ISTITUTO COMPRENSIVO “don DIANA” Via Cavour,20 – 81033 Casal di Principe (CE) C.F.90000050618 081/ 8924741residenza 081/8162731 fax8924741-081/8921075081/8921075-Presidenza fax- 081/8921075 E-Mail: Mail: [email protected].. Dipartimento per la programmazione Direzione Generale per gli Affari Internazionali Ufficio IV ----------------------------------------------------------- a. s. 2016/2017 Prot. N. 1947 del 30/06/2016 PIANO ANNUALE DI INCLUSIVITA’ COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. 1 SIGLE E GLOSSARIO ADD: ADHD: AEC: BES: CDH: CTI: CTRH: CTS: DCD: DDAI: DDI: DLCD: DSA: DSL: DVA: EASNEI: ECDL: FAND: FISH: GLH: GLHI: GLI: GLIP: GLIR: ICDH: ICF: OMS: PDF: PDP: PEI: PEP: USP: USR: Disturbo da Deficit dell’Attenzione (Attention Deficit Disorder) Alunni con Problemi di Controllo Attentivo e/o dell’Attività (ex DDAI) (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) Assistente Educativo Culturale Bisogni Educativi Speciali Centri di Documentazione per l’Integrazione scolastica degli alunni con Disabilità Centri Territoriali per l’Inclusione Centri Territoriali di Risorse per l’integrazione scolastica degli alunni con Disabilità Centri Territoriali di Supporto Disturbo della Coordinazione Motoria (Development Coordination. Desorder) Deficit da Disturbo dell’Attenzione e dell’Iperattività Disturbo Disintegrativo Infantile Disturbo del Linguaggio e della Coordinazione Motoria (Development Language and Coordination. Desorder) Disturbi Specifici dell’Apprendimento Disturbo Specifico del Linguaggio Alunni Diversamente Abili European Agency for Special Needs Education Patente Europea per il Computer (European Computer Driving Licence) Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap Gruppo di Lavoro per l’Handicap Gruppo di Lavoro e di Studio d’Istituto Gruppo di Lavoro per l’Inclusione Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale Gruppo di Lavoro Interistituzionale Regionale Classificazione Internazionale delle Disabilità e Handicap (International Classification of Disabilities and Handicaps) Classificazione Internazionale del Funzionamento (International Classification of Functioning, Disability and Health) Organizzazione Mondiale per la Sanità Profilo Dinamico Funzionale Piano Didattico Personalizzato Piano Educativo Individualizzato Piano Educativo Personalizzato Ufficio Scolastico Provinciale Ufficio Scolastico Regionale 2 Modello ICF: La capacità è la possibilità del soggetto di svolgere determinati compiti in un ambiente neutro, mentre la performance è la capacità del soggetto di svolgere quei compiti in un contesto concreto che lo può aiutare (mediante facilitatori) o ostacolare (opponendo barriere). In altre parole, la capacità, inserendosi in un contesto specifico, diviene performance, una performance che può essere costituita da un comportamento maggiormente funzionale, se sostenuta da facilitatori, o in un comportamento meno funzionale, se ostacolato da barriere. I concetti di facilitatori e di barriere descrivono la relazione fra persona con disabilità e ambiente, nella fattispecie fra allievo con disabilità e scuola. *Barriere / facilitatori: nell’ambito dei fattori ambientali di una persona, - i “facilitatori” sono quegli elementi la cui assenza o presenza migliora il suo funzionamento e riduce la “disabilità” migliorandone le prestazioni. Ad es. un ambiente fisico accessibile, la disponibilità di tecnologia d’assistenza o di ausili; gli atteggiamenti positivi delle persone verso la disabilità; servizi, sistemi e politiche rivolte ad incrementare il coinvolgimento delle persone nelle aree di vita. L’assenza di un fattore può anche essere facilitante (come ad es. l’assenza di stigmatizzazione o di atteggiamenti negativi, ecc.). I facilitatori possono evitare che una menomazione o una limitazione dell’attività diventi una restrizione della partecipazione quando migliorano la performance di un’azione, nonostante il problema di capacità della persona. - le “barriere” sono quelli la cui assenza o presenza limita il suo funzionamento e crea disabilità ostacolando/riducendone le prestazioni. Ad es. un ambiente fisico inaccessibile, la mancanza di tecnologia d’assistenza o di ausili; gli atteggiamenti negativi delle persone verso la disabilità; servizi, sistemi e politiche inesistenti od ostacolanti il coinvolgimento delle persone. Parole-chiave per l’efficacia del Piano: - ORGANIZZAZIONE (di spazi, tempi, attività…) CONDIVISIONE ACCOGLIENZA ATTENZIONE VALORIZZAZIONE CONTROLLO (delle procedure) STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE VERIFICA (dell’efficacia) 3 1 Premessa La SCUOLA dell’Educazione Inclusiva è una scuola che ‘include’, è una scuola che ‘pensa’ e che ‘progetta’ tenendo a mente proprio tutti. Una scuola che non si deve muovere sempre nella condizione di emergenza, in risposta cioè al bisogno di un alunno con delle specificità che si differenziano da quelle della maggioranza degli alunni ‘normali’ della scuola. Una scuola inclusiva è una scuola che si deve muovere sul binario del miglioramento organizzativo perché nessun alunno sia sentito come non appartenente, non pensato e quindi non accolto. È responsabilità della Scuola individuare nello specifico quali elementi, all’interno del contesto ambientale scolastico siano di fatto “barriere” e quali “facilitatori” del processo di inclusione. Le domande da porsi, quindi, sono: di quali elementi, strumentali e/o strutturali e/o professionali si può servire l’alunno nella sua pratica quotidiana? Quali elementi ne ostacolano il percorso di costruzione delle relazioni o l’acquisizione dei saperi o la partecipazione alla vita scolastica (fisica e/o interiore, di motivazione)? A titolo meramente esemplificativo e di stimolo alla riflessione individuale o collettiva, si possono citare alcuni elementi appartenenti alla realtà scolastica la cui presenza o assenza in casi specifici può trasformarsi in “barriera” che limita le prestazioni dell’alunno e quindi crea disabilità, oppure in “facilitatore” che migliora le sue prestazioni e riduce la disabilità. FATTORI DEL CONTESTO SCOLASTICO: - elementi organizzativi; - elementi strutturali (aule/aule speciali…); - ausili e dotazione strumentale; - risorse professionali interne; - compagni di classe; - tempi e scansioni didattiche; - stili e modalità relazionali ed interrelazionali; - clima emotivo-affettivo; - dimensioni culturali, pedagogico-didattiche, cognitivo-apprenditive, curricolari, contenutisticoprogrammatorie, valutative; - elementi amministrativi e finanziari. inoltre: -possibilità di interazione con il territorio e le strutture presenti (reti di scuole – ASL/Comune/…) RISORSE PROFESSIONALI INTERNE E INIZIATIVE DI FORMAZIONE La competenza sugli studenti con BES deve interessare tutti i docenti, in modo che la gestione e la programmazione scaturisca da una partecipazione integrale dei Consigli di Classe e di Interclasse. L’Istituto provvederà a realizzare iniziative di formazione e aggiornamento in servizio mirati allo sviluppo professionale di competenze specifiche in materia avvalendosi di personale specializzato che diffonda le conoscenze relative ai singoli disturbi di apprendimento, sia da un punto di vista medico-sanitario e psicologico che da quello dell’approccio operativo e degli interventi da mettere in atto. 4 2 Finalità Il Piano intende raccogliere in un quadro organico gli interventi intrapresi per affrontare le problematiche relative all’inclusività degli alunni con diverse abilità, difficoltà di apprendimento, disagio comportamentale, disturbi specifici dell'apprendimento, difficoltà comunicative (alunni stranieri). Tali interventi coinvolgono soggetti diversi: insegnanti, famiglie, équipe medica, esperti esterni e, a livello di Istituzione scolastica, devono essere gestiti integrando al meglio i contributi delle diverse professionalità coinvolte. Il presente Protocollo intende offrire uno strumento utile per organizzare e pianificare tutte le azioni necessarie ad una didattica efficace da esplicitare nelle diverse situazioni. Azioni: 1. Definire pratiche condivise all’interno dell’Istituto in tema di accoglienza, integrazione e inclusione. 2. Facilitare l’ingresso degli alunni H e con BES nel sistema scolastico e sociale nel quale saranno inseriti. 3. Realizzare l’inclusione, sviluppando le abilità sociali e comunicative dell’alunno. 4. Promuovere iniziative di collaborazione tra scuola, reti di scuole, Comune, Enti territoriali, ASL. 5. Favorire un clima d’accoglienza nella scuola e rimuovere gli ostacoli alla piena integrazione. 6. Entrare in relazione con le famiglie. 3 Obiettivi ed azioni positive per una didattica realmente inclusiva: 1. mettere la persona al centro dell’azione didattica, cioè accogliere ed accettare l’altro come persona: conoscere l’alunno anche dal punto di vista socio-affettivo, oltre che cognitivo; 2. includere, anziché escludere, anche gli studenti più problematici, cioè riconoscerne i bisogni e cercare strategie condivise idonee a sollecitare l’attenzione e la partecipazione, allo scopo di creare apprendimento significativo e per non generare dispersione scolastica; 3. considerare fondamentale la relazione educativa, base indispensabile dell’apprendimento, al di là della disciplina e dei programmi da svolgere; 4. promuovere la dimensione sociale dell’apprendimento; 5. praticare in classe strategie più coinvolgenti di quelle tradizionali (metodologie “alternative”, attività espressive come teatro, musica, video, laboratori di cittadinanza attiva; studio guidato; lavori sulle dinamiche di classe, sulle emozioni, sul bullismo; utilizzo di percorsi interdisciplinari, su tematiche civiche e ambientali, con materiali e sussidi multimediali); 6. condividere le linee metodologie e i presupposti pedagogici con tutto il personale educativo; 7. valorizzare le potenzialità e risorse di ognuno, anche le competenze non formali; 8. riconoscere i diversi bisogni e le differenze individuali, dando risposte diverse a domande diverse cioè curare la personalizzazione dell’insegnamento e adeguare in itinere la programmazione di ciascuna disciplina. 4 Interventi: Le modalità operative saranno necessariamente diverse nei casi di: 5 - Alunni con disabilità certificate (legge 104/92) Alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento Alunni con BES Alunni di madrelingua non italiana Strategie di intervento 1. Elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni con BES, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato, che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate. È opportuno che il Piano Didattico Personalizzato preveda due percorsi differenziati: a) in classe (durante le attività curricolari, adattando metodologie didattiche, strategie operative, atteggiamenti inclusivi…) b) fuori della classe (secondo l’allegato Progetto di inclusione “Non solo lettere e numeri…”) 2. La Scuola – con determinazioni assunte dai Consigli di classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico – possono avvalersi per tutti gli alunni con DSA e BES degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010. 5 Integrazione ed inclusione degli alunni DSA: I DSA prevedono una Segnalazione Specialistica effettuata attraverso l’uso di strumenti diagnostici di esclusiva competenza di medici e psicologi. Nel caso di studenti privi di diagnosi, ma in cui si sospetta la presenza di DSA, la scuola deve darne comunicazione alla famiglia, che si incaricherà di contattare gli specialisti. Gli insegnanti dovranno stilare una relazione con le proprie osservazioni da consegnare agli specialisti. Problematiche rilevabili: DISLESSIA: è un disturbo settoriale della lettura caratterizzato dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e fluente, a decodificare il testo scritto. DISORTOGRAFIA: è la difficoltà nel rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto. DISGRAFIA: è la difficoltà nella grafia. DISCALCULIA: è un deficit del sistema di elaborazione dei numeri e/o del calcolo. Adempimenti della scuola e procedure per gli alunni DSA: - La diagnosi non deve risalire a più di 3 anni (controllo del coordinatore di classe in segreteria didattica); - La famiglia richiede alla scuola (mediante un modello fornito dalla segreteria didattica) l’elaborazione del PDP (piano didattico personalizzato); - Entro 3 mesi bisogna elaborare il PDP. Nella predisposizione della documentazione in questione è fondamentale il raccordo con la famiglia. Nel PDP sono elencate tutte le misure compensative e dispensative che il consiglio di classe decide di adottare per l’alunno, nonché tutte le strategie didattiche, metodologie e gli strumenti che si ritengano opportuni; Sulla base di tale documentazione, nei limiti della normativa vigente, vengono predisposte le modalità delle prove e delle verifiche in corso d’anno o a fine Ciclo; - Nei consigli di classe di ottobre verrà redatta una bozza di PDP che il coordinatore successivamente sottoporrà in un incontro ai genitori e, se disponibili, agli specialisti sanitari. Il consiglio di classe, nella 6 seduta di novembre, apporterà le eventuali modifiche prendendo atto delle indicazioni della famiglia e degli operatori sanitari, e predisporrà il PDP. - Il PDP va consegnato dal coordinatore alla segreteria didattica che provvederà ad inoltrarne copia alla famiglia, con lettera protocollata; dovrà essere firmato dal Dirigente scolastico, dal Consiglio di classe, dalla famiglia. - Si prevedono incontri periodici con la famiglia (in orario di ricevimento e in occasione dei consigli di classe); - Tutte le misure adottate dalla scuola vanno scritte nel POF; LA PROGRAMMAZIONE Punto di riferimento per la programmazione di un alunno con DSA sono le caratteristiche del disturbo, che tutti gli insegnanti devono conoscere per poter adottare le strategie necessarie. L’adozione di strategie didattiche specifiche all’interno della normale attività didattica delle scuole non richiede pre-condizioni particolari (tranne la delibera dei competenti Organi Collegiali), mentre l’adozione di specifiche misure compensative e dispensative in sede di valutazione finale può essere effettuata esclusivamente in presenza di diagnosi specialistiche di disturbo specifico. Il Piano Didattico Personalizzato “La scuola, la famiglia, il servizio sanitario (o lo specialista privatamente scelto dalla famiglia), devono costruire rapporti di reciproca collaborazione, nel rispetto delle diverse competenze e dei ruoli, con lo scopo di giungere alla definizione e all’attuazione di un Piano Didattico Personalizzato, effettivamente tarato sulle specifiche condizioni di ciascun alunno, e a forme di valutazione dell’efficacia degli interventi che producano, se necessario, rapide modifiche. (vedi allegato PDP) SUGGERIMENTI PRATICI PER I DOCENTI: DIFFICOLTA’ RILEVATE Lentezza ed errori nella lettura con conseguente difficoltà nella comprensione del testo: Difficoltà nei processi di automatizzazione nella letto-scrittura: impossibilità di eseguire nello stesso tempo due procedimenti come ascoltare e scrivere, ascoltare e seguire un testo scritto Difficoltà nel ricordare le categorizzazioni: i nomi dei tempi verbali e delle strutture grammaticali italiane e straniere, dei complementi APPROCCIO DIDATTICO/METODOLOGICO/RELAZIONALE _ Evitare di far leggere ad alta voce_ _ Incentivare l’utilizzo di computer con sintesi vocale, di cassette con testi registrati, di dizionari digitali….._ _ Sintetizzare i concetti con l’uso di mappe concettuali e/o mentali_ _ Favorire l’uso di software specifici dotati di sintesi vocale in grado di leggere anche le lingue straniere_ _ Leggere le consegne degli esercizi e/o fornire, durante le verifiche, prove su supporto audio e/o digitale_ _ Ridurre nelle verifiche scritte il numero degli esercizi senza modificare gli obiettivi_ _ Evitare le verifiche scritte in tutte le materie tradizionalmente orali, consentendo l’uso di mappe durante l’interrogazione _ Evitare di far prendere appunti, ricopiare testi o espressioni matematiche_ _ Fornire appunti su supporto digitale e/o cartaceo stampato preferibilmente con carattere Arial, Comics Sans (di dimensione 12/14 pt)_ _ Consentire l’uso del registratore_ _ Evitare la scrittura sotto dettatura_ _ Evitare la copiatura dalla lavagna_ _ Favorire l’uso di schemi_ _ Privilegiare l’uso corretto delle forme grammaticali sull’acquisizione teorica delle stesse_ _ Utilizzare per le verifiche domande a scelta multipla_ 7 Disortografia e/o disgrafia Discalculia Difficoltà nell’espressione della lingua scritta Difficoltà di recuperare rapidamente nella memoria nozioni già acquisite con conseguente difficoltà_e lentezza nell’esposizione orale Facile stanchezza e tempi di recupero molto lunghi Difficoltà nelle lingue straniere _ Favorire l’uso di programmi di videoscrittura con correttore ortografico per l’italiano e per le lingue _ Consentire l’uso di: tavola pitagorica, calcolatrice, tabelle e formulari, mappe procedurali sia nelle verifiche che nelle interrogazioni _ Utilizzare prove a scelta multipla _ Favorire l’uso di schemi testuali _ Incentivare l’utilizzo di mappe, schemi e ipertesti durante l’interrogazione (es. Power Point) _ Evitare lo studio mnemonico e nozionistico _ Fissare interrogazioni e compiti programmati _ Evitare la sovrapposizione di compiti e interrogazioni di più materie _ Evitare di richiedere prestazioni nelle ultime ore di lezione _ Ridurre le richieste dei compiti per casa _ Controllare la gestione del diario _ Privilegiare la forma orale _ Utilizzare per lo scritto prove a scelta multipla ADHD: ALUNNI CON PROBLEMI DI CONTROLLO ATTENTIVO. Integrazione ed Inclusione degli alunni con disturbi da deficit dell’attenzione e iperattività. Gli alunni che presentano Disturbi da Deficit di Attenzione e Iperattività, sono gli studenti che pur in situazione di integrità cognitiva, trovano difficoltà a seguire il normale piano di studi e richiedono una personalizzazione dello stesso come previsto già dalla normativa precedente alla legge 170 (Legge 53 del 2003/Indicazione per il Curricolo 2007). Per questi alunni è prevista la stesura un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Le caratteristiche del disturbo da deficit di attenzione ed iperattività sono: _ la disattenzione: l’impossibilità a restare attenti per qualche tempo su uno stimolo in modo continuativo; _ l’ iperattività: l’impossibilità a stare fermi; _ l’ impulsività: l’incapacità a valutare le conseguenze delle proprie azioni con il pericolo di incorrere in situazioni pericolose La disattenzione può manifestarsi con: _ difficoltà a stare attenti soprattutto ai particolari compiendo errori di distrazione; _ difficoltà a stare sul compito senza passare in continuazione da un'attività ad un'altra non concludendone una; _ difficoltà ad eseguire lavori ordinati con cura; _ difficoltà a portare a termine i compiti; _ difficoltà ad ascoltare le conversazioni; _ difficoltà nello svolgimento di attività che richiedono concentrazione e capacità organizzative; _ difficoltà a mantenere l'attenzione in modo costante evitando di prestare attenzione a stimoli esterni di scarsa importanza; _ difficoltà a seguire le indicazioni o le regole di giochi o attività; _ difficoltà nel ricordarsi di effettuare determinate azioni; _ difficoltà nell'essere ordinati e a non perdere frequentemente oggetti o altro materiale che l’alunno ha con sé. 8 L'iperattività può manifestarsi con: _ difficoltà a stare fermo sulla propria sedia; _ difficoltà a restare seduto nelle situazioni che lo richiedono; _ difficoltà a mantenere un comportamento corretto e adeguato rispetto al luogo in cui si trova (l’alunno corre, salta, si agita in situazioni in cui dovrebbe stare tranquillo); _ difficoltà a giocare o a svolgere attività ludiche senza fare troppo rumore; _ difficoltà a stare zitto (parla di continuo); _ difficoltà a svolgere un compito senza alzarsi in continuazione (ad esempio quando deve fare i compiti o guardare la televisione, ecc.); _ difficoltà ad attendere il proprio turno durante le attività svolte (giochi con la palla ecc.). L'impulsività può manifestarsi con: _ difficoltà a tenere a freno le proprie reazioni, dando le risposte prima che le domande siano state ultimate; _ difficoltà ad attendere il proprio turno interrompendo spesso gli altri; _ difficoltà ad ascoltare le direttive che gli vengono date; _ difficoltà a essere rispettoso degli spazi altrui, inserendosi invece di frequente in situazioni che non lo riguardano; _ difficoltà ad evitare di intervenire nelle conversazioni quando non è il momento; _ difficoltà a gestire il proprio comportamento non prendendo in considerazione la presenza degli altri; _ difficoltà a non interrompere eccessivamente gli altri; _ difficoltà a valutare le conseguenze pericolose delle proprie azioni. Bisogna evidenziare che in alcuni alunni si riscontra un quadro in cui predomina maggiormente l'impulsività, in altri la disattenzione, in altri ancora l'iperattività. Di solito i tre sintomi si presentano insieme. Ai sintomi sopra elencati si associano spesso difficoltà a sopportare le frustrazioni, comportamenti aggressivi, esplosioni improvvise di collera, scarsa autostima, sentimenti depressivi, elevato livello di ansia, problemi nella condotta, incapacità a confrontarsi con le proprie difficoltà, scarsa motivazione. Questi soggetti vengono continuamente rimproverati a causa del loro comportamento disturbante in classe e spesso raggiungono risultati scolastici scadenti, aumentando così il loro vissuto di insicurezza e incapacità. Spesso i bambini con ADHD non ottengono successi e considerazioni positive neanche in ambito sportivo o nello svolgimento di altre discipline a causa della loro condotta irrequieta e agitata e della loro incapacità a seguire le regole prestabilite. INTERVENTI EDUCATIVI PER: _ Migliorare la partecipazione _ Aumentare il grado di attenzione _ Far acquisire senso di responsabilità _ Migliorare il livello di socializzazione _ Migliorare la gestione del proprio materiale _ Ottimizzare il lavoro e i tempi scolastici _ Coinvolgere e motivare l’alunno allo studio _ Aumentare l’autostima _ Ampliare e approfondire i contenuto _ Sviluppare e potenziare abilità _ Recuperare abilità e conoscenze _ Migliorare il metodo di lavoro _ Responsabilizzare nei compiti PER MEZZO DI: _ Partecipazione alle iniziative offerte dalla scuola e dal territorio _ Lavoro di gruppo e di coppia _ Attività di tutoraggio _ Attività di laboratorio _ Attività di ascolto e riflessione _ Uso di strumenti compensativi: schede, schemi, tabelle, ecc. _ Riduzione dei carichi di lavoro _ Riduzione dei tempi di lavoro _ Esercitazioni specifiche e mirate _ Studio individuale in classe _ Conversazioni guidate 9 6 ALUNNI CON B.E.S. Rilevazione delle difficoltà Il docente referente che si occupa del disagio, ad inizio ottobre, rileverà i casi di alunni “a rischio” attraverso incontri con i Consigli di classe. I docenti saranno invitati a compilare la “Scheda per la rilevazione di alunni in disagio” e comunque a fornire tutte le notizie e i materiali che riterranno necessari. Le segnalazioni potranno avvenire, in corso d’anno, qualora se ne presenti la necessità. La scheda elaborata in maniera dettagliata verrà inoltrata al Dirigente Scolastico. Il D.S., il docente referente, dopo aver esaminato le relazioni dei casi segnalati, insieme al coordinatore delle classi coinvolte consulteranno gli esperti della ASL per valutare un primo approccio di intervento. Presentazione dell'alunno (incontro Dirigente, docenti referenti, insegnanti, GLHI, personale non docente) (settembre/ottobre). Il GLHI d’istituto si riunisce periodicamente. Pianificazione dell'intervento Sulla base di quanto sopra rilevato il Consiglio di classe pianifica l’intervento e, se necessario, predispone il piano personalizzato. Attivazione di esperti ASL Raccordo scuola/famiglia Intervento Attuazione del piano concordato. Verifica e valutazione dell’intervento Al fine di verificare l’andamento dell’intervento e la necessità di eventuali cambiamenti ad esso, si terranno incontri periodici nell’ambito dei Consigli di classe o, se necessario, con sedute appositamente convocate. Documentazione Scheda di rilevazione, PDP, interventi, percorsi, verifiche, incontri con esperti ed operatori saranno tutti documentati e raccolti nel fascicolo personale riservato dell’alunno. Elaborazione del Piano Annuale per l’Inclusività: incontri insegnanti, equipe medica, famiglia, assistente alla comunicazione, personale non docente. Gli incontri sono pianificati e condotti dal docente referente con i docenti di classe, in ottobre. Il P.A.I. Tra le funzioni descritte nella circolare operativa del MIUR rientra l’elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno). A tale scopo, il Gruppo procederà ad un’analisi delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione scolastica operati nell’anno appena trascorso e formulerà un’ipotesi globale di utilizzo funzionale delle risorse specifiche, istituzionali e non, per incrementare il livello di inclusività generale della scuola nell’anno successivo. Il Piano sarà quindi discusso e deliberato in Collegio dei Docenti e inviato ai competenti Uffici dell’USR per la richiesta di organico di sostegno. 10 Valutazione in itinere dell'andamento didattico: incontro insegnanti - Dirigente. Criteri di valutazione. Si terrà conto: - della situazione di partenza, evidenziando le potenzialità dell’alunno - delle finalità e degli obiettivi da raggiungere - degli esiti degli interventi realizzati - del livello globale di crescita e preparazione raggiunto. Saranno compilate Griglie di osservazione relative alle seguenti aree: - area cognitiva - area affettiva relazionale - area dei linguaggi e della comunicazione - area della percezione e della sensorialità - area motoria - area dell’autonomia - area degli apprendimenti 7 INSERIMENTO DEGLI ALUNNI STRANIERI Potrà essere necessario attuare dei percorsi di facilitazione dell’apprendimento linguistico e “disciplinare”, sulla base delle risorse disponibili: - ore a disposizione/sportello/altro… risorse professionali esterne messe a disposizione dagli Enti Locali e dal Ministero risorse professionali volontarie messe a disposizione dal territorio risorse economiche dell’Istituto I docenti di classe potranno concordare con le risorse coinvolte gli interventi di facilitazione linguistica per l’apprendimento della lingua italiana. Particolare attenzione verrà data agli alunni immigrati in ingresso provenienti direttamente dall’estero e “non alfabetizzati”. Obiettivi prioritari saranno l’acquisizione di una buona competenza nell’Italiano scritto e parlato, sia in forme ricettive che produttive, prima per la comunicazione interpersonale e per l’integrazione scolastica, poi per lo studio delle discipline, da realizzare attraverso laboratori di Italiano, a seconda della situazione iniziale rilevata. La progettazione avviene su obiettivi ridotti o semplificati, in base alle capacità dell’alunno ed in risposta ai suoi bisogni formativi ed utilizzati per definire lo standard da raggiungere. L’attività dei docenti coinvolti nell’inserimento potrebbe avere lo scopo di: - facilitare l’apprendimento del linguaggio funzionale favorendo la presenza nel gruppo-classe per tutto il tempo scuola; rilevare i bisogni specifici di apprendimento; semplificare, se necessario, il curricolo, per quanto riguarda i tempi di apprendimento di un’altra lingua straniera oltre all’Italiano; individuare le modalità di semplificazione o facilitazione linguistica per ogni disciplina. 3. La Valutazione Si individuano alcuni criteri per la valutazione degli alunni stranieri di recente immigrazione: - prevedere tempi più lunghi per il raggiungimento degli obiettivi; 11 - valutare il progresso rispetto al livello di partenza; - tenere conto che l’alunno straniero è sottoposto a una doppia valutazione: quella relativa al suo percorso di italiano seconda lingua, quella relativa alle diverse aree disciplinari e ai contenuti del curricolo comune; - predisporre strumenti per la valutazione formativa e sommativa adeguati. 4.La normativa di riferimento Il Protocollo d’accoglienza rappresenta uno strumento con cui l’Istituto amplia il Piano dell’Offerta Formativa. Esso è coerente con la legislazione vigente e si propone di dare concreta attuazione alla normativa vigente (vedi annotazione finale). Integrazione ed Inclusione degli alunni stranieri. Si valuterà l’ opportunità di costituire una Commissione Accoglienza, emanazione del Collegio dei Docenti , e si elaborerà un Protocollo di Accoglienza per gli alunni stranieri, per descrivere in maniera analitica le procedure che l’istituto mette in atto dai momenti dell’informazione e dell’iscrizione degli alunni stranieri al momento dell’uscita. Esso di norma contiene: le finalità del protocollo stesso, la composizione e le funzioni della Commissione Accoglienza, le procedure di iscrizione, di assegnazione alla classe, di accoglienza nella classe e di valutazione, specificando tempi di attuazione e responsabilità operative. Il team docente ha il compito di favorire l’inserimento dell’alunno straniero nella classe attraverso le seguenti azioni: _ informare i compagni del nuovo arrivo e creando un clima positivo di attesa _ dedicare del tempo ad attività di benvenuto e conoscenza _ individuare un alunno particolarmente adatto a svolgere la funzione di tutor (compagno di viaggio) dell’alunno straniero _ rilevare i bisogni specifici di apprendimento attraverso i test d’ingresso _ individuare ed applicare modalità di semplificazione dei contenuti e di facilitazione linguistica per ogni disciplina, stabilendo contenuti minimi ed adattando ad essi la verifica e la valutazione _ programmare il lavoro con i formatori che, eventualmente, seguono l’alunno non italofono _ informare l’alunno e la famiglia del PEP _ valorizzare in classe la cultura altra _ mantenere i contatti con la Commissione Accoglienza _ richiedere, se necessario, l’intervento di un mediatore culturale Nella prima fase dell’inserimento scolastico, l’insegnamento della lingua italiana come seconda lingua deve tendere soprattutto a: _ fornire all’alunno straniero gli strumenti linguistici che gli possono permettere di partecipare ad alcune attività comuni della classe_ _ sviluppare l’italiano utile sia alla scolarizzazione che alla socializzazione in generale. Gli argomenti che si presenteranno potranno essere affrontati secondo la seguente impostazione: _ presentazione del lessico di base relativo al tema proposto (utilizzando anche oggetti, foto, immagini,disegni, CD, situazioni utili alla contestualizzazione)_ _ memorizzazione del lessico e riutilizzo anche in contesti diversi_ _ introduzione del nuovo vocabolario in strutture semplici e via via più complesse_ _ esercizi di riconoscimento, discriminazione_ _ espressione orale e scritta ( risposta a semplici domande, produzione di frasi di brevi testi) con riutilizzo del lessico e delle strutture presentati. I temi iniziali riguarderanno l’alunno, la sua storia, le caratteristiche principali dell’identità e del suo ambiente di vita quotidiana. 12 Le attività dovranno essere svolte in piccolo gruppo per favorire la socializzazione e sostenere l’approccio linguistico(gioco, attività ludica e di laboratorio, “tutoraggio”). Nel corso del primo anno le attività saranno volte all’apprendimento, al consolidamento della lingua italiana, cui dovranno essere destinati tempo e risorse umane, attraverso l’impostazione di un progetto specifico (laboratorio di italiano L2 valorizzando possibilmente anche la lingua e la cultura d’origine). Il Collegio docenti delega i Consigli di classe interessati a individuare possibili forme di “adattamento dei programmi di insegnamento”. Di seguito, alcuni suggerimenti di possibili forme già sperimentate da Consigli di classe di altre scuole primarie e di primo grado: _ la temporanea esclusione dal curriculum di quelle discipline che presuppongono una specifica competenza linguistica, sostituendole con attività di alfabetizzazione o consolidamento linguistico; _ la riduzione degli obiettivi e dei contenuti di alcune discipline, in modo da favorire il raggiungimento di obiettivi minimi disciplinari; _ la sostituzione di parti di programma con altre più consone alla formazione e agli interessi dell’alunno 8 INDICATORI DI QUALITÀ: STRUTTURALI Formazione di classi con un numero massimo di alunni, coerente con gli obiettivi del Piano. Docenti curricolari formati. Assegnazione fin dall’inizio dell’anno scolastico di un insegnante specializzato per le attività di sostegno (anche per alunni non certificati disabili). Collaboratori scolastici per l’assistenza materiale e igienica. Gruppi di lavoro d’Istituto. Rapporti tra scuola e servizi socio-sanitari. Risorse finanziarie per eventuale acquisto di sussidi e ausili didattici. DI PROCESSO 1) DIAGNOSI FUNZIONALE Descrive i livelli di funzionalità raggiunti e la previsione di possibile evoluzione dell’alunno certificato. (E’ stilata dagli operatori ASL o specialisti privati con opportuna vidimazione dell’ ASL, per quanto riguarda gli alunni H o DSA). Viene eseguita all’atto della prima segnalazione e deve essere aggiornata ad ogni passaggio da un ordine all’altro di scuola). 2) PROFILO DINAMICO FUNZIONALE Comprendente non solo le disabilità ma anche l’individuazione delle potenzialità e delle capacità da attivare a livello didattico; È uno strumento di raccordo tra la conoscenza dell’alunno, prodotta dalla diagnosi funzionale, e la definizione di attività, tecniche, mezzi e materiali per la prassi didattica; nasce dalla collaborazione tra scuola, operatori ASL e genitori. In esso si trovano le linee concrete di lavoro espresse in obiettivi e l’analisi approfondita dei vari assi di sviluppo, che indicano cosa l’alunno è in grado di fare. Il gruppo di programmazione propone strategie e metodologie per far progredire l’alunno rispetto alla situazione di partenza. Il documento deve essere aggiornato nel passaggio da un ciclo all’altro o da un ordine di scuola ad un altro. 13 3) PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO Il P.E.I. è il documento redatto dagli insegnanti curricolari e di sostegno, in collaborazione con genitori e ASL. Nel P.E.I. vengono descritti vincoli e risorse dell’alunno, interventi specifici predisposti in un determinato periodo di tempo, indicatori di prestazione e standard di accettabilità, ai fini di realizzare il diritto all’educazione e all’istruzione. Gli obiettivi educativi e didattici devono essere concordati da tutti i membri del Consiglio di classe, in maniera tale che interventi e finalità seguano una linea comune. Il P.E.I. prende in considerazione: _ le attività proposte; _ le scelte metodologiche; _ i tempi di realizzazione; _ le verifiche e i criteri di valutazione. 9 MONITORAGGIO – VERIFICA VALIDITÀ DEL PIANO: Sarà svolto mediante schede per le osservazioni e i rilievi dei Docenti coinvolti sulla efficacia del Piano che contengano proposte di adeguamento/rimodulazione/miglioramento. 10 ALLEGATI 1. Modello per la richiesta di un Percorso Personalizzato da parte della famiglia (per alunni DSA) 2. Modello di comunicazione del PDP, ai fini della sottoscrizione, per le famiglie di alunni BES 3. Griglia di Osservazione/rilevazione individuale per alunni con BES 4. Tabella - rilevazione alunni BES 5. Piano Didattico Personalizzato per alunni con BES, DSA e non italofoni 6. Scheda/tabella interventi per discipline 7. Scheda rilevazione bisogni formativi per alunni stranieri 8. Quadro riassuntivo delle misure compensative e dispensative 9. Progetto di inclusione: “Non solo lettere e numeri…” 14 RIFERIMENTI NORMATIVI: -Costituzione della Repubblica Italiana – art. 3 -Art. 45 del DPR n° 394/99 - Normativa riguardante il processo di accoglienza -L. 170/2010 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico -Decreto Ministeriale 12 luglio 2011: “Linee guida per il diritto degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento” -Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012: “Strumenti di intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica“, - C.M. n. 24, febbraio 2006: “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”; - Documento programmatico “La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri”, Ottobre 2007; - DPR 22 giugno 2009 , n. 122 “Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni”; - Nota MIUR prot. 465 del 27 gennaio 2012 - Studenti con cittadinanza non italiana iscritti a classi di istituti di istruzione secondaria di secondo grado. Esami di Stato. - MIUR, Prot. 236 del 31 GENNAIO 2012, Linee guida per la progettazione dei percorsi di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana. Il presente P.A.I. è stato approvato dal Collegio dei Docenti in data 30 giugno 2016 con delibera n. 5. 15