17. Piano Marshall e miracoli economici Spesa militare in percentuale del reddito (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015, p. 231) Ricostruzione e Piano Marshall • La ricostruzione del sistema commerciale e finanziario internazionale • 1944 Bretton Woods • 1947 FMI e Banca mondiale • Il gold exchange standard • 1948 GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) • Nel 1947 buona parte dei Paesi dell’Europa occidentale era tornata ai livelli di produzione precedenti la seconda guerra mondiale. • Il livello di produzione prebellico non era soddisfacente e l’inverno molto rigido del 1946 – 47, seguito da una lunga siccità, rese i raccolti molto scarsi. • Nel corso degli anni ’30 tutti i paesi europei avevano istituito controlli sui cambi e sulla convertibilità: le loro monete non erano quindi convertibili in altre se non previa autorizzazione delle autorità monetarie. • Dopo il conflitto, la carenza di prodotti di ogni tipo (alimentari, materie prime, parti di ricambio) sembrò imporre una continuazione di tali controlli. Solo gli Stati Uniti e, in misura minore, gli altri paesi americani erano in grado di fornire beni di consumo, non avendo riportato danni agli impianti produttivi; erano quindi in grado di sopperire a tale penuria. • Per acquistare prodotti in America erano però necessari dollari, proprio quelli che mancavano all’Europa. • Il denaro, che gli Stati Uniti concessero sotto forma di aiuti e sovvenzioni per il risanamento, contribuì ad alleviare questa penuria di dollari nei primi due anni del dopoguerra. Ma esauriti questi fondi, a metà del 1947 sembrò che l’immediato risanamento post-bellico corresse il rischio di fallire. • D’altra parte la “guerra fredda” tra USA e URSS e il peso dei partiti comunisti nella vita politica dei diversi paesi occidentali, in particolare Italia e Francia, davano motivo di preoccupazione agli Stati Uniti per il possibile estendersi del comunismo. • Il 5 giugno1947 il generale George Marshall, segretario di Stato americano, nominato dal presidente Truman, pronunciò in occasione della cerimonia di conferimento delle lauree all’Università di Harvard un discorso in cui annunciava che se i paesi europei avessero presentato una richiesta di assistenza congiunta e coerente, il governo statunitense avrebbe risposto positivamente, con la concessione degli aiuti richiesti. • Fu questa l’origine del Piano Marshall. • Si tenne subito un incontro tra i ministri degli Esteri di Francia e Gran Bretagna, i quali invitarono a Parigi il ministro degli Esteri dell’Unione Sovietica, per discutere una risposta europea alla proposta di Marshall. • Il russo arrivò a Parigi, ma se ne andò ben presto bollando la proposta americana come “complotto imperialista”. • Il 12 luglio 1947 si incontrarono a Parigi i rappresentanti di 16 nazioni europee, formando la Commissione di cooperazione economica europea. Essi rappresentavano tutti i paesi democratici dell’Europa occidentale, compresi i paesi neutrali come la Svezia e la Svizzera, l’Austria ancora occupata militarmente, il non democratico Portogallo, la Grecia e la Turchia. • Anche la Finlandia e la Cecoslovacchia avevano mostrato interesse a partecipare, ma erano state richiamate all’ordine dall’ Unione Sovietica. Non furono rappresentati la Spagna franchista, non invitata, e la Germania che non aveva un governo di cui invitare i rappresentanti. • Il popolo e il Congresso americani dovevano tuttavia essere persuasi che un ulteriore aiuto economico all’Europa era nel loro interesse. L’amministrazione Truman intraprese a tale scopo una vigorosa campagna di pressioni sul Parlamento e nella primavera del 1948 il Congresso approvò l’ European recovery program (ERP). • Per gestire gli aiuti venne creata l’Organizzazione europea per la cooperazione economica (OECE), responsabile della distribuzione degli aiuti americani. • La durata del piano era prevista in 5 anni e nel complesso all’inizio del 1952 l’ERP aveva distribuito 13 miliardi di dollari, sotto forma di prestiti e sovvenzioni statunitensi all’Europa. • Ciò permise ai paesi dell’OECE di importare merci, di cui vi era scarsità in Europa, dall’area del dollaro. All’ inizio si trattò soprattutto di beni commestibili e fertilizzanti, poi di beni capitale, materie prime e combustibili. • La Germania ebbe una posizione anomala negli aiuti del Piano Marshall, anche perché divisa in due Stati, la Repubblica democratica tedesca a est e la Repubblica federale tedesca a ovest. • La conferenza di Potsdam del maggio 1945 aveva previsto per la Germania lo smantellamento dell’industria degli armamenti e delle altre industrie pesanti, il pagamento di riparazioni ai vincitori e alle vittime dell’aggressione nazista, rigorose limitazioni alla capacità produttiva tedesca e un programma di denazificazione, che sanciva anche il processo ai capi nazisti come criminali di guerra. • Nei fatti solo l’ultimo obiettivo fu realizzato come era stato inteso originariamente. • Le potenze occidentali dopo un breve tentativo di ottenere riparazioni in natura e di spezzare le grandi concentrazioni industriali esistenti nelle loro zone, compresero che l’economia tedesca doveva essere lasciata integra sia per sostentare il popolo tedesco che per contribuire alla ripresa economica dell’Europa occidentale. • Le potenze occidentali capovolsero quindi la loro politica e adottarono misure di sostegno all’economia tedesca, anziché limitare la produzione. Per stimolare la ripresa economica venne anche sostituito lo svalutato Reichmark con il Deutschmark, con un rapporto di 1 a 10. • La risposta dell’economia a queste misure fu eccezionale e divenne nota come “miracolo economico”. Le merci precedentemente incettate o vendute sul mercato nero riapparvero, gli scaffali dei negozi si riempirono, le fabbriche ripresero a produrre e la Germania occidentale iniziò la sua rinascita economica. • L’ URSS, che non era stata consultata a proposito della riforma monetaria, da essa considerata una violazione degli accordi di Potsdam, rispose sbarrando tutti gli accessi stradali e ferroviari che collegavano le parti occidentali a Berlino ovest. • Sperava infatti di indurre gli occidentali a ritirarsi da Berlino o di spuntare concessioni su questioni controverse. Gli alleati risposero invece prontamente con un imponente ponte aereo di rifornimenti per le truppe occidentali e per 3 milioni di abitanti di Berlino ovest. • Nel frattempo la Germania veniva integrata nella European Recovery Program. In seguito gli stati tedesco-occidentali furono autorizzati a eleggere propri rappresentanti in un’assemblea costituente e nel maggio 1949 nacque la Repubblica Federale Tedesca. Per non essere da meno l’Unione sovietica fondò la Repubblica democratica tedesca. • Con la Germania occidentale pienamente integrata nell’ OECE e nel Piano Marshall, il risanamento economico dell’Europa occidentale poteva dirsi completo. Distribuzione dei fondi Erp (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015, p. 239) I miracoli economici • Il Piano Marshall si concluse nel 1952 con un successo superiore alle attese. Non aveva generato gli Stati Uniti d’Europa, come qualcuno aveva sperato, ma l’Europa occidentale aveva raggiunto e superato i livelli prebellici di produzione. Inoltre l’OECE e le altre istituzioni di recente creazione erano a disposizione per stimolare l’economia a nuovi grandi risultati. • Una delle più importanti tra queste istituzioni fu l’Unione europea dei pagamenti (UEP), inaugurata nel giugno 1950, che permise un libero commercio multilaterale all’interno dell’OECE: si tenevano accurate registrazioni di tutti gli scambi fra paesi europei e alla fine di ogni mese si tiravano le somme e si operavano le compensazioni. • Nei due decenni successivi all’istituzione dell’UEP il commercio mondiale crebbe a un tasso medio annuo dell’8%, il più elevato della storia. Gran parte di questa crescita si sviluppò naturalmente in Europa. • Dal 1945 al 1970 si verificò il periodo più lungo di crescita ininterrotta dei paesi industrializzati, e al ritmo più elevato mai raggiunto nella storia. • Nel complesso dei paesi industrializzati (OECE, USA, Canada e Giappone) il tasso di crescita medio del prodotto nazionale lordo per unità di lavoro fu tra il 1950 e il 1973 di circa il 4,5% annuo. • Negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna, paesi che alla fine della guerra avevano i redditi pro-capite più elevati, la crescita fu più lenta che non nell’Europa occidentale continentale o in Giappone, ma più rapida che in qualsiasi altro lungo periodo della loro storia. • L’espressione “miracolo economico” venne applicata per la prima volta al forte balzo in avanti compiuto dalla Germania occidentale dopo la riforma valutaria del 1948. • Visto però che gli alti tassi di crescita continuarono per tutti gli anni ’50 e 60’, essa venne usata per denotare l’intero periodo. Si notò del resto che l’Italia e il Giappone avevano tassi di crescita uguali o superiori a quello tedesco. • Gli aiuti americani svolsero un ruolo determinante nell’innescare la ripresa economica, sostenuta in seguito dall’Europa con alti livelli di risparmi e investimenti. • Vi furono momenti in cui la concorrenza tra spesa per i consumi e spesa per gli investimenti determinò forti pressioni inflazionistiche, che tuttavia non furono mai disastrose come le iperinflazioni del primo dopoguerra. Gran parte degli investimenti consistette in attrezzature per nuovi prodotti e nuovi procedimenti. • Negli anni della depressione e della guerra si era costituita una riserva di innovazioni tecnologiche che attendeva per essere messa a frutto soltanto il capitale e il lavoro qualificato. • Le economie europee in realtà avevano ristagnato per un’intera generazione: oltre a non aver concretizzato la loro potenzialità di crescita, esse operavano con attrezzature obsolete ed erano indietro, rispetto agli Stati Uniti, nel progresso tecnologico. • La modernizzazione tecnologica perciò accompagnò e contribuì in modo rilevante al cosiddetto “miracolo economico “. • Un altro fattore importante fu l’atteggiamento dell’amministrazione pubblica, che partecipò su scala molto più grande alla vita economica, sia direttamente che indirettamente. • Furono nazionalizzate alcune industrie di base, redatti programmi economici e assicurata un’ampia gamma di servizi sociali. • Nelle economie miste o assistenziali, che divennero una caratteristica delle democrazie occidentali, lo Stato si assumeva il compito di assicurare la stabilità generale, un clima favorevole alla crescita e un minimo di protezione per gli individui economicamente deboli, ma lasciava il compito di produrre i beni e i servizi desiderati dalla popolazione prevalentemente all’impresa privata.