrema semplicità che solo i capolavori possono vantare, i suoi
spassosissimi racconti parlano schiettamente al cuore dell'uomo, secondo una preziosa filosofia del senso comune,
spicciola e minuta. Ma in questi minuscoli quadri scorre una grazia spontanea e fresca, che trae alimento da una
partecipazione autentica ai casi dell'uomo e della natura. E se in essi è custodita ancora una preziosa purezza antica,
inaspettatamente attuale risulta per noi oggi l'estrema incisività della sintesi che li caratterizza: quasi fossero dei flash, o
spot della durata di pochi secondi.
ARISTOFANE: IL VOLO DI TRIGEO
(La Pace I 1-178)
Unico superstite della Commedia antica greca, forse il più grande commediografo di ogni tempo. La sua opera vive e si
nutre di due elementi essenziali: la passione civile e la magia liberatoria della risata
Il volo di Trigeo, tratto dalla commedia “la Pace”, è una scena esilarante, condotta con perfetta maestria teatrale,
nell'alternanza di illusionismo e di richiami all'artificio scenico. Un ricco contadino alleva a focacce di sterco un possente
scarafaggio affinché lo trasporti a volo dagli dèi: il suo scopo è supplicare Zeus perché restituisca la Pace ai Greci.
L'esilarante tragitto aereo è compiuto mediante una macchina scenica a forma di gru dall'alto della quale il protagonista
gioca con il pubblico e con il tecnico stesso all'insegna della metateatralità più sfrenata. C'è l'espansione dell'uomo verso
l'impossibile, e insieme la riduzione al grottesco che è intrinseco alla sua natura: la coppia surreale di Trigeo e della sua
cavalcatura prodigiosa diventa così un'immagine favolosa e indimenticabile.
GIOVEDI 1 APRILE
La parodia:
Batracomiomachia” (ovvero la Lotta fra le rane e i topi)
Odissea del Quartetto Cetra
Sinesio L'elogio della calvizie
Antica lite io canto, opre lontane. La Battaglia de' topi e de le rane.
Batracomiomachia
Oltre alla letteratura ufficiale, quella per intendersi che si “prende sul serio”, i Greci seppero creare il suo rovescio: la
Parodia. Spassosa burla letteraria, o più precisamente imitazione di un genere che ne contenga una sonora presa di
giro, essa fu tenuta in gran conto ed ebbe ampio successo nell'ambito della produzione letteraria della Grecia antica.
Uno dei più noti esempi, e meglio riusciti, è senz'altro la “Batracomiomachia”. Uno invece dei più sconosciuti ma non per
questo meno divertenti è “L'elogio della Calvizie” del filosofo Sinesio.
LA BATRACOMIOMACHIA
Il titolo è roboante, ma significa semplicemente “La battaglia delle rane e dei topi”. Il grandioso evento che la scatena è la
morte del topo Rubabriciole, che il re delle rane Gonfiagote aveva fatto annegare mentre lo portava sulle spalle a visitare
lo stagno, immergendosi d'improvviso per paura di una serpe. Si tratta, è subito chiaro, di una gustosa riscrittura in
chiave comica dei poemi epici. Ma considerata dagli antichi così prestigiosa da arrivare ad attribuirla -falsamente- alla
penna dello stesso Omero. In realtà siamo dinanzi a un prodotto tipico della coltissima arte ellenistica, che più di tutte fu
in grado di giocare meravigliosamente con la letteratura grazie ad una dose esemplare di intelligente autoironia. Il
successo dell'opera fu travolgente nel corso dei secoli, fino ad affascinare lo stesso Giacomo Leopardi che ancora
giovanissimo, ne fece la scintillante traduzione che oggi leggiamo. E così ne scrisse: “La Batracomiomachia (...) può
veramente dirsi un'opera interessante. La bassezza dell'argomento non può farle perdere nulla del suo pregio. Il Genio si
manifesta dappertutto, e tutto è prezioso ciò che è consacrato dal Genio”.
PROIEZIONE FILM: ODISSEA del Quartetto Cetra. Il primo grande classico della letteratura mondiale è rivisitato dal
Quartetto Cetra in uno spettacolo grandioso sia per dispiegamento di mezzi tecnici sia per il ricchissimo cast di contorno.
Il prode Odisseo (Felice Chiusano) al ritorno da Troia vive incredibili avventure prima di tornare a casa, Itaca, dove lo
aspettano la dolce Penelope (Lucia Mannucci) e il prode figlio Telemaco (Tata Giacobetti), insidiati dal subdolo Antinoo
(Virgilio Savona) e dai suoi sgherri.
SINESIO: L'ELOGIO DELLA CALVIZIE
Al grande erudito Sinesio di Cirene, vissuto nel IV sec. d.C., proprio non andava giù che il celebre filosofo Dione di
Prusa, che egli aveva assunto come modello del proprio impegno culturale, avesse scritto un “Elogio della chioma”. E,
un po' per puro divertimento, un po' per consolare e consolarsi dall'afflizione dovuta alla calvizie incipiente, si dà alla
stesura di un libretto irresistibile in risposta a quello di cui sopra, in cui prendere le difese delle zucche pelate. Così, di
argomentazione in argomentazione, di citazione in citazione, riesce nell'impresa impossibile: quella cioè, come dice egli
stesso, di... “tener testa all'esile grazia di Dione”.
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ANDREA MACALUSO
Andrea Macaluso,laureato in letteratura latina medievale presso l’Università di Firenze, si diploma nel 2004
presso la Scuola di teatro di Bologna Alessandra Galante Garrone dove è allievo, tra gli altri,di Pierre
Byland, Walter Pagliaro, Franco Però, Vittorio Franceschi. Nello stesso anno è finalista al Premio
Internazionale Salvo Randone di Siracusa e vince il Festival delle Arti di Bologna. Lavora poi nella prosa,
nell’opera e nel musical con maestri del calibro di Josè Sanchiz Sinisterra, Eimuntas Nekrosius, Maurice
Bèjart, Zhang Ymou, Gino Landi.
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COSI’ LA STAMPA
“Una performance unica nel suo genere” Giornale di Sicilia, 8 luglio 2008
“Particolarmente atteso e apprezzato dagli spettatori (…) ha arricchito notevolmente il festival”
La Sicilia, 13 luglio 2008
“Un omaggio ad Agrigento” La Repubblica, 15 settembre 2009
“Suggestivi (...) “incontri imprevedibili” con i grandi autori dell'Ellade (…) tornati a rivivere in
uno dei cuori pulsanti dell'antico mondo greco” Archeologia Viva, novembre 2006
CAGLIARI – FONDAZIONE ISTITUTO STORICO
GIUSEPPE SIOTTO-Via dei Genovesi, N.114.
Info e prenotazioni: Aurora Aru - 380/3634780
Ingresso 8 euro