Gravità, una forza invisibile Isaac Newton: la gravità è universale La prima pietra miliare nella storia della gravitazione è rappresentata dall’inglese Isaac Newton (1643-1717). Di massima importanza fu la sua considerazione che la forza che determina il moto dei pianeti e quella che attira ogni corpo verso la Terra sono in realtà la stessa forza. E che anzi questa è una forza attrattiva che si esercita tra due qualsiasi corpi nell’Universo. Con le stesse leggi si può descrivere il moto di caduta dei corpi ed il moto dei pianeti. Le tre leggi del moto secondo Newton Newton formulò tre leggi della dinamica, due delle quali erano una generalizzazione delle osservazioni di Galileo. 1° legge: Ogni corpo rimane nello stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, fintanto che non è costretto a cambiare questo stato dall’intervento di una forza. 2° legge: La variazione di velocità nell’unità di tempo, cioè l’accelerazione, è proporzionale alla forza applicata. 3° legge: Ad ogni azione di una forza corrisponde sempre una reazione uguale, opposta in verso; le mutue azioni tra due corpi, l’uno sull’altro, in pratica, sono sempre uguali, dirette in versi opposti. Utilizziamo la nostra forza Supponete di dovere spingere un’automobile ferma, avendo ai piedi dei pattini a rotelle. Che cosa succede? Chi si muove, l’auto o voi? La legge di gravitazione universale Ogni corpo avente massa M, esistente nell’Universo, attira verso di sé ogni altro corpo, con una forza proporzionale sia alla sua massa M che a quella del corpo attirato, m. Maggiore è la massa, maggiore sarà la forza attrattiva. Questa forza diminuisce man mano che i due corpi si allontanano, e precisamente diminuisce con il quadrato della distanza r tra i due corpi. Se raddoppia la distanza tra i due corpi, la forza diviene un quarto di quella iniziale.