Ingegneria genetica - Istituto Comprensivo Lari

L'INGEGNERIA GENETICA
E'
LA SCIENZA CHE SI OCCUPA DELLA MANIPOLAZIONE DEL DNA, CREANDO NUOVE
VARIETÀ DI ANIMALI O VEGETALI. SI È RIUSCITI A SPEZZARE IN FRAMMENTI MOLECOLE
DI DNA APPARTENENTI A SPECIE DIVERSE E A COMBINARE POI TRA LORO QUESTI
FRAMMENTI, GENERANDO CELLULE "NUOVE" CHE NON ESISTONO IN NATURA. IL PRIMO
SUCCESSO OTTENUTO DA QUESTA SCIENZA HA RIGUARDATO L'INSULINA. L'INSULINA È
UN ORMONE PRODOTTO DAL PANCREAS, CHE REGOLA LA ASSIMILAZIONE DEGLI
ZUCCHERI NEL NOSTRO ORGANISMO.
NELLE
PERSONE AFFETTE DA DIABETE, IL PANCREAS PRODUCE UNA QUANTITÀ
INSUFFICIENTE DI INSULINA: A QUESTA CARENZA SI SUPPLISCE SOMMINISTRANDO AL
PAZIENTE QUESTO ORMONE ATTRAVERSO INIEZIONI. UN TEMPO, L'INSULINA NECESSARIA
PER CURARE I DIABETICI, VENIVA ESTRATTA DAL PANCREAS DI ANIMALI O VENIVA
PRODOTTA CON COSTOSI PROCEDIMENTI CHIMICI. OGGI ESSA VIENE OTTENUTA A COSTI
BASSI USANDO LE TECNICHE DELL'INGEGNERIA GENETICA.
SI
È RIUSCITI AD ISOLARE IL GENE CHE STIMOLA LE CELLULE DEL PANCREAS A
PRODURRE INSULINA E A TRAPIANTARLO NEL DNA DI ALCUNI BATTERI,
TRASFORMANDOLI
IN
"FABBRICATORI"
DI
INSULINA.
DALLE
COLTURE
DI
QUESTI
BATTERI SI ESTRAE IL
PREZIOSO ORMONE.
ANCHE
L'INTERFERONE,
SOSTANZA IMPORTANTE
PER LA CURA DI GRAVI
INFEZIONI VIRALI E DEI
TUMORI, VIENE FATTO PRODURRE DA UN BATTERIO, L'ESCHERICHIA COLI.
LE BIOTECNOLOGIE E GLI OGM
CHE, GRAZIE
GENETICA,
UTILIZZANO ORGANISMI VIVENTI
MODIFICATI PER UTILIZZARLI PER
PARTICOLARI SCOPI.
OGGI SI PUÒ FAR DIVENTARE UNA
PIANTA
RESISTENTE
A
UN
PARASSITA PER EVITARE DI USARE
SONO LE TECNICHE
ALL'INGEGNERIA
L'INSETTICIDA OPPURE SI PUÒ RENDERE LA PIANTA RESISTENTE A QUEL DISERBANTE IN
MODO DA USARNE IN GRANDE QUANTITÀ SENZA INTACCARE LA PIANTA.
E QUESTI SONO I CASI DEL MAIS E DELLA SOIA MODIFICATI GENETICAMENTE (OGM).
IL MAIS TRANSGENICO È UN MAIS NEL CUI DNA È STATO INTRODOTTO UN GENE
OTTENUTO DA UN BATTERIO CHE RENDE LA PIANTA PIÙ RESISTENTE A PARASSITI E A
ERBICIDI. MAIS E SOIA TRANSGENICI SONO STATI
IMPORTATI DAGLI STATI UNITI E SONO
COMMERCIALIZZATI ANCHE IN EUROPA.
NEL
CASO DEGLI ANIMALI ESSI POSSONO
DIVENTARE UNA "MACCHINA" PER PRODURRE
LATTE E CARNE IN QUANTITÀ SEMPRE MAGGIORI
O ADDIRITTURA SI PUÒ FAR PRODURRE
ALL'ANIMALE UN LATTE CHE CONTENGA ANCHE
FARMACI COME L'ORMONE DELLA CRESCITA.
I
VEGETALI MODIFICATI GENETICAMENTE SONO DIVENTATI NUMEROSI, IN GENERALE
QUELLI AUTORIZZATI SONO COLTIVATI IN AMBIENTI CHIUSI O IN CAMPO APERTO MA CON
BARRIERE CHE IMPEDISCONO IL CONTATTO CON LE PIANTE NATURALI.
UN
PROBLEMA POSTO DALL'USO DELLE BIOTECNOLOGIE È L'INTRODUZIONE
NELL'AMBIENTE DI INDIVIDUI CON CARATTERI GENETICI CHE NON ESISTEVANO
PRIMA. IN OGNI MOMENTO È POSSIBILE CHE LA PIANTA MODIFICATA SI INCROCI CON
PIANTE SPONTANEE O COLTIVATE DELLO STESSO TIPO E DIFFONDA UN CARATTERE CHE
POTREBBE AVERE CONSEGUENZE NEGATIVE.
INOLTRE
LA RESISTENZA A UN CERTO PARASSITA POTREBBE FAR SI CHE QUESTA
PIANTA SI TROVI SENZA PIÙ CONTROLLO E DIVENTI INFESTANTE.
UN
ALTRO PROBLEMA È QUELLO DELLA RIDUZIONE DELLA BIODIVERSITÀ: SE ALCUNE
PIANTE MODIFICATE DIVENTERANNO PARTICOLARMENTE CONVENIENTI DAL PUNTO DI
VISTA ECONOMICO, SI ASSISTERÀ A UNA PROGRESSIVA RIDUZIONE DELLA VARIETÀ DI
PIANTE.
INOLTRE
QUANDO SI MODIFICA UN PRODOTTO ALIMENTARE, QUESTO PUÒ PROVOCARE
ALLERGIE E INTOSSICAZIONI CHE MAGARI NON VEDIAMO IMMEDIATAMENTE MA CHE
POSSONO PRODURRE EFFETTI A DISTANZA DI TEMPO.
ALCUNI
SOSTENGONO CHE UN UTILIZZO MASSICCIO DI VEGETALI MODIFICATI POTREBBE
RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA FAME NEL TERZO MONDO: OGGI PERÒ IL CIBO SAREBBE
SUFFICIENTE PER TUTTI, SOLO CHE FOSSE DISTRIBUITO DIVERSAMENTE.
ANCHE
PER I PAESI INDUSTRIALIZZATI SI PROFILA UN CIBO PEGGIORE, AD ES. C'È UN
POMODORO CHE NON MARCISCE PERCHÉ È STATO MODIFICATO IN MODO CHE LE PARETI
DELLE SUE CELLULE SI DECOMPONGANO PIÙ LENTAMENTE. TUTTAVIA GLI ALTRI
PROCESSI DI INVECCHIAMENTO CELLULARE, COME LA DECOMPOSIZIONE DELLE
VITAMINE PROCEDONO ALLA VELOCITÀ NORMALE: IL RISULTATO È UN POMODORO CHE
MANTIENE A LUNGO IL SUO ASPETTO SUGLI SCAFFALI DEL SUPERMERCATO MA IL CUI VALORE
NUTRITIVO È MOLTO RIDOTTO.
LE BIOTECNOLOGIE SONO IN MANO ALLE GRANDI MULTINAZIONALI COME LA
MONSANTO CHE DETENGONO I BREVETTI DEGLI OGM E IL GIRO ECONOMICO È MOLTO
GRANDE. I BREVETTI HANNO UNA DURATA DI 20 ANNI E RIGUARDANO QUINDI LE
GENERAZIONI FUTURE DI PIANTE E ANIMALI.
CHI
ACQUISTA
UNA
GALLINA
GENETICAMENTE
MODIFICATA DA UNA CERTA INDUSTRIA BIOTECNOLOGICA
È OBBLIGATO A PAGARE I DIRITTI SU OGNI PULCINO CHE
DISCENDA DA QUELLA GALLINA PER I SUCCESSIVI 20
ANNI. LE INDUSTRIE DEL BIOTECH PRETENDONO ANCHE IL
DIRITTO DI BREVETTO NON SOLO SUGLI OGM MA ANCHE
SUI GENI PARTICOLARI DA LORO SCOPERTI.
UN
ES. È QUELLO DI UN GENE RISCONTRATO IN ALCUNI
INDIVIDUI DI LIMONE DEL GARDA CHE PREVIENE RISCHI
DI MALATTIE CARDIO-CIRCOLATORIE ANCHE IN PRESENZA DI ALTE CONCENTRAZIONI DI
COLESTEROLO. ESSENDO PERÒ STATO SCOPERTO IN UN ITALIANO RECATOSI NEGLI USA,
GLI AMERICANI LO HANNO STUDIATO E BREVETTATO. ADESSO LA POPOLAZIONE DI
LIMONE CHE POSSIEDE QUEI GENI PER EREDITÀ BIOLOGICA, NON LI POSSIEDE
GIURIDICAMENTE, LI POSSIEDE, PER COSÌ DIRE PER USO PERSONALE, MA SE LI VOLESSE
REGALARE A QUALCUNO NON POTREBBE IN QUANTO COPERTI DAL BREVETTO.
LE GRANDI MULTINAZIONALI CERCANO DI UTILIZZARE I GENI DETENUTI DAI PAESI IN VIA
DI SVILUPPO (È QUI LA MAGGIOR PARTE DELLA VARIABILITÀ GENETICA DELLE PIANTE, IL
COSIDDETTO GERMOPLASMA) PER UTILIZZARLI NELLA PRODUZIONE DI POCHE VARIETÀ
TRANSGENICHE CHE RIVENDERANNO LORO A CARO PREZZO. C'È QUINDI IL RISCHIO DI
UN RITORNO AL COLONIALISMO. IL CONTADINO CHE COLTIVERÀ PIANTE O ALLEVERÀ
ANIMALI MODIFICATI, NON SARÀ PIÙ PROPRIETARIO DEL RISULTATO DEL SUO LAVORO,
POTRÀ DISPORRE LIBERAMENTE DELLA PARTE DI RACCOLTO CHE SERVIRÀ PER IL SUO
USO PERSONALE, MA NON POTRÀ DISPORRE DEI SEMI DELLA PIANTA PER PIANTARLI. E'
LA MULTINAZIONALE CHE IMPONE LE REGOLE IN QUANTO DETENTRICE DEL BREVETTO.
LA MONSANTO
HA ANCORA BREVETTATO UNA FRAGOLA CHE
RESISTE AL FREDDO GRAZIE AD UN GENE PRELEVATO DA UN
PESCE CHE VIVE NELLE REGIONI ARTICHE, API CHE NON PUNGONO
E PRODUCONO PIÙ MIELE, PIANTE RESISTENTI ALLA
SALINITÀ….ECC. SONO GIÀ PRONTI INVECE NUMEROSI ALTRI VEGETALI TRANSGENICI
COME OLIVI, BARBABIETOLE, UVA ECC.
DA APRILE DEL 2000 UNA APPOSITA ETICHETTA DOVREBBE INFORMARE I CONSUMATORI
SE IL PRODOTTO COMPERATO CONTIENE OGM IN QUANTITÀ SUPERIORE ALL'1%. PER ORA,
UN REGOLAMENTO EUROPEO PREVEDE L'OBBLIGO DI SEGNALARE LA PRESENZA DI SOIA O
MAIS MODIFICATI MA TALE OBBLIGO È ESCLUSO PER I LORO DERIVATI COME GLI AMIDI,
GLI OLI ECC. CHE SONO PRESENTI IN MOLTISSIMI CIBI CONFEZIONATI, DALLE MERENDINE
AI SURGELATI.
OCCORREREBBE UNA ETICHETTATURA CHE RENDESSE CHIARO NON
SOLO IL CONTENUTO DEL PRODOTTO MA ANCHE COME I VARI
COMPONENTI SONO STATI COLTIVATI E TRASFORMATI. ANCHE SE È
VERO CHE LA LECITINA DI SOIA MODIFICATA NON È DIVERSA DA
QUELLA NON MODIFICATA, È COMUNQUE GIUSTO CHE IL
CONSUMATORE LO SAPPIA E ABBIA IL DIRITTO DI SCEGLIERE. MA IL
PROBLEMA È ANCHE PIÙ AMPIO PERCHÉ ATTUALMENTE NON È
L'UOMO A MANGIARE GRAN PARTE DELLA SOIA MODIFICATA, MA GLI ANIMALI CHE A
LORO VOLTA NOI MANGIAMO. OVVIAMENTE NON C'È L'ETICHETTA NELLA CARNE O
NELLE UOVA CHE INDICHI COSA HANNO MANGIATO GLI ANIMALI.