Il Piccolo Tibet
Viaggio in Kashmir e Ladakh (India del Nord)
Dal 31 agosto all’11 settembre 2013
Viaggio con accompagnatore dall’Italia
Scriveva Sheik Nurudin, poeta sufi, profeta della non-violenza e propagatore del sufismo in Kashmir: “Dio
è ovunque e ha mille nomi ma non c’è foglia d’erba che non lo riconosca. Siamo venuti assieme sulla terra,
perché non spartire gioia e dolori?” e aggiungeva: “mai dividere gli indu dai musulmani” in nome di una
tolleranza religiosa condivisa da tutta la gente semplice che abita in questo paradiso in terra. Eppure
questi territori di Jammu, Kashmir e Ladakh sono ancora il pomo della discordia tra Pakistan e India, le
due potenze che armano la gente e incitano i mercenari facendo leva su sentimenti di odio e intolleranza
che nulla hanno a che vedere con la realtà autentica della gente comune, musulmani kashmiri e induisti
ladakhi. Profittazione, repressione, strumentale propaganda ideologica, giochi di potere che fanno vivere
la popolazione nel terrore, che oscurano il paradiso e vogliono trasformare la dimora preferita degli
imperatori moghul in un campo di battaglia e addolorare la “valle felice” dei colonizzatori inglesi. Cosa
fare? Come lenire le ferite di tutte quelle madri che hanno visto morire a centinaia i loro figli? Solo
partecipare al dolore, sostenere che, per esempio, i Kashmiri non hanno mai posseduto armi: finanche i
remi delle barche erano intagliati a forma di cuore. Cosa fare? Andare, riempire i negozi, animare le case
galleggianti, contemplare le altezze evanescenti dei monti, i fiumi limpidi come cristalli, essere presenti
con la nostra sensibilità, il nostro amore per la vita ed i valori autentici, noi occidentali, come Sheik
Nurudin del terzo millennio.
Partiamo da Srinagar, la piccola città medioevale con un dolce clima tutto l’anno sotto le vette
dell’Himalaya che non potrebbe essere più bella con i suoi paesaggi bucolici, i giardini in fiore, i
romantici ponti sul fiume Jhelum e sul lago Dal, le case galleggianti, le moschee di legno, le case
patrizie e i bazar raffinati. Proseguiamo quindi in Ladakh adattandoci lentamente alle diverse altitudini e
cambiamenti di clima: alla quota dei 3500 metri di Leh basta un alito di vento perché le condizioni
climatiche cambino radicalmente passando da temperature elevate a temperature decisamente invernali.
Un viaggio in Ladakh non è motivato solo dalla visita delle fortezze medievali fortificate come quelle di
Leh e di Stock, dei gompa (monasteri buddhisti) di Shankar, Shey, Hemis, Likir o Phyang resi minuscoli dai
ghiacciai incombenti, delle città monastiche come Lamayuru appollaiata sui monti e Alchi pigramente
distesa in pianura. Non è motivato solo dalle immense statue dorate ricoperte di pietre preziose o dai
dipinti unici e irripetibili come quelli di Alchi. In Ladakh si va a cercare sé stessi, come si va in Tibet, per
lasciarsi pervadere dal suono, dalla luce e dal tempo. Ci si va per rendersi conto che siamo vivi e assetati
di sapere e allora non ha importanza se i monaci di questo o quel monastero seguono la via riformata dei
“berretti gialli” o quella antica che, assieme a Mila-repa persegue l’illuminazione attraverso il
controllo della propria temperatura corporea, se quella statua rappresenta il Buddha storico Sakyamuni
o quello del futuro Maitreya; non ha più importanza che l’albergo di Leh sia semplice ed essenziale, basta
che sia pulito, non si teme più una notte in tenda se il cielo notturno che la sovrasta è talmente pieno di
stelle da parere d’argento. In Ladakh si va per sentire il melanconico salmodiare dei monaci al
crepuscolo, per vivere il lento danzare di monaci mascherati, per sentire sulla pelle il baratto dei
mercati e nelle orecchie gli zoccoli di yak infiocchettati di rosso, di pecore e capre che pascolano sotto
l’occhio vigile di pastori che non hanno smesso gli abiti che i loro avi portavano mille anni fa. Le
sistemazioni per la notte sono ovunque, ad esclusione di Delhi, semplici, dignitose e sufficienti. La varietà
delle visite e la bellezza dell’ambiente ripagano ampiamente dei disagi, dell’intenso ritmo del viaggio e
dell’impegno fisico necessario. Alcuni trasferimenti sono lunghi ed impegnativi su strade spesso non
asfaltate e tortuose, seppure spettacolari. Suggeriamo di documentarsi sulle diverse culture orientali
ed in particolare sull’islam e sul buddismo prima di partire: servirà a godere appieno dell’atmosfera e a
tollerare improvvisi cambiamenti di itinerario spesso dovuti al tentativo di non mancare una cerimonia
religiosa in questo o quel monastero o una festa tradizionale.
1 giorno, sabato 31 agosto VENEZIA/ISTANBUL/DELHI
Partenza per Delhi con volo di linea Turkish Airlines, via Istanbul. Pasti in volo. All’arrivo trasferimento
in hotel. Tempo per il riposo.
2 giorno, domenica 1 settembre DELHI/SRINAGAR
Prima colazione, trasferimento in aeroporto e volo per Srinagar. Al nostro arrivo trasferimento in hotel
ed inizio delle viste. Srinagar era la residenza estiva degli imperatori moghul che giunsero nel XVI secolo
dall’asia centrale. Essi costruirono qui i giardini terrazzati più belli dell’oriente, stretti tra acqua e
montagne. All’interno vi sono padiglioni per il ristoro, fontane, aiuole piene di fiori e alberi secolari tra
cui pioppi, salici, aceri giganti e maestosi come cattedrali. Seconda colazione. Cena e pernottamento.
3 giorno, lunedì 2 settembre SRINAGAR
Prima colazione. La prima visita quindi è quella ai famosi giardini moghul. I regnanti indiani, per sfuggire
alla calura estiva venivano in questa zona dell’India settentrionale attirati dal clima fresco.
Fecero quindi costruire molti bei giardini simmetrici, con giochi d’acqua ancora funzionanti. Seconda
colazione in corso di visita. Nel pomeriggio giro in barca sul lago Dal.
Il lago è lungo 6 Km e largo 4 ed è diviso in tre parti da dighe: Gazribal, Lodktdal e Boddal. Nei primi due si
trovano rispettivamente l’isola d’Argento e l’Isola d’oro. Cena e pernottamento.
4 giorno, martedì 3 settembre SRINAGAR/KARGIL (216 km)
Prima colazione e partenza per Kargil, una tappa d’obbligo per l’avvicinamento al Ladakh “paese dei passi”
(La, passo e dakh, paese).
Compresso fra l’Himalaya (a sud-ovest) e il Karakorum (a nord-ovest) il Ladakh o “Piccolo Tibet” non
sembra ancora uscito dal suo secolare isolamento che ebbe inizio quando il traffico carovaniero
terrestre si interruppe a favore di quello marittimo. Quando qui transitavano le merci il Ladakh era un
regno importante del Tibet occidentale, prosperavano le famiglie imperiali, si costruivano monasteri
imponenti e si fondavano dinastie su dinastie. Poi, l’isolamento geografico e la mancanza di scambi
culturali ed economici ha costretto il Paese ad integrarsi con le maggiori potenze. Amministrativamente
parlando, è parte dello Stato indiano del Kashmir e Jammu avendo rinunciato al suo statuto monarchico e
aderito all’Unione degli Stati Indiani al momento dell’indipendenza nel 1947. E all’indipendenza risalgono
le ostilità tra i territori di confine contesi tra India, il paese induista e il Pakistan, paese dei puri
musulmani. Secondo l’accordo venne chiesto ai capi della popolazione locale di schierarsi, migrando da
uno stato all’altro secondo il credo religioso e una rigida politica decisa a tavolino. Tale divisione creò
uno sconquasso indicibile: per secoli le due comunità erano vissute in pace una accanto all’altra ed ora si
chiedeva loro uno schieramento, una divisione del cuore. Inevitabile la tragedia che ne derivò. Per
arrivare a Kargil bisogna attraversare il passo di Soji La a 3529 m. Lungo il percorso si effettuano alcune
soste per ammirare il paesaggio mozzafiato e per la seconda colazione. Si superano i villaggi di Kangan,
Sumbal, Sonamarg, Drass, e Kharbu prima di giungere in serata a Kargil. Cena e pernottamento.
5 giorno, mercoledì 4 settembre KARGIL/ALCHI (165 km)
Prima colazione. Sebbene Kargil fosse un tempo un importante avamposto commerciale, ora è solo una
sosta notturna lungo la strada per Leh. Partenza quindi al mattino per raggiungere il Ladakh. Per
giungervi si devono superare due passi: il Namika La a 3.718 m e il Fatu la a 4.094 metri. Il primo villaggio
che si incontra è Shergol: un villaggio importante in quanto si trova proprio a marcare la linea di confine
tra la zona musulmana e quella buddista. Procedendo si incontra poi Mulbeth e dopo il primo passo, Bodh
Kharbu. Dopo il secondo passo si incontra Lamayuru dove si sosta per la seconda colazione. Lamayuru sorge
appollaiato su una montagna e, nel periodo di massimo splendore era costituito da cinque edifici ospitando
ben 4.000 monaci. Ai piedi si trova il villaggio omonimo. A questo punto del viaggio il paesaggio è
decisamente cambiato in quanto ci si trova in pieno nella regione del Ladakh. In serata dopo aver toccato
altri 6 piccoli villaggi si arriva infine ad Alchi. Cena e pernottamento.
6 giorno, giovedì 5 settembre ALCHI/LEH (65 km)
Prima colazione e visita di Alchi, un complesso monastico che si rifà alla via riformata dei Berretti Gialli e
che risale all’XI secolo. Alchi, voluto dal re Atisha è un vero e proprio museo dei dipinti murali dove
figurano le molteplici epifanie dell’unica divinità che si esprime nelle forze dell’animo e in quelle della
natura assimilate nella simbologia magica del tantrismo.
Quindi proseguimento per Likir dove si trova il monastero dell’XI secolo che ospita un centinaio di monaci
della via dei Gelukpa, sorridenti custodi di splendide statue in legno di sandalo di foggia tibetana. La
caratteristica del monastero è quella di trovarsi in pianura e non arroccato come gli altri monasteri del
Ladakh. Al suo interno si trovano massicce statue di Buddha con fastosi intagli in legno, splendidi ed unici
esempi di dipinti murali.
Il villaggio poi è circondato da numerosi stupa. Quindi proseguimento per Basgo per la visita del gompa con
la magnifica statua del Buddha del Futuro (Maitreya).
Arrivo a Leh in tempo per la seconda colazione.
Nel pomeriggio primo incontro con la capitale.
Cena e pernottamento.
7 giorno, venerdì 6 settembre LEH
Prima colazione ed intero giorno dedicato alla visita della città. In particolare si visita il vecchio palazzo
reale di Senge Namgyal, imitazione del famoso Potala di Lhasa. Eretto nel XVI secolo, sorge con i suoi otto
piani sul monte Tsemo. Si possono ammirare alcuni antichi Thangka, immagini di Buddha e della dea Durga.
Seconda colazione e nel pomeriggio visita del monastero situato sopra il palazzo, con una bellissima vista
sulla città e verso le cime circostanti. Cena e pernottamento.
cui pioppi, salici, aceri giganti e maestosi come cattedrali. Seconda colazione. Cena e pernottamento.
3 giorno, lunedì 2 settembre SRINAGAR
Prima colazione. La prima visita quindi è quella ai famosi giardini moghul. I regnanti indiani, per sfuggire
alla calura estiva venivano in questa zona dell’India settentrionale attirati dal clima fresco.
Fecero quindi costruire molti bei giardini simmetrici, con giochi d’acqua ancora funzionanti. Seconda
colazione in corso di visita. Nel pomeriggio giro in barca sul lago Dal.
Il lago è lungo 6 Km e largo 4 ed è diviso in tre parti da dighe: Gazribal, Lodktdal e Boddal. Nei primi due si
trovano rispettivamente l’isola d’Argento e l’Isola d’oro. Cena e pernottamento.
4 giorno, martedì 3 settembre SRINAGAR/KARGIL (216 km)
Prima colazione e partenza per Kargil, una tappa d’obbligo per l’avvicinamento al Ladakh “paese dei passi”
(La, passo e dakh, paese).
Compresso fra l’Himalaya (a sud-ovest) e il Karakorum (a nord-ovest) il Ladakh o “Piccolo Tibet” non
sembra ancora uscito dal suo secolare isolamento che ebbe inizio quando il traffico carovaniero
terrestre si interruppe a favore di quello marittimo. Quando qui transitavano le merci il Ladakh era un
regno importante del Tibet occidentale, prosperavano le famiglie imperiali, si costruivano monasteri
imponenti e si fondavano dinastie su dinastie. Poi, l’isolamento geografico e la mancanza di scambi
culturali ed economici ha costretto il Paese ad integrarsi con le maggiori potenze. Amministrativamente
parlando, è parte dello Stato indiano del Kashmir e Jammu avendo rinunciato al suo statuto monarchico e
aderito all’Unione degli Stati Indiani al momento dell’indipendenza nel 1947. E all’indipendenza risalgono
le ostilità tra i territori di confine contesi tra India, il paese induista e il Pakistan, paese dei puri
musulmani. Secondo l’accordo venne chiesto ai capi della popolazione locale di schierarsi, migrando da
uno stato all’altro secondo il credo religioso e una rigida politica decisa a tavolino. Tale divisione creò
uno sconquasso indicibile: per secoli le due comunità erano vissute in pace una accanto all’altra ed ora si
chiedeva loro uno schieramento, una divisione del cuore. Inevitabile la tragedia che ne derivò. Per
arrivare a Kargil bisogna attraversare il passo di Soji La a 3529 m. Lungo il percorso si effettuano alcune
soste per ammirare il paesaggio mozzafiato e per la seconda colazione. Si superano i villaggi di Kangan,
Sumbal, Sonamarg, Drass, e Kharbu prima di giungere in serata a Kargil. Cena e pernottamento.
5 giorno, mercoledì 4 settembre KARGIL/ALCHI (165 km)
Prima colazione. Sebbene Kargil fosse un tempo un importante avamposto commerciale, ora è solo una
sosta notturna lungo la strada per Leh. Partenza quindi al mattino per raggiungere il Ladakh. Per
giungervi si devono superare due passi: il Namika La a 3.718 m e il Fatu la a 4.094 metri. Il primo villaggio
che si incontra è Shergol: un villaggio importante in quanto si trova proprio a marcare la linea di confine
tra la zona musulmana e quella buddista. Procedendo si incontra poi Mulbeth e dopo il primo passo, Bodh
Kharbu. Dopo il secondo passo si incontra Lamayuru dove si sosta per la seconda colazione. Lamayuru sorge
appollaiato su una montagna e, nel periodo di massimo splendore era costituito da cinque edifici ospitando
ben 4.000 monaci. Ai piedi si trova il villaggio omonimo. A questo punto del viaggio il paesaggio è
decisamente cambiato in quanto ci si trova in pieno nella regione del Ladakh. In serata dopo aver toccato
altri 6 piccoli villaggi si arriva infine ad Alchi. Cena e pernottamento.
6 giorno, giovedì 5 settembre ALCHI/LEH (65 km)
Prima colazione e visita di Alchi, un complesso monastico che si rifà alla via riformata dei Berretti Gialli e
che risale all’XI secolo. Alchi, voluto dal re Atisha è un vero e proprio museo dei dipinti murali dove
figurano le molteplici epifanie dell’unica divinità che si esprime nelle forze dell’animo e in quelle della
natura assimilate nella simbologia magica del tantrismo.
Quindi proseguimento per Likir dove si trova il monastero dell’XI secolo che ospita un centinaio di monaci
della via dei Gelukpa, sorridenti custodi di splendide statue in legno di sandalo di foggia tibetana. La
caratteristica del monastero è quella di trovarsi in pianura e non arroccato come gli altri monasteri del
Ladakh. Al suo interno si trovano massicce statue di Buddha con fastosi intagli in legno, splendidi ed unici
esempi di dipinti murali.
Il villaggio poi è circondato da numerosi stupa. Quindi proseguimento per Basgo per la visita del gompa con
la magnifica statua del Buddha del Futuro (Maitreya).
Arrivo a Leh in tempo per la seconda colazione.
Nel pomeriggio primo incontro con la capitale.
Cena e pernottamento.
7 giorno, venerdì 6 settembre LEH
Prima colazione ed intero giorno dedicato alla visita della città. In particolare si visita il vecchio palazzo
reale di Senge Namgyal, imitazione del famoso Potala di Lhasa. Eretto nel XVI secolo, sorge con i suoi otto
piani sul monte Tsemo. Si possono ammirare alcuni antichi Thangka, immagini di Buddha e della dea Durga.
Seconda colazione e nel pomeriggio visita del monastero situato sopra il palazzo, con una bellissima vista
sulla città e verso le cime circostanti. Cena e pernottamento.
8 giorno, sabato 7 settembre LEH
Pensione completa. Intero giorno di escursione per la visita di Hemis, Shey e Thikshey (circa 60 Km). Il
monastero di Hemis è uno dei più importanti del Ladakh: ospita un’eccellente biblioteca, dipinti murali ben
conservati e belle immagini di Buddha. Esso è famoso anche per il più grande Thangka che viene srotolato
ogni 12 anni (ultima volta nel 2004). A Shey si trova l’antico palazzo estivo del 1400 dei sovrani del Ladakh.
Oggi è in rovina ma conserva un immagine del Buddha seduto alto ben 12 metri. A Thikshey ci sono diversi
monasteri: uno di questi si trova arroccato sulla cima di una montagna ai cui piedi scorre il fiume Indo.
Custodisce un’importante collezione di testi tibetani ed alcune opere d’arte. Belle ed emozionanti sono
le cerimonie che si tengono a mezzogiorno precedute dalle lunghe note dei corni suonati sui tetti.
9 giorno, domenica 8 settembre LEH
Pensione completa. Intero giorno dedicato alle visite.
10 giorno, lunedì 9 settembre LEH/DELHI
Prima colazione. Trasferimento in aeroporto e partenza per Delhi. Sistemazione in hotel. Seconda
colazione. Cena e pernottamento.
11 giorno, martedì 10 settembre DELHI/ISTANBUL/VENEZIA
Prima colazione e partenza per la visita di Delhi. Sosta presso la grande Moschea del Venerdì, presso il
parco archeologico del Qutb Minar, presso il mausoleo dell’imperatore Moghul Humayun che servì da
modello per il Taj Mahal. Ed inoltre visita della zona di Delhi dove sorgono i palazzi governativi dell'epoca
coloniale davanti alla Porta dell’India. Cena in albergo. Camera a disposizione fino al trasferimento in
aeroporto internazionale e partenza per l’Italia, nelle prime ore del mattino.
12 giorno, mercoledì 11 settembre
ARRIVO A VENEZIA
Arrivo previsto in mattinata.
Operativo aereo
1 TK1872 31 agosto Venezia/Istanbul 1420 1745
2 TK 716 1 settembre Istanbul/Delhi 1955 0420
3 TK 717 11 settembre Delhi/Istanbul 0605 1025
4 TK1871 11 settembre Istanbul/Venezia 1150 1320
Condizioni individuali di partecipazione
Quota base in doppia, min 10 persone _ 2.520,00
Quota base in doppia, min 15 persone _ 2.380,00
Quota base in doppia, min 20 persone _ 2.320,00
Supplemento singola _ 400,00
Tasse aeroportuali e fuel da _ 270,00
Visto di ingresso da _ 90,00
Cambi applicati: 1 USD= 0,77 _
(adeguamento valutario, se necessario, entro 20 giorni dalla partenza)
N.B. Precisiamo che l'itinerario delle visite e delle escursioni potrebbe essere variato/sostituito senza, peraltro,
che la natura del viaggio venga modificata. Tali cambiamenti possono essere soggetti a motivi di cambio operativo
aereo, soppressione o sostituzione di voli interni, condizioni climatiche che potrebbero in qualche modo influenzare
il corso del viaggio, ecc.. Tutto ciò non è da imputarsi all'operatore - Toassociati. Spesso le modifiche vengono rese
note solo all'arrivo in loco.
CI RISERVIAMO IL DIRITTO, IN CONSEGUENZA ALLA VARIAZIONE DEL COSTO DEL TRASPORTO, DEL CARBURANTE, DELLE
TASSE D'IMBARCO E SBARCO E DEL CAMBIO APPLICATO CHE E' DI USD=0,76 EURO, DI ADEGUARE LA QUOTA DI
PARTECIPAZIONE ENTRO I TERMINI DELLA LEGGE, OSSIA AL PIU' TARDI FINO A 20 GIORNI PRIMA DELLA PARTENZA.
Organizzazione tecnica - TOAssociati Roma
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PROGRAMMA STAMPATO : 05 Giugno 2013