Via Monte Pasubio, 13 -11100 Aosta Tel. 0165/230450 _____________________ E-mail: [email protected] - Presidente: E. Calchera, - Vice Presidente: G. Cazzadore, - Segretario: A. Masiero, - Consiglieri: F. Martini, B. Saudino Orlandoni, M. Truddaiu, - Tesoriere: D. Lupi. - Probiviri: M. Bionaz, G. Fedi, G. Ronzani. - Incontri mensili Rimangono fissi gli appuntamenti presso la nostra sede il primo e il terzo giovedì di ogni mese. propria forma di guerra e la loro rivalità divenne assoluta. Tale contrasto derivò in primo luogo dall’antagonismo geopolitico in Europa, dove gli USA temevano la diffusione del ! " di Abbate Paola e Truddaiu Matteo modello sovietico e, in secondo luogo, dalla competizione ideologica tra il modello democratico e liberale statunitense ed il modello comunista sovietico, tra capitalismo occidentale da una parte e sistema autarchico-dirigista dall’altra. Nelle prime ore del 13 agosto del 1961 le unità armate della Germania dell'est Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica si fecero portatori di valori incompatibili ed interruppero tutti i collegamenti tra Berlino Est e Berlino Ovest, iniziando a costruire un universali: tra le due potenze mancò sempre il riconoscimento autentico della legittimità Muro invalicabile che attraversava tutta la città, dividendo le famiglie in due e tagliando reciproca, mancarono sia il dialogo che il confronto.Tuttavia la guerra tra i due paesi la strada tra casa e posto di lavoro, scuola e università. Non solo a Berlino ma in tutta la rimase sempre “fredda”, rimase, in altre parole, una “non-guerra”1. Germania il confine tra Est ed Ovest divenne una trappola mortale. A differenza dei conflitti precedenti, questo non fu mai risolto militarmente. Ciò accadde Per comprendere le ragioni dell'annoso conflitto tra potenze occidentali e Unione perché l’avvento di strumenti di distruzione di massa come le armi nucleari, resero Sovietica e per capire il ruolo strategico svolto dalla città di Berlino in tale conflitto, inapplicabili le risoluzioni di tipo militare, dal momento che occorre necessariamente considerare ciò che accadde a partire dalla fine del secondo distruzione del pianeta. Il conflitto venne perciò combattuto con armi diverse da quelle conflitto mondiale, nel 1945, a partire dalla spartizione della Germania sconfitta in zone tradizionali. Fu uno scontro ideologico nel quale i due contendenti tentarono di di influenza, per continuare con la successiva divisione della nazione tedesca in due stati conquistare il favore dei cittadini, ma anche il rispetto e l’appoggio di un’opinione separati: la Repubblica Federale Tedesca, sotto il controllo del blocco occidentale, e la pubblica sempre più globale. Repubblica Democratica Tedesca, sotto l’influenza dell’Unione Sovietica. Vi furono, nel dopoguerra, numerose guerre locali, scontri le cui conseguenze vennero Occorre altresì esaminare con estrema attenzione le caratteristiche di quella che fu rese più drammatiche dal continuo intervento, sia diretto che indiretto, di USA e URSS. definita, grazie ad una metafora divenuta presto celebre del giornalista americano Walter L’approccio universalista delle due potenze e il reciproco timore che l’avversario potesse Lippmann, la “Guerra Fredda”. Il simbolo di tale guerra non convenzionale fu la in qualche modo acquisire vantaggio, indussero Stati Uniti ed Unione Sovietica ad costruzione del Muro di Berlino, tetro simbolo di un mondo diviso a metà. omologare le situazioni locali all’antagonismo bipolare che li vedeva protagonisti. La Germania, e la città di Berlino in particolare, fece le spese di questo conflitto, Per quanto riguarda la periodizzazione della Guerra Fredda, essa è ancora oggetto di viva nessuno auspicava la assistendo impotente ad una divisione che separava genitori da figli, fratelli da sorelle, discussione tra gli storici. Lo schema classico2 (seguito, tra gli altri, da Del Pero, 2001) casa da luogo di lavoro. Le ragioni che condussero alla decisione di costruire il Muro colloca la Guerra Fredda tra la fine della Seconda guerra mondiale (1945) e la furono molteplici; qui di seguito si tenterà di ricostruirle. dissoluzione dell’Unione Sovietica (1991). Secondo tale schema, la Guerra Fredda finì Con il termine “Guerra Fredda” viene comunemente definito l’antagonismo tra Unione sovietica e Stati Uniti sorto dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Dopo il 1945, infatti, i rapporti tra le due superpotenze si inasprirono a tal punto da divenire una vera e 2 1 3 M. Del Pero, La Guerra Fredda, Carocci editore, Roma 2001, p. 7. Ivi, p. 8. quando uno dei due antagonisti si cedette e si disgregò. Alla fine dell’URSS corrispose comunismo) non valsero mai a spiegare l’intero spettro delle vicende internazionali, se anche la fine di quella sfida ideologica, politica ed economica che essa incarnava. non, come ben evidenzia Del Pero, “al prezzo di rigide forzature e semplificazioni”5. Nell’arco di quarantacinque anni vi furono, tuttavia, alcuni momenti di svolta decisivi, Uno dei più importanti terreni di scontro tra le due superpotenze fu, tuttavia, la questione che produssero radicali cambiamenti nella natura dell’antagonismo. In particolare, la della Germania. risoluzione di alcune crisi scoppiate tra le due superpotenze all’inizio degli anni sessanta, Nel settembre del 1944 Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica, ai quali si come vedremo meglio in seguito, determinò una decisiva ridefinizione degli equilibri aggiunse più tardi anche la Francia, concordarono il principio dell'occupazione congiunta internazionali ed una stabilizzazione dello status quo in Europa, che segnò l’avvio di un della Germania: a ciascuna potenza sarebbe toccata una zona di occupazione. La capitale dialogo e di un confronto tra USA e URSS. Una prima Guerra Fredda, come ricorda Del del Reich, Berlino, sarebbe stata sottoposta ad una speciale amministrazione congiunta Pero, “terminò a quella data, quando le due superpotenze si riconobbero una legittimità delle forze alleate. Ribadito alla conferenza di Yalta, questo principio fu confermato alla reciproca che fino ad allora era mancata e ratificarono un importante accordo che bandì Conferenza di Potsdam (luglio-agosto 1945), che affrontò per la prima volta il problema 3 gli esperimenti nucleari nell’atmosfera” . tedesco dopo la sconfitta. I confini della Guerra Fredda non corrispondono, a loro volta, all’intero periodo che va A Potsdam fu stabilito anche, nei limiti del possibile, la necessità di un trattamento dal 1945 al 1991, poiché “Guerra Fredda”, nota Del Pero, non è un sinonimo di secondo unitario della popolazione tedesca e del mantenimento dell'unità economica della dopoguerra; non è, in altre parole, tutto ciò che accadde dalla fine della Seconda guerra Germania sotto la sorveglianza di un Consiglio di controllo alleato, che avrebbe avuto 4 mondiale alla dissoluzione dell’URSS . anche il compito di presiedere al disarmo, alla liquidazione definitiva del regime nazista, Il bipolarismo del 1945 fu, in larga misura, artificioso. In alcuni campi, come, ad alla punizione dei criminali di guerra e alla ricostruzione politica del Paese. esempio, quello economico, esso si trasformò ben presto in una situazione multipolare; L'accordo confermava altresì l'indipendenza dell'Austria, il ritorno dei Sudeti alla ciò è chiaramente evidenziato dalla crescita economica dei paesi dell’Europa occidentale Cecoslovacchia, l'arretramento all'Oder-Neisse del confine orientale tedesco; la Prussia e del Giappone. orientale veniva assegnata in parte all'Unione Sovietica e in parte alla Polonia. La Nello stesso tempo, alcuni processi che caratterizzarono il dopoguerra, come Francia, dal canto suo, occupava la Saar. l’integrazione economica dell’Europa e la diffusione del modello di stato-nazione Riguardo alla politica interna la Germania, cessate le ostilità, si ritrovò senza un governo europeo, pur essendo fortemente condizionati dal perdurare della Guerra Fredda, furono e senza un potere centrale. Ma fin da giugno, prima ancora dell'accordo di Potsdam, le espressione di fenomeni storici di lungo periodo, come il processo di decolonizzazione, potenze occupanti (Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica) crearono indipendenti dal braccio di ferro tra le due superpotenze. Ciò conferma che le categorie governi di occupazione militare, presieduti dai rispettivi comandanti in capo e divisero la dicotomiche della Guerra Fredda (USA-URSS, Occidente-Oriente, capitalismo- Germania i quattro settori. 4 5 Ivi, p. 9. Ibidem. 6 Ibidem. 3 L'Unione Sovietica occupava la zona orientale fino alla linea Lubecca-Eisenach; gli Stati Uniti tenevano il Sud-Ovest; la Gran Bretagna era insediata nel Nord-Ovest; la Francia, infine, arrivava sulla sinistra del Reno fino a Bonn e sulla destra fino a Colonia, nella Selva nera, e controllava anche Costanza e Ulma. Tuttavia, gli incipienti contrasti politici tra gli Alleati portarono in breve alla paralisi del meccanismo di occupazione congiunta, rafforzando ulteriormente la divisione già Fig.2 (Governo alleato della Germania occidentale. 1 reichspfennig, 1945) implicita nella spartizione per zone. I contrasti politico ideologici tra i due blocchi di potenze si tradussero ben presto nell'isolamento sempre più accentuato della zona La capitale, Berlino, che si trovava all’interno dell’area sovietica, era a sua volta divisa in sovietica da una parte e delle zone occidentali dall'altra. quattro zone. Essendo divenuto praticamente impossibile trovare punti di intesa coi sovietici, all’inizio del 1947 la zona britannica, nella quale era concentrato il potenziale industriale della Ruhr, si univa a quella statunitense; l'entrata in vigore del Piano Marshall (giugno 1947) costituì dunque l'elemento determinante della rinascita economica della Germania occidentale. Tale rinascita prese definitivo impulso dalla riforma monetaria del giugno 1948. Il diverso indirizzo della ricostruzione economica nelle due parti della Germania sottolineava il processo di divisione del paese, che attraversò momenti altamente drammatici come quello del blocco sovietico di Berlino (giugno 1948 - maggio Fig. 1 (Governo alleato della Germania occidentale. 10 reichspfennig, 1946) Il Governo d’occupazione degli alleati (1945-1949) Le autorità d’occupazione gestirono la politica economica tedesca dopo la caduta del nazismo con il risultato di un netto disastro. Infatti senza sostanziali riforme la pesante inflazione e le speculazioni non avrebbero mai permesso alla Germania di risollevarsi economicamente e socialmente. 1949). Messo di fronte alla prospettiva di una rinascita imminente di un forte Stato tedesco integrato nel blocco occidentale, Stalin reagì con la prova di forza del blocco di Berlino, nel giugno del 1948. L’Unione Sovietica chiuse infatti gli accessi alla città impedendo che arrivassero i rifornimenti. Tutto ciò nella speranza che gli occidentali abbandonassero al più presto la zona ovest da loro occupata. Fu uno dei momenti di maggior tensione della Guerra Fredda e l’Europa apparve di nuovo sull’orlo del conflitto. Tuttavia, la crisi si risolse senza alcuno scontro militare, grazie al grande ponte aereo organizzato dagli americani per rifornire al città. Il ponte continuò a funzionare fino a quando, nel 1949, l’Unione Sovietica decise di togliere il blocco, rivelatosi assolutamente inefficace. Contemporaneamente vennero unificate tutte e tre le zone occidentali della Germania e fu convocato, il primo settembre 1948, un Consiglio parlamentare con il compito di redigere 4 il testo di una costituzione per la Germania occidentale che entrò in vigore il 23 maggio principio della riforma fu l’annullamento di gran parte del debito pubblico 1949, dando vita alla Repubblica Federale di Germania. e dei depositi bancari. Scopo della riforma era di arrestare l’inflazione monetaria accentuatasi negli ultimi anni della guerra e la cui persistenza aveva favorito la speculazione impedendo la ripresa economica. Altra caratteristica della riforma era di mantenere inalterati i prezzi attribuendo quindi loro il valore reale in luogo di quelli artificiosi creati dalla congiuntura inflazionistica. Si trattava cioè di una operazione decisamente deflazionistica, che comportò da una parte la drastica riduzione della Fig. 3 (Repubblica Federale Tedesca. 20 Deutsche Mark, Bank deutscher Länder, 1949) La riforma monetaria della Germania occidentale circolazione monetaria (del 90%), dall’altra la rivalutazione monetaria. La creazione di una banca di emissione (Bank deutscher Länder) forniva lo strumento di controllo e di propulsione indispensabile al funzionamento del nuovo sistema. La riforma monetaria non era evidentemente, e non poteva essere, soltanto una operazione di carattere tecnico. Essa era destinata ad avere anche un’enorme incidenza politica e sociale. Non doveva significare unicamente la frattura definitiva tra le due parti della Germania occupata (pochi giorni dopo anche le autorità sovietiche effettuavano la loro riforma [...] Solamente nel giugno del 1948 furono aboliti i Reichmark e i Rentenmark nella zona d’occupazione Ovest per fare posto alla nuova moneta il Deutsche Mark prodotto dalla neonata Bank deutscher Länder. La riforma monetaria fu annunciata il 18 giugno: con efficacia a partire dal 21 giugno veniva introdotta come moneta legale la Deutsche Mark. L’operazione era accompagnata dal ritiro della vecchia moneta e dal cambio con la nuova nella misura di 1 marco nuovo per ogni 10 marchi vecchi; solo i salari rimanevano invariati , per essi cioè il cambio avveniva nella Germania orientale) ma ponevano soprattutto il problema delle conseguenze economiche e sociali da essa inevitabilmente provocate. Ebbene, anche in questo caso le potenze occupanti procedettero a porre le premesse fondamentali senza assumersi la responsabilità di trarre fino in fondo le dovute conseguenze. La riforma era stata predisposta dalle potenze occupanti nel più rigoroso segreto; i funzionari tedeschi che erano stati associati all’operazione erano addetti unicamente all’elaborazione dei dati tecnici per l’attuazione delle decisioni prese dalle autorità alleate [...] (da E. Collotti, Storia delle due Germanie. 1945-1968, Torino 1968) alla pari. A ciascun tedesco veniva assegnata immediatamente una quota di Banche di emissione non più di 60 DM; alle imprese, per favorire la ripresa produttiva, fu - Bank deutscher Länder (1948-1957) consentita una somma pari a 60 DM per ciascun dipendente. Ultimo - Bundesbank (1957- ) 5 luglio 1948 le autorità sovietiche attuarono la loro riforma monetaria, con la nascita di un istituto di emissione, la Deutsche Notenbank ((1948-1964), che iniziò a coniare una nuova moneta, denominata anch’essa Deutsche Mark. La necessità di una riforma monetaria nella Germania orientale fu dettata, come in quella occidentale, dalla fortissima inflazione e dal bisogno di rilanciare l’economia. Banche di emissione Fig. 4 (Repubblica Federale Tedesca. 100 Deutsche Mark, Bank deutscher Länder, 1949) - Deutschen Notenbank (1948-1964) - Staatsbank der DDR La pronta risposta dell’Unione Sovietica fu la creazione, nella parte orientale del paese, di una Repubblica Democratica Tedesca con capitale a Pankow, un sobborgo di Berlino. In tal modo la divisione dell’Europa in due blocchi contrapposti venne definitivamente attuata. La Germania era dunque divisa. Fig. 6 (Repubblica Democratica Tedesca. 25°, 30° e 40° anniversario della nascita della DDR., Staatsbank der DDR ) Fig. 5 (Repubblica Federale Tedesca. 2 Deutsche Mark, Bank deutscher Länder, 1951) In occasione del discorso tenuto al Bundestag il 21 ottobre del 1949 al momento di assumere la carica di cancelliere, Adenauer fece una dichiarazione molto incisiva, che La riforma monetaria della Germania orientale sarebbe rimasta alla base della politica tedesca per almeno vent’anni: “La Repubblica Nel 1948 il Reichmark era ancora moneta legale nella zona d’occupazione Federale si sente responsabile per il destino di 18 milioni di tedeschi che vivono nella sovietica, fu così che gran parte della vecchia valuta iniziò a fluire da zona sovietica. Essa assicura loro la sua fedeltà e la sua tutela. La RFT è la sola a poter Ovest, dove era oramai fuori corso, a Est causando immediatamente parlare in nome del popolo tedesco. Essa non riconosce quindi come vincolanti le inflazione. Inizialmente per ovviare a questo flusso si utilizzarono furono utilizzati dei marchi che attestassero la provenienza della moneta. Solo nel 6 dichiarazioni emanate da parte della zona d’occupazione sovietica. Ciò vale in particolar 6 positivamente la perdita dei territori orientali e la costituzione di una “Prussia rossa” a modo per le dichiarazioni fatte in merito alla linea Oder-Neisse” . Est8. Il governo di Bonn addebitava a quello comunista di aver voluto rompere i patti È anche vero che egli non poteva permettersi di esprimere tali opinioni, soprattutto alla postbellici puntando alla scissione in due stati, pur essendo la realtà dei fatti diversa. Con luce del grande consenso popolare che la riunificazione suscitava. Inoltre i milioni di questa presa di posizione Adenauer sottolineava il non riconoscimento del governo profughi giunti dall’Est rappresentavano indubbiamente una riserva elettorale consistente comunista orientale e l’impegno a realizzare l’unificazione di tutti i tedeschi sotto la per la CDU9. protezione della democrazia occidentale. Egli, assumendo tale posizione, non faceva che Il cancelliere, perciò, attribuì sempre al tema dell’unificazione una valenza quasi mitica, rispecchiare il sentimento diffuso nell’opinione pubblica occidentale, ma anche di quella anche se la sua politica concreta se ne disinteressava e, anzi, contribuiva ad allontanare orientale. Contemporaneamente riconosceva e giustificava implicitamente le richieste dei nel tempo la prospettiva della riunificazione. In realtà il cancelliere si rese presto conto 7 tedeschi fuggiti dalle ex province orientali . che l’unificazione alle condizioni che lui auspicava (ovvero all’insegna della democrazia Anche la SPD, in occasione del congresso di Dortmund, ribadì il proprio impegno per il e della libertà) non era affatto possibile; si sarebbe trattato di perdere tempo inutile ristabilimento dell’unità tedesca. inseguendo una chimera10. La questione, quindi, finì su un binario morto. Gli occidentali sostenevano che solo libere elezioni sotto il controllo dell’ONU in tutta la Germania avrebbero costituito il primo concreto passo verso la riunificazione, ma Mosca non poteva accettare questa condizione. La conferenza dei quattro ministri degli esteri che si tenne a Ginevra nel febbraio del 1955 si concluse con un nuovo fallimento: Molotov voleva che la riunificazione passasse attraverso un accordo tra i due stati tedeschi e Adenauer non era disposto ad accettare un dialogo su tali basi. Per i dirigenti della Repubblica federale, infatti, l’altra Germania non esisteva in quanto stato e ad Ovest non Fig. 7 (Repubblica Federale Tedesca. 2 Deutsche Mark, Bundesbank, 1969) si parlava di Repubblica Democratica tedesca ma di “zona di occupazione sovietica”11. La possibilità di un dialogo con la RDT era quindi del tutto esclusa. Ma la RFT andò Occorre tuttavia domandarsi se la politica messa in atto dal cancelliere fosse anche oltre e decise di rompere le relazioni diplomatiche con i paesi che riconoscevano la effettivamente concorde con la dichiarazione di principio che fece. Per formazione RDT. Questa cosiddetta “dottrina Hallstein”12 conobbe tuttavia qualche eccezione, dato politica e culturale, Adenauer fu sempre un acceso antiprussiano; per tale ragione valutò che Bonn, soprattutto dopo il viaggio di Adenauer a Mosca, dove fu accolto coi massimi 9 Ibidem. Ibidem. 11 Ivi, p. 362. 12 R. Poidevin – S. Schirmann, Storia della Germania dal Medioevo alla Caduta del Muro, Bompiani, Milano 1992. 13 Dal nome del Segretario di Stato che la elaborò. 10 7 8 G. Corni, Storia della Germania, Il Saggiatore, Milano, 1995, p. 361. Ibidem. 7 onori, decise di avviare relazioni diplomatiche ed interscambi commerciali con l’URSS. Ulbricht ricorse ai sovietici per reprimere violentemente la rivolta popolare del 17 giugno Mosca, dal canto suo, avviò contestualmente relazioni diplomatiche ufficiali con la 195315. RDT13. Si accumularono perciò le critiche verso la mossa a sorpresa di Adenauer, poiché in questo modo si apriva la strada per il riconoscimento dell’RDT da parte di tutti gli stati del blocco comunista. La costituzione della Repubblica Democratica Tedesca del 7 ottobre del 1949 precisava, d’altra parte, che “la Germania è una repubblica democratica indivisibile”. In base a questo testo, la RDT si attribuiva la missione nazionale di “stabilire e sviluppare relazioni normali e di cooperazione tra i due stati tedeschi sulla base dell’uguaglianza”. Il testo auspicava anche un riavvicinamento progressivo dei due stati tedeschi fino ad arrivare ad Fig. 8 (Repubblica Democratica Tedesca. 10 Deutsche Mark, Staatsbank der DDR , 1975) 14 una riunificazione sulla base della democrazia e del socialismo . Dal momento della formazione del governo Grotewohl, nell’ottobre del 1949, la RDT si Nel biennio 1952-53 si assistette, infatti, ad un sensibile aggravamento delle condizioni dotò di un ministero degli esteri e venne immediatamente riconosciuta da URSS, Albania economiche della RDT. Tutto ciò si verificò nel contesto di una crescita della tensione Bulgaria, Cina, Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia e Romania. Dopo il fallimento dei internazionale che, accentuando i contrasti tra USA e URSS sui rapporti tra le due tentativi, tra il 1952 e il 1954, dell’URSS e della RDT per la riunificazione, Mosca, nel Germanie, provocò un’abnorme accelerazione del riarmo, anche nella parte orientale. Le maggio del 1954, restituì alla RDT la piena sovranità, compreso l’ambito delle relazioni spese per gli armamenti, già elevate negli anni precedenti, crebbero a scapito degli con l’altra Germania. Nel settembre 1955, Mosca firmò con la RDT un trattato che investimenti nella produzione di beni di consumo. I rimedi suggeriti dai dirigenti, regolava le relazioni tra i due paesi sulla base della piena uguaglianza, il mutuo rispetto tuttavia, apparvero ai lavoratori di gran lunga peggiori della scarsità di beni di consumo16. della sovranità e il non intervento negli affari interni. Dopo la creazione del Patto di Si parlava, infatti, di aumento della produzione tramite intensificazione dei ritmi di lavoro Varsavia, nel 1955, la RDT vi venne ammessa a pieno titolo. Mentre l’URSS manteneva e di sacrifici nel campo dei consumi privati e pubblici. Mentre si inasprivano i rapporti tra nel paese una ventina di divisioni, la RDT disponeva di una Volkpolizei (dotata di carri e USA e URSS e aumentava il numero di giovani richiamati alle armi, la scarsità di viveri di artiglieria) e nel gennaio del 1962 sarebbe stato introdotto il servizio militare si faceva drammatica17. All’inizio del 1953, quei lavoratori che avevano accettato più o obbligatorio. Dal 1954, dunque, la RDT recuperò apparentemente la sua sovranità, anche meno volontariamente di intensificare i propri ritmi di lavoro, si ritrovarono a possedere se, in realtà rimase sempre sotto la stretta tutela di Mosca; basta ricordare che Walter denaro quasi privo di valore. 16 14 R. Poidevin – S. Schirmann, op. cit., p. 234. 15 Ibidem. 8 17 18 Ivi, p. 235. P. Bernocchi, Oltre il Muro di Berlino, erre emme edizioni, Roma, 1990, p. 67. Ivi, p. 68. Non trovando in circolazione i beni necessari, questi erano costretti a rivolgersi al 18 “di 14 mesi” compiuto da un’organizzazione legata ai servizi segreti occidentali, mercato “nero”, ben più svantaggioso . L’effetto immediato di tali provvedimenti si coinvolgendo anche qualche “ingenuo e sprovveduto lavoratore”21. tradusse in un’ondata di profughi in fuga verso occidente. Il malcontento dilagava e univa Nel chiuso delle stanze di Partito, tuttavia, gli esponenti della SED non poterono nella protesta settori diversi della popolazione, mentre la SED, immobile, non sembrava nascondersi la realtà dei fatti e corsero quindi ai ripari. Il 22 giugno il Comitato Centrale 19 rendersi conto del carattere esplosivo della situazione . emanò un programma in dieci punti per “migliorare il livello di vita di tutte le classi” ed Il malessere e la collera nei confronti del regime, infatti, avrebbero dato vita, pochi mesi attenuare “l’acrimonia contro il governo”22. dopo la morte di Stalin, al primo grande movimento di rivolta operaia popolare all’interno Contemporaneamente si avviò anche una resa dei conti interna tra i leader dell’ortodossia dei paesi sottoposti al dominio del blocco sovietico; un episodio destinato a ripetersi nei staliniana, Ulbricht in testa, da un lato e dall’altro coloro che dalla morte di Stalin, 20 decenni successivi in altri paesi e, come si vedrà, nella stessa Germania Est . avvenuta il 6 marzo 1953, avevano tratto la speranza di riformare il regime in senso più Nel 1956, l’URSS fece alcune concessioni per evitare che la RDT seguisse l’esempio democratico. Tale divaricazione, anche se limitata all’interno della SED, era stata della Polonia o dell’Ungheria e accettò di ridurre del 50% il contributo alle spese per le trasmessa dai quadri di partito fino alle cellule di fabbrica e di cantiere, rappresentato un truppe sovietiche stanziate sul suo territorio nell’ambito del patto di Varsavia. La RDT, incentivo per i lavoratori a prendere iniziative più aperte e coraggiose23. rimasta fedele a Mosca, venne autorizzata a rilanciare la questione della riunificazione in La rivolta venne utilizzata, da Ulbricht e dal gruppo a lui vicino, per dimostrare che la via una prospettiva diversa, quella della confederazione. Dopo aver precisato che fra i due delle concessioni e delle riforme era molto pericolosa e che bisognava, dunque, stati tedeschi avrebbero dovuto iniziare negoziati sulla base della parità di diritti, la RDT proseguire sulla strada del più rigido centralismo burocratico, benché negli altri paesi propose la formazione di una confederazione comprendente i due stati già esistenti, dell’Europa dell’est, oltre che nella stessa Unione Sovietica, le posizioni “riformiste” si ciascuno dei quali conservava però la sua sovranità (luglio 1957). I sovietici diedero ad stessero manifestando sempre più apertamente24. Ulbricht il loro pieno sostegno per ottenere il riconoscimento occidentale, condizione L’epurazione del Partito avvenne in sordina, senza provocare turbamenti politici. Tale indispensabile per le trattative. Mosca volle imporre tale riconoscimento e, aprendo la metodo era destinato a diventare una costante nella gestione di Ulbricht, che possedeva crisi di Berlino, i sovietici speravano di forzare la mano agli occidentali. una notevole capacità di eliminare progressivamente ogni opposizione senza traumi e Il trauma della rivolta operaia del 1953 venne riassorbito dalla SED in tempi senza efferatezze. relativamente brevi e costi non particolarmente elevati. Nell’impossibilità di dar voce Mentre la Polonia, l’Ungheria e, seppure in misura minore, gli altri paesi del blocco all’opposizione, la propaganda di regime impose la propria versione dei fatti: il “grande orientale erano attraversati da violenti conflitti, cambiamenti e venti di riforma, il complotto internazionale anticomunista” destinato a scattare dopo un lavoro sotterraneo cammino della Germania dell’Est proseguiva indisturbato e senza scosse25. 22 Ivi, p. 106. Ibidem. 24 Ivi, p. 107. 25 Ibidem. 26 Ibidem. 23 19 20 21 Ivi, p. 69. Ivi, p. 70. Ibidem. 9 Consapevole dei grandi rischi corsi a seguito della rivolta, la burocrazia si strinse portato alla formazione di diversi tipi di cooperativa30. Le direttive in merito non avevano compatta intorno a Ulbricht e non si lasciò contagiare minimamente da segnali di incontrato particolare favore, ma neppure un’aperta opposizione. I contadini scontenti si “disgelo” di alcun tipo. erano limitati a prendere la via della Germania occidentale, contribuendo ad accrescere Nel quinquennio che seguì alla rivolta operaia non vi fu nessuna modifica nella linea enormemente il numero dei profughi. Tuttavia, a partire dal 1957, il processo venne politica; chi, in quegli anni, dimostrava di simpatizzare per l’Ottobre polacco, piuttosto forzato dal governo; la superficie coltivata da cooperative “socialiste”, che all’inizio di che per la rivolta ungherese venne semplicemente emarginato, in silenzio e con quell’anno era del 25%, alla fine del 1959 raggiunse il 53% circa31. meticolosità26. L’assenza di opposizioni, la relativa stabilità sociale e la compattezza del La SED, tuttavia, non era soddisfatta di tale andamento e, confondendo i dati quantitativi 27 gruppo dirigente, tuttavia, giocarono, come evidenzia Bernocchi (1990) un tiro mancino con un’effettiva libera scelta da parte dei contadini, forzò il processo con una a Ulbricht e alla SED alla fine del 1958. mobilitazione straordinaria di tutto l’apparato di partito e statale, al fine di raggiungere Al Quinto Congresso del Partito venne lanciata la parola d’ordine del “grande balzo”, allo una totale collettivizzazione delle campagne32. stesso modo di altre cosiddette “democrazie popolari”. Si trattava di una linea economica La mobilitazione sembrò, almeno per quanto riguardava le cifre, avere un grande che si prefiggeva di realizzare un duplice obiettivo: una grande intensificazione dello successo. Prima dell’estate del 1960 la quota di terreno coltivata individualmente era sforzo produttivo nelle fabbriche, allo scopo di superare la produzione industriale della scesa sotto il 25%. In tre anni il rapporto tra privato e pubblico aveva subito un netto Germania dell’ovest e l’estensione del processo di “socializzazione” delle campagne, ribaltamento. Il successo, però, era solo apparente. Nel 1959, infatti, a causa di una forte 28 ovvero l’inquadramento di tutti i contadini all’interno delle cooperative agricole . siccità, la produttività agricola subì un netto calo e le capacità di rifornimento delle città Si trattava di obiettivi simili a quelli della primavera del 1953, ma il risultato fu ancora scesero oltre il livello sopportabile. A tutto ciò si aggiungeva il peso della forzata peggiore. Questa volta non ci furono manifestazioni di piazza, ma l’opposizione collettivizzazione, responsabile del disinteresse dei contadini per il lavoro agricolo e la silenziosa delle masse ebbe esiti decisamente più dannosi per la salute dell’economia conseguente fuga dai campi33. tedesco-orientale. Ebbe così origine un circolo vizioso che non lasciava vie di scampo: malcontento in Gli operai risposero ovunque col boicottaggio all’ulteriore intensificazione dei ritmi fabbrica e calo della produttività, con conseguente carenza nella fornitura di prodotti produttivi, per nulla compensata da un miglioramento delle condizioni di lavoro e della industriali alle campagne; scarso rendimento dell’agricoltura e presenza insufficiente di qualità della vita. Molti quadri, tecnici ed operai specializzati andarono ad ingrossare le prodotti nelle città; peggioramento drastico delle condizioni di vita per tutti ed ulteriore 29 fila dei profughi in fuga verso Ovest . incentivo alla fuga verso Ovest. Anche la politica adottata per le campagne si rivelò poco proficua. Qui, infatti, vi era già Nel biennio 1960-1961 l’esodo raggiunse il massimo storico, e ciò non faceva che stato un processo di collettivizzazione che, a seconda del grado di quest’ultima, aveva peggiorare le condizioni di chi restava, alimentando continuamente il processo. La RDT 27 31 28 32 Ibidem. Ivi, p. 108. 29 Ibidem. 30 Ibidem. 10 E. Collotti, Storia delle due Germanie. 1945-1968, Torino 1968, pp. 984-985. P. Bernocchi, op. cit., p. 109. Ibidem. 34 Ibidem. 33 rischiava seriamente di spopolarsi e di giungere ad una vera e propria implosione34. Per che la proposta avanzata con più o meno coerenza dai sovietici fino al 1954 era molto più avere un’idea del numero di profughi, basti pensare che nell’intervallo di tempo trascorso vantaggiosa per l’Est che per l’Ovest. L’URSS proponeva, infatti, una “neutralizzazione” tra la rivolta operaia del 1953 e l’anno della costruzione del Muro (ovvero il 1961), della Germania, analoga a quella operata in Austria; una Germania unita, ma al di fuori di sarebbero emigrati ad ovest più di mezzo milione di operai specializzati, circa 19.000 qualsiasi blocco militare e dotata di un armamento autonomo ben limitato e controllato ingegneri ed altrettanti insegnanti, quasi 6.000 medici ed un numero elevato, ma dalle quattro Potenze39. imprecisato di contadini e di operai senza qualifica35. Una simile riorganizzazione, tuttavia, avrebbe sicuramente dato all’URSS una Come nota Bernocchi, se ci si interroga sul perché della costruzione del Muro di Berlino, preponderanza strategica in Europa. Il governo di Adenauer e gli USA, invece, puntavano non è possibile prescindere da questa realtà, oltre che, ovviamente, della situazione strenuamente ad una totale integrazione tedesca nel blocco occidentale, allo scopo di farne internazionale degli anni ’50 e ’60 e dal contesto della Guerra Fredda, che proprio sul un avamposto strategico della Guerra Fredda e sperando che, prima o poi, la Germania confine tra le due Germanie trovava il suo epicentro. dell’est crollasse e la riunificazione avvenisse come inglobamento di fatto della RDT40. Tra le spiegazioni addotte riguardo alla costruzione del Muro, si può citare quella di Enzo La soluzione “neutralista” di una Germania fuori dai blocchi ma sotto “tutela”, apparve Collotti, autore dell’opera italiana più rilevante sulla storia delle due Germanie:“Non si sempre al governo di Bonn come molto rischiosa e foriera di un potenziale inglobamento trattava di difendere la Repubblica democratica tedesca da una aggressione militare, ma ad Est. Il cancelliere tedesco temeva al di sopra di ogni cosa la possibilità di un dall’azione di sovversione interna e di istigazione contro il regime socialista disimpegno economico e militare americano e sapeva bene che solo trasformando la quotidianamente condotta dai servizi segreti e dalla miriade di organizzazioni Germania Ovest nella roccaforte del capitalismo internazionale e della “civiltà” anticomuniste, irredentiste e paranaziste pullulanti a Berlino, al punto che c’è da occidentale, avrebbe potuto sperare in un forte aiuto economico da parte degli USA e domandarsi perché mai il governo della RDT abbia atteso fino al 13 agosto 1961 per realizzare così una ripresa economica in tempi brevi41. prendere misure così radicali”36. Dal momento che tali obiettivi politici non erano esplicitamente dichiarabili, per alcuni Questa posizione, come ricorda Bernocchi, ha avuto molta fortuna tra gli studiosi della 37 anni, fino alla costruzione del Muro, si assistette ad uno scambio di ipocrisie in cui sinistra italiana ed è una posizione che non manca di alcuni punti di appoggio . È senza ognuna delle parti in gioco faceva della riunificazione il proprio cavallo di battaglia, pur dubbio incontestabile, per esempio, che i pochi sforzi compiuti per giungere ad una essendo ben lungi dal volerla42. soluzione unitaria del problema tedesco, e quindi ad una possibile riunificazione delle due L’ultima proposta sovietica per una Germania riunificata e “neutralizzata” venne Germanie, vennero soprattutto dalla parte sovietica; fu molto scarso, infatti, l’impegno presentata, ma respinta dalle potenze occidentali, nel 1954, durante la Conferenza di 38 dell’Occidente e della Germania Ovest a questo proposito . È anche vero, d’altra parte, Berlino dei quattro ministri degli Esteri delle Potenze occupanti. 35 Ibidem. J. Dornberg, La Germania dietro il Muro, Milano, 1968 pp. 92-93. 37 E. Collotti, op. cit., p. 1029. 38 P. Bernocchi, op. cit., p. 110. 39 Ivi, p. 111. 36 40 Ibidem. Ibidem. Ibidem. 43 Ivi, p. 112. 41 42 11 Da allora si avviò un processo di integrazione completa delle due Germanie nei rispettivi blocchi ed i gruppi dirigenti delle due parti si disinteressarono definitivamente della riunificazione, servendosene solo a scopi propagandistici. Scrive Bernocchi: “Se il Muro fosse stato edificato solo o soprattutto per i motivi elencati da Collotti […] la sua messa in opera si sarebbe dovuta collocare più o meno in questi anni. E non a caso, anche Collotti, come tutti coloro che danno credito ad una tale versione, deve concludere chiedendosi perchè il governo della RDT abbia atteso tanto”43. Nel 1958, al già citato congresso della SED, Ulbricht non mostrò, invece, alcuna intenzione di costruire muri, ma propose il “grande balzo in avanti” allo scopo di superare economicamente la RFT. Ma il Muro era ormai all’orizzonte e sarebbe servito a contenere l’emorragia incessante di profughi stanchi del proprio regime, sfiduciati e privi di qualunque possibilità di protesta, nonché estenuati da un lunga catena di obblighi: le Fig. 9 (Fase della costruzione del Muro di Berlino) spese per le “riparazioni di guerra” verso l’URSS, la ricostruzione di un apparato industriale, l’obbligo “morale” di entrare in una assurda gara produttiva con la Germania 44 Per un preciso inquadramento storico, tuttavia, occorre ricordare che lo status dell’ovest, per dimostrare la superiorità del comunismo . Queste furono, secondo quadripartito della città di Berlino venne decisamente rimesso in discussione nel 1958. Bernocchi, le ragioni che spinsero i governanti della RDT (e l’URSS) ad avviare l’ Ulbricht dichiarò che gli occidentali non avevano più alcun diritto di rimanere a Berlino; “offensiva di Berlino”. Kruscev sostenne tale posizione e l’URSS, il 27 novembre, inviò a tal proposito un vero e In sintesi, si può certamente affermare che le ragioni della costruzione del Muro vadano proprio ultimatum agli occidentali annunciando contemporaneamente l’apertura di ricercate sia nelle motivazioni addotte da Collotti, sia nelle ragioni evidenziate da negoziati per trasferire i poteri dell’Unione Sovietica sulla propria parte di Berlino alla Bernocchi. RDT e chiedendo agli Alleati di fare altrettanto. Per Mosca, Berlino Ovest doveva Una visione completa e non lacunosa delle cause che condussero alla decisone da parte diventare una città aperta, neutrale e smilitarizzata, posta sotto il controllo dell’ONU, una della RDT di innalzare il Muro non può prescindere da entrambe le posizioni sopra citate. città libera e senza ingerenze da parte di nessuno45. Lo scopo principale dell’URSS, tuttavia, restava il riconoscimento della RDT da parte degli occidentali. Non bisogna dimenticare la grande e strategica importanza che Berlino ovest rivestiva per le due Germanie; con l’aiuto degli Stati Uniti, infatti, si era trasformata in una vera e propria vetrina del mondo occidentale, alimentata da una prosperità 44 45 Ibidem. Ivi, p. 113. 12 46 R. Poidevin – S. Schirmann, op. cit., p. 235. economica artificiale. Dal canto suo, la RDT, si dissanguava attraverso questa breccia smorzati. Il cancelliere tedesco Adenauer, impegnato in campagna elettorale, attese nove aperta nel cuore della “Cortina di ferro”, breccia attraverso la quale passarono più di giorni prima di recarsi personalmente a Berlino. Il presidente degli Stati Uniti fu 1.800.000 persone. Tra il 1949 e il 1961, infatti, la popolazione della RDT scese da 18,4 a informato solo 15 ore dopo l'inizio della costruzione del Muro e non interruppe le sue 17,2 milioni di abitanti; un’emorragia resa ancora più grave dal fatto che colpì soprattutto vacanze poiché “gli interessi dell’Ovest non erano direttamente toccati”49. i quadri, gli ingegneri ed i tecnici. Per Mosca, Berlino Ovest era una “insopportabile Gli occidentali, divisi tra loro, di fronte ad un’azione tanto eclatante, si limitarono ad 46 spina nel fianco” (così la definì Kruscev) dell’impero sovietico . inviare una semplice e innocua nota di protesta dopo ben quattro giorni dall’inizio della La distensione sovietico-americana, prima, e in seguito la crisi cubana, fecero passare la costruzione del Muro. questione in secondo piano per un paio d’anni. Il problema fu nuovamente sollevato da Sia Kennedy che Macmillan propesero per la via negoziale; solo De Gaulle sostenne con Kruscev all’inizio dell’estate del 1961, in occasione del vertice con il presidente fermezza la posizione di Adenauer e affermò che, se fosse stato necessario, gli Alleati americano Kennedy, a Vienna. Durante questo incontro l’URSS espresse l’urgente avrebbero difeso con la forza le loro posizioni a Berlino. 47 desiderio che venisse trovata al più presto una soluzione entro l’anno . L'esodo da Est ad Ovest raggiunse tali proporzioni che, nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961, con l'approvazione dei paesi aderenti al Patto di Varsavia, vennero costruite barricate e fossati sul confine tra Berlino Est e Berlino Ovest. Il 15 agosto 1961, Ulbricht ordinò la costruzione di una barriera di cemento fortificata che avrebbe isolato completamente Berlino Est da Berlino Ovest: iniziò ufficialmente la costruzione del Muro di Berlino, uno dei simboli più emblematici della Guerra Fredda. Le unità armate della Germania dell’Est, davanti agli occhi esterrefatti degli abitanti di tutte e due le parti, interruppero tutti i collegamenti tra Berlino Est e Ovest e costruirono un Muro invalicabile che attraversava tutta la città, dividendo le famiglie in due e sbarrando la strada che ogni berlinese dell’est percorreva abitualmente per recarsi da casa al proprio posto di lavoro o a scuola48. Non solo a Berlino ma in tutta la Germania, il Fig. 10 (Veduta del Muro di Berlino in prossimità della Porta di Brandeburgo) confine tra Est ed Ovest, che fino a quel momento era valicabile, divenne una trappola mortale. Per l’opinione pubblica, la costruzione del Muro fu un vero e proprio shock. La tiepida reazione occidentale ad un evento tanto grave può trovare una risposta Tuttavia la reazione del mondo politico tedesco ed internazionale ebbe toni decisamente immediata nelle parole del responsabile del Ministero degli Esteri americano per la 47 Ivi, p. 236. 48 Ibidem. 49 Wolfgang Pruscha, Le due Germanie: dalla divisione alla riunificazione 1945 – 1990, in Atti della Conferenza reperibile su Internet all’indirizzo: http: //www.viaggio-in germania.de/brd.html questione di Berlino, che lo stesso 13 agosto disse: “Vediamo come si svilupperà la 50 Ibidem. 13 faccenda. In fondo i tedeschi dell'Est ci hanno fatto un favore, perché la grande massa di profughi dalla Germania dell'Est era molto preoccupante”50. Molti politici americani, inglesi e francesi videro nel Muro una soluzione terribile, ma tutto sommato accettabile per la situazione che si era venuta a creare a Berlino; una situazione divenuta negli ultimi anni sempre più instabile e pericolosa. La stabilità dei due blocchi in Europa era il principio sovrano al di sopra di tutte le considerazioni di carattere umanitario ed etico. A fare le spese di tale priorità fu la Germania, oggetto e vittima della Guerra Fredda. Dalla fine del 1962 la crisi venne decisamente insabbiata e la celebre visita J. F. Kennedy a Berlino, durante la quale pronunciò, in lingua tedesca, davanti a migliaia di entusiasti berlinesi, la frase “Ich bin ein Berliner” (Anch’io sono un abitante di Berlino) non ingannò nessuno. # ! $ % &'()) ') * di Giacosa Pablo e Truddaiu Matteo Questa strana serie di monete colombiane, sono un'autentica rarità ed un tesoro per i numismatici che amano le curiosità, ma nel contempo rappresentano anche una fonte storica che ci testimonia un evento che devastò la Colombia agli inizi del ‘900. Infatti queste monete furono coniate dal Generale Ramón Gonzalez Valencia per pagare lo stipendio ai suoi soldati dopo la tristemente famosa battaglia di Palonegro, nella provincia di Santander, una delle più cruente dell’intera guerra civile colombiana. Egli sprovvisto di materiale per battere moneta ordinò di utilizzare i bossoli delle cartucce usate durante la battaglia! Queste monete “di guerra” sopperirono così alla mancanza di moneta per le truppe che combatterono nella regione di Santander negli ultimi mesi della guerra Civile. Fig. 11 (Bundesrepublik. 10 Deutsche Mark, Bundesbank, 1998) 51 Ibidem. 14 Il conflitto durò tre anni (1899-1902) ed ebbe disastrosi effetti politici collaterali come la perdita della provincia del Nord del paese che divenne, con l’aiuto degli Stati Uniti, la Repubblica Indipendente di Panama. + %% % La Guerra de los Mil Dias Nessun volume è stato acquistato durante gli ultimi tre mesi. La Guerra de los Mil Dias fu un conflitto civile armato nato all’interno dell’allora neonata Repubblica della Colombia (che includeva anche la provincia di Panama) tra il partito dei , Conservatori e il Partito Liberale con le sue frange estremiste. Nel 1899 il governo dei - Cronaca Numismatica n. 189, 190, 191 / Segnaliamo l’articolo apparso sul n. 190 di Conservatori riuscì a mantenere ancora saldo il suo potere grazie ad elezioni fraudolente. Roberto Pace dal titolo “Prusias ad Hypium e le sue monete”. Un altro interessante e La precaria stabilità della Repubblica colombiana però resse fino a quando il paese venne ottimamente illustrato capitolo scritto da questo apprezzabile autore sulla monetazione colpito da una crisi economica legata alla caduta del prezzo del caffé sul mercato provinciale dell’Asia Minore. internazionale. Questo fatto inasprì l’opposizione del partito Liberale che aveva appena - Panorama Numismatico n. 211, 212, 213 / Segnaliamo l’articolo apparso sul n. 213 di perso le elezioni, fu così che nello stesso anno la semplice opposizione politica divenne Roberto Pace dal titolo “Le monete di Pompeo Magno e dei suoi figli. L’incredibile una guerra civile che causò circa 100.000 morti e non ebbe nessun vero vincitore. fascino di un personaggio enigmatico come Pompeo Magno legato alle sue rare monete. 15 - Monete Antiche n. 29, 30 / Segnaliamo l’articolo apparso sul n. 30 del nostro socio Matteo Truddaiu dal titolo “Lo sfortunato imperatore Valeriano”. Ricostruzione storica dell’impero di Valeriano I, le sue battaglie e le sue sfortune. - - Rivoli. “Mercatino delle pulci” (3°domenica di ogni mese). - Santena. “Porta portese” (1°domenica di ogni mese). - Torino. “Gran Balon” (2° domenica di ogni mese). . - Artemide Aste, 11 dicembre 2006. - Artemide Aste, 16 dicembre 2006. - Modena 49° convegno numismatico filatelico modenese 13-14 gennaio 2007. - Auktionshaus H.D. 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