ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico ALLEGATO 1 della determinazione n. 53 del 3.02.2016 DOCUMENTO SULLA TERAPIA ANTICOAGULANTE ORALE La terapia anticoagulante orale si compone di due classi di farmaci: gli anti-vitamina K (AVK) e gli anticoagulanti diretti (DOAC). Scopo di questo documento è ricordare le caratteristiche degli AVK e di delineare una guida pratica all’uso dei DOAC. AVK: principi generali La terapia con antagonisti della vitamina K (AVK) trova un’indicazione nel trattamento del tromboembolismo venoso (TEV), nella profilassi primaria e secondaria del cardioembolismo in corso di Fibrillazione Atriale (FA) e nei portatori di protesi cardiache meccaniche. Lo scopo di questa terapia è quello di ridurre, in modo controllato e reversibile, l’attività coagulativa plasmatica per ottenere un’ottimale profilassi contro gli eventi tromboembolici minimizzando il rischio emorragico: tale grado di anticoagulazione viene definito “target” e intervallo terapeutico a seconda che ci si riferisca ad un valore ottimale del test di laboratorio oppure ad un intervallo di valori che. In generale è posto tra 2.0 e 3.0 INR (1). Per ottimizzare l’efficacia e la sicurezza degli anticoagulanti orali occorre che i pazienti siano periodicamente controllati, sia dal punto di vista laboratoristico attraverso un test (PT INR) che clinico. Pertanto, la sorveglianza dei pazienti in terapia con AVK presuppone il coordinamento di diverse attività e competenze, ed implica attività di educazione, di indirizzo e di controllo dei pazienti, i cui risultati migliorano con la specializzazione e l’esperienza del personale medico ed infermieristico ad essa dedicato. Tale integrazione è ottenuta in modo ottimale in Centri specializzati (Centri Trombosi), che si occupano del trattamento e della gestione delle condizioni tromboemboliche. Meccanismo d’azione dei farmaci AVK I farmaci AVK sono composti a basso peso molecolare, derivati dalla Cumarina (dicumarolo) rapidamente e facilmente assorbiti se somministrati per via orale (1). Nel plasma si legano alle proteine (albumina) per il 97-99%, e quindi solo una piccola frazione di tutta la molecola (quella libera, in equilibrio dinamico con quella legata) è farmacologicamente attiva. La loro emivita plasmatica varia in rapporto al tipo di farmaco e alla dose somministrata. Il metabolismo degli anticoagulanti orali avviene quasi totalmente nel fegato, mentre i loro metaboliti (in parte ancora farmacologicamente attivi) vengono escreti nelle urine e nelle feci. Questi farmaci agiscono contrastando, negli epatociti, la riduzione della vitamina K-epossido a vitamina K ridotta, mediante ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico inibizione competitiva di specifiche epossido-reduttasi. In questo modo, poiché l’enzima gammaglutamilcarbossilasi necessita di vitamina K ridotta come cofattore per la sua attività, viene ridotta la gamma-carbossilazione dei fattori II, VII, IX, X, dopo la loro sintesi epatica. La carbossilazione è indispensabile per la loro attività biologica, perché siano “coagulabili”. Infatti i fattori di coagulazione si legano tramite ioni calcio alle superfici fosfolipidiche a carica negativa delle cellule su cui avvengono le reazioni coagulative grazie ai residui di acido gamma-carbossiglutammico. Tale effetto è proporzionale alla dose di farmaco assunta, a parità di molte altre condizioni biologiche e cliniche (1). Si tratta quindi di una anticoagulazione indiretta mentre quella ottenuta dai DOAC è un’anticoagulazione diretta perché questi farmaci agiscono inibendo nel plasma il singolo fattore (Xa) o la trombina. Il warfarin ha una emi-vita di circa 36 ore mentre si ritiene che l’acenocumarolo ne abbia una inferiore, intorno alle 12 ore, anche se questo dato non è confermato perché andando a misurare l’attività del fattore VII, questo rimane significativamente ridotto dopo 24 ore dall’assunzione del farmaco (2). Farmaci AVK attualmente disponibili in Italia: caratteristiche e indicazioni per la scelta Sulla base di tali peculiarità è teoricamente possibile formulare un criterio che indirizzi la scelta dell’anticoagulante orale (2). L’acenocumarolo ha una potenza circa doppia rispetto al warfarin: 1 mg di acenocumarolo ha la stessa capacità anticoagulante di 2 mg di warfarin in circa l’85 % dei pazienti (2). Il warfarin sembra avere un effetto più stabile sull’inibizione della sintesi dei fattori vitamina K-dipendenti ed è teoricamente il farmaco di prima scelta. L’acenocumarolo invece presenta il vantaggio di una maggiore velocità nella reversibilità̀ dell’effetto anticoagulante, che può risultare utile in caso di emorragia da sovradosaggio, e della disponibilità̀ in diverse preparazioni commerciali. La preparazione da 1 mg può aumentare la “compliance” dei pazienti che presentino difficoltà nella manipolazione del farmaco in frazioni di compressa (anziani, disabili, non vedenti, ecc.). In realtà, studi degli ultimi anni hanno dimostrato che non esiste, nella maggior parte dei pazienti, una differenza clinicamente significativa nella gestione clinica della terapia con AVK con l’uno o l’altro farmaco (2). I derivati dicumarolici dotati di attività anticoagulante disponibili al momento in Italia sono: a) warfarin sodico [3-(alfa-acetonilbenzil)-4-idrossicumarina], (Coumadin®, BMS, Roma, compresse da 5 mg); b) acenocumarolo [3-(alfa-acetonil-p-nitrobenzil)- 4-idrossicumarina], (Sintrom®, Mediolanum, Milano), compresse da 4 mg e da 1 mg. Anche se non disponibile in Italia va ricordato, perché molto diffuso in Europa, un terzo farmaco, il fenprocumone [3-(fenil-propil)-4idrossicumarina]. (Marcumar®, Roche, Basilea, Svizzera). Il fenprocumone, miscela racemica di due isomeri destro e levogiro, ha un’emivita di circa 5.5 giorni. ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico Anticoagulanti orali diretti (DOAC) I DOAC sono molecole di sintesi e bloccano uno specifico fattore della cascata coagulativa. Si tratta di farmaci maneggevoli, con notevole facilità di impiego, in quanto vengono usati a dose fissa e non richiedono monitoraggio di laboratorio, se non in particolari occasioni. Inibitori diretti della trombina Dabigatran (Pradaxa®) Il Dabigatran etexilato è il pro-farmaco del dabigatran. Presenta una bassa biodisponibilità orale (circa 6%) e, dopo l’assorbimento, è rapidamente e completamente convertito in dabigatran attraverso delle esterasi. Il picco massimo è raggiunto dopo circa 2 ore dalla somministrazione e l’emivita del farmaco è di 14-17 ore (3). Agisce come inibitore diretto della trombina, prodotto finale della cascata coagulativa (la trombina converte in fibrinogeno in fibrina). L’eliminazione è prevalentemente renale (circa l’80%). Dabigatran presenta una cinetica teoricamente prevedibile e la farmacodinamica è scarsamente influenzata dal cibo. Sono possibili interferenze con altri farmaci (vedi Appendice, tabella 3). Dabigatran è stato studiato per la prevenzione (4) e il trattamento del tromboembolismo venoso (TEV) (5) e, contro warfarin, per la prevenzione del cardioembolismo nella fibrillazione atriale (FA) (6). Tuttavia, un’ampia variabilità di risposta al Dabigatran, soprattutto legata all’età (>75 anni) e alla funzione renale, è stata messa in luce recentemente, mettendo così in discussione il concetto della dose fissa (7). Dabigatran è stato approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per: 1 la profilassi del TEV dopo interventi di artroprotesi di ginocchio e anca alla dose di 220 mg al dì (1 cp da 110 mg 1-4 ore dopo l’intervento, quindi 2 cp una volta al giorno per i successivi 28-35 giorni); 2 la prevenzione dell’ictus ischemico nei pazienti con FA alla dose di 150 e 110 mg ogni 12 ore. La dose deve essere ridotta a 110 mg bid in pazienti con elevato rischio emorragico, ridotta funzionalità renale e età > 75 anni. Negli Stati Uniti per queste condizioni è approvato, sulla sola base di studi di farmacocinetica, il dosaggio di 75 mg 2 volte al dì, che non è invece commercializzato negli altri paesi. 3 il trattamento della trombosi venosa profonda e dell’embolia polmonare e la prevenzione delle recidive di tromboembolismo venoso in adulti alla dose di 150 mg ogni 12 ore, dopo un ciclo di trattamento standard con eparina per almeno 5 giorni. ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico Inibitori diretti del fattore Xa Si tratta di molecole che bloccano in maniera reversibile il sito attivo del fattore X (il fattore Xa attiva la protrombina a trombina). Rivaroxaban (Xarelto®) E’ un farmaco attivo con circa l’80% di biodisponibilità per uso orale. Il picco plasmatico si ottiene 2-3 ore dopo la somministrazione e l’emivita è di 7-11 ore (3). L’eliminazione è per via renale e con le feci. Un terzo della dose somministrata è eliminata come farmaco attivo dal rene, un terzo è metabolizzato dal fegato attraverso due vie, una CYP3A4 dipendente e una CYP3A4 indipendente, e quindi eliminato con le feci. Il restante terzo è metabolizzato a farmaco inattivo e quindi eliminato dal rene. Il profilo farmacocinetico e farmacodinamico è predicibile e dosedipendente, non influenzato da età, sesso e peso corporeo. Rivaroxaban è stato studiato per la prevenzione (4) e il trattamento del TEV (8, 9) e per la prevenzione del cardioembolismo nella FA (10). Il farmaco è autorizzato da AIFA per: 1 la prevenzione del TEV dopo interventi di protesi d’anca e di ginocchio al dosaggio di 10 mg al dì; 2 il trattamento del TEV sia a breve che lungo termine al dosaggio di 15 mg due volte al dì per le prime 3 settimane, seguito da 20 mg 1 volta al dì [ridotto a 15 mg nei pazienti con clearance della creatinina (ClCr) < 50 ml/min]; 3 la prevenzione dell’ictus ischemico nella FA al dosaggio di 20 mg una volta al dì, ridotto a 15 mg nei pazienti con ClCr < 50 ml/min. Apixaban (Eliquis®) E’ un inibitore orale diretto del Xa. E’ un farmaco attivo con una biodisponibilità orale del 45%. Come rivaroxaban, apixaban inibisce il fattore Xa. Il farmaco viene somministrato per os 2 volte al dì. I livelli plasmatici raggiungono il picco circa 2 ore dopo la somministrazione orale e l’emivita è di 8-14 ore (3). Apixaban è eliminato per vie diverse, che includono il metabolismo ossidativo, la via renale (25% del totale) e quella intestinale. Nella prevenzione dell’ictus ischemico nei pazienti con FA, Apixaban alla dose di 5 mg bid si è dimostrato non inferiore al warfarin, ma dimostrando un minore rischio emorragico (11). Il farmaco è stato studiato anche contro aspirina nello studio AVERROES (12) in pazienti in cui la terapia con warfarin era stata ritenuta controindicata. Apixaban ha dimostrato in questi pazienti una efficacia superiore ad aspirina senza incrementare il rischio emorragico. Apixaban è stato valutato contro eparina a basso pm e warfarin anche nel trattamento della trombosi venosa profonda dimostrandosi non inferiore (13). Il farmaco inoltre è stato testato in pazienti con sindrome coronarica acuta nello studio APPRAISE (14). Lo studio è ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico stato interrotto per eccesso di eventi emorragici, includendo i sanguinamenti intracranici, quando somministrato in associazione con la doppia antiaggregazione e senza evidenza di maggiore efficacia. Apixaban è stato approvato dall’AIFA per: 1 la prevenzione del TEV in pazienti sottoposti ad interventi di artroprotesi di anca e ginocchio alla dose di 2.5 mg bid; 2 la prevenzione dell’ictus ischemico nella fibrillazione atriale alla dose di 5 mg bid. Il dosaggio deve essere ridotto a 2.5 mg bid in soggetti con almeno 2 delle seguenti caratteristiche: età ≥80 anni, peso corporeo ≤ 60 Kg, creatinina sierica ≥1.5 mg/dL, o in soggetti con ClCr 15-29 ml/min. 3 Il trattamento della trombosi venosa profonda e dell’embolia polmonare e la prevenzione delle recidive di tromboembolismo venoso in adulti. Lo schema di trattamento prevede la possibilità di usare il farmaco fin dalla fase acuta alla dose di 10 mg ogni 12 ore per 7 giorni, quindi alla dose di 5 mg ogni 12 ore. Edoxaban (Lixiana®) La sua biodisponibilità è di circa il 50% dopo somministrazione orale. E’ rapidamente assorbito nel tratto gastrointestinale e raggiunge il picco delle concentrazioni plasmatiche 1-2 ore dopo la somministrazione. L’eliminazione segue un pattern bifasico, circa il 35% della dose somministrata viene escreta dal rene e il restante attraverso le feci. L’emivita è tra 8 e 10 ore (3). Non è ancora disponibile in commercio nel nostro paese. Nello studio HOKUSAI (15) Edoxaban 60 mg preceduto da eparina si è dimostrato non inferiore a eparine e warfarin nel trattamento di pazienti con TEV, riducendo gli eventi emorragici. Nella prevenzione dell’ictus ischemico in pazienti con FA (16) ha dimostrato di essere non inferiore a warfarin alla dose di 60 mg/die, con riduzione del sanguinamento maggiore e cerebrale e della mortalità̀ cardiovascolare. Tuttavia L’Edoxaban, alla dose di 30 mg/die non ha dimostrato la non inferiorità a warfarin nella prevenzione del cardioembolismo riducendo però in maniera significativa il rischio legato al sanguinamento. Edoxaban è in attesa dell’approvazione di AIFA per la commercializzazione. ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico CONTROINDICAZIONI ASSOLUTE AL TRATTAMENTO ANTICOAGULANTE ORALE CON I DOAC Gravidanza Età inferiore ai 18 anni Ipersensibilità al farmaco Emorragia maggiore in atto Diatesi emorragica congenita o acquisita nota Grave piastrinopenia (< 50.000 plt/mmc) Clearance Creatinina < 30 ml/min INDICAZIONI AL TRATTAMENTO CON DOAC O AVK NELLA FA Il trattamento anticoagulante orale è indicato nei pazienti con FA non valvolare che mostrino un score CHADS2 di 1 o un CHA2DS2-Vasc 1 se il valore dello score CHADS2 è 0. La dizione “non valvolare” è stata del tutto recentemente rivisitata dall’European Heart Rhythm Association (17). I DOAC sono controindicati nei pazienti con a) protesi valvolari cardiache meccaniche (vedi più avanti), b) stenosi mitralica moderata-severa, c) valvole cardiache biologiche nei primi 3 mesi dopo l’intervento chirurgico, d) riparazione della valvola mitralica nei primi 3-6 mesi dopo l’intervento. L’uso dei DOAC è ammesso nella TAVI (impianto trans-catetere della valvola aortica) nella PTAV (valvuloplastica aortica percutanea), nella stenosi aortica severa e nella cardiomiopatia ipertrofica pur se per tutte queste condizioni sono presenti in letteratura solo pochi dati. Lo score HAS-BLED è consigliato per una valutazione del rischio emorragico dei pazienti con FA (18). Un valore >3 indica un rischio elevato per sanguinamento e suggerisce un più attento controllo dei pazienti ma non deve essere considerato una controindicazione al trattamento anticoagulante se l’indicazione è certa. La Tabella 1 dell’Appendice mostra i diversi score sopra-citati insieme alle percentuali del rischio trombotico ed emorragico. Vengono qui riportati i criteri circa la tipologia di pazienti nei quali è indicata la terapia anticoagulante orale (DOAC o AVK) secondo la consensus pubblicata nel 2011 dalla Federazione Centri per la diagnosi della trombosi e la Sorveglianza delle terapie Antitrombotiche (FCSA) (19). Quali pazienti potrebbero essere fin da subito trattati con i DOAC? In generale I DOAC sono da preferire agli AVK se si tratta di pazienti con FA non valvolare naive come raccomandato dalle linee guida ESC del 2012 (20). In particolare, tutti i pazienti con ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico caratteristiche simili a quelli arruolati negli studi clinici di fase III dovrebbero essere valutati per iniziare la terapia anticoagulante orale con un DOAC. − Pazienti in trattamento con aspirina. − Pazienti che desiderano ricevere il nuovo farmaco dopo adeguata informazione sui pro e contro. − Pazienti con problemi logistici che rendono difficile il monitoraggio laboratoristico, come quelli allettati per altre patologie. − In quali pazienti i DOAC dovrebbero rimpiazzare gli AVK? Pazienti trattati con AVK che presentano un TTR (time spent in the therapeutic range) inferiore al 65 %. Un TTR >70 % indica una terapia anticoagulante orale condotta in maniera soddisfacente. Un valore inferiore al 70 % è negativamente correlato ad eventi trombotici e/o emorragici (21, 22). − Pazienti con importanti problemi logistici o lavorativi. − Pazienti con pregressa emorragia cerebrale ma da valutare bene per caso singolo. − Pazienti che preferiscono i nuovi farmaci anticoagulanti o che non vogliono più fare i prelievi di controllo. − Quali pazienti lasciare in AVK ? − Pazienti con INR stabile e basso rischio emorragico. − Pazienti con frequente dispepsia (nausea, vomito e diarrea inclusi). − Pazienti che preferiscono continuare con gli AVK nonostante siano stati ben informati dei pro e dei contro dei nuovi farmaci anticoagulanti. − Pazienti con insufficienza renale severa (<30 ml/min). − Pazienti con protesi cardiache meccaniche. Lo studio che vedeva dabigatran opposto a warfarin è stato interrotto per eccesso di eventi tromboembolici nel braccio randomizzato a dabigatran (23). − Pazienti con condizioni escluse dai Trials (vedi Appendice, Tabella 2). Queste condizioni non rappresentano però una controindicazione assoluta (24). Cosa occorre fare prima di prescrivere i DOAC − Valutare l’aderenza del paziente − Valutare la funzionalità renale (creatininemia + FG derivato secondo Cockroft-Gault) ed epatica (AST, ALT, gamma-GT), PT, aPTT ed emocromo. − Valutare possibili farmaci interferenti (vedi Appendice, Tabella 3). Informare il paziente su: a) Pericolosità dell’interruzione del farmaco; ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico b) Assenza di antidoto (almeno per ora, vedi più avanti); c) Importanza di informare subito i medici prescrittori se compaiono segni di sanguinamento gastroenterico. I pazienti con età > 65 anni con note patologie gastroenteriche, potenzialmente sanguinanti, possono non essere buoni candidati ai DOAC. In questi pazienti Dabigatran e Rivaroxaban aumentano il rischio di sanguinamento (25, 26); d) La necessità di periodici controlli clinici e, in situazioni particolari, di laboratorio. (27, 28, 29). Sono oggi disponibili test specifici dedicati, al momento disponibili solo in laboratori specializzati, alla misurazione dell’attività anticoagulante dei DOAC. Questi test sono standardizzati ma non è noto il cut-off (limite oltre il quale si può parlare con certezza di overdose) né un intervallo di anticoagulazione paragonabile alI’INR. I comuni test di screening (PT e aPTT) non sono raccomandati per una valutazione corretta del livello di anticoagulazione indotto dai DOAC anche se possono essere usati in emergenza (30). E’ in via di organizzazione un controllo di qualità esterno da parte di FCSA per questi nuovi test. Questi test specifici (tempo di trombina diluito per Dabigatran e attività anti-Xa per Rivaroxaban e Apixaban) sono indicati in alcune condizioni quali il sanguinamento o un evento trombotico durante trattamento con i DOAC e prima di un intervento chirurgico in emergenza o programmato. Le Tabelle 4 e 5 in Appendice mostrano le differenze tra i diversi test dedicati ai DOAC. d) Valutare la preferenza del paziente dopo aver illustrato anche i pro e contro degli AVK compresa la possibilità di utilizzare in autonomia per la determinazione dell’INR i coagulometri portatili (31) che hanno dimostrato affidabilità e sicurezza nel lungo termine. Indicazione al trattamento del TEV con DOAC I DOAC sono indicati nel trattamento in acuto del tromboembolismo venoso. Come sopra riportato tutti i DOAC hanno dimostrato di essere non inferiori al trattamento classico con eparine e AVK sia nella trombosi venosa profonda sia nell’embolia profonda non ad alto rischio. Questi studi hanno poi dimostrato come Rivaroxaban e Apixaban possano essere utilizzati in acuto senza un iniziale trattamento con eparine. I dosaggi di Rivaroxaban e Apixaban prevedono, in acuto, 15 mg per due volte/die per 21 giorni e 10 mg per due/die per una settimana rispettivamente. Successivamente le dosi di Rivaroxaban e Apixaban sono di 20 mg/die e 5 mg ogni 12 ore rispettivamente. Una meta-analisi recentemente pubblicata ha valutato l’insieme dei dati riferiti ai singoli DOAC confermato la loro non inferiorità in termini di recidive trombotiche e di mortalità rispetto a eparine e AVK a fronte di una riduzione significativa degli eventi emorragici intorno al 40 % (32). Tuttavia, questi risultati non possono essere generalizzati a tutti i pazienti con TEV perché il loro utilizzo non è indicato nell’embolia polmonare a rischio intermedio alto e nelle condizioni ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico poco rappresentate negli studi sopra riportati: anziani (>75 anni), cancro, insufficienza renale, trombosi splancniche, trombosi dei seni della dura e con obesità grave. DOAC e Sindromi Coronariche Acute (SCA) Vista la frequenza dei pazienti in FA che vanno incontro a sindromi coronariche acute e necessità di stent occorre valutare la possibilità di sospendere l’anticoagulazione orale al momento dell’accettazione iniziando una duplice terapia antiaggregante come indicato dalle linee guida EHRA del 2015 (33). Dopo posizionamento dello stent una triplice terapia antitrombotica (aspirina, clopidogrel e anticoagulante orale, meglio se con AVK) o una duplice terapia antitrombotica (Clopidogrel + AVK) è indicata per un periodo che va valutato dallo specialista cardiologo. L’utilizzo dei DOAC in questo contesto non è supportato da evidenze solide. L’associazione DOAC e duplice terapia anti-aggregante, con prasugrel o tigacrelor è da controindicare almeno fino alla valutazione degli studi clinici in corso su questo tema. Cardioversione e DOAC Non ci sono state differenze tra DOAC e AVK in termini di eventi tromboembolici e sanguinamento in pazienti sottoposti a cardioversione (33). PRIMA VISITA 1) Accertamento dell’indicazione trattamento anticoagulante, valutazione di eventuali patologie concomitanti e trattamenti in corso. Registrazione sul supporto informatico dedicato attraverso la compilazione della check list (Appendice, Tabella 6). 2) Scelta del trattamento anticoagulante. 3) Valutazione test ematochimici (vedi sopra). 4) Educazione/informazione paziente. 5) Redazione Piano Terapeutico e relative indicazioni sul suo impiego. 6) Prescrizione test ematochimici da eseguire in prossimità del successivo controllo (Creatininemia, emocromo), AST e ALT). Compilazione Cartella Clinica informatizzata dedicata alla gestione dei DOAC. ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico DOSAGGI PER I DOAC Dabigatran (Pradaxa) 150 mg x 2 volte/die 1. CHADS2 score > 1 2. Creatinina clearance >50ml/min 3. Età < 75 anni 4. Peso >50 Kg Dabigatran (Pradaxa) 110 mg x 2 volte/die CHADS2 score >1 1. Creatinina clearance > 30 <50ml/min 2. Età > 75 anni 3. Peso corporeo <50 Kg Rivaroxaban (Xarelto) 20 mg 1cp/die CHADS2 score >1 Creatinina clearance >50ml/min Età < 75 anni Peso corporeo > 50 Kg Rivaroxaban (Xarelto) 15 mg 1cp/die CHADS2 score >1 Creatinina clearance > 30 <50ml/min Età > 75 anni Peso corporeo <50 Kg Sconsigliato l’uso di Rivaroxaban se Creatinina clearance <30 ml/min Apixaban (Eliquis) 5 mg per due volte/die CHADS2 score >1 2.5 mg per due volte/die se sono presenti due dei seguenti criteri: a) età > 80 anni b) peso < 60 Kg c) Creatinina sierica >1.5 mg/dl Sconsigliato l’uso di Apixaban se Creatinina clearance <30 ml/min ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico CONTROLLI CLINICI PERIODICI PER I PAZIENTI TRATTATI CON DOAC Considerato l’elevato rischio di scarsa aderenza nel tempo, eventualità comune per tutti i farmaci somministrati per os in modo cronico (34, 35) il follow up dei pazienti con FANV in trattamento con DOAC dovrebbe essere realizzato dai Centri Trombosi, dalle UO autorizzate (Cardiologia, Medicina Interna) e, possibilmente, dai MMG, dopo 3 e 6 mesi dalla prima visita e successivamente ogni 6 mesi. E’ importante che figure professionali come MMG e medici dei Pronto Soccorso o comunque dei presidi d’emergenza partecipino a corsi di formazione dedicati agli anticoagulanti in generale e ai DOAC in particolare. Le visite periodiche dovrebbero comprendere: 1) visita medica e valutazione di patologie e trattamenti concomitanti in corso e relativa registrazione sul supporto informatico dedicato; 2) possibile acquisizione informazioni e commenti clinici da parte del MMG; 3) valutazione aderenza al trattamento; 4) verifica test ematochimici precedentemente prescritti; 5) registrazione eventi avversi ed effetti collaterali eventualmente occorsi nel periodo intercorrente e registrazione patologie e terapie concomitanti nel periodo intercorrente; 6) prescrizione test ematochimici da eseguire in prossimità della visita successiva. Quando iniziare con i DOAC ? Paziente in AVK Se INR < 2.0: immediatamente. Se INR tra 2.0 e 2.5: meglio il giorno dopo (sospendere l’AVK e ripetere comunque l’INR). Se INR > 2.5: ripetere INR il giorno dopo sospendendo l’AVK. Paziente con UFH i.v. I DOAC possono essere somministrati circa 2 h dopo la sospensione. Eseguire aPTT due ore dopo la sospensione. Paziente con LMWHs: I DOAC possono essere somministrati quando è prevista la dose successiva di LMWHs e viceversa. Paziente trattato con DOAC Somministrare contemporaneamente NOAC e AVK fino a raggiungere un INR di 2.0 per due giorni consecutivi. Ma è più prudente passare prima dai NOAC a LMWH e poi ad AVK fino a raggiungere un INR 2.0 per due giorni consecutivi. Questo può valere anche per il bridging. ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico SOSPENSIONE DEI DOAC PRIMA DELLA CHIRURGIA ELETTIVA O PROCEDURE INVASIVE Anestesia spinale/epidurale Un catetere epidurale non deve essere rimosso prima di 18 ore dopo l’ultima somministrazione dei DOAC. Dopo la rimozione di un catetere epidurale la dose successiva dei DOAC deve essere somministrata non prima di 6 ore. Eseguire il dosaggio del farmaco con test specifici prima dell’intervento. Si utilizza la regola delle 3 emivite (15 h per tutti i DOAC), regola del tutto empirica. Chirurgia maggiore (Tab 7) e alto rischio di sanguinamento Clear. Creatinina Dabigatran Rivaroxaban Apixaban > 80 Almeno 48 h prima Almeno 48 h prima Almeno 48 hprima >50 <80 Almeno 72 h prima Almeno 48 h prima Almeno 48 h prima >30 <50 Almeno 96 h prima Almeno 48 h prima Almeno 48 h prima Dabigatran Rivaroxaban Apixaban > 80 Almeno 24 h prima Almeno 24 h prima Almeno 24 h prima >50 <80 Almeno 36 h prima Almeno 24 h prima Almeno 24 h prima >30 <50 Almeno 48 h prima Almeno 24 h prima Almeno 24 h prima ml/min Clear. Creatinina ml/min Se i tempi di sospensione precedenti l’intervento superano complessivamente le 48 ore e l’intervento viene programmato nei giorni successivi, iniziare, solo dopo conferma dell’assenza di attività anticoagulante residua, eparina a basso peso molecolare (LMWH) a dosaggio subterapeutico/intermedio, pari a 70 U/Kg x 2/die fino a 24 ore prima dell’intervento. Il trattamento con LMWH (70 % della dose terapeutica) potrà essere ripreso 24/48 h dopo l’intervento chirurgico per poi reinserire il DOAC se le condizioni emostatiche del paziente lo permettono. Terapia con DOAC dopo Ictus Ischemico o emorragico Non esistono studi controllati o forti evidenze scientifiche su quando eventualmente iniziare la terapia anticoagulante dopo ictus ischemico o emorragico. E’ quindi necessaria una attenta valutazione multidisciplinare del singolo caso. In caso di ictus ischemico attribuibile a FA il trattamento anticoagulante orale con i NAO va iniziato ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico o ripreso il prima possibile, preferibilmente tra la quarta e la quattordicesima giornata. La scelta del timing si basa sulla gravità clinica dello stroke, sulla estensione e sulle caratteristiche della lesione cerebrale all’imaging, sul calcolo individuale del rischio tromboembolico ed emorragico. Nei casi di TIA il trattamento può essere iniziato subito. In caso di ictus emorragico in pazienti con FA il trattamento anticoagulante orale con NAO va iniziato o ripreso non appena possibile. La valutazione di utilità della cura e del timing si basa sulla gravità clinica dello stroke, sulla estensione e sulle caratteristiche della lesione cerebrale all’imaging, sul calcolo individuale del rischio tromboembolico (CHA2DS ≥4 e CHA2DS2-VASc ≥5) ed emorragico, o sulla presenza di trombi cardiaci endocavitari, ed escludendo le emorragie lobari attribuibili ad angiopatia amiloide che costituiscono una controindicazione assoluta. TRATTAMENTO DELLE EMORRAGIE Pur se gli antidoti per i DOAC sono ormai prossimi alla registrazione avendo dimostrato ottime capacità di neutralizzazione nei confronti sia di dabigatran (38) che degli inibitori diretti del Xa (39) ancora non esistono presidi di provata efficacia da utilizzare per contrastare un sanguinamento maggiore che capiti durante il trattamento con i DOAC. E’ bene, tuttavia, ricordare che i DOAC hanno una breve emivita e quindi se è presente una funzionalità normale l’attività anticoagulante può svanire rapidamente. Qui, di seguito, gli interventi consigliati in caso di sanguinamento (40). Sanguinamento minore 1) Informazione sul tipo di DOAC, sull’ultima assunzione e dosaggio giornaliero, farmaci e malattie concomitanti. 2) Valutare i livelli di Hb, la funzione renale ed eseguire test di screening (PT e aPTT) e, se disponibile, un test coagulativo specifico. 3) Eseguire emostasi locale, se indicata. 4) Possibilità di utilizzare farmaci antifibrinolitici. 5) Sospendere il trattamento in presenza di attività anticoagulante e cercare cause di sanguinamento locali. Sanguinamento maggiore Come sopra per i punti da 1 a 5 6) Emotrasfusione (GR) e plasma fresco congelato se necessario. 7) Infusione di concentrati piastrinici in caso di piastrinopenia o piastrinopatia iatrogena. 8) DDAVP può essere considerato (non esistono evidenze cliniche in caso di eventi emorragici). ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico 9) Considerare la dialisi o l’emofiltrazione (solo per Dabigatran). Sanguinamento a rischio di vita Come sopra per i punti da 1 a 9. 10) Utilizzare concentrati del complesso protrombinico PCC (50 U/Kg) o concentrati complesso protrombinico attivati (FEIBA 80 U/Kg ogni 8 h) 11) Fattore VII ricombinante (90 microg/Kg in bolo ogni 3 ore). Da notare: non esistono evidenze solide circa l’utilizzo di questi presidi e il loro uso può indurre un rischio trombotico arterioso e/o venoso. Consigli pratici per i pazienti e i medici Cosa fare se si è dimenticato di prendere la compressa e sono passate 5-7 ore? Assumere la dose successiva. Cosa fare se non si è sicuri di averla presa? Assumere la dose successiva. Nel dubbio non assumere una seconda dose. Cosa fare se credo di averne preso 2 anziché 1? Assumere la dose successiva. CONCLUSIONI Il trattamento anticoagulante con i DOAC rappresenta una importante innovazione nel campo delle malattie tromboemboliche e nella profilassi primaria e secondaria del cardioembolismo nei pazienti con FA. Ogni paziente deve essere però valutato attentamente quando si deve decidere quale farmaco scegliere anche tenendo conto dell’opzione ancora offerta dagli AVK. I pazienti devono essere informati correttamente sui pro e contro dei nuovi farmaci e dell’esistenza di altro tipo di trattamento (AVK). Per una ottimale gestione dei DOAC è necessario prevedere un follow up ed un servizio ambulatoriale dedicato a questi pazienti. Un piattaforma per la gestione ottimale del follow up appare indispensabile. ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico BIBLIOGRAFIA 1. Ageno W, Gallus AS, Wittkowsky A, Crowther M, Hylek EM, Palareti G. Oral anticoagulant therapy: antithrombotic therapy and prevention of thrombosis, 9th ed: American College of Chest Physicians evidence-based clinical practice guidelines. Chest 2012; 141 (2 suppl): e44S-88S. 2. Barcellona D, Vannini ML, Fenu L, Balestrieri C, Marongiu F. Warfarin or acenocoumarol: which is better in the management of oral anticoagulants? Thromb Haemost 1998; 80: 899902. 3. Gong IY, Kim RB. Importance of pharmacokinetic profile and variability as determinants of dose and response to dabigatran, rivaroxaban, and apixaban. Can J Cardiol 2013;29(7 Suppl):S24-33. 4. Prandoni P, Temraz S, Taher A. 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Punteggi relativi al rischio cardioembolico ed emorragico ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico Condizioni Dabigatran Rivaroxaban Apixaban Disordini valvolari cardiaci Esclusi Esclusi Esclusi Ictus nei precedenti 6 mesi o qualunque tipo di ictus nei precedenti 14 giorni Esclusi Esclusi NR Chirurgia nel precedente mese Esclusa Esclusa NR Storia di emorragia intra-cranica, intraoculare, spinale, retroperitoneale, o intraarticolare traumatica Emorragia gastroenterica nell’anno precedente Ulcera peptica nell’anno precedente Esclusa Esclusa Esclusa Esclusa Esclusa NR Esclusa NR NR Cancro recente o radioterapia Escluso NR NR Insufficienza renale severa (FG<30 ml/min) Esclusa Esclusa Esclusa Anemia (Hb<10 g/dl) o piastrinopenia (1009 90 x10 /L Cardioversione Escluse Escluse Escluse NR Esclusa NR Indicazione all’anticoagulazione oltre alla FA Esclusa Esclusa Esclusa NR Escluse NR Aumento del rischio emorragico Chirurgia maggiore o procedura invasiva programmata Simultaneo trattamento con aspirina e tienopiridine Fibrinolisi nei 2-10 giorni precedenti NR Escluso Escluso Esclusa Esclusa NR Malattia epatica Esclusa Esclusa NR Tabella 2. Condizioni escluse negli studi clinici ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico Farmaci Amiodarone Azione Competizione con P-gp Diltiazem Competizione con P-gp e inibizione debole CYP3A4 Competizione con P-gp e inibizione CYP3A4 Dronedarone Chinidina Competizione con P-gp Verapamil Competizione con P-gp e inibizione debole CYP3A4 Competizione con P-gp e inibizione CYP3A4 Atorvastatina Claritromcina Eritromicina Rifampicina Inibitori proteasi HIV Fluconazolo Itraconazolo Ketoconazole Posaconazolo Voriconazolo Ciclosporina tacrolimus Moderata competizione con P-gp e inibizione CYP3A4 Induzione P-gp e CYP3A4 Competizione P-gp e inibizione CYP3A4 Inibizione moderata CYP3A4 Competizione importante e inibizione; CYP3A4 Competizione P-gp Dabigatran Aumento attività Nessun effetto Aumento importante attività Aumento importante attività Aumento importante attività NR Apixaban NR Edoxaban +40 % Aumento attività NR Cautela Aumento importante attività Aumento importante attività Aumento importante attività Nessun effetto Cautela, evitare se possibile Aumento importante attività Riduzione importante attività NR Aumento importante attività NR NR Nessun effetto Rivaroxaban Cautela se FG<50 ml/min Cautela se FG<50 ml/min NR Cautela se FG<50 ml/min Nessun effetto Aumento attività NR Riduzione importante attività NR NR Riduzione importante attività Aumento attività NR NR Aumento importante attività Aumento importante attività Aumento importante attività Aumento importante attività NR Aumento importante attività NR NR Naprossene Competizione P-gp Non raccomandat o NR Antiacidi Inibitori pompa protonica Idrossido di Al Carbamazepin a Fenobarbital Fentoina Erba di S. Giovanni Assorbimento GI NR Induttori P-gp E CYP3A4 Riduzione importante attività Tabella 3. Farmaci interferenti con i DOAC Aumento attività Riduzione attività Riduzione importante attività Riduzione importante attività Aumento importante attività Aumento attività NR Nessun effetto Nessun effetto Riduzione importante attività Riduzione importante attività ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico Test Utilità aPTT ratio TT Lab specialistico No No Sensibilità/specificità Cut-off per rischio emorragico No No Dipendenza dal reagente Si Si Limitata + 100 ng/ml/no Solo se Troppo sensibile negativo dTT Provata Si + 10 ng/ml/no No No ECT Limitata Si + 15 ng/ml/no Si No ECA Provata Si + 10 ng/ml/no No No dTT: Tempo di trombina diluito, ECT: Ecarin Clotting Time, ECA: Ecarin Chromogenic Assay Tabella 4. Sintesi dei test dedicati a dabigatran. Il test raccomandato è il dTT. Test PT ratio Anti-Xa dRVVT Utilità Limitata Provata Parz. provata Lab specialistico No Si Si Sensibilità/specificità + 100-500 ng/ml/no + 10 ng/ml/No + 100-200 ng/ml/no Dipendenza dal reagente Si No Si Cut-off per rischio emorragico No No No Tabella 5. Sintesi dei test coagulativi dedicati a Rivaroxaban e Apixaban. Il test raccomandato è la misurazione dell’attività anti-Xa. Da non utilizzare se una delle seguenti condizioni è affermativa: Ictus ischemico a rischio di trasformazione emorragica Ictus ischemico o emorragico nei 14 giorni precedenti CrCl* <30 mL/min Funzionalità renale: CrCl*:______ mL/min Incertezza (inaffidabilità) Compliance/Aderenza trattamento : Difficoltà logistiche al monitoraggio periodico di laboratorio: TTR ultimi 6 mesi <65% Storia di patologie maggiori GI o emorragie GI nell’ultimo anno: Concomitante utilizzo cronico di induttori/inibitori C450-CYP3A4: Concomitante utilizzo cronico di induttori/inibitori P-gp Farmaco preferito dal paziente: Decisione clinica per il paziente: Tabella 6. Check-list da utilizzare al momento della prima visita Si Si Si Si Si Si No No No No No No ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico Chirurgia ad alto rischio Urologica Sistema nervoso centrale Addominale Toracica Ortopedica Biopsia epatica Biopsia renale Litotrissia extra- corporea Ablazione con catetere per tachicardia sp lato sinistro Procedure a basso rischio Endoscopia con biopsia Biopsia prostatica e vescicale Ago-aspirato tiroideo Impianto di pace-maker o defibrillatore Angiografia non coronarica Ablazione con catetere per tachicardia sp lato destro Avulsioni dentarie multiple e chirurgia odontoiatrica Procedure senza necessità di sospensione dei DOAC Cataratta Endoscopia senza biopsia o chirurgia Chirurgia paradontale Estrazioni dentarie (singola) Biopsia osteo-midollare Chirurgia superficiale (biopsia cutanea, incisioni di ascessi) Tabella 7. Chirurgia e procedure in corso di trattamento con i DOAC ASSESSORADU DE S'IGIENE E SANIDADE E DE S'ASSISTÈNTZIA SOTZIALE ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA’ E DELL’ASSISTENZA SOCIALE Direzione Generale della Sanità Servizio qualità dei servizi e governo clinico Test aPTT ratio Utilità Limitata Lab Sensibilità/ Dipendenza dal Cut-off per rischio specialistico specificità reagente emorragico No + 100 Si No Si No No No Si No No No ng/ml/no TT Solo se No negativo dTT Provata Troppo sensibile Si + 10 ng/ml/no ECT Limitata Si + 15 ng/ml/no ECA Provata Si + 10 ng/ml/no dTT: Tempo di trombina diluito, ECT: Ecarin Clotting Time, ECA: Ecarin Chromogenic Assay Tabella 8. Sintesi dei test dedicati a dabigatran. Il test raccomandato è il dTT. Test PT ratio Utilità Limitata Lab Sensibilità/ Dipendenza dal Cut-off per rischio specialistico specificità reagente emorragico No + 100-500 Si No No No Si No ng/ml/no Anti-Xa Provata Si + 10 ng/ml/No dRVVT Parz. provata Si + 100-200 ng/ml/no Tabella 9. Sintesi dei test coagulativi dedicati a Rivaroxaban e Apixaban. Il test raccomandato è la misurazione dell’attività anti-Xa.