13/05/2014 Assorbimento dei nutrienti 1 13/05/2014 2 13/05/2014 3 13/05/2014 4 13/05/2014 5 13/05/2014 Sulfate assimilatory pathway Family of transmembrane proton sulfate coco-transporters (ST) The first step of S assimilation is the activation of the sulphate ion by ATP and the reaction is catalyzed by the enzyme ATPATP-sulphurylase (ATPS) Lewandowska and Sirko, 2008 The enzyme OAS OAS--(thiol thiol))lyase (OASTL) catalyzes the transfer of the –SH group to acetylserine, which is split into acetate and the amino acid cysteine 2 ) Fe deficiency modulates S uptake and assimilation rate Exposure of plants to low S medium • Leaf chlorosis • Decrease in biomass • Increase in root proliferation • Increase of root/shoot ratio 6 13/05/2014 Regulation of sulfate uptake and assimilation The assimilation pathway is regulated by sulfur demand. Specifically, it is repressed when reduced sulfur or thiols are available, and it is quickly activated by sulfur deficiency. Takahashi et al., 2011 The control of the S assimilatory pathway: -the step of sulfate uptake -the APS reduction -the synthesis of cysteine 2 ) Fe deficiency modulates S uptake and assimilation rate Sulfate transporters can be divided into five groups. Hawkesford M.J. (2003) Group 1 consists of high affinity, often root-expressed transporters, responsible for the uptake of sulfate from the soil. Group 2 comprises low affinity transporters expressed in vascular tissues and thus are considered to be responsible for transport of sulfate inside the plant. Group 3 is enigmatic, probably representing multiple “types” with one example being involved in modulation of the activity of the Arabidopsis Group 2 sulfate transporter Sultr2.1. Group 4 contains transporters that regulate the efflux of sulfate from the vacuole into the cytoplasm across the tonoplast. Finally, members of the Group 5 seem to be involved specifically in molybdenum transport and accumulation. 2 ) Fe deficiency modulates S uptake and assimilation rate 7 13/05/2014 8 13/05/2014 9 13/05/2014 10 13/05/2014 Assorbimento ed Assimilazione dell’azoto 11 13/05/2014 Assorbimento ed Assimilazione dell’azoto Tra i nutrienti minerali, quello assorbito in maggiori quantità dalla soluzione del terreno risulta essere l’azoto. Nei suolo ben aerati alle nostre latitudini, sebbene le piante siano capaci di assorbire sia N-NH4+ che N-NO3-, il nitrato è la forma di N maggiormente assorbita dalle radici delle piante coltivate. Nella soluzione del terreno, lo ione nitrato giunge alla superficie delle radici prevalentemente per flusso di massa, e da qui viene assorbito nel simplasto delle cellule epidermiche e corticali. Assorbimento ed Assimilazione dell’azoto * Somministrazione di 265 kg N ha-1 (sotto forma di calcio-ammonio-nitrato) il 25 febbraio ed il 25 marzo. Da Barraclough, 1989. Valori di concentrazione di NO3- nella soluzione del terreno. Dati ottenuti dall’analisi di 879 campioni di terreno (Reisenauer, 1964). 12 13/05/2014 Assorbimento ed Assimilazione dell’azoto L’assorbimento di nitrato è mediato da trasportatori ed avviene attraverso meccanismi di simporto 2H+/1NO3- Nel sistema radice-suolo, salvo situazioni particolari, l’assorbimento del nitrato da parte degli apparati radicali costituisce un processo di trasporto attivo secondario (è necessaria quindi una fonte di E per il trasporto dell’anione attraverso la membrana) che coinvolgerebbe la H+-ATPasi della membrana plasmatica L’H+-ATPasi di membrana, estrudendo H+ all’esterno delle cellule, crea un gradiente di pH ed elettrico. Il trasportatore del nitrato co-trasportando 2 o più H+ per ciascuna molecola di NO3-, garantisce l’influsso del nutriente nella cellula contro gradiente di concentrazione (≈1mM Vs 20mM) e di carica (≈ -120mV nel citoplasma). Assorbimento ed Assimilazione dell’azoto Trasporto dell’azoto I trasportatori di NO3- si caratterizzano per diversa capacità di trasporto e diversa affinità per il substrato 1. CHATS: trasportatori costitutivi ad alta affinità e bassa capacità di trasporto. Sono responsabili dell’assorbimento dell’anione a basse concentrazioni (< 1 mM). KM = 620µM; Vmax 0.3-0.82µmol g-1 h-1 2. IHATS: trasportatori inducibili ad alta affinità ed alta capacità, responsabili dell’incremento transitorio di assorbimento del nitrato KM = 20-100µM; Vmax 38µmol g-1 h-1 3. LATS: trasportatori a bassa affinità che trasportano il nitrato quando è presente a concentrazioni > 0.2 mM. Presentano cinetica lineare non saturabile a concentrazioni estremamente elevate (50 mM NO3-) Cinetiche di assorbimento del nitrato. L’nflusso è stato misurato in funzione della concentrazione esterna in radici di orzo indotte con 0.1mM di nitrato. 13 13/05/2014 I MECCANISMI DI ASSORBIMENTO DEL NITRATO Il sistema di assorbimento del nitrato è complesso Destino del nitrato assimilato 1. Efflusso dalle cellule. 2. Conservazione nel vacuolo. 3. Riduzione ad ammonio per azione di NR e NiR. 4. Traslocazione via simplasto verso lo xylema per la successiva riduzione ed assimilazione. Il nitrato, una volta all’interno della cellula radicale, può essere qui assimilato, trasportato ed accumulato nel tonoplasto (anche più di 20mM) oppure traslocato alle foglie via xilema e quindi assimilato. Nelle cellule radicali o fogliari, a livello citosolico il NO3- viene ridotto per via enzimatica (Nitrato Riduttasi) a NO2- che successivamente nei plastidi viene ulteriormente ridotto ad NH4+. 14 13/05/2014 Assimilazione del nitrato Radici (piante delle zone temperate), Germogli (piante di origine tropicale o subtropicale) Riduzione del nitrato Il nitrato come tale non viene introdotto nei composti organici, ma deve essere prima ridotto ad NH4+ attraverso un processo a due fasi NO3- + 2H+ + 2e- NR NO2- + H2O NO2- + 8H+ + 6e- NIR NH4+ + 2H2O Durante questo trasferimento di e-, lo stato di ossidazione dell’N passa da +5 a -3. Le piante riducono il nitrato ed il nitrito sia nelle radici sia nelle foglie 15 13/05/2014 Riduzione del nitrato Nitrato riduttasi (NR) Il primo passaggio nella via di assimilazione del nitrato è la sua riduzione a nitrito NADH o NADPH servono come agenti riducenti nella reazione con consumo di un protone La reazione è catalizzata dalla NR, un complesso metalloenzima che forma omodimeri e omotetrameri, ed avviene a livello citoplasmatico. La NR possiede siti di legame per il NAD(P)H e per il nitrato Tre cofattori (FAD, Fe-eme, cofattore Mo MoCo) forniscono i centri redox che facilitano la catena di reazioni di trasporto degli e-. MoCo è uno ione molibdeno complessato con la molibdopterina Ogni subunità di NR contiene 1000 aa e contiene tutti tre i cofattori. La maggior parte delle NR usano NADH, ma alcune usano anche NADPH Riduzione del nitrato Nitrato riduttasi (NR) La NR si trova nel citosol delle cellule dell’epidermide e della corteccia radicale e anche nelle cellule del fusto e del mesofillo. Catalizza il trasferimento di 2 e- dal NADPH al nitrato attraverso 3 centri redox Ogni regione funzionale della NR può essere considerata una unità indipendente, appartenente ad una distinta famiglia di proteine Regione che lega il FAD: è simile alla ferredossina-NADP+ riduttasi, famiglia delle ossidoriduttasi flaviniche Dominio centrale dell’eme, formato da 75-80 residui, è simile a quello della famiglia delle emoproteine del citocromo b5 La voluminosa regione N-terminale contenente il MoCo (360-370 amminocidi) appartiene ad una classe speciale di proteine che legano il MoCo 16 13/05/2014 Riduzione del nitrito NO2- + 8H+ + 6e- Nitrito riduttasi (NiR) NIR NH4+ + 2H2O Il passaggio successivo nella via di assimilazione del nitrato è la riduzione del nitrito ad ammonio, reazione catalizzata dalla nitrito-riduttasi (NiR), che avviene a livello dei plastidi In questa fase vengono trasferiti 6 e- e la fonte di e- è la ferridossina ridotta (Fdxrid), prodotta nei cloroplasti dal trasporto fotosintetico non ciclico degli eNei plastidi dei tessuti non fotosintetici, come le radici, il NADPH che deriva dalla via ossidativa dei pentosio fosfati riduce la ferridossina in una reazione catalizzata dalla ferredossina-NADP+ riduttasi La NiR è un monomero (60-70kDa) con due centri redox: 1) un centro eme con cluster Fe-S (4 Fe - 4S), 2) un dominio ferridossina. Regolazione: trascrizionalmente, normalmente in coordinazione con la NR Riduzione del nitrito Nitrito riduttasi (NiR) Poiché il nitrito è tossico, le cellule devono contenere sufficiente NiR per ridurre tutti il nitrito prodotto dalla NR. Le piante quindi mantengono un eccesso di attività NiR ogniqualvolta la NR è presente, inducendo l’espressione del gene NiR in risposta a lune e nitrato Donatore di elettroni Ferridossina Ridotta nella fase luminosa della fotosintesi (cloroplasti) Ridotta da NADPH proveniente dal ciclo dei pentoso fosfati plastidico nelle radici 17 13/05/2014 Alte concentrazioni di ammonio possono risultare tossiche L’ammonio dissipa il gradiente protonico transmembrana indispensabile per il trasporto degli elettroni sia della fotosintesi sia della respirazione, come nell’accumulo di metaboliti nel vacuolo I Protonofori H + Lato P A- HA A- HA Lato N H + •Sono acidi deboli organici lipofilici • La base coniugata è stabilizzata per risonanza e la solubilità nelle membrane è dovuta alla delocalizzazione della carica all’interno della molecola. • Trasportano protoni mediante un meccanismo a navetta (uniporto elettrogenico) Assimilazione dell’ammonio Vista d’insieme degli enzimi che partecipano all’assimilazione dello ione ammonio in glutammato, glutammina, aspartato e asparagina, gli a.a. che trasportano azoto nelle piante L’azoto NH4+ è organicato mediante 2 reazioni principali: 1) Glutamina sintetasi (GS) che provoca la amminazione del Glu a Gln dipendente da ATP e Mg2+ con alta affinità per NH4+ (KM = 3-5 µM). Richiede Mn2+ o Co2+, è costituita da 8 subunità identiche 2) Glutamato deidrogenasi (GDH) (coinvolta principalmente in reazioni di deamminazione degli amminoacidi) 18 13/05/2014 Reazione di GS e GoGAT Il ciclo GS/GOGAT La glutammina sintetasi (GS) catalizza l’assimilazione ATPdipendente dell’NH4+ nella glutammina, usando il glutammato come substrato. La GS funziona in un ciclo con la glutammato sintasi (glutammina-2oxoglutarato amminotransferasi, GOGAT) che catalizza il trasferimento riduttivo del gruppo ammidico dalla glutammina all’achetoglutarato, formando due molecole di γ-glutamil-P glutammmato. Le piante assimilano l’azoto inorganico nei seguenti amminoacidi di trasporto dell’azoto: glutammato, glutammina, aspartato e asparagina Questi a.a. sono usati per trasferire l’azoto dagli organi di origine ai tessuti di deposito e per costituire le riserve durante i periodi di disponibilità di azoto per l’uso successivo della crescita, nella difesa e nei processi produttivi. L’azoto assimilato nel glutammato e nella glutammina è efficientemente distribuito nel metabolismo della pianta, in quanto questi a.a. forniscono l’azoto per la biosintesi di a.a., acidi nucleici e altri composti azotati. Alternativamente, l’azoto assimilato nel glutammato e nella glutammina può essere incorporato nell’aspartato e nell’asparagina. L’aspartato è un a.a. metabolicamente reattivo che serve come donatore di azoto in numerose reazioni catalizzate da amminotransferasi; l’asparagina è metabolicamente inerte e serve soprattutto come trasportatore di azoto e composto di riserva. Glutammato, glutammina, aspartato e asparagina sono gli i principali a.a.traslocati nel floema di moltissime specie vegetali 19 13/05/2014 SINTESI DEGLI AMMINOACIDI •Organismi animali: incapaci di sintetizzare tutti gli a.a. necessari per la costruzione delle loro proteine; •Organismi vegetali: non presentano tale limitazione. •Amminoacidi essenziali: quelli che non sono sintetizzati da un determinato organismo •Amminoacidi semiessenziali: la loro velocità di sintesi non è sufficiente a rifornire un organismo Vie d’insieme della biosintesi degli a.a. nelle piante 20 13/05/2014 SINTESI DEGLI AMMINOACIDI AROMATICI Le piante superiori, attraverso le vie biosintetiche degli a.a. aromatici, producono numerosi metaboliti aromatici: •l’ormone vegetale auxina; •pigmenti (antocianine); •fitoalessine di difesa; •alcaloidi bioattivi e lignina strutturale Via biosintetica localizzata nei cloroplasti (esperimenti con 14CO2) Sintesi degli a.a. aromatici nelle piante. Oltre alle loro funzioni nelle proteine, la fenilalanina, la tirosina ed il triptofano fungono da precursori per la sintesi di numerosi metaboliti primari e secondari Assorbimento ed Assimilazione dello zolfo 21 13/05/2014 Lo S è considerato il quarto tra i nutrienti richiesti dalla pianta, dopo azoto, fosforo e potassio. La sua funzione nei vegetali è legata alla sintesi degli amminoacidi cisteina e metionina, di oligopeptidi, vitamine e cofattori e di una vasta gamma di metaboliti secondari coinvolti nella detossificazione di xenobiotici e nella risposta a vari tipi di stress ambientali In condizioni di S-carenza si verifica una serie di disturbi metabolici associati alla diminuzione della sintesi proteica, con conseguente accumulo di composti azotati nelle cellule, e la pianta presenta una velocità di crescita ridotta, che, interessando prevalentemente la parte aerea, determina la diminuzione del rapporto “radice/parte aerea” (“root/shoot”). La carenza di S provoca, inoltre, variazioni nella composizione delle proteine che presentano un minor contenuto di aminoacidi solforati. Un altro caratteristico sintomo delle piante sottoposte a S-carenza è la clorosi fogliare dovuta alla diminuzione della sintesi della clorofilla. La carenza di S si manifesta con un particolare fenotipo, caratterizzato da foglie giovani clorotiche e foglie mature verdi, dovuto alla scarsa mobilità di questo nutriente nella pianta 22 13/05/2014 Lo S inorganico è generalmente molto meno abbondante di quello organico nella maggior parte dei suoli agricoli. Lo ione solfato (SO42-) è la forma più comune di S inorganico e può essere diviso in SO42- presente nella soluzione del suolo, SO42- adsorbito e S minerale. Lo S può precipitare in forma di SO42- come calcio, magnesio o sodio solfato. Il solfato si trova anche come impurità cocristallizzata o coprecipitata con il CaCO3 ed è un’importante frazione dello S totale nei suoli calcarei. Il solfato nella soluzione del suolo si trova in equilibrio con le forme presenti nella fase solida adsorbite ai minerali argillosi ed ai sesquiossidi. La quantità di SO42- che può essere adsorbita è importante dal punto di vista della conservazione di adeguate quantità di solfato nel suolo per evitare le perdite di S per lisciviazione. Il solfato presente nel terreno può avere in parte origine atmosferica (anidride solforosa e solforica). La fonte principale di S per le piante è rappresentata dal solfato acquisito dalla soluzione del suolo per mezzo delle radici. Il principale sito di assorbimento del solfato è la regione dei peli radicali. Il trasporto del solfato dall’apoplasto attraverso la membrana plasmatica fino all’interno della cellula radicale è un processo attivo che avviene sia contro gradiente chimico, visto che la concentrazione del solfato all’interno delle cellule è da 100 a 1000 volte più alta rispetto a quella della soluzione del terreno, sia contro gradiente elettrico, essendo il solfato carico negativamente. Quindi, il trasporto del solfato avviene con un meccanismo di tipo secondario che prevede consumo di energia ricavata dall’idrolisi dell’ATP. Specifiche proteine trasportatrici presenti a livello della membrana plasmatica sono in grado di riconoscere e legare lo ione solfato e quindi di mediarne successivamente il trasporto nel citoplasma attraverso un meccanismo di simporto. Questo evento è, infatti, accompagnato dal contemporaneo rilascio di tre protoni necessari a bilanciare le cariche negative del solfato. Lo squilibrio di cariche, che si viene a creare durante il trasporto, determina una depolarizzazione della membrana che porta all’attivazione di una pompa H+ATPasica del plasmalemma, la quale riequilibra lo scompenso di cariche positive estrudendo protoni verso l’esterno della cellula. 23 13/05/2014 I trasportatori del solfato sono costituiti da una singola catena polipeptidica di circa 70-74 kDa. - gruppo 1: trasportatori ad alta affinità, quasi esclusivamente espressi nelle membrane plasmatiche delle cellule radicali; - gruppo 2: trasportatori a più bassa affinità localizzati nella membrana plasmatica dei tessuti vascolari e probabilmente coinvolti nella distribuzione tissutale del solfato; - gruppo 3: non è stato ancora del tutto caratterizzato, ma sembra essere caratteristico dei tessuti fogliari; - gruppi 4 e 5: trasportatori localizzati nella membrana del tonoplasto. Il trasporto è soggetto a meccanismi di induzione ed inibizione: carenze di solfato nel mezzo esterno possono provocare un incremento dell’attività di trasporto, a causa dell’aumentata sintesi di carriers, mentre l’accumulo di alcuni solfocomposti nella cellula, come ad esempio la cisteina od il glutatione, può inibire questo processo bloccando l’induzione della sintesi di carriers e/o stimolando una rapida demolizione degli stessi Una volta nella cellula, il solfato viene convertito in composti organici oppure viene rapidamente traslocato nel vacuolo dal quale può, in un secondo momento, essere rimobilizzato. Nelle piante superiori gli enzimi responsabili dell’assimilazione del solfato sono localizzati nei cloroplasti delle cellule delle foglie e nei proplastidi delle cellule del parenchima corticale delle radici, anche se il processo assimilativo avviene prevalentemente a livello fogliare. 24 13/05/2014 Assorbimento ed Assimilazione del solfato Le piante sono in grado di utilizzare lo zolfo inorganico, assorbito dalle radici in forma di SO42- presente nel suolo 1) Attivazione del solfato 2) Riduzione del solfato attivato a solfito 3) Riduzione del solfito a solfuro 4) Incorporazione del solfuro in cisteina Trasportatori del solfato Riduzione assimilativa del solfato Il solfato è chimicamente molto stabile e quindi per poter essere organicato deve prima essere attivato. L’attivazione di questo ione avviene attraverso una reazione fortemente endoergonica e tramite l’intervento di un enzima specifico, l’ATPsulfurilasi (ATPS), che catalizza la formazione di un composto solforato intermedio, l’APS (adenosina 5’fosfosolfato), utilizzando come substrati il solfato e l’ATP e liberando pirofosfato inorganico (PPi). Il solfato deve prima essere ridotto a solfuro, passando così dallo stato di ossidazione +6 a quello –2. In un primo passaggio il solfato viene ridotto a solfito (SO32-) nella reazione catalizzata dall’APSriduttasi (APR), in cui il donatore di elettroni potrebbe essere il glutatione (GSH). A questo punto, l’enzima solfito riduttasi (SiR) catalizza la riduzione del solfito a solfuro in una reazione in cui la ferredossina agisce da donatore di elettroni. Una volta prodotto, il solfuro viene incorporato nell’aminoacido cisteina nella reazione catalizzata dall’enzima Oacetilserina(tiol)liasi (OASTL), che porta alla formazione di cisteina ed alla liberazione di acetato e che costituisce l’ultima fase del processo di riduzione assimilativa dello S. 25 13/05/2014 La cisteina rappresenta il primo prodotto stabile del processo di riduzione del solfato ed è un elemento di grande importanza nei sistemi biologici, sia come costituente essenziale delle proteine, delle quali influenza fortemente struttura e funzione, sia come precursore di tutti gli altri composti contenenti S ridotto. La presenza del gruppo tiolico di questo aminoacido permette, infatti, la formazione reversibile di ponti disolfuro tra due residui cisteinici adiacenti in una catena polipeptidica e questo tipo di legame è importante per la stabilizzazione della struttura terziaria della proteina. Inoltre, la cisteina è il precursore dell’altro aminoacido solforato, la metionina, che riveste particolare importanza per la pianta, in quanto è sia donatore di gruppi metilici che iniziatore della sintesi proteica. Particolare importanza tra le molecole biologiche contenenti S che si formano dalla cisteina è rivestita dal glutatione, che nella pianta riveste un ruolo importante come antiossidante: in particolare nei cloroplasti, insieme all’ascorbato, è coinvolto nel meccanismo di detossificazione dei radicali tossici dell’ossigeno e del perossido d’idrogeno, come dimostrato dal rapido aumento della sua concentrazione nelle piante sottoposte a stress ossidativo. Inoltre, il glutatione è anche il precursore delle fitochelatine, che svolgono un ruolo nella risposta delle pianta alla tossicità da metalli pesanti, come ad esempio il cadmio e lo zinco. 26