3 FOCUS ON La caviglia: focus fratture malleolari Le fratture del malleolo: classificazione, trattamento e complicanze U na delle principali articolazioni funzionali alla deambulazione e al sostegno del corpo umano, la caviglia, è estremamente soggetta a traumi di lieve e media energia. Per le sue caratteristiche anatomiche e biomeccaniche questa articolazione è spesso implicata in eventi distorsivi, lussazioni, fratture e instabilità. Costituita dal "mortaio", ovvero la parte terminale della tibia, dal malleolo mediale e laterale e dall’unità morfo funzionale del retro piede (astragalo e calcagno) è considerata una struttura fisiologicamente instabile facilmente soggetta a sollecitazioni meccaniche più o meno intense. I principali movimenti articolari di uso comune nella vita di tutti i giorni e sollecitati durante la pratica sportiva sono senza dubbio la flessione dorsale e la flessione plantare. Si deve ricordare che nel momento della flessione della caviglia dorsalmente, l’astragalo provoca una diastasi fisiologica dei malleoli alla quale si contrappone solo la resistenza generata dall’apparato legamentoso evitandone così, in condizioni fisiologiche, possibili lussazioni o instabilità. Possiamo quindi affermare che la stabilità del mortaio tibio astragalico è direttamente legata alla forza con la quale viene stretta la pinza malleolare dalle strutture legamentose. È facilmente intuibile come tutta la stabilità articolare sia quindi retta da questo sottile equilibrio. I movimenti sui restanti piani dello spazio hanno minimi gradi di liberta, vincolati dalle stesse componenti ossee articolari. Con queste premesse risul- ta più facile comprendere la classificazione delle fratture malleolari secondo Duparc: fratture in adduzione; fratture in abduzione; fratture in rotazione esterna sopra legamentose; fratture in rotazione esterna intra legamentose. Fratture in adduzione Il primo stadio è sicuramente causato da un trauma di media energia che costringe l’articolazione ad una adduzione forzata associata il più delle volte a rottura del legamento esterno, possibile distacco osseo del malleolo esterno e frattura orizzontale sotto legamentosa. La rottura del legamento è spesso percepita anche dal paziente durante il trauma, si manifesta con dolore acuto costante ed una parziale, a volte transitoria, impotenza funzionale. Evidente la tumefazione locale immediata, mentre ematoma ed ecchimosi si possono manifestare più tardivamente. Esistono specifici punti nei quali la digito pressione esaspera la sintomatologia (es. sotto il malleolo) abbinati all’esame obbiettivo ad una spiccata instabilità articolare (evidenziabile anche con radiogrammi a piede addotto). Se il trauma è stato ad energia più elevata può associarsi frattura del malleolo interno. Fratture in abduzione Presentano meccanismo d’azione simile alle precedenti ma con direzione delle forze di carico opposta. Possono causare frattura del malleolo mediale (spesso rimane ancorato alla parte legamentosa), rottura dei legamenti peroneo - tibiali e della membrana inter ossea e per traumi più gravi si associano fratture diafisarie distali di perone. Fratture in rotazione esterna sopra legamentose Presentano un susseguirsi di stati di gravità a seconda delle forze esercitate durante il trauma. La prima componente articolare a risentire dello stress meccanico è il malleolo interno seguito dalla rottura del legamento peroneo - tibiale anteriore. Seguono in ordine di gra- vità: la frattura del perone e la rottura del legamento tibiale posteriore. Fratture in rotazione esterna intra legamentose Analogamente a quanto appena scritto avviene per questa classe di fratture. Il primo evento è la rottura del legamento peroneo tibiale anteriore alla quale segue una frattura (spesso spiroide) del malleolo e quindi rottura del legamento tibiale posteriore. Possibili anche fratture del malleolo mediale. Il trattamento Il trattamento chirurgico deve essere considerato per evidenti diastasi dei frammenti ossei (scomposizione delle fratture) e/o per gravi instabilità articolari. La sintesi della frattura può avvenire, a discrezione del chirurgo, e in virtù del quadro clinico - radiografico attraverso l’utilizzo di viti, fili placche o la combinazione di tutti gli elementi. Ovviamente nel quadro della patogenesi delle fratture non vanno dimenticati i traumi in flessione dorsale, flessione plantare e compressione. Fratture ad alta energia del pilone tibiale possono portare a gravi scomposizioni articolari con necessità di ricostruzioni chirurgiche adeguate. Le principali complicanze nelle fratture malleolari che devono essere evitate sono rappresentate dalle consolidazioni viziose con importanti deviazioni assiali e squilibri nel carico durante la deambulazione. La pseudoartrosi con il permanere di una caviglia instabile o, viceversa, esiti dell’intervento e dei trattamenti successivi con caviglia rigida. Complicanze vascolari come la compressione dell’arteria tibiale posteriore. Considerando quindi la frequenza con la quale questi eventi traumatici possono verificarsi è buona norma sempre inquadrare il più rapidamente possibile la tipologia di trauma, considerare tutti i possibili trattamenti e quindi indirizzare il paziente verso il più veloce iter diagnostico terapeutico. Lorenzo Castellani Matteo Laccisaglia