OratoriaGenerale - Liceo Classico Psicopedagogico Cesare Valgimigli

L’ORATORIA
L’ORATORIA GIUDIZIARIA: LISIA
(Euloghia, pp. 370 sgg.; vedi anche “L’amministrazione della giustizia in Atene, pp. 357-359)
Fonti:

Lisia stesso, in particolare nella Contro Eratostene.

Platone, che ambienta la sua Repubblica nella casa al Pireo di Cefalo, padre di Lisia.

Il trattato dedicato a Lisia da Dionigi di Alicarnasso.

Lo scritto pseudoplutarcheo sulle Vite dei 10 oratori.
DATA
EVENTO
461-429
460
ETÀ PERICLEA
Spedizione ateniese in Egitto a fianco di
principi locali contro la Persia di cui
l’Egitto era una satrapia.
Fine della terza guerra messenica.
Blocco di Egina da parte delle forze
ateniesi.
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447
446
Autore:
Capitolazione di Egina.
Vittoria della Persia contro Egiziani +
Ateniesi nell’isola di Prosopitide sul Nilo.
Apice della potenza ateniese.
Fine della spedizione ateniese in Egitto.
Trasferimento del tesoro della Lega delioattica da Delo ad Atene.
Tregua di 5 anni tra Atene e Sparta.
Pace di 30 anni tra Argo e Sparta.
Atene: ritorno di Cimone dall’esilio.
Atene: legge di Pericle sulla cittadinanza.
Morte di Cimone.
Vittoria navale di Atene sui Persiani a
Salamina di Cipro.
Accordo tra Atene e la Persia: pace di
Callia
Pericle programma un congresso
panellenico.
Atene: comincia la costruzione del
Partenone.
Nuovo accordo tra Atene e Sparta: pace
dei 30 anni.
circa: Lisia nasce ad Atene da una ricca
famiglia. Suo padre Cefalo si era trasferito
ad Atene da Siracusa, su invito di Pericle
ed aveva aperto una fabbrica di armi.
Era quindi una famiglia di meteci
445
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443
LISIA
Atene fonda la colonia di Turi.
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Inverno 432-431
431-404
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430
429 primavera
429 autunno
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416
415-413
415
414
Atene: decreto di Callia (fondo di
sicurezza nel tesoro di Atena Poliade a cui
attingere in caso di necessità).
Atene: crescente opposizione a Pericle.
Processi al suo gruppo (Anassagora, Fidia,
Aspasia)
Cresce la rivalità tra Atene e Corinto.
Pericle ingiunge a Potidea di rimandare in
patria i magistrati corinzi
Decreto megarese: proibito a Megara
l’accesso a tutti i porti della Lega delioattica.
Inutili trattative di pace
LA GUERRA DEL PELOPONNESO
La prima fase della guerra: la cosiddetta
fase archidamica.
La peste ad Atene.
circa: muore il padre e Lisia si trasferisce
Destituzione di Atene.
con il fratello Polemarco a Turi dove
studia retorica.
Pericle riabilitato.
Morte di Pericle (gli succede Cleone)
Capitolazione degli Spartani bloccati dagli
Ateniesi a Sfacteria.
Marcia dello spartano Braside verso la
penisola Calcidica.
Gli Ateniesi e i Persiani rinnovano la pace
di Callia.
Battagli di Anfipoli: l’ateniese Cleone e lo
spartano Brasida muoiono.
Pace di 50 anni tra Atene e Sparta (pace di
Nicia)
Spedizione ateniese in Sicilia (Alcibiade,
Nicia, Làmaco).
Scandalo delle Erme: Alcibiade,
richiamato, si rifugia a Sparta.
Grecia: riprende la guerra tra Atene e
Sparta
2
413
412
411, maggiogiugno
411, estate
410
409
408
407
406
405
404
404
403
402
Sicilia: esito catastrofico della spedizione
ateniese (Nicia muore)
Rinnovato l’accordo tra Sparta e la Persia. Lisia torna ad Atene, dopo il disastro in
Difficoltà finanziarie ad Atene.
Sicilia.
Affossamento della democrazia ateniese:
istituzione di una oligarchia estremista
(dittatura dei 400).
Costiruzione di Teramene: compromesso
tra l’indirizzo democratico e quello
oligarchico. Il potere nelle mani dei 5000.
Vittoria navale di Alcibiade a Cizico.
Atene: crollo del governo dei 5000,
riaffermazione dell’antica democrazia.
Ritorno di Alcibiade ad Atene.
Battaglia navale di Notion: lo spartano
Lisandro vince, Alcibiade è destituito.
Battaglia navale delle Arginuse: gli
Ateniesi vincono, ma 6 strateghi furono
processati e condannati a morte per non
aver prestato soccorso ai naufraghi.
Proposta di pace da parte di Sparta: Atene
rifiuta.
Battaglia agli Egospotami: vittoria di
Sparta (Lisandro).
Atene bloccata per mare e per terra.
Capitolazione di Atene. Dure condizioni
di pace:
- rinuncia ad ogni possedimento fuori
dell’Attica;
- abbattimento delle Lunghe Mura;
- riduzione della flotta a 12 navi;
- rimpatrio degli esiliati;
- adesione alla Lega Peloponnesiaca.
Atene: nuovamente affossata la
democrazia: il governo dei 30 Tiranni,
regime di terrrore).
Trasibulo, esule a Tebe, guida un piccolo
gruppo di esiliati nella lotta contro i 30.
Fine dei 30.
Atene: Collegio dei 10 appartenenti all’ala
moderata. Amnistia generale.
Sparta: caduta di Lisandro.
Persia: lotte dinastiche per la successione
al trono (tra Ciro il Giovane e suo fratello
Artaserse II).
Reclutamento dei mercenari greci.
3
La famiglia di Lisia cade vittima delle
epurazioni dei Trenta: Polemarco viene
giustiziato e Lisia va esule a Megara.
Rientra in Atene. È probabile che ottenga
la cittadinanza ateniese, ma deve fronteggiare la rovina del patrimonio familiare:
comincia per questo la sua attività di
logografo. Era comunque già un oratore
affermato nel genere epidittico e un
apprezzato maestro di retorica.
401
400-371
399
398
397
396-394
Persia: battaglia di Cunassa. Morte di Ciro
e ritiro dei mercenari greci guidati dallo
storico Senofonte.
Trentennio di egemonia spartana.
Morte di Socrate.
395
394
Campagna del re spartano Agesilao contro
la Persia in Asia Minore.
Scoppio della guerra tra Corinto e Sparta.
Vittoria navale della flotta persiana guidata dall’ateniese Conone a Cnido.
Fine della talassocrazia spartana.
393
392
391
Trattative di pace tra Atene e Sparta.
390
389
388
387
386
385
384
383
382
381
380
379
La pace del Gran Re o pace di Antalcida
tra la Grecia e la Persia.
Sparta occupa la Cadmea di Tebe e ripartisce la Grecia in distretti militari.
circa: Lisia muore.
Liberazione di Tebe con espulsione del
presidio spartano
Vita di Lisia
Lisia era figlio di Cefalo, che, dietro invito di Pericle, da Siracusa si era stabilito ad Atene, dove
aveva impiantato una fiorente fabbrica di scudi (vi lavoravano centoventi schiavi) e viveva in una
splendida villa al Pireo, nella quale Platone ambienterà la sua Repubblica. Ad Atene Lisia nacque
forse nel 445. Alla morte del padre insieme ai fratelli si recò nella colonia ateniese di Turi, in
Magna Grecia, dove rimase alcuni anni ed ebbe modo di perfezionare lo studio della retorica. Dopo
il disastro della spedizione in Sicilia, tornò ad Atene, ma l’avvento dei Trenta segnò
drammaticamente la vita sua e dei fratelli. Come racconta nell’orazione Contro Eratostene, Lisia e
il fratello Polemarco vennero arrestati dai Trenta, che desideravano mettere le mani sulle ricchezze
della loro famiglia. Il fratello Polemarco venne ucciso, Lisia tentò inutilmente di procurasi la
salvezza promettendo denaro a Pisone, che era venuto ad arrestarlo, ma riuscì comunque ad evadere
dalla abitazione dove era stato rinchiuso insieme ad altri meteci. Trascorse l’esilio a Megara, dove
poteva evidentemente disporre di un certo patrimonio e di molto credito, perché offrì ingenti somme
a Trasibulo, che preparava il ritorno dei democratici. Sconfitti i Trenta, Trasibulo fa approvare
dall’ecclesia un decreto che concede la cittadinanza a Lisia e a quanti si erano adoperati per il
ritorno della democrazia; Archino però si oppone, accusando la proposta di illegalità, perché era
stata presentata direttamente all’ecclesia, senza l’approvazione preliminare della Bulé. Lisia riesce
4
solo ad ottenere la isotelia, cioè l’esenzione dalle sovrattasse dovute dai meteci. C’è tuttavia chi è
del parere che qualche anno dopo, quando fu liquidata la “repubblica” di Eleusi, lo stesso Archino
abbia presentato un decreto che concedeva la cittadinanza ai meteci che avessero ben meritato nella
restaurazione democratica. Tornato ad Atene, Lisia inaugura con l’orazione Contro Eratostene
l’attività di logografo, che sarà per lui alquanto proficua. Lo spinse a tale attività la situazione
economica che non doveva essere più tanto favorevole; il successo delle prime cause, poi, fece di
lui un apprezzato consulente negli anni roventi che seguirono la fine della guerra del Peloponneso.
Un nutrito gruppo di orazioni, tra quelle che ci sono pervenute risale, infatti, al 399, anno
drammatico delle rese dei conti, dopo la liquidazione violenta degli oligarchici di Eleusi. È anche
l’anno del processo a Socrate. Nella Vita di Socrate Diogene Laerzio racconta che Lisia preparò un
discorso di difesa per il filosofo, ma che Socrate, pur giudicandolo molto bello, non lo volle
utilizzare, perché – disse – non gli si adattava, allo stesso modo come non gli si potevano adattare
bei mantelli e bei calzari. Alla attività di logografo Lisia si dedicò con successo fino alla morte, che
dovrebbe essere posta qualche tempo dopo il 380, anno al quale risale l’ultima notizia che abbiamo
su di lui.
Opere
Il successo di Lisia come logografo è testimoniato dal fatto che sotto il suo nome circolavano ben
425 orazioni, ma già Cecilio di Calatte ( I sec. d.C.) ne considerava autentiche solo 233. A noi, oltre
a 170 titoli, sono giunte, grazie al codice Palatino n. 88 ( XII sec.) rinvenuto nella biblioteca di
Heidelberg, 31 orazioni: 30 giudiziarie e una epidittica, l’Epitafio scritto per i caduti della guerra di
Corinto (394-386 a.C.). Dionigi di Alicarnasso, grande ammiratore di Lisia, nella vita che gli
dedica, riporta brani di altre tre orazioni: la Contro Diogitone, come esempio di oratoria giudiziaria,
l’Olimpico, come esempio di oratoria epidittica, In difesa della costituzione avita, come esempio di
oratoria politica. Della sua attività di retore sarebbe testimonianza l’ Erotico, il discorso sull’amore
contenuto nel Fedro di Platone. La tesi che vi si sostiene, che, cioè, è meglio concedere i propri
favori senza essere innamorati, piuttosto che amando, sembra una provocazione, tanto è vero che
alcuni pensano ad una parodia platonica, eventualmente intessuta su uno spunto originale.
Stile
Già Dionigi di Alicarnasso riconosceva alla prosa di Lisia purezza di eloquio, semplicità di
vocaboli, chiarezza e sobrietà di esposizione, vivezza nella rappresentazione di avvenimenti e
persone. Infatti i concetti sono espressi con parole comuni, nella loro normale accezione, evitando i
traslati, le parole rare e poetiche, con un ricorso modesto al linguaggio figurato: iperbole,
metonimia, prosopopea. Evidente è invece la predilezione per l’isocolia, specialmente nelle parti
non narrative, mentre le parti narrative, pur non mancando del tutto di strutture ritmiche, sono più
vicine al linguaggio quotidiano. Anche gli epiloghi, generalmente molto brevi, non ricorrono ad
artifici retorici di nessun genere per appellarsi ai sentimenti degli ascoltatori e ricercare il pathos: il
racconto degli avvenimenti è ritenuto sufficiente a mettere la verità davanti agli occhi dei giudici.
Lisia era molto apprezzato anche per la ethopoiia, cioè la capacità di creare, attraverso il discorso,
il carattere del personaggio che lo pronuncia, in modo da fondare su di esso le tesi dell’accusa o
della difesa. Ciò non avviene attraverso la mimesi linguistica, adattando il linguaggio al
personaggio e nemmeno grazie alla descrizione puntuale del personaggio o al come vengono esposti
i fatti. Consiste piuttosto nella capacità di cogliere un tratto della personalità dell’imputato, quella
che possa risultare più sgradevole alla giuria ( la dabbenaggine, la misantropia, l’eccessiva fiducia
in sé…), per indurre a pensare che uno così mai avrebbe potuto commettere il delitto per il quale lo
si accusa. Il giudizio più lusinghiero sull’ asciuttezza dello stile di Lisia è quello del grammatico
Favorino, riportato nelle Notti Attiche di Aulo Gellio ( II sec.d.C.): “Se dalla prosa di Platone togli
qualche parola o la sostituisci, ammesso che tu lo faccia nel migliore dei modi, finirai col
comprometterne l’eleganza. Se lo fai con Lisia, il pensiero”.
5
Fortuna
I contemporanei furono sempre piuttosto severi nei confronti dei logografi: Platone nell’ultima
pagina del Fedro istituisce un confronto tra Isocrate e Lisia, a danno di quest’ultimo, Isocrate stesso
nell’orazione Contro i sofisti liquida in poche battute i logografi, considerando con disprezzo il fatto
che si servono della retorica all’unico scopo di trarne vantaggi economici. Nonostante queste
stroncature, tuttavia, Lisia fece scuola in tutto il mondo classico: furono suoi imitatori Iseo,
Dinarco, Carisio. In età augustea fu ammiratissimo da Dionigi di Alicarnasso e Cecilio di Calatte,
che lo anteponeva addirittura a Platone; Ermogene di Taso (II sec.d.C.) lo considerò uno dei maestri
del politicòs logos, soprattutto per la sua capacità di persuasione. Il lessico bizantino Suda nomina
come suoi scoliasti Gaio Arpocrazione, Zosimo di Gaza e Zenone di Cizico, ma di loro nulla ci è
giunto. In ambiente romano lo presero come modello gli atticisti, in particolare Bruto e Calvo,
mentre Cicerone gli preferì Demostene; a lui ritornarono come alle proprie radici quanti, in epoca
imperiale, vollero tenere alto il valore della cultura e della lingua greca. Dopo la prima edizione a
stampa, avvenuta come per altri autori greci presso la stamperia di Aldo Manuzio, a Venezia, nel
1513, l’interesse per la sua opera non si è mai affievolito, fino all’Ottocento che ha visto una messe
straordinaria di studi, continuata e ordinata nel Novecento. Il nostro interesse oggi è mosso non solo
dallo stile magistrale, ma anche dal fatto che Lisia ci apre uno squarcio interessante e spesso
insostituibile sulla vita quotidiana dell’Atene del V sec..
6
L’ORATORIA EPIDITTICA: ISOCRATE
(Euloghia, pp. 407 sgg.)
Le fonti
Le fonti antiche relative a Isocrate sono numerose e ci offrono una ricca documentazione sulla sua
vita e sulla sua attività culturale.
 In primo luogo bisogna citare le orazioni Lo scambio dei beni e Panatenaico;
 poi hanno un notevole valore anche la biografia dello Pseudo-Plutarco nella Vita dei dieci
oratori,
 quella dello storico e retore Dionigi di Alicarnasso,
 una Vita anonima,
 le notizie tramandate nella Biblioteca dell'umanista bizantino Fozio;
 altre informazioni ci sono conservate da vari autori di età romana e bizantino, tra cui il lessico
Suda.

DATA
EVENTO
Autore:
ISOCRATE
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436
Atene: legge di Pericle sulla cittadinanza.
Morte di Cimone.
Vittoria navale di Atene sui Persiani a
Salamina di Cipro.
Accordo tra Atene e la Persia: pace di
Callia
Pericle
programma
un
congresso
panellenico.
Atene: comincia la costruzione del
Partenone.
Nuovo accordo tra Atene e Sparta: pace
dei 30 anni.
Atene fonda la colonia di Turi.
Nasce ad Atene da una famiglia di agiate
condizioni economiche (suo padre possedeva una fabbrica di flauti). Poté avere
un’eccellente educazione: fu discepolo di
Gorgia. Fonti antiche gli attribuiscono
come maestri anche il sofista Prodico e il
politico oligarchico moderato Teramene.
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433-432
433
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Inverno 432-431
431-404
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429 primavera
429 autunno
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424-423
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421
Atene: decreto di Callia (fondo di sicurezza nel tesoro di Atena Poliade a cui
attingere in caso di necessità).
Atene: crescente opposizione a Pericle.
Processi al suo gruppo (Anassagora, Fidia,
Aspasia)
Cresce la rivalità tra Atene e Corinto.
Pericle ingiunge a Potidea di rimandare in
patria i magistrati corinzi
Decreto megarese: proibito a Megara l’accesso a tutti i porti della Lega delio-attica.
Inutili trattative di pace
LA GUERRA DEL PELOPONNESO
La prima fase della guerra: la cosiddetta fase archidamica.
La peste ad Atene.
Destituzione di Atene.
Pericle riabilitato.
Morte di Pericle (gli succede Cleone)
Capitolazione degli Spartani bloccati dagli
Ateniesi a Sfacteria.
Marcia dello spartano Braside verso la
penisola Calcidica.
Gli Ateniesi e i Persiani rinnovano la pace
di Callia.
Battagli di Anfipoli: l’ateniese Cleone e lo
spartano Brasida muoiono.
Pace di 50 anni tra Atene e Sparta (pace di
Nicia)
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419
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417
416
415-413
Spedizione ateniese in Sicilia (Alcibiade,
Nicia, Làmaco).
Scandalo
delle
Erme:
Alcibiade,
415
richiamato, si rifugia a Sparta.
Grecia: riprende la guerra tra Atene e
414
Sparta
Sicilia: esito catastrofico della spedizione
413
ateniese (Nicia muore)
Rinnovato l’accordo tra Sparta e la Persia.
412
Difficoltà finanziarie ad Atene.
411,
maggio- Affossamento della democrazia ateniese:
istituzione di una oligarchia estremista
giugno
(dittatura dei 400).
Costiruzione di Teramene: compromesso
411, estate
tra l’indirizzo democratico e quello
oligarchico. Il potere nelle mani dei 5000.
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406
405
404
404
403
Vittoria navale di Alcibiade a Cizico.
Atene: crollo del governo dei 5000,
riaffermazione dell’antica democrazia.
Ritorno di Alcibiade ad Atene.
Battaglia navale di Notion: lo spartano
Lisandro vince, Alcibiade è destituito.
Battaglia navale delle Arginuse: gli
Ateniesi vincono, ma 6 strateghi furno
processati e condannati a morte per non
aver prestato soccorso ai naufraghi.
Proposta di pace da parte di Sparta: Atene
rifiuta.
Battaglia agli Egospotami: vittoria di
Sparta (Lisandro).
Atene bloccata per mare e per terra.
Capitolazione di Atene. Dure condizioni
di pace:
rinuncia ad ogni possedimento fuori
dell’Attica;
- abbattimento delle Lunghe Mura;
- riduzione della flotta a 12 navi;
- rimpatrio degli esiliati;
- adesione alla Lega Peloponnesiaca.
Atene:
nuovamente
affossata
la
democrazia: il governo dei 30 Tiranni,
regime di terrrore).
Trasibulo, esule a Tebe, guida un piccolo
gruppo di esiliati nella lotta contro i 30.
Fine dei 30.
Atene: Collegio dei 10 appartenenti all’ala circa: Per circa un decennio (403-393)
moderata. Amnistia generale.
esercita la professione di logografo, per
Sparta: caduta di Lisandro.
ragioni economiche, dato che la guerra
aveva rovinato tutto il patrimonio familiare. Egli rinnegherà poi la sua attività di
logografo.
A questo periodo dovrebbero dunque appartenere le 6 orazioni giudiziarie che ci
sono giunte sotto il suo nome (tuttavia potrebbero anche essere orazioni fittizie,
composte come modelli per l’insegnamento):
 Eginetico (per una questione di eredità)
 Trapezitico (richiesta di restituzione
di un deposito bancario)
 Sulla biga (orazione in difesa di
Alcibiade il giovane, che in qualche
punto diventa encomio del padre)
 Contro Callimaco
 Contro Lochite
 Contro Eutinoo
9
402
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400-371
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396-394
395
394
393
392
391
390
Persia: lotte dinastiche per la successione
al trono (tra Ciro il Giovane e suo fratello
Artaserse II).
Reclutamento dei mercenari greci.
Persia: battaglia di Cunassa. Morte di Ciro
e ritiro dei mercenari greci guidati dallo
storico Senofonte.
Trentennio di egemonia spartana.
Morte di Socrate.
Campagna del re spartano Agesilao contro
la Persia in Asia Minore.
Scoppio della guerra tra Corinto e Sparta.
Vittoria navale della flotta persiana guidata dall’ateniese Conone a Cnido.
Fine della talassocrazia spartana.
Trattative di pace tra Atene e Sparta.
Fonda la sua scuola di eloquenza, che in
breve tempo acquistò straordinaria fama.
Ebbe tra i suoi allievi personaggi destinati
a far parte dell’élite intellettuale dell’epoca: gli storiografi Teopompo ed Eforo, i
retori Licurgo e Iperide.
circa 390:
 Contro i sofisti, in cui Is. chiarisce la
sua posizione di maestro di eloquenza
contro i sofisti e i filosofi del tempo.
È un’orazione programmatica in cui
fissa i suoi obiettivi contro
- la filosofia platonica
- l’oratoria corrente di tipo politico e
giudiziario.
Decennio 390-380:
compone esercitazioni retoriche, 2 discorsi epidittici in cui
definisce il suo metodo didattico:


389
388
387
386
385
384
383
382
Platone fonda l’Accademia.
La pace del Gran Re o pace di Antalcida
tra la Grecia e la Persia.
Sparta occupa la Cadmea di Tebe e ripartisce la Grecia in distretti militari.
381
10
Encomio di Elena
Busiride.
Compone il Panegirico: grandioso discorso epidittico, destinato quindi alla lettura e
non
alla
recitazione,
diffuso
nell’occasione particolarmente solenne
delle Olimpiadi del 380, una delle grandi
feste nazionali (in greco da
cui trasse il titolo).
Contenuto a grandi linee: l’unione dei
Greci deve avvenire sotto l’egemonia
marittima di Atene, alla quale spetta una
posizione di dominio
- per il suo passato
- e per il suo primato spirituale.
380
379
378
377
376
375
Liberazione di Tebe con espulsione del
presidio spartano
Seconda Lega Marittima attica.
Congresso di pace a Sparta: riavvicinamento tra Sparta e Atene che non
vedevano di buon occhio l’ascesa di Tebe.
Dopo il 374:
Cominciano le orazioni in cui appare in
relazione con l’isola di Cipro e la sua casa
regnante:
 A Demonìco, la cui autenticità è stata
messa in dubbio: è una raccolta di
precetti, di massime, messe insieme
senza un filo conduttore, indirizzata a
Demonìco, il figlio di un amico,
Ipponico, nativo di Cipro.
 A Nicocle, in cui Isocrate rivolge al
nuovo re, figlio del defunto Evagora,
alcuni suggerimenti sui doveri del
sovrano.
 Nicocle, che si immagina pronunciato
dal re stesso, riguarda i doveri dei
sudditi.
 Evagora, encomio in onore del defunto re, ritratto ideale della figura del
principe.
circa:
Compone un discorso suggerito dal
pericolo incombente dell’egemonia tebana
 Plataico (immagina che un Plateese
chieda aiuto ad Atene per ricostruire la sua
città).
374
373
372
371
circa: Tebe distrugge Platea.
Battaglia di Leuttra: Tebe (Epaminonda e
Pelopida) vince la potenza spartana;
- fine dell’egemonia spartana
- inizio dell’egemonia tebana
11
371-362
370
369
368
367
366
Egemonia tebana
Dionisio II signore di Siracusa
Compone l’Archidamo, dove immagina
che a parlare sia il pretendente alla corona
spartana, portavoce della lotta contro
Messene, alleata di Tebe.
Compone un altro scritto per la casa di
Cipro  Evagora (l’elogio del sovrano
scomparso diventa l’occasione per disegnare il ritratto del principe ideale).
365
364
363
362
Battaglia di Cinoscefale (in Tessaglia):
Tebe vince, ma Pelopida muore.
Battaglia di Mantinea (Tebe vince contro
Atene + Sparta, ma muore Epaminonda):
- fine dell’egemonia tebana
- fine dell’età della .
Ascesa della potenza macedone
361
360
359
358
Filippo II re di Macedonia (359-336)
Filippo avanza verso Anfipoli e la penisola Calcidica, invadendo un territorio che
era nella sfera della potenza ateniese.
Poco prima del 357 (secondo altri verso il
355):
compone l’Areopagitico, in cui si propone
utopisticamente di ripristinare l’autorità
dell’Areopago, per sovrintendere alla formazione etica e civica dei cittadini.
357
356
355
Comincia la guerra sociale tra Atene e
alcuni suoi alleati della Lega (357-355)
Comincia la guerra sacra contro i Focesi
accusati di sacrilegio contro il tempio di
Delfi:
- a fianco di Tebe contro i Focesi 
Filippo
- a fianco dei Focesi  Atene e Sparta.
Si conclude la guerra sociale: Atene perde
metà del suo impero.
PANORAMA POLITICO ATENIESE:
Aristofonte: aveva condotto Atene contro i
suoi alleati;
Eubulo: aveva osteggiato la politica del
suo avversario, adoperandosi per la pace.
12
Isocrate subisce un processo per antidosi,
nel quale risulta sconfitto (gli offrirà lo
spunto per l’Antidosi, cominciata nel 354)
Dallo stato d’animo diffusosi immediatamente dopo la catastrofe nasce l’orazione
Sulla pace, improntata alla rassegnazione.
Isocrate propone di rinunciare ad ogni pretesa imperialistica, a favore di una riorganizzazione del sistema politico ateniese,
accostandosi alla linea pacifista di Eubulo.
Comincia la composizione dell’Antidosi,
una lunga orazione che è poi una singolare
apologia della sua vita e della sua attività
didattica.
354
353
352
352-351
351-350
349
estate
Megalopoli (città fondata dal tebano Epaminonda in funzione antispartana) chiede
aiuto ad Atene contro Sparta, ma Atene
era ancora alleata di Sparta proprio in
funzione antitebana. Che fare?
a Rodi il principe Mausòlo aveva cacciato
i democratici e aveva instaurato un regime
oligar-ghico favorevole alla Persia. Alcuni esuli democratici di Rodi chiedono
aiuto ad Atene.
Filippo sconfigge in battaglia i Focesi e
cerca di forzare le Termopili per
irrompere nel cuore della Grecia, ma viene
bloccato da contingenti ateniesi e spartani.
Il pericolo era ormai alle porte ed era
gravissimo!
Filippo invade la Tracia, poi cade
ammalato.
GLI ATENIESI E FILIPPO:
molti Ateniesi che avevano considerato
Filippo un personaggio trascurabile nel
353, lo ritenevano irresistibile nel 351 e i
due atteggiamenti avevano la stessa conseguenza pratica, l'inazione.
Anni di tregua per gli Ateniesi. Filippo
non rimase certamente inattivo, ma le sue
campagne si svolgevano in Illiria e il Epiro.
Intanto gli Ateniesi godevano di tutti i
vantaggi della pace: i redditi della città
aumentano, i ricchi investono, i poveri
beneficiano di distribuzioni più numerose.
Filippo attacca la Calcidica, e lancia un
ultimatum ad Olinto, la quale chiede
l'alleanza di Atene e il suo aiuto militare.
Atene invia una spedizione di soccorso ad
Olinto.
13
348
347
346
345
344
343
Scoppia una rivolta in Eubea.
Dilemma per gli Ateniesi:
soccorrere Olinto con un contingente
militare più forte (opinione di Demostene)
oppure
reprimere la rivolta in Eubea (opinione di
Eubulo) ?
Vince
l'opinione di Eubulo.

Risultato: doppio fallimento ateniese (in
Calcidica, dove Olinto e altre città
capitolano, e in Eubea, a cui Atene è
costretta a riconoscere l'indipendenza).
Morte di Platone
pace di Filocrate, i cui negoziati si svolsero in 3 tempi:
1) Atene invia a Filippo una prima
ambasceria per trattare la pace.
Risultato della pace: i Focesi venivano
esclusi dall'anfizionia e i loro 2 voti
venivano assunti da Filippo, che così
sedeva alla pari degli altri Greci nel cuore
della Grecia. Filippo insedia presidi
macedoni nei punti nevralgici della
Grecia. Molti ad Atene si ribellarono
all'idea che Filippo avrebbe partecipato
all'anfizionia.
2) Filippo invia un'ambasceria ad Atene
per giurare la pace;
3) Atene invia un'altra ambasceria per
giurare presso Filippo.
La situazione incandescente nel Peloponneso offre a Filippo numerose possibilità
d'intervento. In generale le fazioni oligarchiche facevano appello a Filippo per prevalere sulle rivali. Filippo manda dei
mercenari in aiuto di Messene oppressa
dalla minaccia spartana e correva voce che
si preparasse alla guerra contro Sparta.
Filippo intensifica la sua politica di
espansione in Tracia fino all'Ellesponto,
rintuzzando le molestie di un corpo di
spedizione Ateniese e mettendo in difficoltà i coloni che Atene aveva mandato
nel Chersoneso.
14
Compone il Filippo, orazione sotto forma
di lettera con cui esortava il sovrano
mace-done ad unificare i Greci e a guidarli
nella grandiosa lotta nazionale contro la
Persia.
All’età di 94 anni comincia la composizione del Panatenaico:
 celebrazione di Atene, in cui si uniscono la fervida passione per il
passato e la delusione per il presente;
 opera fortemente autobiografica, in
quanto è un’amara disamina della propria
inadeguatezza
nell’azione
politica.
342
341
341-340
340
339
338
337
336
336-323
Nuova lettera di protesta di Filippo, che
chiede il richiamo dei coloni mandati
dagli Ateniesi
Attività diplomatica di Demostene: Bisanzio e Abido si alleano con Atene; Rodi e
Chio promettono aiuto.
Per reazione agli interventi ateniesi,
Filippo assedia Perinto e poi si dirige
contro Bisanzio; Atene invia due
spedizioni, Filippo leva l'assedio e si
dirige in Tracia dove ottiene successi solo
parziali.
Scoppia un'altra guerra sacra contro i
Locresi di Anfissa. Il consiglio anfizionico
affida il comando della guerra a Filippo
che occupa Elatea, riprendendo il controllo sulla via per le Termopili. Grazie
all'attività diplomatica di Demostene si
arriva ad un'alleanza tra Atene e Tebe e
altre città greche.
Battaglia di Cheronea. Filippo vince.
Atene deve cedere le città del Chersoneso
tracico e a Tebe viene insediata una
guarnigione macedone.
Congresso di Corinto  viene decisa la
guerra contro la Persia.
Filippo muore assassinato in una congiura.
Sul trono macedone sale Alessandro.
Atene stringe alleanze segrete con Tebe e
altre città. Il Re di Persia invia denaro a
Demostene perché boicotti la spedizione
di Alessandro.
Regno di Alessandro
15
Isocrate muore (secondo la solita tradizione edulcorata, si lasciò morire sopraffatto dal dolore per la fine della libertà
greca).
Vita di Isocrate
Isocrate nacque ad Atene intorno al 436 a. C., pochi anni prima dello scoppio della guerra del
Peloponneso. Suo padre Teodoro era un ricco fabbricante di flauti, che più di una volta aveva
sostenuto la pesante liturgia della coregia. La ricchezza paterna gli procurò ottimi maestri: Gorgia
Socrate e Teramene e nel 404, all’indomani della sconfitta di Atene, gli consentì molto
probabilmente, di far parte delle liste dei tremila cittadini ai quali i Trenta assicurarono i diritti
politici. Per questo fu presente, forse in qualità di buleuta, al processo contro Teramene. Fu anche
l’unico che tentò – secondo una tradizione che risale a Eforo di Cuma, ma che è smentita da
Senofonte - di impedire agli inservienti degli Undici di strappare l’antico maestro dall’altare
presso il quale si era rifugiato. Fu lo stesso Teramene a pregarlo di desistere da un tentativo che
sarebbe stato inutile. Al termine della guerra del Peloponneso, poiché la sua famiglia era ormai
dissestata economicamente, mise a frutto l’educazione retorica e si dedicò alla professione di
logografo, anche se in seguito se ne vergognò e negò di averlo mai fatto.
Intorno al 390, comunque, lasciò l’attività di logografo e fondò ad Atene una scuola di retorica. Ne
traccia il programma nell’orazione Contro i sofisti. Non entrò mai direttamente nell’agone politico,
per difetto di “coraggio fisico”, ma per cinquant’anni dall’osservatorio privilegiato della sua scuola
dedicò sempre grande attenzione agli avvenimenti della Grecia, elaborando un programma politico
che i suoi allievi avrebbero potuto attuare. Ad esso rimase fedele durante tutta la sua lunga carriera.
La prima formulazione di esso è contenuta nel Panegirico, pubblicato nel 380, nel quale,
rivolgendosi ad una immaginaria assemblea di tutti i Greci, esorta tutte le poleis alla concordia, in
vista della lotta contro il barbaro. Esso costituisce la base ideologica della seconda lega delio-attica,
che venne fondata tre anni dopo, nel 377, dall’allievo prediletto Timoteo.
Anche le orazioni degli anni successivi di contenuto apparentemente parenetico, quelle in onore dei
sovrani di Cipro,- A Nicocle, (già discepolo di Isocrate), Nicocle ed Evagora - hanno in realtà un
risvolto politico, dal momento che in esse viene enfatizzata la resistenza di Evagora contro l’impero
persiano e l’amicizia che il figlio di lui Nicocle nutre nei confronti degli Ateniesi, che potrebbe
assicurare un efficace appoggio per una spedizione contro la Persia. Quando il sogno del
panellenismo si infrange con l’entrata nell’agone politico di Tebe che nel 374 distrugge Platea, la
delusione ispira a Isocrate due discorsi, il Plataico, nel quale si immagina che un Plateese chieda
aiuto agli Ateniesi per la ricostruzione della città e l’ Archidamo, nel quale il giovane Archidamo
esorta il congresso degli Spartani e dei loro alleati (366 a.C.) a non accettare le condizioni di pace
imposte da Tebe.
Nel 357, poco prima della disgregazione della seconda lega delio attica, Isocrate dà voce alle sue
riserve sul sistema democratico ateniese e nell’ Areopagitico (il discorso più esplicitamente
politico) avanza la proposta di ritornare ad una democrazia moderata, sotto la guida morale del
tribunale dell’Areopago. In seguito alla dissoluzione della lega (355 a.C.) interviene nel dibattito
politico appoggiando con l’orazione Sulla pace la politica di Eubulo, che negli stessi anni riceveva
anche l’appoggio di Senofonte e di Demostene.
Poco dopo la fine della guerra sociale dopo aver perso un processo per antidosis intentatogli da un
tale Megaclide, Isocrate scrive un’orazione fittizia, che intitola Antidosis, nella quale fingendo di
subire un processo simile a quello appena concluso difende la sua vita e il suo insegnamento.
Nel frattempo la situazione in Grecia è precipitata e dopo l’effimera egemonia tebana si affaccia
sulla scena politica Filippo di Macedonia, che riesce a conquistare Olinto nella penisola Calcidica e
a sconfiggere nella cosiddetta guerra sacra i Focei, accusati di usurpare i tesori del santuario di
Delfi. Le operazioni militari terminano con la pace di Filocrate del 346, che riconosce a Filippo il
possesso di Olinto e due posti nel Consiglio della Anfizionia delfica. Isocrate, ormai noventenne,
con il Filippo si rivolge al re, esortandolo a farsi promotore della riunificazione politica della Grecia
e di una campagna contro la Persia. La medesima esortazione aveva rivolto in precedenza a Dionigi
il Vecchio di Siracusa, ai figli del tiranno Giasone di Fere e ad Archidamo, ma i suoi appelli per
ragioni diverse non avevano avuto seguito. Non aveva abbastanza chiaro Isocrate che Filippo non
16
poteva diventare la guida della Grecia perché era prima di tutto il re di Macedonia e che contro la
Persia sarebbe andato, ma solo dopo aver sottomesso la Grecia al suo impero. E la delusione per la
politica di Filippo non tardò, come si può leggere nella prima Lettera a Filippo, nella quale lo
rimprovera, seppur velatamente, di essersi preoccupato dei suoi interessi di sovrano di uno stato
particolare piuttosto che dei suoi doveri di capo panellenico. Questo lo fece avvicinare
maggiormente ad Atene, alla quale tesse un commosso elogio nell’ultima sua opera, il Panatenaico,
che terminò all’età di novantasette anni. Dopo la battaglia di Cheronea (338) nella quale la Grecia
perse la sua indipendenza, Isocrate si lasciò morire di fame, non senza aver tentato per l’ultima
volta di riproporre a Filippo il suo programma politico. Le sue esequie ebbero luogo nel settembre
del 338, quando ancora si stavano celebrando i caduti della battaglia.
Opere
Nel corpus delle opere di Isocrate ci sono pervenute sei orazioni giudiziarie: Contro Eutinoo,
Contro Callimaco, Contro Lochite, Per un tiro di cavalli, Trapezitico, Eginetico.
Scritte per la scuola sono la Contro i sofisti, che in polemica con gli eristici, i sofisti e i logografi
pone le basi del nuovo progetto educativo, che si fonda su tre principi fondamentali: una buona
natura, un costante esercizio e un buon maestro, il tutto per giungere non ad una impossibile
perfezione (che i filosofi eristici promettono, ma non aiutano a raggiungere), ma a trovare la
soluzione più opportuna in base alla situazione del momento storico. L’Encomio di Elena e il
Busiride mostrano, in polemica con Gorgia e con Policrate come debba essere impostato un
encomio degno di questo nome.
Le altre opere hanno tutte una finalità politica e pedagogica:
il Panegirico rivolto ad una assemblea immaginaria costituisce il manifesto del panellenismo .
A Demonico, di dubbia autenticità, è un trattatello di morale generale.
A Nicocle tratta dei doveri del buon sovrano rivolgendosi all’antico discepolo Nicocle, che intorno
al 373 era diventato sovrano di Salamina di Cipro. Nicocle, invece, è una immaginaria allocuzione
che il sovrano tiene di fronte ai sudditi per definire i loro doveri verso il re. Evagora, il terzo dei
discorsi cosiddetti “di Cipro” è un elogio funebre di Evagora, padre di Nococle, morto di morte
violenta e inaugura il nuovo genere letterario dei discorsi funebri in prosa.
Il Plataico e l’Archidamo sono entrambi in funzione antitebana: il primo è una richiesta di aiuto
rivolta agli ateniesi, perché diano il loro aiuto alla riedificazione della città, il secondo è una
allocuzione del giovane Archidamo per indurre gli Spartani a non accettare le proposte di pace di
Tebe.
L’Areopagitico, che precede di poco lo scoppio della guerra sociale, Isocrate, prende le distanze dal
governo democratico, che gli sembra, nonostante i correttivi, difettoso, dal momento che per ben
due volte ha deposto il “suo” Timoteo e propone il ritorno ad una democrazia moderata, quella di
Solone di Clistene..
L’orazione Per la pace, scritta quando ormai era chiaro che Atene avrebbe perso la guerra sociale,
sembra abbandonare il sogno del panellenismo ed esorta a far pace con gli alleati aderendo alla
politica rinunciataria di Eubulo. Propone inoltre, per alleggerire il peso dei nullatenenti di fondare
colonie panelleniche in Tracia (laddove Senofonte propone invece di sfruttare in maniera più
adeguata le miniere del Pangeo).
L’Antidosis fu scritta dopo che Isocrate subì (e perse) un processo per antidosis (scambio dei beni)
intentatogli da un tale Megaclide. Prendendo a modello l’Apologia di Socrate l’oratore si difende
davanti ad un immaginario tribunale dall’accusa di corrompere i giovani e di essersi arricchito a
dismisura insegnando l’arte delle retorica..
Filippo scritto l’indomani della pace di Filocrate (346) si rivolge al re di Macedonia per proporgli
l’unificazione della Grecia e la lotta contro il barbaro persiano. Anziché a convincenti motivazioni
politiche ricorre ad argomenti mitologici: il re, essendo discendente di Eracle, benefattore degli
Elleni, ha il dovere di rinnovarne l’opera, pacificando la Grecia.
17
Il Panatenaico è l’ultima opera, iniziata all’età di novanta quattro anni e terminata tre anni dopo. È
un’opera complessa e forse un po’ enigmatica. È un inno di lode ad Atene, della quale vengono
esaltate la tradizione culturale e la costituzione in aperta polemica con Sparta, polemica che viene
attenuata solo verso la fine dell’opera. Ma accanto a questo Isocrate trova anche il modo di
difendere la sua concezione pedagogica, di dibattere sulla migliore forma di governo e di riproporre
il suo ideale panellenico.
Alle orazioni politiche vanno aggiunte nove epistole, scritte tra il 366 e il 338, indirizzate a Dioniso,
a Filippo (due), ad Antipatro, ad Alessandro, ai figli di Giasone di Fere, a Timoteo, ai Magistrati di
Mitilene, ad Archidamo.
Stile
Timeo di Tauromenio scriveva che Alessandro per portare a termine la sua spedizione in Asia
impiegò meno anni di quelli costati a Isocrate per comporre il Panegirico. La battuta al vetriolo,
riportata dall’autore del Sublime intendeva evidentemente sottolineare accanto alla fulmineità di
Alessandro l’ ossessiva cura dello stile, che è caratteristica di Isocrate. Egli infatti oltre ad usare un
lessico preciso, ricco di sinonimi, è attento alla collocazione delle parole e, pur ricorrendo
moderatamente alle figure di suono (allitterazione, omoteleuto, paronomasia ecc.) pone grande
attenzione a impostare il periodo in maniera armonica ed equilibrata, attraverso studiate simmetrie
in un gioco di parallelismi e antitesi, con grande ricchezza di nessi subordinanti e una preferenza
spiccata per le costruzioni participiali. L’attenzione con cui cerca la ripetizione degli stessi schemi,
con cui evita i passaggi bruschi da una riflessione all’altra o il ricorso alla variatio o anche solo ad
un vocabolo inaspettato producono spesso un’impressione di monotonia, che ha fatto definire la
sua prosa “marmorea”, levigatissima, ma fredda. Molto attento alla scorrevolezza e alla musicalità
evita in maniera puntigliosa le combinazioni stridenti: iati, ripetizione della stessa sillaba in parole
successive, combinazione di lettere di difficile pronuncia. Un punto fermo del suo stile, divenuto
poi sigla della prosa d’arte greca, è la prevenzione nei confronti dello iato. Per evitarlo poche volte
ricorre alla crasi o all’elisione, più spesso mostra di scegliere attentamente le parole e di curarne la
posizione nella frase in modo che l’incontro di vocali non si verifichi. Mostra anche una
straordinaria attenzione al ritmo ottenuto col ricorso a studiate combinazioni di giambi e di trochei.
Fortuna
L’idea di Isocrate di privilegiare la retorica all’interno del programma educativo per i futuri
dirigenti della società ha avuto una enorme influenza nella cultura occidentale. “È stata la struttura
ideologica dell’ Orator di Cicerone, del sistema educativo di Quintiliano e dell’intera concezione
educativa del tardo periodo classico” ( Cambridge,II, p.171) e forse di certo classicismo moderno…
Della stima di cui godette nei secoli è prova la ricca tradizione manoscritta, anche papiracea, ma il
giudizio dei moderni è a volte severo, poiché si ritiene che la sua influenza “non sempre sia stata un
bene. “La sterile concezione di un classicismo realizzato a livello della forma è in buona parte una
sua eredità, ma la classicità è un’altra cosa”. ( Del Corno., p.333).
18
L’ORATORIA POLITICA: DEMOSTENE
(Euloghia, pp. 451 sgg.; vedi anche “L’affare “Arpalo”, pp. 583)
DATA
400-371
399
398
397
396-394
395
394
393
392
391
390
389
388
387
386
EVENTO
Trentennio di egemonia spartana.
Morte di Socrate.
381
380
379
378
377
376
375
374
373
372
371
371-362
DEMOSTENE
Campagna del re spartano Agesilao contro
la Persia in Asia Minore.
Scoppio della guerra tra Corinto e Sparta.
Vittoria navale della flotta persiana guidata dall’ateniese Conone a Cnido.
Fine della talassocrazia spartana.
Trattative di pace tra Atene e Sparta.
La pace del Gran Re o pace di Antalcida
tra la Grecia e la Persia.
385
384
383
382
Autore:
Nasce da un ricco industriale, che possedeva 2 fabbriche: una di armi e una di
mobili
Sparta occupa la Cadmea di Tebe e ripartisce la Grecia in distretti militari.
Liberazione di Tebe con espulsione del
presidio spartano
Seconda Lega Marittima attica.
Perde il padre; viene affidato a tutori
disonesti che depredano il suo ricco patrimonio.
Congresso di pace a Sparta: riavvicinamento tra Sparta e Atene che non
vedevano di buon occhio l’ascesa di Tebe.
Battaglia di Leuttra: Tebe (Epaminonda e
Pelopida) vince la potenza spartana;
- fine dell’egemonia spartana
- inizio dell’egemonia tebana
Egemonia tebana
19
370
369
368
367
366
365
364
363
362
Dionisio II signore di Siracusa
Circa: sceglie Iseo, esperto di diritto ereditario, come maestro di retorica
Battaglia di Cinoscefale (in Tessaglia):
Tebe vince, ma Pelopida muore.
(20 anni) - primo discorso giudiziario:
intenta una complessa azione giudiziaria
contro l'ex tutore Afobo e i suoi compari,
che tentavano di non restituire il maltolto
(3 orazioni contro Afobo, 2 contro
Onetore). Riesce ad ottenere una parte del
patrimonio, per questo anch’egli si dedicò
alla remunerativa attività di logografo.
Battaglia di Mantinea (Tebe vince contro
Atene + Sparta, ma muore Epaminonda):
- fine dell’egemonia tebana
- fine dell’età della .
Ascesa della potenza macedone
361
360
359
358
357
356
355
Filippo II re di Macedonia (359-336)
Filippo avanza verso Anfipoli e la penisola Calcidica, invadendo un territorio che
era nella sfera della potenza ateniese.
Comincia la guerra sociale tra Atene e
alcuni suoi alleati della Lega (357-355)
Comincia la guerra sacra contro i Focesi
accusati di sacrilegio contro il tempio di
Delfi:
- a fianco di Tebe contro i Focesi 
Filippo
- a fianco dei Focesi  Atene e Sparta.
Si conclude la guerra sociale: Atene perde
metà del suo impero.
PANORAMA POLITICO ATENIESE:
Aristofonte: aveva condotto Atene contro i
suoi alleati;
Eubulo: aveva osteggiato la politica del
suo avversario, adoperandosi per la pace.
Eubulo inoltre sostiene il rafforzamento
della flotta, ma tende ad evitare avventure
belliche.
20
(25 anni) - primo discorso pubblico, non
politico  SULLA CORONA DELLA
TRIERARCHIA:
Demostene
reclama
l'attribuzione della corona per essersi
sottoposto ad una delle più costose
liturgie, armando in modo esemplare una
trireme.
Demostene inizialmente si schiera con
Eubulo, accusando Aristofonte di aver
distrutto con la guerra sociale l'impero
marittimo ateniese.
Prima orazione giudiziaria a sfondo
politico (si tratta di politica finanziaria):
CONTRO ANDROZIONE, accusato di riscuotere le tasse in modo troppo vessatorio. L'orazione fu composta da Demostene, per un certo Diodoro (Demostene
logografo).
354
(30 anni) seconda orazione giudiziaria
a sfondo politico (ancora politica
finanziaria): CONTRO TIMOCRATE,
accusato del difetto opposto, cioè di eccessiva indulgenza finanziaria. L'orazione fu
pronunciata da Demostene stesso, in
qualità di (assistente).
Demostene s’immerge sempre più nella
partecipazione attiva alla vita civile
ateniese e passa all’oratoria decisamente
politica.
ancora 354
Prima demegoria (primo discorso politico pronunciato davanti all'assemblea
 SULLE SIMMORIE.
Le simmorie erano "associazioni" di cittadini soggetti ad un'imposta patrimoniale
speciale: quando era stata costituita la
seconda Lega delio-attica, Atene, per
mantenere la flotta, aveva imposto una
tassa ai cittadini abbienti, suddivisi in 20
associazioni, ciascuna di 60 contribuenti
().
Proposta di Demostene  aumentare il
gettito della imposta, elevando da 1200 a
2000 il numero dei contribuenti. La natura
del discorso è finanziaria, ma il fine è
politico: per difendere la pace bisogna aumentare gli armamenti (politica di
Eubulo). L'assemblea gli diede ragione.
353
352
Megalopoli (città fondata dal tebano
Epaminonda in funzione antispartana)
chiede aiuto ad Atene contro Sparta, ma
Atene era ancora alleata di Sparta proprio
in funzione antitebana. Che fare?
21
Demostene interviene nella questione di
Megalopoli, pronunciando l'orazione PER
I MEGALOPOLITANI.
Posizione di Demostene:
appoggia l'intervento ateniese nel Peloponneso, in favore di Megalopoli contro
Sparta, perché sperava in tal modo di
condurre dalla parte di Atene città come
Argo, Messene, Sicione.
Rottura con Eubulo: Eubulo considerò
utopistico progetto politico di Demostene
e la diversità di opinione portò ad
un'aperta rottura tra i due politici.
ancora 352
A Rodi il principe Mausòlo aveva cacciato
i democratici e aveva instaurato un regime
oligarghico favorevole alla Persia. Alcuni
esuli democratici di Rodi chiedono aiuto
ad Atene.
Demostene interviene nella questione di
Rodi, pronunciando l'orazione PER LA
LIBERTÀ DEI RODII.
Posizione di Demostene:
sostiene il principio che Atene doveva
intervenire dappertutto in favore dei
regimi democratici; aiutando i democratici
di Rodi si sarebbe contrastata la Persia e si
sarebbe rafforzata Atene.
N.B.  la democrazia è dunque vista da
Demostene come strumento di egemonia:
egli ha abbandonato la linea politica di
Eubulo che faceva di Atene un'inerte
spettatrice.
Filippo sconfigge in battaglia i Focesi e
cerca di forzare le Termopili per irrompere nel cuore della Grecia, ma viene
bloccato da contingenti ateniesi e spartani.
Il pericolo era ormai alle porte ed era
gravissimo!
Primo riferimento a Filippo: nel
discorso per i Rodii Demostene nomina
per la prima Filippo: par. 24 "(...)






("vedo che spesso alcuni di voi non
tengono in alcun conto Filippo, mentre
temono il Re come un nemico potente per
coloro contro cui voglia muovere
guerra,").
Atene è dunque per Demostene tra due
fuochi: la Persia e la Macedonia, ma il
fuoco più pericoloso è quello macedone e
Demostene se ne accorgerà presto, in
modo quasi maniacale.
22
352-351
Filippo invade la Tracia, poi cade
ammalato.
GLI ATENIESI E FILIPPO:
molti Ateniesi che avevano considerato
Filippo un personaggio trascurabile nel
353, lo ritenevano irresistibile nel 351 e i
due atteggiamenti avevano la stessa conseguenza pratica  l'inazione.
351-350
Anni di tregua per gli Ateniesi. Filippo
non rimane certamente inattivo, ma le sue
campagne si svolgono in Illiria e il Epi-ro.
Intanto gli Ateniesi godevano di tutti i
vantaggi della pace: i redditi della città
aumentano, i ricchi investono, i poveri
beneficiano di distribuzioni più numerose.
Filippo attacca la Calcidica, e lancia un Nel giro di qualche mese pronuncia le tre
ultimatum ad Olinto, la quale chiede orazioni OLINTIACHE, dove Demostene
l'alleanza di Atene e il suo aiuto militare. chiama Atene a soccorrere la città aggredita da F., schierandosi energicamente
contro il governo di Eubulo, che accusa di
inerzia.
349
estate 349
348
Atene invia una spedizione di soccorso ad
Olinto.
Scoppia una rivolta in Eubea.
Dilemma per gli Ateniesi:
soccorrere Olinto con un contingente
militare più forte (opinione di Demostene)
oppure
reprimere la rivolta in Eubea (opinione di
Eubulo)?
Vince l'opinione di Eubulo.

Risultato: doppio fallimento ateniese
(in Calcidica, dove Olinto e altre città capitolano, e in Eubea, a cui Atene è costretta a riconoscere l'indipendenza).
23
(33 anni): Demostene pronuncia in assemblea la sua PRIMA FILIPPICA, con cui
cerca di scuotere gli animi e di sottrarli
all'inerzia, ma non si limita ai sentimenti,
bensì fa anche proposte concrete sull'armamento militare da apprestare e sulla
strategia delle operazioni belliche in difesa
dei punti attaccati da Filippo. Demostene
illustra il progetto nei suoi termini
finanziari, indicando con quali risorse
poteva essere realizzato.
Alcune considerazioni:
1) l'orazione è un vero capolavoro di
eloquenza;
2) non sappiamo se l'orazione fece
impressione sull'uditorio ateniese, ma
comunque le sue proposte non furono
accettate;
3) anche certi storici moderni hanno
criticato il piano d'azione proposto;
4) ancora D. non è un irriducibile bellicista, non respinge la prospettiva di una
pace, purché lo status quo non si modifichi ulteriormente a favore di Filippo.
348-346
Demostene ritiene che ora Atene si debba
adoperare per la pace. Perché? probabilmente per concedere agli Ateniesi un
respiro che avrebbe loro permesso di
prepararsi meglio alla successiva guerra.
Demostene compone un discorso per una
causa privata, la CONTRO MIDIA.
Dalle affermazioni di questo discorso
sembra che Demostene abbia intrapreso
una nuova campagna contro Eubulo e i
suoi amici politici, fondata su nuovi temi:


la denuncia della hybris dei ricchi
l’appello alla vigilanza del popolo
contro un complotto oligarchico.
Demostene cercava così di screditare il
gruppo di Eubulo presentandolo come “il
partito dei ricchi”.
347
346
Morte di Platone
Pace di Filocrate.
Risultati della pace: Filippo insedia presidi macedoni nei punti nevralgici della
Grecia.
Dopo la pace di
Filocrate
La vita politica ateniese è dominata dalla
questione dei rapporti con Filippo. La
contrapposizione tra
 fautori dell’intesa con Filippo
 e fautori della fermezza nei suoi confronti
tendeva a relegare in secondo piano tutte
le altre divisioni.
345
344
La situazione incandescente nel Peloponneso offre a Filippo numerose possibilità
d'intervento. In generale le fazioni oligarchiche facevano appello a Filippo per prevalere sulle rivali. Filippo manda dei
mercenari in aiuto di Messene oppressa
dalla minaccia spartana e correva voce che
si preparasse alla guerra contro Sparta  Demostene ottiene dal popolo di essere
inviato come ambasciatore nel Peloponneso per mettere in guardia soprattutto gli
Argivi e i Messeni contro l'alleanza macedone. La sua iniziativa provoca la protesta
scritta di Filippo che si mostra stupito
dell'atteggiamento dei suoi "alleati" ateniesi. Mentre gli Ateniesi discutono sulla
risposta da dare a quella lettera, Demostene pronuncia la SECONDA FILIPPICA, in
cui non propone nessuna misura
immediata, ma si limita a esortare gli
Ateniesi a prendere coscienza della gravità
del pericolo. Non propone quindi nessuna
azione immediata, ma mira ad agire
sull’opinione pubblica ateniese.
24
Sembrava giunto a Demostene e ai suoi
amici il momento ooportuno per fare
condannare legalmente i filipizzanti più
noti:
344-343
Iperide contro Filocrate
Iperide intenta a Filocrate una una
denuncia al popolo per alto tradimento,
così formulata: “Come oratore, egli
sostiene proposte contrarie all’interesse
del popolo ateniese, perché riceve denaro
e doni dai nemici del popolo”.
L’assemblea decretò un voto ostile a
Filocrate e Iperide portò la causa davanti
al tribunale. Senza aspettare il giorno del
processo, Filocrate preferì lasciare Atene e
fu condannato a morte in contumacia.
Demostene contro Eschine
Demostene attacca personalmente Eschine
con l'orazione SULLA CORROTTA AMBASCERIA, addossandogli la responsabilità
delle clausole più sfavorevoli della pace di
Filocrate.
Le prove sono deboli, ma l'eloquenza è
grande. A favore di Eschine interviene Eubulo; Eschine, per pochi voti, viene assolto.
343
Filippo intensifica la sua politica di
espansione in Tracia fino all'Ellesponto,
rintuzzando le molestie di un corpo di
spedizione Ateniese e mettendo in
difficoltà i coloni che Atene aveva mandato nel Chersoneso.
Per rafforzare le loro posizioni nel
Chersoneso gli Ateniesi avevano inviato
un contingente di mercenari diretti dallo
stratego Diopite. La maggior parte delle
città del Chersoneso accolse con gioia il
rafforzamento dei cleruchi, ma Cardia,
alleata di Filippo, fece appello al re
macedone che inviò delle truppe per
sostenerla. Diopite, per rappresaglia e
anche perché doveva pagare il suo
esercito, saccheggiò parecchie località
tracie del regno di Filippo e aggravò la sua
posizione torturando e chiedendo un
riscatto per il rilascio dell’inviato
macedone che si era recato da lui per
rivendicare la liberazione dei prigionieri.
342
25
341
Nuova lettera di protesta di Filippo, che
chiede il richiamo in patria di Diopite.  Alcuni oratori ritennero che le proteste di
Filippo fossero fondate, la sua richiesta
giustificata e che un rifiuto avrebbe
portato la città alla guerra.
Demostene replicò con l'orazione SUI
FATTI DEL CHERSONESO, in cui l'oratore
si batte perché Diopite e i coloni Ateniesi
non vengano richiamati in patria.
341
Qualche settimana più tardi Demostene
pronuncia la TERZA FILIPPICA, in cui
riprende e amplifica la denuncia degli atti
e delle ambizioni di Filippo e propone un
insieme di misure militari e diplomatiche
per salvaguardare la libertà di Atene e di
tutti i Greci.
primavera-estate
341
Demostene si rivolge spesso al popolo per
convincerlo ad adottare una politica di
resistenza sistematica a Filippo. A
seconda delle circostanze, sviluppa più o
meno i diversi temi del suo programma
d'azione.
Compone la QUARTA FILIPPICA.
341-340
Attività diplomatica di Demostene:


Bisanzio e Abido si alleano con Atene;
Rodi e Chio promettono aiuto.
340
Per reazione agli interventi ateniesi,
Filippo assedia Perinto e poi si dirige contro Bisanzio; Atene invia due spedizioni,
Filippo leva l'assedio e si dirige in Tracia
dove ottiene successi solo parziali.
339
Scoppia un'altra guerra sacra contro i
Locresi di Anfissa. Il consiglio anfizionico
affida il comando della guerra a Filippo
che occupa Elatea, riprendendo il controllo sulla via per le Termopili. Grazie
all'attività diplomatica di Demostene si
arriva ad un'alleanza tra Atene e Tebe e
altre città greche.
26
L'astro di Demostene è all'apice del prestigio, non solo in patria, ma in tutta la
Grecia.
La sua attività di uomo politico si concentra nella realizzazione di un’alleanza
contro la Macedonia con tebe, che mal
sopportava l’occupazione macedone delle
regioni confinanti.
L’oratore riceve anche la corona d’oro,
insigne riconoscimento per aver riavvicinato l’Eubea ad Atene.
338
Battaglia di Cheronea. Filippo vince.
Atene deve cedere le città del Chersoneso
tracico e a Tebe viene insediata una
guarnigione macedone.
337
Congresso di Corinto  viene decisa la
guerra contro la Persia.
Poiché Demostene aveva versato del
denaro suo nelle casse dello stato e poiché
aveva ben meritato della patria, Ctesifonte
propose che gli si assegnasse in teatro una
corona d'oro. La proposta era già stata
votata dal Consiglio, quando fu impugnata
come illegale da Eschine, il quale
sosteneva che la politica di Demostene era
stata fallimentare e non meritava alcun
riconoscimento (la causa sarà comunque
dibattuta 6 anni dopo, nel 330).
336
336
336-323
335
334
334-333
333
332
331
Demostene partecipa alla battaglia di
Cheronea, combattendo come oplita. Si
salva con la fuga. Tuttavia non viene
abbandonato dai suoi concittadini, fu anzi
incaricato di pronunciare l'orazione funebre (EPITAFIO) per i caduti e fu eletto a
difesa delle mura e alla cassa del teorico.
Filippo muore assassinato in una congiura.
Sul trono macedone sale Alessandro.
Atene stringe alleanze segrete con Tebe e
altre città. Il Re di Persia invia denaro a
Demostene perché boicotti la spedizione
di Alessandro.
Regno di Alessandro
Tebe si ribella alla guarnigione macedone;
Alessandro dà ordine di incendiare e radere al suolo Tebe, lasciando intatta solo la
casa di Pindaro. Risparmia anche Atene,
ma vuole i dieci oratori più ostili, tra cui
Demostene, Iperide e Licurgo. I tre si
salvano grazie all'intervento di Demàde, il
quale poi convince i suoi concittadini a
congratularsi col re macedone per aver punito la città ribelle (!!!).
Comincia l'impresa asiatica di Alessandro.
Battaglia sul fiume Granico (Alessandro
viene salvato dall'amico Clito).
Alessandro avanza attraverso la Licia e la
Panfilia e giunge a Gordio (episodio del
nodo).
Battaglia di Isso (Siria). Fuga di Dario III.
Assedio e conquista di Tiro.
Alessandro giunge in Egitto. Fondazione
di Alessandria. A. nell'oasi di Siwah visita
il santuario di Zeus Ammonio.
Alessandro lascia l'Egitto. Battaglia di
Gaugamela. Nuova fuga di Dario.
Alessandro entra da vincitore nelle capitali
Babilonia, Susa, Persepoli.
27
Alla notizia della morte di Filippo
Demostene, benché a lutto per la morte
della figlia, si veste di bianco e compare in
pubblico con la corona in testa, suscitando
in biasimo degli avversari.
Comincia il declino di Demostene.
330
Alessandro si dirige verso la Battriana.
(54 anni): Demostene osservava la situazione senza agire (in Oriente Alessandro
passava di vittoria in vittoria e in Grecia il
suo vicario Antipatro rinsaldava sempre
più il potere macedone), poiché si rendeva
conto che opporsi sarebbe stato un
suicidio e che era impossibile battersi per
l'egemonia di Atene: Tebe era stata
distrutta, Sparta umiliata, la Persia sconfitta. Opporsi ad Alessandro significava
perdersi: occorreva aspettare. Pertanto in
quegli anni Demostene invitava alla prudenza e alla moderazione, scontentando i
suoi sostenitori e suscitando in Iperide il
sospetto che segretamente fosse d'accordo
con Alessandro.
In questo momento egli scrive l'orazione
PER CTESIFONTE o SULLA CORONA, in
cui elenca i propri meriti verso la città,
giustificando integralmente la propria
linea politica. L'orazione è infatti tutta
retrospettiva: è la storia e la valutazione di
una politica di cui si seguono le radici fin
dentro il passato.
 Gli Ateniesi accolsero la proposta di
Ctesifonte e assegnarono la corona a
Demostene; Eschine con la sua orazione
Contro Ctesifonte non ottenne neppure un
quinto dei voti, perdette la causa e andò in
esilio a Rodi dove insegnò retorica, dove,
tra l’altro rielaborò, ampliò e riscrisse il
suo discorso
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323
322
Alessandro fa giustiziare Besso, che aveva
ucciso a tradimento Dario III.
Alessandro uccide l'amico Clito.
Alessandro fa uccidere Callistene, coinvolto in una congiura. Comincia la
spedizione in India.
Battaglia sul fiume Idaspe. Il principe
Poro diventa vassallo di Alessandro.
Gli uomini di Alessandro non vogliono
raggiungere il Gange
Alessandro torna a Pasargade, la città
degli imperatori persiani.
Arpalo (figlio di un fratello di Filippo e
tesoriere di Alessandro che male aveva
amministrato le ricchezze del re) appena
sa che il re sta tornando, fugge da Babilo- Demostene è coinvolto nello scandalo di
nia con un contingente di mercenari, 30
Arpalo e dall'inchiesta risultò che aveva
navi e 5000 talenti e si rifugia ad Atene.
intascato 20 talenti. Demostene si discolpò
dicendo che la somma corrispondeva a
Naturalmente Alessandro ne chiede la
quella da lui in altra circostanza anticipata
consegna. Gli Ateniesi arrestano Arpalo,
per lo stato. Iperìde che un tempo era stato
sequestrano il denaro e lo depositano
suo amico lo attacca e il tribunale lo
sull'acropoli, affidandolo ad una comcondanna a pagare 50 talenti. Poiché non
missione di cui fa parte anche Demostene.
ha il denaro per estinguere il debito,
Arpalo riesce a fuggire, ma viene ucciso a
finisce in prigione, da cui riesce a fuggire
Creta. Il tesoro fu restituito, ma ne manprima a Egina poi a Trezene.
cava la metà. Uomini di opposti schieramenti politici vengono accusati di corruzione e fra loro anche Demade e Demostene che vuole un'inchiesta.
Alessandro muore a Babilonia.
Le lotte tra i Diadochi.
La morte di Alessandro ha in Grecia Dopo la morte di Alessandro, Demostene
pesanti ripercussioni: si hanno ovunque viene richiamato ad Atene, che trovò un
insurrezioni.
espediente per simulare l’avvenuto
Si forma una nuova Lega Ellenica capeg- pagamento dei 50 talenti di multa. Viene
giata da Atene.
accolto come un trionfatore.
Morte di Aristotele.
La guerra tra la Lega Ellenica e le forze
macedoni si decide per mare, quando
presso Amorgo (un'’soletta delle Sporadi
a sud di Nasso) la flotta ateniese fu
costretta ad ammainare bandiera presso di
fronte all’ammiraglio macedone Clito.
Di lì a poco il macedone Antipatro scon- (62 anni) - Demostene fugge da Atene e si
fisse l’esercito ateniese a Crannone, in rifugia nel tempio di Posidone dell'isoletta
Tessaglia. Ad Atene il partito filomacedo- di Calauria di fronte alle coste dell'Argone riprende il sopravvento e alla democra- lide. Scovato dagli emissari di Antipatro,
zia radicale subentra una timocrazia.
Demostene si uccide col veleno.
29
Vita di Demostene
Demostene, nato nel 384 nel demo di Peania, era figlio di un ricchissimo industriale, che, morendo,
lo lasciò orfano a sette anni sotto la tutela del cugino Afobo. Crebbe fragile di salute sotto le cure
della madre, scita di origine (per questo Eschine lo chiamerà con disprezzo “lo Scita”). Da giovane
ascoltò Platone, ma fu grande ammiratore soprattutto di Tucidide, del quale ricopiò l’opera ben otto
volte. Diventato maggiorenne si rese conto che gran parte delle sue sostanze era stata dilapidata da
Afobo e dal cognato di lui Onetore. Nel 364, sotto la guida dell’oratore Iseo fece causa ad Afobo e a
Onetore. La somma di cui riuscì a ottenere la restituzione era molto inferiore a quella alla quale
aveva diritto, ma la vittoria contro il tutore gli aprì la strada verso l’attività di logografo, alla quale
si dedicò per tutta la vita. Evidentemente era un’attività piuttosto lucrosa, se nel 359, a soli
venticinque anni, fu in grado di assumere la trierarchia, che, insieme alla coregia, era la liturgia più
onerosa. Nello stesso anno di fronte alla  tiene un’orazione, Sulla corona trierarchica, nella
quale sostiene di meritare il riconoscimento per avere fornito la nave meglio equipaggiata.
Inizia la carriera politica durante l’ultimo anno della guerra sociale mettendo le sue competenze di
logografo a disposizione dei gregari del partito di Eubulo, che intentano processi contro la elite
dominante, considerata responsabile della fine della seconda Lega delio-attica e scrive, senza troppe
preoccupazioni di coerenza la Contro Androzione (355 a.C.), la Contro Timocrate, e la Contro
Leptine. Negli stessi anni inizia anche i discorsi più propriamente politici, davanti alla :
Sulle simmorie (353), Per i Megalopolitani(353), Per la libertà dei Rodiesi (351). Con gli ultimi
due mostra già di staccarsi dalla politica di Eubulo, sostenendo energicamente la necessità di
intervenire a favore dei governi democratici. Nei 351 con la Prima Filippica lancia il primo grido
d’allarme contro i successi di Filippo, affermando che il vero nemico non è la Persia, ma la
Macedonia ed è contro di essa che si devono armare un esercito e una flotta; quando Filippo attacca
Olinto, Demostene si schiera apertamente contro Eubulo e con le tre orazioni Per Olinto cerca di
convincere gli Ateniesi a intervenire, disposti anche a sacrificare il . Tardi la 
decide per l’intervento e l’ esiguità degli aiuti (appena duemila opliti) dimostra la riluttanza ad
abbandonare la politica di pace propugnata da Eubulo. Dopo la caduta di Olinto Atene non può far
altro che avviare le trattative che si concludono con la pace detta di Filocrate (346 a.C.), che
riconosce a Filippo le conquiste nella Tracia Meridionale e gli lascia mano libera nella guerra sacra
tra Tebe e la Focide, in seguito alla quale Filippo otterrà i due voti dei Focesi all’interno
dell’Anfizionia delfica. Sulle prime Demostene, che faceva parte dell’ambasceria insieme a
Eschine, con l’orazione Sulla pace si pronuncia in favore della tregua. Poco tempo dopo, però, il
partito antimacedone pare avere la meglio. Infatti Demostene convince Timarco ad accusare di
corruzione Eschine; nel 344 pronuncia la Seconda Filippica; nel 343 Iperide fa causa a Filocrate e
lo costringe ad andare in esilio e lo stesso Demostene chiama in giudizio Eschine (Sulla corrotta
ambasceria). Eschine, anche se solo per trenta voti, viene assolto perché Eubulo e Focione
testimoniano a suo favore. La fine degli anni quaranta vede i principali successi di Demostene: la
liberazione dell’Eubea (341) - per questo riceve una corona d’oro - , la devoluzione del 
per usi bellici (339), la lega antimacedone e l’alleanza con Tebe (338). Del 341 sono anche la Terza
e la Quarta Filippica. La coalizione antimacedone viene sconfitta a Cheronea, ma questo non si
traduce nella disfatta politica del partito antimacedone, se è vero che a Demostene viene assegnato
l’incarico di celebrare i caduti in guerra, di provvedere alla ricostruzione delle mura e gli viene data
la nomina ad amministratore. Per le sue benemerenze Ctesifonte propone nel 336 di onorarlo con
un’altra corona d’oro. che dovrebbe essere consegnata a teatro, durante le grandi Dionisie. Eschine
accusa di illegalità la proposta, sostenendo che non si dà la corona ad un magistrato ancora soggetto
al rendiconto, che non si può dare a teatro e che Demostene è, in realtà, il responsabile della rovina
di Atene. Il processo si terrà sei anni più tardi; ad esso Demostene parteciperà come synegoros di
Ctesifonte pronunciando la sua più appassionata orazione, Per la corona. Eschine non riuscirà ad
ottenere nemmeno un quinto dei voti e sceglierà la strada dell’esilio. I sei anni trascorsi tra la
denuncia e il processo - un tempo molto lungo per il diritto attico - si possono forse spiegare
ricordando gli avvenimenti che si erano susseguiti a ritmo vertiginoso: nel 336 era morto Filippo;
30
nel 335 Alessandro aveva domato la ribellione di Tebe distruggendo la città e solo l’intervento di
Demade, aveva impedito che venissero consegnati al re i capi del partito antimacedone ateniese tra
cui, appunto, Demostene; nel 334 era iniziata la campagna contro la Persia; nel 331 Agide di Sparta
aveva tentato un’ultima ribellione del Peloponneso, ma era stato sconfitto dal generale Antipatro.
La facile sconfitta dell’impero persiano convince Demostene della impossibilità di ripetere il gioco
di alleanze antimacedoni con la Persia, analogamente a quello che era avvenuto durante le guerre
del quinto secolo, per questo diventa sempre più tiepido nei confronti di un nuovo scontro militare
con la Macedonia. Si può pensare che sia questa la ragione per la quale fu trascinato nel fango in
occasione dell’affare Arpalo. Quando, infatti, nel 324 il cugino di Alessandro Arpalo, che per amore
dell’etera Glicera aveva fatto alla città molti donativi di grano (e per questo aveva ottenuto la
cittadinanza onoraria) si era presentato ad Atene con un tesoro di settecento talenti, Demostene era
stato uno di coloro che avevano proposto di accoglierlo in una forma di custodia a metà tra la
prigionia e la tutela. Poco dopo Arpalo era fuggito a Creta, dove era stato ucciso da un tale Tibrone.
Circa la metà del tesoro era nel frattempo scomparsa, finita nelle tasche dei politici. Accusato da
Iperide, l’alleato di sempre, Demostene viene condannato ad una enorme multa di cinquanta talenti
e si ritira in esilio volontario ad Egina e poi a Trezene. Richiamato ad Atene dopo la morte di
Alessandro (323) è messo in grado di pagare la multa e riprende ad organizzare una lega
antimacedone, che sulle prime sconfigge il generale Antipatro, costringendolo a rinchiudersi nella
fortezza di Lamia. Nel 322, tuttavia, con la battaglia di Crannon la lega viene sconfitta. Iperide
viene preso prigioniero e ucciso, Demostene si sottrae alla cattura avvelenandosi nel tempio di
Poseidone a Calauria.
Opere
Nel corpus demostenico ci sono pervenute 17 demegorie, discorsi tenuti di fronte all’assemblea dei
cittadini, tre delle quali sono ritenute spurie:
Sulle simmorie, contro un falso allarme di attacco persiano propone un progetto di riforma navale;
Per i Megalopolitani, in appoggio alla città di Megalopoli in conflitto con Sparta;
Per la libertà dei Rodii, in appoggio ai democratici di Rodi che cercano di difendere la libertà
dell’isola contro i satrapi di Caria;
tre Olintiache che cercano di indurre gli Ateniesi a portare aiuti alla città assediata da Filippo;
quattro Filippiche che chiedono agli Ateniesi di reagire di fronte ai successi di Filippo;
Sulla pace consiglia di non prendere iniziative pericolose contro la pace di Filocrate;
Sui fatti del Chersoneso si schiera contro chi vorrebbe smantellare l’esercito, comandato da Diopite
che sta difendendo nel Chersoneso gli interessi dei coloni ateniesi contro la città di Cardia,
sostenuta da Filippo;
Sull’ordinamento dello stato sostiene la necessità di riorganizzare un esercito cittadino.
Possediamo inoltre una raccolta di 56 pezzi di diverse demegorie, che vengono chiamati Proemi,
anche se non tutti erano destinati a figurare in apertura.
Le orazioni giudiziarie sono quarantadue, ma non tutte sono considerate autentiche.
Un gruppo di cinque orazioni è contro i tutori Afobo e Onetore, dai quali Demostene pretende la
restituzione del patrimonio;
la Contro Androzione, la Contro Leptine e la Contro Timocrate sono discorsi giudiziari con il
chiaro intento politico di esautorare la elite ritenuta responsabile della disfatta di Atene in seguito
alla guerra sociale;
Per la corrotta ambasceria accusa Eschine di essersi fatto corrompere in occasione delle trattative
di pace del 346;
la Contro Midia accusa Midia di aver con il suo comportamento oltraggioso, impedito la regolare
esibizione dei cori delle Grandi Dionisie;
Per la corona è l’orazione con la quale, in qualità di  di Ctesifonte Demostene difende
il proprio operato politico contro Eschine,
31
la Contro Aristogitone è un discorso di replica dell’accusa nel processo contro il demagogo
considerato la sventura della città;
la Contro Conone difende un giovane malmenato per le strade di Atene;
la Per Formione è il discorso in difesa del liberto Formione, accusato da Apollodoro (figlio del suo
padrone) di aver trattenuto ingenti somme di denaro;
la Contro Stefano è stata scritta per Apollodoro che accusa Stefano di aver reso falsa testimonianza
in occasione del precedente processo. Le due ultime orazioni, scritte l’una contro, l’altra in difesa di
Apollodoro fanno osservare scherzosamente a Plutarco che Demostene “prese dall’armeria le spade
per le due parti in lotta”.
Tra le orazioni apocrife generalmente viene dato grande risalto alla Contro Neera, perché fornisce
notizie interessanti circa la condizione della donna.
Delle due orazioni epidittiche dovrebbe essere autentico l’Epitaffio, scritto per commemorare i
caduti di Cheronea.
La tradizione gli attribuisce anche sei lettere considerate spurie.
Stile
Al contrario dello stile di Isocrate, talmente raffinato da risultare freddo, quello di Demostene è
vario, capace di adattarsi alle più diverse circostanze, sempre travolgente. Frequenti i quesiti rivolti
direttamente al pubblico, scambi di battute con interlocutori immaginari, apostrofi. Usa spesso
l’arma dell’ironia e il paradosso. È misurato nell’uso delle figure retoriche, evita lo iato, sia pure in
maniera meno rigorosa di Isocrate, è controllato nella scelta delle parole, ma all’occorrenza non
disdegna di utilizzare espressioni anche volgari. Gli antichi osservavano che l’efficacia della sua
prosa era dovuta essenzialmente al ritmo, particolarmente delle clausole.
Fortuna
Nel mondo classico Demostene venne considerato il campione della libertà della Grecia contro
l’oppressione dello straniero, tanto che Cicerone chiamò Filippiche le sue orazioni contro Antonio.
Dopo la caduta di Costantinopoli il cardinal Bessarione tradusse la Prima Olintica per incitare alla
guerra contro i Turchi e ancora nel 1805 Jacobs tradusse a Lipsia tutte le demegorie in funzione
antifrancese. Quando però nel corso dell’Ottocento uscirono gli studi del Droysen che rivalutavano
l’Ellenismo, considerandolo non già il declino della civiltà classica, quanto piuttosto l’inizio di una
nuova civiltà, Demostene venne giudicato come l’assertore di un municipalismo chiuso e ottuso,
incapace di comprendere le istanze moderne. Oggi il giudizio si è fatto più equilibrato e si riconosce
“il suo innegabile errore politico”, compensato però da “una personale tensione dello spirito che fa
di lui il tragico e appassionato protagonista dell’eterna utopia di idealizzare il passato e di arrestare
sotto la sua insegna il corso della storia” (Del Corno).
32