PETFOOD Quasi umani. La comunicazione petfood

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martedì 31 maggio 2016
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media, web & digital, pubblicità, design
PETFOOD
PAG. 13
ITALIA, USA, AUSTRALIA, SPAGNA
RICERCHE, DIGITAL, VIDEO
Quasi umani. La comunicazione petfood spinge
sull'umanizzazione degli animali attraverso l’IoT
Il mercato degli alimenti e accessori per animali domestici è in crescita e sta iniziando a sperimentare modi alternativi di comunicare, oltre lo spot e la distribuzione dei campioni di cibo, mettendo gli
ultimi ritrovati in fatto di internet delle cose al servizio della relazione emotiva tra persone e pet
Pressoché ovunque nel mondo il mercato di alimenti e accessori per animali non smette di crescere. In Italia è uscito
pochi giorni fa il rapporto Assalco – Zoomark 2016 che segnala come il mercato abbia registrato nel 2015 un giro d’affari di 1.914 milioni di euro e un totale di 551.200 tonnellate
commercializzate di prodotti per l’alimentazione per cani e
gatti, con una crescita a valore del 4,1% e a volume dello
0,9%. Anche negli altri paesi europei la crescita del settore
del pet care è confermata, con un +1% a valore rispetto allo
stesso periodo del 2014. Sia in fatto di alimenti che di accessori, il rapporto sottolinea come nell'acquisto i proprietari
tengano conto delle preferenze dei loro animali e di come
gli accessori rappresentino l’inclusione in famiglia e il legame di affetto e cura nei confronti dei pet: vengono scelti
in modo mirato e devono rispettare alti standard qualitativi
Temptations 'Catterbox', adam&eveDDB + ACNE
Pedigree ‘The Posting Tail’, Saatchi & Saatchi Madrid
al giusto prezzo, anche se questo non risulta sempre essere
il principale fattore di influenza sulle decisioni di acquisto.
Non stupisce che recenti esempi di comunicazione petfood
abbiamo esploso il concetto di umanizzazione, sottolineato
anche oltreoceano dal rapporto U.S. Pet Market Outlook
2016-2017 con la crescita delle linee premium, gourmet, a
base di ingredienti bio o funzionali, o addirittura di sfizi
come dolcetti sempre più simili, non solo nel nome, a cibo
per umani. Dall'Australia alla Spagna, dagli USA alla Russia,
ecco emergere negli ultimi due mesi progetti di comunicazione
che stanno archiviando migliaia se non milioni di views e che
sfruttano la tecnologia dell'Internet of Things per accentuare il
grado di umanizzazione degli animali: abbiamo infatti il cane
che 'posta' like su Facebook quando scodinzola, il collare che
traduce i 'miao' in linguaggio umano e un esperimento che registra i dati biometrici di cane e uomo e quantifica come il beneficio emotivo si estende a quello fisico. C’è anche, e
scommettiamo che in giro ci sono altri casi, lo zerbino ideato
da BBDO Mosca per Cesar che manda un messaggio sullo
smartphone del padrone ogni volta che il cane ci sale sopra,
segno che lo sta aspettando con ansia dietro la porta di casa.
Gadget, potremmo concludere, o tecnologia fine a sé stessa.
Ma trend e dati di vendita sono lì a confermare l’umanizzazione
incalzante dell’amico a quattro zampe.
SCARICA IL RAPPORTO ASSALCO-ZOOMARK 2016
Pedigree #HeartsAligned, Clemenger BBDO Australia
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