COMUNICATO 15
Cellule staminali e tumori cerebrali: la Lectio magistralis di Antonio Iavarone
«Classe 1963, una laurea all’Università Cattolica di Roma. La sua compagna di studio, e
oggi di ricerca, è la moglie Anna Lasorella. Avrei voluto che venisse lei al Festival: le
donne scienziate sono sempre troppo poche», ha scherzato Manuela Arata, Presidente
del Festival della Scienza, mentre descriveva il percorso professionale di Antonio
Iavarone, ricercatore presso l'
Institute for Cancer Genetics della Columbia University
Medical Center, New York.
Iavarone e Lasorella sono due cervelli in fuga, o più semplicemente «si sono trovati bene
negli Stati Uniti, dove hanno trovato condizioni di lavoro migliori. Spesso i cervelli non
fuggono, ma ce li rubano perché sono molto bravi», ha continuato Arata. I due scienziati
hanno recentemente identificato diversi fattori che regolano l'attività delle cellule
staminali nelle prime fasi del loro sviluppo e che, più tardi, programmano le cellule
staminali neurali per farle diventare neuroni maturi.
I loro studi sui tumori cerebrali, che colpiscono anche i bambini, hanno interessato i media,
che ne hanno parlato utilizzando titoloni ad effetto: «il Festival, invece, offre ad Antonio
Iavarone la possibilità di raccontare le proprie scoperte nel loro progress reale, e di
accennare ai possibili sviluppi futuri». Arata ha poi concluso: «sono molto soddisfatta per
l’età media del nostro pubblico di oggi. Ci sono anche molti ragazzi e ragazze che
vengono da fuori Genova». Iavarone ha spronato gli studenti: «se volete fare ricerca non
abbiate paura di andare all’estero. La fuga dei cervelli? Ha molti lati positivi: il sistema
italiano può essere modificato solo da chi sa come vanno le cose all’estero».
Nella sua Lectio magistralis, che si è svolta a Palazzo Ducale (Sala del Maggior Consiglio)
lunedì 26 ottobre, Antonio Iavarone ha spiegato le caratteristiche funzionali delle
cellule staminali, che provocano i tumori maligni al cervello. Sono le caratteristiche
biologiche e molecolari a provocare i tumori? «Il tumore si forma quando le cellule
staminali continuano a crescere anche dopo la fase iniziale dello sviluppo del cervello», ha
spiegato Iavarone. Quali sono le molecole che regolano la crescita delle cellule e la
bloccano al momento giusto? «Negli anni Novanta sono state identificate le proteine Id.
Quando le cellule staminali diventano adulte, queste proteine terminano la loro funzione e
vengono perse. Ci siamo resi conto che, invece, le proteine Id sono presenti nei malati di
tumore al cervello». Iavarone e la sua equipe hanno analizzato le proteine Id2: «se il
tumore contiene questa proteina, la possibilità di morte del paziente è più alta. Le proteine
Id2, inoltre, aumentano la possibilità che si formino nuovi vasi sanguigni».
Iavarone sta cercando molecole che interferiscano con le proteine Id: «le terapie usate
oggi per combattere i tumori – dalla chemio alla radioterapia – non sono specifiche, per
questo agiscono sulle cellule tumorali, ma anche su quelle normali».
Per eliminare le proteine Id sono necessarie delle proteine buone: le Huwe 1: «stiamo
cercando di somministrare alle cellule tumorali queste proteine per bloccare la crescita
del tumore. Grazie alle nuove tecnologie, siamo oggi in grado di analizzare l’intero
genoma umano: nel neuroblastoma abbiamo trovato alterazioni di molti geni. Tra questi
l’EGFR, importante per la crescita delle cellule staminali. Dopo averlo bersagliato, però,
non siamo riusciti a bloccare il tumore, perché quella non era un’alterazione
fondamentale».
Gli studi di Iavarone si sono concentrati sulla ricerca di fattori di trascrizione che
producano proteine che si legano al Dna: «abbiamo trovato sei fattori di trascrizione
sufficienti per attivare i geni aggressivi, concentrandoci sui due più importanti perché
attivano gli altri. Quando il tumore produce i fattori di trascrizione, è minore la possibilità di
sopravvivere. I fattori di trascrizione sono nuovi bersagli terapeutici. Speriamo che, in
futuro, rappresentino una cura».
Genova, 26 ottobre 2009