A. Latino e germanico nel mondo antico

S. Leonardi e E. Morlicchio, La filologia germanica e le lingue moderne, il Mulino 2009
A. Latino e germanico nel mondo antico
A.1. Cesare, De bello Gallico
[VI, 27] Sunt item quae appellantur alces. Harum est consimilis capris figura et uarietas
pellium, sed magnitudine paulo antecedunt mutilaeque sunt cornibus et crura sine nodis
articulisque habent neque quietis causa procumbunt, neque, si quo adflictae casu
conciderunt, erigere sese aut sublevare possunt.
Ci sono poi le cosidette Alci, che hanno aspetto e pelo simile a quello delle capre, ma
sono un po' più grandi. Hanno corna mutile e zampe senza giunture né articolazioni,
perciò non si sdraiano nemmeno per dormire, né, se per caso cadono, possono rialzarsi o
sollevarsi.
[VI, 28] Tertium est genus eorum, qui uri appellantur. Hi sunt magnitudine paulo infra
elephantos, specie et colore et figura tauri. Magna uis eorum est et magna uelocitas,
neque homini neque ferae quam conspexerunt parcunt. […] Amplitudo cornuum et figura
et species multum a nostrorum boum cornibus differt. Haec studiose conquisita ab labris
argento circumcludunt atque in amplissimis epulis pro poculis utuntur.
La terza specie è quella dei cosiddetti uri, che sono poco più piccoli degli elefanti e hanno
l’aspetto, il colore e la conformazione dei tori. Sono dotati di grande forza e di grande
velocità e non risparmiano né gli uomini né le bestie che incontrano. […] Le loro corna
sono molto diverse da quelle dei nostri buoi sia per grandezza sia per la forma e
l’aspetto. Sono molto ricercate: rifinite di argento alla base, sono usate, invece delle
tazze, nei banchetti più lussuosi.
A.2. Plinio, Naturalis HIstoria
[VIII.15] Ceterorum animalium, quae modo convecta undique Italiae contigere saepius,
formas nihil attinet scrupulose referre. Paucissima Scythia gignit inopia fruticum, pauca
contermina illi Germania, insignia tamen boum ferorum genera, iubatos bisontes
excellentique et vi et velocitate uros, quibus inperitum volgus bubalorum nomen inponit,
cum id gignat Africa vituli potius cervique quadam similitudine.
[VIII.15] Degli altri animali che, portati da ogni parte, sono abbastanza spesso capitati in
Italia, non importa descrivere scrupolosamente l’aspetto. La Scizia ne genera pochissimi
per mancanza di vegetazione, pochi la Germania, che con essa confina; tuttavia vi
nascono razze famose di buoi selvaggi, i bisonti con la criniera e gli uri, dall’enorme forza
e velocità, che il popolo ignorante chiama bubali, mentre questi ultimi vivono in Africa e
hanno una qualche somiglianza piuttosto con i vitelli o i cervi.
[VIII.16] Septentrio fert et equorum greges ferorum, sicut asinorum Asia et Africa,
praeterea alcen iumento similem, ni proceritas aurium et cervices distinguat; item natam
in Scadinavia insula nec umquam visam in hoc orbe, multis tamen narratam achlin haud
dissimilem illi, set nullo suffraginum flexu, ideoque non cubantem et adclinem arbori in
somno eaque incisa ad insidias capi, alias velocitatis memoratae. Labrum ei superius
praegrande; ob id retrograditur in pascendo, ne in priora tendens involvatur.
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Materiali integrativi capitolo V (A)
Le terre del Nord producono anche mandrie di cavalli selvaggi, così come l’Asia e l’Africa
di asini, ed inoltre l’alce, simile a un giumento, se non lo rendesse diverso la lunghezza
degli orecchi e della testa. Un altro animale, nato nell’isola della Scandinavia e mai visto
nelle nostre regioni, di cui tuttavia molti hanno parlato, l’acli, non è molto divereso
dall’alce, ma privo della possibilità di piegare i garretti, perciò per dormire non si sdraia,
ma si riposa appoggiato a un albero: se questo viene tagliato, viene catturato a
tradimento; per il resto è famoso per la sua velocità. Ha il labbro superiore molto grande;
per questo si ritrae mentre mangia, affinché non si arrotoli tendendosi in avanti.
B. Latino e germanico nel medioevo
C. L’influsso del francese nel medioevo
D. Le lingue germaniche antiche in Italia
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