TOSSICITÀ DELLA VITAMINA D.
E’ risaputo che le terapie farmacologiche hanno diversa efficacia su pazienti con la stessa diagnosi: la
variabilita' individuale nelle risposte ai farmaci dipende da molti fattori tra cui l'età, il sesso,il peso
corporeo,la abitudini alimentari ,ma soprattutto dal patrimonio genetico dei singoli individui
(FARMACOGENETICA).
Il metabolismo dei farmaci e quindi anche quello della vit.D e' controllato da circa 60 geni che regolano la
produzione dei citocromi della serie P 450: enzimi localizzati soprattutto nel fegato.
L'enzima implicato nella sintesi del calcitriolo è l'1 alfa idrossilasi, l'isoenzima del citocromo P450 27
B1,mentre l'enzima responsabile del suo catabolismo e' la 24 idrossilasi, l'isoenzima del citocromo P 450
24.Z. Questi enzimi sono presenti nella maggior parte dei tessuti del nostro corpo compreso l'apparato
riproduttivo ed il sistema immunitario (linfociti, monoliti, macrofagi). Il Calcitriolo prodotto in questi tessuti
non viene abitualmente rilasciato nella circolazione sanguigna e non e' regolato dal livello ematico del calcio,
del fosforo e dell'ormone paratiroideo. Questa sintesi extra renale del calcitriolo e' regolata dalle citochine ed
e' importante per la regolazione paracrina della differenziazione delle cellule e della loro funzione.
Esistono timori sui possibili effetti tossici derivanti da una supplementazione eccessiva di vit.D. Si definisce
"intossicazione" il livello nel siero del 25 OH D3(calcidiolo) superiore a 150ng/ml.
L'Istituto di Medicina Americana(IOM) raccomanda in gravidanza la somministrazione quotidiana di 400600u.per ottenere un livello sierico di vit D di 20ng/ml. come livello ottimale per assicurare la salute
scheletrica.
In contrapposizione la società di Endocrinologia Americana raccomanda l'assunzione giornaliera di 15002000 u.i.per ottenere un tasso circolante di vit. D3 >30ng/ml.
L'eccessiva prudenza della IOM e' in relazione con l'esperienza britannica nell'ultimo dopoguerra quando
"l'ipercalcemia idiopatica infantile" venne attribuita alla supplementazione della vit.D sia nei bambini che
nelle donne gravide, ma a quel tempo il dosaggio sierico della vit.D non era ancora disponibile per cui non si
può risalire alla dose impiegata e nemmeno al livello ematico nelle persone intossicate.
Nel 1966 la vitD fu considerata la causa della sindrome SAS. Attualmente la SAS e' conosciuta come
sindrome di Williams, malattia genetica dovuta alla rottura del gene dell'elastina e dei geni contigui nel
cromosoma 7g 11-23. I bambini affetti da questa patologia manifestano una risposta eccessiva a dosi corrette
di vit.D causata dalla iperproduzione di calcitriolo da parte dei macrofagi.
L'ipervitaminosi D provoca una sindrome ipercalcemica e rappresenta un’urgenza metabolica. Gli effetti
tossici sono prevalentemente dovuti alla supplementazione cronica piuttosto che alla assunzione di una
singola dose molto elevata.
E’ necessario tenere presente che in alcuni pazienti con patologie granulomatose croniche quale la sarcoidosi
,la malattia granulomatosa cronica,la tubercolosi in fase attiva, la sindrome di Williams e le malattie
linfoproliferative può svilupparsi una particolare forma di tossicità anche con l'assunzione di una dose
congrua di vit.D a causa della concomitante produzione di calcitriolo indotta dai macrofagi.
In età pediatrica l'intossicazione da vit.D e' dovuta non solo ad automedicazione o all'uso eccessivo di
alimenti fortificati, ma anche a prescrizioni mediche improprie, non sempre correttamente specificate per
iscritto e per lo più erroneamente interpretate da chi somministra il farmaco.