Dispensa Didattica 2015 - Myung-Whun Chung

FILARMONICA DELLA SCALA
Direttore
Myung-Whun Chung
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Indice
PROGETTO SCUOLA
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DISPENSA DIDATTICA 2015
La locandina
2
Scaletta della trasmissione
3
Introduzione al concerto
3
Pëtr Il’ič Čajkovskij: cronologia
7
Béla Bartók: cronologia
9
Collegamenti interdisciplinari
11
Ascolti e approfondimenti web
12
© 2015 Musicom.it S.r.l. Milano
DAL TEATRO ALLA SCALA
NEI CINEMA
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Filarmonica della Scala
Myung-Whun Chung Direttore
Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893)
Sinfonia n. 4 op. 36
I Andante sostenuto – Moderato con anima
II Andantino in modo di canzona
III Scherzo. Pizzicato ostinato – Allegro
IV Finale. Allegro con fuoco
Béla Bartók (1881-1945)
Concerto per orchestra
I Introduzione: Andante non troppo, Allegro vivace
II Gioco delle coppie: Allegretto scherzando
III Elegia: Andante non troppo
IV Intermezzo interrotto: Allegretto
V Finale: Pesante
Regia Blando Maria Melli
Editing per il cinema Pietro Tagliaferri
Introduzioni Francesco Micheli
© 2015 Musicom.it S.r.l. Milano
Regia dei contributi extra
Andrea Franceschini
Myung-Whun Chung
Direttore
2
SCALETTA
DELLA TRASMISSIONE
INTRODUZIONE
AL CONCERTO
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Presentazione
Francesco Micheli introduce
la Sinfonia n. 4 di Čajkovskij
Prima parte del concerto
Pëtr Il’ič Čajkovskij
Sinfonia n. 4 op. 36
Intervallo
Francesco Micheli introduce
il Concerto per orchestra di Bartók
Seconda parte del concerto
Béla Bartók
Concerto per orchestra
La presente guida vuole essere un supporto al lavoro
degli insegnanti nel preparare gli allievi all’ascolto di un
concerto sinfonico. L’intento non è e non può essere
quello di sostituirsi a un percorso che può essere
predisposto solo dal docente. Piuttosto si ritiene
opportuno sottolineare come la musica sia a tutti gli effetti
parte della storia e della cultura, nonostante la sua
pressoché totale esclusione dal panorama scolastico
italiano. Per questo, nelle pagine che seguono, si
segnaleranno alcuni aspetti che legano i compositori in
programma alle materie curriculari. Si tratta naturalmente
di spunti che poi il docente potrà approfondire
personalmente. Il secondo aspetto sul quale la guida
insiste è il tentativo di incuriosire i ragazzi nei confronti
della musica. Vengono perciò forniti una serie di link a
pagine web al fine di stimolare ricerche e
approfondimenti, ricorrendo allo strumento che i giovani
meglio conoscono: internet. Il raggiungimento di questi
due obiettivi sarebbe di per sé un grande successo,
dunque si è consapevolmente scelto di tralasciare
questioni tecniche propriamente musicali, che
richiederebbero altri spazi e altri tempi.
Il programma della Filarmonica della Scala propone
l’ascolto di due lavori appartenenti ai due principali
generi sinfonici (ovvero che prevedono la presenza
dell’orchestra) della storia della musica: la sinfonia e il
concerto.
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La sinfonia è un brano per orchestra articolato in diversi
movimenti (in varie parti) di carattere contrastante. Le sue
origini risalgono alla prima metà del ’700 come brano
strumentale collocato prima dell’alzata del sipario nelle
opere. Da qui la sinfonia diverrà una composizione
autonoma e vivrà un grande fioritura a Vienna a
cominciare dalla seconda metà del ’700. Haydn, Mozart,
Beethoven sono considerati i padri della sinfonia
viennese. La tradizione proseguirà per tutto l’800
raggiungendo un altro culmine nei decenni finali del
secolo e nel primo decennio di quello successivo con le
quattro sinfonie di Brahms e poi con le nove di Mahler. A
fianco della produzione viennese, la sinfonia viene
praticata anche nel resto d’Europa e in Russia. Proprio le
sei sinfonie di Čajkovskij sono fra i massimi capolavori
dell’800.
La composizione della Quarta Sinfonia di Čajkovskij
avviene tra la fine del 1876 e l’inizio del 1878. Sono anni
cruciali nella vita del compositore, anni che segnano una
profonda crisi personale e che vedono nascere anche il
suo capolavoro operistico: Eugenio Onegin. La genesi
della sinfonia si intreccia a due rapporti fondamentali con
personaggi femminili. Il primo è l’avvio del rapporto
epistolare con la baronessa von Meck, una ricca vedova
appassionata di musica, che inizia la sua corrispondenza
con Čajkovskij proprio alla fine del 1876. I due
decideranno di non incontrarsi mai, ma la von Meck
garantirà una rendita annuale al musicista che gli
consentirà di vivere senza problemi economici e di
dedicarsi alla composizione. La dedica della Quarta “al
mio migliore amico” cela proprio il legame con la von
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Meck. La seconda figura femminile è l’ex allieva Antonina
Miljukova, altra ammiratrice di Čajkovskij, che convolerà a
nozze col maestro nel 1877. Il compositore decise di
sposarla probabilmente per nascondere la propria
omosessualità alla società, ma l’esito delle nozze fu
disastroso. Dopo poche settimane Čajkovskij abbandonò
la moglie cadendo in una profonda depressione che
culminò in un tentativo di suicidio. La Quarta riflette
questo dramma esistenziale come scrisse lo stesso
Čajkovskij in una delle sue lettere alla von Meck: “Tutto
l'inverno passato ho sofferto di una terribile ipocondria: la
Sinfonia è un’eco veritiera di quello che provavo. Ma non
è più di un’eco. Già ho dimenticato molte cose di quel
periodo, ho solamente un ricordo dell’orrore e
dell’intensità di ciò che provavo”.
Si è detto che le sinfonie sono in genere costituite da
quattro movimenti di carattere contrastante. La Quarta di
Čajkovskij non si discosta da questa struttura, tuttavia
introduce alcune novità che si andavano affermando nel
corso dell’800. Per esempio, i vari movimenti, pur essendo
fra loro diversi (uno veloce, uno lento, uno in tempo di
danza, uno travolgente), iniziavano a presentare degli
elementi in comune. Nel caso della Quarta si tratta del
motivo dell’introduzione intonato da corni e fagotti. Sono
le prime note che si ascoltano. Non si tratta di un vero e
proprio tema, ma di un motto, una sorta di fanfara.
Ebbene, questo motto ritorna più volte nel corso del primo
e dell’ultimo movimento, mettendo in relazione queste
due parti della sinfonia. Nell’idea del compositore
dovrebbe rappresentare il Fato. Non a caso lo stesso
Čajkovskij sottolineò la comunanza con la Quinta Sinfonia
di Beethoven nella quale il celeberrimo primo tema è
similmente un motto che permea i vari movimenti con il
suo ritmo incisivo e che i commentatori hanno
interpretato come manifestazione musicale del destino.
Čajkovskij scrive in una lettera: “In realtà la mia opera è
una riflessione sulla Quinta Sinfonia di Beethoven; non ho
copiato i suoi contenuti musicali, ho soltanto ripreso la sua
idea centrale”.
La Russia musicale del secondo ’800 vede l’affermazione
del cosiddetto “gruppo dei 5”: Balakirev, Cui, Borodin,
Rimskij-Korsakov, Musorgskij. Cinque compositori privi di
studi accademici e dilettanti, poiché, almeno nella fase
iniziale della loro carriera, si guadagnavano il pane
facendo altri lavori. Essi intendevano rompere con la
tradizione occidentale e dedicarsi alla creazione di una
musica autenticamente russa. Il loro dilettantismo li
rendeva “vergini” alla cultura d’Occidente e dunque era
fattore indispensabile per evitare influenze. Sul versante
opposto stavano le istituzioni accademiche, come i
neonati conservatori di Mosca e Pietroburgo. Čajkovskij
studia in conservatorio e, per un certo periodo, vi insegna
anche. Inoltre compone sinfonie, concerti, musica da
camera, ouvertures, cioè pezzi che seguono le forme
della musica occidentale. Da qui nasce la sua presunta
contrapposizione ai cinque. In realtà anche Čajkovskij fu
molto attento al patrimonio culturale nazionale come
dimostrano le sue opere tratte da Puškin: Onegin,
Mazepa, La dama di picche. Anche nella produzione
strumentale i riferimenti alla musica della sua terra non
mancano. Per esempio il tema del secondo movimento
della Quarta ha il chiaro sapore di una melodia slava,
5
mentre l’ultimo movimento cita e varia una canzone
popolare russa.
La seconda tipologia di brano proposta dal programma è
un concerto. Il concerto è un pezzo che vede uno
strumento solista (in alcuni casi più d’uno) opporsi e
dialogare con l’orchestra. Di solito prevede tre movimenti
secondo l’alternanza veloce-lento-veloce. Tuttavia Bartók
scrive un concerto particolare, la cui peculiarità si
comprende già dal titolo: Concerto per orchestra. La sua
scelta è di affidare ai vari strumenti che costituiscono la
compagine orchestrale interventi solistici. Ossia il
complesso strumentale funge al contempo da orchestra
e da solista. Questo tipo di trattamento è molto evidente
nel secondo movimento, denominato Giuoco delle
coppie perché il discorso musicale è guidato dalla
successione di passaggi per coppie di strumenti a fiato:
prima due fagotti, poi due oboi, due clarinetti, due flauti e
infine due trombe. Ciò comporta una grande difficoltà
esecutiva, dato che ogni membro dell’orchestra deve
possedere un alto tasso di virtuosismo.
Il Concerto per orchestra presenta un’altra caratteristica
insolita: è infatti articolato in cinque movimenti, anziché
nei consueti tre. Bartók li dispone secondo una struttura a
lui molto cara, definibile come “forma ad arco”. Al centro
sta il movimento lento, il terzo, preceduto e seguito da
due movimenti (il secondo e il quarto) connotati dalla
brevità e dal carattere scherzoso. Agli estremi troviamo
due movimenti, primo e quinto, di andamento agogico
veloce, dalle vaste dimensioni ed entrambi scritti in forma
sonata. Insomma Bartók costruisce una sorta di
configurazione a specchio, nella quale i primi due
movimenti si riflettono negli ultimi due, mentre il terzo
tempo costituisce il fulcro.
Nel 1940 Bartók lascia la natìa Ungheria alla volta degli
Stati Uniti, seguendo la via percorsa da molti intellettuali e
artisti della sua epoca, di fronte alla minaccia nazista e al
profilarsi della guerra. Nella terra d’adozione il
compositore trascorre uno dei periodi più difficili della sua
vita, non riuscendo ad ambientarsi, andando incontro a
difficoltà economiche e ammalandosi di leucemia. Nel
1943, durante uno dei ricoveri ospedalieri dovuti alle
prime manifestazioni della malattia che lo porterà alla
tomba nel 1945, Bartók riceve la visita di Serge
Koussevitzky, uno dei più grandi direttori d’orchestra
dell’epoca. Koussevitzky gli commissiona un lavoro da
dedicare alla memoria della moglie e destinato a essere
eseguito dalla Boston Symphony Orchestra, di cui era
direttore stabile. Nascerà così il Concerto, eseguito la
prima volta il 1° dicembre 1944 a Boston. La particolarità è
che pur essendo stato concepito in condizioni tanto
difficili, la malattia e l’esilio, si caratterizza per una grande
vivacità, che esprime tutta la carica vitale del musicista.
6
CRONOLOGIA
Pëtr Il’ič Čajkovskij
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1840: Nasce a Votkinsk, sui monti Urali. Dalla madre
apprende i primi rudimenti di pianoforte.
1850: La famiglia di trasferisce a Pietroburgo. Pëtr Il’ič, che
il padre vuole destinare alla carriera di magistrato,
frequenta la scuola di Diritto.
1859: Terminati gli studi, ottiene un impiego al Ministero di
Giustizia.
1862: Deciso a dedicarsi alla sua vera vocazione,
Čajkovskij si iscrive al conservatorio e vi studia
composizione con Nikolaj Zaremba e pianoforte con
Anton Rubinštein.
1863: Lascia l’impiego al ministero e si guadagna da
vivere impartendo lezioni private di musica. Compone la
sua prima opera significativa: Ode alla gioia per soli, coro
e orchestra.
1866: Nikolaj Rubinštein lo chiama alla cattedra di
armonia del Conservatorio di Mosca, appena istituito. Nei
primi anni del soggiorno moscovita compone due sinfonie
(Sogni d’inverno op. 13 e Piccola Russia op. 17), tre opere
(Il Voivoda, L’Ondina e L’ufficiale della guardia),
l’Ouverture-fantasia Romeo e Giulietta, nonché musica
da camera.
1875: Soffre di forti depressioni nervose, connesse anche
alla sua tormentata omosessualità. Porta comunque a
termine la Sinfonia n. 3 Polacca e il Concerto per
pianoforte e orchestra n. 1.
1876: Trascorre un periodo di cura a Vichy ed assiste al
Festival di Bayreuth. Compone l’opera Il fabbro Vakula,
l’Ouverture-fantasia Francesca da Rimini e le Variazioni
rococò per violoncello e orchestra.
1877: Al ritorno in Russia sposa l’ammiratrice Antonina
Miljukova, ma l’esperienza coniugale si rivela fallimentare;
dopo poche settimane Čajkovskij lascia Antonina e si
rifugia, prostrato, a Pietroburgo. Va in scena il balletto Il
lago dei cigni.
1878: Dedica la Sinfonia n. 4 a Nadežda von Meck,
ricchissima vedova erede delle fortune di Georg von
Meck, proprietario delle prime ferrovie russe. Animata da
una febbrile passione per la musica, Nadežda sostiene
economicamente i musicisti più promettenti, tra i quali un
giovanissimo Debussy, assunto come pianista a tempo
pieno, e Čajkovskij, cui viene assicurato un assegno
annuale di 6000 rubli. Affrancato da qualsiasi assillo
economico, il compositore rinuncia all’insegnamento ed
abbina l’attività creativa a lunghi soggiorni in Europa.
Nella fitta produzione di questo periodo spicca il
Concerto per violino e orchestra op. 35. A Mosca viene
rappresentato il suo capolavoro operistico: Evgenij
Onegin.
7
1880: Intraprende un viaggio in Italia. Nascono Capriccio
italiano, Ouverture 1812 e il Concerto per pianoforte e
orchestra n. 2.
1885: Compone l’ouverture Manfred op. 58.
1888: Tiene concerti in Germania, a Parigi e a Londra.
Scrive la Sinfonia n. 5 op. 64.
1890: Al ritorno da un soggiorno a Firenze, Čajkovskij
interrompe i rapporti con
on Nadežda. Vanno in scena La
dama di picche e La bella addormentata..
1891: Compie un giro di concerti negli Stati Uniti. A New
York inaugura la Carnegie Hall. L’anno successivo
debutta in Russia Lo schiaccianoci.
1893: Il 28 ottobre, a Pietroburgo, dirige
ge la Sinfonia n. 6
Patetica che aveva definito “un requiem per me stesso”.
Čajkovskij si spegne il 6 novembre.
Pëtr Il’ič Čajkovskij
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CRONOLOGIA
Béla Bartók
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1881: Nasce a Nagyszentmiklos, paese della Transilvania
oggi appartenente alla Romania con il nome di
Sinnicolau Mare. I genitori sono entrambi insegnanti e
cultori di musica. In tenera età è affetto da una infermità
che gli limita i contatti affettivi anche con i familiari. La
malattia infantile condizionerà fortemente il suo carattere
anche da adulto.
1886: Prende dalla madre le prime lezioni di musica.
1888: La madre, rimasta vedova, si trasferisce con il figlio a
Bratislava, dove il piccolo Béla termina le scuole medie.
1892: Si esibisce per la prima volta in pubblico, suonando
un Allegro da una sonata di Beethoven e una propria
composizione intitolata Il corso del Danubio, brano che
non è giunto a noi, ma che sembra prefigurare
profeticamente il destino artistico di Bartók, così
strettamente legato allo spirito della sua terra.
1899: Si iscrive all’Accademia Nazionale di Musica di
Budapest, dove ha la possibilità di mettere in luce la sua
precoce bravura, che gli vale anche l’esonero dalle
lezioni di orchestrazione. Scopre in questo periodo, e ne è
ammirato, Liszt, Wagner e Richard Strauss, anche se
Beethoven resterà sempre il suo amore musicale
profondo.
1907: Viene nominato professore all’Accademia Musicale
di Budapest dove si era appena diplomato, e si sposa
due anni dopo con l’allieva sedicenne Marta Ziegler.
1908: Tralascia la carriera concertistica per dedicarsi alla
composizione e allo studio scientifico della musica
popolare dei paesi danubiani. Sono di questo periodo il
primo quartetto e un folto gruppo di composizioni
pianistiche tra cui il celebre Allegro barbaro.
1911: Termina l’opera in un atto Il castello del principe
Barbablù.
1915: Dal suo intenso lavoro di ricerca etnomusicologica
nascono numerosi pezzi pianistici su melodie contadine,
tra cui la raccolta Per i bambini.
1919: Nell’atmosfera torbida del dopoguerra nasce
l’allucinante balletto espressionistico Il Mandarino
meraviglioso, una delle sue composizioni più celebri.
1923: Si separa dalla moglie per sposare, ancora una
volta, un’allieva, Ditta Pasztory. Brillante pianista, induce
Bartók a riaccostarsi alla carriera solistica eseguendo le
sue musiche e contribuendo in questo modo a farle
conoscere all’estero in lunghe e numerose torunée.
Nascono così la Sonata per pianoforte, il primo (1926) e il
secondo Concerto (1931).
1928: Il suo terzo Quartetto vince un importante premio di
Philadelphia, che rappresenta la consacrazione definitiva
della sua arte sul piano internazionale.
9
1930: Inizia un periodo di splendida creatività, c
che vede la
nascita di capolavori come la Cantata profana, il
Quartetto n. 5 (1934), la Musica per archi, celesta e
percussioni (1936), il Concerto per violino (1938) e il
Divertimento per archi (1939).
1940: Circondato dall’ammirazione e dalla stima dei ssuoi
contemporanei, lascia all’avvento del nazismo l’Ungheria
stabilendosi negli Stati Uniti, dove tiene conferenze e si
dedica al concertismo e all’insegnamento, senza riuscire
peraltro a inserirsi interamente in questo paese a lui
estraneo.
1943: Compone,, su commissione della Fondazione
Koussevitzky, il Concerto per orchestra.
1945: Nell’ultimo anno della sua vita termina il Concerto
per pianoforte n. 3 e inizia a lavorare al Concerto per
viola, lasciato incompiuto. Muore a New York il 26
settembre.
Béla Bartók
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COLLEGAMENTI
INTERDISCIPLINARI
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Letteratura: Čajkovskij e Puškin
Čajkovskij fu un grandissimo compositore in tutti i generi
musicali: sinfonico, da camera, teatrale. Se oggi è
conosciuto al grande pubblico per i suoi balletti, le
sinfonie, i concerti per pianoforte e per violino, fu anche
uno dei massimi operisti della storia della musica. Ben tre
dei suoi capolavori sono tratti da testi di uno dei più
importanti scrittori russi dell’800: Aleksandr Sergeevič
Puškin. Le opere in questione sono Eugenio Onegin (1879),
Mazeppa (1884) e La dama di picche (1890), i cui libretti
derivano rispettivamente dal romanzo Eugenio Onegin,
dal poema Poltava e dal racconto La dama di picche.
Questo dimostra quanto il compositore fosse legato alla
cultura della sua terra, nonostante venisse accusato di
avere tendenze filo-occidentali.
Approfondimenti
http://goo.gl/MbqCfE
http://goo.gl/VCjrvL
http://goo.gl/rm0FDH
http://goo.gl/OXOn55
Storia: Čajkovskij e l’omosessualità
Nel 2013 sul giornale inglese “The Guardian” è apparso un
articolo nel quale il ministro della cultura russo negava
l’omosessualità di Čajkovskij. Se ancora ai nostri giorni la
vicenda crea imbarazzo in una nazione dove le libertà
personali sono limitate, possiamo ben immaginare quali
problemi il compositore dovesse affrontare nella Russia
dell’800. In effetti, proprio nel periodo in cui concepì la
Sinfonia n. 4 si sposò con una ex allieva per celare le
proprie inclinazioni sessuali. E il matrimonio si risolse,
comprensibilmente, in un fallimento che portò l’artista a
una profonda crisi depressiva. Alla questione della sua
omosessualità si lega addirittura la causa della morte,
occorsa nel 1893. Ad oggi non possiamo stabilire le
ragioni che portarono al decesso: fra le ipotesi la
contrazione del colera, ma anche il suicidio imposto dallo
zar o da un gran giurì, a causa di una relazione che il
musicista intratteneva con un giovane aristocratico.
Approfondimenti
http://goo.gl/OeXnSJ
http://goo.gl/hYyoZY
http://goo.gl/exSfwK
Storia: Bartók, il nazismo e l’emigrazione degli intellettuali
negli USA
Bartók emigrò negli Stati Uniti nel 1940. In seguito
all’avvento del nazismo, da lui sempre aborrito, comprese
che non gli era più possibile continuare a lavorare e
vivere nella sua Ungheria. Il compositore andò dunque a
infoltire la lunga lista di artisti e intellettuali che in quegli
anni lasciarono l’Europa alla volta del Nuovo Mondo. Fra
essi troviamo nomi come Albert Einstein, Igor Stravinskij,
Arnold Schönberg, Enrico Fermi, Thomas Mann, Bertold
Brecht…
Approfondimenti
http://goo.gl/Qd1sig
http://goo.gl/IBDyd2
http://goo.gl/FTTgat
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ASCOLTI E
APPROFONDIMENTI WEB
----------------------------------1. È possibile ascoltare i brani in programma ai seguenti
link:
7. La storia di Čajkovskij, cortometraggio, Walt Disney
(in inglese; in 2 parti)
http://goo.gl/gGISWt
http://goo.gl/Fp3jbP
8. Sito web dedicato a Béla Bartók
(in inglese) http://goo.gl/Pa3grg
Pëtr Il’ič Čajkovskij, Sinfonia n. 4 op. 36
http://goo.gl/E6Ije9
Béla Bartók, Concerto per orchestra
http://goo.gl/Soa46W
2. Guida all’ascolto della Sinfonia n. 4 di Čajkovskij
http://goo.gl/Soa46W
9. Myung-Whun Chung parla della sua idea di musica
http://goo.gl/LJ3dOb
http://goo.gl/yvAGDU
http://goo.gl/Ba3lAZ
http://goo.gl/P0DcSr
10. Sito della Filarmonica della Scala
http://www.filarmonica.it/
3. Guida all’ascolto del Concerto per orchestra di Bartók
http://goo.gl/yNwkEL
4. Sito web dedicato a Pëtr Il’ič Čajkovskij
(in inglese) http://goo.gl/qVnoez
5. Discovering Tchaikovsky, documentario, BBC
(in inglese; in 7 parti)
http://goo.gl/w7CXH6
http://goo.gl/1eP6Gk
http://goo.gl/EcS6vI
http://goo.gl/Olir4Q
http://goo.gl/FNzdTo
http://goo.gl/FQKJ3i
http://goo.gl/xHPKS1
6. Great Composers: Tchaikovsky, documentario, BBC
(in inglese) http://goo.gl/Rj1KOp
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