Alimentazione nell’infanzia L’educazione del gusto alimentare Regole, atteggiamenti, comportamenti, gusti/disgusti, rifiuti: come orientarsi Savignano s/P (MO) - 05 Dicembre 2013 Dott.ssa Irene Ragni Responsabile U.O. Pediatria di Comunità Distretto di Vignola Perché è necessaria l’ educazione alimentare? Il miglioramento delle condizioni socioeconomiche ha rivoluzionato le abitudini alimentari: si è passati infatti dalla dieta mediterranea (basata su legumi, pesce, cereali, frutta, olio di oliva) ad una alimentazione troppo ricca di calorie, proteine e grassi con conseguente sviluppo di patologie sociali come l'obesità e malattie cronico-degenerative (“patologie del benessere”) I genitori possono, a volte, avere scarsa attenzione nella scelta degli alimenti e/o scarse conoscenze riguardo ai rischi di un’alimentazione non corretta. I soggetti in età evolutiva e le loro famiglie vanno informati ed educati al fine di intervenire in un periodo in cui un eventuale danno, se già instaurato, può essere ancora reversibile (la prevenzione è tanto più efficace quanto più è precoce). I bambini devono nutrirsi in maniera adeguata per crescere: quantità eccessive di cibo o, al contrario, quantità insufficienti possono comportare un rischio per la salute. Per promuovere la crescita e lo sviluppo corretto, prevenire il sovrappeso e diminuire il rischio di sviluppare, in età adulta, malattie cronicodegenerative (quali le malattie cardiovascolari, il diabete, ecc.), è indispensabile che i bambini consumino tutti i tipi di alimenti, preferibilmente quelli poveri di grassi e ricchi di vitamine, sali minerali e fibre. LA GIORNATA ALIMENTARE Quali dovrebbero essere i consumi alimentari compatibili con una salute ottimale a lungo termine? - più del 50% di energia proveniente dai carboidrati complessi (pasta, riso e altri cereali, pane, patate, e legumi) - non più del 30% dell’ energia della giornata proveniente dai grassi: questi sono rappresentati dai condimenti (olio, burro,ecc.) ma anche da quelli nascosti negli snack salati (patatine, pop-corn, focacce ecc.), dolciumi, carni, formaggi, salumi ecc. - un apporto di energia del 10% proveniente da proteine (carne, pesce, uova, formaggio, legumi) - non più del 10% di energia dai carboidrati semplici: (zucchero, dolci, bevande zuccherate, ecc.) - incremento del consumo di frutta e verdura - aumento dell’apporto di fibra - adeguata assunzione di acqua famiglie: – FRUTTA E VERDURA – CEREALI E DERIVATI, PATATE – LATTE E DERIVATI – CARNI, PESCI, UOVA E LEGUMI – GRASSI DI CONDIMENTO E ZUCCHERI AGGIUNTI – SNACK SALATI, DOLCI E BIBITE • Nessun gruppo è più importante di un altro (solo l’ultimo può essere considerato superfluo). • Ogni alimento di ciascun gruppo fornisce alcuni, ma non tutti i nutrienti di cui il bambino ha bisogno. • Per una buona salute e una crescita ottimale il bambino ha bisogno di variare gli alimenti ogni giorno. • Nessun alimento va eliminato dalla dieta ma consumato con moderazione all’interno di un regime equilibrato e variato al fine di soddisfare il bilancio energetico e nutrizionale LA PIRAMIDE ALIMENTARE La piramide alimentare indica i consumi giornalieri consigliati dei vari alimenti traducendo in comportamenti alimentari i concetti di dieta adeguata e di equilibrio nutrizionale. BILANCIO ENERGETICO IERI ENTRATE Minore disponibilità di ciboEntrate Variabilità legata alla stagione ENTRATE Aumentate in quantità e non sempre qualitativamente buone (cibi precotti, conservanti, grassi occulti, eccesso di sale e zuccheri, Entrate stoccaggio di frutta e verdura) Uscit e OG GI USCITE Lavori pesanti Movimento (spostamenti, gioco libero) USCITE Ridotta attività motoria (auto, ascensore, computer, PS, telecomando, ecc.) Uscite Evoluzione A livello di popolazione mondiale 1 persona su 6 è in sovrappeso e 1 su 8 è denutrita L’obesità, definita come la nuova epidemia di questo secolo, è classificata come “malattia di classe” essendo più diffusa fra i poveri dei paesi ricchi ed i ricchi dei paesi poveri Lo stato nutrizionale si valuta con il BMI (Body Mass Index) BMI= rapporto fra peso corporeo in Kg e quadrato della statura in metri Classificazione OMS sottopeso BMI<18,5 normopeso 18,5<BMI<24,9 sovrappeso 25<BMI<29,9 obesità BMI>30,0 I dati raccolti nell’ambito del Progetto Regionale “Sorveglianza Nutrizionale in Infanzia e Adolescenza in Emilia-Romagna” hanno evidenziato a 6 anni a 9 anni a 13 anni a 17 anni 16,5% sovrappeso 8,9% obesità 20,6% sovrappeso 9,0% obesità 18,5% sovrappeso 4,3% obesità 13;8% sovrappeso 3,6% obesità Periodi critici per l’insorgenza di obesità 1° periodo a rischio: vita fetale (ultimo trimestre di gravidanza) e 1° anno di vita 2° periodo a rischio: da 5 a 7 anni (periodo dell’Adiposity rebound) 3° periodo a rischio: pubertà In tali periodi si verifica un aumento del numero di cellule adipose, che è irreversibile e corrisponde ad un rischio maggiore di sovrappeso in età adulta. Un consumo di quantità eccessive di proteine, soprattutto di origine animale,potenzia ed anticipa la comparsa dell’Adiposity Rebaund e, se mantenuto nel tempo ed accompagnato da eccesso di calorie, agisce come importante fattore di rischio di obesità in età adulta. Alimentazione come prevenzione • obesità • diabete • ipertensione • cardiopatie ischemica • ictus • neoplasie Il momento migliore per impostare una corretta alimentazione è proprio durante l’età infantile Per l’uomo alimentarsi è un bisogno essenziale primario: l’uomo ha però da sempre voluto accompagnare al soddisfacimento di un bisogno fisico il piacere di soddisfare i sensi Lo sviluppo del gusto alimentare Il gusto alimentare è la sensazione chimica rilevata da cellule specializzate presenti nella cavità orale, le cellule gustative, sulle quali sono presenti specifici recettori sensibili alle molecole contenute negli alimenti. Le cellule gustative sono distribuite nelle diverse papille della lingua Malgrado siamo in grado di percepire un’ampia gamma di entità chimiche, qualitativamente esse suscitano un numero limitato di sensazioni gustative. Recenti dati molecolari e funzionali hanno dimostrato che le diverse papille non sono selettive per un certo sapore: la vecchia mappa dei sapori fondamentali, quindi, va abbandonata. I recettori del gusto sono in grado di connettere l’esterno della cellula gustativa, a contatto con gli alimenti, con l’interno della cellula nella quale, in seguito all’attivazione del recettore stesso, avvengono altri cambiamenti che generano lo stimolo nervoso che viene poi trasmesso al cervello. Quali gusti percepiamo? • Al momento sono riconosciuti 5 diversi gusti cosiddetti fondamentali: dolce salato acido amaro umami Quest’ ultimo (accettato pienamente solo nel 2000) è derivato dalla parola giapponese “umai” che significa“saporito” ed indica il particolare sapore del glutammato (sale dell’acido glutammico), contenuto soprattutto in cibi come carne e formaggio ed altri alimenti ricchi di proteine. La percezione del gusto dei bambini è notevolmente diversa da quella degli adulti: basta notare la spiccata preferenza dei bambini per il dolce e il salato e l’avversione all’amaro, che invece, a piccole dosi, è di solito gradito all’adulto (pensiamo al caffè o alla nicotina). Lo sviluppo del gusto alimentare è in parte legato alla genetica ed in parte all’ambiente: - dalla nascita le preferenze innate cominciano ad essere modificate dall’esperienza (associare un alimento con le conseguenze dell’averlo mangiato) - il gusto, la scelta di un alimento piuttosto che un altro, è legato alle abitudini e specialmente alle abitudini precoci. In epoca fetale: l'esposizione durante la vita fetale a determinati sapori, anche particolari (es. aglio), può indurre successivamente nel bambino una maggiore accettazione per quegli stessi sapori, a dimostrazione che l'educazione gustativa può cominciare già in utero Durante l’allattamento: le sostanze assunte dalla madre possono passare nel latte, determinando nei piccoli allattati al seno l'esposizione ad un ampio spettro di sapori che potrà facilitare poi il gradimento di cibi come la verdura che,a causa del suo sapore amaro e tannico possono essere tra gli alimenti meno graditi ai piccoli (l’assunzione delle pappe vegetali è più facile nei bambini allattati al seno che in quelli allattati al poppatoio) Allattamento al seno Vantaggi per il bambino : • Soddisfa tutti i bisogni nutritivi fino al sesto mese di vita • Si adatta al ritmo di crescita del bambino e favorisce una crescita ottimale • È facile da digerire • Fornisce acqua sufficiente , anche in paesi dove scarseggia • Fornisce difese contro le infezioni intestinali e respiratorie • Riduce il rischio di allergie respiratorie e della pelle • Diminuisce il rischio di obesità • Diminuisce il rischio di ipertensione arteriosa e ipercolesterolemia • Diminuisce il rischio di malattie come diabete, celiachia, morbo di Crohn • Riduce il rischio di SIDS (Sudden Infant Death Sindrome) • Migliora lo sviluppo neuro-comportamentale e cognitivo • Favorisce la relazione affettiva con la madre Allattamento al seno Vantaggi per la madre : • Stimola la contrazione dell’utero dopo il parto , riducendo il rischio di emorragie ed accelerando il ritorno alle dimensioni normali • Ritarda l’ovulazione , aiutando a distanziare le nascite • Aiuta la madre a recuperare la forma fisica • Contribuisce a prevenire il cancro al seno e alle ovaie • Diminuisce il rischio di osteoporosi nella terza età • Favorisce la relazione affettiva con il figlio Durante il divezzamento: Il bambino esperimenta nuovi sapori, nuovi colori, nuovi odori Al termine del 1° anno lo svezzamento, in genere, si è completato. Nei 2-3 anni successivi la dieta del bambino si avvicina a quella dell’adulto Le principali modificazioni dell'alimentazione durante il divezzamento riguardano: • la progressiva inclusione nella dieta di tutti gli alimenti • la somministrazione di essi in forma solida • l’adattamento alla frequenza dei pasti dell'adulto • l'acquisizione da parte del bambino di maggior capacità di autoregolazione tra il grado di fame e il senso di sazietà. Educare il gusto Il bambino non pensa al cibo come fonte di salute o di rischio: cerca di soddisfare in primo luogo il piacere gustativo che un alimento gli procura. Come l’adulto, vuole soddisfare tutti i sensi che il cibo mette in gioco: la vista con la cura della tavola e la presentazione dei piatti l’olfatto con il loro odore il tatto con una certa consistenza l’udito con una preparazione croccante Lo svezzamento è il momento dell’incontro del patrimonio gustativo genetico del bambino, dopo la nebulosa esperienza fetale e al seno, con una crescente varietà di esperienze gustative. Questo incontro sarà fondamentale, in quanto è dimostrato che le esperienze gustative sviluppate dal bambino, dallo svezzamento in poi, tendono a condizionare le scelte alimentari future: le preferenze stabilite nei primi 2-3 anni di vita sono mantenute fino all’età adulta. E’ dunque importante investire in questo periodo, stimolando le mamme ad offrire alimenti variati e salutari , per migliorare la qualità di vita degli adulti di domani. Correttezza nutrizionale e piacere del cibo sono compatibili! Qualche suggerimento… - Non limitarsi a pochi alimenti , ma offrire invece ampia varietà di gusti , perché il bambino impari a mangiare tutto (o quanto meno ad assaggiare tutto ) ed impari anche a capire che il cibo è un piacere vario e multiforme, che esprime tradizioni e cultura. - Non costringere i bambini ad assaggiare ma presentare in tavola, comunque, cibi nuovi e sollecitare la loro curiosità. - Non rinunciare subito o quasi subito se il bambino rifiuta un alimento o un piatto (è provato che bambini di 7 mesi che dimostrano particolare avversione verso un certo vegetale, dopo 7-8 esposizioni lo accettano e che il risultato conseguito dura nel tempo). - Incoraggiare il bambino assaggiare cibi non graditi presentandoli in maniera gradevole alla vista. - Consentire le tendenze esplorative: se quando inizia a mangiare da solo si sporca , sarà bene seguirlo dolcemente durante il pasto perché impari ad alimentarsi , senza pretendere che mangi come un adulto, ma senza neanche impedirgli, imboccandolo, di fare da solo le sue prime esperienze in tal senso o per farlo mangiare di più o più in fretta. giocano e vezzeggiano , perché il cibo è una necessità e un piacere di per sé (sarà opportuno sgomberare dopo 10, massimo 15 minuti a pietanza). - Non offrire dolci e merendine perché non ha mangiato a tavola. - Non trasformare la tavola di famiglia in un ristorante à la carte. - Eliminare l’abitudine di alimentazione voluttuaria notturna (biberon di latte o altro) - Non utilizzare il cibo come premio e/o consolazione - Non nascondere “cibi proibiti” (merendine, cioccolata) ma piuttosto concordare insieme delle regole ( come, quando e quanto mangiarne) - Favorire la presenza dei bambini in cucina (partecipare alla preparazione dei pasti stimola curiosità e appetibilità) - Preparare con cura la tavola e curare la presentazione dei piatti - Insegnargli come stare educatamente a tavola - Rispettare l’orario dei pasti - Evitare l’uso della televisione durante i pasti - Se qualche familiare è a dieta, far passare il messaggio al bambino che si sta cercando di migliorare il regime alimentare (invece che messaggio di costrizione, privazione). Fare in modo che il pasto sia un momento sereno nel quale gli adulti offrono un modello di come sia piacevole assaggiare varie cose e come sia piacevole l‘ occasione conviviale Se la crescita e lo sviluppo del bambino sono normali, come ci si deve comportare quando il bambino tende a rifiutare il cibo? I bambini vanno alimentati seguendo gli stimoli fisiologici e non devono essere indotti a finire il piatto quando si dimostrano sazi: va rispettato il senso di autoregolazione del piccolo già presente nei primi anni di vita. Molti bambini istintivamente conoscono quanto cibo serve a loro e non si iper-alimenterebbero o sotto-alimenterebbero se non fossero forzati. LA NEOFOBIA Quando un bimbo inizia a camminare sviluppa gradualmente una resistenza a nuovi alimenti, denominata neofobia (rifiuto del nuovo): egli non vuole modificare le sue certezze, la sicurezza degli alimenti che conosce. . Questo meccanismo innato ha permesso ai bambini che iniziavano a camminare in un ambiente pieno di pericoli alimentari (erbe pericolose, alimenti deteriorati ecc.) di limitare l’esposizione ad alimenti che non aveva conosciuto durante i primi 18 mesi di vita, sotto la tutela materna. Di conseguenza il bambino che non ha conosciuto vegetali dallo svezzamento, con la loro componente moderatamente amara legata a molecole benefiche, tenderà a respingerli con forza nel secondo anno di vita. Pur essendo universale, la risposta neofobica è più intensa in alcuni bambini che in altri, e quindi è stata messa in relazione a fattori genetici (es. diversa sensibilità al sapore amaro) L’adulto i ha appreso a cibarsi di vegetali riconoscendone i vantaggi, mentre il bambino tende a opporsi per il loro sapore amaro e la scarsa densità calorica. La facilitazione familiare e sociale può vincere il negativismo o la neofobia, che riguarda circa il 20% dei bambini. Una forzatura della neofobia produce un rifiuto stabile. Ogni nuovo alimento deve essere fornito con pazienza, a piccole quantità per volta, in 7-8 occasioni, e condiviso in parte con la mamma che, assaggiando il cibo, rassicura il bambino L’esposizione precoce a una vasta gamma di sapori viene unanimemente indicata come l’unica chiave per promuovere nei bambini il desiderio di mangiare frutta e verdura, alimenti non consumati a sufficienza dalla popolazione pediatrica, oltre che per ridurre la neofobia, che li porta a ridurre notevolmente la varietà della dieta Referenti per l’alimentazione del bambino • Genitori/famiglia • Educatori/insegnanti • Enti locali (servizio refezione scolastica) • Figure professionali: pediatra, medico di famiglia pediatria di comunità dietista SIAN (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione) Promozione ed educazione alla salute non sono competenze esclusive dei professionisti sanitari, ma frutto di un approccio intersettoriale e del contributo di soggetti diversi, con specifiche competenze e ruoli. E’ fondamentale mantenere una coerenza tra scuola e famiglia nei messaggi educativi e nelle esperienze proposte Un corretto comportamento alimentare garantisce una vita più sana e il contesto sociale deve permettere tale scelta La ristorazione scolastica presuppone una scelta oculata delle materie prime e, successivamente, una gestione attenta a fornire non solo preparazioni corrette dal punto di vista nutrizionale ed igienico, ma anche gradite al gusto. E inoltre importante promuovere interventi per il miglioramento della convivialità, avendo il cibo come elemento centrale ed unificante: importanza degli spazi (contesto ambientale piacevole ed accogliente) e dei tempi (sufficienti a permettere di entrare in rapporto con il cibo ed apprezzarlo) La ristorazione scolastica diventa un modello educativo di riferimento sia sul piano nutrizionale sia sul piano psico-affettivo ed ambientale in cui il pasto collettivo non risponde solo al bisogno primario di nutrirsi ma anche al bisogno di convivialità e di comunicazione e interpersonale, sviluppando con il cibo un rapporto positivo Nido Perché spesso i bambini mangiano più volentieri al nido ? • Contesto sociale I bambini mangiano insieme ai coetanei in un ambiente sereno e accogliente che migliora la predisposizione verso nuovi alimenti • Porzioni adeguate Le porzioni sono a misura di bambino , adeguate nella quantità e consistenza in relazione all’età • Preparazioni semplici e appetibili • Frequenza dei pasti regolare e rispetto delle regole Scuola dell’Infanzia 3-5 anni • Fino a questa età la madre e/o gli adulti di riferimento sono stati in grado di riconoscere e distinguere le diverse esigenze del bambino, lo hanno alimentato quando necessario, cullato, sgridato, scaldato a seconda delle necessità • Adesso il bambino è cresciuto ed è in grado di differenziare ed esprimere distintamente i suoi bisogni : mangia se ha fame, esprime rabbia se irritato , chiede rassicurazione se ha paura, senza fare confusione tra questi stati d’animo e senza chiedere il cibo come soluzione di ogni disagio Da una alimentazione passiva si passa gradualmente ad uno stile alimentare consapevole Anche a questa età per educare il gusto si può ricorrere ai meccanismi della suggestione sociale Se, per esempio, un bimbo non mangia la frutta , gli si può riservare un posto, durante la refezione, al tavolo dei compagni che invece la apprezzano ( meglio se i compagni sono un po’ più grandicelli …) . Dopo un certo periodo è probabile che il bimbo finisca con l’accettare la frutta e arrivi addirittura a gradirla . Scuola primaria 6-11 anni Anche nei casi in cui l’educazione alimentare in famiglia sia condotta correttamente nella prima e seconda infanzia , non è infrequente assistere a quello che può essere definito un vero e proprio “analfabetismo di ritorno” legato a - Mancanza di rinforzo e di applicazione delle buone abitudini precedentemente acquisite - Introduzione , in dosi sempre più massicce, del cosiddetto “cibo spazzatura” o “cibo televisivo” I più frequenti errori nutrizionali nell’alimentazione del bambino in età scolare • Apporto calorico giornaliero piuttosto alto • Ridotto apporto di carboidrati complessi • Eccessivo consumo al contrario di zuccheri semplici • Apporto di proteine elevato con eccesso di proteine animali • Apporto di grassi (soprattutto animali) spesso troppo elevato • Basso consumo di vegetali e dunque di fibra alimentare • Scarso apporto di latte e yogurt con conseguente frequente carenza degli apporti di calcio • Consumo di cereali poco raffinati pressoché nullo Questi errori nutrizionali sono riconducibili a comportamenti scorretti: – mancanza o inadeguatezza della prima colazione – frequenti fuori pasto – consumo di alimenti troppo ricchi in energia e dal ridotto valore nutritivo nello spuntino a scuola e a merenda – scarsità nelle porzioni e nella varietà di frutta e verdura – predilezione del consumo di alimenti come salumi, cioccolato, merendine farcite, patatine fritte, caramelle, ecc. con eccessiva introduzione di zuccheri semplici e di grassi saturi – abitudine alla frequenza dei fast-food, già in età prescolare, con consumo di preparazioni ad elevato contenuto di energia, grassi saturi, sale e zuccheri semplici, ma poveri di fibra e vitamine. QUALI REGOLE PER UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE DEL BAMBINO? 1. MANTENERE UN PESO CORPOREO ADEGUATO E RIDURRE LA SEDENTARIETÀ Essere in sovrappeso in giovane età significa aumentare il rischio di esserlo anche in età adulta. Questa condizione può favorire l’instaurarsi di malattie cardiovascolari, diabete, ecc. In effetti è difficile definire se un bambino mangia troppo. Per molte mamme ciò che mangia il figlio non è mai abbastanza rispetto ai loro desideri. Un bambino in sovrappeso è comunque un bambino che mangia troppo rispetto a ciò che consuma: è necessario, oltre all'attività fisica, anche abituarlo a mangiare di meno e di tutto. 2. SEGUIRE UNA DIETA VARIATA Il bambino ha bisogno di diversi nutrienti per stare in buona salute e non esiste un alimento singolo che possa soddisfare le esigenze di un’alimentazione equilibrata e completa. Bisogna cercare di bilanciare sempre le scelte nell’ambito della giornata. Stili alimentari che aboliscono o riducono drasticamente certe componenti dell’alimentazione sono sconsigliabili anche nell’adulto, ma dovrebbero essere bandite nei bambini che sono in fase di accrescimento. 3. EVITARE DI MANGIARE CONTINUAMENTE Dopo l’anno di vita, il bambino può andare incontro a due diversi destini alimentari: - assume le abitudini alimentari della famiglia; - continua a mangiare cibi preparati appositamente per lui, (biberon, frullati). La prima strada è senz’altro preferibile, sia dal punto di vista nutrizionale che psicologico ed educativo. Nel secondo caso si rischia che il bambino assaggi anche cibo degli altri famigliari in orari diversi: il bambino che non sta ai pasti e che mangiucchia continuamente va spesso incontro a sovrappeso e a squilibri alimentari. 4. RIPARTIRE CON EQUILIBRIO LE CALORIE DURANTE LA GIORNATA La prima colazione è significativa sia per i vantaggi sul piano nutrizionale, sia quale occasione di incontro con gli altri famigliari. È’ corretto anche fare degli spuntini tra i pasti principali, per evitare che questi ultimi siano troppo abbondanti.; non bisogna però dimenticare di tenere conto dell’introito calorico dei fuori pasto nell’intera giornata e che questi possono diventare occasione per consumare cibi poco salutari quali alimenti confezionati ricchi di grassi, zuccheri e additivi. 5. ALTERNARE LE FONTI PROTEICHE Sorgenti preziose, ma spesso dimenticate nell’alimentazione dei bambini, sono i legumi associati ai cereali, e il pesce, le cui proteine non hanno nulla da invidiare a quelle delle carni. I grassi del pesce sono inoltre ricchi in acidi grassi essenziali, ω-3 o ω-6. Anche il formaggio, preziosa fonte di calcio, e le uova, ricche in ferro e di proteine ad elevato valore biologico,costituiscono valide alternative alla carne. 6. CONSUMARE REGOLARMENTE VERDURA E FRUTTA È un punto basilare della dieta del bambino, per la ricchezza in minerali, oligoelementi preziosi, vitamine, fibre, utili anche a promuovere una congrua masticazione. Se il bambino non ama particolarmente la verdura, prova nuove ricette, coinvolgendolo nell’acquisto e nella preparazione. 7. PREFERIRE CARBOIDRATI COMPLESSI A QUELLI SEMPLICI ED I GRASSI VEGETALI A QUELLI ANIMALI Pasta, pane, riso e derivati sono le maggiori fonti di carboidrati complessi della nostra alimentazione. I cereali integrali, inoltre, possono essere d’aiuto per aumentare l’apporto di fibra. L’utilizzo di condimenti di origine vegetale, in particolare olio extra-vergine d’oliva,serve a ridurre l’apporto degli acidi grassi“saturi” che sono i più pericolosi per la salute delle nostre arterie. 8. LIMITARE IL CONSUMO DI SNACK E DI DOLCIUMI AD ALTA DENSITÀ CALORICA E A BASSA QUALITÀ NUTRIZIONALE Si tratta spesso di cibi ricchi di grassi, zuccheri o sodio, poveri invece di altri importanti nutrienti. Un tempo i dolciumi si preparavano in occasione di festività più o meno distanziate nel tempo, mentre oggi il consumo è quotidiano ed è più spesso rivolto a prodotti confezionati. 9. AVVICINARSI AL CIBO CON PIACERE Mangiare deve essere un momento di gioia: è necessario insegnare al bambino che nessun alimento è di per sé buono o cattivo e che mangiare è una questione di varietà e di armonia. Non bisogna colpevolizzare il bambino se ama gli alimenti più “trasgressivi”, piuttosto invitarlo a consumarli con moderazione aiutandolo a scegliere altri alimenti che possano bilanciare la giornata alimentare. Se la“trasgressione” alimentare è saltuaria …..sarà anche un’occasione più piacevole! 10. LIMITARE IL SALE La predisposizione a sviluppare l’ipertensione arteriosa in età adulta può essere influenzata da un eccessivo consumo di sodio, presente soprattutto nel sale da cucina. Ridurre l’uso del sale in cucina e a tavola, diminuire la frequenza di consumo degli alimenti conservati sotto sale (cibi in scatola, salumi,ecc.), preferire prodotti a basso contenuto di sale ( es. pane senza sale), esaltare il sapore delle pietanze con erbe aromatiche piuttosto che con dadi da brodo aiuterà ad abituare il palato a cibi meno salati. 11. INTEGRARE CON LIQUIDI (bere ogni giorno acqua in abbondanza) L’acqua costituisce circa il 60% del peso corporeo dell’adulto e ancora di più nel bambino. Nell’adulto il fabbisogno è di 1.5-2 litri al giorno (introdotta come tale e contenuta negli alimenti) Ancora più che gli adulti, i bambini devono bere molta acqua sia durante che al di fuori dei pasti. Il clima caldo, l’attività fisica, la febbre, le gastroenteriti aumentano il fabbisogno. I liquidi devono essere reintegrati soprattutto con acqua naturale ( in bottiglia o del rubinetto); i succhi di frutta e le spremute zuccherate sono da considerarsi veri e propri spuntini piuttosto che bibite dissetanti., in quanto contengono zuccheri, fibra,vitamine. Ricorda che l’acqua viene anche fornita dagli alimenti vegetali: frutta e verdura, minestre, zuppe, aiutano l’organismo del tuo bambino a non rimanere ….a secco. 12. UN CONSUMATORE INFORMATO …. UN CONSUMO PIÙ ATTENTO Imparare a leggere e interpretare le etichette dei prodotti alimentari è un ottimo strumento per scegliere bene al momento dell’acquisto ma anche per conservare,manipolare e consumare gli alimenti adeguatamente, in modo da evitare rischi per tutta la famiglia. La presenza di additivi (conservanti, coloranti, aromi), la lista degli ingredienti o l’etichetta nutrizionale, ci permettono di confrontare alimenti simili e decidere qual è il migliore. La pappa al pomodoro è un primo piatto povero di origine contadina, tipicamente toscano, per la precisione di Siena; preparato con pane toscano raffermo, pomodori pelati , aglio, basilico e abbondante olio extravergine di oliva; originariamente veniva realizzato come piatto di recupero del pane avanzato. “ Evviva, evviva!... Oggi a desinare si è finalmente cambiato minestra!... Abbiamo avuto una eccellente pappa col pomodoro alla quale le ventisei bocche dei convittori del collegio Pierpaoli han rivolto con ventisei sorrisi il più caldo e unanime saluto….” Tutti noi, genitori, educatori, sanitari, dobbiamo impegnarci affinché i nostri bambini possano accogliere con lo stesso sorriso i tanti piatti sani e gustosi della nostra tradizione alimentare. Imparare da bambini a mangiare con gusto ciò che fa bene … … per poter mangiare per tutta la vita ciò che piace ! Grazie per l’attenzione!