INFEZIONI OSTEOARTICOLARI Dr. Elio Blanchietti INFEZIONI OSTEOARTICOLARI osteomielite acuta artrite acuta osteomielite cronica CLASSIFICAZIONE OSTEOMIELITE ACUTA Colpisce soprattutto i bambini e si sviluppa spesso a livello delle ginocchia Interessa principalmente le metafisi (maggiormente irrorate) DIFFUSIONE EMATOGENA O PER CONTIGUITA’ 2 volte più frequenti delle artriti acute Agente eziologico principale : Staph. Aureus Spesso secondaria, nei bambini, ad infezioni cutanee o a traumi EZIOLOGIA OSTEOMIELITE EMATOGENA Nei bambini eziologia post infettiva, cutanea o sistemica o post traumatica Negli adulti post infezione genito urinaria (Gram -) , post infezione sistemica o in pazienti diabetici. NECESSITA COMUNQUE UNO STATO GENERALE COMPROMESSO Dopo un trauma dell’osso nei bambini, il reticolo venoso si può trombizzare ed una infezione, qualunque sia la provenienza, si può sviluppare COLPISCE NEI BAMBINI SOPRATTUTTO Ginocchio Anca Spalla COLPISCE NEGLI ADULTI SOPRATTUTTO Femore Rachide Piede ESORDIO SEGNI CLINICI GENERALI Febbre elevata Brividi Cefalea Malessere generale SEGNI CLINICI LOCALI Dolore intenso,pulsante, a livello del distretto interessato Possibili segni cutanei di flogosi EMATOCHIMICI Aumento PCR Aumento VES Leucocitosi Emocultura positiva DIAGNOSTICA PER IMMAGINI Radiografia Scintigrafia ossea polifasica RMN Ecografia QUADRO RADIOGRAFICO Negativo nelle fasi iniziali, diventa significativo con l’evoluzione della malattia QUADRO SCINTIGRAFICO Netta positività anche in fase precoce della scintigrafia ossea polifasica 10 secondi 5 minuti La RMN dimostra sia la infezione del canale che la presenza del pus in sede paraostale ECOGRAFIA Poco utilizzata, può dimostrare raccolte ascessuali paraostali o sottoperiostee Fase di ascesso sotto-periosteo Segni generali: Febbre ondulante Astenia - pallore Dolore Segni locali : Edema Infiammazione Rossore Calore locale Fluttuazione (sede dell’ascesso) RADIOGRAFIA Aspetto a «nuvola » dell’osso Reazione del periostio EVOLUZIONE NATURALE FASE DI STATO Formazione di SEQUESTRO ( separazione dll’osso mortificato) e ricostruzione ossea sottoperiostea (cassa da morto) Aspetto a coccarda Ispessimento del periostio Ispessimento corticale TRATTAMENTO Terapia antibiotica mirata Trattamento endovenoso per 6 settimane Trattamento per os da 6 mesi ad 1 anno Sorveglianza biologica, radiografica La guarigione é ottenuta con un trattamento precoce e sufficente 5 mesi EVOLUZIONE PATOLOGIA NON TRATTATA: Fistolizzazione con fuoriuscita di pus A volte espulsione del sequestro Osteite cronica Eczema cutaneo TRATTAMENTO CHIRURGICO Exeresi del sequestro Debrid dell’osso necrotico sin a giungere in osso « sano » Lavaggi Esposizione ossea e guarigione progressiva EVOLUZIONE OSTEOMIELITE La guarigione é ottenuta grazie ad un trattamento chirurgico e al trattamento antibiotico prolungato Le recidive sono frequenti, con dei periodi di parziale remissione sequestrectomia controllo ai 15 gg controllo ai 45 gg OSTEOMIELITE VERTEBRALE Numerose anastomosi tra il plessso interno ed esterno Comunicazioni con il sistema portale Queste rendono ragione delle frequenti disseminazioni vertebrali infettive e metastatiche OSTEOMIELITE VERTEBRALE 2 mesi Spondilodiscite da E. coli OSTEOMIELITE VERTEBRALE Distruzione completa del disco e parziale dei 2 corpi vertebrali COMPLICANZE Generali Localizzazioni ossee diffuse (altre metafisi ,vertebre) Ascesso metastatico : encefalo, polmone Sepsi, endocardite infettiva etc. Locali Pandiafisite Artrite ( se infezione localizzata a metafisi intrarticolare) L’interessamento della cartilagine di accrescimento può portare ad epifisiodesi, con notevole alterazione della normale crescita ossea OSTEOMIELITE CRONICA Dionigi, Basi teoriche e Chirurgia generale - Chirurgia specialistica, 4a ed., Padova, Elsevier Masson, 2006. « Per questo è stata proposta una definizione "funzionale" di ostemielite cronica, in cui vengono incluse tutte le infezioni osteomidollari che rispondano ad uno dei seguenti criteri: * persistenza dei segni clinici e/o radiografici di infezione per più di 6 settimane; * evidenza radiografica di distruzione ossea, con formazione di sequestri o sclerosi. » OSTEOMIELITE CRONICA Il quadro clinico é peggiore La radiografia mostra una lacuna ossea ascesso centrale dell'osso ( BRODIE ) CLASSIFICAZIONE Stadio I: osteomielite midollare. Monocompartimentale: l’infezione interessa esclusivamente la cavità midollare di un segmento osseo. Stadio II: osteomielite superficiale. Monocompartimentale: la necrosi settica ossea interessa una frazione della corticale ossea e non raggiunge lo spazio midollare. Stadio III: osteomielite localizzata. La Osteomielite Cronica è diffusa nello spazio midollare e corticale a tutto spessore. Stadio IV: osteomielite diffusa. Analogo al III ma più esteso. Sono incluse le pseudoartrosi e le protesi infette. I gruppi definiscono la strategia terapeutica medica, gli stadi sono relativi alla indicazione chirurgica. La percentuale di guarigione è relativa ai gruppi: percentuale più alta per il gruppo A, più bassa per il gruppo B, molto sfavorevole per il gruppo C. Stadiazione della Osteomielite Cronica secondo la classificazione di Cierny-Mader (UTMB). I Pazienti con Osteomielite Cronica sono distinti in “gruppi” che definiscono la situazione clinica generale e locale (Fig.1) ed in “stadi” relativi alla situazione anatomopatologica della Osteomielite Cronica Gruppo A: condizioni generali e immunitarie nella norma. Gruppo B S/L : il gruppo B è compromesso da patologie sistemiche (S) o locali (L). Le compromissioni sistemiche più comuni sono: tabagismo, alcolismo, immunodepressione, patologie d’organo, ipossia cronica. Le locali interessano l’arto sede di Osteomielite Cronica: arterite, stasi venosa, stasi linfatica, fibrosi da raggi,estese cicatrici. Gruppo C: pazienti non suscettibili di trattamento chirurgico per età avanzata, lunga cronicità dell’infezione, stati particolarmente debilitati, complessità di trattamento, alto rischio di insuccesso terapeutico. OSTEOMIELITE CRONICA Il quadro clinico è ingannevole La radiografia mostra una lacuna ossea: é l’ascesso centrale di BRODIE La TAC o la RMN mostra che questa lacuna é riempita di liquido Sono forme radiografiche simil tumorali che si possono confondere con SACOMA OSTEOGENICO GRANULOMA EOSINOFILO ASCESSO DI BRODIE Trattamento: evacuazione dell’ascesso con toeletta chirurgica , terapia antibiotica mirata prolungata SPONDILODISCITE TUBERCOLARE INFEZIONI SECONDARIE PROTESI ARTICOLARI Infezione generalmente ne comporta la rimozione conseguenze INFEZIONE DI PROTESI ARTICOLARI Aumento delle spese sanitarie (negli USA 40-80 milioni di dollari all’anno) Costi sociali difficilmente documentabili INCIDENZA INFEZIONI PROTESICHE Protesi anca 0,38-2% Protesi ginocchio 0,67-12% La sede di artroplastica modifica l’incidenza Negli ultimi 30 anni riduzione dal 9 al 1,2% Non paiono esservi differenze tra impianto non cementato e cementato La superficie ruvida aumenta il rischio TRATTAMENTO Terapia antibiotica sistemica Accurata ed estesa toilette chirurgica Modalità di trattamento strettamente correlate all’epoca di insorgenza Early prosthetic joint infections Late prosthetic joint infections CLASSIFICAZIONE DELLE INFEZIONI PROTESICHE Stadio I: infezione acuta o subacuta (< 3 mesi) Stadio II: infezione profonda tardiva (4-24 mesi) Stadio III: infezione tardiva ematogena (25 anni) CAUSE INFEZIONI PRECOCI CONTAMINAZIONE PERIOPERATORIA CONTAMINAZIONE POSTOPERATORIA • Procedure di preparazione non corrette • Sterilità dell’ambiente (apertura di porte e passaggi) • Ricambio aria • Temperatura • Numero dei presenti • Diretta dal paziente • (Redon) CAUSE INFEZIONI TARDIVE CONTAMINAZIONE OPERATORIAriduzione delle difese BATTERIEMIA RIDUZIONE DEL RISCHIO Riconoscimento del paziente ad alto rischio Corrette procedure preoperatorie Riduzione del trauma chirurgico Utilizzo di steli corti---protesi monocompartimentali Corretta profilassi antibiotica Sorveglianza del paziente nel postoperatorio Monitorizzazione degli indici di flogosi •Diabete •Obesità •Condizioni scadenti •Artrite reumatoide •Focolai infettivi PROCEDURE DIAGNOSTICHE Valutazione e storia clinica Parametri ematici •VES •PCR •LEUCOCITOSI •α1APTOGLOBINA Esami colturali •PRELIEVI •TAMPONI •EMOCULTURA Esami strumentali •RX STANDARD •ARTROGRAFIA •FISTOLOGRAFIA •ECOTOMOGRAFIA •TAC •RMN IMAGING Quadro simil gnanulomatosico Spandimento di contrasto in artrografia Raccolta ascessuale in RMN T1 e T2 DIAGRAMMA DI FLUSSO DELLE INFEZIONI ACUTE PRECOCI Febbre, dolore e cellulite SI Pus dalla ferita chirurgica Revisione chirurgica Ecografia SI Isolamento del patogeno Terapia mirata Guarigione – protesi stabile NO Drenaggio chirurgico Raccolta NO Terapia atb empirica Progressione, persistenza o ricorrenza Trattamento chirurgico (espianto-reimpianto) Resezione artroplastica) (rimozione artrodesi) TERAPIA ANTIBIOTICA Mirata sull’antibiogramma Tener conto delle caratteristiche farmacocinetiche dei diversi antibiotici (capacità di diffusione nel tessuto osseo) NEL CASO DI RISPOSTA CLINICA FAVOREVOLE SE LA PROTESI NON SI MOBILIZZA Trattamento conservativo di lunga durata (6 mesi, preferibilmente ev.) Utilità di debridement chirurgico il più precocemente possibile (2-5 gg) Se fallimento Rimozione della protesi INFEZIONI TARDIVE Infezioni ad esordio subdolo Senza febbre Senza segni locali di flogosi Scarsa sintomatologia dolorosa Diagnosi difficile in tempi rapidi DD difficile rispetto alla mobilizzazione asettica DD TRA INFEZIONE PROTESICA E MOBILIZZAZIONE ASETTICA Protesi infetta Espiantoreimpianto in 2 tempi Scintigrafia con leucociti Mobilizzazione asettica Dolore articolare Alterazioni Rx VES > 30 PCR + Espianto-reimpianto in 1 tempo Esame microbiologico Aspirato articolare Punteggio Se tutti e 3 positivi: indicazione assoluta all’intervento di espianto Se sono positivi 2 su 3: indicazione sufficiente Se positivo 1 su 3: ripetere VES, PCR e aspirato articolare Se nessuno positivo: indicazione all’espianto-reimpianto in 1 tempo TRATTAMENTO TERAPIA ANTIBIOTICA+DEBRIDMENT CHIRURGICO+REVISIONE PROTESICA ONE STEP SE BASSA PATOGENICITA BATTERICA E PAZIENTE IN BUONE CONDIZIONI GENERALI TERAPIA ANTIBIOTICA+DEBRIDMENTCHIRURGICO+REVISIONE PRETESICA TWO STEP SE ELEVATA PATOGENICITA BATTERICA E PAZIENTE MOLTO MOTIVATO (il trattamento per la sua durata richiede notevole compliance) Si ricorre normalmente nell’intervallo tra espianto e reimpianto all’uso di spacer antibioticato. Sostanzialmente abbandonate nella revisione protesica d’anca l’anca ballante o la trazione prolungata in detto intervallo di tempo TERAPIA ANTIBIOTICA+ESPIANTO NEI PAZIENTI CHE PER SCARSA COMPLIANCE O PER LE LORO CONDIZIONI GENERALI NON POSSONO ESSERE SOTTOPOSTI A PROGRAMMA TWO STEP NELLA REVISIONE PROTESICA DI GINOCCHIO SI PUO PROCEDERE DIRETTAMENTE O IN SECONDA FASE AD ARTRODESI Espianto-reimpianto in 1 tempo Espianto-reimpianto in 2 tempi Preferibile espianto-reimpianto in 2 tempi SPACER GRAZIE