Conduzione e Corrente Elettrica I conduttori (metallici) sono solidi costituiti da atomi disposti in maniera ordinata nello spazio, che hanno perso uno o più elettroni (negativi) che sono liberi di muoversi nello spazio tra gli ioni positivi. NA ≈ 8 1028 m-3, Ne =1÷4 NA m-3 =1÷4 x 8 1022 cm-3 In un corpo in equilibrio elettrostatico il moto degli elettroni avviene ad elevatissima velocità ma in maniera caotica: vmed = 0. In presenza di un campo elettrico gli elettroni acquistano una piccola velocità nella direzione opposta al campo elettrico, vmed ≠ 0. Questo moto di chiama corrente elettrica. Q 1 In realtà si considera sempre la corrente costituita da cariche positive che, che quindi, si muovono nel verso del campo elettrico. La corrente può essere istantanea (es: tra due corpi a diverso potenziale messi a contatto), oppure stazionaria. La corrente (stazionaria) deve circolare in un circuito, percorso chiuso costituito i i da d più iù conduttori d i collegati. ll i Per ottenerla è necessario un generatore, dispositivo in grado di mantenere una d.d.p. (e quindi un campo elettrico) costante nel tempo. Simbolo circuitale di un generatore (in continua) 2 Il campo elettrico prodotto dal generatore non può essere conservativo! Quindi è un Campo elettromotore che genera una forza elettromotrice (f (f.e.m.). ) E Pila, Es. Pil accumulatore, l t di dinamo, alternatore,… lt t gassosi,, elettrolitici e semiOltre ai conduttori metallici,, esistono conduttori g conduttori! Il moto delle cariche incontra sempre una resistenza, resistenza dovuta agli urti contro vari ostacoli. M d ll semplice Modello li della d ll conduzione d i elettrica l tt i (di Drude) D d ) Hp: p n p portatori di carica p per unità di volume che, con E = 0, si muovono con velocità termica media vt (random). 3 In presenza di un campo elettrico E, E all’interno all interno del conduttore, conduttore prodotto da un generatore, su ogni carica, tra due urti successivi, agisce una forza f F = e E e un’accelerazione ’ l i a = e E/m, E/ lungo l una distanza di t f i fra due urti l e per un tempo τ = l / v Dato che la media delle velocità termiche è zero, a ogni elettrone resta solo la velocità di deriva (drift) =μ E μ si chiama mobilità del materiale. unità di misura: μ = vd /E = m/s m/V = m2/ V s 4 Se consideriamo id i il numero di elettroni l i che h attraversano una sezione i dΣ di un conduttore nell’unità di tempo, esso sarà (v. def. di flusso): n dΦ (vd ) = n vd dΣ cosθ con θ l’angolo tra vd e un , normale a dΣ, Il flusso di carica (per unità di tempo) attraverso dΣ, indichiamolo con di, sarà quindi: di = q n vd dΣ cosθ = n q vd ⋅un dΣ Se chiamiamo il vettore Allora si ha j = n q vd densità di corrente di = j ⋅un dΣ 5 Chiamiamo corrente, i, la carica che , nell’unità di tempo, attraversa tutta la sezione Σ del conduttore; si ha: j un • se j e costante su tutta Σ e parallelo a un i=jΣ e j=i/Σ Unità di misura: i = C/s = A , Ampere j = i/ Σ = A/m2 6 N.B. I portatori veri sono elettroni di carica q = - e, ma la loro velocità è opposta pp al campo p elettrico. Q Quindi j + = n +e vd e j- = n- (-e) (-)vd sono concordi. concordi N i semiconduttori Nei i d i e negli li elettrolitici l li i i cii sono portatorii + e - quindi i di jtot = j+ + j- = n+e vd + n- (-e) (-)vd 7 In genere la carica totale che passa in ogni sezione di un conduttore è costante (Condizione di stazionarietà della corrente). Quindi : j è solenoidale, non ci sono né pozzi né sorgenti Ma se ≠ ≠0 Σ q è la l quantità i à di carica i dentro d Equazione q di continuità della corrente (o della carica (!)) 8 Applichiamo pp il teo. della divergenza g inoltre o e Quindi ll’equazione equazione di continuità diventa da cui Forma locale dell’equazione di continuità 9 Ma per la legge di Gauss in forma locale la legge di Gauss è: per cui per cui stazionarietà: non stazionarietà: 10 Leggi di Ohm Oh ha Ohm h verificato ifi t che h per una certa t categoria t i di conduttori, d tt i detti d tti metallici, t lli i il rapporto tra la tensione ai capi del conduttore, V e la corrente che scorre in esso, i, è una costante, indicata con R, Resistenza del conduttore. V/ i = R (I “Legge”) 11 Ri Riprendiamo di j = n q vd = n q μ E = σ E σ = nqμ con σ , si chiama conduttività/conducibilità del materiale La relazione j =σE è la legge gg di Ohm p per la conduttività ((Legge gg di Ohm microscopica, p locale)) Se chiamiamo ρ = 1/σ resistività (del materiale di cui è fatto il conduttore) allora j =σE =E/ρ E= j/σ = jρ ρ = E / j (R = V/I) 12 Per un conduttore di forma irregolare, irregolare in un tratto dh di sezione Σ, si ha E= ρj con Questa è una definizione più generale di R, resistenza del conduttore. Infatti 13 Se il conduttore di lunghezza h, ha sezione Σ e resistività ρ costanti la resistenza R si può scrivere come “ II legge di Ohm”. 14 Unità di misura R = V/ i ≡ Volt/Ampere ≡ V/A = Ohm ≡ Ω G = Conduttanza = 1/ R ≡ Ω -1 (Mho) ≡ Siemens ≡ S ρ= ≡ Ohm cm2/cm ≡ Ω cm σ = 1/ ρ ≡ ( Ω cm) -1 = S/cm ρ varia con la temperatura: ρ = ρ0 ( 1 +α Δ t) α = coefficiente termico 15 Effetto Joule Se una carica dq si muove nel conduttore sotto l’azione di un campo elettrico, in presenza di resistenza al moto, il campo compie il lavoro dW = dq V = V i dt producendo una potenza P = dW/dt = iV = i2 R = V2 /R Dopo un tempo t è stato prodotto il lavoro P Se i è costante nel tempo: W = i2 R t 16 Di solito si finge che la resistenza sia tutta concentrata in alcuni elementi, elementi mentre si trascura quella del resto del circuito (fili di collegamento, ecc.) Q ti elementi Questi l ti sii chiamano hi R i t i (Resistors), Resistori (R i t ) ognuno caratterizzato tt i t dalla sua resistenza R. Simbolo circuitale di un resistore (resistenza!) 17 Più resistori possono essere collegati tra loro per ottenere valori di resistenza diversi da quella dei singoli resistori. Due modalità: In serie, in parallelo. Calcoliamo la resistenza equivalente nei due casi: Resistori in serie Nei resistori in serie passa in tutti la stessa corrente, la d.d.p. dipende dalla R Dobbiamo trovare la resistenza equivalente alla serie di R1 e R2 : Req Req = R1 + R2 18 Per n resistori in serie Req = R1 + R2 + R3 + R4 … + Rn N.B. Req > Max{ Ri} La potenza totale spesa dal generatore vale : P = (VA – VC ) i = (R1 + R2 ) i2 = R1 i2 + R2 i2 = P1 + P2 19 R i t i in Resistori i parallelo ll l Nei resistori in parallelo, parallelo c’è la stessa d.d.p. d d p V ai capi di tutti. La corrente si divide. In condizioni stazionarie: i = i1 + i2 Per n resistori in parallelo: 20 N.B.: Req < min { Ri} Quanto valgono le due correnti i1 e i2 ? La potenza spesa dal generatore: 21 F Forza elettromotrice l tt t i Per la I legge di Ohm la d.d.p. ai capi di un conduttore di resistenza R è: Se il circuito è costituito dal solo conduttore l’integrale circuitale diviene e rappresenta la Forza Elettromotrice (f.e.m.) che fa circolare la corrente, prodotta dal generatore, generatore nella resistenza totale RT 22 Se l’integrale circuitale non è 0, il campo E non può essere elettrostatico e conservativo! All’interno del generatore ci sono forze di natura non elettrostatica che provocano il moto delle cariche. Tali forze possono essere di varia natura: chimica, elettromagnetica,… Ovviamente nel generatore è presente anche un campo elettrostatico Eel che, però, farebbe muovere le cariche in senso opposto al campo E*, ed e minore di E*. 23 E* è presente solo nel generatore, quindi E Il generatore possiede anche una sua resistenza interna r, r della quale si dovrebbe sempre tener conto. Quindi per il semplice circuito in figura si ha: E = (r ( + R)) i E E e può disegnare ll’andamento andamento a fianco: 24 Partitore resistivo Se ci sono n resistori in serie, serie ai capi di ognuno si ha la d.d.p., Vi : ma VAB = E - r i < E 25 C i Carica dii un condensatore attraverso un resistore i (Circuito RC) Per t < 0, circuito aperto, non circola corrente, VC = 0 A t = 0, il tasto T viene chiuso, inizia a circolare corrente. Applichiamo la Legge di Ohm: 26 27 τ= 28 S i Scarica dii un condensatore (carico) ( i ) attraverso un resistore Per t < 0, C carico, < T aperto, non scorre corrente A t = 0,, si chiude T,, inizia a scorrere corrente da + a − q: carica sul condensatore 29 30 C Corrente dii spostamento Durante la carica o scarica del condensatore nel circuito scorre corrente anche se il condensatore è una interruzione del circuito. Ogni +dq che si accumula sulla faccia sup. di C induce una carica –dq sulla faccia inferiore, che allontana una carica +dq e fa proseguire il moto di cariche. Chiamiamo questa corrente fittizia tra le armature del condensatore p , is Corrente di Spostamento, 31 Per un C.f.p.p. Cfpp La corrente di spostamento dipende dalla variazione nel tempo del flusso di E. C’è finche Φ(E) varia. Definiamo densità di CdS: In un circuito RC durante la carica o la scarica la corrente è formata da due componeneti 32 ic e jc : nei conduttori f le fra l armature t d l C.f.p.p. del Cf Se nel condensatore c’è un dielettrico di cost. diel. realtiva k si moltiplica ε0 per k. 33 Leggi di Kirchhoff per le reti elettriche Reti elettriche: circuiti più complessi. Contengono nodi, rami e maglie N d punto Nodo: t nell quale l convergono almeno l t conduttori tre d tt i Ramo: tratto di circuito tra due nodi. (Può contenere elementi attivi o passivi) Maglia: cammino chiuso di più rami. N.B. Un ramo può appartenere a più maglie. 34 L’ li i delle L’analisi d ll retii può ò essere molto l complessa. l (V Corso (V. C di Elettrotecnica). Si usano le due Leggi di Kirchhoff. I) (Legge dei Nodi): La somma algebrica delle correnti entranti in un nodo deve essere nulla Σ k ik = 0 II) (Legge delle maglie): La somma algebrica delle f.e.m. presenti nei rami della maglia deve essere uguale alla somma dei prodotti Rk ik Σ k Rk ik = Σ kEk 35 I segni g delle f.e.m. e dei p prodotti Rk ik ((d.d.p.) p ) si ricavano dalle seguenti g regole: 1) Si fissa fi arbitrariamente bit i t come positivo iti un verso di percorrenza della maglia. (es. orario). 2) se nel k-esimo ramo la corrente è concorde con il verso scelto, Rk ik si prende positivo, altrimenti si prende negativo. 3) se una f.e.m. viene attraversata dalla corrente arbitraria dal – al +, di prende positiva, altrimenti negativa. 36 Es.: VP + E1 - R1 i1 +E2 - R2 i2 - E3 - R3 i3 –Ek - R4 i4 = VP E1 +E2 - E3 -Ek = R1 i1 + R2 i2 + R3 i3 + R4 i4 37 Strumenti di misura di I e V Per misurare la corrente si deve aprire il circuito e inserire uno strumento nel quale scorra la corrente da misurare. Amperometro, p , milli- , micro-,, Galvanomtro Anche ha interna! Ideale: h l’amperometro l h una sua resistenza i i d l rg = 0 ! 38 L corrente misurata La i non è V/R ma V/(R+r V/(R g) Shunt Se si mette in parallelo all all’amperometro amperometro una resistenza di “shunt” shunt più piccola di rg ( ad es. 1/9 rg), la maggior parte della corrente passa nello shunt h t (9/10) e 1/10 nell’Amperometro. ll’A t Così si può aumentare di 10 volte la massima corrente che si può misurare. Misure di d.d.p d d p. Per misurare la d.d.p. d d p tra due punti di un circuito si deve sfrutta la misura di i e la si moltiplica per R. R Si deve mettere lo strumento (Voltmetro, milli-, micro-,…, El Elettrometro) ) in i parallelo ll l all circuito i i tra i due punti. La resistenza interna del voltmetro deve essere molto alta così che ci passi pochissima corrente. corrente Ma la corrente che ora scorre nel circuito i’ è > della precedente i e il prodotto i’R ≠ iR.