Cervesato Andrea Pagina 1 Esame di Stato 2003 – 2004 Economia Politica AREA DISCIPLINARE: ECONOMIA POLITICA IL PIANO MARSHALL Premessa economica Alla fine della seconda guerra mondiale, si posero per i governi dei Paesi che presero parte al conflitto due problemi sostanziali: 1. La riconversione e la ricostruzione delle industrie 2. Come assicurarsi e come pagare il capitale per il lavoro (alimentari, materie prime e macchinari), indispensabile per mettere in moto la produzione. La prima questione era ritenuta di non difficile soluzione e poco rilevante in quanto sarebbe dipesa per lo più dalla soluzione della seconda. Nel pagare gli alimenti e le materie prime, dopo gli accordi di Bretton-Woods che ponevano il dollaro come punto di riferimento dell’economia mondiale al posto della sterlina, i Paesi acquirenti dovevano disporre di Dollari o di loro equivalenti. Purtroppo nell’Europa del tempo questa disponibilità non era presente e la tattica più logica da seguire era quella di un prestito da parte degli Stati Uniti o da altri paesi. Questo, però, avrebbe portato ad un enorme incremento del debito estero mondiale e al riproporsi di una situazione simile a quella del primo dopoguerra con deficit crescenti e desiderio di rivalsa da parte dei paesi debitori. L’unica soluzione rimaneva quella di dare il denaro ma, nel farlo, bisognava attuare continui controlli, soprattutto valutari per evitare speculazioni nei cambi (quello che accadde in Inghilterra dopo la concessione di un prestito statunitense). L’obiettivo finale di questo progetto era raggiungere la liberalizzazione economica, ma non in modo avventato e immediato. Premessa politica Subito dopo la conferenza di Yalta e dopo la fine alla seconda guerra mondiale si venne a creare in Europa una divisone in due blocchi: uno sottoposto all’influenza statunitense e uno dipendente dagli effetti della politica dell’Unione Sovietica. Può bloccarlo? Stalin e il Piano Marshall In questa situazione internazionale gli Stati Uniti d’America miravano a portare sotto il loro influsso tutti i paesi dell’Europa occidentale allo scopo di arrestare l’avanzata comunista guidata da Stalin. Di qui la decisione di assisterli sia economicamente (Piano Marshall) sia militarmente (costituzione della Nato). Cervesato Andrea Pagina 2 Esame di Stato 2003 – 2004 Economia Politica Premessa politica (continua) In seguito, una tesi individuava gli aiuti economici all’Europa come parte integrante di una politica statunitense tesa essenzialmente ad assicurarsi mercati all’estero e a garantire una continua espansione economica all’interno. Il piano Marshall Il 5 giugno 1947, il segretario di stato statunitense George Marshall, in un discorso tenuto alla Harvard University, annunciò il piano di ricostruzione economica (ERP, Europen Recovery Program) per i paesi europei allineati con gli Stati Uniti. Le spese iniziali previste dal piano Marshall si aggiravano attorno ai 6 miliardi di dollari che, alla fine, passarono complessivamente a circa 13 miliardi di dollari ( uguali a 53 miliardi di dollari attuali). Questa ingente quantità di denaro venne ripartita in questo modo: 59% per alimentari e materie prime 17% per carburante 17% per macchinari 7 % per costi di spedizione L’aumento di liquidità all’interno dei mercati europei (manovra espansiva) ebbe immediati effetti benefici contro la depressione produttiva dell’epoca. Distribuzione$ Marshall Plan 17% 59% 17% 7% Prodotti primari Carburante Macchinari C. spedizione Nei tre anni e mezzo di conduzione, il piano Marshall portò all’aumento del prodotto interno lordo dei paesi assistiti di circa il 25%, un aumento della produzione industriale del 64% e di quella agricola del 24%. Gli economisti americani che programmarono l’ERP si ispirarono molto probabilmente a teorie keynesiane anche se in modo derivato. Infatti, l’aumento di liquidità nel sistema portò ad un consistente aumento della domanda e di conseguenza dell’offerta e degli investimenti. I sistemi economici europei occidentali, così, conobbero un periodo di grande sviluppo, associato anche ad un progressivo intervento dello stato nell’economia e quindi ad una transazione da uno stato a economia privata ad uno a economia mista. Le conseguenze del piano Marshall in Italia Il piano Marshall in Italia ebbe immediate conseguenze positive e una gran massa di italiani, che aveva un precedenza sperimentato i disastri della guerra e la povertà degli anni dell’immediato dopoguerra, scoprì per la prima volta il benessere e, con esso, l’abitudine a nuovi consumi. In particolare il piano Marshall favorì un aumento degli investimenti da parte degli imprenditori italiani. Cervesato Andrea Pagina 3 Esame di Stato 2003 – 2004 Economia Politica Le conseguenze del piano Marshall in Italia (continua..) L’aumentare del PIL e della ricchezza fu raggiunto grazie anche ad una politica di sgravi fiscali a coloro che avessero impiantato attività in zone depresse e grazie ad alcune circostanze favorevoli: l’ampia disponibilità di manodopera salari bassi e crescenti in misura minore del profitto debolezza delle forze sindacali Un altro elemento che fu importante nella crescita economica italiana fu, senz’altro, l’entrata nel MEC (Mercato Comune Europeo). Sono questi gli anni del “boom”, del “miracolo economico italiano” e della “dolce vita”; in questo periodo fecero il loro ingresso nelle case degli italiani frigoriferi e lavatrici, radio e televisori. In questi anni l’Italia conobbe anche la motorizzazione di massa con l’esplosione di simboli come la Vespa e la Lambretta. Immagini della motorizzazione di massa