MEDICINA A cura di M. Brandi* S. Longo* D. Sambiasi* F. Schittulli* FRAGILE maneggiare con cura Nuovi approcci farmacologici nel management pre e post-operatorio dei tumori della mammella cancro della mammella rappresenta nel­ lEuropa occidentale e nel Nord America la neoplasia di più frequente riscontro nel sesso femminile, ed occupa il primo posto tra le cause di morte per cancro nelle donne di età compresa fra i 15 e i 75 anni. In Italia, rappresenta una vera e propria malattia sociale, con circa 34.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno e 12.000 decessi. Se da un lato col passare degli anni si è registrato un aumento di incidenza del cancro della mammella (diagnosi precoci, aumento della vita media, terapia ormonale sostitutiva in postmenopausa), dallaltro recenti stati­ stiche evidenziano che le percentuali di mortalità sono diminuite. Questa diminuizione può essere attribuita non solo al diffondersi dello screening, ma anche ai progressi registrati in campo terapeutico grazie ad innovazioni nella terapia chirurgica e radiante (terapia locale) e, soprattutto, alluso di efficaci trattamenti quali la chemioterapia e la terapia ormonale (terapia sistemica). La terapia sistemica, oltre che nella fase metastatica, può essere usata prima della terapia locale, per ridurre le dimensioni del tumore primitivo (terapia primaria o neoadiuvante). In altri casi, viene impiegata dopo lasportazione del tumore mammario (terapia adiuvante) per distruggere le eventuali cellule che si sono già diffuse a di­ stanza, e che per le loro piccole dimensioni (co­ siddette micrometastasi) non sono evidenziabili clinicamente. Sappiamo oggi, grazie ai risultati di grosse metanalisi (come la Oxford Overview) che la mortalità per cancro mammario può essere ridotta del 38% in donne pugliasalute con me­ no di 50 anni alla diagno­ si, e del 20% se hanno unetà compresa tra i 50 e i 69 anni, impie­ gando regi­ mi chemioterapici contenenti antracicline, e più recen­ temente taxani. Altri farmaci come la capecitabina, la navelbina o la gemcitabina, sono già da tempo impiegati soprattutto negli studi clinici, nel setting adiuvante e neoadiuvante in mono o polichemioterapia, con una buona efficacia ed un basso profilo di tossicità in particolare nel trattamento primario del carcinoma della mammella. Miglioramenti in termini di efficacia e tollerabilità sono stati ottenuti con una diversa formu­ lazione di alcuni farmaci (per es, doxorubicina liposo­ miale, fluoropirimidine orali come la capecitabina) o modificando i tempi di somministrazione (per es, ogni due settimane invece delle tradizionali tre settimane). Nuovi farmaci sono in via di sviluppo anche se la maggior parte della ricerca clinica è attualmente orientata verso gli agenti a bersaglio molecolare. Questi bersagli sono costituiti da proteine presenti nelle cellule tumorali e conferiscono unelevata selettività dazione ai farmaci. Storicamente il cancro della mammella rappresenta il primo tumore in cui sia stata effettuata una terapia molecolare, considerato che i recettori ormonali ormai da molti anni rappresentano il bersaglio di numerosi agenti come il tamoxifene e il raloxifene meglio indicati col termine di SERM (selective estrogen receptor modulators). Ai vari agenti ormonali già disponibili si è aggiunto un nuovo antiestrogeno che appartiene alla - ventidue - marzo 2008 classe dei SERD (selective estrogen receptor downgiunta di Her­ regulators). Il prototipo dei SERD, il fulvestrant, agisce a ceptin alla differenza dei SERM come antiestrogeno puro, privo di chemiotera­ attività estrogeno-simile, e può essere efficace non solo pia, com­ nelle pazienti resistenti al tamoxifene, ma anche in quelle piendo un in progressione di malattia dopo trattamento con inibitori grande dellaromatasi. Questi ultimi si distinguono in steroidei passo in (exemestane) e non steroidei (anastrozolo, letrozolo), e avanti nel rappresentano la novità più importante nella pianificazione processo post-operatoria della terapia ormonale del cancro della di indivi­ mammella. Impiegati nelle donne in postmenopausa, gli dualizza­ inibitori dellaromatasi bloccano, a differenza dei SERM, zione del la sintesi di estrogeni, producendo pertanto il loro beneficio trattamento. Iniziare a trattare il cancro della mammella senza alcuni degli effetti collaterali del tamoxifene. Negli HER2-positivo come una malattia a se stante, significa studi di ormonoterapia adiuvante (ATAC, BIG-FEMTA, poter offrire alle pazienti con questo tipo di tumore un IES) gli agenti antiaromatasici hanno determinato comples­ trattamento più selettivo e più efficace. Sebbene la terapia sivamente una diminuzione del 40-50% dellincidenza dei molecolare del cancro della mammella effettuata con SERM tumori ER-positivi nella mammella controlaterale, miglio­ (es. tamoxifene), SERD (es. fulvestrant), e anticorpi antirando sensibilmente il tempo libero da malattia e la diffusione HER2 ( es. trastuzumab) sia risultata molto efficace, resta in siti distanti, rispetto al tamoxifene. Dopo molti anni di il problema di come trattare le pazienti che non esprimono uso esclusivo di tamoxifene come terapia ormonale adiuvante né il recettore ormonale, né il recettore HER2. La migliore in donne in postmenopausa, oggi si può affermare che conoscenza della biologia del carcinoma mammario ha questo tipo di trattamento può comprendere anche gli evidenziato tuttavia numerosi altri percorsi molecolari inibitori dellaromatasi al fine di di­ intracellulari, che possono essere minuire il rischio di ricaduta della utilizzati per migliorare il trattamento malattia. Gli inibitori dellaromatasi e superare i meccanismi di resistenza. Dai nuovi farmaci non trovano indicazione in preme­ Attualmente sono in corso studi che nopausa per la loro inefficacia in biomolecolari e dalle terapie impiegano anticorpi presenza di estrogeni di derivazione individualizzate una più forte monoclonali come il ovarica. Se tuttavia si associa un cetuximab, o piccole speranza di guarigione analogo LHRH (Luteinizing Hormone molecole come gefitinib Releasing Hormone) il trattamento (Iressa) ed erlotinib combinato potrebbe essere poten­ (Tarceva) rivolte contro zialmente efficace, considerato che lanalogo dellLHRH HER1 o EGFR (Epidermal Growth Factor Re­ induce la menopausa. Sono in corso tre studi (SOFT, TEXT, ceptor). Unaltra molecola in corso di speri­ PERCHE) che consentiranno di definire appropriatamente mentazione è il lapatinib che inibisce sia quale possa essere il ruolo degli inibitori dellaromatasi in HER1 che HER2, la cui efficacia è oggetto premenopausa. I bersagli molecolari moderni sono costi­ di valutazione soprattutto in associazione tuiti da proteine che, nel caso dei tumori della mammella, con taxani, capecitabina e letrozolo. Altri agenti biomolecolari sono quelli antirappresentano in genere recettori di fattori di crescita, e angiogenetici (es. bevacizumab), gli quello che ha un ruolo importante nella terapia del cancro inibitori della farnesiltransferasi, della della mammella è lHER2, iperespresso in circa il 20-30% proteina Raf e di mTOR. Non è possibile dei tumori. HER2 rappresenta il bersaglio di un anticorpo prevedere se e quale di questi numerosi monoclonale trastuzumab (Herceptin) usato in clinica nel agenti a bersaglio molecolare si rivelerà di carcinoma mammario metastatico già alla fine degli anni beneficio nella terapia del carcinoma della novanta. Il successo del farmaco nelle pazienti con metastasi mammella, ma linteresse e le aspettative ha spinto i ricercatori ad utilizzarlo sia prima dellintervento sono grandi e, di certo, con laumentare chirurgico (terapia neoadiuvante) che dopo come terapia delle conoscenze relative alle modalità adiuvante postchirurgica. Gli studi condotti allMD Anderson di colloquio tra le varie molecole Cancer Center dellUniversità del Texas, Houston, nella coinvolte nelle vie di trasduzione dei fase pre-operatoria, hanno evidenziato una percentuale di segnali, potrà essere messo in opera risposte complete patologiche del 25% nelle pazienti trattate un approccio più razionale che, con sola chemioterapia verso il 70% nelle donne che hanno auspicabilmente, condurrà alla ricevuto anche Herceptin, in genere con un significativo guarigione del cancro della mam­ miglioramento della sopravvivenza a lungo termine. Gli mella. studi in adiuvante (HERA, NSABP B-31, e NCCTG N 9831) hanno peraltro dimostrato di migliorare in maniera * Dipartimento Donna IRCCS Afrodite - Museo dellAcropoli Istituto Tumori G. Paolo II di Bari significativa la sopravvivenza libera da malattia con lag­ pugliasalute - ventitre - marzo 2008