Il problema degli N corpi Gestire i gradi di libertà di un sistema meccanico composto Antonella Marchesiello (Dipartimento di Matematica dell’Università Sapienza di Roma) ome si muovono i corpi nello spazio? E qual è il modello matematico che c’è dietro? Se pensiamo al nostro sistema solare, tutti sappiamo che i pianeti ruotano intorno al Sole, come afferma la prima legge di Keplero: “L’orbita descritta da un pianeta è un’ellisse, di cui il Sole occupa uno dei due fuochi”. Keplero formulò questa legge agli inizi del 1600, basandosi su dati sperimentali provenienti dalle osservazioni dell’astronomo Tycho Brahe. Cosi facendo, riuscı̀ a fornire una descrizione del moto dei pianeti, senza tuttavia spiegarne il perché. Per avere una giustificazione rigorosa, la scienza dovette attendere ancora qualche anno, fino a che Isaac Newton pose i fondamenti del calcolo differenziale e vettoriale e li utilizzò per costruire un modello matematico del moto dei pianeti. C Il problema dei due corpi Consideriamo il caso più semplice che si possa avere, ovvero il caso in cui abbiamo due soli corpi celesti in movimento e andiamo a studiare quello che si chiama il problema dei due corpi. Per fissare le idee, supponiamo che i due corpi di cui vogliamo studiare il moto siano la Terra e il Sole. Fissiamo un sistema di riferimento e indichiamo con ~xT e ~xS le posizioni di Terra e Sole, rispettivamente. La legge di gravitazione universale di Newton ci dice che il Sole esercita sulla Terra una forza di attrazione pari a Ricordando che l’accelerazione è la derivata seconda della posizione fatta rispetto al tempo, le equazioni del moto assumono questa forma: d2 ~x dt 2 T = d2 ~x dt 2 S T = − |~x Gm (~x −~xT ) −~x |3 S GmS (~x −~xT ) |~xS −~xT |3 S S T Queste equazioni possono essere risolte per quadrature, ovvero svolgendo degli integrali. Cosı̀ facendo si possono calcolare, in maniera matematicamente corretta, le orbite dei due corpi. Quello che si trova è che entrambi i corpi descrivono orbite ellittiche di cui uno dei fuochi si trova nel loro comune baricentro. Quindi in realtà nel sistema Sole-Terra il fuoco dell’orbita ellittica non è posto nel Sole. Tuttavia, la massa del Sole è molto più grande di quella Terra, precisamente la massa solare è pari a circa 300 mila volte la massa terrestre. Quindi in pratica il Sole si trova nel baricentro del sistema. Per essere più precisi, la differenza tra la posizione del baricentro ~xB e quella del Sole può essere stimata: ~xS −~xB = mT (~xS −~xT ). mS + mT Per cui, identificando il fuoco con il Sole si commette un errore percentuale dell’ordine del rapporto mT /(mS + mT ) e la prima legge di Keplero è soddisfatta solo nell’approssimazione vista. ~F = GmT mS~r r3 dove mT e mS sono rispettivamente le masse della Terra e del Sole, G è una costante, detta costante di gravitazione universale, e~r rappresenta la distanza tra i due corpi: ~r =~xS −~xT . La Terra a sua volta esercita una forza di attrazione sul Sole, che ha stessa intensità e direzione ma verso opposto rispetto a ~F. Conoscendo l’espressione delle forze che Sole e Terra esercitano l’uno sull’altra, possiamo scrivere le equazioni del moto dei due corpi utilizzando la seconda legge di Newton: b Terra Sole b Forza = massa · accelerazione. Precisamente, se indichiamo con ~aT e ~aS le accelerazioni di Terra e Sole rispettivamente, otteniamo mT ~aT = GmT mS (~x −~xT ) |~xS −~xT |3 S m ~a = S S T mS − |~Gm (~x −~xT ) x −~x |3 S S Figura 1 – La Terra descrive un’orbita ellittica intorno al Sole a causa delle forze di attrazione gravitazionale reciproche (in rosso in figura) che si esercitano sui due corpi. T accastampato num. 10, Giugno 2013 1 IL RESTO DEL NEUTRINO Il problema degli N corpi Poche righe più su abbiamo studiato il sistema Sole-Terra come se fosse isolato, cioè dimenticandoci della presenza di tutti gli altri corpi celesti presenti intorno a loro (ad esempio la Luna, tutti gli altri pianeti del sistema solare, ecc.). Cosa accadrebbe andando a considerare anche le interazioni con tutti gli altri pianeti del sistema solare, la Luna, ecc? Più in generale, come si procede nello studio del cosiddetto problema degli N corpi, con N ≥ 3? Le equazioni del moto possono essere ricavate dalla seconda legge di Newton, procedendo in maniera analoga a quanto abbiamo fatto per due soli corpi. In questo caso, però, la forza ~F che agisce su ogni singolo corpo è data dalla risultante di tutte le forze di attrazione gravitazionale dovute agli altri N − 1 corpi. Quindi le equazioni del moto hanno una struttura molto più complicata e, tranne casi molto speciali, non si è in grado di risolverle. Il punto è che più sono i corpi in movimento e più aumentano i gradi di libertà del sistema, ovvero il numero di variabili indipendenti necessarie per determinare univocamente la posizione di ciascun corpo nello spazio. Precisamente, un corpo in movimento in uno spazio tridimensionale ha, in generale, tre gradi di libertà (tre coordinate), due corpi in movimento 6 gradi di libertà e cosı̀ via. Chiaramente, più sono i gradi di libertà di un sistema e più è complicato risolvere le corrispondenti equazioni del moto. Spesso la conoscenza di integrali primi, ovvero di quantità che rimangano costanti lungo le soluzioni, come ad esempio l’energia se il sistema è conservativo, permette di ridurre i gradi di libertà e, in alcuni casi, di integrare le equazioni del moto. Il problema dei due corpi è appunto uno di questi casi fortunati, in cui si riescono a risolvere le equazioni del moto sfruttando la conservazione dell’energia, della quantità di moto e del momento angolare totale del sistema. Queste quantità si conservano anche per il problema con N ≥ 3 corpi, ma già passando da 2 a 3 corpi i gradi di libertà passano da 6 a 9: non solo le precedenti costanti non bastano più per integrare le corrispondenti equazioni del moto, ma non ce ne sono altre da poter utilizzare! Per N ≥ 3 il problema degli N corpi si dice problema non integrabile. Usare le giuste approssimazioni Su di esso è attiva un’intensa attività di ricerca, legata soprattutto alle sue molteplici applicazioni, che riguardano sı̀ lo studio del moto dei pianeti, ma anche del moto di satelliti, del monitoraggio di asteroidi potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta, ecc. Principalmente, quello che si tenta di fare è cercare di trovare una soluzione del problema in maniera approssimativa, ma matematicamente rigorosa. Ad esempio, nello studio del problema dei tre corpi, si può considerare quello che si chiama il problema dei tre corpi ristretto, in cui le equazioni del moto vengono studiate nel limite in cui una delle tre masse sia cosı̀ piccola, rispetto alle altre due, da poter essere considerata trascurabile. Il corpo di massa minore può essere allora trattato come una piccola perturbazione del moto degli altri due, detti primari. Se si scelgono velocità e posizione iniziale in modo che al tempo zero i corpi si trovino tutti sullo stesso piano, allora si può dimostrare che il moto complessivo avviene in questo piano con i due corpi di massa maggiore che ruotano intorno al loro comune baricentro. Quindi di fatto i due primari si comportano come se il terzo corpo non ci fosse. Un ragionamento analogo a questo ci permette di dire che, in un certo senso, se vogliamo determinare l’orbita della Terra (o di un qualsiasi pianeta del sistema solare) intorno al Sole possiamo trascurare la presenza di tutti gli altri corpi celesti e limitarci a considerare il sistema Sole-Terra (o Sole-pianeta). Bibliografia [1] Celletti A. e Perozzi E. Meccanica Celeste - Il valzer dei pianeti. Cuen Editrice (1996) [2] Diacu F. The Solution of the n-body Problem. In The Mathematical Intelligencer, vol. 18(3) (1996) [3] Newton I. e Pala A. Principi matematici della filosofia naturale. UTET (1965) Commenti on-line: http://www.accastampato.it/ 2013/06/problema-n-corpi/ Sull’autore Antonella Marchesiello (anto. [email protected]), laureata in Matematica presso l’Università Sapienza di Roma, ha conseguito di recente il Dottorato di Ricerca in Modelli e Metodi Matematici per la Tecnologia e la Società presso lo stesso ateneo. I suoi interessi di ricerca riguardano principalmente lo studio di problemi di dinamica galattica.