L`educazione del gusto alimentare

Alimentazione nell’infanzia
L’educazione del gusto alimentare
Regole, atteggiamenti, comportamenti, gusti/disgusti, rifiuti:
come orientarsi
Savignano s/P (MO) - 05 Dicembre 2013
Dott.ssa Irene Ragni
Responsabile U.O. Pediatria di Comunità
Distretto di Vignola
Perché è necessaria
l’ educazione alimentare?
Il miglioramento delle condizioni socioeconomiche ha rivoluzionato le abitudini
alimentari: si è passati infatti dalla dieta
mediterranea (basata su legumi, pesce, cereali,
frutta, olio di oliva) ad una alimentazione troppo
ricca di calorie, proteine e grassi con conseguente
sviluppo di patologie sociali come l'obesità e
malattie cronico-degenerative
(“patologie del benessere”)
I genitori possono, a volte, avere scarsa
attenzione nella scelta degli alimenti e/o scarse
conoscenze riguardo ai rischi di
un’alimentazione non corretta.
I soggetti in età evolutiva e le loro famiglie
vanno informati ed educati al fine di intervenire
in un periodo in cui un eventuale danno, se già
instaurato, può essere ancora reversibile (la
prevenzione è tanto più efficace quanto più è
precoce).
I bambini devono nutrirsi in maniera adeguata per
crescere: quantità eccessive di cibo o, al contrario,
quantità insufficienti possono comportare un rischio
per la salute.
Per promuovere la crescita e lo sviluppo corretto,
prevenire il sovrappeso e diminuire il rischio di
sviluppare, in età adulta, malattie cronicodegenerative (quali le malattie cardiovascolari, il
diabete, ecc.), è indispensabile che i bambini
consumino tutti i tipi di alimenti, preferibilmente
quelli poveri di grassi e ricchi di vitamine, sali
minerali e fibre.
LA GIORNATA ALIMENTARE
Quali dovrebbero essere i consumi alimentari compatibili con
una salute ottimale a lungo termine?
- più del 50% di energia proveniente dai carboidrati complessi
(pasta, riso e altri cereali, pane, patate, e legumi)
- non più del 30% dell’ energia della giornata proveniente dai grassi:
questi sono rappresentati dai condimenti (olio, burro,ecc.) ma
anche da quelli nascosti negli snack salati (patatine, pop-corn,
focacce ecc.), dolciumi, carni, formaggi, salumi ecc.
- un apporto di energia del 10% proveniente da proteine
(carne, pesce, uova, formaggio, legumi)
- non più del 10% di energia dai carboidrati semplici:
(zucchero, dolci, bevande zuccherate, ecc.)
- incremento del consumo di frutta e verdura
- aumento dell’apporto di fibra
- adeguata assunzione di acqua
famiglie:
– FRUTTA E VERDURA
– CEREALI E DERIVATI, PATATE
– LATTE E DERIVATI
– CARNI, PESCI, UOVA E LEGUMI
– GRASSI DI CONDIMENTO E ZUCCHERI AGGIUNTI
– SNACK SALATI, DOLCI E BIBITE
• Nessun gruppo è più importante di un altro
(solo l’ultimo può essere considerato superfluo).
• Ogni alimento di ciascun gruppo fornisce alcuni, ma non tutti i nutrienti
di cui il bambino ha bisogno.
• Per una buona salute e una crescita ottimale il bambino ha bisogno di
variare gli alimenti ogni giorno.
• Nessun alimento va eliminato dalla dieta ma consumato con
moderazione
all’interno di un regime equilibrato e variato al fine di soddisfare il
bilancio
energetico e nutrizionale
LA PIRAMIDE ALIMENTARE
La piramide alimentare indica i consumi
giornalieri consigliati dei vari alimenti traducendo
in comportamenti alimentari i concetti di dieta
adeguata e di equilibrio nutrizionale.
BILANCIO ENERGETICO
IERI
ENTRATE
Minore disponibilità di ciboEntrate
Variabilità legata alla stagione
ENTRATE
Aumentate in quantità
e non sempre
qualitativamente buone
(cibi precotti, conservanti,
grassi occulti, eccesso di
sale e zuccheri,
Entrate
stoccaggio di frutta e
verdura)
Uscit
e
OG
GI
USCITE
Lavori pesanti
Movimento
(spostamenti, gioco
libero)
USCITE
Ridotta attività motoria
(auto, ascensore, computer,
PS, telecomando, ecc.)
Uscite
Evoluzione
A livello di popolazione mondiale 1 persona su 6 è in sovrappeso e 1 su 8 è
denutrita
L’obesità, definita come la nuova epidemia di questo secolo, è classificata
come “malattia di classe” essendo più diffusa fra i poveri dei paesi ricchi
ed i ricchi dei paesi poveri
Lo stato nutrizionale si valuta con il BMI (Body Mass Index)
BMI= rapporto fra peso corporeo in Kg e quadrato della statura in metri
Classificazione OMS
sottopeso
BMI<18,5
normopeso
18,5<BMI<24,9
sovrappeso
25<BMI<29,9
obesità
BMI>30,0
I dati raccolti nell’ambito del Progetto Regionale
“Sorveglianza Nutrizionale in Infanzia e
Adolescenza
in Emilia-Romagna” hanno evidenziato
a 6 anni
a 9 anni
a 13 anni
a 17 anni
16,5% sovrappeso 8,9% obesità
20,6% sovrappeso 9,0% obesità
18,5% sovrappeso 4,3% obesità
13;8% sovrappeso 3,6% obesità
Periodi critici per l’insorgenza di obesità
1° periodo a rischio: vita fetale (ultimo trimestre di gravidanza) e
1° anno di vita
2° periodo a rischio: da 5 a 7 anni (periodo dell’Adiposity rebound)
3° periodo a rischio: pubertà
In tali periodi si verifica un aumento del numero di cellule adipose,
che è irreversibile e corrisponde ad un rischio maggiore di sovrappeso
in età adulta.
Un consumo di quantità eccessive di proteine, soprattutto di origine
animale,potenzia ed anticipa la comparsa dell’Adiposity Rebaund e, se
mantenuto nel tempo ed accompagnato da eccesso di calorie, agisce
come importante fattore di rischio di obesità in età adulta.
Alimentazione come
prevenzione
• obesità
• diabete
• ipertensione
• cardiopatie ischemica
• ictus
• neoplasie
Il momento migliore per impostare una corretta
alimentazione è proprio durante l’età infantile
Per l’uomo alimentarsi è un bisogno essenziale
primario:
l’uomo ha però da sempre voluto accompagnare al
soddisfacimento di un bisogno fisico il piacere di
soddisfare i sensi
Lo sviluppo del gusto alimentare
Il gusto alimentare è la sensazione chimica rilevata da cellule
specializzate presenti nella cavità orale, le cellule gustative, sulle
quali sono presenti specifici recettori sensibili alle molecole
contenute negli alimenti.
Le cellule gustative sono distribuite nelle diverse papille della lingua
Malgrado siamo in grado di percepire un’ampia gamma di entità
chimiche, qualitativamente esse suscitano un numero limitato di
sensazioni gustative.
Recenti dati molecolari e funzionali hanno dimostrato che le diverse
papille non sono selettive per un certo sapore: la vecchia mappa dei
sapori fondamentali, quindi, va abbandonata.
I recettori del gusto sono in grado
di connettere l’esterno della cellula gustativa, a contatto con
gli alimenti, con l’interno della cellula nella quale, in seguito
all’attivazione
del recettore stesso, avvengono altri cambiamenti che
generano lo stimolo nervoso che viene poi trasmesso al cervello.
Quali gusti percepiamo?
• Al momento sono riconosciuti 5 diversi gusti
cosiddetti fondamentali:
dolce
salato
acido
amaro
umami
Quest’ ultimo (accettato pienamente solo nel 2000) è
derivato dalla parola giapponese “umai” che
significa“saporito” ed indica il particolare sapore del
glutammato (sale dell’acido glutammico), contenuto
soprattutto in cibi come carne e formaggio ed altri alimenti
ricchi di proteine.
La percezione del gusto dei bambini è
notevolmente diversa da quella degli adulti:
basta notare la spiccata preferenza dei bambini per il
dolce e il salato e l’avversione all’amaro, che
invece, a piccole dosi, è di solito gradito all’adulto
(pensiamo al caffè o alla nicotina).
Lo sviluppo del gusto alimentare è in parte legato alla
genetica ed in parte all’ambiente:
- dalla nascita le preferenze innate cominciano ad essere
modificate dall’esperienza
(associare un alimento con le conseguenze
dell’averlo mangiato)
- il gusto, la scelta di un alimento piuttosto che un altro, è
legato alle abitudini e specialmente alle abitudini precoci.
In epoca fetale:
l'esposizione durante la vita fetale a determinati sapori, anche
particolari (es. aglio), può indurre successivamente nel bambino
una maggiore accettazione per quegli stessi sapori, a dimostrazione
che l'educazione gustativa può cominciare già in utero
Durante l’allattamento:
le sostanze assunte dalla madre possono passare nel latte,
determinando nei piccoli allattati al seno l'esposizione ad un ampio
spettro di sapori che potrà facilitare poi il gradimento di cibi come la
verdura che,a causa del suo sapore amaro e tannico possono
essere tra gli alimenti meno graditi ai piccoli (l’assunzione delle
pappe vegetali è più facile nei
bambini allattati al seno che in quelli allattati al poppatoio)
Allattamento al seno
Vantaggi per il bambino :
• Soddisfa tutti i bisogni nutritivi fino al sesto mese di vita
• Si adatta al ritmo di crescita del bambino e favorisce una crescita ottimale
• È facile da digerire
• Fornisce acqua sufficiente , anche in paesi dove scarseggia
• Fornisce difese contro le infezioni intestinali e respiratorie
• Riduce il rischio di allergie respiratorie e della pelle
• Diminuisce il rischio di obesità
• Diminuisce il rischio di ipertensione arteriosa e ipercolesterolemia
• Diminuisce il rischio di malattie come diabete, celiachia, morbo di Crohn
• Riduce il rischio di SIDS (Sudden Infant Death Sindrome)
• Migliora lo sviluppo neuro-comportamentale e cognitivo
• Favorisce la relazione affettiva con la madre
Allattamento al seno
Vantaggi per la madre :
• Stimola la contrazione dell’utero dopo il parto , riducendo il rischio di
emorragie ed accelerando il ritorno alle dimensioni normali
• Ritarda l’ovulazione , aiutando a distanziare le nascite
• Aiuta la madre a recuperare la forma fisica
• Contribuisce a prevenire il cancro al seno e alle ovaie
• Diminuisce il rischio di osteoporosi nella terza età
• Favorisce la relazione affettiva con il figlio
Durante il divezzamento:
Il bambino esperimenta nuovi sapori, nuovi colori, nuovi odori
Al termine del 1° anno lo svezzamento, in genere, si è
completato.
Nei 2-3 anni successivi la dieta del bambino si avvicina a
quella
dell’adulto
Le principali modificazioni dell'alimentazione durante il
divezzamento riguardano:
• la progressiva inclusione nella dieta di tutti gli alimenti
• la somministrazione di essi in forma solida
• l’adattamento alla frequenza dei pasti dell'adulto
• l'acquisizione da parte del bambino di maggior capacità
di autoregolazione tra il grado di fame e il senso di
sazietà.
Educare il gusto
Il bambino non pensa al cibo come fonte di salute o di
rischio:
cerca di soddisfare in primo luogo il piacere gustativo che
un alimento gli procura.
Come l’adulto, vuole soddisfare tutti i sensi che il cibo
mette
in gioco:
la vista con la cura della tavola e la presentazione dei piatti
l’olfatto con il loro odore
il tatto con una certa consistenza
l’udito con una preparazione croccante
Lo svezzamento è il momento dell’incontro del
patrimonio gustativo genetico del bambino,
dopo la
nebulosa esperienza fetale e al seno, con una
crescente varietà di esperienze gustative.
Questo incontro sarà fondamentale, in quanto è
dimostrato che le esperienze gustative sviluppate dal
bambino,
dallo svezzamento in poi,
tendono a condizionare le scelte alimentari future:
le preferenze stabilite nei primi 2-3 anni di vita sono
mantenute fino all’età adulta.
E’ dunque importante investire in questo periodo,
stimolando le mamme ad offrire alimenti variati e salutari ,
per migliorare la qualità di vita degli adulti di domani.
Correttezza nutrizionale e piacere del cibo
sono compatibili!
Qualche suggerimento…
- Non limitarsi a pochi alimenti , ma offrire invece ampia
varietà di
gusti , perché il bambino impari a mangiare tutto (o quanto
meno
ad assaggiare tutto ) ed impari anche a capire che il cibo è un
piacere vario e multiforme, che esprime tradizioni e cultura.
- Non costringere i bambini ad assaggiare ma presentare in
tavola,
comunque, cibi nuovi e sollecitare la loro curiosità.
- Non rinunciare subito o quasi subito se il bambino rifiuta
un
alimento o un piatto (è provato che bambini di 7 mesi che
dimostrano particolare avversione verso un certo vegetale,
dopo 7-8 esposizioni lo accettano e che il risultato conseguito
dura nel tempo).
- Incoraggiare il bambino assaggiare cibi non graditi
presentandoli in maniera gradevole alla vista.
- Consentire le tendenze esplorative:
se quando inizia a mangiare da solo si sporca ,
sarà bene seguirlo dolcemente durante il pasto
perché impari ad alimentarsi , senza pretendere
che mangi come un adulto, ma senza neanche
impedirgli, imboccandolo, di fare da solo le sue
prime esperienze in tal senso o per farlo
mangiare di più o più in fretta.
giocano e
vezzeggiano , perché il cibo è una necessità e un
piacere di
per sé (sarà opportuno sgomberare dopo 10, massimo
15
minuti a pietanza).
- Non offrire dolci e merendine perché non ha mangiato
a
tavola.
- Non trasformare la tavola di famiglia in un ristorante
à la
carte.
- Eliminare l’abitudine di alimentazione voluttuaria
notturna
(biberon di latte o altro)
- Non utilizzare il cibo come premio e/o consolazione
- Non nascondere “cibi proibiti” (merendine, cioccolata)
ma
piuttosto concordare insieme delle regole ( come,
quando e
quanto mangiarne)
- Favorire la presenza dei bambini in cucina (partecipare
alla preparazione dei pasti stimola curiosità e
appetibilità)
- Preparare con cura la tavola e curare la presentazione dei
piatti
- Insegnargli come stare educatamente a tavola
- Rispettare l’orario dei pasti
- Evitare l’uso della televisione durante i pasti
- Se qualche familiare è a dieta, far passare il messaggio
al bambino che si sta cercando di migliorare il regime
alimentare (invece che messaggio di costrizione,
privazione).
Fare in modo che il pasto sia un momento sereno
nel quale gli adulti offrono un modello di come sia
piacevole assaggiare varie cose e come sia
piacevole l‘ occasione conviviale
Se la crescita e lo sviluppo del bambino sono normali,
come ci si deve comportare quando il bambino tende a
rifiutare il cibo?
I bambini vanno alimentati seguendo gli stimoli
fisiologici e non devono essere indotti a finire il
piatto quando si dimostrano sazi:
va rispettato il senso di autoregolazione del piccolo già
presente nei primi anni di vita.
Molti bambini istintivamente conoscono
quanto cibo serve a loro e non si iper-alimenterebbero
o sotto-alimenterebbero se non fossero forzati.
LA NEOFOBIA
Quando un bimbo inizia a camminare sviluppa
gradualmente una resistenza a nuovi alimenti, denominata
neofobia (rifiuto del nuovo):
egli non vuole modificare le sue certezze, la
sicurezza degli alimenti che conosce.
.
Questo meccanismo innato ha permesso ai bambini che
iniziavano a camminare in un ambiente pieno di pericoli
alimentari (erbe pericolose, alimenti deteriorati ecc.) di
limitare l’esposizione ad alimenti che non aveva conosciuto
durante i primi 18 mesi di vita, sotto la tutela materna.
Di conseguenza il bambino che non ha conosciuto vegetali
dallo svezzamento, con la loro componente
moderatamente amara legata a molecole benefiche, tenderà a
respingerli con forza nel secondo anno di vita.
Pur essendo universale, la risposta neofobica è più
intensa in alcuni bambini che in altri, e quindi è stata
messa in relazione a fattori genetici
(es. diversa sensibilità al sapore amaro)
L’adulto i ha appreso a cibarsi di vegetali
riconoscendone i vantaggi, mentre il bambino tende a
opporsi per il loro sapore amaro
e la scarsa densità calorica.
La facilitazione familiare e sociale può vincere il
negativismo
o la neofobia, che riguarda circa il 20% dei bambini.
Una forzatura della neofobia produce un rifiuto stabile.
Ogni nuovo alimento deve essere fornito con pazienza, a
piccole
quantità per volta, in 7-8 occasioni, e condiviso in parte con
la mamma che, assaggiando il cibo, rassicura il bambino
L’esposizione precoce a una vasta gamma di sapori
viene
unanimemente indicata come l’unica chiave per
promuovere
nei bambini il desiderio di mangiare frutta e verdura,
alimenti
non consumati a sufficienza dalla popolazione pediatrica,
oltre che per ridurre la neofobia, che li porta a ridurre
notevolmente la varietà della dieta
Referenti per l’alimentazione del bambino
• Genitori/famiglia
• Educatori/insegnanti
• Enti locali (servizio refezione scolastica)
• Figure professionali:
pediatra, medico di famiglia
pediatria di comunità
dietista
SIAN (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione)
Promozione ed educazione alla salute non sono
competenze esclusive dei professionisti sanitari, ma frutto
di un approccio intersettoriale
e del contributo di soggetti diversi, con specifiche
competenze
e ruoli.
E’ fondamentale mantenere una coerenza tra scuola e
famiglia
nei messaggi educativi e nelle esperienze proposte
Un corretto comportamento alimentare garantisce una vita più
sana
e il contesto sociale deve permettere tale scelta
La ristorazione scolastica presuppone una scelta oculata delle materie prime
e, successivamente, una gestione attenta a fornire non solo preparazioni
corrette dal punto di vista nutrizionale ed igienico, ma anche gradite al gusto.
E inoltre importante promuovere interventi per il miglioramento della convivialità,
avendo il cibo come elemento centrale ed unificante:
importanza degli spazi (contesto ambientale piacevole ed accogliente)
e dei tempi (sufficienti a permettere di entrare in rapporto con il cibo ed apprezzarlo)
La ristorazione scolastica diventa un modello educativo di riferimento sia sul piano
nutrizionale sia sul piano psico-affettivo ed ambientale in cui il pasto collettivo non
risponde solo al bisogno primario di nutrirsi ma anche al bisogno di convivialità e di
comunicazione e interpersonale, sviluppando con il cibo un rapporto positivo
Nido
Perché spesso i bambini mangiano più volentieri al
nido ?
• Contesto sociale
I bambini mangiano insieme ai coetanei in un ambiente
sereno e accogliente che migliora la predisposizione
verso nuovi alimenti
• Porzioni adeguate
Le porzioni sono a misura di bambino , adeguate nella
quantità e consistenza in relazione all’età
• Preparazioni semplici e appetibili
• Frequenza dei pasti regolare e rispetto delle regole
Scuola dell’Infanzia 3-5 anni
• Fino
a questa età la madre e/o gli adulti di riferimento sono stati in
grado di
riconoscere e distinguere le diverse esigenze del bambino, lo
hanno
alimentato quando necessario, cullato, sgridato, scaldato
a seconda delle necessità
• Adesso il bambino è cresciuto ed è in grado di differenziare
ed esprimere distintamente i suoi bisogni :
mangia se ha fame, esprime rabbia se irritato ,
chiede rassicurazione se ha paura,
senza fare confusione tra questi stati d’animo
e senza chiedere il cibo come
soluzione di ogni disagio
Da una alimentazione passiva si passa gradualmente ad uno
stile alimentare consapevole
Anche a questa età per educare il gusto si può
ricorrere ai meccanismi della suggestione sociale
Se, per esempio, un bimbo non mangia la frutta ,
gli si può riservare un posto, durante la refezione,
al tavolo dei compagni che invece la apprezzano
( meglio se i compagni sono un po’ più grandicelli …) .
Dopo un certo periodo è probabile che il
bimbo finisca con l’accettare la frutta e
arrivi addirittura a gradirla .
Scuola primaria 6-11 anni
Anche nei casi in cui l’educazione alimentare in famiglia
sia condotta correttamente nella prima e seconda
infanzia , non è infrequente assistere a quello che può
essere definito un vero e proprio “analfabetismo di
ritorno”
legato a
- Mancanza di rinforzo e di applicazione delle buone abitudini
precedentemente acquisite
- Introduzione , in dosi sempre più massicce, del cosiddetto
“cibo spazzatura” o “cibo televisivo”
I più frequenti errori nutrizionali
nell’alimentazione del bambino in età
scolare
• Apporto calorico giornaliero piuttosto alto
• Ridotto apporto di carboidrati complessi
• Eccessivo consumo al contrario di zuccheri semplici
• Apporto di proteine elevato con eccesso di proteine
animali
• Apporto di grassi (soprattutto animali) spesso troppo
elevato
• Basso consumo di vegetali e dunque di fibra alimentare
• Scarso apporto di latte e yogurt con conseguente
frequente
carenza degli apporti di calcio
• Consumo di cereali poco raffinati pressoché nullo
Questi errori nutrizionali sono riconducibili a comportamenti
scorretti:
– mancanza o inadeguatezza della prima colazione
– frequenti fuori pasto
– consumo di alimenti troppo ricchi in energia e dal ridotto
valore
nutritivo nello spuntino a scuola e a merenda
– scarsità nelle porzioni e nella varietà di frutta e verdura
– predilezione del consumo di alimenti come salumi, cioccolato,
merendine farcite, patatine fritte, caramelle, ecc. con
eccessiva
introduzione di zuccheri semplici e di grassi saturi
– abitudine alla frequenza dei fast-food, già in età prescolare,
con
consumo di preparazioni ad elevato contenuto di energia,
grassi saturi, sale e zuccheri semplici, ma poveri di fibra e
vitamine.
QUALI REGOLE PER UNA CORRETTA
ALIMENTAZIONE DEL BAMBINO?
1. MANTENERE UN PESO CORPOREO ADEGUATO E RIDURRE LA
SEDENTARIETÀ
Essere in sovrappeso in giovane
età significa aumentare il rischio
di esserlo anche in età adulta.
Questa condizione può favorire
l’instaurarsi di malattie
cardiovascolari, diabete, ecc.
In effetti è difficile definire se
un bambino mangia troppo. Per
molte mamme ciò che mangia il
figlio non è mai abbastanza
rispetto ai loro desideri.
Un bambino in sovrappeso è
comunque
un bambino che mangia troppo
rispetto a ciò che consuma: è
necessario, oltre all'attività fisica,
anche abituarlo a mangiare di
meno
e di tutto.
2. SEGUIRE UNA DIETA VARIATA
Il bambino ha bisogno di diversi
nutrienti per stare in buona salute e
non esiste un alimento singolo che
possa soddisfare le esigenze di
un’alimentazione equilibrata e
completa.
Bisogna cercare di bilanciare sempre
le scelte nell’ambito della giornata.
Stili alimentari che aboliscono o
riducono drasticamente certe
componenti dell’alimentazione sono
sconsigliabili anche nell’adulto, ma
dovrebbero essere bandite nei
bambini che sono in fase di
accrescimento.
3. EVITARE DI MANGIARE CONTINUAMENTE
Dopo l’anno di vita, il bambino può andare incontro a due diversi destini
alimentari:
- assume le abitudini alimentari della famiglia;
- continua a mangiare cibi preparati appositamente per lui, (biberon, frullati).
La prima strada è senz’altro preferibile, sia dal punto di vista nutrizionale che
psicologico ed educativo.
Nel secondo caso si rischia che il bambino assaggi anche cibo degli altri
famigliari in orari diversi: il bambino che non sta ai pasti e che mangiucchia
continuamente
va spesso incontro a sovrappeso e a squilibri alimentari.
4. RIPARTIRE CON EQUILIBRIO LE CALORIE DURANTE LA GIORNATA
La prima colazione è significativa sia per i vantaggi sul piano nutrizionale, sia
quale occasione di incontro con gli altri famigliari.
È’ corretto anche fare degli
spuntini tra i pasti principali,
per evitare che questi ultimi
siano troppo abbondanti.; non
bisogna però dimenticare di
tenere conto dell’introito
calorico dei fuori pasto
nell’intera giornata e che questi
possono diventare occasione per
consumare cibi poco salutari
quali alimenti confezionati ricchi
di grassi, zuccheri e additivi.
5. ALTERNARE LE FONTI PROTEICHE
Sorgenti preziose, ma spesso dimenticate nell’alimentazione dei
bambini, sono
i legumi associati ai cereali, e il
pesce,
le cui proteine non hanno nulla
da invidiare
a quelle delle carni. I grassi del
pesce sono
inoltre ricchi in acidi grassi
essenziali, ω-3 o
ω-6.
Anche il formaggio, preziosa fonte
di
calcio, e le uova, ricche in ferro e
di proteine
ad elevato valore
biologico,costituiscono
valide alternative alla carne.
6. CONSUMARE REGOLARMENTE VERDURA E FRUTTA
È un punto basilare della dieta del bambino, per la ricchezza in minerali,
oligoelementi preziosi, vitamine, fibre, utili anche a promuovere una congrua
masticazione.
Se il bambino non ama particolarmente la
verdura, prova nuove ricette, coinvolgendolo
nell’acquisto e nella preparazione.
7. PREFERIRE CARBOIDRATI COMPLESSI A QUELLI SEMPLICI ED I
GRASSI VEGETALI A
QUELLI ANIMALI
Pasta, pane, riso e derivati sono le maggiori fonti di carboidrati complessi della
nostra
alimentazione. I cereali integrali, inoltre, possono essere d’aiuto per aumentare
l’apporto di fibra.
L’utilizzo di condimenti di
origine vegetale, in particolare
olio extra-vergine d’oliva,serve
a ridurre l’apporto degli acidi
grassi“saturi” che sono i più
pericolosi per la salute delle
nostre arterie.
8. LIMITARE IL CONSUMO DI SNACK E DI DOLCIUMI AD ALTA DENSITÀ
CALORICA E A
BASSA QUALITÀ NUTRIZIONALE
Si tratta spesso di cibi ricchi
di grassi, zuccheri o sodio,
poveri invece di altri
importanti nutrienti.
Un tempo i dolciumi si
preparavano in occasione di
festività più o meno
distanziate nel tempo, mentre
oggi il consumo è quotidiano
ed è più spesso rivolto a
prodotti confezionati.
9. AVVICINARSI AL CIBO CON PIACERE
Mangiare deve essere un momento
di gioia: è necessario insegnare al
bambino che nessun alimento è di
per sé buono o cattivo e che
mangiare è una questione di
varietà e di armonia.
Non bisogna colpevolizzare il
bambino se ama gli alimenti più
“trasgressivi”, piuttosto invitarlo
a consumarli con moderazione
aiutandolo a scegliere altri
alimenti che possano bilanciare la
giornata alimentare.
Se la“trasgressione” alimentare è saltuaria
…..sarà anche
un’occasione
più piacevole!
10. LIMITARE IL SALE
La predisposizione a sviluppare
l’ipertensione arteriosa in età adulta
può essere influenzata da un
eccessivo consumo di sodio, presente
soprattutto nel sale da cucina.
Ridurre l’uso del sale in cucina e a tavola,
diminuire la frequenza di consumo degli alimenti conservati
sotto sale (cibi in scatola, salumi,ecc.),
preferire prodotti a basso contenuto
di sale ( es. pane senza sale),
esaltare il sapore delle pietanze con erbe
aromatiche piuttosto che con dadi da
brodo aiuterà ad abituare il palato a
cibi meno salati.
11. INTEGRARE CON LIQUIDI (bere ogni giorno acqua in abbondanza)
L’acqua costituisce circa il 60% del peso corporeo dell’adulto e ancora di più
nel bambino.
Nell’adulto il fabbisogno è di 1.5-2 litri al giorno (introdotta come tale e
contenuta negli alimenti)
Ancora più che gli adulti, i bambini devono bere molta acqua sia durante
che al di fuori dei pasti.
Il clima caldo, l’attività fisica, la febbre, le gastroenteriti aumentano il
fabbisogno.
I liquidi devono essere reintegrati soprattutto con acqua naturale
( in bottiglia o del rubinetto); i succhi di frutta e le spremute zuccherate sono da
considerarsi veri e propri spuntini piuttosto che bibite dissetanti., in quanto
contengono zuccheri, fibra,vitamine.
Ricorda che l’acqua viene anche fornita dagli alimenti vegetali:
frutta e verdura, minestre, zuppe, aiutano l’organismo
del tuo bambino a non rimanere ….a secco.
12. UN CONSUMATORE INFORMATO …. UN CONSUMO PIÙ ATTENTO
Imparare a leggere e interpretare le etichette dei prodotti alimentari è un ottimo
strumento per scegliere bene al momento dell’acquisto ma anche per
conservare,manipolare e consumare gli alimenti adeguatamente, in modo da
evitare
rischi per tutta la famiglia.
La presenza di additivi (conservanti,
coloranti, aromi), la lista degli
ingredienti o l’etichetta nutrizionale,
ci permettono di confrontare
alimenti simili e decidere qual è il
migliore.
La pappa al pomodoro è un primo piatto povero di origine
contadina, tipicamente toscano, per la precisione di Siena;
preparato con pane toscano raffermo, pomodori pelati , aglio,
basilico e abbondante olio extravergine di oliva; originariamente
veniva realizzato come piatto di recupero del pane avanzato.
“ Evviva, evviva!...
Oggi a desinare si è finalmente cambiato
minestra!... Abbiamo avuto una eccellente pappa
col pomodoro
alla quale le ventisei bocche dei convittori del
collegio Pierpaoli han rivolto con ventisei sorrisi il
più caldo e unanime saluto….”
Tutti noi, genitori, educatori, sanitari, dobbiamo
impegnarci
affinché i nostri bambini possano accogliere con lo
stesso sorriso i tanti piatti sani e gustosi della nostra
tradizione alimentare.
Imparare da bambini a mangiare
con gusto ciò che fa bene …
… per poter mangiare per tutta
la vita ciò che piace !
Grazie per l’attenzione!