ALESSANDRO LANZANI CAPITOLO 1 VANTAGGI. SVANTAGGI. VARIABILI VANTAGGI. FORZA DI GRAVITÀ VANTAGGI. ISOLAMENTO MUSCOLARE VANTAGGI. RECLUTAMENTO MUSCOLARE SVANTAGGI. ASSENZA DI COORDINAZIONE MOTORIA SVANTAGGI. ASSENZA DI EQUILIBRIO AGONISTI-ANTAGONISTI VARIABILI. IL CAMPO ELETTRICO VARIABILI. LA CUTE VARIABILI. GLI ELETTRODI VARIABILI. IL PANNICOLO ADIPOSO VARIABILI. ANATOMIA TOPOGRAFICA 9 PUNTI MOTORI VANTAGGI. FORZA DI GRAVITÀ. L’elettrostimolazione offre dei vantaggi particolari rispetto alla stimolazione muscolare ottenuta con le metodiche di allenamento tradizionale. Il vantaggio più interessante è l’assenza di forza di gravità imposta dall’utilizzo dei pesi. Negli allenamenti in palestra in genere si utilizza la forza di gravità come resistenza alle leve muscolari e in definitiva come stimolo allenante. La forza di gravità però ha come controindicazione quella di usurare alcuni elementi dell’apparato locomotore. In particolare sono stressate le strutture portanti e di sostegno: le ossa, le cartilagini articolari. In alcuni casi possono essere danneggiate le strutture di stabilizzazione: capsule, legamenti e menischi. La forza di gravità, in altre parole i pesi, applicata sull’apparato locomotore a scopo allenamento può ingenerare dei danni acuti oppure cronici. Tra i danni acuti citiamo le ernie discali da compressione oppure le fratture da carico. Il danno cronico più frequente è l'artrosi da sovraccarico che colpisce elettivamente le strutture più delicate come la colonna vertebrale a livello dei dischi intervertebrali e dei corpi intervertebrali. L’elettrostimolazione permette contrazioni anche massimali allenanti senza dover applicare forza di gravità e quindi preservando l’usura a livello dell’apparato locomotore. Si pensi alla possibilità di allenare la muscolatura paravertebrale in scarico della colonna. Oppure si pensi alla possibilità di allenare il quadricipite in posizione di estensione del ginocchio.Questo permette di escludere la compressione femoro rotulea. In molte patologie delle cartilagini rotulee l’elettrostimolazione può allenare il quadricipite mantenendo una posizione di estensione senza sovraccaricare la rotula. Al contrario, la flessione del ginocchio che si realizza nell’allenamento con i pesi provoca un compattamento tra le cartilagini femoro rotulee che ha un effetto infiammatorio. 10 ALESSANDRO LANZANI VANTAGGI. ISOLAMENTO MUSCOLARE. L’elettrostimolazione permette di realizzare dei campi elettrici specifici che vanno a stimolare il muscolo con estrema precisione. In molti casi è superiore a quella che si realizza con l’allenamento in palestra. Il concetto di isolamento muscolare si sviluppa con l’evoluzione della rieducazione funzionale da una parte e del body building dall’altra. In ambito fisioterapico si sono affinate le tecniche per recuperare e allenare singoli distretti muscolari. Nel body building la ricerca dell’isolamento muscolare ha permesso negli anni la progettazione di macchine in grado di allenare singoli muscoli. Il vantaggio dell’elettrostimolazione consiste nel fatto che si possono creare dei campi elettrici mirati ad allenare distretti muscolari precisi. Addirittura si possono allenare singoli vasti muscolari. Si può creare un campo elettrico per il vasto mediale del quadricipite piuttosto che per il vasto laterale; per il deltoide anteriore piuttosto che per la porzione posteriore del deltoide. Non solo, proprio per il fatto che lo stimolo è esterno si può creare un campo elettrico che imponga una maggiore attività contrattile in una zona desiderata di uno stesso muscolo. Naturalmente per raggiungere obiettivi raffinati occorre una buona conoscenza dell’anatomia topografica, dei punti motori e delle variabili che possono modificare la struttura di un campo elettrico. Dal punto di vista dei risultati, l’isolamento muscolare dato dall’elettrostimolazione permette di migliorare il tono trofismo muscolare di zone muscolari carenti. Zone che anche con l’allenamento tradizionale continuano a rimanere carenti perché si utilizzano altri muscoli. Occorre segnalare che il livellamento delle zone carenti è uno dei capisaldi della prevenzione e del miglioramento del gesto atletico in ambito sportivo. La ricaduta di questo vantaggio non è solo riabilitativa ma anche agonistica. 11 PUNTI MOTORI VANTAGGI. RECLUTAMENTO MUSCOLARE In fisiologia della contrazione muscolare esistono due concetti fondamentali. Il reclutamento spaziale e il reclutamento temporale. Il reclutamento spaziale indica quante fibre di un muscolo vengono contratte dall’impulso nervoso. In un impulso massimale generalmente si contrae circa il 65-70% delle fibre. Il reclutamento temporale indica la frequenza di scarica misurata al secondo. Oltre una certa frequenza la fibra non si rilascia più e si realizza una contrazione tetanica. Il vantaggio indotto da uno stimolo elettrico esterno è l’aumento del numero delle fibre coinvolte fino ad arrivare ad una percentuale superiore di quella ottenuta con una contrazione volontaria. Inoltre anche la frequenza di scarica può essere variata ad hoc in diversi programmi di elettrostimolazione. Il treno di impulsi erogato dall’elettrostimolatore può inoltre condizionare il tipo di lavoro muscolare. Si può imporre un allenamento per la forza esplosiva piuttosto che per la forza resistente. Attualmente i moderni elettrostimolatori sono preimpostati con una serie di programmi che tengono conto del tipo di fibre prevalenti in alcuni muscoli (per intenderci le fibre bianche, rosse e le loro classificazioni) che del tipo di allenamento che si vuole realizzare. L’operatore che applica questi programmi deve tenere conto di alcune variabili individuali che possono modificare anche sostanzialmente l’efficacia e l’obiettivo del programma stesso. Uno degli obiettivi fondamentali di questo lavoro è quello di analizzare le variabili in gioco con particolare riferimento ai punti motori di elettrostimolazione. L’errata valutazione dei punti motori può vanificare l’effetto del migliore degli elettrostimolatori con la migliore serie di programmi. 12 ALESSANDRO LANZANI SVANTAGGI. ASSENZA DI COORDINAZIONE MOTORIA L'elettrostimolazione provoca contrazioni muscolari e dunque agisce sulle qualità fisiche condizionali come la forza oppure la forza-resistente ma senza che il movimento prodotto venga controllato dal sistema neuromotorio; in altre parole, l'apparato locomotore e tutte le strutture di feedback non sono direttamente coinvolte così come avviene invece nel gesto atletico volontario e dunque strettamente legato alle capacità coordinative ed al profilo psicomotorio. Il movimento non è integrato dalle informazioni propriocettive, dunque non c'è un apprendimento integrato che mette in azione un comando efferente tipico del gesto motorio vero e proprio. Con l’allenamento sul campo si ripete e si perfeziona il gesto atletico ma difficlmente si riesce a implementare la forza oltre il limite del gesto. Con l’elettrostimolazione la forza può essere aumentata degli stimoli indotti ma la gestualità rimane penalizzata. Negli sport di forza può non essere determinante. Negli sport di abilità è molto importante. Come accade nei protocolli riabilitativi incentrati sull'isocinetica e dunque su movimenti standard, robotizzati, l'elettrostimolazione ha ragione d'esistere se implementata con altre tecniche d'allenamento. Queste tecniche devono essere in grado di migliorare il gesto motorio nella sua totalità e dunque di sollecitare l'apparato locomotore e tutte le qualità fisiche siano esse di tipo condizionale o coordinativo. Pertanto la ripresa dell'attività sportiva dopo un periodo di elettrostimolazione non può prescindere da un allenamento mirato alla ottimizzazione della coordinazione motoria. Sono da approfondire i rapporti tra l'elettrostimolazione gli effetti sulla mineralizzazione ossea. La mineralizzazione ossea fa parte degli adattamenti determinati dal training eseguito in condizioni naturali in presenza della forza di gravità (utilizzo dei pesi) come stimolo allenante. 13 PUNTI MOTORI SVANTAGGI. ASSENZA DI EQUILIBRIO AGONISTI-ANTAGONISTI La coordinazione motoria è dipendente da gesti che sono tra loro diversi ma correlati, come quelli di spinta e di trazione, estensione e flessione. Durante l'elettrostimolazione, l'assenza di coordinazione neuromotoria, di movimenti ricreati in assenza di pesi e in totale assenza dell'output di tipo efferente, determina l'assenza di equilibrio tra i muscoli agonisti e antagonisti. Di fatto, intromettersi nell'equilibrio tra agonisti e antagonisti, ovvero privilegiare la contrazione di un gruppo muscolare rispetto ad un altro, costituisce uno svantaggio che obbliga ad una continua valutazione dell'effetto ottenuto. Ogni gesto atletico presuppone l'intervento dell'apparato locomotore in maniera globale e dunque di tutte le catene muscolari, dei muscoli stabilizzatori e dei muscoli che promuovono il movimento e dei loro antagonisti. Questo tipo di svantaggio può essere ovviato tramite un attento esame muscolare preliminare che permette di individuare gli squilibri preesistenti nel soggetto da elettrostimolare. Gli squilibri possono essere determinati dalla ripetizione esclusiva ed assoluta di un certo tipo di movimento che prevale su altri. Anche questo svantaggio indica chiaramente che l'elettrostimolazione deve essere considerata come tecnica coadiuvante dello sviluppo e del miglioramento dell'apparato locomotore. Come diceva Meinel, "le capacità coordinative sono assolutamente correlate e dipendenti dal grado di sviluppo delle capacità condizionali di forza, resistenza e mobilità’. In sostanza a seguito di un programma elettrostimolante, occorre intervenire per integrare lo schema corporeo a tutti i livelli che vanno dalla capacità di controllo e di differenziazione dei movimenti alla capacità di differenziazione cinestesica. Gli equilibri muscolari, se non attentamente considerati e ripristinati, esitano facilmente in patologie teno-muscolari. L'integrazione dello schema corporeo avviene mediante l'introduzione di altri gesti composti da movimenti che stimolano i propriocettori e le fibre muscolari a contrarsi con modalità diverse. In questo senso, un programma di ginnastica propriocettiva è da ritenersi indispensabile proprio per esaltare i benefici scaturiti dall'elettrostimolazione. 14 ALESSANDRO LANZANI VARIABILI. IL CAMPO ELETTRICO Il campo elettrico che si realizza in un organismo complesso come il corpo umano non può essere inquadrato con la stessa precisione che si realizza in un circuito elettrico di un motore. Innanzitutto il campo elettrico consiste nella differenza di concentrazione di elettroni tra due elettrodi posti ad una certa distanza tra di loro. Questa differenza di potenziale si misura in Volt. Tra i due elettrodi possono esserci diversi materiali che si comportano come conduttori o resistenze. Un materiale conduttore si lascia attraversare dal flusso di elettroni. Un materiale resistente al contrario oppone resistenza ala passaggio di elettroni. L’unità di misura della resistenza al passaggio di elettroni è l’Ohm. La risultante tra materiali isolanti e conduttori permette il passaggio di una certa quantità di corrente, l’intensità di questo passaggio si misura in Ampere. L’organismo è un mix di tessuti biologici a diversa conduzione. Il tessuto lipidico è isolante e quindi frena il passaggio di elettroni. La cute è isolante, il tessuto muscolare è più conduttore come sono più conduttori il liquido ematico e i liquidi extracellulari. Infine esistono delle variabili anatomiche importanti sulla distribuzione superficiale e profonda dei muscoli che vanno riconosciute per stimolare effettivamente il muscolo o il vasto desiderato. Il campo elettrico è poi influenzato da altri fattori come appunto gli elettrodi, la loro superficie e il loro stato di conservazione. Va considerato l’ambiente circostante,la temperatura e l’umidità, dove viene praticata l’elettrostimolazione. Ognuna di queste variabili deve essere tenuta in conto perché può modificare anche di molto l’effetto che si era prescelto con un particolare programma di elettrostimolazione. Praticare l’elettrostimolazione senza conoscere queste variabili può far allontanare anche di molto l’elettrostimolazione dai propositi teorici iniziali. 15 PUNTI MOTORI VARIABILI. LA CUTE La cute può essere definita come la grande membrana che separa, isola e identifica l’organismo dall’ambiente 1 esterno. Da questo punto di vista la cute può essere considerata un isolante piuttosto 2 3 che un conduttore. Lo strato cheratinico superficiale è isolante. Inoltre la cute produce attraverso delle ghiandole due sostanze: il sudore e il sebo che hanno proprietà elettriche diametral1) Strato cheratinico - 2) ghiandole sudoripare mente opposte. Il sudore 3) ghiandole sebacee composto da acqua, sali minerali ed urea è prevalentemente un conduttore e facilità il passaggio degli elettroni attraverso la cute. Una pelle sudata quindi bagnata favorisce il passaggio dello stimolo elettrico. Il sebo ha una funzione protettiva per la pelle perché la protegge da agenti atmosferici batterici, etc. Nella società ha ormai un valore sociale negativo più riferito ad una mancata igiene che ad una protezione. In ogni caso bisogna che le condizioni di partenza prima di avviare una seduta di elettrostimolazione siano standardizzate: la cute deve essere pulita e sgrassata. Un’altra variabile è rappresentata dalla recente applicazione di creme che se a contenuto anche lipidico possono rappresentare un film isolante per l’elettrostimolazione. Anche in questo caso occorre informare le persone affinché la pelle sia presentata in condizioni standard sempre uguali: pulita sgrassata e senza creme. Altre differenze da tenere in considerazione riguardano sesso, età e distribuzione corporea. I maschi hanno una pelle più spessa e cheratinizzata rispetto a quella delle donne quindi è una cute più isolante. Gli adulti hanno una pelle più spessa rispetto ai giovani e agli anziani. 16 ALESSANDRO LANZANI VARIABILI. GLI ELETTRODI Gli elettrodi sono posti tra il generatore di corrente e l’organismo su cui si pratica elettrostimolazione. Si potrebbe pensare che conducano in maniera sempre uguale lo stimolo fino al confine con la cute e che le variabili possano esprimersi da qui in avanti. Errore. Gli elettrodi sono anch’essi una variabile. Innanzitutto la superficie dell’elettrodo modifica la conduzione dello stimolo. Se il programma dell’elettrostimolatore è lo stesso ma cambia la superficie dell’elettrodo, allora cambia anche il flusso di corrente che tende ad aumentare con l’aumento della superficie di scambio. La densità di una corrente è definita dall’intensità (milli Ampere) per unità di superficie (cm2). Con un elettrodo più grande, a parità di programma, risulta inferiore la densità, cioè l’intensità di corrente in un singolo punto. Un effetto ulteriore degli elettrodi di grande dimensione è quello di abbassare l’impedenza della cute, il risultato è una facilitazione al passaggio della corrente. Il contrario per gli elettrodi piccoli. Gli elettrodi poi vanno incontro ad usura, la superficie di scambio dopo alcune applicazioni non aderisce più come all’inizio. Gli elettrodi si impiastrano del sebo e delle squame cheratiniche e diminuisce la capacità conducente in maniera proporzionale agli utilizzi. Gli elettrodi devono essere mantenuti idratati e aderenti. Devono essere conservati in frigo per evitare la disidratazione della superficie di contatto e quindi la capacità conducente. A parità di programma dell’elettrostimolatore e a parità di condizioni del soggetto, un elettrodo usurato può fare la differenza. Il trattamento non corrisponde più alla stimolazione programmata, con buona pace di tutte le più sofisticate teorie sull’elettrostimolazione. La superficie degli elettrodi deve essere scelta in funzione dei criteri di isolamento muscolare. Gli elettrodi piccoli possono permettere dei lavori molto specifici per piccole muscolature altrimenti impossibili con superfici più grandi. 17 PUNTI MOTORI VARIABILI. IL PANNICOLO ADIPOSO La distribuzione del grasso sottocutaneo è una delle variabili più importanti in correlazione con l'elettrostimolazione. Il tessuto lipidico è fortemente isolante, offre una alta resistenza al passaggio della corrente elettrica. Il grasso sottocutaneo è diverso per distribuzione tra uomini e donne. I maschi hanno una distribuzione concentrata a livello del tronco e dell'addome. Le donne invece hanno una distribuzione più bassa a livello dell'inguine,delle cosce e dei glutei. La distribuzione del grasso cambia da individuo a individuo. Infine in uno stesso soggetto la distribuzione del grasso cambia nel tempo. Si può dimagrire o ingrassare e a secondo del sesso, dell'età, dell'attività fisica il mantello lipidico può essere molto variabile. Lo strato lipidico rappresenta un mantello isolante che arresta il flusso degli elettroni. Per i nostri scopi è indispensabile fare sempre una valutazione della distribuzione del mantello lipidico prima di costruire il campo elettrico con la disposizione degli elettrodi. È opportuno verificare con qualche impulso di prova che i muscoli prescelti siano poi effettivamente quelli stimolati evitando che le resistenze dello strato lipidico creino strane aberrazioni del campo elettrico. Questa variabile: il mantello lipidico, può alterare sostanzialmente sia la distribuzione muscolare dello stimolo (isolamento muscolare) che l'intensità dello stimolo stesso (programmazione). L'unico antidoto consiste nel verificare direttamente caso per caso la reale corrispondenza tra posizionamento degli elettrodi e localizzazione dello stimolo. 18 ALESSANDRO LANZANI VARIABILI. ANATOMIA TOPOGRAFICA È conoscenza ovvia e comune che gli individui sebbene abbiano tutti la stessa struttura sono diversi tra loro. Questo vale non solo per le caratteristiche somatiche di superficie ma anche in qualche misura per la distribuzione del mantello muscolare. Innanzi tutto l'allenamento, certe posture, alcuni gesti atletici o lavorativi, possono modificare di molto il tono trofismo dei muscoli. Spesso anche in modo asimmetrico. Il posizionamento degli elettrodi non può ignorare quest'aspetto. Non solo. L'origine e l'inserzione dei muscoli pur rispettando alcuni aspetti fondamentali può essere, per così dire, personalizzata. Qualche esempio è chiarificatore. Il vasto mediale del quadricipite si inserisce sul bordo mediale della rotula ad un livello diverso in ogni individuo. In alcuni è molto alto e lambisce l'apice superiore e interno della rotula. In altri scende più in basso fino a circa metà della rotula. Il gran dorsale origina dal tratto lombare della colonna e dal sacro e raggiunge l'omero senza interruzioni. Eppure nel 10% dei casi un fascio di fibre s'inserisce a livello dell'apice inferiore della scapola. Ancora: il capo lungo del bicipite scorre nel solco bicipitale. In alcuni casi il solco non è sufficientemente profondo e il tendine si lussa con maggiore facilità. Il pettorale che origina a ventaglio da coste, sterno e clavicola può avere delle agenesie parziali. In questi casi l'approccio di chi realizza l'elettrostimolazione deve essere versatile e attento per adattare il campo elettrico e i programmi con le variabili anatomiche. Infine un trauma, uno strappo, una ferita lacero contusa possono ingenerare delle cicatrici nel muscolo. E di questo bisogna tener conto. 19